

Il Comune smetta di parlare di straordinari. Sono solo due le misure utili alla risoluzione del problema delle Anagrafi cittadine: o si assumono nuove persone o si spostano dipendenti.
Mantenere gli stessi servizi con meno persone è, semplicemente, impossibile. La parola “innovazione”, di per sé condivisibile e necessaria, sta diventando un paravento per nascondere i problemi. Il problema si risolve allocando risorse e facendo concorsi. Il resto sono parole al vento, come continuare a parlare di “straordinari”. Quando non prese in giro belle e buone. Si aprano concorsi e si assuma. O si sposti personale laddove serve di più. All’Assessore Pisano, che urla “Noi lavoriamo sulle Anagrafi 24 ore su 24” e chiede “ci stiamo impegnando notte e giorno, voi questo lo vedete?” rispondo che noi vediamo i risultati, e i risultati dicono che la situazione è nel caos e servono nuove risorse giovani e formazione.
Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia: “Abbiamo perso gli affitti per anni e gli immobili sono ormai fatiscenti e deprezzati”
“Lasciare in stato di abbandono decine di immobili pubblici, rinunciare all’incasso dei canoni di locazione, permettere il degrado fisico dei locali stessi con un inevitabile deprezzamento del loro valore, rappresenta con ogni probabilità un grave danno erariale”. Così Roberto Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia nel consiglio comunale torinese, ha introdotto oggi la conferenza stampa nella quale ha illustrato l’esposto alla Corte dei Conti che ha preparato per il deposito urgente. “Mi riferisco – ha continuato – proprio ai tanti locali chiusi al Parco del Valentino, ma anche agli otto lotti già assegnati ai Murazzi, che restano lettera morta e non vengono assegnati per le lungaggini cervellotiche, per i bandi mal scritti e che di conseguenza stanno provocando la morte di due aree importantissime della città”. Da un punto di vista politico, spiega Rosso, “non posso che constatare come questo stato di cose, le cui responsabilità sembrano essere di entrambe le ultime Giunte comunali, abbiano di fatto lasciato agli spacciatori campo libero sia al Valentino, sia ai Murazzi. Da un punto di vista amministrativo e contabile, però, è chiaro che ci siano sia il danno emergente, sia il lucro cessante”. Difficile stimare con precisione quanto il Comune stia perdendo. Si tenga conto che soltanto la Rotonda del Valentino aveva un canone annuo di 120mila euro ed è chiusa da 5 anni: in tutto sarebbero 600mila gli euro non incassati da Palazzo di Città. Ma anche ai Murazzi, si stanno perdendo circa 200mila euro l’anno di affitti non pagati, secondo quanto risulta dai bandi per l’assegnazione degli immobili. Si legge nell’esposto: “il Cacao, il Bunker, il Cap10100 e praticamente tutti gli spazi dei Murazzi, per non parlare della Rotonda del Valentino o del Fluido, tutti locali di proprietà in senso lato della cittadinanza che l’Amministrazione dovrebbe per l’appunto amministrare e far rendere, sono invece in stato di abbandono”. Il documento prosegue sottolineando che “la stessa Rotonda, in totale disarmo e nell’incuria dell’Amministrazione, è ormai utilizzata dai tossicodipendenti come ‘stanza del buco’, dopo essere stata vandalizzata e spogliata di tutti gli arredi e di ogni parte mobile al suo interno, con un grave pregiudizio per il valore dell’immobile stesso”. Per questi e altri motivi, con l’esposto si chiede alla Corte che vigila sul buon utilizzo del denaro e dei beni pubblici, “se una quantità tale di immobili pubblici in stato di abbandono, quindi senza più la possibilità per il Municipio di ottenere canoni, con il degrado causato dall’assenza di qualsiasi vigilanza dei locali stessi e di qualsivoglia cautela finalizzata alla loro conservazione, non abbia causato un grave danno erariale per le casse comunali”. Roberto Rosso chiarisce che “la situazione è davvero paradossale.
Perché tante delle vertenze che hanno portato alla chiusura e all’abbandono di decine di locali, partivano proprio dall’assunto che i canoni non fossero adeguati e che in fondo il Comune ci stesse perdendo. Però le lungaggini burocratiche, l’incapacità amministrativa e forse anche un po’ di noncuranza, hanno portato a una chiusura che ormai sta diventando permanente, per cui dal poco che si incassava si è passati al niente”. Senza contare che “l’incuria e la mancanza di controlli degli immobili chiusi hanno anche causato le devastazioni dei vandali e dei ladri, che come detto hanno deprezzato ulteriormente il valore della cosa pubblica in questione”.
“MANCANZA DI POSTI LETTO E PERSONALE STREMATO. PRONTA INTERROGAZIONE PER L’ASSESSORE ALLA SANITA’”
“Il pronto soccorso dell’ospedale di Susa è in condizioni insostenibili a causa del sovraffollamento”. Lo afferma la consigliera regionale dei Moderati, Stefania Batzella, che sabato 16 marzo ha effettuato un sopralluogo sul posto, dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte dei parenti di alcune persone che si trovavano ricoverate lì. “Intorno alle 20 – spiega – erano presenti 33 pazienti, 9 dei quali con codice giallo e gli altri 24 con codice verde. I 9 posti letto di Osservazione breve intensiva (OBI) erano pieni e il resto dei pazienti stazionava nelle barelle in corridoio. Alcuni pazienti si trovano in pronto soccorso da giorni, addirittura anche da 6 giorni, perché nei reparti non ci sono posti letto per ricoverarli. Inoltre, anche la sala di attesa era piena di persone che attendevano di essere chiamate per essere visitate”.
I nodi cruciali del problema continuano ad essere sempre gli stessi: la mancanza di posti letto, il poco personale infermieristico, gli Oss (operatori socio-sanitari) e anche i medici. “Durante la giornata – prosegue Batzella – hanno lavorato in pronto soccorso due medici, uno dedicato ai codici ad alta intensità e uno a quelli di media e bassa intensità, in servizio dalle 9 del mattino. Quest’ultimo alle 19 è andato via. Durante la settimana, invece, il turno termina alle 23. Tempo fa tempo fa avevo presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere che anche il sabato e la domenica il medico si fermasse fino alle 23, ma per l’Asl To3 non era necessario prolungare l’orario. Ed ecco i risultati”.
Il 19 febbraio la consigliera aveva anche chiesto in Consiglio regionale se fosse stato predisposto dalla direzione aziendale dell’Asl To3 un piano per affrontare in modo adeguato ed efficiente il sovraffollamento nei pronto soccorso. “Mi era stato risposto che il piano c’è – aggiunge – ma è evidente che non funziona o non è sufficiente. I posti letto sono pochi e non sono stati incrementati e anche il personale doveva essere incrementato per affrontare al meglio il carico di lavoro. Inoltre, il piano precisa che in Osservazione breve intensiva, i pazienti non possono stare più di 36 ore. Oltre questo tempo, il paziente deve essere preso in carico o da un reparto ospedaliero o, in mancanza di posti letto, dalle strutture residenziali e territoriali sanitarie, favorendo l’inserimento Rsa e Cavs, con le quali l’Asl To3 ha preso specifici accordi mirati all’accoglienza dei pazienti del territorio”.
“Alla luce di quello che ho visto – conclude la consigliera dei Moderati – è evidente che tutto ciò non è stato messo in atto. Chi si rivolge al pronto soccorso deve ricevere un’assistenza di qualità e in questa situazione non è possibile, così come non è più tollerabile che il personale lavori in queste condizioni nonostante la loro professionalità, l’impegno e la buona volontà. Ormai sono allo stremo. Martedì in Consiglio regionale interrogherò l’assessore alla Sanità e gli chiederò di intervenire al più presto affinché questa situazione possa essere risolta”.
«Dopo malumori, critiche più o meno sotterranee, è rottura definitiva tra il movimento No Tav e il M5S».
A rivelarlo è Ezio Locatelli, della segreteria nazionale e segretario provinciale Prc di Torino facendo riferimento a una nota di Alberto Perino, uno degli esponenti di punta del movimento della Valsusa, per anni sponsor della creazione politica di Beppe Grillo.
«Perino scrive parole durissime contro la decisione del governo di far partire i bandi di gara per la realizzazione della linea di Alta Velocità. In una lettera inviata a un gruppo di parlamentari e attivisti del M5S lancia un anatema: “attenti signori a 5 stelle … state calpestando i vostri principi fondatori, prendendo in giro voi e chi ha creduto in voi, per paura di far cadere il governo e di perdere (forse) la poltrona. Dopo le elezioni e il vostro tonfo verticale sarà Salvini a sfasciare il governo e voi sarete cancellati”. E più avanti “Noi non abbiamo governi amici, siamo abituati alle fregature, ma voi sparirete dal parlamento e dalla scena politica italiana. Non già cinque stelle ma un pulviscolo di meteoriti che si disgrega prima di arrivare sulla terra”. Nonostante le giravolte del governo Conte, Salvini, Di Maio non tutto è perduto. Avanti con la lotta NoTav. Dopo la bellissima giornata di oggi per la difesa del clima contro le opere inutili il 23 tutti a Roma per battere le politiche affaristiche e speculative del governo gialloverde».
“ANCORA UNA VOLTA DANNEGGIATI PICCOLI E MEDI COMUNI E I LORO ABITANTI”
“Chiamparino e il centro sinistra continuano a non ascoltare il territorio e in aula con un blitz propongono l’accorpamento immediato e obbligatorio per i Comuni nella raccolta rifiuti. L’ennesimo gesto di come questa amministrazione sia distante dai cittadini” lo dichiara Gian Luca Vignale, consigliere regionale e fondatore di Piemonte nel Cuore.
In Piemonte, tranne alcune eccezioni, i Comuni più efficienti sono quelli piccoli, mentre le grandi città, Torino in testa, sono lontane dall’obiettivo minimo di legge per la raccolta differenziata, e contemporaneamente nei medi e piccoli virtuosi comuni i cittadini per la raccolta rifiuti spendono meno che nelle grandi città.
“A fronte di questi dati – dichiarano Tina Assalto, sindaco di Lanzo Torinese (TO) e Franco Cominetto, sindaco di Burolo (TO) e presidente del direttivo dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani (ANPCI) Città Metropolitana Torino – anche un bambino capirebbe che bisogna valorizzare e premiare i piccoli comuni e aiutare i grandi a migliorare. Invece Chiamparino e il centro sinistra in Regione hanno preferito sfruttare il virtuosismo dei primi per abbassare i costi nelle grandi città, obbligando i grandi Comuni a unirsi in un unico Consorzio rifiuti, votando lo scorso anno una legge sulla gestione rifiuti assurda e contrastata da quasi tutte le amministrazioni comunali”.
Si tratta della legge n. 1/2018 che prevedeva la costituzione di un Consorzio per la raccolta rifiuti in ciascuna provincia e l’obbligo di accorpamento per quelli già esistenti. La norma aveva suscitato molta contrarietà a causa dell’inevitabile innalzamento dei costi per i comuni più virtuosi e dell’annullamento di ogni capacità decisionale per i comuni più piccoli. Dopo l’approvazione del testo l’unica speranza per amministrazioni e cittadini rimaneva nell’articolo 33 dove si prevedeva un periodo transitorio di 15 mesi per la fusione dei Consorzi. Periodo, che in vista delle elezioni regionale, lasciava qualche speranza di modifica con l’avvento di una nuova giunta.
“Ma Chiamparino e i suoi hanno incredibilmente accelerato l’iter di fusione – dichiara il consigliere Vignale – annunciando che presenterà un Disegno di Legge (a tempo scaduto) che prevede che i consorzi di bacino non ancora riorganizzati in Consorzi devono stipulare una convenzione entro l’11 aprile”. Il sindaco di Lanzo Torinese, Tina Assalto sottolinea “Così facendo si da attuazione preventiva alla norma senza tutti gli adempimenti previsti dalla legge stessa, pur di approvarla prima del termine legislatura. In poche parole il centro sinistra ritratta la stessa legge che aveva fatto”.
“Un vero e proprio blitz – continuano Massimo Ottogalli ed Ernesto Saggese, membri dell’Associazione Piemonte nel Cuore – che di fatto imporrà a tutti i Comuni a stipulare in tempi rapidi una convenzione antieconomica, non efficiente e assolutamente anti-producente per amministrazioni e cittadini.
“Francamente non capiamo – concludono gli esponenti dell’Associazione Piemonte nel Cuore – la volontà di Chiamparino e del centro sinistra di accelerare una norma ingiusta né comprendiamo come un presidente di Regione possa svilire in questo modo la Vostra preziosa e importante comunità. Piemonte nel Cuore darà battaglia in Regione e non si fermerà fino a quando questa norma non sarà cancellata”.