POLITICA- Pagina 9

Olliveri, PdF: “L’occulto provoca gli incubi, altro che risolverli”

Ottavio Olliveri, Referente del Popolo della Famiglia di Alba, dichiara: “Apprendiamo con sconcerto che presso la biblioteca di Alba si terrà la sera del 31 ottobre una “speciale seduta spiritica con lo scrittore”. Verranno lette storie ad alta voce “evocando gli scrittori del passato” con l’intento di “affrontare insieme i peggiori incubi”. Ipotizziamo che sia solo un modo, peraltro poco originale, per incuriosire un pubblico che banalizzando la dimensione spirituale va in cerca di facili “emozioni”. Quello che ci inquieta è l’età dei destinatari: bambini dai 9 anni in su.
Margherita Ruffino, Referente del PdF Canale, ribadisce :” É molto pericoloso che si espongano bambini anche dai 9 anni in avanti ( cosa sono 9 anni?) a giochi ed esperienze che possano emozionarli troppo, generare paure ed idee sbagliate. Oggi si è troppo impreparati e quindi imprudenti nell’affrontare il mondo dello spirito, soprattutto quello del male, perché non si cerca più di compensarlo con la riflessione spirituale e la preghiera. Ma insomma, è sempre stato considerato peccato pericoloso addentrarsi nel mondo degli spiriti anche se solo per gioco ed i santi sacerdoti di un tempo ci dicevano che nemmeno per gioco si deve cercare il contatto con l’Aldilà. Ma chi ci crede più oggi? Nemmeno i sacerdoti credono più che esistano il demonio e gli spiriti maligni, quindi per gioco si espongono i bambini a cose che possono fare loro solo del male”.
Confidiamo che il nostro appello possa aiutare gli adulti a valutare con maggiore prudenza linee educative solide e rassicuranti”.

Canalis (Pd): “Soggetti profit, Ddl Marrone apre a gestione alloggi pubblici”

Nel testo presentato dalla Giunta Cirio non si esclude la gestione profit degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.

30.10.2025 – Nel giorno in cui si sono svolte le audizioni dei sindacati inquilini di CGIL, CISL e UIL e delle assemblee dei sindaci dell’ATC Piemonte sud e del Piemonte centrale, in merito al Ddl Marrone sull’utilizzo alternativo degli alloggi di edilizia sociale, sorgono molte perplessità.

La prima riguarda la possibilità, non esclusa nel testo, che gli alloggi popolari, di proprietà ATC o comunale, siano dati in gestione a soggetti con scopo di lucro, tra l’altro senza specificare cosa significhi che applicheranno “canoni sostenibili”.

La seconda riguarda la possibilità di esternalizzare la gestione anche degli alloggi disponibili per l’assegnazione. Se questi alloggi sono assegnabili e non necessitano di manutenzione, assegniamoli alle decine di migliaia di persone in lista d’attesa invece di darli a soggetti terzi!

La terza riguarda la possibilità di far ristrutturare gli alloggi popolari ai ministeri per poi darli ai trasfertisti, insegnanti, poliziotti e militari che vengono in Piemonte e faticano a trovare alloggio. Siamo sicuri che queste figure opteranno per un alloggio popolare, per quanto ristrutturato?

Infine, lascia perplessi l’eccessiva discrezionalità concessa agli enti proprietari, che proporranno progetti molto eterogenei, con destinatari molto diversi, generando disparità e rischi di pratiche discutibili.

In un quadro drammatico, con migliaia di famiglie in lista d’attesa per un alloggio popolare e altrettante famiglie sfrattate o a rischio sfratto per morosità incolpevole, il disegno di legge Marrone non risponde adeguatamente a questa emergenza, ma si limita a proporre un utilizzo alternativo degli alloggi di edilizia popolare, senza fornire garanzie contro speculazioni e usi distorti.

Crediamo che debba essere assicurato che gli enti coinvolti operino esclusivamente per finalità pubbliche e sociali, con divieto di utilizzo a fini speculativi o di profitto privato, che siano introdotti meccanismi efficaci di prevenzione di corruzione, favoritismi e infiltrazioni, attraverso controlli e verifiche eventualmente indipendenti, e che siano introdotti obblighi di rendicontazione, pubblicità e tracciabilità dei proventi, per rendere evidente che le risorse siano destinate integralmente alla manutenzione e al recupero del patrimonio abitativo pubblico.

Solo così potremo arginare l’inesauribile spinta privatizzatrice di questa Giunta, che abbiamo già visto in materia di sanità, affidi di minori, gioco d’azzardo patologico, non autosufficienza e formazione professionale.

Cirio & c. affidano ai privati le politiche pubbliche, con aperture eccessivamente liberistiche.

Non vorremmo trovarci 5.000 alloggi di edilizia residenziale pubblica (tanti sono oggi in Piemonte gli alloggi ERP non assegnabili per carenze manutentive) affidati a grandi fondi immobiliari con scopo di lucro.

Monica CANALIS – consigliera regionale PD

Ravello (Fdi): “Via Po pedonalizzata? Un altro colpo a Torino”

 “DOPO PIAZZA BALDISSERA PENSAVAMO DI AVERLE VISTE TUTTE!”

 
“L’ipotesi di pedonalizzazione di via Po rappresenta l’ennesimo capitolo di una crociata ideologica contro l’automobile che questa Amministrazione porta avanti con ostinazione, ignorando le reali esigenze di cittadini, residenti e commercianti. Da anni assistiamo a un susseguirsi di scelte che, sotto l’etichetta della ‘mobilità sostenibile’, finiscono invece per stravolgere la viabilità cittadina e rendere sempre più difficile muoversi nel cuore di Torino”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte.

“Mentre il traffico viene sistematicamente spostato da una parte all’altra del Centro, l’Amministrazione continua a sovraccaricare arterie già al collasso come corso Vittorio e corso San Maurizio, che ogni giorno sopportano volumi di traffico ormai insostenibili. È una scelta perversa, che non risolve i problemi ma li sposta e li amplifica, con ricadute pesanti sulla qualità della vita dei torinesi, sul commercio di vicinato e sull’intero sistema della mobilità urbana. Un modello miope – continua Ravello – che svuota le vie del centro e ne spegne la vitalità economica e sociale”.

“Invece di imparare dallo scandalo di Piazza Baldissera, dove errori di pianificazione e modifiche azzardate hanno prodotto anni di disagi, inquinamento e sprechi, si persevera nella stessa direzione. Torino – conclude Ravello – non ha bisogno di nuove chiusure e divieti, ma di buon senso, pianificazione e ascolto”.

Europa radicale: sì alla separazione delle carriere

La prima raccolta firme su un referendum Radicale per la separazione delle carriere dei magistrati è del 1999, si votò nel 2000 e prevalse nettamente il SI. Non si raggiunse il quorum e c’è  voluto oltre un quarto di secolo di iniziative per scardinare il conservatorismo di destra e sinistra. Oggi c’è da essere contenti di questo passo avanti e c’è da lottare per la vittoria dei SI al referendum confermativo. Per questo Europa Radicale aderisce con passione e convinzione al Comitato promosso dall’Unione delle Camere Penali che ringraziamo. Il prossimo 10 novembre terremo insieme agli avvocati della Camera Penale di Torino una conferenza stampa che sarà la prima di molte iniziative pubbliche. Partiremo da Torino perché è dalle strade di questa città che storicamente i Radicali hanno raccolto grande consenso ai referendum sulla e per la “Giustizia giusta”, battaglia nata e condotta dal Partito Radicale a partire dalla vicenda giudiziaria di Enzo Tortora.

Lo dichiarano in una nota Igor Boni e Emilia Rossi

Ruffino (Azione): “Sanità in ritardo, la nutrizione oncologica diventi un diritto, non un privilegio”

“La nutrizione come parte integrante della cura oncologica non è un supporto secondario ma una componente essenziale della presa in carico della persona. Per questo motivo per Azione è doveroso agire su tre piani: normativo, inserendo nei LEA le prestazioni nutrizionali specifiche per i pazienti oncologici affinché diventino un diritto esigibile e non una concessione; organizzativo, garantendo che ogni centro oncologico abbia equipe multidisciplinari; formativo, creando percorsi di aggiornamento obbligatori”.
Lo dichiara Daniela Ruffino, deputata di Azione, intervenuta alla Camera in merito alle mozioni sui percorsi nutrizionali per i pazienti oncologici.
“Un paziente malnutrito – prosegue Ruffino – risponde peggio e più lentamente alle terapie: questo ha un costo umano e sanitario enorme. Eppure nel nostro Paese la valutazione nutrizionale non è ancora stata inserita in modo sistematico nei percorsi diagnostico terapeutici assistenziali. Abbiamo costruito un sistema eccellente nella fase acuta, ma fragile nella prevenzione, nella riabilitazione e nell’accompagnamento e la nutrizione clinica si trova in quella zona dimenticata tra la cura e la vita quotidiana.
Inoltre, ogni regione agisce per conto proprio, ogni ospedale agisce in autonomia: il diritto alla Salute non può avere confini geografici”.
Secondo Ruffino “investire in nutrizione significa ridurre complicanze, accorciare i ricoveri e migliorare gli esiti. Curare non è solo somministrare una terapia, ma accompagnare una persona nel suo cammino di cura: la sanità del futuro deve essere diversa, più prossima, più equa e più integrata”.

I ponti, l’inclusività, la confusione della massificazione

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Pier Franco Quaglieni

L’ormai dimenticata rivista fondata dal fiorentino Piero Calamandrei si intitolava “Il ponte“. Dopo la guerra con molti ponti di Firenze distrutti , aveva sicuramente un senso. Ma era soprattutto la metafora politica  di un ex azionista diventato il cantore di una Resistenza che non aveva fatto. Cosa significava il ponte? Un collegamento tra tutti gli antifascisti o un collegamento dei laici con i comunisti , anche se Calamandrei aveva seguito Saragat nella scissione di Palazzo Barberini? Ho conosciuto alcuni direttori del “Ponte“ e notai la loro astiosa faziosità, malgrado i tempi fossero cambiati. L’Idea era quella di tante idee piuttosto confuse. Anche un altro mensile, assai meno importante, aveva nella sua testata il tema dell’ incontro. Un tema simile al ponte. Anche qui la confusione finiva di prevalere, salvo alcune fisse laiciste esibite in ogni numero fino a giungere all’irrisione di ogni religiosità. Mi è tornata in mente la metafora del ponte,  leggendo una intervista con mons. Francesco Savino in cui afferma che “essere omosessuali non è peccato”. L’intervista è una serie di ponti lanciati verso tutti. E’ comprensibile che la Chiesa “sia la casa di tutti e che tutti devono sentirsi a casa loro”. Ma la Chiesa “neutra“ che stinge i suoi valori per essere inclusiva al massimo grado, può diventare una chiesa priva di identità e in fondo non più frequentata dai cristiani, ma da altri che del cristianesimo accettano solo alcune apparenze, quelle più facili e superficiali.

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E l’idea della inclusività può diventare l’inizio della perdita di memoria storica (da dimenticare) e di senso religioso  smarrito per strada. Infranti tutti i confini, ci si illude di essere diventati migliori , ma si tratta solo di un’impressione fugace. Nel campo più generale della cultura deve prevalere un concetto plurale fatto di idee diverse e contrastanti, ma ridurre tutto al buonismo verbale finisce per appiattire e banalizzare  le idee. Non è obbligatorio lanciare ponti ad ogni costo, a volte i ponti levatoi metaforici appaiono indispensabili per schiarirsi le idee. Ci sono temi che portano a considerare  che tutte le vacche sono rosse, per parafrasare Hegel. La cultura crociana fondata sulla distinzione può aiutarci a non cadere nella confusione che ci porta a ripetere tutti le stesse cose. I ponti favoriscono i cori e i cori generano il conformismo.

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Se pensiamo ai grandi e piccoli inciuci politici dei tempi passati ci accorgiamo che essi non erano motivi di solidarietà di più ampio respiro, ma tentativi di soffocare le identità e i dissensi . I ponti lanciati in Italia cinquant’anni fa non hanno fatto circolare più liberamente le idee, ma hanno contribuito ad appesantire il clima. Oggi c’è la tendenza a vedere soprattutto un odio dilagante e un’intolleranza insopportabile: i manifestanti pro Pal ne sono una dimostrazione evidente e fastidiosa. Ma c’è anche il clima  ostile creato attorno all’ebraismo, un clima che tende a costruire ghetti da parte di chi, a parole, vorrebbe costruire ponti. Può sembrare un paradosso evidente , ma non è così. Su certi argomenti c’è lo scontro all’ultimo sangue, poi su altro si stende la melassa insulsa della  inclusivita’  ad ogni costo che diventa persino ridicola. Tocqueville vedeva nella democrazia maggioritaria la fine della libertà. A più riprese abbiamo avuto conferma che  Tocqueville sapeva guardare ai pericoli della irruzione delle masse. Anche oggi la massificazione delle intelligenze e perfino delle coscienze è un segnale allarmante. Forse bisognerebbe tagliare qualche ponte e schiarirsi le idee. La cultura è riflessione critica individuale, capace di continue revisioni. I cori indistinti sono l’esatto opposto della cultura. Le idee “chiare e distinte“ di Cartesio hanno più che mai un valore, anche se appartengono a quelle che Pannunzio definiva le “pattuglie di frontiera“.

Tubercolosi al Neruda, due interrogazioni

Sul focolaio di tubercolosi nella scuola occupata/Spazio popolare Neruda, sono state presentate due interrogazioni alla Giunta regionale: una di Fabrizio Ricca (Lega) “per sapere se e quali azioni immediate intenda intraprendere, per quanto di competenza, per tutelare la salute dei cittadini, garantire i controlli igienico-sanitari nelle strutture occupate e prevenire ulteriori rischi legati a situazioni analoghe presenti nel territorio piemontese”; l’altra di Alice Ravinale (Avs) “per chiedere se a fronte dell’allarme sanitario che si è diffuso negli ultimi giorni, non ritenga opportuno accelerare, anche mediante la presa in carico senza necessità di impegnative, l’esecuzione dello screening sanitario della popolazione esposta ai casi di tubercolosi avvenuti a partire da fine agosto presso l’immobile di corso Ciriè 7 a Torino”.

“Al momento risultano positivi alla tubercolosi tre adulti e tre bambini – ha risposto l’assessore Gian Luca Vignale, leggendo una nota del collega Federico Riboldi – come accertato dal servizio di sorveglianza sanitaria dell’Asl Città di Torino. Il Dipartimento di prevenzione dell’Asl, a causa della peculiarità del luogo e dell’ambiente, ha richiesto al Comune di Torino di verificarne la possibilità di accesso in sicurezza, stante la decennale condizione di occupazione abusiva e impossibilità di accesso istituzionale, dello Spazio popolare Neruda dove si è verificato il focolaio. Questo allo scopo di procedere ad una valutazione dell’idoneità igienica e al completamento dell’indagine epidemiologica. Il Dipartimento, se consentito dagli occupanti, accederà allo Spazio Neruda nella struttura. Per limitare le epidemie di tubercolosi è fondamentale una combinazione di strategie: diagnosi precoce dell’infezione nei soggetti a rischio; sorveglianza dei soggetti attraverso screening e monitoraggio dei contatti stretti; isolamento dei pazienti con forma attiva per prevenire la diffusione del contagio.

Sono anche in fase di adozione misure di sensibilizzazione per i sindaci a comunicare tempestivamente le situazioni potenzialmente a rischio e a mettere in atto le misure necessarie per consentire gli interventi finalizzati ad individuare tempestivamente la malattia ed assicurarne il controllo”.

Nel corso del question time è stata data anche risposta  alle interrogazioni: 695 “Verifica del rispetto dei limiti di legge per i mercatini organizzati nell’ambito di progetti contro la povertà nel Comune di Torino”, presentata da Fabrizio Ricca (Lega); 713 “Modalità di integrazione e supporto alla Sanità pubblica da parte del Poliambulatorio Medico Specialistico Monferrato di Montiglio Monferrato (AT)” di Fabio Isnardi (Pd); 714 “Tempi per la nomina del rappresentante delle associazioni agricole nel Consiglio dell’Ente di gestione delle Aree Protette Alpi Marittime” di Giulia Marro (Avs); 715 “Congelamento dei contributi per persone non autosufficienti nei Comuni del CISA 31e ritardi regionali nei trasferimenti per la non autosufficienza” di Valentina Cera (Avs); 716 “Nuovo Pronto Soccorso Ospedale Civico di Ovada, completamento dei lavori di riqualificazione oppure nuovi progetti?” di Domenico Ravetti (Pd); 717 “Aree interne piemontesi SNAI vecchie e nuove. Quale futuro?” di Emanuela Verzella (Pd); 718 “Tutela della sicurezza pubblica e della fauna domestica a seguito dell’uccisione del cane Rocky da parte di un cacciatore nel Comune di Cumiana (TO), quali misure urgenti?” di Disabato (M5s); 720 “Difficoltà di prenotazione degli anziani delle prestazioni sanitarie quali misure urgenti? 27.10.2025” di Alberto Unia (M5s).

Lista Cirio: “Contributi sul trasporto pubblico per i giovani sportivi eccellenti”

“Sostegno alle famiglie e agli sport meno blasonati”

Il Consiglio regionale ha approvato questa mattina l’Ordine del Giorno presentato da Elena Rocchi, e sottoscritto da Silvio Magliano, Sergio Bartoli e Mario Salvatore Castello (Lista Civica Cirio Presidente): l’atto impegna la Giunta regionale a istituire, con il coinvolgimento delle Federazioni sportive, contributi per il trasporto pubblico da destinare ai giovani atleti di alto livello e di interesse nazionale per gli spostamenti verso il luogo di allenamento e quelli di gara.

 

Spiegano Magliano, Bartoli e Castello: “Non in tutti gli sport, infatti, sono le società a organizzare gli spostamenti per i loro tesserati, soprattutto nelle discipline meno note e meno conosciute dal grande pubblico: nelle categorie giovanili non succede nemmeno negli sport più blasonati. I ragazzi devono, quindi, raggiungere autonomamente palazzetti, palestre e campi sportivi, in molti casi situati fuori dalla provincia in cui risiedono. Si tratta di situazioni difficili da gestire per le famiglie, soprattutto per chi non abita nei grandi centri, sia dal punto di vista logistico sia da quello economico”.

Il progetto sperimentale “Giovani atleti di alto livello” permette a studentesse e studenti della scuola secondaria di secondo grado, statale e paritaria, impegnati in attività sportive di rilievo nazionale di conciliare il percorso scolastico con quello agonistico attraverso la formulazione di un Percorso Formativo Personalizzato (PFP).

I Giovani atleti di interesse nazionale sono invece sportivi già inseriti stabilmente, a cura delle proprie Federazioni, nei circuiti delle nazionali e partecipano a competizioni sportive con la maglia azzurra.

In Piemonte i Giovani atleti di alto livello sono 4145 iscritti a 192 istituti scolastici – commentano ancora i Consiglieri-; aiutare i giovani a perseguire i propri obiettivi in ambito sportivo, superando eventuali difficoltà economiche della famiglia, rappresenta un fattore di crescita per tutto il movimento sportivo, in particolare le discipline meno note, lontane dai riflettori, che faticano ad attrarre attenzione, a reperire risorse e a coinvolgere nuovi atleti“.

Concludono Magliano, Bartoli e Castello: “Se, come diceva Nelson Mandela, un vincente è un sognatore che non si è mai arreso, aiutiamo i nostri giovani più talentuosi a perseguire i propri sogni, dimostrando loro che le pari opportunità non sono solo tratti di penna lasciati sulla carta dal legislatore, ma il nostro modo di disegnare il futuro della nostra comunità”.