POLITICA- Pagina 577

Elezioni regionali, si scaldano i motori

Mancano circa otto mesi alla campagna elettorale per le Regionali in Piemonte, che si terranno a maggio in concomitanza con le Europee

Le forze politiche stanno scaldando i motori. Nel centrosinistra , dove il presidente uscente Sergio Chiamparino, pare deciso a ripresentarsi, uno dei temi all’ordine del giorno è la deroga per consentire una candidatura anche per chi ha già fatto tre mandati amministrativi. La questione riguarda diversi big del Pd, come il vicepresidente della Giunta regionale, Aldo Reschigna (alla prese tra l’altro con il referendum secessionista della sua provincia del Vco) e il presidente del Consiglio regionale, Nino Boeti. Intanto i pentastellati sono in ballo proprio in queste ore con le “Regionarie”, le “primarie” online sulla piattaforma web Rousseau per scegliere i candidati alla Regione. Nel centrodestra Lega con il vento in poppa nei sondaggi. Il candidato presidente della coalizione di centrodestra-classico spetterà a Forza Italia, in pole position l’eurodeputato Alberto Cirio, poi le deputate azzurre Porchietto e Ruffino. Non perde tempo il vicecapogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Andrea Tronzano che, primo tra tutti, ha già iniziato a pubblicare spazi preelettorali sui quotidiani, illustrando le proprie proposte ai cittadini-elettori.

Cannabis terapeutica, Manfredi (radicali): “Saitta recuperi tempo perduto”

“Formalizzi disponibilità a Ministero Salute e convochi
subito tavolo tecnico in Assessorato con tutti gli operatori
interessati”

Dichiara Giulio Manfredi (giunta Associazione radicale Adelaide Aglietta):

A oltre tre anni dall’approvazione della legge regionale sulla
cannabis terapeutica (L. R. n. 11/2015) e a soli otto mesi dalle
elezioni regionali, l’Assessore Saitta ha dichiarato che la Regione
Piemonte chiederà formalmente al Ministero della Salute di autorizzare
altri enti alla produzione dei farmaci con cannabinoidi, poiché la
produzione dello Stabilimento chimico farmaceutico militare di Firenze
è inadeguata a soddisfare la domanda (l’Itala ha già dovuto
approvvigionarsi all’estero, in gennaio in Germania ed ora in Olanda).
Sono d’accordo con l’Assessore Saitta che la decisione finale su chi
potrà affiancare Firenze nella produzione spetti al governo centrale;
ciò non toglie che la Regione Piemonte possa e debba fare delle
proposte di candidatura. E’ dal 2015 cha abbiamo a più riprese segnalato sia a Saitta sia alla
Commissione Sanità del Consiglio Regionale di verificare la
disponibilità sia dell’IPLA (Istituto Piante da Legno e per
l’Ambiente), istituto controllato dalla Regione Piemonte, sia dell’
“Istituto Bonafous” di Chieri (ente controllato dal Comune di Torino)
ma vi sono sicuramente altri enti disponibili, come peraltro segnalato
dal consigliere regionale Marco Grimaldi. L’Assessore Saitta, oltre a formalizzare la richiesta al Ministro
Grillo, convochi a tambur battente in Assessorato un tavolo tecnico
con tutte le organizzazioni interessate alla produzione in Piemonte di
cannabis terapeutica. Inoltre, visto che Saitta è anche coordinatore della Commissione
Salute nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, puo’ utilizzare
tale carica per richiedere alle altre Regioni di attivarsi nei
confronti del governo centrale per ampliare l’offerta dei farmaci
cannabinoidi.

M5S, “Regionarie” al via

Martedì 9 ottobre tutti gli iscritti al MoVimento 5 Stelle del Piemonte abilitati a votare su Rousseau (da Statuto possono votare gli iscritti entro il 22 giugno 2018 con un  documento certificato), potranno votare per scegliere i candidati della futura lista M5S per la Regione Piemonte. Ogni iscritto avrà a disposizione 3 preferenze e potrà vedere solo i candidati della sua provincia: cliccando sul nome di ogni candidato potrà leggerne il profilo. Alla fine i 10 candidati più votati,  almeno uno per provincia, potranno proporre la candidatura a Presidente. La votazione avviene sulla piattaforma Rousseau  dalle ore 10 alle 19 di martedì , spiega il  “Blog delle stelle”.

Al tempo di Matteo

“Amate i vostri nemici, fate del bene a chi vi odia e pregate per chi vi perseguita e vi calunnia……” cit. San Matteo evangelista

 

Non so qual era l’attore o la serie televisiva che ha ispirato, a metà degli anni’70, i genitori , nel decidere il nome, di due dei più amati, detestati e contestati esponenti politici degli ultimissimi anni. Così diversi ma anche simili tra di loro. Dopo gli inizi giovanili il consolidamento e poi , sfruttando il momento di difficoltà dei rispettivi partiti, il Partito Democratico e la Lega Nord, la fulminea ascesa con risultati e pronostici mai accaduti in Italia. Per il primo anche la rapida discesa, anzi, caduta , fragorosa, rovinosa. La conseguenza , essendo diventati, quelli italiani, partiti personali, l’implosione dello stesso PD che non riesce a staccarsi dal suo ex segretario. Le similitudini tra i due Matteo sono molte, dal rivolgersi direttamente agli elettori, dalla concezione personale del ruolo, dal mostrare i muscoli con l’Europa, dal non rispettare le regole, dall’avere “fastidio” per l’azione della Magistratura, dal fare promesse mirabolanti, dal minacciare gli avversari , sia interni che esterni, , i dipendenti pubblici e privati, gli artisti, gli uomini di cultura ed i giornalisti, insomma a non tollerare il dissenso. Non deve stupire , quindi, che una parte dell’elettorato sia lo stesso e che si sia spostato più che da un partito all’altro da un Matteo all’altro . L’italico comportamento ” gli italiani corrono sempre in soccorso del vincitore” cit., è quanto mai attuale. Dalle donne di Genova , quelle del ” selfie” in Chiesa durante i funerali delle vittime del ponte Morandi, che l’avevano , il “selfie”, fatto anche con il primo dei due, ai cartelli , personalizzati, di benvenuto in alcune città del sud. . I cartelli sono sembrati gli stessi, riciclati , non c’è stato nemmeno il bisogno di cambiare il nome. In un periodo di crisi , risparmiare per cartone e pennarello non guasta. Stupisce semmai la reazione di molti meridionali, che non dimenticando l’atavico senso di sudditanza per non dire di servilismo verso il potente di turno, corsi ad osannare il Matteo padano. Hanno dimenticato le offese ricevute e le proteste conseguenti avvenute solo pochi mesi prima. In attesa dei risultati dell’azione del nuovo governo , che rischia di essere devastante per il nostro paese già fiaccato dai problemi pregressi e dalle “‘ riforme” fatte, purtroppo, dal primo Matteo, molti pronosticano un rapido tonfo anche del secondo. Intanto un rischio, un pericolo, si profila all’orizzonte , che dopo il primo Matteo, Renzi, ed il secondo Matteo, Salvini, possa arrivare anche il terzo Matteo, Richetti, in corsa per la segreteria del Partito Democratico . D’altronde si dice che ” non c’è due senza tre”. Se mai dovesse succedere sarebbe una punizione che, nonostante i tanti difetti e colpe degli italiani, sarebbe eccessiva. Verrebbe da chiedersi : cosa abbiamo fatto veramente di male per meritarci un simile flagello?

“Rete Bianca Piemonte: 2 giorni a Susa per il futuro del cattolicesimo politico”

“Due giorni di riflessione politica e culturale per rilanciare, laicamente, la tradizione del cattolicesimo politico italiano e per riscoprire quel ‘civismo’ politico che resta una carta decisiva anche in vista delle prossime elezioni regionali piemontesi. Al convegno di Susa, che si terrà presso la Casa San Francesco il 6 e 7 ottobre, intervengono politici, intellettuali, giornalisti ed esponenti del mondo associativo e professionale. ‘Le sfide della società contemporanea: globalizzazione, democrazia e cultura’ e’ il titolo del dibattito di sabato pomeriggio aperto da Giampiero Leo con gli interventi di Guido Bodrato, Alberto Chiara, Daniele Ciravegna e Alessio Ferraris. Il sabato sera sarà dedicato al confronto sul profilo politico e culturale di Rete Bianca, il movimento politico nato recentemente a Roma per avviare la ricomposizione dell’area cattolico democratica, popolare e sociale nel nostro paese dopo il tramonto dei partiti plurali e il ritorno delle identità. Domenica mattina il tema ruoterà attorno alla ‘sfida politica dei cattolici popolari nella società contemporanea dopo il voto del 4 marzo: per la presenza e oltre la rassegnazione’. Introdotti da Mauro Carmagnola, intervengono Valentino Castellani, Marco Follini, Giuseppe Sangiorgi e Paolo Viana. Conclude Giorgio Merlo. Il ritorno alla politica attiva dei cattolici democratici e popolari resta il punto centrale del convegno di Susa. E il contributo politico e culturale di Rete Bianca Piemonte rappresenta un momento decisivo ed importante per il rilancio pubblico di questa tradizione ideale”.

SANITA’, BATZELLA (MLI) E OTTRIA (LEU): STABILIZZAZIONE MEDICI PRECARI 118 E’ GRANDE VITTORIA.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMOAccogliamo con entusiasmo la decisione annunciata oggi dall’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, di voler stabilizzare con contratti a tempo indeterminato gli 80 medici precari del 118. Finalmente la situazione si è sbloccata, segno che il lungo lavoro che abbiamo fatto finora accanto ai medici è servito”. Lo affermano in una nota congiunta i consiglieri regionali Stefania Batzella (Movimento Libero Indipendente) e Walter Ottria (Liberi e Uguali), che lo scorso marzo avevano presentato in Aula una mozione – a prima firma Batzella e sottoscritta anche da consiglieri di altre forze politiche – con cui si chiedeva alla Giunta di mettere in atto il percorso normativo più idoneo per arrivare alla stabilizzazione. “Con questo provvedimento – spiegano Ottria e Batzella – viene finalmente riconosciuto l’impegno e il lavoro svolto quotidianamente e con grande professionalità dai medici del 118, molti dei quali sono precari da 8-10 anni. Siamo felici di aver lavorato per lungo tempo e con determinazione accanto a loro e di aver contribuito attivamente affinché i loro diritti fossero riconosciuti e venisse garantita la continuità di un servizio essenziale per i cittadini”.

Alternativa, parola magica?

In politica l’alternativa non va predicata ma, di norma, va praticata e coltivata
La bella manifestazione organizzata dal Pd a Piazza del Popolo a Roma, al di là dei numeri annunciati un po’ a caso e come sempre capita, e’ stato comunque un momento importante che può invertire la tendenza politica disastrosa che ha guidato quel partito per oltre 4 anni. Con un accordo politico quasi unanime, come tutti sanno e come è bene sempre ricordare. Malgrado oggi molti fingano di non ricordare quello che è capitato concretamente per molto tempo. Ma, memori del vecchio detto “chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato e scordiamoci il passato”, adesso si tratta di capire se un’alternativa dichiarata ripetutamente dal segretario protempore di quel partito e ripetuta con forza di fronte agli iscritti accorsi a Roma, diventa la piattaforma concreta per dar vita realmente ad una alternativa politica, culturale e programmatica. Ci sono, al riguardo, 2 condizioni decisive per evitare gli errori del passato e, al contempo, per inaugurare una nuova fase della politica italiana.
Innanzitutto e’ tramontata definitamente la cosiddetta “vocazione maggioritaria” del Partito
democratico. Un partito che, al di là della convocazione pubblica degli iscritti, non è più in grado di porsi come un soggetto egemone e maggioritario nella politica italiana. Dovranno prendere atto, al di là dei sondaggi terrificanti che li raggiungono, che il Pd non è più quel soggetto politico capace di rappresentare la stragrande maggioranza dei cittadini italiani sotto le sue bandiere. E tutti sanno anche, al riguardo, che da quelle parti si confrontano, legittimamente, due strategie politiche alternative e difficilmente componibili, salvo silenziarne una delle due. E cioè, quella renziana e quella che va sotto il nome della rinascita della sinistra post comunista. Vedremo. La seconda considerazione, altrettanto importante e decisiva, riguarda la capacità delle culture
politiche riformiste e costituzionali di dar vita a soggetti politici capaci di contribuire a creare un‘alleanza politica riformista e di governo autenticamente alternativa a chi punta a radicalizzare lo scontro politico e a dividere il paese. A cominciare dalla tradizione cattolico democratico e cattolico popolare. Sarà solo il dibattito politico concreto a dirci se questa doppia sfida politica sarà perseguita sino in fondo o se, invece, prevarranno ancora una volta i vecchi difetti e le ormai
collaudate degenerazioni. Come sempre, sarà solo la politica a sciogliere i nodi.
Giorgio Merlo

SCONTRI TORINO, MONTARULI-MARRONE (FDI): “PERCHÉ NON VENGONO SGOMBERATE OCCUPAZIONI ABUSIVE?”

INTERROGAZIONE PARLAMENTARE AL MINISTRO SALVINI
“Il ritrovamento di droga nell’occupazione abusiva di corso Novara dove vive la maestra antagonista, celebre per aver minacciato di morte la polizia ad un corteo violento, segue di un giorno il sequestro di cocaina e hashish all’interno di un’altra occupazione, sempre antagonista e sempre nel quartiere Barriera, l’ex Dazio. Operazione in cui una donna ha aggredito con un coltello la polizia di fronte al figlio minorenne. Perché non vengono sgomberate le occupazioni abusive antagoniste dove le Forze dell’Ordine trovano droga e violenza?” Si domandano Augusta Montaruli, parlamentare torinese di Fratelli d’Italia, e Maurizio Marrone, dirigente nazionale FDI, che annunciano “Presenteremo alla Camera un’interrogazione al Ministro Salvini per capire come viene applicata a Torino la sua circolare sugli sgomberi. I centri sociali che nascondono spaccio di stupefacenti e violenza contro le divise dentro le occupazioni abitative dovrebbero essere in cima alla lista: non vorremmo mai che venissero risparmiati solo per le esplicite simpatie nei loro confronti da parte dei grillini torinesi, che in passato avevano solidarizzato anche con la maestra antagonista nota per minacce, violenza e oggi pure per droga”.

OLIMPIADI 2026 – VIGNALE (MNS): MOZIONE PER GARANTIRE ALLE VALLI ALPINE LA CANDIDATURA 

“Si impegna il Presidente Chiamparino a perseguire tutte le soluzioni utili per affermare la candidatura dei Comuni olimpici, disponibili a condividere l’organizzazione, per ospitare in Piemonte le Olimpiadi delle Alpi”, questa la richiesta dell’ordine del giorno presentato dal presidente del Movimento Nazionale per la Sovranità, Gian Luca Vignale e che oggi ha ottenuto il parere favorevole della giunta e dell’intera maggioranza consiliare. “Dopo che il Sindaco Appendino ha preferito rinunciare alle Olimpiadi del 2016 piuttosto che perdere la propria maggioranza – sbotta Vignale – diventa indispensabile il ruolo della Regione e dei sindaci dell’arco alpino olimpico piemontese”. “Nulla è ancora perduto – dichiara il presidente del gruppo consiliare MNS – e ora non bisogna perdere tempo prezioso in polemiche o giudizi. Le responsabilità sono evidenti, ma ora bisogna agire uniti per provare a dare al Piemonte un’occasione unica come i giochi olimpici. Per questo serve che Chiamparino, anziché stare alla finestra, tiri fuori la voce e assuma il ruolo di governatore che gli è stato affidato. Esattamente come Zaia è riuscito ad inserire Cortina, così il presidente della regione Piemonte oggi può ancora lavorare per sostenere la candidatura delle Valli Olimpiche”. “Nonostante in molte occasioni non ho mancato di attaccare lui e la sua Giunta –continua Vignale – se sarà necessario sarò al fianco suo e dei sindaci dei comuni olimpici”. “Il Coni può ancora modificare il documento – conclude -. Né Milano né Cortina hanno gli impianti oggi perfettamente operativi delle vallate olimpici. Perdere questo patrimonio e doverne costruire di nuovo sarebbe una scelta scellerata e dispendiosa. Ma serve una voce ferma e determinata che riesca a far capire al Coni per quale motivo il Piemonte può essere l’elemento più importante della candidatura italiana”.

L’ordine del giorno, infine, invita la città di Torino – senza alcun onere per le casse comunali – a mettere a disposizione gli impianti ex-olimpici per poter ospitare le discipline del ghiaccio.

Il testo sarà approvato nella prossima seduta consiliare.

 

 

 

Delrio, la riforma delle Province e il caso di Biella

Graziano Delrio è uno dei dirigenti di punta del Pd. É Presidente del gruppo dei deputati dem, un ruolo tra i più importanti. È stato Sindaco di Reggio Emilia, un incarico che credo abbia svolto con impegno, competenza, passione. Credo sia stato lui a chiedere e ad ottenere la fermata dell’Alta Velocità a Reggio Emilia. É stato uno dei principali collaboratori di Renzi e credo che  la sua serietà  e il suo stile, molto diversi da quello del Capo, abbiano  contribuito a dare credibilità alla prima fase del Renzismo. Se giudichiamo i fatti però, non penso proprio  che lo stesso giudizio possa essere espresso sulla sua esperienza di Ministro e di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Ne’ come Ministro dei Trasporti anche se fatto certamente meglio di  Maurizio Lupi ( ma ci voleva poco), né come artefice della riforma delle Province che è stata un fallimento. Era stata presentata come la prima di una serie di riforme che avrebbero dovuto segnare la stagione del renzismo e cambiare il volto delle istituzioni, ma si è rivelata un flop. Lo dimostrano i fatti.  Nelle intenzioni la riforma delle Province avrebbe dovuto liberarci da un Ente inutile, ridurre i costi della politica, liberare risorse da destinare non più ” alla casta” ( detto da un Partito che governava la maggioranza delle Province Italiane è il segno di quanto diffusa sia l’antipolitica ) ma ai servizi. I risultati concreti sono sotto gli occhi di tutti come dimostra l’esperienza Piemontese. Una parte del personale é passato alle dipendenze della Regione a seguito della ri-centralizzazione delle competenze. Un’altra a quelle della Agenzia Piemonte Lavoro. Alle Province, che non sono state abolite come tutti hanno potuto constatare e come invece si era cercato di far credere, sono state negate le risorse per gli investimenti necessarie per gestire le competenze residue che gli sono rimaste. La qualita’ dei servizi è peggiorata. Esagero? Mi si dimostri il contrario. Per effetto delle norme contenute nella Delrio, la Provincia di Biella rischia il Commissariamento. Il fatto é che tutto ciò era prevedibile, soprattutto da parte di chi come Delrio aveva cognizione della realtà rappresentata da Comuni e Province; oppure da parte di quegli amministratori Regionali e Locali che invece hanno preferito assecondare la narrazione renziana. Oggi ne paghiamo le conseguenze senza che nessuno tra coloro che ci spiegavano che ” non capivamo” abbia ancora avuto l’umiltà di dichiarare che si la riforma è stata un errore; presupposto per risalire la china.

 

Wilmer Ronzani