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Troppi italiani senza cibo. L’allarme Coldiretti

Il Rapporto sulla povertà, presentato dall’associazione degli agricoltori al Villaggio Coldiretti di Torino, indica che sono 2,7 milioni gli italiani che, nel 2017, hanno dovuto chiedere aiuto per mangiare attraverso le mense dei poveri o i pacchi alimentari.Tra le categorie più deboli ci sono 455mila bambini sotto i 15 anni,  200mila anziani sopra i 65 anni e circa 100mila senza fissa dimora. Dal Villaggio ospitato nel weekend ai Giardini Reali all’insegna del claim #stocoicontadini, viene lanciata la ‘spesa sospesa’ a favore della Caritas, ovvero la possibilità, presso i 150 banchi del mercato, di fare la spesa per i più bisognosi sul modello del ‘caffè sospeso’ napoletano. Ha detto il presidente Coldiretti, Roberto Moncalvo: “È necessario intervenire a livello strutturale per rompere questa spirale negativa aumentando il reddito disponibile di chi oggi vive sotto la soglia di povertà”.

Una “medicina” contro gli omofobi

La Deomofobina  è un  ironico “farmaco” il cui principale ingrediente è la conoscenza, ideato per guarire gli omofobi. Nella confezione è contenuto un  bugiardino con le definizioni di sesso, identità, espressione di genere, orientamento sessuale. E’ un’idea di Geco, associazione delle famiglie e dei figli contro l’omofobia, patrocinata da Comune di Torino e Farmacie Comunali,  Regione Piemonte e Coordinamento Torino Pride.  L’assessora alle Pari opportunità della Regione Piemonte, Monica Cerutti, in occasione del  Torino Pride ha annunciato che ne verranno spedite dieci scatole al ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, accompagnate da una lettera in cui si chiede di “cambiare la denominazione del suo dicastero: da ministero della Famiglia a ministero delle Famiglie, perché di famiglie ce ne sono di tipi diversi, piaccia o no”.

 

(foto archivio il Torinese)

Salvini da Appendino: “A disposizione per Torino”

Giornata torinese per il ministro dell’Interno, Matteo Salvini. Prima di visitare il villaggio Coldiretti nelle foto del Torinese) ai Giardini Reali e in piazza Castello, è stato ricevuto in Comune dalla sindaca Chiara Appendino. “L’incontro con la sindaca è andato bene: abbiamo parlato dei problemi e delle bellezze della città, di cosa si può fare per aiutare i torinesi”, commenta con l’Ansa il ministro dell’Interno “Il vostro  è un questore in gamba e anche il prefetto. Sulla situazione dell’ordine pubblico, Rom, spaccio sono a totale disposizione. Vedremo di aiutare”. In serata tappa a Orbassano e Ivrea in vista dei ballottaggi per le comunali.

 

Maledetto plateau. E l’Italia sfigura al Bocuse d’Or

di Enzo Biffi Gentili

Alla disfida gastronomica del Bocuse d’Or che si è tenuta a Torino, gli italiani andarono per suonare e furono suonati. Eppure una loro affermazione era probabile per un’attenta preventiva strategia “politica” nella selezione del nostro campione nazionale, Martino Ruggieri, che però lavora al ristorante Ledoyen di Parigi, così come gli altri due membri dell’ équipe, François Poulain e Curtis Clément Mulpas. Potenza geometrica in teoria perfetta, sapendo che gli sciovinisti d’Oltralpe da sempre considerano loro patrimonio culturale gli artieri là residenti. Cosa allora non ha funzionato? Una risposta l’ha data Enrico Crippa, lo chef del Duomo di Alba, rilasciando a gara persa un’intervista a Fabrizia Bagozzi, pubblicata ieri con un titolo rivelatore: Bocuse d’Or, disfatta Italia: «Quel vassoio ci ha rovinato» (“Corriere Torino” on line, 13 giugno 2018). Per Crippa i giurati non hanno gradito il vassoio di presentazione del piatto, dove campeggiavano residui combusti di prove di cottura, e una lisca, alla Jacovitti. Non basta. Per me, che da ieri sull’argomento su Facebook impazzo, è stato fatto un altro più grave errore nella creazione di quel plateau, che Rocco Moliterni, in un suo pezzo sul Bocuse d’Or, descrive come sormontato da un polipo in “ceramica di Albenga” (sbagliando, difatti quell’ artefatto è stato foggiato ad Albisola, svarione grave per chi per anni si è occupato pure di arte. Dato che ad Albenga, come ha ben commentato su Facebook Marco Cossu, “l’unica ceramica che lavorano è quella odontoiatrica”). E Moliterni non cita neppure il papà del polpo, Paolo Anselmo, che invece io ben conosco, e pure apprezzo, avendolo invitato a una delle mie mostre più divertite, intitolata Viaggio intorno alla ceramica grottesca, allestita nel Palazzo dei Baroni Carosino a Vietri sul Mare nel 2003. Qui sta il punto: Anselmo è un campione, quasi sempre irridente, del grottesco e dell’antigrazioso, tendente, consapevolmente, a provocare persino ripugnanza. La colpa non è quindi sua, ma chi l’ha scelto, che delle mie amate arti applicate –art de la table compresa- ha una conoscenza deficiente. E dire che un soggetto come il polpo, che era ammissibile privilegiare, è stato trattato in passato, senza tornare ai figuli greci, da Leoncillo e Fontana, Gambone e Valentini, e il seafood più in generale dai due più grandi artieri fittili del mondo, Giampaolo Bertozzi e Stefano Dal Monte Casoni. Insomma, il difetto sta nella scarsa cultura storica e del progetto, della tradizione e dell’innovazione in materia di arti decorative degli allenatori e consulenti. E lo dico pur adorando l’umorismo: lo prova la mostra DOPPIO SENSO. Visioni e inalazioni eno-culinarie, inserita nel calendario del Bocuse d’Or OFF, in corso nella Galleria Sottana del mio MIAAO. Ma non mi sarei mai sognato di presentare all’Oval portate contenute in scatole vuote di tonno… Bisogna aver consapevolezza del contesto. Insomma il team italiano, ha detto Alberto Valloni, più che un polpo ha preso un granchio. E non si è qualificato, ma è stato solo “ripescato”. Direi “un atto dovuto”, visto quanto alla Regione Piemonte il Bocuse d’Or in euri è costato…

Le immagini:

1.   Paolo Anselmo, Vassoio per il “Bocuse d’Or Torino 2018, ceramica policroma

2.   Paolo Anselmo, “Pesciolone”, sd, ceramica policroma

3.   Bertozzi e Casoni, “Mediterraneo”, 2014, ceramica policroma

4.   Corrado Bonomi, “Mare”, 2018, particolare installazione per la mostra “Doppio Senso”, MIAAO. Foto Mario Colica.

Sindacati in piazza per dire “No” alle morti bianche

Erano centinaia di lavoratori al presidio tenutosi in piazza Castello, di fronte alla Prefettura, promosso da Cgil, Cisl e Uil per dire stop agli incidenti sul lavoro. Lo sciopero generale ha visto un’adesione del 70% con punte del 90% alla Michelin, alla Federal Mogul, alla Denso e alla L’Oreal. In piazza castello è stato osservato un minuto di silenzio in memoria di Davide Olivieri, l’operaio di 22 anni schiacciato da un macchinario alla Sli di Vignole Borbera. Una delegazione sindacale è stata ricevuta dal prefetto.

 

(foto archivio il Torinese)

Da giovedì torna il sole

Con il ritorno  dell’anticiclone delle Azzorre da giovedì, dopo dieci giorni di precipitazioni equivalenti alla pioggia di un mese, a Torino torna il sole stabilmente. Con ogni probabilità il 2018 verrà ricordato  come uno  degli anni più piovosi di sempre. In città  in dieci giorni si sono registrati violenti acquazzoni. Più della metà della pioggia totale del periodo recente si è avuta giovedì sera.

Finalmente dovrebbe arrivare l’estate.

Picchia la moglie perché non rispetta il ramadan

Non rispettava il ramadan e il marito si e’ sentito autorizzato a prenderla a calci e pugni. L’assurda violenza di un quarantenne marocchino nei confronti della moglie  è stata fermata con l’arresto dell’uomo da parte della polizia chiamata  nell’appartamento della coppia, nel quartiere Aurora, dalla stessa moglie dopo una notte di terribili violenze, compreso un secchio d’acqua versato sul materasso per costringerla a stare sveglia.

Migranti, Chiamparino: “Aprire i porti non basta”

Il presidente della Regione Sergio Chiamparino vuole partecipare al presidio  promosso a Torino dal Coordinamento Mai più fascisti all’insegna dello slogan ‘Aprire i porti’ per far fronte all’emergenza, “ma dire di aprire i porti non basta. Serve immediatamente una gestione europea dell’immigrazione attraverso una rete di corridoi umanitari pensati insieme ai Paesi da dove partono gli immigrati”, commenta. Secondo il presidente in mancanza di una legge europea su questa materia, che coinvolga tutti i Paesi “l’Europa è destinata a fallire anche per le sue carenze strutturali, ad esempio il calo demografico in corso. Serve una gestione politica e non il braccio di ferro aperto dal governo Salvini che tende solo a spostare il problema da una parte all’altra, come con la vicenda Acquarius”

Quasi 9 su 10 lavorano a un anno dalla laurea

 È stata presentata a Torino l’Indagine AlmaLaurea 2018 su Profilo e Condizione occupazionale dei laureati. I laureati del Politecnico coinvolti nell’indagine sono 6.597;  tra questi, 3.412 di primo livello e 3.185 laureati magistrali.

Per quanto riguarda il profilo di questi laureati, si conferma l’alta percentuale di studenti internazionali: il 9,1% dei laureati triennali (a fronte del 3,1% a livello nazionale) e il 13,4% di quelli magistrali (a fronte del 4,6 a livello nazionale). Significativo il dato relativo alla soddisfazione: in generale, 9 laureati su 10 si dichiarano soddisfatti dell’esperienza universitaria nel suo complesso.

Interessante notare come il rapporto con il mondo del lavoro cominci per i laureati del Politecnico già negli anni degli studi. Il 46,4% dei laureati ha svolto tirocini riconosciuti dal proprio corso di studi: è il 42,2% tra i laureati di primo livello e il 51,0% tra i magistrali biennali (valore che cresce al 69,8% considerando anche coloro che l’hanno svolto solo nel triennio).

Per quanto riguarda il profilo occupazionale, l’analisi evidenzia che si tratta di giovani che in larga parte continuano gli studi dopo la laurea triennale, rimandano cioè al post-laurea di tipo magistrale il vero ingresso nel mondo del lavoro. Tra i laureati triennali che non si sono mai iscritti a un corso di laurea magistrale e che quindi sono entrati nel mondo del lavoro, il tasso di occupazione risulta comunque del 76,7%, a fronte di un dato nazionale del 71,1%. Il dato di riferimento più significativo risulta comunque quello che riguarda i laureati magistrali a un anno dalla laurea: è occupato l’86,4% dei laureati biennali del Politecnico di Torino, un valore di gran lunga superiore alla media nazionale del 73,9% e in crescita rispetto al dato dello scorso anno dell’83,7%. Un risultato, quindi, che conferma la tendenza positiva registrata anche dal Graduate Employability Rankings 2018, proposto nell’autunno scorso dall’istituto britannico QS, che certifica che il Politecnico di Torino è la prima università al mondo nel garantire prospettive occupazionali ai propri laureati, calcolando il rapporto tra la percentuale di occupazione dei laureati dell’Ateneo e la media delle università italiane esaminate dal ranking.

La percentuale di occupati aumenta ancora, secondo gli ultimi dati di Almalaurea, a cinque anni dal conseguimento dal titolo, quando raggiunge il 95,3%.

Significativa anche la differenza di retribuzione tra i laureati magistrali del Politecnico e la media italiana: 1.429 euro netti mensili a fronte di una retribuzione media di 1.153 euro a un anno dal titolo e 1.741 euro rispetto a 1.428 euro a cinque anni dalla laurea.

I dati presentati da Almalaurea confermano un trend positivo che è diventato ormai strutturale per il nostro Ateneo. Un’indicazione importante per gli studenti e le loro famiglie, che sempre più numerosi scelgono il Politecnico di Torino anche per le ottime prospettive occupazionali. Prospettive che contiamo di mantenere anche nei prossimi anni, grazie alla realizzazione di percorsi formativi sempre più attenti alla costruzione di conoscenze trasversali, al lavoro in team e alla sfida della interdisciplinarietà, grazie a un impiego più consistente di metodologie didattiche innovative, fatte sempre più di lavoro sul campo, per creare maggior impatto sulla società, facendo aumentare quelle capacità critiche necessarie alla formazione di ingegneri, architetti, designers e pianificatori  del futuro, commenta il Rettore Guido Saracco.

 

E’ ancora allerta maltempo

Il  maltempo ha causato danni e disagi  nelle valli Orco e Soana. La provinciale 47 è in parte chiusa per una frana  in località Montelavecchia, tra Ingria e Ronco Canavese. Diverse frane anche sulla ex statale 460 del Gran Paradiso nel territorio di Locana dove sono  temporaneamente isolate alcune abitazioni. Una nuova perturbazione atlantica sulla Francia ha portato  aria fredda e umida sul Piemonte con un aumento dell’instabilità meteo. Particolare attenzione e’ rivolta dalla protezione civile al territorio di Bussoleno.