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Covid, il bollettino di giovedì 6 gennaio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16:30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 14.103 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 11.612 dopo test antigenico), pari al 19,6% di 72.103 tamponi eseguiti, di cui 58.167 antigenici. Dei 14.103nuovi casi gli asintomatici sono 10.670 (75,7%).

I casi sono così ripartiti: 11.374 screening, 2.049 contatti di caso, 680 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 564.942, così suddivisi su base provinciale: 47.498 Alessandria, 26.940 Asti, 19.339 Biella, 79.918 Cuneo, 43.869 Novara, 292.135 Torino, 19.511 Vercelli, 20.947 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.606 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 12.179 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati in terapia intensiva sono 136 (+14 rispetto a ieri).

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.513 (+53 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 119.115

I tamponi diagnostici finora processati sono 12.148.235 (+72.103 rispetto a ieri), di cui 2.768.990risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 12.119

Sono 12, 2 di oggi, i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.119 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.606 Alessandria, 731Asti, 451 Biella, 1.492 Cuneo, 968 Novara, 5.811 Torino, 559 Vercelli, 384 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 117 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

432.059 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 432.059 (+4.261 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 34.816 Alessandria, 21.155 Asti, 14.241 Biella, 60.941 Cuneo, 34.908 Novara, 229.299 Torino, 15.370 Vercelli, 16.128 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.675 extraregione e 3.526 in fase di definizione.

Torino e l’Epifania: breve storia della vecchina sulla scopa

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Quando ero piccola, la sera del 5 gennaio, lasciavamo una tazza di tè adornata di biscotti vicino alla finestra; ricordo il davanzale su cui posavamo la bevanda fumante e il tinello minuto da cui, allora di cena, il vapore della pasta scolata appannava i vetri della cucina; rammento che giocavo a disegnare faccine sorridenti con le dita, e al di là dei tratti creati dai polpastrelli spiavo la collina sorvegliata da Superga.

Uno dei nostri rituali familiari: la mamma prendeva dalla credenza – la stessa in cui si trovava il piattino per il Topolino dei denti –  una chicchera del servizio bello, una di quelle in porcellana, decorata con fiorellini e rifinita in oro, la riempiva con la bevanda incandescente e poi sistemava il tutto vicino alla finestra. È per me un ricordo senza odori né suoni, una pura immagine nitida e immobile, una di quelle cose che mi torneranno immutate alla mente ogni qual volta riaffiori il ricordo.
Chissà in quanti perseverano in questa abitudine tutta italiana?
Chissà quante vetrate caserecce rifletteranno le sagome di infusi e biscotti nella notte tra il 5 e il 6 di gennaio?


Mi è sempre piaciuta la ricorrenza dellEpifania, ancora oggi appendo simpatiche befane alle maniglie delle porte di casa, anche se è ormai da un po che mi dimentico di preparare la colazione notturna per la vecchina. Daltronde crescere significa anche questo, mettere in secondo piano tutte quelle piccole cose che un tempo erano tanto importanti.
Questa volta però vorrei contribuire anche io ad alleviare il viaggio della Signora che ci porta via le feste, scrivendo questo pezzo sulla sua storia, nella speranza di allietare voi, cari lettori, e magari anche lei, chissà che, mentre sorseggia un the su qualche davanzale, tirando fuori da una tascona rattoppata un inaspettato tablet, si metta a leggere queste mie parole.
E intanto che mi accingo a chiacchierare con voi, la nostra bella Torino si organizza per offrirci un 6 gennaio ancora di festa; èpossibile approfittare del momento di relax passeggiando per il centro, adocchiando qualche saldo anticipato, oppure andando a teatro o al cinema, o ancora ci si può giovare delloccasione per visitare qualche museo. Se posso, vi consiglierei caldamente la visione di Diabolik, pellicola dei Manetti Bros con Luca Marinelli, Miriam Leone e Valerio Mastandrea; un film che si presta ad occupare il post-serata, discorrendo sul tema della maschera ogni personaggio ne indossa una sul rapporto inscindibile tra la sinuosa e spietata Eva e il protagonista, sul gioco psicologico che li tiene legati e collegati in una continua sfida, in cui entrambi perdono e contemporaneamente credono di vincere.

Se invece non amate il genere del cinefumetto vi inviterei a visitare due mostre: Kakemono. Cinque secoli di pittura giapponese adibita presso il MAO – Museo dArte Orientale o quella dedicata alle imponenti sculture di Fabio Viale, ai Musei Reali. La prima èunesposizione di preziosi dipinti e oggetti giapponesi, provenienti dalla Collezione Claudio Perino, puntuale conoscitore dellarte orientale e uno dei principali mecenati del MAO; il secondo allestimento invece è incentrato su un dialogo costante, tra spazio e pubblico, tra antico e contemporaneo, tra architettura e luogo urbano, larte di Viale infatti unisce patrimonio culturale e gesto creativo e spiazza lo spettatore, ponendolo di fronte ad una rivisitazione odierna di qualcosa che per noi tutti è intoccabile.

È tuttavia innegabile che latmosfera, qualsiasi attività si decida di intraprendere, è ormai malinconica e nostalgica. Il Natale, quella che per i più è la festa più attesa dellanno, è ormai passato, e la bella stagione pare ancora più lontana di quanto non sia in realtà.
La nebbia e lumidità non ci aiutano, cari concittadini, ma questa èTorino e questo è il momento di farci forza e resistere fino allo sbocciare delle prime gemme.
Torniamo dunque a noi e al proposito che mi sono data: un breve racconto della festa dellEpifania e delle origini della vecchietta che elargisce carbone e dolcetti.


Prima di tutto è opportuno sottolineare che lEpifania è una festa italiana pressoché sconosciuta nel resto del mondo. In molte regioni, ancora oggi, si eseguono nel giorno del 6 gennaio rituali con caratteristiche simili a quelli del Carnevale, in cui il Maligno viene scacciato dai campi grazie al fracasso di pentoloni fortemente battuti, o vengono accesi fuochi imponenti o ancora si costruiscono fantocci a forma di vecchia che poi devono essere arsi nella notte seguente.
Il nome della protagonista della festa deriva dalla corruzione lessicale del greco epifáneia manifestazione, attraverso bifania e befania, fino allattuale befana.
Dellanziana figura folclorica  la caratteristica principale è quella del consegnare regali ai bambini, qualità che la collega ai personaggi di Babbo Natale e San Nicola, ma anche alla tradizione romana dei Saturnalia, festività in cui  si scambiavano le strenne, ossia i doni augurali, dal latino strena, regalo di buon augurio.


Si tratta di una ricorrenza dalle origini antiche, le cui radici affondano, così come per il Natale, nelle usanze precristiane e popolari, a cui poi nel tempo si aggiungono elementi folcloristici e credenze religiose. È necessario fare riferimento ai riti pagani risalenti ai secoli X- VI a.C., diffusi soprattutto nelle aree germaniche e austriache, ma similari a rituali tipici delle popolazioni che vivevano, nello stesso periodo, nella penisola italica. Sono celebrazioni legate ai cicli stagionali, al propiziare gli dei per i raccolti e allauspicio di una florida rinascita di Madre Natura; abitudini che si ritrovano poi nelluso romano, quando, tra il solstizio dinverno e il Sol Invictus, venivano indetti banchetti e feste per esorcizzare, in compagnia di amici e parenti, la comune paura causata dalle notti più lunghe dellanno. Si tratta di dodici notti durante le quali era comune credenza che figure femminili si librassero sui campi coltivati per favorire la fertilità dei nuovi raccolti. Ed è da qui che viene il mito della figura volante.
Vi sono diverse ipotesi su chi fossero queste signore notturne, secondo alcuni si tratta di Diana, dea lunare, legata alla caccia e alla vegetazione, secondo altri invece è Sàtia, dea della sazietà, mentre secondo altri ancora è Abùndia, dea dell’abbondanza.


È doveroso approfondire il discorso sulla personificazione femminile della natura invernale, evidente nella tradizione nordica del centro e del nord Europa. In queste zone si diffonde il culto di Perchta, La splendente, anche nota come Signora delle bestie e guardiana del mondo animale. Secondo la mitologia è cugina di Holda, e come lei compare sulla terra nel periodo compreso tra Natale e lEpifania; Perchta può assumere due forme, la prima come bella e nivea fanciulla, la seconda come vecchia, rugosa, gobbuta e dal naso adunco, con capelli bianchi scompigliati e completamente vestita di stracci. Quale versione abbia riscosso più fortuna è evidente. In ogni caso Perchta è benevola, cammina con le scarpe usurate sui campi per dodici notti consecutive, rendendo propizio il raccolto, il suo errare termina in concomitanza con la nostra Epifania.


Perchta o Berchta, visita le case dei villaggi e si compiace nel trovarle in ordine e ben rassettate, al contrario non apprezza la pigrizia e disdegna le abitazioni poco pulite; protegge i bambini e le filatrici e, secondo il comune credo, è solita farsi vedere da chi, il 6 gennaio, lavora il fuso, a codeste persone regala arcolai e conocchie vuote, incitando le fanciulle a tessere  in modo impeccabile: chi fosse riuscita nellintento avrebbe ricevuto numerosi doni, chi invece avesse ingarbugliato il filo sarebbe stata vittima di dispetti da parte della Dea. Berchta è anche Signora del Corteo delle Fate, di cui fanno parte folletti, streghe, fate e animali, tra cui spicca una grande oca zoppa, vi sono poi anime di bambini e oggetti magici, soprattutto scarpe che camminano da sole.
Altre figure convergono e si sovrappongono a Perchta. La dea Holda o Holla e Frigg, Madre Divina anche conosciuta come Colei che viene prima di tutti gli altri.


Holla, dagli occhi luminosi, è la Signora dellInverno, custode del focolare, protettrice della casa, degli animali domestici e della filatura. Solitamente ha laspetto di unanziana signora, dal volto rugoso e dai capelli canuti; è solita scendere nei campi innevati nelle notti vicine al solstizio dinverno, benedice il terreno e si assicura che la terra sia fertile per le prossime semine. La dea ha al suo seguito altre divinitàfemminili che cavalcano con lei in groppa a grossi gatti, inoltre fanno parte della sua schiera le anime dei bambini non nati o morti nei primi anni detà. Holla come Perchta –   visita le case, entra dal camino edelargisce doni e fortuna nelle dimore in cui trova pulizia, ordine e armonia, al contrario maledice le abitazioni sporche e disordinate.


Infine vi è Frigg, nella cui figura confluiscono diversi aspetti di Holla e Berchta. È la madre di tutte le divinità, gli spiriti e le creature naturali; la dea protegge lagricoltura e il bestiame, nonché il focolare delle case, veglia sui bambini e sulle madri. Tutto è dedicato a lei che ha creato il mondo, ma in particolare a Frigg è cara la filatura, poiché, secondo la leggenda, è lei la prima delle tessitrici. Le donne che lavorano bene il filo e portano avanti il lavoro con amore e dedizione saranno ricompensate, al contrario, chi esegue la tessitura in malomodo sarà severamente punito. Medesimo destino attende  chi tiene in ordine la casa e chi al invece la trascura.
Da queste leggende si evincono alcuni caratteri tipici della nostra Befana: laggirarsi di notte, precisamente in quelle vicine al solstizio, il poter volare, il portare doni e lessere di buon auspicio per chi in un qualche modo se lo è meritato.
La simpatica vecchina però ha con sé altri elementi simbolici che la rendono immediatamente riconoscibile.
Il fazzolettone la distingue dalle streghe anglosassoni, essa infatti non indossa nessun cappello a punta, ma una pezzóla di stoffa pesante, annodata in modo vistoso sotto il mento.
Vola su una scopa, simbolo di pulizia, purificazione e rinascita; la tradizione vuole che cavalchi loggetto al contrario rispetto alle altre streghe, tenendo le ramaglie davanti a sé.


La  vera Befana tiene i doni in sacchi di iuta slabbrati e antichi quanto lei, talmente deformati da parere dei calzettoni enormi; dentro si trovano dolciumi e leccornie per i bambini buoni e carbone e aglio per chi invece è stato un po troppo monello. Il dettaglio del carbone èquel che rimane degli antichi rituali dei falò propiziatori, è simbolo del rinnovamento stagionale e ricorda anche i fantocci bruciati durante le celebrazioni.
A partire dal IV secolo d.C. la Chiesa di Roma inizia a condannare pubblicamente i riti e le credenze pagane, sottolineandone linfluenza satanica; le abitudini però, come sappiamo, sono assai radicate nei comportamenti del popolo e difficili a scomparire, ne consegue unovvia sovrapposizione di nuovi concetti su antiche cerimonie e una complessa miscelanza di credenze che nascondono sotto un velo cattolico elementi pagani intelligentemente occultati. La figura femminile che vaga nella notte per risvegliare la natura si tramuta in una strega, brutta e spesso spaventosa, ma comunque non maligna.


Ulteriore tentativo di cristianizzare la giornata del 6 gennaio sta nellassociare la figura della Befana ai Magi. Si racconta che, una notte, i sacerdoti incontrarono una vecchina, alla quale chiesero indicazioni per proseguire nella giusta via che li doveva condurre da Gesù; pare che la donna non solo non li aiutò, ma rifiutò linvito degli uomini che la spronavano a proseguire con loro il viaggio. Secondo la leggenda, lanziana si sarebbe poi pentita e avrebbe iniziato a pellegrinare per la terra, consegnando doni ai bambini che incontrava sul suo cammino, nel tentativo di espiare la propria colpa.
Nel 1928 è introdotta la festività della Befana fascista, giornata in cui vengono distribuiti regali ai ragazzini più poveri; dopo la caduta di Mussolini tale festività continua ad essere in vigore nella sola Repubblica Sociale Italiana.
Nel periodo più recente la Befana entra nel calendario legale inserendosi allinterno dellanno gregoriano; a livello liturgico termina così il  Tempo Liturgico forte, o natalizio, e comincia quello Ordinario, ed è per questo che si recita: Epifania, tutte le feste porta via.
Quello che apprezzo di tale giornata è il fatto che si continui a festeggiarla. È una delle poche usanze rimaste intatte, nonostante linflusso della globalizzazione e la generale ondata di appiattimento delle culture, in nome di un politically correct che di corretto – a mio parere –  non ha granché.
Altro aspetto che mi affascina è il concetto che persevera nelle diverse tradizioni e che sopravvive al tempo: la figura ingobbita ricoperta di stracci è metafora dellanno vecchio, vissuto e consumato, è la secca natura invernale che volge al termine e ci lascia la possibilità di sperare nel periodo a venire.
La Befana è la Dea Anziana ormai pronta ad essere bruciata come un ramo secco, per far sì che dalle ceneri rinasca la Natura sotto la luna nuova, prima di perire però la donna distribuisce doni da piantare affinché nascano e crescano lanno successivo.
È dunque il momento dei buoni propositi, quali sono i vostri?

Alessia Cagnotto 

Città della Salute, scoperto enzima che provoca la Sla

La carenza di un enzima, la ciclofillina A, induce la sclerosi laterale amiotrofica (SLA)

Uno Studio pubblicato sull’autorevole rivista scientifica Brain dall’Istituto Mario Negri e dalla Città della Salute di Torino apre nuovi scenari terapeutici

Lo studio, effettuato presso l’Istituto Mario Negri di Milano e presso la Città della Salute di Torino, ha messo in luce uno dei meccanismi che provoca la SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica), dimostrando che la carenza di un enzima (la ciclofillina A) nelle cellule induce la malattia. La Sla è una grave malattia neurodegenerativa progressivamente invalidante che colpisce individui adulti, caratterizzata dalla compromissione dei motoneuroni (le cellule responsabili della contrazione dei muscoli volontari) di tutto il corpo, fatto che conduce alla paralisi dei muscoli volontari fino a coinvolgere anche quelli respiratori.

Studi precedenti avevano già evidenziato che la stragrande maggioranza dei pazienti affetti da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) presentano anomalie nella proteina TDP-43, che ha un ruolo importante nei processi cellulari e se mutata causa la SLA. Il nuovo studio, condotto su modelli animali e pazienti, ha evidenziato che l’enzima ciclofillina A (PPIA) è fondamentale per il corretto funzionamento di TDP-43. Infatti, l’assenza di ciclofillina A (PPIA) nel modello animale induce una malattia neurodegenerativa che è simile alla SLA e provoca l’accumulo anomalo della proteina TPD-43 .
Lo studio, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Brain, è stato disegnato e coordinato da Valentina Bonetto dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS con il gruppo di ricerca del Centro regionale esperto per la SLA (CRESLA) dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino e Dipartimento di Neuroscienze Università di Torino, coordinato dal professor Andrea Calvo.
“Abbiamo osservato – spiega Laura Pasetto dell’Istituto Mario Negri, primo autore del lavoro – che quando PPIA è assente il modello animale sviluppa i sintomi della SLA con demenza frontotemporale, cioè una progressiva disfunzione motoria, disinibizione ed alterazioni del comportamento in associazione alla morte dei motoneuroni ed alterazioni di TDP-43. “Questi dati sono in accordo – aggiunge Valentina Bonetto – con quanto visto in un gran numero di pazienti SLA con e senza demenza frontotemporale che mostrano di essere carenti di PPIA”.
“Inoltre abbiamo identificato un paziente SLA con una rara mutazione nel gene PPIA – spiega Andrea Calvo, del CRESLA della Città della Salute di Torino e Dipartimento di Neuroscienze Università di Torino¬ – che rende la proteina disfunzionale. Questa mutazione, pur non rappresentando una causa comune di SLA, è importante perché ci dà delle indicazioni su quali possano essere i processi cellulari alterati nei pazienti”. “La mutazione, le evidenze sui pazienti e quelle sul modello animale vanno tutte verso la stessa direzione, cioè che nella SLA le funzioni protettive di PPIA sono deficitarie – conclude Valentina Bonetto – quindi come prospettiva futura abbiamo pensato di sviluppare un approccio terapeutico che miri a ripristinare queste funzioni. Ora dobbiamo tornare in laboratorio e valutare se questa è la strada giusta per fermare l’insorgenza e la progressione della malattia. Se così fosse sarebbe un primo passo importante verso lo sviluppo di una terapia per la SLA”.
La ricerca è stata finanziata principalmente dalla Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica di Regione Lombardia (Progetto TRANS-ALS) ed il Ministero della Salute (Progetto di Ricerca Finalizzata GR-2018-12365614).
La notizia arriva subito dopo l’annuncio da parte della Fondazione Italiana di ricerca per la Sclerosi Laterale Amiotrofica (AriSLA) che il progetto della dottoressa Bonetto su PPIA (GATTALS) è tra quelli selezionati dal Bando AriSLA 2021 ed ha ricevuto anche un contributo dall’Associazione “Io Corro con Giovanni”.

Al via i saldi in zona gialla tra caro bollette e variante Omicron

Dal 5 gennaio per otto settimane si svolgono i saldi in Piemonte

La spesa media delle famiglie stimata da Ascom e Confesercenti è al di sotto dei 200 euro.

C’è incertezza per il caro bollette e il diffondersi  della variante Omicron del Covid.
Si prevedono buone vendite nell’abbigliamento in particolare per giacconi, giubbotti e scarpe. Bene anche borse, profumi, accessori, computer e oggetti per la casa.
Gli sconti sono tra il 20 e il 40%, e in molti casi arrivano al 50- 70%. Un torinese su tre acquisterà nel negozio sotto casa.

I dati dei commercianti segnalano ancora un anno parzialmente negativo rispetto al 2019 dovuto ai rincari e all’inflazione, ma è attesa una svolta nei prossimi mesi.

Il bollettino Covid di mercoledì 5 gennaio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 16.937 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 14.624 dopo test antigenico), pari al 20,16% di 84.369 tamponi eseguiti, di cui 70.025 antigenici. Dei 16.937 nuovi casi gli asintomatici sono 12.156 (71,8%).

I casi sono così ripartiti: 13.919 screening, 2248 contatti di caso, 770 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 550.839, così suddivisi su base provinciale: 46.329 Alessandria, 26.332 Asti, 18.829 Biella, 77.936 Cuneo, 42.855 Novara, 285.629 Torino, 19.041 Vercelli, 20.279 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.524 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 11.085sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.460 (+49 rispetto a ieri).

I ricoverati in terapia intensiva sono 122 (+5 rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 109.352

I tamponi diagnostici finora processati sono 12.076.132 (+84.369rispetto a ieri), di cui 2.764.654 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 12.107

Sono 14, 3 di oggi, i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.107 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia: 1.603 Alessandria, 731 Asti, 451Biella, 1.492 Cuneo, 968 Novara, 5.803 Torino, 558 Vercelli, 384Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 117 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

427.798 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 427.798 (+4.849rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 34.243Alessandria, 20.870 Asti, 14.114 Biella, 60.556 Cuneo, 34.402Novara, 227.282 Torino, 15.270 Vercelli, 15.959 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.659 extraregione e 3.443 in fase di definizione.

Disponibile anche in Piemonte la pillola contro il Covid allo stadio iniziale

Molnupinavir è la pillola che combatte il virus quando l’infezione è allo stadio iniziale. In Piemonte sono per ora pronte  739 dosi. La prescrizione sarà disponibile per i pazienti covid con sintomi lievi entro i primi cinque giorni dalla comparsa.

“È arrivata in Piemonte e sarà  distribuita attraverso il sistema delle Usca”, ha detto Alberto Cirio, governatore della Regione Piemonte, “Le pillole possono essere anche somministrate ai vaccinati. La cura aiuta a prevenire  l’aggravamento della malattia e aiuterà ulteriormente a tenere liberi gli ospedali”.

Giunta regionale a metà mandato, le sfide per il nuovo anno

Si è svolta in quella che entro il 2022 sarà la sua nuova casa la conferenza stampa di inizio anno della Regione Piemonte.  Al 20° piano del Grattacielo che sorge a pochi passi dal Lingotto, il presidente Alberto Cirio e gli assessori della Giunta hanno tracciato gli obiettivi e le sfide dei prossimi 12 mesi.

“Abbiamo voluto organizzare qui la conferenza stampa di inizio anno – ha spiegato il presidente Cirio – perché, dopo 10 anni di cantiere, questa è la prossima opera che sbloccheremo e completeremo nel 2022, come abbiamo già fatto nei nostri primi due anni alla guida del Piemonte con altre opere rimaste a lungo ferme, l’Ospedale di Verduno, la Tav, l’Asti-Cuneo, la Pedemontana. Mi hanno insegnato fin da piccolo – ha aggiunto il Presidente – che le cose che si cominciano si finiscono. E noi renderemo questo palazzo un simbolo della Regione che vogliamo. Una Regione che non lascia opere incompiute”.

Con i suoi 205 metri di altezza e 44 piani che ospiteranno tutti gli uffici regionali e oltre 2 mila dipendenti, il grattacielo della Regione Piemonte sarà il terzo edificio più alto d’Italia. Il 10 ottobre verranno consegnati i documenti di agibilità, grazie a un lavoro costante e puntuale che la Giunta ha portato avanti in questi due anni dal suo insediamento, e pur nelle difficoltà della pandemia, per sbloccare le lungaggini che avevano causato lo stallo del cantiere.

“L’investimento complessivo è di 236 milioni di euro e consentirà un risparmio annuo di 18 milioni, grazie al risparmio dei canoni di locazione e delle spese connesse alle sedi attualmente necessarie – ha sottolineato l’assessore al Bilancio e al Patrimonio Andrea Tronzano –. Un introito importante arriverà anche dalla valorizzazione di alcuni degli edifici di proprietà regionale. Quelli di maggior pregio, come il palazzo di Piazza Castello, non saranno venduti: resteranno di proprietà dei cittadini piemontesi e li faremo confluire in un fondo immobiliare che ci consentirà di renderli una fonte di reddito”.

CAMPAGNA VACCINALE

La conferenza stampa è stata anche l’occasione per fare il punto sulla campagna vaccinale del Piemonte che, con oltre 8 milioni di dosi complessive somministrate,  ha consentito di mettere in sicurezza con ciclo completo l’80% della popolazione over 5 vaccinabile. Il 60% di coloro che hanno maturato i 150 giorni per il richiamo booster hanno già ricevuto anche la terza dose: 1,5 milioni quelle somministrate finora. Sono invece 637 mila coloro che non hanno ancora scelto di aderire alla vaccinazione: 438 mila over 12 (ma erano 800 mila ad agosto) e 199 mila nella fascia 5-11 anni.

PNRR

Altro focus della conferenza stampa la ripartenza e le risorse in arrivo dal Pnrr: sono circa 2 miliardi di euro i fondi già atterrati in questi mesi in Piemonte attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza: una cifra importante che insieme alla programmazione europea 2021-2027 e ai fondi del Piano di sviluppo rurale, del Fondo sociale europeo e del Fondo per lo sviluppo regionale si stima possano portare nella nostra regione oltre 10 miliardi di euro.

“Sono risorse enormi – ha ricordato il presidente Cirio – e la Regione lavorerà in sinergia e dialogo con tutto il territorio affinché queste risorse vengano spese  bene, velocemente e per quelle che sono le reali esigenze del nostro Piemonte”.

EDILIZIA SANITARIA 

Dal Pnrr arriveranno in particolare alla sanità piemontese circa 535 milioni: quasi 133 milioni per 90 Case della Comunità (8 di queste saranno finanziate con risorse della Regione); 7,4 milioni per 43 Centrali operative territoriali; 66,4 milioni per 27 Ospedali di Comunità; 96,3 milioni per la Digitalizzazione dei Dea, quasi 79 milioni per l’ammodernamento delle grandi apparecchiature e circa 139 milioni per la sicurezza (antisismica e antincendio) degli ospedali.

L’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi ha sottolineato, inoltre, che prosegue l’iter per la realizzazione di 6 nuovi ospedali finanziati con i fondi Inail per un investimento complessivo di circa 1,3 miliardi di euro: si tratta degli Ospedali Amedeo di Savoia e Maria Vittoria a Torino e degli ospedali di Ivrea, Vercelli, Cuneo, Savigliano-Saluzzo e Alessandria, oltre ai due nuovi ospedali del VCO e dell’Asl Torino5, già finanziati con un precedente Dpcm.

Il 2022 sarà un anno in cui si procederà con interventi importanti anche su altri ospedali: dagli 8 milioni di euro per l’ospedale infantile di Alessandria, al cantiere per l’Ospedale della Valle Belbo sbloccato con un finanziamento di 14 milioni. A Novara verrà bandita a breve la nuova gara per la realizzazione della Città della Salute e della Scienza, mentre proseguirà a Torino la bonifica del primo lotto del sito in cui sorgerà il nuovo Parco della Salute, insieme alla consegna dei progetti definitivi e dell’aggiudicazione dei lavori in estate. Presso l’aeroporto di Levaldigi verrà inoltre realizzato per la Maxiemergenza un progetto internazionale (EMT2s), con uno stanziamento di 3,5 milioni della Regione e l’operatività finanziata dall’UE.

Il vicepresidente Fabio Carosso ha dichiarato che “daremo al Piemonte una nuova legge urbanistica che rilancerà il ruolo di Città metropolitane e Province, darà sostegno tecnico e finanziario ai piccoli Comuni e garantirà tempi certi e procedure più snelle senza duplicazioni burocratiche” e che “la montagna sarà protagonista, in quanto vogliamo dotarla delle infrastrutture e dei servizi necessari per favorire chi vorrà andare a viverci, come le persone che hanno risposto al bando sulla residenzialità montana dimostrando che credono nel futuro di queste zone”.

L’assessore Marco Gabusi ha parlato del “rinnovo del contratto di servizio con Trenitalia, sul quale la Regione interverrà mettendo a bilancio 150 milioni di euro, che consentirà di stabilizzare i servizi e migliorare le situazioni di criticità” e della continuazione del “finanziamento dei progetti per infrastrutture che i territori aspettano e che sono strategiche per lo sviluppo”.

L’assessore Elena Chiorino ha posto l’accento sull’edilizia scolastica, sulla necessità di offrire alle famiglie servizi per contrastare la denatalità, come l’ampliamento degli orari degli asili nido mantenendo le tariffe invariate a carico delle famiglie, e sulle novità legate alla formazione professionale: “Con l’ambizione di diventare propulsori delle professioni che servono davvero alle imprese, si avvierà una vera e propria rivoluzione della formazione professionale, indispensabile per investire sulle persone, aumentare l’occupazione con particolare riguardo a quella giovanile e femminile; inoltre, verranno estese le Academy, organizzate per filiere produttive con un’attenzione alle vocazioni dei territori e con un alto contenuto di innovazione tecnologica”.

L’assessore Vittoria Poggio si è soffermata sulle realizzazione delle attività previste con i Distretti urbani del commercio, sull’approvazione del piano triennale della cultura dopo il confronto e la concertazione con i vari attori del comparto, sul rifinanziamento del voucher vacanze e sulla promozione del Piemonte all’Expo Dubai.

L’assessore Marco Protopapa ha anticipato “l’attivazione di tutti i bandi previsti dal Programma di sviluppo rurale a completamento di quelli già emessi nel 2021 e avvio entro fine anno di tutte le istruttorie per l’erogazione dei contributi, unitamente alla promozione dei prodotti enogastromici e allo stanziamento di risorse per le infrastrutture irrigue”.

L’assessore Matteo Marnati ha aperto l’intervento con la novità che “i dati di Arpa hanno rilevato che nel 2021 la qualità dell’aria in Piemonte è migliorata, così come il numero di giornate che hanno sforato i limiti di legge è il più basso in assoluto” e si è soffermato sulle iniziative “per trasformare il Piemonte in uno dei territori dove sviluppare un percorso completo che va dalla ricerca alla produzione e al consumo di idrogeno, da utilizzare nei trasporti e nei processi produttivi secondo una strategia che verrà presentata in primavera a Bruxelles” ed ha ricordato che “il Piemonte entrerà a far parte del board europeo della Hydrogen Europe insieme ai più grandi player industriali del continente”.

L’assessore Maurizio Marrone ha evidenziato “l’impegno per rafforzare la capacità amministrativa dei piccoli Comuni per sostenere le sfide del Pnrr” e “la candidatura degli interporti di Orbassano e Novara come zone logistiche semplificate per ottenere agevolazioni sugli investimenti ed accorciare i tempi delle burocrazia”.

L’assessore Chiara Caucino ha comunque voluto comunicare “la revisione della legge n.3/2010 sull’edilizia sociale, con nuove regole e nuovi criteri di premialità per chi risiede da più tempo in Piemonte e per le famiglie con un solo genitore che vive con figli minori”.

Per quanto riguarda lo sport sono stati segnalati la predisposizione del calendario di “Piemonte Regione Europea dello Sport 2022”, dopo il via libera alla candidatura presentata lo scorso anno dall’assessore Fabrizio Ricca, e il sostegno a numerosi grandi eventi.

Nel mese di ottobre gli uffici della Regione Piemonte si trasferiscono nel grattacielo del Lingotto

Il governatore Alberto Cirio, ha aperto questa mattina la conferenza stampa di inizio 2022  della Regione  all’interno del nuovo palazzo unico della Regione al Lingotto, che verrà consegnato  il prossimo 10 ottobre.

“Il grattacielo è il simbolo del Piemonte che vogliamo, – ha detto il presidente –  una Regione che non lascia le cose a metà”.

“Abbiamo trovato al nostro insediamento un Piemonte con tante cose ferme e il nostro lavoro è stato quello di affrontarle. Così oggi ci troviamo con un Piemonte sbloccato. La prova è questo grattacielo, per anni protagonista di una pagina non bella della vita cittadina. Noi vogliamo invece che diventi una pagina bella. Il primo modo di rispettare i cittadini è quello di rispettare i loro soldi”.

La conferenza stampa,  in presenza di numerosi assessori, con ingressi contingentati per la pandemia, si è tenuta esattamente a due anni e mezzo dall’insediamento della Giunta regionale, metà del mandato. Il grattacielo è stato progettato dall'”archistar” Massimiliano Fuksas nel 2008, ed è costato circa 236 milioni di euro. E’  alto 209 metri e conterrà tutti gli uffici della Regione, con un risparmio in affitti e altre spese stimato in 18 milioni l’anno.

(foto Mario Alesina)

Covid, il bollettino di martedì 4 gennaio

COVID PIEMONTE: IL BOLLETTINO DELLE ORE 16.30

LA SITUAZIONE DEI CONTAGI

Oggi l’Unità di Crisi della Regione Piemonte ha comunicato 20.453 nuovi casi di persone risultate positive al Covid-19 (di cui 18.309dopo test antigenico), pari al 19,6% di104.228 tamponi eseguiti, di cui 88.753 antigenici. Dei 20.453 nuovi casi gli asintomatici sono 14.733 (72,%).

I casi sono così ripartiti: 17.048 screening, 2.655 contatti di caso, 750 con indagine in corso.

Il totale dei casi positivi diventa 533.902, così suddivisi su base provinciale: 44.794 Alessandria, 25.556 Asti, 18.427 Biella, 73.636 Cuneo, 41.649 Novara, 277.768 Torino, 18.457 Vercelli, 19.567 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 2.430 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 9.608 sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale.

I ricoverati non in terapia intensiva sono 1.411(+57 rispetto a ieri).

I ricoverati in terapia intensiva sono 117(+rispetto a ieri).

Le persone in isolamento domiciliare sono 97.332

I tamponi diagnostici finora processati sono 11.991.763(+104.228 rispetto a ieri), di cui 2.757.860 risultati negativi.

I DECESSI DIVENTANO 12.093

Sono 212 di oggi, i decessi di persone positive al test del Covid-19 comunicati dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte (si ricorda che il dato di aggiornamento cumulativo comunicato giornalmente comprende anche decessi avvenuti nei giorni precedenti e solo successivamente accertati come decessi Covid).

Il totale diventa quindi 12.093 deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi per provincia:1.602 Alessandria, 731Asti, 451 Biella, 1.489 Cuneo, 968 Novara, 5.793 Torino, 558 Vercelli, 384 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 117 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

422.949 GUARITI

I pazienti guariti diventano complessivamente 422.949 (+5.033 rispetto a ieri), così suddivisi su base provinciale: 33.850 Alessandria, 20.652 Asti, 13.935 Biella, 59.925 Cuneo, 33.880 Novara, 224.728 Torino, 15.149 Vercelli, 15.829 Verbano-Cusio-Ossola, oltre a 1.646 extraregione e 3.355 in fase di definizione.

Superata quota 8 milioni di dosi di vaccini

RIPRESE LE VACCINAZIONI AL MAXI-HUB VALENTINO DI TORINO

In Piemonte è stata superata la quota di 8 milioni di vaccini somministrati: con le 37.012 persone vaccinate ieri dall’inizio della campagna si è proceduto all’inoculazione di 8.020.368 dosi.

In particolare, 2.330 persone hanno ricevuto la prima dose, 4.232 la seconda, 30.450 la terza.

Complessivamente, ad oggi le terze dosi somministrate sono 1.453.409.

“Ieri abbiamo tagliato un altro traguardo importante e continuiamo a correre grazie all’enorme sforzo di tutta la nostra macchina vaccinale e dell’intero sistema sanitario, a cui siamo profondamente grati”, sottolineano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi.

RIPRESE LE VACCINAZIONI AL MAXI-HUB VALENTINO DI TORINO

Sono riprese questa mattina le vaccinazioni nel maxi-hub vaccinale del Valentino di Torino, che può effettuare fino a 2.000 somministrazioni al giorno.

La gestione è curata dall’azienda ospedaliero universitaria Città della Salute in collaborazione con l’Asl Città di Torino. Un centinaio i sanitari che vi prestano servizio.

“La riapertura del super hub del Valentino, che sarà a disposizione di Torino, ma anche del nostro Piemonte, è innanzitutto un buon segnale di una Regione attenta e previdente – ha sottolineato il presidente Alberto Cirio -. La struttura è stata allestita nella prima fase della pandemia per garantire posti letto con ossigeno, qualora fosse stato necessario per nuove ondate. Posti letto tutt’ora presenti all’interno delle moderne tende d’emergenza di proprietà della Regione che si trovano nel V Padiglione del Valentino e che possono entrare in funzione in 24 ore, se ci fosse l’esigenza di alleggerire gli ospedali. Ci auguriamo ovviamente che questo non sia necessario e intanto usiamo questo spazio, come fatto nei mesi scorsi, per correre con le vaccinazioni. Un maxi hub da 2000 somministrazioni al giorno che concorrerà a potenziare la nostra macchina vaccinale e a raggiungere l’obiettivo che ci siamo posti di 50 mila vaccinazioni al giorno”.