POLITICA- Pagina 677

Le richieste di Cia Torino ai parlamentari

Il presidente Roberto Barbero: «Vogliamo portare a Roma le istanze del buon senso»


 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Sei riforme a costo zero per far ripartire l’agricoltura. E’ l’impegno che il presidente della Confederazione italiana agricoltori di Torino, Roberto Barbero, chiede ai neo parlamentari del Torinese e del Piemonte che dichiarano di avere a cuore le istanze degli imprenditori agricoli.Il primo incontro si è svolto nella sede del sindacato a Torino, con i deputati della Lega Marzio Liuni, membro della Commissione Agricoltura della Camera, e Elena Maccanti. Assenti giustificati (che hanno comunque dato la loro disponibilità a sostenere le istanze espresse da Cia Torino) il deputato Alessandro Benvenuto, presidente della Commissione Ambiente della Camera, e il senatore Giorgio Bergesio, capogruppo della Lega nella Commissione Agricoltura del Senato.«Si tratta di interventi che sollecitiamo ai rappresentanti locali in Parlamento perché portino a Roma le istanze del buon senso – spiega Barbero –; qui la politica dei partiti c’entra poco o niente, vogliamo lavorare sul territorio, dove è più facile intendersi sulle azioni di governo che avrebbero la massima efficacia, con il minimo sforzo».

RIMBORSI IVA. La prima richiesta riguarda l’abolizione del limite dei 5 mila euro per il rimborso o la compensazione dei crediti Iva trimestrali. Una soglia definita inaccettabile, che penalizza fortemente le aziende agricole più “strutturate”, impegnate a investire e creare occupazione.

«Dobbiamo poter usufruire liberamente del credito Iva – osserva Barbero -, abolendo così anche l’odioso visto di conformità che costa alle imprese che hanno bisogno di richiedere i rimborsi oltre i 5 mila euro, almeno tre o quattro mila euro».

Per un allevatore che stia costruendo una stalla, fa notare Cia Torino, vuol dire decine di migliaia di euro, “soldi suoi, che non può utilizzare, mentre nello stesso tempo è magari costretto a rivolgersi alle banche per pagare i dipendenti”.

«E’ assurdo che lo Stato si tenga in mano questi soldi – rileva il presidente -, tanto più considerando l’assoluta celerità con cui esige il pagamento dei debiti».

FATTURAZIONE ELETTRONICA. La richiesta sulla fatturazione elettronica, così come sull’incalzante informatizzazione dei procedimenti amministrativi e fiscali a carico delle aziende, è lapidaria, quanto disarmante: se ne riparli quando anche le aree rurali saranno messe nelle stesse condizioni di acceso alla rete web del resto del Paese: «Le nostre aziende non lavorano in piazza San Carlo a Torino – dice Barbero – e nemmeno in piazza Navona a Roma. In campagna e in montagna il segnale telefonico, così come la copertura web, il più delle volte è insufficiente, se non inesistente. Chiedere alle aziende che operano in quei luoghi di adeguarsi alla fatturazione elettronica, come ai vari “click day”, non solo è ingiusto, ma dannoso, perché costringe quegli imprenditori a ricorrere a nuove e costose consulenze, con evidenti penalizzazioni sul piano della loro competitività. La soluzione non può che essere una proroga, auspicando che questa sia di stimolo allo Stato per modernizzare tutto il Paese».

LEGGE CAPORALATO. La nuova legge sul caporalato è fonte di grande preoccupazione per il mondo datoriale agricolo, soprattutto in merito al reato di sfruttamento del lavoro, in quanto “si rischia di trattare con lo stesso rigore punitivo chi, con violenza e minaccia, sfrutta i lavoratori e li sottopone a trattamenti disumani e degradanti e i datori di lavoro che assumono e assicurano regolarmente i propri dipendenti, ed occasionalmente possono incorrere in violazioni lievi e meramente formali della normativa legale e contrattuale”: «Siamo diventati tutti caporali – afferma Barbero – e questo non va bene. Chi dimentica le scarpe antinfortunistiche deve poter contare su una legge che non lo tratterà come un caporale del lavoro».

PAGAMENTI IN CONTANTI. L’imminente entrata in vigore del provvedimento che vieta a datori di lavoro e committenti di corrispondere la retribuzione ai lavoratori per mezzo di denaro contante, in realtà crea una serie di problemi logistici per l’apertura e la gestione di conti correnti, oltre che adempimenti e costi inutili per entrambe le parti: «Non si capisce perché da un lato viene concesso a chiunque l’uso di una liquidità di tremila euro in contanti e poi si impedisce al datore di lavoro di usare quei soldi per pagare il dipendente. Di fatto, è un provvedimento che non serve all’imprenditore, né al lavoratore, ma solo alle banche».

IMU E TASI. Un’infinità di errori di valutazione e contestazioni in sede di calcolo di Imu e Tasi nascono dal fatto che i Caaf sono costretti ad inseguire e incrociare i dati non solo delle delibere comunali, ma anche dei singoli regolamenti. Un carico di burocrazia che sfugge a qualsiasi logica di semplificazione fiscale, quando basterebbe “semplicemente” che tutti i dati utili venissero contenuti in un’unica delibera.

ANTIMAFIA GSE. Il Gestore dei servizi energetici (Gse), ente pubblico, continua ogni anno a chiedere ai titolari degli impianti fotovoltaici e di biogas la certificazione antimafia, una pratica fine a se stessa, che però ha mediamente un costo intorno ai 150 euro. La sua abolizione risolverebbe immediatamente un problema di tempo e di costi.

RICHIESTA AGGIUNTIVA. In chiusura, Barbero ha chiesto che “il Governo e il Parlamento non ostacolino il recente disegno di legge delle Province autonome di Trento e Bolzano sul contenimento del lupo, ma che, anzi, lo assumano come cardine nella definizione del Piano lupo nazionale, una normativa che non può più essere rimandata, nell’interesse di chi vive e frequenta la montagna”.

Su questo tema, Cia Torino il 5 maggio scorso aveva organizzato a Fenestrelle un affollatissimo convegno per fare il punto sul da farsi di fronte alla crescente diffusione del lupo. Erano intervenuti centinaia di allevatori, insieme a parlamentari, consiglieri regionali e della Città Metropolitana, oltre ad amministratori locali, tecnici faunistici, ambientalisti e cacciatori.

 

Questo Pd ha paura di fare i conti con sé stesso. Altro che Zapatero

Si è arenato l’effetto Salizzoni, Ivrea al centrodestra . Con poche parentesi il centro sinistra governava la città dal 1975. Un’ altra ” piccola Stalingrado” cede il passo ad altri. Ovviamente auguri di buon lavoro a chi ha vinto. Non bisogna essere dei fenomeni d’ analisi politica per capire cosa sta succedendo. In particolare nella logica del ballottaggio. Centrodestra e grillini si alleano in “disprezzo” ai candidati in qualche modo legati al Pd. Ed il Pd fa ciò che da alcuni anni gli è congeniale : perde le elezioni, con il Piemonte e la nostra Provincia che non sfuggono a questa logica. Il tutto  condito dal ritorno del non voto, intorno al 50%. Dunque un pezzo di votanti di sinistra non sono andati a votare. E qui la sconfitta del Pd è duplice. elettorale e politica.  Politica perché il Pd non attrae più.  Non attrae più come elettori e come capacità di alleanze. Un partito che di fatto non vuole andare a congresso .Perché? Forse ha paura di fare i conti con se stesso. Che qualcosa abbia sbagliato è indubbio. Mi permetto di sottolineare un punto: la propria essenza e la coerenza di chi aderisce al partito. Ma se il Pd decidesse di affrontare la sua vera essenza non sarebbe più il Pd che abbiamo conosciuto in questi anni. Per un semplice fatto: sono gli stessi da più di 30 anni. Anni fa ho letto il libro scritto da Zapatero. Descriveva come è perché il partito socialista aveva perso le elezioni vinte dai popolari. Descriveva come è perché era stato scelto come segretario dei socialisti. Poi, vincendo, dopo le elezioni divenne Premier. 
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In sintesi: in cosa aveva sbagliato la sinistra? Tutto. In cosa dovevano cambiare? In tutto. Prima su tutto e tutti cambiare chi dirigeva il partito. Scelto Zapatero scelse nuovi collaboratori, si creò una nuova piattaforma politica e fecero due congressi. Vinsero le elezioni. Il Pd o almeno una parte del Pd Non ne vuole sapere, appunto, di congresso. Sono lapalissiano? Si, credo persino anche un po’ banale. Ma ci sarà un motivo che tutti ma proprio tutti gli scottanti problemi (dall’ emigrazione al lavoro ) si ritorcano contro il Pd. Il successo degli altri non può essere ascritto alla loro propaganda. Mi si obbietta; porti ad esempio Zapatero di decenni fa.  Vero, ma come è vero che non sceglierò il Pd sta decretando la sua estinzione. Vedo solo una soluzione. Una separazione consensuale. Ma c’ è un altro motivo. La speranza di raccogliere l’ eventuale malcontento di un elettorato deluso dalle mancate promesse non realizzate di pentastellati e leghisti. E per me la delusione si tradurrà in un non voto. Europee e Regionali sono alle porte. Mi sembra – anche qui – che questo Pd sia in difficoltà se non in uno stato di confusione. Almeno nella nostra regione. Difficolta perché non riescono a trovare un candidato comune e gradito a tutto il centro sinistra. Confusi perchè non sanno che metodo utilizzare. Il caos regna sovrano.  Anche per questo i delusi dal presente non verranno intercettati da questo partito  senza bussola e senza  rotta.
Patrizio Tosetto

MONTARULI (FDI) : OLIMPIADI 2026. ALLA CAMERA ARRIVA IL CASO APPENDINO

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Le Olimpiadi 2026 possono essere un’opportunità per l’Italia oltre che per la città che le ospiterà. La scelta della candidatura non può essere di parte ma ponderata con responsabilità. Da torinese però tifo Torino ma e’ uno strazio vedere come il capoluogo piemontese stia proponendo la propria candidatura. Sento quindi il dovere oggi di intervenire per dar voce a quei cittadini che sono sconcertati da quanto sta avvenendo nel palazzo, uno spettacolo che non ha a che fare con ciò che Torino e’ realmente: una città che si rimbocca le maniche non che litiga, sbatte le porte ed e’ sottos cacco di veti incrociati.  Torino merita di essere difesa soprattutto oggi che il Sindaco Appendino si presenta dal sottosegretario Giorgetti con un dossier vuoto, senza il sostegno della sua amministrazione pentastellata.  Appendino non ha infatti, ad oggi, la maggioranza in Comune per votare lo statuto dell’agenzia olimpica e addirittura in queste ore stiamo assistendo ad un avvilente muro contro muro tra il sindaco e i suoi consiglieri che rischiamo venga pagato a caro prezzo. Vogliamo evitare che Torino parta in svantaggio rispetto alle altre città candidate ed invitare questo Parlamento ed il Governo ad una seria riflessione. Torino e’, nonostante la giunta pentastellata, in gara, perché la città quella vera, non quella del palazzo e dei volantinaggi improvvisati del no e’ unita nel raccogliere le sfide che ci attendono.” Questa la dichiarazione di Augusta Montaruli deputato di Fratelli d’Italia a margine del suo intervento in aula quest’oggi.

Festa in Rosso per Rifondazione

Dal 25 giugno al 1 luglio, a Torino, in Via Curmayeur, presso l’area festa Circolo Arci Anatra Zoppa, si tiene la Festa in Rosso organizzata dal Partito della Rifondazione Comunista. Il titolo della festa “ribellarsi è giusto contro guerre, povertà, ingiustizie, razzismi” è il messaggio che lancia Rifondazione Comunista a tutte le realtà di movimento, associative e di sinistra antiliberista della città.  Sette giorni di spettacoli e dibattiti in cui, tra gli altri, interverranno Paolo Ferrero, Angelo D’Orsi, Eleonora Artesio, Guido Montanari, Maurizio Pagliassotti, Maurizio Acerbo, Lidia Menapace, Franco Turigliatto, Francesca Fornario, Eleonora Forenza, Ezio Locatelli. Una festa aperta alla quale parteciperanno con i loro stands diverse associazioni impegnate sui temi della pace, solidarietà internazionale, temi ambientali. Una festa che rappresenta uno dei pochi appuntamenti di rilievo politico per la realtà di Torino. Dice Ezio Locatelli, segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino: “In questi anni difficili hanno fatto di tutto per ridurre e cancellare la presenza della sinistra. Sta di fatto che non sono riusciti a cancellare Rifondazione Comunista dalla realtà. Rifondazione Comunista rimane più che mai sulle barricate. Non solo. Siamo la principale forza organizzata di sinistra presente sul territorio, nelle lotte, nei movimenti anche in virtù di nuove adesioni. Vogliamo usare questa  presenza per costruire una convergenza di tutte le forze di sinistra antilibetrista a cominciare da “Potere al Popolo” inteso come movimento plurale della sinistra di alternativa”.

A Ivrea e Orbassano vince il centrodestra

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Il centrodestra vince a Ivrea, Stefano Sertoli è il nuovo primo cittadino con il 52,74%, mentre Maurizio Perinetti, del centrosinistra ha ottenuto il 47,36 per cento. 9.276 gli elettori del ballottaggio: il  46,72%,  otto punti in meno  rispetto al 10 giugno, quando votò il 55,25%. E’ la prima volta che in città, dal dopoguerra, non vince la sinistra. A Orbassano ha trionfato Cinzia Bosso, di Forza Italia, con il 58 %, contro il 42 di Falsone, candidato della Lega.

Fondi alle imprese e rilancio del settore aerospaziale

«Il settore aerospaziale piemontese è un’eccellenza italiana di cui dobbiamo andare fieri nel mondo, che conferma come il nostro Paese possa e debba giocare un ruolo di leadership nel rilancio dello sviluppo industriale dell’Unione europea. In questa fase di grande tensione internazionale, dove Bruxelles è chiamata ad affrontare le sfide della concorrenza sleale dai Paesi asiatici, di una nuova ondata di pericolosi protezionismi e della crescita dei colossi digitali globali, l’Ue deve sostenere e valorizzare le risorse migliori, come la filiera aerospaziale europea, dove l’Italia primeggia sul piano tecnologico».

È quanto dichiarano gli europarlamentari di Forza Italia  Alberto Cirio e Massimiliano Salini, che nelle scorse ore a Torino, ospiti del  Circolo delle imprese, hanno  incontrato 150 imprenditori durante una serata che ha visto anche l’intervento di  Gianfranco Carbonato, presidente del gruppo Prima industrie. 
«I nostri imprenditori sono i principali testimoni del saper fare italiano e dall’Europa possono arrivare risorse importanti per sostenerli e aiutarli a sviluppare la propria attività  – sottolinea l’eurodeputato Cirio – Il problema, soprattutto per le Pmi, è riuscire ad accedere in modo semplice alle informazioni e di conseguenza alle occasioni da cogliere. Una difficoltà che ho cercato di colmare creando un motore di ricerca gratuito e istituzionale che si chiama www.contributixte.eu, sul quale è possibile trovare tutti i bandi e i fondi disponibili, non solo a livello europeo ma anche statale e regionale. L’Italia, ogni sette anni, restituisce all’Ue circa 2,5 miliardi di euro di risorse che spettano al nostro Paese, ma che non vengono utilizzate. Opportunità che perdiamo e che, invece, è fondamentale cogliere».
«Dobbiamo essere ambiziosi  – spiega Salini, relatore del nuovo programma spaziale europeo –  nella bozza che presenterò entro il 10 luglio in quanto relatore del nuovo programma spaziale europeo, chiederò di presidiare e, nei limiti del possibile, incrementare il budget di 16 miliardi proposto dalla Commissione Ue per finanziare programmi di importanza vitale sul piano della sicurezza e della difesa, come quello di osservazione della terra Copernicus (a cui vengono inizialmente destinati 5,8 miliardi di euro), il sistema globale europeo di navigazione satellitare Galileo e quello paneuropeo di ingrandimento via satellite Egnos (9,7 miliardi di euro) e il progetto Govsatcom per garantire comunicazioni satellitari governative ed europee affidabili (500 milioni di euro per sviluppare nuovi componenti di sicurezza)».  

«Mentre sul tema governance  – conclude Salini –  lavoreremo per eliminare gli inutili duplicati nei controlli della Commissione Ue sul lavoro svolto delle Agenzie Ue dedicate, sul fronte economico stimoleremo Bruxelles a mettere in campo misure adatte a favorire lo sviluppo di un’industria europea ‘downstream’, per evitare che un’infrastruttura unica al mondo come la rete dei satelliti Galileo realizzata grazie all’eccezionale ‘upstream’ della filiera italiana ed europea, continui a far guadagnare solo produttori di smartphone e app americani e asiatici e l’industria extra Ue del silicio, che oggi la utilizzano gratuitamente, beneficiando dell’enorme mole di dati satellitari a disposizione».  

VALENTINA CAPUTO (PD) “AUSPICO CHE LA NUOVA DIRETTRICE DEL POLO MUSEALE DIMOSTRI UNA MAGGIORE COLLABORAZIONE”

“Nella seduta di giovedì del Consiglio regionale ho interrogato l’Assessora alla Cultura Antonella Parigi per sapere quali azioni stia valutando di intraprendere, per quanto di propria competenza, per chiarire la vicenda dell’esclusione del parco del Castello di Racconigi dalla Maratona reale, causata dalla richiesta all’associazione onlus organizzatrice “Base running” da parte della direzione del Polo museale del pagamento di 2.500 euro, comprendente il costo della concessione e dei biglietti di ingresso al parco, oltre a una fideiussione” ha affermato la Consigliera regionale del Partito Democratico Valentina Caputo. “La direttrice del Polo museale piemontese, Ilaria Ivaldi, che ricopre questo ruolo dal 1° febbraio 2018, a seguito della vittoria di un bando di un concorso del Mibact – ha proseguito la Consigliera Caputo – non ha fornito alcuna risposta alle richieste avanzate dalla Base running, obbligando gli organizzatori a scegliere un tracciato alternativo. Restano ancora inevase delle questioni a lei sottoposte da altre realtà del circuito delle Residenze reali, che riguardano l’organizzazione e la realizzazione di eventi che hanno sempre richiamato un numero molto alto di visitatori”. “Come gruppo, abbiamo sollecitato sin da inizio mandato una riorganizzazione che si ponesse l’obiettivo di rilanciare il grandissimo patrimonio artistico e culturale che all’estero ci invidiano e di cui, spesso, non comprendiamo appieno l’importanza, dando vita ad un prodotto turistico fruibile e accessibile da parte dei visitatori e promuovendo la centralità di questi luoghi di cultura, di mostre e di spettacoli grazie agli sforzi delle tante persone che si sono adoperate ed alla sinergia della Giunta, della Regione, dei Comuni e delle Direzioni delle Residenze Reali. Auspico, quindi, che la nuova direttrice del Polo museale dimostri un’opportuna collaborazione per non vanificare e disperdere i risultati raggiunti tutti insieme sino ad oggi”. “Nella sua risposta – ha concluso Valentina Caputo – l’Assessora Parigi ha precisato: “Si è  provveduto a scrivere una lettera al Ministro Bonisoli per informarlo di queste criticità, che non si limitano solamente a Racconigi ma riguardano il Polo Museale nel suo complesso, comprendente , tra le altre, anche le Residenze di Agliè, Moncalieri e Villa della Regina. Inoltre, con l’obiettivo di poter assicurare una gestione ed una valorizzazione più strutturata e coerente del patrimonio del territorio piemontese, la Giunta Regionale ha comunicato l’intenzione di avviare un percorso, ai sensi dell’art.116 comma 3 della Costituzione, volto alla richiesta di ulteriori forme di autonomia, tra cui quella relativa alla valorizzazione dei Beni Culturali”.

 

Gig economy, Grimaldi (Liberi e Uguali): dal Piemonte la prima proposta di legge al Parlamento

Ieri i consiglieri regionali del Partito Democratico, la lista Monviso e la Giunta hanno deciso di sostenere la proposta di legge di Liberi e Uguali, a prima firma Grimaldi, “Disposizioni in materia di lavoro mediante piattaforme digitali”.

 

Chi lavora in questo settore si colloca in una zona grigia tra il freelance e il dipendente, ma gli elementi di subordinazione sono numerosi, il rischio è tutto schiacciato sulle sue spalle e, soprattutto, in molti casi viene pagato a cottimo. Il disegno di legge interviene perciò per definire l’inquadramento dei lavoratori come prestazione subordinata, per riconoscerne diritti e tutele impedendo che siano aggirate molte delle regolamentazioni previste dai contratti collettivi, per garantire loro un salario minimo legale. La legge prevede per esempio l’estensione ai lavoratori delle piattaforme tecnologiche del diritto a condizioni contrattuali formulate per iscritto, il riconoscimento delle spese legate all’utilizzo dei propri mezzi, tutele assicurative e previdenziali, formazione.

Ludopatia, interviene Cassiani (Pd)

“La normativa sembra aver favorito forme di gioco illegale e non sembra che ci sia alcuna strategia per il contrasto alla criminalità”

 “La legge regionale di contrasto e prevenzione alla diffusione del gioco d’azzardo patologico, approvata nel maggio 2016, e il “Piano integrato delle attività di contrasto, prevenzione, diagnosi e cura del gioco d’azzardo patologico” del dicembre 2017 si sono posti l’obiettivo di contenere tale fenomeno, riducendo le conseguenze negative legate alla dipendenza sia per il singolo individuo sia per il nucleo familiare e, tuttavia, a distanza di tempo, sembra abbiano sortito l’effetto contrario” ha spiegato il Consigliere regionale del Gruppo Pd Luca Cassiani.

“L’introduzione, a livello regionale, di norme fortemente restrittive – ha proseguito il Consigliere Cassiani – ha generato, a fronte di una modesta flessione del volume complessivo di giocate (3,8%, se si confronta l’ultimo quadrimestre 2017 con il primo quadrimestre 2018), ha avuto impatto esclusivamente sulle slot, mentre la Guardia di Finanza ha, di recente, accertato un notevole e preoccupante incremento di totem illegali, nonché di macchine slot non collegate legalmente all’Agenzia delle dogane e dei monopoli e uno sviluppo, ancora più preoccupante, del gioco online domestico che può indurre dipendenza con maggiore facilità ”.

“Ho presentato – ha affermato Luca Cassiani – un’interrogazione a risposta immediata in Consiglio regionale al fine di sapere dall’Assessore competente come giudichi gli effetti prodotti da una  normativa regionale in materia che si è distinta per un carattere fortemente espulsivo della filiera del gioco legale e che non sembra aver ottenuto, nella nostra Regione, benefici evidenti in termini di contributo alla prevenzione del gioco d’azzardo patologico e alla tutela degli individui maggiormente vulnerabili, favorendo, invece, il proliferare di forme di gioco illegale, spesso controllate dalla criminalità organizzata”.

“A distanza di sei mesi dall’entrata in vigore della normativa, con il settore del gioco legale in ginocchio e con la criminalità che aggredisce quotidianamente gli spazi da esso lasciati liberi – ha concluso Cassiani – non posso essere soddisfatto dalla risposta dell’Assessore Pentenero che non prefigura alcuna strategia per il contrasto alla criminalità e rinvia a dopo le ferie il confronto su un tema che, invece, richiede un’immediato intervento. Non abbiamo più tempo! Le imprese, le attività, gli esercizi commerciali, tutto l’indotto che paga le tasse viene penalizzato e sta morendo. Nel frattempo, il mondo della criminalità sta agendo indisturbato, si sta arricchendo e sta distruggendo individui e famiglie”.

Politica, tornano le identità

di Giorgio Merlo

È sempre più evidente dopo i primi passi del nuovo Governo e soprattutto dopo l’esito del voto del 4 marzo, che la geografia politica italiana e’ cambiata profondamente. E, con altrettanta probabilità, questo cambiamento rischia di durare per alcuni anni. Innanzitutto il tradizionale bipolarismo pare definitivamente superato. Il vecchio centro destra a trazione berlusconiana – seppur un centro destra alquanto anomalo e singolare rispetto agli altri paesi europei – semplicemente non esiste più. Esiste una destra politica molto più chiara e molto più netta rispetto a quello che è capitato dopo la fine della “prima repubblica” nel nostro paese. Specularmente non esiste più quel centro sinistra ulivista che ha caratterizzato la cosiddetta seconda repubblica. Cioè una coalizione guidata da un leader moderato o progressista e con una profonda cultura di governo che rappresentava, comunque sia, una alleanza plurale e variegata. Che cambiava a seconda delle situazione ma che, alla fine, ricalcava sempre una costante dalla storia politica italiana, cioè una e propria politica delle alleanze. Anche questa esperienza, semplicemente non esiste più. La trasformazione del Partito democratico da “partito plurale” a “partito personale” con la lunga gestione renziana e, dopo la storica sconfitta elettorale, in un partito che avrà come ragione sociale esclusivamente la ricostruzione della sinistra, cambia radicalmente la “mission” politica originaria di quel partito. Una situazione, quella del Pd, che si muove comunque ancora all’interno di una ambiguità ed indeterminatezza di fondo, legata alla possibilità di una scissione annunciata sui giornali ma, almeno per il momento, smentita dall’ex segretario nazionale Renzi. Ora, al di là della contingenza, e’ indubbio che il cambiamento politico innescato dal voto del 4 marzo semplifica le cose e, al tempo stesso, le chiarisce. A prescindere dal gradimento o meno. In sintesi, e’ nato un nuovo bipolarismo. È decollata la destra al posto del centro destra. La sinistra, almeno questa è l’Intenzione dei promotori, dovrà essere ricostruita dalle fondamenta. La sinistra, però, e non il tradizionale centro sinistra. Il fronte populista dei 5 stelle prosegue sulla sua strada. Ed è proprio alla luce di questo nuovo contesto politico che si pone il problema, e anche l’opportunità, per dar vita ad una esperienza che sappia recuperare la tradizione, la storia e il filone ideale e politico del cattolicesimo politico, sociale e democratico. E questo non solo perché sono scomparsi, almeno per il momento, i cosiddetti partiti plurali a vantaggio dei partiti identitari. Ma anche e soprattutto perché forse è arrivato il momento per riscoprire il ruolo, la ricchezza, il talento e la valenza di quelle culture politiche costituzionali che sono state storicamente decisive nella storia politica e democratica del nostro paese. In tutti i tornanti decisivi della nostra democrazia, seppur sempre fragile, sono stati proprio i cattolici democratici e popolari a svolgere un ruolo essenziale per la promozione e la salvaguardia delle nostre istituzioni democratiche e statuali, nonché per il nostro assetto economico e sociale. Va raccolto sino in fondo l’invito del cardinal Gualtiero Bassetti, e non solo, per un rinnovato protagonismo politico dei cattolici italiani. Senza ulteriori timidezze e senza ingiustificabile rassegnazione. Non una presenza clericale o confessionale, come ovvio. Ma una presenza politica e culturale laica che sappia contribuire a ridare qualità alla democrazia e autorevolezza allo stesso confronto politico. È cambiato il panorama politico nazionale, appunto. Pensare che il futuro sia una semplice ripetizione del passato equivale a condannarsi a giocare un ruolo del tutto marginale e periferico nelle nuove dinamiche della politica italiana. Occorre prenderne definitivamente atto prima che sia troppo tardi.