POLITICA- Pagina 560

Scorie nucleari, il Piemonte scrive ai ministeri

Con una lettera inviata ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, il Piemonte chiede al governo una rapida decisione per la costituzione del deposito nazionale di scorie nucleari. Anche perché la mappa dei siti ritenuti idonei ad ospitare tali depositi nucleari non è ancora pronta. Lo ha riferito  l’assessore all’Ambiente Alberto Valmaggia ai commissari della quinta Commissione, presieduta da Silvana Accossato. “I due ministeri interessati – ha spiegato Valmaggia – sono ancora in attesa di ricevere l’approvazione del dossier relativo alla mappatura dei siti nucleari da parte della Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) incaricata di riesaminare il relativo dossier, tenendo conto delle recenti modifiche apportate”.Per questo motivo la Regione, che non ha ricevuto comunicazioni da parte ministeriale, si è attivata inoltrando una lettera. Nel documento si evidenzia l’assoluta necessità di giungere celermente all’approvazione del programma nazionale per la gestione del combustibile esaurito e dei rifiuti radioattivi, riavviando il percorso finalizzato alla costruzione del sito nazionale.La nostra regione ha sul proprio territorio tutte le tipologie di impianti e l’inventario radiologico più elevato, con circa l’80% del totale nazionale in termini di attività.Nel corso del dibattito sono intervenuti sull’argomento i commissari Giorgio Bertola e  Mauro Campo (M5s), Roberto Ravello (Fratelli d’Italia) e Andrea Fluttero (Fi) che hanno sottolineato la necessità di intervenire sulla messa in sicurezza degli impianti, sul loro recupero e sulle modalità di intervento del materiale radioattivo italiano detenuto da altri Paesi.In seduta congiunta la stessa quinta Commissione e la Commissione speciale per la promozione della cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi (presidente Giorgio Bertola) – conclusa la serie di audizioni – hanno deciso di redigere in tempi brevi una relazione condivisa all’unanimità dai commissari. Accossato si è dichiarata soddisfatta dell’operato della Commissione di indagine: “Abbiamo compiuto un approfondimento del fenomeno ed è stata l’occasione per comprendere meglio un settore importante dell’economia circolare”.Bertola si è detto favorevole alla stesura di una relazione finale unanime da rendere pubblica: “Può servire da stimolo per l’individuazione delle giuste soluzioni per fermare o sminuire il fenomeno”.

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PSICHIATRIA, VIGNALE (MNS): “DELIBERA CHE RIPORTA IL FAR WEST NELLA DOMICILIARITÀ PSICHIATRICA. CHI NE BENEFICIA?”

“Tanto tuonò che piovve e dopo una errata e osteggiata delibera sulla residenzialità psichiatrica a fine agosto sfruttando il silenzio vacanziero Saitta e Chiamparino approvano una delibera ancor peggiore che porterà il sistema della domiciliarità psichiatrica nel far west” lo dichiara il presidente del gruppo regionale Mns.

Vignale fa riferimento alla DGR n. 116 “Disposizioni per l’avvio della sperimentazione inerente i progetti terapeutici individuali di domiciliarità e sostegno territoriale integrato per i pazienti psichiatrici” approvata lo scorso 31 agosto dalla giunta regionale. ” Si tratta di una delibera – spiega Vignale- che riporta il sistema dell’assistenza psichiatrica indietro di trent’anni e che riporta la gestione della residenzialità psichiatrica al far west. Totale assenza di accreditamento, mancata definizione dei costi e del budget regionale, imposizione dei luoghi di cura e assoluta mancanza di regole sono solo alcuni dei punti più critici dell’ultimo atto di Saitta e Chiamparino”. “A questo si aggiunge – sottolinea Vignale – l’inversione ad U sul fondamentale diritto della scelta di cura di ciascun paziente. Se infatti eravamo finalmente riusciti ad ottenerlo, con questa delibera pazienti, famiglie e associazioni e Comuni non solo saranno obbligati a compartecipare alla spesa ma in più non avranno più alcuna voce sulla struttura di cura. In più nel testo non viene ma indicato un valore economico per le singole prestazioni. Questo significa che un domani che le famiglie a seconda del DSM di riferimento potranno pagare cifre differenti per le stesse prestazioni. A tutto questo si aggiunge l’assenza di accreditamento delle strutture residenziali. Imposizioni, costi e totale assenza di regole, ecco cosa la Regione ha in serbo per le migliaia di pazienti psichiatrici piemontesi”. “Paradossale appare poi – aggiunge – che nonostante in Regione esista un tavolo sulla psichiatria, composto da Asl, associazioni, terzo settore e Comuni, nelle poche riunioni svolte la giunta non abbia mai fatto menzione della volontà o anche solo dell’ipotesi di deliberare in merito” Sia chiaro – sottolinea Vignale – , ho più volte denunciato che uno fra i tanti limiti della DGR 29 fosse proprio l’assenza di strumenti alternativi alla residenzialità psichiatrica, al reinserimento sociale e alle politiche di sostegno lavorativo (borse lavoro e tirocini formativi), ma quanto è contenuto nella citata DGR sembra più l’aver assecondato la richiesta di qualche operatore che non rispondere ad una reale necessità”. ” Le contrarietà a questa delibera – dice – sono infinite. Dall’assenza di confronto con operatori e famiglie, alla disomogeneità tra i Dipartimenti, alla modalità amministrativa assunta per la definizione del testo. Il testo è infatti un atto di programmazione di competenza del Consiglio regionale che anziché passare per il voto d’aula è finito sul tavolo di giunta. Se ci si è resi conto che la DGR 29 è un fallimento si abbia il coraggio di cambiarla. Garantire un sistema integrato di residenzialità e domiciliarità con due principi assolutamente contrastanti è schizofrenia politica grave”. “Settimanalmente verificheremo – conclude Vignale – i soggetti che hanno beneficiato di questa delibera agostana e nella Commissione sanità di lunedì prossimo chiederemo spiegazioni in merito all’assessore Saitta”.

“Donne, denunciate le violenze”

L’assessora ai Diritti e alle Pari opportunità, Monica Cerutti, ritiene che le donne vittime di violenza non debbano aver a paura a denunciare queste situazioni. “Non mi stanco di dire, a tutte le donne, che dal 2016 la Regione Piemonte ha una nuova legge a tutela delle vittime di maltrattamenti. Non aspettate che sia troppo tardi! Denunciate! Chiamate il 1522 – sostiene Cerutti – I nostri Centri antiviolenza vi possono assistere e, se necessario, abbiamo posti nelle case rifugio, oltre a un fondo che vi aiuterà a sostenere le spese legali. Il nostro ente sta inoltre sostenendo finanziariamente la rete contro la violenza della Città metropolitana e auspica che possa consolidarsi ed essere sempre più efficace”.

GG – www.regione.piemonte.it

“Proxima” ai Murazzi dall’11 al 16 settembre

“Per un futuro di cui non avere paura”

  
  
RICEVIAMO E PUBBLICHIAMODopo il successo dell’edizione 2017 torna a Torino il Festival nazionale Proxima, ideato da Sinistra Italiana – Leu. Da martedì 11 a domenica 16 settembre 2018 i Murazzi del Po vedranno alternarsi incontri, dibattiti, workshop, proiezioni all’aperto, teatro e concerti. 
  
Proxima è un festival politico e culturale, uno spazio popolare che per una settimana nel capoluogo piemontese sarà un laboratorio a cielo aperto sulle grandi trasformazioni sociali e tecnologiche in corso, dove ci si confronterà sulla stagione politica che sta vivendo il nostro Paese con l’avanzare minaccioso delle tendenze xenofobe della destra al governo. 
  
Proxima sarà l’occasione per trovare le parole di una sinistra che riprende forza e coraggio nel futuro. Proxima sarà il luogo per individuare  percorsi di un progetto di trasformazione e di soluzioni per un futuro diverso.  Moltissimi gli appuntamenti che si alterneranno durante le giornale di Proxima, con tantissimi ospiti presenti. Delle tante adesioni, tra gli artisti ne anticipiamo due: mercoledì 12 settembre l’attore Paolo Rossi porta sul palco “Storie di giorni dispari” insieme a Vincenzo Costantino “Cinaski”; venerdì 14 settembre protagonista del live è Diodato, cantautore che nel 2018 ha partecipato a Sanremo insieme a Roy Paci con il brano “Adesso”.  Tra i molti ospiti che prenderanno parte ai dibattiti segnaliamo la partecipazione di Marilena Grassadonia (Presidente delle Famiglie Arcobaleno), Michela Murgia (scrittrice) e Veronica Alfonsi (Proactiva Open Arms). Saranno poi presenti Susanna Camusso (Segretaria Generale Cgil) e Francesca Re David (Segretaria Generale Fiom), Erasmo Palazzotto e Nicola Fratoianni (Deputati Leu).  “In un momento in cui le spinte più identitarie e oscurantiste sembrano egemoni, abbiamo più che mai bisogno di tante forme di opposizione civile e politica” – dichiara Marco Grimaldi, segretario regionale Sinistra italiana e organizzatore del Festival. 

La Regione e i centri per le famiglie

La decisione della Regione Piemonte di proseguire l’azione di consolidamento ed ampliamento delle attività svolte negli ultimi anni dai Centri per le famiglie rappresenta per l’assessore alle Politiche sociali, Augusto Ferrari, “un altro tassello per perseguire la promozione delle politiche familiari in linea con quanto previsto dalla strategia programmatica denominata “Patto di sviluppo di comunità solidali”: favorire la famiglia nello svolgimento delle sue funzioni sociali, programmare e valorizzare le risorse di solidarietà della rete parentale, delle funzioni educative e della corresponsabilità dei genitori negli impegni di cura e di educazione dei figli, prevenire il disagio minorile”. “Il nostro obiettivo strategico – puntualizza Ferrari – è potenziare e promuovere i Centri per le famiglie integrati con i servizi alla prima infanzia, e costruire così luoghi aperti di partecipazione della cittadinanza tutta, per incoraggiare la progettualità e la capacità di intercettare nuovi bisogni. Gli interventi a favore delle famiglie e delle responsabilità genitoriali devono essere realizzati nell’ambito di reti territoriali, formate dagli enti titolari dei Centri per le famiglie e delle funzioni socio-assistenziali presenti sul territorio di riferimento, i consultori pediatrici e familiari, gli altri servizi socio-sanitari ed educativi, le associazioni e le realtà del terzo settore presenti sul territorio presenti ed impegnate nel settore specifico di intervento”.

 

GG – www.regione.piemonte.it

(foto: il Torinese)

In politica le sigle e simboli contano ancora

In politica le sigle e i simboli contano ancora. Lo dico perché nell’attuale stagione politica italiana l’alternativa alla maggioranza pentaleghista difficilmente la possono costruire quei partiti e quelle sigle che sono state delegittimati dal voto elettorale prima e dalla considerazione comune dei cittadini poi. Non è una affermazione fuori luogo quella secondo la quale in politica si è credibili anche quando le rispettive sigle sono ancora credibili. Il Partito democratico da un lato e Forza Italia dall’altro difficilmente riusciranno a guidare nel futuro una alternativa politica. E il motivo di fondo è riconducibile alla perdita di credibilità politica e di autorevolezza culturale di questi soggetti politici in questi ultimi anni. Sul fronte dell’ex centro sinistra il Pd attuale, soprattutto dopo la lunga stagione “personale” di Renzi alla guida del partito, non è più il punto di riferimento esclusivo di questo campo politico. La rottura con larghi settori dell’elettorato tradizionale della sinistra e del centro sinistra ha isolato il Pd a livello nazionale. Sia nei confronti del suo elettorato e anche dei suoi potenziali alleati politici, culturali e sociali. Una situazione che sarà difficile rimontare se non a lunga scadenza.Stesso discorso, se non peggio, tocca a Forza Italia. Dopo il tracollo elettorale e politico di questi ultimi anni, ormai l’egemonia politica, culturale e programmatica di quel campo la esercita in modo quasi esclusivo la Lega salviniana. Per Forza Italia, salvo miracoli pur sempre possibili, non resta che quello di giocare un ruolo puramente ornamentale se non periferico. Ecco perché una nuova fase politica non può ripartire da sigle e simboli che, piaccia o non piaccia, rischiano di essere sorpassati dalla storia e dalla irruzione di nuovi soggetti politici. Del resto, anche con le migliori intenzioni, le sigle e i simboli che non riescono più ad intercettare le istanze, le domande e i cambiamenti che attraversano la società non riusciranno ad essere l’avanguardia di nuovi processi politici e costituenti.Siamo in una fase politica, appunto, costituente. Soprattutto a livello politico. Nuovi soggetti si imporranno. Ecco perché il cattolicesimo politico adesso deve “scendere in campo”. Con modalità organizzative nuove rispetto al passato ma con quel coraggio, quella determinazione e quella coerenza politica e culturale che hanno sempre contraddistinto la miglior tradizione cattolico democratica, cattolico popolare e cattolico sociale del nostro paese.

GIORGIO MERLO

“Dopo l’Eclissi”. A Torino torna Proxima

“Per un futuro di cui non avere paura”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO – Dopo il successo dell’edizione 2017 torna a Torino il Festival nazionale Proxima, ideato da Sinistra Italiana – Leu. Da martedì 11 a domenica 16 settembre 2018 i Murazzi del Po vedranno alternarsi incontri, dibattiti, workshop, proiezioni all’aperto, teatro e concerti.

Proxima è un festival politico e culturale, uno spazio popolare che per una settimana nel capoluogo piemontese sarà un laboratorio a cielo aperto sulle grandi trasformazioni sociali e tecnologiche in corso, dove ci si confronterà sulla stagione politica che sta vivendo il nostro Paese con l’avanzare minaccioso delle tendenze xenofobe della destra al governo.

Proxima sarà l’occasione per trovare le parole di una sinistra che riprende forza e coraggio nel futuro. Proxima sarà il luogo per individuare percorsi di un progetto di trasformazione e di soluzioni per un futuro diverso. Moltissimi gli appuntamenti che si alterneranno durante le giornale di Proxima, con tantissimi ospiti presenti. Delle tante adesioni, tra gli artisti ne anticipiamo due: mercoledì 12 settembre l’attore Paolo Rossi porta sul palco “Storie di giorni dispari” insieme a Vincenzo Costantino “Cinaski”; venerdì 14 settembre protagonista del live è Diodato, cantautore che nel 2018 ha partecipato a Sanremo insieme a Roy Paci con il brano “Adesso”. Tra i molti ospiti che prenderanno parte ai dibattiti segnaliamo la partecipazione di Marilena Grassadonia (Presidente delle Famiglie Arcobaleno), Michela Murgia (scrittrice) e Veronica Alfonsi (Proactiva Open Arms). Saranno poi presenti Susanna Camusso (Segretaria Generale Cgil) e Francesca Re David (Segretaria Generale Fiom), Erasmo Palazzotto e Nicola Fratoianni (Deputati Leu). “In un momento in cui le spinte più identitarie e oscurantiste sembrano egemoni, abbiamo più che mai bisogno di tante forme di opposizione civile e politica” – dichiara Marco Grimaldi, segretario regionale Sinistra italiana e organizzatore del Festival.

PICHETTO (FI): “DOPO IL FALLIMENTO DELLA SINISTRA DI CHIAMPARINO I PIEMONTESI VOGLIONO IL CAMBIAMENTO”

“IL CENTRODESTRA PUÒ E DEVE RACCOGLIERE LA SFIDA. TIRIAMOCI SU LE MANICHE”

“Dopo i fallimenti dell’amministrazione regionale della sinistra di Chiamparino che ha portato il Piemonte ad essere fanalino coda alle regioni del nord produttivo per disoccupazione, servizi sanitari, sicurezza, difesa del suolo ed infrastrutture i cittadini piemontesi vogliono un cambiamento. La sinistra ha fallito e non ha più nulla da dire e da dare, i Movimento 5 stelle sta miseramente fallendo a Torino dimostrando la totale mancanza di concretezza e la impreparazione della sua classe dirigente”. Ad affermarlo il coordinatore regionale di Forza Italia Gilberto Pichetto.

“Tocca al centrodestra nella sua composizione più ampia e completa di Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia e società civile, raccogliere le aspettative di cambiamento dei piemontesi offrendo proposte chiare ed incisive per far tornare la nostra Regione tra le locomotive d’Italia, con più lavoro per i piemontesi, più sicurezza, una sanità efficiente che comprenda un sistema esteso di servizi alla popolazione che invecchia, infrastrutture moderne e sicure. Questo centrodestra può contare su una classe dirigente ampia e diffusa di Sindaci, amministratori comunali e provinciali che hanno fatto esperienza sul territorio ed ha entusiasmo, energie e competenza da mettere al servizio del nostro Piemonte”.

“I piemontesi ci chiedono di superare le piccole schermaglie politiche e personalistiche e di “tirarci su le maniche” per preparare seriamente e per tempo il nostro progetto per il rilancio del Piemonte. Ritengo sia ora che il nostro qualificato gruppo consigliare regionale, in armonia con Lega, Fratelli d’Italia e tutte le energie civiche disponibili, inizi fin da settembre a lavorare per mettere nero su bianco un “Contratto con i piemontesi” che comprenda pochi, chiari ed incisivi obiettivi da proporre ai cittadini della nostra regione per far ripartire il nostro Piemonte. Rimbocchiamoci le maniche!”

 

(foto: il Torinese)

Rete Bianca, ora serve un soggetto unitario

Il voto spartiacque del 4 marzo e’ stato ormai metabolizzato. Non discusso e approfondito dalla sinistra e dal Pd per ovvi motivi ma sufficientemente chiaro nelle sue conclusioni.

Tramonto dei partiti plurali da un lato – nello specifico l’esperienza politica e culturale del Partito democratico e di Forza Italia – e ritorno delle identità culturali dall’altro, rappresentano i due capisaldi essenziali del dopo voto. E’ persin naturale che di fronte ad un quadro del genere ridiventano centrali le culture politiche, seppur riviste e modernizzate rispetto al passato. Ma se la destra finalmente ha messo le sue carte in tavola, se la sinistra post ideologica sta per tornare in campo, se il populismo anti sistema si sta consolidando sempre di più, e’ del tutto naturale che anche la tradizione – storica e nobile – del cattolicesimo democratico, sociale e popolare italiano ridiventi protagonista nello scenario politico del nostro paese. Ora, al di là della forte consapevolezza nell’area cattolica italiana per un ritorno all’impegno politico diretto e militante, credo sia venuto anche il momento per sciogliere definitivamente un nodo. Tutto politico, al di là delle scadenze elettorali sempre dietro l’angolo nel nostro paese. E il nodo e’ rappresentato dalla necessità di ricomporre l’articolato e composito mosaico della galassia cattolico popolare e cattolico democratico disseminata in tutta la periferia italiana. Mi riferisco, nello specifico, alla necessità quasi imperativa di superare quella frammentazione e quella dispersione che sono all’origine dell’attuale irrilevanza e debolezza della presenza politica contemporanea dei cattolici italiani. Non mi riferisco a chi ha già scelto il Pd – un partito ormai sempre più virtuale e sempre più decadente – o si sente perennemente arruolato in Forza Italia o in altri partiti.

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Per costoro e’ giusto e legittimo proseguire quelle esperienze. Anche se ormai del tutto testimoniale
nonché politicamente improduttiva. Ora si tratta, quindi, di ricomporre tutte quelle esperienze – a
prescindere dalla loro provenienza – che non si sentono più rappresentate dagli attuali attori politici,
sia quelli tradizionali sia quelli più recenti, e che richiedono a gran voce la presenza di un nuovo
soggetto politico. Ovvero di un partito laico, popolare, riformista, di governo, democratico e anche
e soprattutto di ispirazione cristiana. Questi segmenti, mondi vitali, realtà associative, gruppi
culturali e di impegno politico hanno il dovere morale di riunirsi nel medesimo soggetto politico.
Rete Bianca, il movimento politico nazionale nato per aiutare e favorire questa “ricomposizione”
dell’area cattolico popolare può e deve svolgere al riguardo un ruolo decisivo per rafforzare e
consolidare questa presenza nella cittadella politica italiana. Il tempo ormai è scaduto, come si
suol dire. È perfettamente inutile pensare che il futuro si limiti ancora a giocare un ruolo puramente
testimoniale che rischia di diventare sempre più marginale e periferico rispetto alla concreta
evoluzione della politica italiana. Adesso è indispensabile, nonché utile, uno strumento politico unitario, culturalmente caratterizzato e politicamente organizzato per declinare un progetto che non può più essere rinviato. Non per il bene dei cattolici, ma per rafforzare la qualità della nostra democrazia, per ridare credibilita’ alle nostre istituzioni e, soprattutto, per un nuovo progetto politico che sappia perseguire realmente e autenticamente il “bene comune”. Senza arroganza e senza presunzione ma con la consapevolezza che questa cultura e questo progetto politico devono finalmente uscire allo scoperto per tornare laicamente protagonisti.

Giorgio Merlo

“Bosso Monti, 80 allievi senza una classe fino a Natale”

“La succursale di via Perrone è stata oggetto del mio impegno e del mio lavoro negli ultimi mesi ed è un caso tipico di un patrimonio scolastico cittadino che necessita interventi urgenti. La mia solidarietà va anche alla Circoscrizione 1, che dovrà probabilmente ridimensionare i servizi ospitati nel complesso di via Meucci”

Dicembre 2017-dicembre 2018: dodici mesi. Se tutto andrà bene, tanto ci vorrà perché 80 ragazzi della succursale di via Perone dell’Istituto Bosso Monti possano tornare a frequentare le lezioni in aule loro appositamente dedicate (quelle che si stanno predisponendo nella sede di via Meucci con i 100mila euro messi a disposizione della Città Metropolitana). Al momento, causa caduta dell’intonaco lo scorso dicembre, gli alunni delle cinque aule inagibili sono divisi in diversi ambienti del complesso di via Meucci e nella struttura di via Perrone, oggetto di un mio sopralluogo all’inizio di quest’anno. In via Perrone trecentocinquanta ragazzi divisi in quindici classi seguono, ogni mattina, le lezioni in aule spesso anguste e inadeguate, in condizioni di sicurezza non certo ottimali. Gravi risultano soprattutto le condizioni di alcuni ambienti e di alcuni controsoffitti, così come dei servizi igienici; alcune aule sono solo parzialmente agibili; del tutto precluso, invece, è l’accesso all’ultimo piano. Parliamo di Istituto Bosso-Monti in quanto tale, ma anche in quanto esempio di quanto succede in diversi altri istituti torinesi. Esprimo la mia solidarietà anche alla Circoscrizione 1 e al suo Presidente Massimo Guerrini. La Circoscrizione sarà infatti, probabilmente, costretta a ridimensionare i servizi relativi alla Sottocommissione Disabilità e agli Uffici Cultura, Sport e Bilancio, già ospitati in via Meucci.

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Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.