Un 25enne di Chieri era sottoposto a divieto di avvicinamento alla ex ma ha manomesso il braccialetto elettronico per avvicinarsi all’amata che molestava da tempo con insistenza. La donna l’ha denunciato. Il giovane non accettava di essere stato lasciato e si piazzava spesso sotto casa di lei. Poi qualche giorno fa ha disattivato il braccialetto elettronico. L’altra sera è stato arrestato dai carabinieri.
Uno stanziamento da 50 milioni di euro per sostenere, innovare e valorizzare il patrimonio sciistico del Piemonte. È stato approvato il Bando Neve, misura attesa e fortemente voluta dalla Regione Piemonte, che recepisce osservazioni e richieste di adeguamento formalizzate da parte degli enti locali che ospitano le stazioni sciistiche. Un aggiornamento alla presentazione già avvenuta a dicembre scorso, per accompagnare lo sviluppo del comparto montano e del turismo legato agli sport invernali in maniera ancora più mirata e puntuale.
Un intervento che guarda al futuro delle oltre 1.300 chilometri di piste da sci presenti sul territorio piemontese, valorizzando la pratica sportiva ma anche le ricadute economiche, occupazionali e sociali per le vallate alpine.
Con il Bando Neve la Regione Piemonte conferma il proprio impegno per una montagna viva, attrattiva e sicura, sostenendo una delle sue filiere più rappresentative, che unisce paesaggio, sport, economia e identità territoriale.
“Con questo bando vogliamo dare un segnale concreto di attenzione verso un comparto strategico per l’economia della montagna piemontese – hanno dichiarato il presidente di Regione Piemonte, Alberto Cirio, e l’assessore regionale, Marco Gallo –. Siamo convinti che investire sul sistema neve significhi sostenere l’identità, l’occupazione e la vitalità dei territori montani, in un’ottica di qualità, sicurezza e attrattività turistica. È un impegno che abbiamo preso e che oggi manteniamo, ascoltando le esigenze degli operatori e costruendo strumenti adeguati alle sfide presenti e future.”
Le risorse e la distribuzione territoriale
Il Bando prevede 50 milioni di euro complessivi, così ripartiti: 2,5 milioni di euro destinati agli impianti di sci di fondo; 47,5 milioni di euro agli impianti di sci alpino, suddivisi in 21 milioni per l’area del torinese, 16 milioni per il cuneese, e 9,5 milioni per le altre province piemontesi.
I destinatari del finanziamento sono gli enti locali, gli 80 Comuni interessati da comprensori sciistici, le Province, la Città Metropolitana di Torino, le Unioni di Comuni, le forme associative che coinvolgono enti locali anche costituite con lo specifico scopo di partecipare al finanziamento, che si avvale dei fondi europei. Inoltre, è stata aperta una linea di intervento dedicata per i Comuni ex Olimpici.
Ai comprensori composti da grandi stazioni non locali potranno andare al massimo 12,5 milioni, quelli formati da stazioni locali o microstazioni potranno ottenere fino a 8,5 milioni.
Progetti finanziabili: sicurezza, innovazione e sostenibilità
Gli investimenti previsti spaziano su più fronti, con un’attenzione particolare alla sicurezza degli impianti e alla sostenibilità degli interventi.
Tra gli interventi ammessi a contributo c’è la sostituzione, nuova realizzazione, miglioramento qualitativo, ambientale ed energetico o potenziamento delle piste da sci e degli impianti di innevamento programmato; la sostituzione, nuova realizzazione, miglioramento qualitativo paesaggistico, ambientale ed energetico e potenziamento degli impianti di risalita; le revisioni generali degli impianti di risalita e le ispezioni speciali, e sostituzione e/o scorrimento delle funi delle strutture esistenti; la dismissione degli impianti di risalita non più utilizzati; l’acquisto di battipista anche usati; il potenziamento e la rivitalizzazione del turismo montano investendo in snow park, percorsi di bob estivo e in tutti gli interventi che consentono di utilizzare gli impianti di risalita nelle stagioni non invernali per la pratica di altri sport.
Il cronoprogramma
Dopo la prima fase di pubblicazione del bando e della finestra per la presentazione delle domande, i beneficiari avranno a disposizione 180 giorni per la presentazione dei progetti degli interventi approvati al finanziamento, 18 mesi per l’appalto dei lavori, e 24 mesi per l’esecuzione degli interventi finanziati.
cs
Nuovo episodio di violenza per le strade di Torino. Ha 20 anni il ragazzo straniero che è stato accoltellato nella notte a una gamba e ai glutei in via Sansovino, zona Madonna di Campagna. È stato portato all’ospedale San Giovanni Bosco e dimesso poco dopo per la poca entità delle ferite. L’episodio, il quarto accoltellamento in città in pochi giorni, rinfocola le polemiche sulla sicurezza di alcuni quartieri di Torino dove imperversa lo spaccio di droga.
L’aggressore ancora in fuga che ha accoltellato un uomo a Collegno voleva colpire la madre del ferito. Il tentato omicidio avvenuto in via Alpignano nascerebbe da un litigio per un debito tra due italiani. Uno di loro, operaio di 28 anni è rimasto ferito dalle coltellate ed è stato portato d’urgenza in ospedale. Ma l’aggressore, al settimo giorno di latitanza, sembra non volesse ferire il 28enne bensì sua mamma. Il figlio, stava dormendo e si è a quanto pare svegliato per difendere la madre.
La riflessione dell’Arcivescovo di Torino e Vescovo di Susa, all’indomani dell’elezione di Papa Leone XIV
Il lavoro di quest’anno, coordinato da Fondazione per la Cultura Torino e dal direttore della candidatura Agostino Riitano, sarà dedicato a costruire una rete di interlocutori culturali, scientifici e istituzionali, all’analisi dei punti di forza dell’ecosistema culturale cittadino e all’avvio di una strategia di comunicazione. Le varie fasi progettuali porteranno alla stesura del primo dossier di candidatura entro la fine del 2026 per poi presentarlo l’anno successivo, in risposta all’avviso pubblico del Ministero della Cultura.
Un lavoro articolato che non potrà fare a meno del prezioso supporto di volontari civici. E sono stati proprio loro, questo pomeriggio, i protagonisti di un incontro alla Biblioteca Civica Italo Calvino organizzato da Fondazione per la Cultura Torino. Presenti centinaia di cittadini aspiranti volontari che hanno ascoltato le esperienze raccontate da volontari – già protagonisti di grandi progetti culturali internazionali come Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, Expo Dubai 2020, Eurovision Song Contest 2022 e le Universiadi 2025 – e hanno stabilito relazioni per un percorso di formazione che si svilupperà nei prossimi mesi.
“Il 2033 sembra lontano, ma la città si è già messa al lavoro per quella che riteniamo una sfida importante – spiega l’assessora alla Cultura Rosanna Purchia – e che vede già il coinvolgimento di numerosi partner istituzionali. L’obiettivo, ora, è quello di coinvolgere la cittadinanza, attraverso il volontariato civico, che è linfa preziosa per la buona riuscita di tantissimi appuntamenti di rilievo nel calendario cittadino e, in modo particolare, i più giovani”.
L’incontro con i volontari è stato l’occasione per presentare loro la prima iniziativa che verrà messa in campo e cui potranno collaborare. Si chiama “legami europei” #VersoTorino2033 e ha come obiettivo la mappatura delle relazioni personali ed emotive tra i cittadini di Torino e quelli di altre città europee. L’iniziativa prenderà il via in occasione della Festa dei Vicini, in programma sabato 24 e domenica 25 maggio, attraverso la diffusione di un form online con il supporto dei volontari torinesi. I risultati di questa analisi del ‘sentiment’ del rapporto tra città europee andranno a comporre una infografica on line, aggiornata in tempo reale, che stimolerà lo sviluppo della dimensione europea del dossier di candidatura.
L’immagine del progetto sarà invece affidata alla creatività dei più giovani. È partito proprio in questi giorni il percorso di co-creazione del logo “Torino 2033” cui sono al lavoro i designer dell’agenzia Armando Testa insieme agli studenti di tre istituti superiori torinesi, il Liceo Artistico Cottini, l’Istituto Superiore Bodoni-Paravia, il CNOS-FAP Valdocco. “Un obiettivo così ambizioso e importante, che guarda al futuro – spiega l’assessora alle Politiche Educative e Giovanili Carlotta Salerno – non poteva fare a meno di coloro che rappresentano meglio di tutti il futuro della nostra città, ovvero le ragazze e i ragazzi. Il percorso di co-creazione del logo della candidatura di Torino a Capitale Europea della Cultura per il 2033 ha l’obiettivo di stimolarne la partecipazione attiva, invitandoli a riflettere sull’identità della città e promuovendo valori di inclusione, interculturalità e appartenenza alla comunità”. Il progetto determinerà un metodo di creazione condivisa nel quale le arti grafiche valorizzeranno lo sguardo delle nuove generazioni dando vita a quello che, nei prossimi anni, sarà il simbolo di questa sfida a Torino ed in tutta Europa.
Il percorso di candidatura di Torino a Capitale Europea della Cultura 2033 sarà protagonista anche di un incontro al Salone del Libro, all’interno dello Stand della Città di Torino e della Città Metropolitana, venerdì 16 maggio alle 15.30. “Viaggiare leggeri verso futuro” sarà un dialogo tra Agostino Riitano e Jeffrey Schnapp, fondatore di metaLAB e co-direttore della facoltà del Berkman Center for Internet and Society presso l’Università di Harvard, figura di riferimento nel campo delle digital humanities, ovvero di come il digitale impatti i modelli di produzione, disseminazione e trasmissione della cultura. Schnapp e Riitano porranno al centro della conversazione alcune delle domande de “Domandare la pace” che i giovani del Campus di Democrazia Futura hanno formulato nell’ambito di Biennale Democrazia. Sempre Agostino Riitano interverrà nell’ambito del TEDx Torino al Teatro Regio martedì 26 maggio alle 20:45 con uno speech dedicato alla forza dell’immaginario nei processi di cambiamento culturale.
Parrocchia S. Agostino in Torino, via Sant’Agostino angolo via Santa Chiara.
(La storica parrocchia agostiniana di Torino)
Oggi venerdì 9 Maggio ore 18.30
S. Messa per Papa Leone XIV, frate agostiniano. In rendimento di Grazie e pregando per il suo ministero. “Con voi sono cristiano, per voi sono vescovo” (S. Agostino – citato nel primo saluto papale di ieri)
Igino Macagno
Il Piemonte si conferma tra le aree con la maggiore incidenza di lavoratori stranieri in ingresso, con 79.660 assunzioni previste. Nell’ambito dell’artigianato, le imprese piemontesi stimano 7.160 ingressi di personale immigrato, pari al 17,8% delle nuove assunzioni del settore.
Il quadro regionale: dove la domanda è più alta
L’incidenza degli ingressi di lavoratori stranieri risulta particolarmente significativa in Lombardia e Umbria (entrambe al 21,9%), seguite da Veneto (21,6%), Piemonte-Valle d’Aosta (21,5%), Trentino-Alto Adige (21,3%) ed Emilia-Romagna (20,7%).
Il dato nazionale
A livello nazionale, le imprese italiane prevedono per il 2024 circa 1.082.170 ingressi di personale immigrato, pari al 19,6% del totale delle nuove assunzioni. Lo rileva il Sistema informativo Excelsior (Unioncamere – Ministero del Lavoro), che evidenzia un’economia sempre più affamata di competenze, soprattutto nei settori a forte componente artigiana.
In particolare, le imprese artigiane assorbiranno 93.390 lavoratori immigrati: una quota che rappresenta l’8,6% del totale delle assunzioni di lavoratori stranieri e il 18,5% delle nuove entrate nel comparto. Si tratta di un dato che conferma la crescente centralità della manodopera straniera nel garantire continuità e qualità alle produzioni artigianali italiane.
I settori con maggiore fabbisogno: costruzioni, servizi, manifattura
Analizzando i singoli settori, emerge che la domanda di lavoratori immigrati nelle imprese artigiane si concentra soprattutto in comparti strategici. Le Costruzioni guidano con un’incidenza del 22,4% e 33.390 ingressi previsti, risultando il settore con il fabbisogno assoluto più elevato. Seguono:
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Altri servizi (esclusi commercio, alloggio, ristorazione e turismo): 18,5% e 22.350 ingressi
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Manifatturiero esteso (inclusi estrattivo e public utilities): 16,6% e 26.320 ingressi
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Alloggio, ristorazione e turismo: 16,2% e 7.620 ingressi
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Commercio: 13,1% e 3.710 ingressi
Nel complesso, il settore dei Servizi rappresenta il 17,2% delle entrate totali di personale immigrato nell’artigianato, con 33.680 unità.
Previsioni 2024–2028: fabbisogno in crescita
Guardando al medio termine, lo scenario si fa ancora più rilevante. Secondo le stime del Sistema Excelsior, applicando il peso dell’artigianato sugli ingressi di lavoratori immigrati del 2024 alle previsioni del quinquennio 2024–2028, si stima che l’artigianato richiederà circa 66.000 lavoratori stranieri. Si tratta del 10,8% del fabbisogno complessivo previsto di 607.400 ingressi di lavoratori immigrati nell’economia privata non agricola.
La domanda si concentrerà nei comparti a maggiore intensità di lavoro manuale e tecnico-specializzato: Manifatturiero esteso e Costruzioni assorbiranno l’80,5% della domanda (pari a 52.700 ingressi), mentre il restante 19,5% (12.800 ingressi) sarà coperto dai Servizi artigiani.
Le filiere con maggiore incidenza dell’artigianato sul fabbisogno di manodopera straniera (2024–2028):
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Moda: 28,5% (10.400 ingressi – seconda filiera per volumi assoluti)
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Legno e arredo: 26,6% (2.700 ingressi)
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Costruzioni e infrastrutture: 25,3% (20.900 ingressi – prima per valori assoluti)
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Agroalimentare: 15,0% (7.500 ingressi)
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Altre filiere industriali: 11,6% (7.600 ingressi – terza per volumi assoluti)
Il commento di Confartigianato Piemonte
“Il problema è culturale – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – Ci stiamo trasformando in una società che demanda il fare ad altri con l’idea che la realizzazione piena possa avvenire solo dietro una scrivania o perseguendo qualche tipo di chimera glamour. I Piemontesi e gli Italiani in generale devono recuperare la manualità, il senso del lavoro fisico e il saper fare. Non è un caso che don Bosco fosse delle nostre parti.”
Felici conclude:
“Occorre riconnettere i giovani e, soprattutto, i loro genitori, con l’idea che il lavoro in sé stesso ha un’etica fondante per la vita. L’artigianato italiano, per reggere il passo con l’innovazione, la transizione ecologica e il passaggio generazionale ha bisogno di manodopera formata, stabile e valorizzata. Non si tratta solo di sostituire chi esce dal mondo del lavoro, ma di accompagnare una nuova fase di sviluppo. Serve una politica del lavoro che non sia fatta solo di numeri e quote ma che sappia leggere i fabbisogni reali delle imprese, investire su formazione professionalizzante e percorsi di integrazione qualificata”.
Ecco la dichiarazione dei vicari generali di Torino e Susa alla notizia dell’elezione del nuovo Pontefice giovedì 8 maggio 2025.
«Le Diocesi di Torino e di Susa si uniscono alla gioia della Chiesa e del mondo per l’elezione di Papa Leone XIV, lo statunitense e peruviano Robert Francis Prevost.
Al nuovo Vescovo di Roma e pastore della Chiesa universale, successore di Pietro e dell’amatissimo Papa Francesco, vanno fin da ora sentimenti di grande affetto e riconoscenza per l’alto ministero che ha accettato di assumere, assicurando il nostro impegno per l’annuncio e la testimonianza del Vangelo in questo mondo che ha sempre più bisogno di pace.
Le Chiese di Torino e Susa sono state rappresentate al Conclave dal nostro cardinale arcivescovo Roberto Repole, ma anche la partecipazione del cardinale Giorgio Marengo, di origine torinese, ci ha fatto respirare in modo molto forte il legame della nostra regione con la sede apostolica.
Ora è il momento della preghiera per il nuovo Papa, per tutta la Chiesa e per il mondo, che in questa difficile stagione della storia, fra tante ombre e tanti motivi di preoccupazione, chiede a noi cristiani soprattutto un servizio: rendere testimonianza della infinita speranza che nasce dal Vangelo. Certi di poterlo fare nella comunione con Papa Leone XIV, riprendiamo il cammino sotto la sua guida nella sequela di Cristo Risorto.
Mons. Alessandro Giraudo, vicario generale Diocesi di Torino
Don Daniele Giglioli, vicario generale Diocesi di Susa»
Nel processo per l’inquinamento a Torino la Procura generale del Piemonte ha rinunciato al ricorso in appello contro i proscioglimenti dell’ex presidente della Regione Sergio Chiamparino e gli ex sindaci Chiara Appendino e Piero Fassino, oltre ad altri quattro amministratori locali.
La Procura ordinaria aveva presentato il ricorso che ora è stato dichiarato inammissibile.
I politici coinvolti erano stati prosciolti in sede di udienza predibattimentale.
Il procuratore generale Lucia Musti si è presentata personalmente in aula e ha annunciato la rinuncia.