E’ ancora un momento difficile per le imprese artigiane piemontesi che, nel 2016, secondo quanto indicano i dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi, sono numericamente diminuite dell’1,16%. Si tratta, peraltro, di dato in linea con la media nazionale, ma in Piemonte, rappresentano una tradizione. Infatti più di un’azienda su quattro nella nostra regione artigiana (il 28% circa), rispetto a una media italiana del 22,1%. Sale il turismo: +0,17%, superato dagli altri servizi (+0,34%) e dal commercio (+0,70%). Da sottolineare poi che in Piemonte nel 2016 sono nate 8.440 imprese. Considerando le 9.878 cessazioni, il saldo e’ negativo (-1.438 unità), una dinamica che porta a 122.099 lo stock di imprese artigiane registrate a fine 2016.”Il tessuto artigiano piemontese dimostra fragilità in tutti i territori provinciali e nei tradizionali settori produttivi, ma le tendenze positive del comparto dei servizi offrono qualche segnale di speranza” dice Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere Piemonte.
Conoscere il fenomeno dell’usura, contrastare i pericoli del sovraindebitamento delle famiglie e dei singoli. Questo l’obiettivo del volume “Per un uso responsabile del denaro/Manuale anti usura”, presentato durante il convegno promosso dall’onlus “La Scialuppa” e dalla Fondazione CRT sul tema: “Sovraindebitamento e usura: responsabilità e prevenzione”. L’iniziativa, tenutasi lunedì 20 febbraio 2017 nel salone d’onore della Fondazione CRT in via XX Settembre 31 a Torino, ha visto un folto e attento pubblico ascoltare con interesse gli interventi di Gabriele Molinari, consigliere delegato all’Osservatorio regionale sul fenomeno dell’usura ( ruolo condiviso con il consigliere Giorgio Bertola , presente tra il pubblico), del prof. Ciravegna, di Luciana Malatesta de La Scialuppa CRT Onlus, del presidente del Tribunale di Torino, Massimo Terzi, e di Giovanni Godino. Già nei saluti del Presidente della Fondazione CRT, Giovanni Quaglia, della sindaca di Torino, Chiara Appendino e di Ernesto Ramojno, presidente de La Scialuppa, è stato messo in luce questo fenomeno “crescente e preoccupante”, figlio della crisi economica e sociale,delle difficoltà ad accedere al credito e di una scarsa educazione all’uso responsabile del denaro. Un fenomeno, secondo i dati Eurispes, da 80 miliardi di euro all’anno, che tocca moltissime famiglie che vanno aiutate a prevenire l’eccesso di debiti, dovuto magari a imprevisti , a imprudenza o a scelte irrazionali spesso indotte da una smodata e persuasiva stimolazione agli acquisti. Esistono tante forme di pubblicità ingannevole, che spesso inducono persone in stato di bisogno e in perfetta buona fede ad assumere impegni che poi non potranno essere onorati.Solo nel 2015 le società di recupero crediti hanno ottenuto i mandati per il recupero di rate arretrate per quasi 60 miliardi di euro, con un 37% in più maturato negli ultimi quattro anni. Così il fenomeno del sovraindebitamento in molti casi spalanca le porte all’usura. Una realtà che vede da tempo – secondo i dati pubblicati dalla Cgia di Mestre sull’indice di rischio usura nelle regioni italiane – il Piemonte tra le regioni più esposte del nord Italia. Molinari, nel suo intervento, ha sottolineato la “necessità di mantenere alto il livello di guardia, sensibilizzando sempre più l’opinione pubblica su un problema così importante”, rammentando il lavoro dell’Osservatorio nel “promuovere iniziative mirate all’informazione, alla prevenzione e al contrasto di quella che costituisce una vera e propria piaga del nostro tempo, cercando di coinvolgere le categorie sociali più esposte e vulnerabili quali famiglie e imprese”. Una “bomba sociale da disinnescare”, ha proseguito Molinari, “adeguando gli strumenti legislativi, aumentando le risorse, costruendo una rete di garanzie e tutele e – soprattutto – lavorando nel mondo della scuola per affermare una cultura della legalità ed ella responsabilità contro sovraindebitamento, usura, gioco d’azzardo”.
Marco Travaglini
Il piano antismog della Giunta Appendino ha suscitato non poche critiche, proprio perché riguarda solo la città e quindi ritenuto inutile da chi ritiene abbiano senso soltanto provvedimenti su larga scala
Le nuove norme del Comune fanno scattare da oggi il divieto di circolazione per i diesel Euro 4, che blocca quasi un veicolo su tre sul territorio di Torino dovrà restare ai box. Il piano antismog della Giunta Appendino ha suscitato non poche critiche, proprio perché riguarda solo la città e quindi ritenuto inutile da chi ritiene abbiano senso soltanto provvedimenti su larga scala. Ricordiamo che il blocco scatta quando per sette giorni consecutivi il livello di Pm10 supera i 50 microgrammi al metro cubo: si devono fermare i veicoli diesel Euro 3 ed Euro 4, oltre i soliti diesel da Euro 0 a Euro 2 e benzina, gpl e metano Euro 0. In tutto, fa notare “La Stampa”, più di 160 mila veicoli su un totale di 550 mila. Da oggi è finché le polveri sottili resteranno sopra i 50 microgrammi, resterà ferma un veicolo su tre. Le nuove regole rimarranno in vigore fino al 15 aprile. veicoli privati diesel riepilogando: oggi non possono viaggiare gli Euro 3 ed Euro 4 dalle 8 alle 19 se adibiti al trasporto persone. Invece per il trasporto merci le fasce orarie sono 8,30-14 e 16-19 (8,30-15 e 17-19 sabato e festivi). Per chi arriva da fuori città o per chi deve uscirne e’ possibile seguire percorsi definiti nell’ordinanza municipale. Consentito anche i tragitti che collegano il confine comunale con i parcheggi di interscambio: Stura, Rebaudengo, Sofia, Fontanesi, Venchi Unica, Molinette, D’Azeglio, Lingotto, Caio Mario. E’ poi possibile muoversi in collina e precollina, maggiori informazioni sul sito del Comune www.comune.torino.it
A fronte del calo di domanda interna, il Piemonte di sta attrezzando per poter restare in prima linea, sottolineando appunto come l’internazionalizzazione diventi sempre più una questione di sopravvivenza
Da una ricerca di Confindustria Piemionte su un campione di oltre mille imprese, risulta che il 64% è presente all’estero. A fronte del calo di domanda interna, il Piemonte di sta attrezzando per poter restare in prima linea, sottolineando appunto come l’internazionalizzazione diventi sempre più una questione di sopravvivenza. Nella giornata di oggi, a Torino, in convegno organizzato da Confindustria e Unicredit -in collaborazione con il Ceip- ha fatto il punto della situazione. “In Piemonte – ha precisato Fabio Rvanelli, presidente della Confindustria regionale – a fronte di una contrazione della domanda interna si è registrata un’accelerazione dell’export. La crescita nel 2017-2018 può quindi avvenire qui; per questo puntiamo molto sul Ceip che ha recentemente messo in campo nuove risorse anche per l’attrazione di investimenti esteri sul nostro territorio”. Francia, Germania, Usa, Spagna e Cina rimangono i Paesi in prima linea. La Gran Bretagna sembra invece essere destinata a sparire dagli scenari futuri, mentre si affacciano sempre di più come new entries Paesi quali Algeria, Iran, Singapore e Paesi Bassi.
E’ in costante calo il numero di piemontesi colpiti dalla sindrome influenzale tipicamente stagionale.
L’incidenza è in diminuzione: sono 6.4 i casi ogni mille assistiti in tutte le fasce d’età. Il picco epidemico era stato registrato nell’ultima settimana del 2016, con 13 casi per 1000 assistiti, in anticipo a confronto con le ultime stagioni influenzali. I bambini sono anche in questo caso la fascia d’età più colpita: 15 casi ogni 1000, mentre per la fascia 15-64 anni è di 5,8 e per gli over 65 invece 2,5. Gli isolamenti virali sono nella maggior parte dei casi di influenza di tipo A: H3N2, contenuta nel vaccino stagionale. Dal SeReMi di Alessandria arriva il dato complessivo di dosi di vaccino antinfluenzale somministrate dall’inizio della campagna: in tutto sono 627.941, cifra ancora provvisoria ma già superiore al dato finale registrato nel 2016. Nel 2016 al termine della campagna vaccinale, furono 603.000.
Va alla grande il mercato europeo dell’auto. A gennaio le immatricolazioni nei 28 Paesi Ue e quelli area Efta sono state 1.203.958, ovvero il 10,1% in più dello stesso mese del 2016. La fotografia è scattata dall’Acea, l’associazione dei costruttori europei. A gonfie vele il gruppo Fca che nello stesso mese ha registrato 83.780 immatricolazioni , il 15,2% in più dello stesso mese 2016. La crescita del gruppo torinese è ancora una volta maggiore di quella del mercato. La quota sale dal 6,6 al 7%. Crescono tra i brand del gruppo: Alfa Romeo (+31,4%), Fiat (+17,3%) e Lancia Chrysler (+2,5%) mentre è in calo Jeep (-5,6%). Si spera che i dati positivi siano di auspicio per il rilancio di Mirafiori.
(foto: il Torinese)
Non si placa la protesta dei tassisti contro la cosiddetta “sanatoria pro Uber”. Gli autisti delle vetture bianche torinesi hanno attuato un presidio autorizzato davanti a palazzo civico, in attesa del voto in Senato sul milleproroghe, che contiene l’emendamento che apre la strada alle multinazionali come Uber. Decine di taxi si sono poi spostati in piazza Castello. “Il margine di ripensamento è risibile – dichiara all’Ansa Federico Rolando, il portavoce di Federtaxi – e ciò potrebbe aprire panorami di lotta, che saranno stabiliti durante l’assemblea di categoria prevista il 22 a Roma, prima del passaggio finale in Parlamento. I tassisti attendono da settembre 2015 il tavolo sulla legge delega concordato con il governo”.
Lo sciopero dei taxi ha avuto uno strascico anche nell’Aula di Montecitorio. Il deputato Rocco Palese di Cor durante l’esame della legge sulla responsabilità dei medici ha chiesto di sospendere i lavori alle 17:30 invece che alle 18 per consentire di raggiungere per tempo gli aeroporti in considerazione dello sciopero. Ma M5S si è opposto: “Se i tassisti scioperano è giusto che il disagio lo sentano anche i legislatori”.
(foto: il Torinese)
Parola di Matteo: “Dal 10 al 12 marzo con gli amici che sosterranno la mozione congressuale ci vedremo a Torino, al Lingotto. Nel luogo dove nacque il Pd a fare il tagliando a quell’idea di quasi dieci anni fa”. E’ quanto scrive l’ex premier Renzi sulla sua E news. E aggiunge: “Ma anche a fare le pulci all’azione di governo di questi tre anni per costruire il prossimo programma. Cosa ha funzionato, cosa no. Cosa dobbiamo fare meglio, oggi e domani. Una discussione vera, senza rete. Venite al Lingotto, se potete”. Renzi indica anche una email per chiedere informazioni e per raccogliere le proposte: lingotto@matteorenzi.it .” Sto girando molto per l’Italia e mi capita di ascoltare, vedere, discutere. Modello Scampia, insomma”, commenta Renzi. ” Mi serve molto e mi aiuta a capire meglio cose che fino a due mesi fa vedevo solo blindato dai cerimoniali. E vogliamo portare energia e entusiasmo nella vita di questo Paese e nel congresso. Non polemiche astratte ma idee, speranze e sogni”.
(foto: il Torinese)
Potrebbe essere un fine settimana di nebbie intense, come non se ne vedevano da parecchio tempo. Intanto, il rischio di valanghe sull’arco alpino in Piemonte è ancora “marcato”, ma la tendenza è di una riduzione del pericolo, grazie al consolidamento del manto nevoso. In Piemonte in queste ore il cielo è stato sgombro da nubi quasi dappertutto, con massime fino a 17. 1 gradi a Mergozzo nel Vco, 16.3 ad Acqui Terme , 15.7 nel centro di Torino. Da venerdì, però, un’area di bassa pressione di origine russa porterà cielo nuvoloso e nevischio, seppur senza precipitazioni significative sul Piemonte. Il fine settimana resterà soleggiato in montagna mentre in pianura potrebbero tornare nebbie anche molto fitte.
(foto: il Torinese)
I costruttori torinesi piangono per la crisi e accusano la politica di ” grande immobilismo”. Non ci sono progetti, proposte, sostengono . “Il mondo delle costruzioni non è considerato strategico. Questo vale a livello centrale e, di conseguenza, anche dal punto di vista locale”. La critica è rivolta in particolare alla Giunta comunale pentastellata da parte di Alessandro Cherio, in scadenza dopo nove anni da presidente del Collegio Costruttori di Torino. Cherio aveva incontrato il vicesindaco Guido Montanari la scorsa estate: “Ci annunciò un piano di opere pubbliche da 172 milioni, ma dov’è finito?”E così l’84% delle imprese non ha in programma investimenti per il 2017 e circa il 40% delle aziende esaminate prevede di ridurre il numero dei dipendenti. Dal 2008 è un depauperamento inarrestabile, con il numero degli operai iscritti in cassa edile diminuito dai 18.000 del 2008 ai 9.000 dell’anno scorso. L’importo dei bandi pubblicati si è ridotto nello stesso periodo da 600 a 282 milioni di euro (-53%).
(foto: il Torinese)