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Clima, aria, acqua e territorio: come sta l’ambiente in Piemonte?

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Come sta l’ambiente in Piemonte? Sono quattro le grandi tematiche – clima, aria, acqua e territorio – declinate attraverso gli indicatori, che “fotografano” il suo stato di salute e che, nel complesso, costituiscono il report della Relazione sullo Stato dell’Ambiente in Piemonte, presentata alla presenza dell’assessore regionale all’Ambiente, che ha introdotto i lavori, del direttore generale di Arpa Piemonte, Angelo Robotto, e del direttore Ambiente, Energia e Territorio della Regione Piemonte, Stefania Crotta.

Filo conduttore è il tema della sostenibilità, con riferimento agli obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritta dai Governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite.

Tra gli aspetti positivi figura la qualità dell’aria: non si sono superati i 40 microgrammi al mq di valore medio di pm10 e anche sul pm2.5, le polveri ancora più sottili, si sta andando bene. Il biossido di azoto ha registrato solo dei superamenti in due stazioni a Torino e su questo fronte si sta agendo anche grazie al protocollo antismog. Sull’ozono si è invece oltre i valori obiettivo.

Per quanto riguarda le acque, il 95% dei laghi ha raggiunto gli obiettivi europei dal punto di vista della balneazione, ma 8 laghi su 12 non hanno un eccellente valore sullo stato ecologico.

La mancanza di pioggia fa pensare che il Piemonte vivrà una stagione di crisi idrica, ma si stanno mettendo in atto tutte le azioni possibili.

Si sta vivendo un’emergenza climatica e gli effetti si sentono sulla pelle, ha sostenuto l’assessore regionale all’Ambiente, che ha precisato come i dati in Piemonte mostrino una tendenza positiva sebbene occorra tener presente che i risultati delle politiche ambientali non si vedono nell’immediato ma nel corso degli anni. Negli ultimi due-tre anni la Regione Piemonte ha sviluppato molte strategie, a partire dall’aggiornamento del Piano di tutela delle acque e dal Piano energetico ambientale, fermi da anni. Continua il lavoro per arrivare a soluzioni tecnologiche che permetteranno di raggiungere gli obiettivi fissati dall’Agenda 2030 e dalla Strategia per lo Sviluppo Sostenibile del Piemonte. La transizione ecologica è un percorso lungo e costoso per il quale la ricerca e l’innovazione giocheranno un ruolo cruciale perché la sostenibilità ambientale non può prescindere da quella sociale ed economica. In campo ci sono moltissime risorse e moltissime azioni da intraprendere, ha concluso: si sta avviando il percorso, ma tutto deve passare anche attraverso un cambio di passo culturale, di accompagnare nella transizione ecologica cittadini e imprese.

“Quest’anno, ancora più di altri anni – ha confermato il direttore generale di Arpa Piemonte, Angelo Robotto – il cambiamento climatico sta influenzando tutti gli elementi. La continua carenza di precipitazioni ha avuto e ha ancora ripercussioni su aria, acqua e territorio. I bacini scarseggiano di acqua, il suolo è secco e l’agricoltura ne risente pesantemente, così come l’aria. Arpa Piemonte presenta i dati che arrivano da studi, monitoraggi, analisi, controlli, verifiche e validazioni. Ma non si ferma. Con le nuove competenze sulla ricerca ha iniziato a correlare tutte le matrici ambientali per poter dare elementi, risposte e proposte tecniche puntuali per continuare, sempre più efficacemente, a proteggere l’ambiente”.

Più aziende artigiane piemontesi chiuse che aperte nel primo trimestre 2022

Secondo gli ultimi dati che emergono dall’analisi sul tasso di crescita, realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese e riportata nel dossier “Nati-mortalità delle imprese artigiane nel I trimestre 2022”, che ha rielaborato i dati Unioncamere ed Infocamere, al 31 marzo 2022 in Piemonte si contano 115.296 micro e piccole imprese artigiane registrate, frutto di 2.697 nuove iscrizioni nel primo trimestre e di 2.887 cessazioni.

 L’andamento risulta dunque negativo dello -0,17%, con un saldo di -190 unità, un dato, comunque, leggermente in crescita se confrontato al -0,20% con cui si era chiuso il primo trimestre di un anno fa.

A livello provinciale, si registra un calo nel tasso di nati-mortalità delle imprese artigiane nelle province di Alessandria (– 0,74% nel primo trimestre 2022 a fronte del – 0,46% nel primo trimestre nel 2021), Biella (- 0,74% a fronte del – 0,55% nel 2021) e V-C-O (– 0,68% a fronte del – 0,10% nel 2021). Un miglioramento, nonostante il valore rimanga comunque negativo, è stato registrato nella provincia di Cuneo (- 0,18%, a fronte del -0,33% del 2021), in quella di Torino (- 0,01% nel 2022 a fronte del – 0,11% del 2021) ed in quella di Novara (– 0,25% a fronte del – 0,26% nel 2021), mentre il saldo rilevato è positivo nelle province di Asti (+ 0,02% a fronte di – 0,21% nel 2021) e Vercelli (+ 0,20% a fronte del + 0,02% del 2021).

L’andamento nazionale è negativo: nel trimestre gennaio-marzo 2022 l’artigianato italiano ha perso 931 microimprese (29.198 aperture e 30.129 chiusure d’attività). Il calo è dello 0,07%, su un totale di circa 1 milione e 284 mila microimprese.

“È evidente che la mancanza di una coerente politica industriale e legata alle peculiarità del mercato italiano – commenta Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – non aiuti a creare un terreno già reso arido dalla burocrazia estenuante e dalla fiscalità eccessiva, ragione per cui è del tutto teorico parlare anche di orientamento e formazione. Come ci si può aspettare che un giovane intraprenda con fiducia in un contesto simile, con l’ulteriore misera beffa del Reddito di Cittadinanza?”.

“Resta inoltre alta l’attenzione sulle ripercussioni della situazione geopolitica attuale – conclude Felici – in particolare sulle difficoltà legate ad approvvigionamenti e rincari di materie prime ed energia, che hanno iniziato a gravare sulle attività produttive già nell’ultima parte dello scorso anno».

Servizio ferroviario regionale, ecco le novità

Sono diverse e importanti le novità per il servizio ferroviario del Piemonte contenute nel prossimo contratto di servizio con Trenitalia ed illustrate alla Commissione Trasporti del Consiglio Regionale dall’assessore regionale ai Trasporti e Infrastrutture.

Un contratto per il quale, come ricordano il presidente della Regione e l’assessore, è stato determinante lo sforzo economico della Regione, che si è concretizzato nell’impegno aggiuntivo di 200 milioni di euro per i prossimi 10 anni per salvaguardare i servizi esistenti, in modo che non vengano operati tagli per pure ragioni economiche.

Viene così restituita una prospettiva al Piemonte: aumento dei cittadini serviti, miglioramento dei servizi prioritari, rapido rinnovamento dei treni (a quelli previsti dal contratto di Servizio ferroviario metropolitano, che vedono 9 Pop già in attività e 29 nuovi Rock, anche il Servizio ferroviario regionale potrà infatti contare su 24 Pop e 9 Rock dal 2023). Tutto ciò a fronte di una situazione ereditata dalla precedente amministrazione regionale economicamente molto difficile, con un mini-contratto senza copertura finanziaria nell’ultima annualità e fondi per i servizi mai incrementati. Ma il profondo lavoro degli uffici e di tutti i soggetti interessati ha portato ad una prima riorganizzazione che tiene conto dei cambiamenti dell’utenza e delle necessità di territori rimasti senza servizi.

Così, anche alla luce dell’accelerazione dovuta ai cambiamenti di abitudini di mobilità durante l’emergenza sanitaria, molti orari sono stati infatti rivisti in funzione di un flusso di passeggeri che si sposta in altri orari e verso altre destinazioni o, addirittura, non si sposta più con il treno. Ragionando su queste variazioni e dopo un’attività di ascolto dei territori si è perciò deciso di mantenere stabile la quantità di chilometri prevista dal contratto con Trenitalia, spalmandola su linee e orari differenti, ma mantenendo invariato il servizio nei giorni feriali, quando la richiesta è più forte.

I nuovi servizi

Dal 18 giugno quattro nuove corse – due il sabato e due la domenica – del “treno mare” tra il Piemonte e l’Emilia-Romagna.

Da settembre 2022 circoleranno dal lunedì al venerdì quattro nuovi treni diretti Biella-Torino e due treni Asti-Milano.

Linee sospese

Nel settembre 2023 verranno riaperte la Casale-Mortara e la Asti-Alba, per un totale di 66 chilometri di binari riattivati e una percorrenza di oltre 200.000 chilometri/treno all’anno.

Per la Novara-Varallo è già stata definita con i territori la possibilità tecnico-economica di riattivazione tramite i fondi europei e con tempistiche che RFI sta approfondendo.

Il nuovo contratto prevede anche una stima dei costi per la riattivazione di tutte le tratte sospese, con l’impegno è di provare a reperire ulteriori disponibilità economiche per pianificare altre riaperture.

Lo stato di salute dell’economia piemontese secondo Bankitalia: imprese in crescita

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Viene presentato oggi a Torino il rapporto annuale “L’economia del Piemonte”.

Nel 2021 l’economia piemontese è cresciuta in misura significativa, recuperando buona parte del calo dell’anno precedente. Vi hanno contribuito i progressi della campagna vaccinale e la graduale rimozione delle misure di contenimento della pandemia. In base all’indicatore trimestrale dell’economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d’Italia, l’attività economica in regione sarebbe aumentata del 7,0 per cento, in misura superiore al PIL dell’Italia (6,6 per cento secondo l’Istat); sarebbe rimasta inferiore di 3 punti percentuali rispetto a quella del 2019. Dalla seconda parte dell’anno l’economia ha rallentato, anche a causa delle difficoltà di approvvigionamento di input produttivi. Dalla fine di febbraio dell’anno in corso lo scoppio del conflitto russo-ucraino e l’acuirsi delle tensioni sui prezzi delle materie prime, soprattutto energetiche, hanno accresciuto l’incertezza sull’evoluzione della congiuntura e la vulnerabilità di famiglie e imprese. L’indicatore Regio-coin della Banca d’Italia, che fornisce una stima dell’andamento delle componenti di fondo dell’economia regionale, nel primo trimestre del 2022 sarebbe tornato a ridursi, pur rimanendo su livelli positivi.

Le imprese

Nel 2021 la ripresa dell’attività ha interessato, seppure con intensità diverse, tutte le classi dimensionali di impresa e tutti i principali settori, compresi quelli del commercio, dei trasporti e del turismo, più colpiti dalle misure di contenimento della pandemia. È stata tuttavia ostacolata, a partire dalla seconda metà dell’anno, dall’aumento dei prezzi dei fattori produttivi e dalle difficoltà di approvvigionamento. Nostre analisi suggeriscono che l’impatto dell’incremento delle quotazioni dei beni energetici e di quelle degli altri input intermedi importati è stato per l’economia piemontese di poco superiore alla media del Paese, per la maggiore rilevanza della manifattura. Il comparto automotive ha risentito in misura significativa anche delle perduranti strozzature dell’offerta di componenti elettroniche.

L’accumulazione di capitale, in forte ridimensionamento nel 2020, è tornata a crescere; la propensione a investire, su livelli molto elevati alla fine del 2021, si è tuttavia attenuata all’inizio del 2022, in relazione alla forte incertezza connessa con la crisi geopolitica in atto.

La redditività complessiva delle imprese è migliorata, dopo il calo causato dalla crisi pandemica, e le disponibilità liquide delle aziende sono ulteriormente salite; nel corso del 2021, tuttavia, sono emerse significative pressioni al ribasso sui margini di profitto.

Dopo il picco osservato nel 2020, la crescita dei prestiti bancari alle società non finanziarie si è attenuata. Il rallentamento è principalmente riconducibile alla minore domanda di credito connessa con l’abbondante liquidità accumulata e con l’aumento dei flussi di cassa, in presenza di condizioni di offerta complessivamente distese. Rispetto ai livelli pre-pandemia, la quota dei prestiti alle imprese più rischiose si è ridotta ed è cresciuta quella dei finanziamenti a medio-lungo termine, favorita anche dalle misure di sostegno al credito. È stato ancora elevato il peso dei finanziamenti assistiti da garanzia pubblica, mentre è sceso quello delle moratorie.

Il mercato del lavoro e le famiglie

Le condizioni del mercato del lavoro, dopo il forte deterioramento dell’anno precedente, sono progressivamente migliorate. L’occupazione è tornata a crescere, recuperando circa il 30 per cento del calo registrato nel 2020. Vi ha contribuito soprattutto la ripresa della componente a termine. L’aumento delle cessazioni dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato ha riflesso quello delle dimissioni volontarie, mentre i licenziamenti sono stati contenuti anche dopo la rimozione dei vincoli normativi. Il ricorso agli strumenti di integrazione salariale, pur in riduzione rispetto all’anno precedente, è rimasto su livelli elevati.

I redditi e i consumi sono cresciuti, dopo il forte calo del 2020; il recupero dei livelli pre-pandemia è stato tuttavia solo parziale. Il potere di acquisto è stato contenuto dall’aumento dei prezzi, in atto dalla seconda metà dello scorso anno: tale incremento è stato più elevato per carburanti, gas, elettricità e beni alimentari e, a causa della diversa composizione del paniere di spesa, ha colpito maggiormente i nuclei famigliari meno abbienti.

La propensione al risparmio delle famiglie è in media diminuita ed è cresciuto l’indebitamento, che in rapporto al reddito rimane comunque su livelli contenuti. L’aumento dei prestiti è stato trainato dall’accelerazione dei mutui per l’acquisto di abitazioni: per queste ultime dalla seconda metà del 2020 la domanda si è orientata maggiormente verso alloggi più grandi, dotati di spazi esterni e situati in aree a bassa densità abitativa. La dinamica del credito al consumo ha recuperato, ma è rimasta nel complesso debole rispetto al periodo antecedente la pandemia. Il ricorso alle sospensioni dei pagamenti delle rate dei mutui si è fortemente ridotto. I depositi bancari delle famiglie sono ancora cresciuti ed è aumentato il valore delle quote di risparmio gestito e delle azioni.

Il mercato del credito

Nel corso del 2021 la dinamica del credito bancario al settore privato non finanziario si è indebolita. L’andamento è riconducibile ai prestiti al sistema produttivo, in particolare al comparto manifatturiero.

La qualità del credito è rimasta su livelli storicamente elevati, beneficiando delle misure di sostegno a famiglie e imprese e del rafforzamento dell’attività economica. Il tasso di copertura sui prestiti deteriorati è risultato tuttavia ancora superiore a quello del 2019 ed è cresciuto per quelli non assistiti da garanzia.

La raccolta bancaria è aumentata a tassi più contenuti rispetto al 2020.

La finanza pubblica decentrata

Nel 2021 la spesa degli enti territoriali piemontesi per l’acquisto di beni e servizi è tornata a crescere; quella per il personale, dopo l’aumento registrato nell’anno precedente, è rimasta stabile. Tali dinamiche riflettono principalmente quelle del comparto sanitario.

La spesa per investimenti è ulteriormente salita e, in prospettiva, sarà sostenuta dalle risorse messe a disposizione nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), insieme a quelle del nuovo ciclo dei fondi delle politiche di coesione. L’impatto a livello locale di tali interventi dipenderà in misura rilevante dalla capacità di progettazione delle amministrazioni e dai tempi di realizzazione delle opere: nostre analisi mostrano che nell’ultimo decennio gli enti locali piemontesi hanno aggiudicato una quota di bandi inferiore rispetto alle aree di confronto, con tempi di esecuzione più lunghi, nonostante importi mediamente più contenuti.

Le entrate correnti, su cui negli ultimi due anni hanno inciso i trasferimenti statali volti a fronteggiare le conseguenze della pandemia, sono nel complesso diminuite, dopo il forte aumento osservato nel 2020.

La gran parte dei Comuni piemontesi presenta avanzi di bilancio potenzialmente utilizzabili per finanziare nuovi investimenti e una capacità di riscossione superiore a quella media nazionale. Il Comune di Torino, caratterizzato da un debito e da un disavanzo elevati, ha beneficiato nel 2021 e nei primi mesi dell’anno in corso di alcuni interventi legislativi che ne miglioreranno, in prospettiva, la condizione finanziaria di parte corrente.

Lo stock complessivo del debito delle Amministrazioni locali piemontesi ha continuato a calare, ma rimane notevolmente più alto della media nazionale in termini pro capite.

Una due giorni di eventi per San Giovanni. E tornano i fuochi

APPUNTAMENTI CON CULTURA, STORIA, SPORT E CHIUSURA CON LO SPETTACOLO PIROTECNICO SUL PO

 

Una due giorni di eventi tra il centro storico, lungo il Po e al parco del Valentino, Torino festeggia così il suo Santo patrono. Si parte giovedì 23 giugno alle 18.30 con la sfilata per le vie del centro del corteo storico, che precede l’accensione del farò della vigilia, in piazza Castello alle 22. Poi, venerdì 24 giugno, giorno di San Giovanni, tanti appuntamenti in strade, piazze e aree verdi, che culmineranno con lo spettacolo pirotecnico e musicale delle 22.30 sul Po, davanti piazza Vittorio Veneto.

Tra gli eventi del 24 giugno, numerose le iniziative organizzate nel e lungo il fiume Po: regate di canottaggio, fiaccolata al Castello del Valentino, spettacolo di musica sull’acqua, un torneo di beach volley, lezioni di canoa e, sempre al Valentino, visita al sommergibile Provana.

Al Borgo medievale, invece, un evento coinvolgerà tutte le circoscrizioni e le realtà culturali del territorio cittadino: si tratta di “Circoscrizioni in Mostra” che per dodici ore, dalle 10 alle 22, propone un palinsesto di concerti, spettacoli teatrali, performance di danza e dibattiti.

I fuochi d’artificio con la musica sul Po sono una delle novità proposte quest’anno dal programma di appuntamenti di San Giovanni. Si tratta di un ritorno al modo più tradizionale di chiudere i festeggiamenti, per il cui allestimento – ha sottolineato il Sindaco Stefano Lo Russosi è prestata massima attenzione alla sostenibilità, organizzando un evento spettacolare e al contempo rispettoso dell’ambiente e a basso impatto acustico. San Giovanni – ha aggiunto il primo cittadino – deve essere una festa di tutta la città. Anche per questo, tra le novità del programma di iniziative, il Borgo Medievale ospita “Circoscrizioni in Mostra” che presenta progetti e realtà culturali del territorio”.

A proposito dei fuochi d’artificio, “lo spettacolo pirotecnico – spiega l’Assessore ai Grandi eventi, Mimmo Carrettasi sviluppa su 400 metri lungo il percorso del Po. Suddiviso in 40 scene, la maggior parte delle quali presenta effetti innovativi, dura 24-25 minuti ed è a moderato impatto acustico. Una particolare attenzione è data all’ecosostenibilità dell’iniziativa: la maggior parte degli “artifici” sono realizzati manualmente utilizzando carta e spago per la confezione e una colla naturale fatta con acqua e farina, atossica e priva di solventi. I residui dello spettacolo pirotecnico sono completamente idrosolubili“.

 

L’allarme degli agricoltori: “Emergenza siccità, si dichiari lo stato di calamità naturale”

Confagricoltura: La carenza idrica sta causando danni significativi a tutte le coltivazioni, a partire dalle foraggere (dal 30 al 40% in meno) e anche alle piante tradizionalmente più resistenti alla siccità quali la vite e il nocciolo. Situazione critica per i pascoli montani.

 

Confagricoltura Piemonte ha chiesto alla Regione di attivare le procedure per la richiesta di dichiarazione dello stato di calamità naturale causa siccità.
“Al momento – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – non è ancora possibile quantificare con precisione i danni arrecati alle coltivazioni, condizione indispensabile per accedere ai sostegni del Fondo di solidarietà nazionale, ma ciò che è certo è che le ripercussioni della carenza idrica sulle coltivazioni saranno pesantissime”.
Confagricoltura, che ha partecipato ai lavori del gruppo di lavoro dell’assessorato all’agricoltura che monitora il rischio di perdita del raccolto per cause idriche, allo scopo di identificare le zone dove si rilevano gravi carenze di approvvigionamento, evidenzia una situazione di forte preoccupazione.
“La situazione è critica su tutto il territorio regionale; chi può – spiega Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – sfrutta al massimo la possibilità d’irrigazione, con costi molto elevati per il prelievo dell’acqua dai pozzi, a causa del rincaro del prezzo del gasolio agricolo”.
In base alle rilevazioni del servizio tecnico di Confagricoltura Piemonte – attivo con una cinquantina di operatori specializzati sui territori di tutte le province – la situazione è di criticità estrema per le foraggere (la produzione di fieno è stimata in calo del 40%), orzo e grano: per quest’ultimi si sta originando il fenomeno della “stretta”, finora evidenziato prevalentemente nelle regioni meridionali e quasi mai riscontrato in Piemonte, che produrrà una riduzione della produzione, stimata nell’ordine del 30%. Le semine del mais si sono ridotte a favore di colture meno esigenti dal punto di vista idrico, quali sorgo e girasole; il protrarsi dell’assenza di piogge lascia prevedere uno scarso sviluppo delle colture, con importanti cali di produzione.
Per quanto riguarda il pomodoro da industria la scarsa risorsa disponibile nelle falde e la conseguente mancanza di acqua nei pozzi ha fatto sì che alcune aziende abbiano addirittura rinunciato a praticare la coltura. I primi trapianti hanno potuto sfruttare le piogge di fine aprile rispetto ai trapianti successivi, ma in generale la situazione di stress idrico è diffusa, con ripercussioni sulla fioritura e quindi sulla produzione.
Nel Casalese la carenza idrica delle ultime settimane si sta rivelando estremamente preoccupante per l’impossibilità di garantire al riso l’acqua sufficiente.
Nelle Langhe, in Monferrato e negli altri areali viticoli si riscontra un anticipo del ciclo vegetativo dovuto alle temperature elevate e una situazione di sofferenza dei nuovi impianti che potrebbero necessitare di irrigazioni di soccorso. La fioritura nei versanti più esposti e asciutti è stata anticipata, chiaro segnale di difesa della pianta contro la carenza idrica e le elevate temperature; in ogni caso quest’anno la maturazione delle uve sarà molto anticipata.
Per i noccioleti non ci sono ancora sintomi evidenti, ma se non arriveranno piogge consistenti e le temperature non si abbasseranno è prevedibile una forte cascola nel mese di luglio e difficoltà produttive dal punto di vista qualitativo.
Situazione critica per la frutta: la cosiddetta “acqua di fortuna” è esaurita e tutte le aziende attingono dai pozzi a pieno regime.
I consorzi irrigui, stante la scarsità della risorsa idrica, nelle prossime settimane prospettano il rischio di non poter soddisfare le richieste di irrigazione.
Per quanto riguarda i pascoli, nelle vallate alpine, in assenza di precipitazioni, tra circa un mese ci saranno problemi circa le quantità di erba disponibili; le mandrie potrebbero essere costrette a rientrare anticipatamente dalla monticazione.
Nella zona del Chivassese verso Crescentino per irrigare si stanno utilizzando dei laghetti di acqua sorgiva, che a oggi però sono quasi esauriti.
Nella zona della cintura di Torino, per i terreni irrigui non si segnalano per ora sofferenze, mentre nei terreni in asciutta sia i prati, sia il mais, sono in grave sofferenza.
Nell’area del Piemonte orientale, nella zona del comprensorio idrico Ovest Sesia, si segnala una progressiva riduzione della disponibilità idrica, dal 30 al 50%, a partire dall’8 giugno scorso. Se la riduzione dovesse proseguire a questo ritmo il rischio di perdita del raccolto diventerebbe concreta. Tra l’altro, è già in corso la sovrapposizione di necessità irrigua tra riso e bagnatura delle altre colture a seminativo.
La situazione nel Novarese è critica. Da circa due settimane è iniziata una grave sofferenza idrica che oggi si manifesta con una riduzione media del 70% nei distretti irrigui. Anche la capacità del Lago Maggiore è ridotta sotto lo zero idrometrico con afflussi irrisori. In alcuni distretti è già stata disposta la totale chiusura dell’approvvigionamento idrico e numerose aziende lamentano l’impossibilità di irrigare le colture in atto. Si segnalano gravi stress da siccità nelle colture del riso, del mais e della soia.
Le falde sono asciutte e nonostante la scelta strategica di indirizzarsi verso altre coltivazioni che richiedono un minor apporto d’acqua, lo sviluppo delle colture è generalmente insoddisfacente.
“La carenza idrica – sottolinea il responsabile dell’area ambiente di Confagricoltura Piemonte Marco Boggetti – ha causato notevoli difficoltà nelle scelte di semina da parte degli agricoltori, fatto che potrebbe determinare ripercussioni sul rispetto degli impegni assunti con le misure a superficie del programma di sviluppo rurale, per esempio per le rotazioni colturali: è perciò necessario predisporre adeguate deroghe agli impegni in modo da non penalizzare ulteriormente le aziende”.
Confagricoltura ha anche chiesto alla Regione di verificare la possibilità di intervenire in merito alla regolazione delle portate derivanti da invasi a uso idroelettrico, per garantire una maggiore uniformità dei flussi irrigui.

Un aiuto in più agli oratori Dalla Regione nuovi fondi in arrivo

L’ASSESSORE ALLA FAMIGLIA PUNTA ANCORA SUI BAMBINI: 200 MILA EURO IN PIU’ PER GLI ORATORI.

 

Arrivano 200 mila euro in più per gli Oratori, di ogni fede religiosa riconosciuta: il gioco e lo stare insieme continuano ad essere al centro dell’azione politica dell’assessore regionale alla Famiglia, Chiara Caucino che, non a caso, ha appena istituito per legge regionale la Giornata del Gioco libero all’aperto, che cadrà l’ultimo sabato di maggio.

Ora l’azione dell’assessore, insieme al presidente della Regione e alla giunta regionale si concentra sugli Oratori, considerati come presìdi fondamentali per bambini e ragazzi, aggiungendo 200mila euro allo stanziamento dello scorso anno.

La giunta regionale ha quindi, nella seduta di oggi, deciso di approvare i criteri e le modalità di riparto dei finanziamenti per il sostegno alla funzione educativa, formativa, aggregativa e sociale degli Enti di culto per la realizzazione delle attività di tipo oratoriale svolte nel periodo dal 1/12/2021 al 30/11/2022.

Il finanziamento è stato fissato in 700mila euro, mentre lo scorso anno erano stati erogati 500mila euro, con un delta positivo, quindi, di 200mila euro.

I fondi verranno divisi, proporzionalmente, fra gli Enti di culto individuati sin dal 2012 con specifici protocolli d’intesa: Regione Ecclesiastica Piemonte, Assemblea di Dio in Italia, Comunità Ebraica di Torino, Chiesa Cristiana Avventista del VII giorno e Tavolo Valdese.

Con questo sforzo la Regione ha voluto, come sta scritto in delibera, riconoscere e promuovere «la funzione educativa, formativa, aggregatrice e sociale svolta dallente Parrocchia, dagli Istituti cattolici e dagli altri enti di culto riconosciuti dallo Stato attraverso le attività doratorio, soggetto sociale ed educativo delle comunità locali, finalizzate alla promozione, allaccompagnamento ed al sostegno della crescita armonica dei minori, degli adolescenti e dei giovani, anche portatori di handicap, che vi accedano spontaneamente».

Per l’assessore regionale alla Famiglia si tratta di un importante contributo che testimonia l’attenzione e l’importanza che la sottoscritta e questa giunta attribuiscono al gioco e allo stare insieme. Ritengo infatti che gli Oratori, al di là del loro significato religioso, siano fondamentali luoghi di aggregazione che possono davvero offrire un importante supporto educativo alle famiglie tenendo i propri figli lontani dai pericoli e dagli ambienti border line, specie nelle zone periferiche delle città, dove purtroppo la situazione sociale non è sempre delle migliori. L’assessore auspica, per il futuro, di poter ancora investire sugli Oratori che, da San Filippo Neri in poi – il loro “inventore” a metà del 1500 –  rappresentano un prezioso punto di riferimento per migliaia di famiglie.

Vaiolo delle scimmie, un caso in Piemonte

INDIVIDUATO UN CASO IN UN CITTADINO TORNATO DALL’ESTERO

È stato individuato un caso di vaiolo delle scimmie in un cittadino torinese di 46 anni rientrato da un viaggio all’estero, dove ha contratto il virus.

Le sue condizioni di salute sono buone e sono state già attivate dall’Asl Città di Torino le misure di tracciamento e prevenzione previste dai protocolli nazionali. Si tratta del primo caso riscontrato in Piemonte.

Da quando è stata segnalata la presenza dell’infezione in Italia, il Piemonte ha attivato tutti i protocolli e le misure di prevenzione previste e questo ha consentito al Centro multidisciplinare per la salute sessuale dell’Asl Città di Torino di individuare tempestivamente questo caso e intervenire subito: lo sottolinea l’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Luigi Icardi.

Si torna al voto ad Alessandria, Acqui Terme, Cuneo, Savigliano, Omegna e Chivasso

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Sono 86 i nuovi sindaci del Piemonte. Oltre  agli 82 dei Comuni più piccoli al voto domenica scorsa, se ne aggiungono 4 nelle città con oltre 15 mila abitanti: Asti, Borgomanero, Grugliasco e Mondovì dove al primo turno è  stato eletto il sindaco.

Di nuovo al voto, il 26 giugno, per il ballottaggio ad Alessandria, Acqui Terme, Cuneo, Savigliano, Omegna e Chivasso.

 Ad Asti ha vinto il sindaco uscente Maurizio Rasero (centrodestra) contro Paolo Crivelli (centrosinistra), a Grugliasco Emanuele Gaito (centrosinistra) battuto imDaniele Berardi (centrodestra) e Mariano Turigliatto (Grugliasco Democratica e Gru ecologista). Invece a Mondovì Luca Robaldo, col supporto di 8 liste civiche, ha prevalso sul candidato di centrodestra Enrico Rosso. A Borgomanero, Sergio Bossi (FdI, FI, Lega e tre liste civiche) ha vinto su Nicoletta Bellone (centrosinistra).  Ad Alessandria, ballottaggio tra il candidato del centrosinistra Giorgio Abonante e il sindaco uscente Gianfranco Cuttica di Revigliasco, a Cuneo tra Patrizia Manassero (centrosinistra) e Franco Civallero (centrodestra), ad Acqui tra Danilo Rapetti, già sindaco in passato, e il sindaco uscente Lorenzo Lucchini.

Ballottaggio anche a Savigliano tra Antonello Portera e Gianfranco Saglione, a Chivasso tra Clara Marta (centrodestra) e Claudio Castello (centrosinistra). Infine a Omegna, tra l’uscente Paolo Marchioni (centrodestra) e Alberto Soressi (centrosinistra).

Furgone si ribalta in autostrada Ragazzino muore il giorno del suo dodicesimo compleanno

Era il suo compleanno, il ragazzino dodicenne rientrava da una gara sportiva. Il furgone su cui si trovava insieme con la squadra si è ribaltato sulla Torino – Milano. L’ incidente si è verificato sull’A4, tra il casello di Marcallo-Mesero e Novara Est, ieri in serata. Alla guida dell’automezzo c’era suo padre. Altri cinque i feriti ma  le loro condizioni non sono gravi.