“Dopo le aggressioni avvenute al Moi nei mesi scorsi, la protesta in piazza a Rivalta un paio di giorni fa, ora l’episodio del giovane senegalese che alcuni giorni fa a Rivarolo ha aggredito a colpi di pietra e ha minacciato con un coltello un mediatore culturale della Costa d’Avorio. Il ripetersi di questi fatti non è un buon segnale e mette a rischio l’ordine pubblico e l’incolumità delle persone”. E’ quanto sostiene il consigliere regionale di Forza Italia Andrea Tronzano. “Se nel caso della protesta dei profughi, quelli accertati e non presunti, per un possibile trattamento non consono ai loro diritti è giusto fare le verifiche necessarie, si deve invece essere inflessibili con chi delinque, perché non è accettabile la presenza di chi usa la violenza – aggiunge -. Nella richiesta che presenterò alla Giunta regionale per avere un quadro sulla situazione migranti nelle strutture di accoglienza in Piemonte chiederò anche quanti episodi di violenza e di protesta si sono verificati nel tempo e quali provvedimenti sono stati assunti”.
Ho chiesto di poter audire in Commissione i diversi portavoce dei residenti, che per Madonna di Campagna chiedono sicurezza e decoro, ma ottengono indifferenza. Chiedono anche pulizia, ma l’Amiat ha un’idea diversa: “Nulla di particolarmente grave, da questo punto di vista”.
Venerdì sera la mia presenza alla “Sesta passeggiata per la legalità”. Oggi la discussione in Consiglio Comunale della mia interpellanza sui problemi di Spina Reale. Nelle prossime settimane, come da mia richiesta, l’audizione in Commissione dei portavoce dei cittadini. Un impegno necessario, dal momento che i diversi problemi del quartiere sono lungi dall’essere risolti. I cittadini vogliono telecamere, chiedono attenzione per il quartiere, pretendono impegno per la sicurezza. Non si può lasciare allo spontaneismo e all’improvvisazione un tema tanto importante: in molti, specialmente di sera, hanno paura a uscire di casa. Madonna di Campagna non era tra le cosiddette “periferie” tanto coccolate in campagna elettorale? Mancanza di sicurezza, mancanza di pulizia, carenza nella manutenzione degli spazi comuni, del verde e degli arredi urbani. Questi i principali problemi della zona. Dall’Assessore Finardi (la cui risposta in Aula, peraltro, comprendeva contenuti prodotti dagli Assessori competenti per le diverse deleghe coinvolte) mi sarei aspettato una replica più precisa e attenta. Mi sono dichiarato non soddisfatto. Amiat e io, in particolare, continuiamo ad avere una diversa percezione dei fatti, o perlomeno una diversa concezione del significato del termine “pulizia”. “In seguito a un recente sopralluogo, Amiat non ha rilevato particolari condizioni di sporcizia, e le foto allegate lo testimoniano”, ha letto in Aula l’Assessore. Evidentemente, io faccio sempre sopralluoghi e foto un attimo prima del passaggio di Amiat, e Amiat un attimo dopo, quando il problema non c’è più.
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Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Il Consiglio Comunale ha approvato, questo pomeriggio, una mozione presentata dal consigliere Fabrizio Ricca (Lega Nord), che impegna la Sindaca a “dare indicazioni al rappresentante della Città nel Consiglio direttivo della Fondazione Torino Musei, di porre la questione relativa alla riduzione dello stipendio del Segretario Generale della Fondazione stessa”, prima della pubblicazione del nuovo bando per la scelta del nuovo Segretario. Per Ricca, il provvedimento rappresenta un segnale alla Città che segna l’inizio del cambiamento di politica sul sistema culturale torinese.Massimo Giovara (Mov5Stelle) ha espresso un giudizio favorevole sull’atto sottolineando come in momenti di difficoltà, come quello vissuto dalla Fondazione, sia facile tagliare sul personale, meno sugli stipendi dei vertici. Quando si parla di comunità, ha evidenziato, occorre fare appello anche alla solidarietà.E leonora Artesio (Torino in Comune – La Sinistra) considera ipocrisia un tale provvedimento con una modalità di consenso non ascrivibile all’oggetto della mozione ma riferita a un nuovo clima politico che si sta creando. Un provvedimento simile, ha affermato, ha senso solo nell’ambito di un quadro generale di riduzione dei costi degli stipendi dei vertici di tutte le fondazioni culturali torinesi.La mozione ha ottenuto 23 voti a favore e 1 astenuto.
www.comune.torino.it
Nuovo governo: quanti oceani tra il dire e il fare
<<Torino persevera a calpestare i diritti dei bambini con la trascrizione di genitori dello stesso sesso. A distanza ormai di settimane dal primo provvedimento del sindaco ancora aspettiamo le risposte di ministero e prefetto da noi sollecitate. I provvedimenti vanno annullati.>> dichiara Augusta Montaruli deputato di Fratelli d’ Italia << Se non vi è intenzione il Ministero dica il perché e qualcuno si prenda le responsabilità di questa violazione del diritto dei minori di avere una mamma e un papà. Non intendiamo cedere sul fronte dei diritti di chi non ha voce. C è anche un’interrogazione parlamentare a mia firma. Il Ministro prenda carta e penna.>> Maurizio Marrone dirigente nazionale di FDI prosegue: <<Che nella mentalità grillina i bambini siano oggetto di capricci ideologici invece che soggetti di diritto, esattamente come per il PD, lo abbiamo capito da tempo: ma siamo in uno Stato dove la legge e le istituzioni contano ancora qualcosa? Questa è l’occasione per Prefettura e Governo di dimostrarlo>>
Si è svolta la prima seduta della Commissione di indagine sugli incendi di siti di rifiuti che stanno investendo il Piemonte, fortemente richiesta dai consiglieri di LeU Marco Grimaldi e Valter Ottria e presieduta dalla Presidente della Commissione Ambiente Silvana Accossato. I dirigenti di Arpa Piemonte, auditi in questa occasione, hanno illustrato il programma di prevenzione e azioni nella fase operativa per la gestione delle emergenze e nella fase post-operativa successiva alle emergenze. Da una panoramica sugli eventi occorsi negli ultimi anni, risulta che gli incendi su impianti di trattamento rifiuti siano stati sei nel 2015, otto nel 2016, nove nel 2017, ma già sette a maggio del 2018. Nel biennio 2016-2018, su 100 sopralluoghi effettuati, 45 hanno determinato atti di polizia giudiziaria e in 11 casi si ipotizza un reato. Le tabelle presentate da Arpa (comprensive di data dell’evento, Comune, soggetto interessato, tipo di impianto e riferimenti autorizzativi, durata dell’incendio, tipo e quantità di rifiuti interessati, danni e azioni svolte dall’Agenzia) mostrano però una pluralità di casi entro i quali occorre distinguere. Ci sono situazioni legate a eventi fortuiti, che nulla hanno a che vedere con il traffico illecito di rifiuti: fatalità, errori umani, deterioramento dei macchinari o scarsa sicurezza degli impianti possono avere causato molti degli incendi; nell’80 per cento dei casi le cause non sembrano infatti essere criminogene. Tuttavia esistono altri fenomeni: vi sono a livello nazionale criticità legate alla difficoltà di collocamento dei materiali di raccolta differenziata non di qualità, generate da una chiusura da parte della Cina. Ciò potrebbe avere invogliato alcuni gestori a commettere reato bruciando i loro stessi depositi. Infine, la situazione può avere accentuato le azioni criminali da parte di soggetti che hanno approfittato dei provvedimenti di procedura semplificata e dell’assenza di fideiussioni per acquisire capannoni senza costi, facendo pagare per riempirli di rifiuti e poi dileguandosi. L’Arpa ha informato che, nel caso di eventi di natura dolosa, è in atto un’attività di intelligence in sinergia con le altre agenzie regionali e con le forze dell’ordine, grazie a un protocollo con la Procura della Repubblica, per controllare i passaggi di rifiuti illeciti. Si è inoltre impegnata a raccogliere i dati in maniera più statistica e a costituire una commissione tecnica regionale con i vigili del fuoco e i carabinieri, per approfondire meglio i fenomeni. “Bisogna circoscrivere le diverse vicende” – dichiara Grimaldi. – “La Commissione di indagine nasce proprio dagli ultimi fatti avvenuti e dalla notizia delle indagini estese a tutto il territorio piemontese. Occorre capire se e dove vi siano pressioni da parte del mondo criminoso, e se e dove vi siano invece gravi illeciti che tuttavia provengono da un mondo imprenditoriale danneggiato dai costi dello smaltimento. Per questo la vicenda va iscritta in un quadro nazionale: la Commissione antimafia e una Commissione sui reati ambientali dovranno indagare in modo mirato su alcuni settori”.
I cattolici e il proporzionale
di Giorgio Merlo
Era usuale dire nei convegni culturali e storici nella prima repubblica che la proporzionale era lo strumento politico e istituzionale decisivo e discriminante per garantire la presenza dei cattolici popolari e democratici dello scenario politico nazionale. Perche’, si aggiungeva, senza la proporzionale difficilmente quella presenza poteva essere salvaguardata e declinata. Ora, senza sapere cosa sarebbe successo dopo l’uragano di tangentopoli e la fine della seconda repubblica, cioè del bipolarismo tra il vecchio centro sinistra e l’agglomerato forza leghista, non possiamo non riconoscere che quella intuizione politica e culturale era sufficientemente fondata. Ce lo siamo detti molte volte e, purtroppo, e’ un dato oggettivo. Il cattolicesimo politico italiano, che ha segnato una pagina importante e feconda nella vita pubblica del nostro paese, da tempo ormai è caduto in letargo. Per responsabilita’ oggettive e soggettive, come sempre capita. Certo, una situazione che è stata determinata dai sistemi elettorali che, di fatto, hanno costretto quella cultura politica ad attenuare progressivamente la sua identità e la sua specificità. Ma la causa principale e’ dovuta anche al fatto che gli eredi, i protagonisti e tutti coloro che bene o male si riconoscevano in quel filone ideale hanno accettato, inconsapevolmente ed ingenuamente, di cadere in letargo e di ritagliarsi un ruolo di osservatori e di commentatori più che non di attori politici in prima linea. Una situazione che, inesorabilmente, ha contribuito a spegnare quel ruolo politico, culturale e programmatico che è stato giocato per svariati lustri nella vita pubblica italiana. Ecco perché il ritorno, seppur mascherato, del sistema proporzionale da un lato e il fallimento dei partii plurali con il conseguente rafforzamento dei partiti personali dall’altro, può e deve favorire la ripresa di una iniziativa politica di una cultura che adesso, paradossalmente, viene richiesta ed invocata anche da opinionisti e commentatori estranei ed esterni al cattolicesimo politico. Penso a Cacciari, Panebjanco e Galli della Loggia, solo per citarne alcuni. E lo scenario indecente e sempre più indescrivibile a cui abbiamo assistito in queste ultime settimane dopo il voto del 4 marzo rafforza questa richiesta. E cioè, alla politica e alla democrazia italiana serve una cultura, un soggetto politico e una proposta programmatica capace di rilanciare alcuni caposaldi che in questi ultimi anni sono letteralmente scomparsi: dalla cultura delle alleanze al riconoscimento e alla valorizzazione dei corpi intermedi; dalla salvaguardia della democrazia rappresentativa alla conservazione del sistema parlamentare; dalla riaffermazione della centralità della persona al rilancio dei diritti sociali e via discorrendo. Serve, cioè, rilanciare la tradizione del cattolicesimo politico. E chi lo può fare se non i cattolici democratici e popolari dispersi qua e là?