PRIMA PAGINA- Pagina 282

Unesco, un grande progetto per la Sacra di San Michele simbolo del Piemonte

SI ALLARGA LA SQUADRA PER LA VOLATA FINALE: AL FIANCO DEL POLITECNICO LA CONSULTA DI TORINO, TERRE DI SACRA, IMPORTANTI PARTNER PRIVATI E FONDAZIONI

 

L’iter per far ottenere l’ambito riconoscimento Unesco al sito seriale Early Benedictine Settlements in Italy di cui fa parte la Sacra di San Michele è lungo e complesso, un percorso a tappe successive che richiede la predisposizione di una documentazione approfondita e rigorosa redatta da un Comitato Scientifico composto da esperti nello studio e nella valorizzazione del territorio e del patrimonio storico-artistico.

La candidatura dell’abbazia benedettina piemontese – recentemente indicata da National Geographic come una delle 23 mete spirituali da visitare in Europa – è stata promossa dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese, in un progetto che la collega ad altri sette siti monastici in sei Regioni italiane.

Gli studi per il dossier di candidatura seriale sono stati seguiti da un gruppo di lavoro coordinato a livello nazionale dal professor Ruggero Longo della Scuola IMT Alti Studi Lucca. Per la parte relativa alla Sacra, al dossier di candidatura collabora un gruppo di lavoro interateneo coordinato da Enrico Moncalvo, referente scientifico per il sito clusino, già docente del Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico.

In stretta sinergia agli studi di dossier, nel 2019 nasce “Terre di Sacra”:  un accordo tra Enti territoriali su iniziativa dell’allora sindaco di Sant’Ambrogio Dario Fracchia, attuale Presidente e che riunisce amministrazioni pubbliche locali e soggetti privati attivi sul territorio, quali Unione Montana Valle di Susa, i Comuni attigui alla Sacra (Sant’Ambrogio, Avigliana, Chiusa di San Michele e Valgioie), l’Associazione di Imprenditori Locali “Dai Impresa” e l’Associazione di volontariato “Amici di Sacra”.

In previsione dell’ultimo step della procedura, che consiste nella presentazione del Piano di Gestione – un articolato e complesso documento che illustra i meccanismi di protezione e valorizzazione dell’abbazia, implementandoli e monitorandoli periodicamente – la Consulta per la Valorizzazione dei Beni Artistici e Culturali di Torino, anche grazie ad un accordo di collaborazione già esistente stipulato con il Politecnico, ha deciso di sostenere direttamente la candidatura seriale.

 

Il sostegno alla candidatura, che riguarderà la promozione degli studi sul sito affidati al Politecnico di Torino, sotto la responsabilità scientifica di Giulio Mondini e Marta Bottero e al coordinamento di Enrico Moncalvo, e comporterà anche azioni mirate alla comunicazione, verrà rafforzato grazie all’imminente rinnovo del Protocollo d’Intesa tra i due enti.

Inoltre, numerosi partner del territorio hanno già manifestato l’interesse a fornire il supporto economico indispensabile alla finalizzazione della procedura e al coinvolgimento dell’opinione pubblica, delle amministrazioni, degli imprenditori locali, dei cittadini e delle loro associazioni.

Enrico Moncalvo, referente scientifico per il sito della Sacra per il Politecnico di Torino commenta: “Il valore immateriale assunto in epoca romantica dal fascinoso contesto sul Pirchiriano, e la sua presenza come riconoscibile landmark prealpino si contrappongono nel tempo al progressivo urbanizzarsi del contesto frapposto tra città e montagna, come un controcanto che ne assolve la funzione di riferimento storico-identitario e visivo, rimanendovi però in qualche misura estraneo. La Sacra e i segni visibili del paesaggio monastico antico, che di questo complesso insieme fanno parte, non possono quindi rimanere testimonianze alte, ma isolate; devono invece essere integrate in una percezione storico territoriale ampia, che arrivi – con le opportune discriminanti – fino alle testimonianze industriali degli ultimi due secoli”.

 

Giorgio Marsiaj, Presidente della Consulta per la Valorizzazione Beni Artistici e Culturali di Torino aggiunge: “Abbiamo accolto con favore la richiesta di partecipare alla promozione degli studi e delle azioni necessarie ai fini della candidatura seriale UNESCO della Sacra di San Michele, patrimonio emblematico del Piemonte.

A questo scopo – e con riferimento a quanto concordato e comunicato già nel 2019, in occasione del workshop: ‘Innovazione e Tecnologie per i Beni Culturali. Restauro e Fruizione’ organizzato e promosso dalla Consulta, con il Politecnico di Torino – formalizziamo oggi l’intenzione di sostenere la candidatura seriale, gli studi sul sito già affidati al Politecnico, grazie alla già stretta collaborazione tra i nostri due enti. A breve prenderanno dunque avvio i lavori per il Piano di Gestione della candidatura e, a seguire, altre azioni comuni e condivise, nell’ambito della didattica e dell’innovazione per la valorizzazione del patrimonio storico-artistico del nostro territorio”

“La Sacra di San Michele per il territorio su cui insiste e la circonda da più di mille anni non è solo un testimone di pietra muto ma una parte viva che parla al cuore e all’immaginario di tutti noi che almeno una volta al giorno leviamo lo sguardo per confortarci dal quotidiano, per trovare un momento di altezza e di bellezza – conclude Dario Fracchia presidente di Terre di Sacra – Tanto è vero che per la sua unicità è stata scelta come simbolo del Piemonte.  Quando si torna da un viaggio, il profilarsi all’orizzonte della sua forma ci indica che siamo a casa: la Sacra per noi della Valle di Susa è identità, cuore, passione, storia, casa, protezione e orgoglio: ecco perché da anni lavoriamo per il riconoscimento Unesco all’interno di una candidatura seriale di così grande prestigio e contenuto universali. Avere in questo percorso al nostro fianco la Consulta di Torino, il Politecnico, importanti imprenditori della Valle, Fondazioni, semplici cittadini  ed ora il coordinamento nazionale dei Sindaci di tutti gli otto siti ci incoraggia e dà fiducia per raggiungere l’ambito traguardo Unesco”.

La Regione: sprecare meno acqua possibile. E si lavora per le riserve durante i periodi invernali e primaverili

“La Regione sta lavorando con i  tecnici per capire dove è necessario agire per fronteggiare l’emergenza”.

Parla il vicepresidente del Piemonte, Fabio Carosso, sottolineando che  “Dobbiamo essere tutti consapevoli che stiamo vivendo un momento di crisi importante: bisogna sprecare meno acqua possibile. Stiamo ragionando con il settore Ambiente della Regione sulle politiche da adottare per conservare l’acqua durante i periodi invernali e primaverili, per poi farla scendere a valle quando serve”.
Intanto nei giorni scorsi  il presidente Alberto Cirio ha parlato con il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio: “A Roma  sanno che il Piemonte è in difficoltà e siamo convinti che nei prossimi i giorni arriveranno risposte che daranno un aiuto alla Regione e a tutti gli allevatori e agricoltori che sono in grande crisi”.

Più risorse e adeguamento tariffario per le Rsa

MONITORAGGIO SUI NUOVI INSERIMENTI

Impegno ad alzare il budget a 280 milioni, 12 in più della media degli anni pre covid, adeguamento Istat del 3,8% e ricorso al Fondo sociale europeo per aiutare le famiglie a pagare le rette non convenzionate

4 dose: quasi il 90% degli ospiti l’ha già ricevuta

Sì è svolto questo  in Piazza Castello a Torino l’incontro tra la Regione Piemonte e i rappresentanti delle RSA del territorio per fare il punto sulle misure da mettere in campo a sostegno del settore duramente provato da oltre due anni di pandemia.

Il presidente Alberto Cirio ha esposto, insieme all’Assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi e alle Politiche Sociali Maurizio Marrone, il contesto in cui è maturata la linea che la Regione propone per venire incontro a un comparto prezioso per tutto il territorio.

In primo piano il tema dell’adeguamento Istat delle tariffe. La proposta della Regione è di riconoscere subito alle RSA un incremento del 3,8% a partire dal 1 gennaio per la quota sanitaria e dal 1 luglio per la quota alberghiera e poi, una volta ricevuto da Roma il riparto del Fondo sanitario, l’impegno è di portare il budget a 280 milioni all’anno, 12 milioni di euro in più rispetto alla cifra investita in media nei 5 anni pre-covid.
Inoltre, per venire incontro al costo maggiore che graverebbe sulle spalle delle famiglie, in particolare quelle che non usufruiscono della tariffa convenzionata e pagano quindi il 100% della retta, la Regione ha individuato nel Fondo sociale europeo 50 milioni di euro, da suddividere negli anni 2022-2024, da assegnare alle famiglie attraverso voucher.

“Riusciremo con questo metodo di condivisione partecipata a salvare il mondo della residenzialità dalla crisi odierna, ricordando che qualsiasi scelta politica deve tenere al centro la persona non autosufficiente da assistere e soprattutto la sostenibilità economica dell’inserimento in struttura per la sua famiglia: una sfida che intendiamo vincere a tutti i costi” – hanno sottolineato il presidente Cirio e gli assessori Marrone e Icardi.

“Negli ultimi anni, al di là del colore delle legislature, in Piemonte abbiamo avuto una anomalia, per cui c’è stato un innalzamento degli accreditamenti delle strutture, privo però di un adeguamento del rispettivo budget” – hanno spiegato -.Tra il 2014 e il 2019, ovvero i 5 anni prima del Covid, la media del budget assegnato dalla Regione al sistema delle RSA è stato tra 265 e 268 milioni di euro. Nel 2021, a seguito del calo degli inserimenti dovuti alla pandemia, il budget è stato di 251 milioni, a cui si sono aggiunti però, suddivisi per il biennio 2020/2021, 32 milioni di euro di ristori e quasi 11 milioni di euro per fornire gratuitamente alle RSA circa 4 milioni di test antigenici e più di 8 milioni di dispositivi di protezione.

Tra le altre azioni che la Regione ha proposto c’è un monitoraggio settimanale dei nuovi inserimenti autorizzati dalle Asl, al fine di garantire l’utilizzo delle risorse disponibili, e la velocizzazione dei tempi di inserimento stesso, che non dovranno superare i 30 giorni dall’approvazione della convenzione.

E inoltre la Giunta prorogherà le delibere che consentono le dimissioni ospedaliere protette e il mantenimento in servizio nelle RSA anche del personale sanitario e socio sanitario assunto dalle Asl. Verrà poi rinnovata a luglio la fornitura di test antigenici e DPI gratuiti per le strutture.

L’incontro è stato anche l’occasione per fare il punto sulla somministrazione della 4^ dose che ha avuto un ottimo riscontro: più dell’86% degli ospiti delle Rsa ha già ricevuto il secondo booster.

Il Centrosinistra vince in Piemonte

/

Nel ballottaggio delle elezioni comunali Comunali in Piemonte vince il Centrosinistra: Patrizia Manassero è eletta sindaco a Cuneo, Giorgio Abonante toglie Alessandria al centrodestra (sindaco uscente Gianfranco Cuttica di Revigliasco).

Claudio Castello, Pd vince  a Chivasso, a Omegna (VCO),  Alberto Soressi  toglie la città a Paolo Marchioni.

Vincono i candidati delle  liste civiche a Savigliano, dove il nuovo sindaco è l’ex M5s Antonello Portera. Ad Acqui Terme, dove Danilo Rapetti ha battuto il  sindaco uscente Lorenzo Lucchini.

Dai bacini idroelettrici acqua per l’agricoltura

Mentre la siccità continuaa far sentire la propria ferocia in Piemonte, i concessionari dei bacini idroelettrici hanno dato alla Regione la disponibilità a rilasciare per l’agricoltura circa 2,5 milioni di metri cubi d’acqua al giorno, come quota massima che consente di non intaccare i contratti delle forniture di energia in essere, avendo essi al momento solo il 50% in media delle normali riserve.

Inoltre, l’incontro tra la Conferenza delle Regioni e il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, per affrontare il tema dell’emergenza idrica dopo la richiesta dello stato di emergenza per siccità, avanzata dal Piemonte per prima in Italia e seguita da tutte le Regioni del Nord, ha prodotto dei risultati. Il presidente della Regione e gli assessori alla Difesa del Suolo, all’Ambiente e all’Agricoltura comunicano che è stato riconosciuto che il Piemonte, che versa in condizioni difficili soprattutto dal punto di vista idropotabile, ha tutti i requisiti per poter ottenere lo stato di emergenza. La richiesta è ben composta e darà la possibilità di mettere in campo anche alcune misure derogatorie fondamentali, dal momento che lo status di emergenza da solo non può essere risolutivo. Rappresenta, piuttosto, il primo step del percorso di una programmazione più articolata da parte dei Ministeri, che possa prevedere anche interventi infrastrutturali di urgenza, talvolta già pronti a livello progettuale e che potrebbero beneficiare di deroghe specifiche per una realizzazione immediata.

La Regione procederà perciò ad una ricognizione urgente delle infrastrutture per individuare quelle progettualità che possono essere avviate subito per potenziare e rafforzare la rete idrica e mitigare l’emergenza.

Fermo restando che la priorità va all’uso idropotabile per l’uso umano è altrettanto vero che è importante considerare che certi territori, specie a cavallo tra Piemonte e Lombardia, hanno una particolare specificità agricola e colturale e la gestione delle risorse in maniera oculata per 10-15 giorni può consentire di mitigare il danno e permettere almeno il primo raccolto. Il percorso dello stato di emergenza deve, perciò, essere affiancato da quello relativo alla richiesta dello stato di calamità per l’agricoltura e dovrà contenere le misure di ristoro per le spese sostenute dai Comuni e per quegli interventi in grado di mitigare il fenomeno, fino ai danni dovuti all’uso di autobotti, ma anche per gli interventi infrastrutturali da realizzare rapidamente e che hanno un’efficacia quasi immediata. Il Capo Dipartimento ha recepito la necessità di inglobare nel ragionamento complessivo anche la specificità di alcune colture, nella consapevolezza che le analisi vanno fatte puntualmente sui territori e non solo in modo generalizzato da Roma. Il caso del riso è, in questo senso, emblematico, dal momento che è idrodipendente e rappresenta la quasi totalità della produzione nazionale.

Ad oggi sono oltre 250 i Comuni piemontesi che hanno emesso o stanno per emanare ordinanze relative all’emergenza idrica e per un uso responsabile dell’acqua: 83 nelle province di Novara e VCO, 9 in quelle di Biella e Vercelli, 93 in provincia di Torino, 9 nel Cuneese e 58 in provincia di Alessandria, mentre non risultano al momento ordinanze sul territorio astigiano.

Il caldo africano concede una (breve) tregua Ma la prossima settimana sarà bollente

Il  Piemonte in queste ore è al confine tra un promontorio di matrice africana sul Mediterraneo occidentale e una  saccatura  atlantica posizionata tra la Penisola Iberica e la Francia.

La situazione rimarrà stabile eccetto  deboli rovesci isolati sui rilievi alpini. Da oggi, domenica,   l’avvicinamento della zona di bassa pressione verso le Alpi occidentali determinerà un cedimento del bordo occidentale del campo di alta pressione e leggera instabilità  sulla fascia montana e pedemontana alpina e sulle pianure. Ciò riguarderà soprattutto la giornata di lunedì. Martedì un passaggio di aria fredda in quota, dovuto al transito della depressione sul Nord Ovest italiano, secondo le previsioni di Arpa,  causerà fenomeni più intensi e diffusi, in esaurimento in serata. Cessano per il momento le ondate di calore a Torino e in Piemonte, ma la prossima settimana, da martedì le temperature saranno di nuovo in rialzo.

(foto Vincenzo Solano)

San Giovanni 2022: misure di sicurezza, modalità di accesso alla piazza e modifiche alla viabilità

/

Migliaia di persone sono attese nelle vie e nelle piazze del centro in occasione dei festeggiamenti di San Giovanni, nelle giornate del 23 e 24 giugno. Per questo motivo l’Amministrazione comunale ha adottato – di concerto con la Prefettura e la Questura di Torino – una serie di misure finalizzate a garantire elevati standard di sicurezza prima, durante e dopo gli eventi.

 

Giovedì 23 giugno, come da tradizione, avrà luogo la sfilata del corteo storico in costume d’epoca lungo le vie del centro cittadino. Il corteo partirà da piazza Carlo Felice alle 18.30 e percorrerà via Roma, piazza Castello, via Palazzo di Città, via XX Settembre, via IV Marzo, via Milano, piazza Palazzo di Città, via San Francesco d’Assisi e via Pietro Micca, giungendo in piazza Castello, dove alle ore 22 è in programma l’accensione del Farò.

Lungo tutto il percorso del corteo, dalle ore 18 e fino a cessate esigenze, sarà vietata la circolazione veicolare.

Già dalle ore 12 sarà istituito il divieto di sosta con rimozione forzata nelle seguenti zone: piazza Carlo Felice; via Roma (tratto compreso tra piazza CLN e piazza Castello); piazza CLN; piazza San Carlo; piazza Castello; via Palazzo di Città (tratto compreso tra piazza Castello e XX Settembre); via XX Settembre (tratto compreso tra via Garibaldi e Piazza San Giovanni); piazza San Giovanni; via IV Marzo; via Milano (tratto compreso tra via IV Marzo e piazza Palazzo di Città); piazza Palazzo di Città; via San Francesco d’Assisi (tratto compreso tra piazza Palazzo di Città e via Pietro Micca); via Bertola e via (tratto compreso tra via San Francesco d’Assisi e via Pietro Micca); via Pietro Micca (tratto compreso tra via San Francesco d’Assisi e piazza Castello).

Venerdì 24 giugno l’accesso a piazza Vittorio Veneto per lo spettacolo pirotecnico sarà consentito ad un massimo di 62.700 persone.

REGOLE D’ACCESSO ALLO SPETTACOLO PIROTECNICO

Il pubblico potrà accedere alla piazza a partire dalle ore 18, attraverso una serie di varchi controllati da personale specializzato e posizionati su tutte le vie che portano in piazza. I 20 varchi d’accesso all’area saranno ubicati in:

– via Po / via San Francesco da Paola – via Vasco
– via Rossini / via Verdi
– via Montebello / via Verdi
– via Sant’Ottavio altezza civico 7
– via Giulia di Barolo / via Matteo Pescatore
– via Vanchiglia / via Matteo Pescatore
– via Bava / via Matteo Pescatore (accesso per persone con disabilità)
– lungo Po Cadorna / via Matteo Pescatore
– via Maria Vittoria / via Bonafous
– via della Rocca / via Maria Vittoria
– via Plana / via Maria Vittoria
– piazza Vittorio / via Principe Amedeo
– via della Rosine / via Principe Amedeo
– via San Massimo / via Principe Amedeo
– via Accademia Albertina /via Principe Amedeo
– via Giolitti / via della Rocca
– via Cavour / via della Rocca
– via dei Mille / via della Rocca
– via Mazzini / via della Rocca
– corso Cairoli / corso Vittorio Emanuele II

In piazza Vittorio Veneto è prevista un’area dedicata alle persone con disabilità, con accesso riservato dal varco via Bava / via Matteo Pescatore.

All’ingresso delle aree presidiate saranno predisposti controlli di sicurezza per impedire l’ingresso di oggetti vietati quali bottiglie di vetro, lattine, materiale ingombrante e oggetti potenzialmente pericolosi come ad esempio bombolette spray, aste o bastone (esclusi presidi sanitari e ombrelli). Si consiglia, per accelerare i tempi di controllo, di non portare zaini o borse di grandi dimensioni e di utilizzare contenitori trasparenti.

Si invitano i cittadini a utilizzare i mezzi di trasporto pubblico per raggiungere il centro città e, per evitare code ai punti di ingresso alle aree presidiate, ad attenersi alle indicazioni e ai consigli degli organizzatori sulle modalità di accesso alla piazza, lasciando a casa e non portando con sé ciò che è espressamente vietato introdurre.

RESTRIZIONI AL TRAFFICO E DIVIETI DI SOSTA

Venerdì 24 giugno saranno istituite diverse aree con restrizioni al traffico, veicolare e pedonale, e alla sosta.

Divieto di circolazione dalle ore 09
Il Ponte Vittorio Emanuele I sarà interdetto alla circolazione (ad eccezione dei mezzi di Soccorso, della Forza Pubblica e per i veicoli muniti di contrassegno della manifestazione) dalle ore 09 (traffico veicolare) e dalle ore 12 (traffico pedonale) sino a cessate esigenze. GTT ha predisposto un servizio navetta di collegamento tra piazza Vittorio Veneto e piazza Gran Madre (dalle ore 9 alle ore 14.45) con partenza ogni 15 minuti.

Divieto di circolazione dalle ore 15
Dalle ore 15 e sino a cessate esigenze sarà vietato il transito veicolare (ad eccezione dei veicoli dei residenti, dei mezzi di Soccorso, della Forza Pubblica e per i veicoli muniti di contrassegno della manifestazione) in: corso Vittorio Emanuele II (da corso Massimo d’Azeglio a ponte Umberto I); ponte Umberto I; corso Cairoli; via Mazzini, via dei Mille e via Cavour (da via Calandra a corso Cairoli); via Giolitti (da via Calandra a lungo Po Diaz); via Maria Vittoria (da via San Massimo a lungo Po Diaz); via Bonafous; via della Rocca; via Plana; piazza Maria Teresa; via Rolando; via Principe Amedeo, via San Francesco da Paola e via Accademia Albertina (da via San Francesco a piazza Vittorio); via Ozanam; via San Massimo e via delle Rosine (da via Maria Vittoria a via Po); via Po (da via San Francesco da Paola a piazza Vittorio), via Rossini, via Montebello e via Sant’Ottavio (da corso San Maurizio a via Po); via Gaudenzio Ferrari; via Benevello; via Riberi; via Roero di Cortanze; via Giulia di Barolo, via Vanchiglia, via Bava e lungo Po Cadorna (da corso San Maurizio a piazza Vittorio); piazza Vittorio; Murazzi del Po Buscaglione; Murazzi del Po Farassino.

Divieto di circolazione dalle ore 19.30
L’area interessata dallo spettacolo pirotecnico sarà chiusa al traffico, sia veicolare che pedonale, dalle ore 19.30 e fino a cessate esigenze. Nel dettaglio saranno chiusi: piazza Gran Madre; corso Casale (tra piazza Gran Madre e via Santorre di Santarosa, compresa la sottostante pista ciclabile lato fiume Po); corso Moncalieri (tratto compreso tra piazza Gran Madre e il civico 13); via Maresciallo Giardino (tratto compreso tra corso Moncalieri e via Bezzecca); ponte Umberto I; Murazzi del Po Buscaglione e Farassino; salita al CAI Torino e piazzale del Monte dei Cappuccini.

Sempre dalle ore 19.30 di venerdì 24 giugno, e sino a cessate esigenze, sarà inoltre vietato il transito veicolare in: via Santorre di Santarosa (da corso Casale a via Cosmo); via Mancini; via Vittozzi; via Cosmo (da piazza Gran Madre di Dio a via Santorre di Santarosa); via Villa della Regina (nel tratto corso Casale – via Martiri della Libertà); via Lanfranchi (nel tratto via Vittozzi – via Mancini); corso San Maurizio (carreggiata laterale sud e semicarreggiata centrale sud nel tratto compreso tra Rondò Rivella e lungo Po Cadorna).

Divieto di sosta dalle ore 08
Dalle ore 08, e sino a cessate esigenze, sarà istituito il divieto di sosta con rimozione forzata nelle seguenti vie: piazza Vittorio Veneto; lungo Po Armando Diaz (tratto tra piazza Vittorio Veneto e via Giolitti); lungo Po Cadorna (tratto compreso tra piazza Vittorio Veneto e corso San Maurizio; via Bava e via Giulia di Barolo (tratto compreso tra piazza Vittorio Veneto e via Matteo Pescatore); via Matteo Pescatore; via Bonafus (tratto compreso tra piazza Vittorio Veneto e via Giolitti); via della Rocca (tratto compreso tra piazza Vittorio Veneto e via Maria Vittoria); via Plana (tratto compreso tra piazza Vittorio Veneto e via Maria Vittoria); via Principe Amedeo (tratto compreso tra piazza Vittorio Veneto e via delle Rosine); via Po; via delle Rosine, via San Massimo, via Accademia Albertina e via San Francesco da Paola (tratto compreso tra piazza Vittorio Veneto e via Principe Amedeo); via Vasco; via Rossini, via Montebello e via Sant’Ottavio (tratto compreso tra via Po e via Verdi); via Maria Vittoria (tratto compreso tra lungo Po Diaz e via Plana); via Giolitti (tratto compreso tra lungo Po Diaz e via della Rocca); corso Cairoli; via Cavour, via dei Mille e via Mazzini (tratto compreso tra corso Cairoli e via della Rocca); piazza Gran Madre; corso Casale (tratto compreso tra piazza gran Madre e via Santorre di Santarosa); corso Moncalieri (tratto compreso tra piazza Gran Madre e il civico 13), via Marescialo Giardino (tratto compreso tra corso Moncalieri e via Bezzecca).

Ulteriori divieti di sosta e di transito interesseranno alcune vie e piazze (via IV Marzo, piazza Lagrange, corso Vittorio Emanuele II, viale Partigiani Rivella, piazzetta Maria Teresa) con diverse modalità e orari.

Trasporto pubblico: deviazioni, orario prolungato metro e navette
Anche i percorsi dei mezzi di trasporto pubblico transitanti nell’area interessata dalla manifestazione subiranno alcune deviazioni, sia giovedì 23 che venerdì 24 giugno.
Il giorno di San Giovanni la metro sarà in servizio con un orario speciale, estendendo l’orario di chiusura alle ore 1.30. Sarà inoltre predisposto un servizio navetta di collegamento tra piazza Vittorio Veneto e piazza Gran Madre, dalle ore 9 alle ore 14.45, con partenza ogni 15 minuti.
I dettagli con tutte le linee deviate sono disponibili sul sito GTT (www.gtt.to.it).

Piazza Vittorio Veneto: chiusura parcheggio sotterraneo, sospensione servizio TAXI, bike sharing e noleggio monopattini
Il parcheggio sotterraneo di Piazza Vittorio Veneto resterà chiuso a partire dalle ore 09 di venerdì 24 giugno. Gli abbonati del parcheggio potranno lasciare il posteggio entro e non oltre le ore 15.
Dalle ore 06 del 24 giugno alle ore 05 del 25 giugno sarà sospesa l’area destinata ai TAXI nell’esedra sud di piazza Vittorio Veneto. Entro le ore 12 di venerdì 24 giugno e sino a cessate esigenze verrà inoltre effettuata la rimozione temporanea dei mezzi di bike sharing e noleggio monopattini elettrici presenti in piazza.

SOMMINISTRAZIONE BEVANDE

Dalle ore 12 di giovedì 23 giugno alle ore 2 di venerdì 24 giugno, e comunque sino a quando sarà rilevata presenza di pubblico, sarà vietata la somministrazione, la vendita e la detenzione per asporto di bevande con contenitori idonei all’offesa della persona all’interno dell’area perimetrale delimitata dalle vie parallele, su entrambi i lati, delle strade percorse dal corteo storico e in Piazza Castello.

Dalle ore 15 di venerdì 24 giugno e sino a cessate esigenze, e comunque sino a quando sarà rilevata presenza di pubblico, sarà vietata la somministrazione, la vendita e la detenzione per asporto di bevande con contenitori idonei all’offesa della persona nelle vie racchiuse all’interno dell’area perimetrata dalle seguenti vie: lungo Po Cadorna; lungo Po Diaz; corso Cairoli; corso Vittorio Emanuele II (tratto compreso tra corso Cairoli e via della Rocca); via della Rocca (tratto compreso tra corso Vittorio Emanuele II e via Maria Vittoria); via Maria Vittoria (tratto compreso tra via della Rocca e piazza Carlo Emanuele II); piazza Carlo Emanuele II; via Maria Vittoria (tratto compreso tra piazza Carlo Emanuele II e via San Francesco da Paola); via San Francesco da Paola (tratto compreso tra via Maria Vittoria e via Po); via Po (tratto compreso tra le vie San Francesco da Paola / Vasco e piazza Castello); via Verdi; corso San Maurizio (tratto compreso tra via Verdi e lungo Po Cadorna).

Frode in commercio da 30 milioni Sequestrati accessori di telefonia e capi di abbigliamento “taroccati”

5,3 MILIONI DI ARTICOLI E ACCESSORI DI TELEFONIA E 51.000 CAPI DI ABBIGLIAMENTO E IMBALLI FALSAMENTE ETICHETTATI IN SETA MA COMPOSTI, IN REALTA’, IN ACRILICO.

La Guardia di Finanza del capoluogo piemontese, nel corso di due vaste operazioni finalizzate al contrasto degli illeciti in materia di contraffazione e falso Made in Italy, ha eseguito un sequestro di oltre 5,3 milioni di articoli presso tre depositi ubicati, rispettivamente, a Milano e nella provincia di Novara.

Il primo intervento si inquadra in un più ampio contesto investigativo, condotto dai Finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Torino, che ha preso le mosse da un precedente sequestro, effettuato nelle settimane precedenti presso alcuni store del capoluogo piemontese, quando i Baschi verdi, insospettiti dai prezzi troppo convenienti praticati su alcuni capi di abbigliamento presentati come di alta qualità, hanno intrapreso mirati accertamenti, supportati dalle analisi scientifiche effettuate dal Laboratorio Chimico del CNR di Biella, i cui esiti hanno confermato i sospetti delle Fiamme Gialle, disvelando la reale composizione dei tessuti contrassegnati come seta ma, di fatto, risultati essere composti in acrilico.

Le successive indagini, coordinate dalla locale Procura della Repubblica, hanno consentito di risalire a tutte le fasi della filiera degli approvvigionamenti e di individuare, a Milano, all’interno del quartiere “Sarpi”, due depositi, gestiti da un imprenditore di origine asiatica, operante nel settore del commercio all’ingrosso di abbigliamento, ove sono stati rinvenuti oltre 51 mila capi di abbigliamento falsamente venduti come abito di pregio e riportanti noti marchi della moda del lusso (“Louis Vuitton” e “Fendi”) che venivano sottoposti a provvedimento cautelare poiché recanti mendaci indicazioni, apposte sia sulle etichettature sia sui relativi imballi, circa la loro effettiva composizione. L’esame dei tessuti, infatti, ha inequivocabilmente rivelato come gli articoli fossero composti in acrilico e non di seta come reclamizzati e posti in vendita. L’imprenditore, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, è stato denunciato all’Autorità giudiziaria per i reati di frode in commercio, contraffazione marchi e ricettazione. I capi di abbigliamento contraffatti, se posti in vendita, avrebbero fruttato un illecito guadagno per oltre 1 milione di euro.

Oltre 5 milioni di accessori di telefonia (power bank, cavi carica batterie, cover, cuffie, auricolari, casse stereo) riportanti segni e simboli tipici del “Made in Italy”, ma in realtà interamente prodotti e successivamente importati dalla Cina, sono stati, invece, sequestrati in due depositi siti nel novarese. In questo caso, i Finanzieri sono risaliti alla catena distributiva della merce illecita a seguito di un intervento precedentemente effettuato a Torino presso alcuni punti vendita ove erano stati rinvenuti, e successivamente sequestrati, centinaia di articoli similari, pubblicizzati come di origine italiana ancorché fossero stati prodotti ed importati dalla Cina.

L’ingente quantitativo di accessori per la telefonia, che sarebbe stato commercializzato attraverso la grande distribuzione organizzata, è stato, quindi, sequestrato nel corso delle perquisizioni disposte dall’Autorità giudiziaria nei confronti di un imprenditore italiano, il quale, ferma restando la presunzione di innocenza fino a compiuto accertamento delle responsabilità, dovrà rispondere dei reati di frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. La merce cautelata, se immessa in commercio, avrebbe fruttato un illecito guadagno di circa 28 milioni di euro.

Rafforzare la rete idrica per ridurre l’emergenza. I piani della Regione

Salgono a oltre 250 le ordinanze da parte dei Comuni per un uso responsabile dell’acqua

La Regione: “Nello stato d’emergenza vanno considerati anche i bisogni delle colture”

 

Le brevi piogge non hanno purtroppo portato sollievo ad una situazione che continua a crescere nella sua criticità, colpendo in particolare la Pianura Padana.

Ad oggi sono oltre 250 i Comuni piemontesi che hanno emesso o stanno per emanare ordinanze relative all’emergenza idrica e per un uso responsabile dell’acqua: 83 nelle province di Novara e VCO, 9 in quelle di Biella e Vercelli, 93 in provincia di Torino, 9 nel Cuneese e 58 in provincia di Alessandria, mentre non risultano al momento ordinanze sul territorio astigiano.

 

Dalla ricognizione effettuata dalla Regione i concessionari dei bacini idroelettrici hanno dato la propria disponibilità a rilasciare per l’agricoltura circa 2,5 milioni di metri cubi d’acqua al giorno, come quota massima che consente di non intaccare i contratti delle forniture di energia in essere, avendo loro stessi al momento solo il 50% in media delle normali riserve.

 

Nel pomeriggio di ieri , intanto si è svolto a Roma l’incontro tra la Conferenza delle Regioni e il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio, per affrontare il tema dell’emergenza idrica dopo la richiesta dello stato di emergenza per siccità, avanzata dal Piemonte per prima in Italia e seguita da tutte le regioni del Nord.

 

Dall’incontro con il Capo Dipartimento – commentano il Presidente della Regione e gli assessori regionali alla Difesa del Suolo, all’Ambiente e all’Agricoltura – è stato riconosciuto che il Piemonte, che versa in condizioni difficili soprattutto dal punto di vista idropotabile, ha tutti i requisiti per poter ottenere lo stato di emergenza. La richiesta è ben composta e darà la possibilità di mettere in campo anche alcune misure derogatorie fondamentali, dal momento che lo status di emergenza da solo non può essere risolutivo. Rappresenta, piuttosto, il primo step del percorso di una programmazione più articolata da parte dei Ministeri, che possa prevedere anche interventi infrastrutturali di urgenza, talvolta già pronti a livello progettuale e che potrebbero beneficiare di deroghe specifiche per una realizzazione immediata. La Regione Piemonte procederà perciò ad una ricognizione urgente delle infrastrutture per individuare quelle progettualità che possono essere avviate subito per potenziare e rafforzare la rete idrica e mitigare l’emergenza.

 

La necessità più immediata è la possibilità per la Regione di decidere come utilizzare i bacini idrici, il Lago Maggiore e il Lago di Garda. Bacini che sono dei concessionari, ma che la dichiarazione dello Stato di Emergenza e una figura commissariale che ragiona in termini nazionali possono sbloccare per dare acqua alle nostre coltivazioni e agli allevamenti.

 

Fermo restando che la priorità va all’uso idropotabile per l’uso umano, spiegano infatti il Presidente e gli Assessori, è altrettanto vero che è importante considerare che certi territori, specie a cavallo tra Piemonte e Lombardia, hanno una particolare specificità agricola e colturale e la gestione delle risorse in maniera oculata per 10-15 giorni può consentire di mitigare il danno e consentire almeno il primo raccolto. Il percorso dello stato di emergenza deve, perciò, essere affiancato da quello relativo alla richiesta dello stato di calamità per l’agricoltura e dovrà contenere le misure di ristoro per le spese sostenute dai Comuni e per quegli interventi in grado di mitigare il fenomeno, fino ai danni dovuti all’uso di autobotti, ma anche per gli interventi infrastrutturali da realizzare rapidamente e che hanno un’efficacia quasi immediata.

 

Il Capo Dipartimento della Protezione civile ha recepito la necessità di inglobare nel ragionamento complessivo anche la specificità di alcune colture, nella consapevolezza che le analisi vanno fatte puntualmente sui territori e non solo in modo generalizzato da Roma. Il caso della coltura del riso è, in questo senso, emblematico, dal momento che è pidrodipendente e rappresenta la quasi totalità della  produzione nazionale.