POLITICA- Pagina 552

Mala tempora currunt. Anzi, di più

Non mi riconosco più nel nostro Paese. Almeno in una classe politica che non perde occasione per polemizzare ed ascrivere a sé i meriti di  qualcun altro. In una eterna competizione che si chiama campagna elettorale
Mi sento apolide e francamente stanco con desideri di isolamento ed autocensura. Una classe politica che persino sull’arresto di Battisti polemizza. Dopo l’estradizione sarà completa la vittoria dello Stato italiano, come credo dello Stato brasiliano. Eravamo piccoli piccoli quando alle elementari ad educazione civica ci insegnavano che lo Stato è di tutti e fatto da tutti. Ma oramai l’ignoranza è dilagante. Non so se parte dalla società civile ed arriva alla società politica o viceversa. C’ è chi sostiene l’ inutilità dopo trent’anni della vendetta. Ignoranza pura. Lo Stato non si fa vendetta.  Lo stato applica le leggi e la giustizia. Ma mi sa che questa volontà di analisi razionale viene rifiutata dagli stessi nostri governanti. La propaganda è più forte di ogni altra cosa. Di ogni altra valutazione. Come ( ad esempio ) l’unità della nazione intorno allo Stato. Ne parlava all’inizio dell’Ottocento il filosofo idealista tedesco Fitche. Con Di Maio manco pretendiamo che lo conosca. Ma il Matteo lombardo-veneto dovrebbe essere impregnato di cultura e sapere il tedesco. Di contraltare, come una faccia della stessa medaglia, gli  individui della sinistra sbrindellata. Già molto arrabbiati per le manifestazioni i pro Tav non sopportano che Battisti venga definito un terrorista rosso. Sottolineano che il governo del Brasile sarà credibile solo se consegnerà anche  terroristi neri. Si danno la zappa sui piedi. Saranno ulteriormente credibili quando soddisferanno le italiane richieste anche sui terroristi neri. Anche. Da un lato il Matteo Fregolini si dà la medaglia di averlo arrestato . Singoli esponenti della sinistra sbrindellata che cercano giustificazioni per sminuire l’altro. Entrambi con il presupposto del falso. Entrambi con la netta certezza della propria e totale giustezza di un’idea che trova linfa vitale nell’altrui totale ingiusta idea. Lontani dall’ illuminismo. Dividersi  anche sul terrorismo è decisamente demenziale. Magari si guadagna nel breve tempo una manciata di voti, alimentando con la benzina il  fuoco non sacro delle polemiche. Altro nome della ingovernabilità di questo nostro Paese. E a Torino non siamo messi bene. Chiara Appendino si è incontrata con la sottosegretaria Laura Castelli per evitare il dissesto del nostro Comune. Arriverà il commissario? Siamo solo all’inizio di questo nuova tragedia. Il cambio del Sindaco ha semplicemente peggiorato le cose. Non tutta colpa loro. I torinesi hanno scelto un medico ed una medicina assolutamente inadeguati  Dunque è peggiorata la situazione. E l’ unica cosa da non fare è procrastinare le situazioni.  Assessori e consiglieri pentastellati si troveranno un lavoro. Un lavoro vero ancorché tanto lavoro non ci sia . Ma non mi si venga a dire che sei mesi dopo essere stati eletti non avevano capito. O per meglio dire ( forse ) la maggioranza dei pentastellati non aveva capito. Ma i capataz sicuramente avevano compreso e hanno tentato di salvare la situazione.  Ora tutto quello che c’era da vendere è stato venduto. Ed attrarre investimenti stranieri è pressoché impossibile. Così la risposta della Fiat non si è fatta attendere. Dopo questa finanziaria nessun investimento in Italia e dunque a Torino. Strumentale? Forse, ma non abbiamo la controprova. La tragedia rimane tragedia. Non diventa neanche farsa che in sé ha una dimensione di allegria Proprio ma proprio vero che non si può ascrivere solo ai pentastellati il dissesto.  I loro no hanno pesato e pesano come un macigno sulle sorte della. Città. No Tav. No Olimpiadi. No G7. NO è poi ancora NO. Vien voglia da dirgli tenetevi ben forte questi vostri no. No che portano ad un solo grande rifiuto. Il ministro Tria vuole e deve essere non allarmista. Ma in cuor suo sa che l’Italia sta entrando in recessione. Tutta l’Europa sta entrando se non è già in recessione. Meno consumi e  meno produzione. Meno lavoro. Di nuovo lo spettro di una pesante crisi. Ed il reddito di cittadinanza ha fatto il resto. Ovviamente in peggio. Lo ha fatto anche nella sua attuale indeterminazione voluta, tirando a campare fino alle elezioni prossime. Poi vedranno. Così la sommatoria di una crisi europea con una crisi italiana con una crisi di Torino. C’ è uno sconsolante filo che lega la vicenda del rimpatrio del terrorista Battisti con il possibile default del nostro Comune. Mai così profonda crisi sociale economica e politica del nostro sistema ha avuto una classe politica cosi incapace. Altro che mala tempora currunt. Di più, purtroppo.
Patrizio Tosetto

Bocciata la proposta di legge a “tutela del nomadismo e contro l’abusivismo”

Respinta dall’Aula la proposta di legge “Interventi a tutela del nomadismo e di contrasto all’abusivismo” presentata da Gianluca Vignale (Mns), già licenziata con voto negativo a maggioranza dalla sesta Commissione

Nella relazione di minoranza Vignale ha sottolineato  “il tentativo di dare organicità agli interventi a tutela e salvaguardia di chi vive all’interno dei campi attraverso una gestione a livello regionale del fenomeno, oggi gestito dalle singole amministrazioni comunali, anche per contrastare il fenomeno dei roghi”. La proposta di legge prevedeva l’individuazione di campi e di aree di sosta, l’istituzione di un commissario regionale con compiti di tutela dei minori presenti nei campi da soggetti o organizzazioni criminali, identificazione e censimento delle persone, individuazione di campi non autorizzati o abusivi e adozione delle misure per il loro sgombero. Previsti anche presidi di vigilanza attivi 24 ore al giorno per assicurare la sicurezza all’interno dei campi, anche attraverso l’utilizzo di strumenti tecnologici, e criteri di autorizzazione per essere ammessi, diritti e doveri, con particolare riferimento all’obbligo di scolarità per i minori. Nella relazione di maggioranza Marco Grimaldi (Leu) e Nadia Conticelli (Pd) hanno parlato di impianto discriminatorio del testo “che parla impropriamente di nomadi e non di rom e sinti camminanti – hanno detto – mescola competenze nazionali, regionali e territoriali e sovrappone organismi che già esistono e che vanno semplicemente fatti funzionare. Bisogna andare al superamento dei campi”. Nella discussione generale sono intervenuti i consiglieri Davide Bono (M5s) che ha espresso insoddisfazione per non essere arrivati ad un provvedimento condiviso, Andrea Fluttero (Fi), che ha ribadito la necessità di trovare soluzioni concrete al problema dei roghi, e Roberto Ravello (FdI) che ha espresso critiche rispetto alla gestione del fenomeno da parte del centrosinistra.

Servizio ferroviario SFM Torino. Rostagno (pd): "Assessore assicura rispetto termini"

“Nella seduta del Consiglio regionale di oggi ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per sapere dall’Assessore ai Trasporti, Francesco Balocco, quali azioni l’Amministrazione regionale intenda intraprendere, per quanto di propria competenza, per assicurare che la procedura di affidamento del servizio ferroviario SFM Torino – “bacino metropolitano” si concluda nei termini stabiliti” ha spiegato il Vice Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Elvio Rostagno.

“L’Agenzia per la Mobilità Piemontese, infatti, il 22 settembre 2018 ha dato atto della conclusione della procedura diretta dell’affidamento del servizio e ha trasmesso agli Operatori Economici Trenitalia S.p.A. e Consorzio Stabile Rail.To la lettera d’invito a presentare l’offerta, indicando quale termine ultimo per tale presentazione il 21 dicembre 2018. Nei mesi scorsi sarebbe stato richiesto dagli Operatori Economici all’Agenzia di posticipare il termine di presentazione delle offerte e la nuova scadenza sarebbe stata fissata al 18 marzo 2019” ha proseguito Rostagno.

“L’Assessore Balocco, nella sua risposta, ha affermato che è stato inevitabile concedere una proroga richiesta da entrambi gli interlocutori e che c’è la sicurezza che gli Operatori Economici rispetteranno i tempi, consentendo all’Agenzia per la Mobilità di valutare le offerte e procedere al contratto. Proprio dell’esito di questa procedura dipende anche la riattivazione della tratta Torino – Torre Pellice” ha concluso Elvio Rostagno.

Servizio ferroviario SFM Torino. Rostagno (pd): “Assessore assicura rispetto termini”

“Nella seduta del Consiglio regionale di oggi ho presentato un’interrogazione a risposta immediata per sapere dall’Assessore ai Trasporti, Francesco Balocco, quali azioni l’Amministrazione regionale intenda intraprendere, per quanto di propria competenza, per assicurare che la procedura di affidamento del servizio ferroviario SFM Torino – “bacino metropolitano” si concluda nei termini stabiliti” ha spiegato il Vice Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Elvio Rostagno.

“L’Agenzia per la Mobilità Piemontese, infatti, il 22 settembre 2018 ha dato atto della conclusione della procedura diretta dell’affidamento del servizio e ha trasmesso agli Operatori Economici Trenitalia S.p.A. e Consorzio Stabile Rail.To la lettera d’invito a presentare l’offerta, indicando quale termine ultimo per tale presentazione il 21 dicembre 2018. Nei mesi scorsi sarebbe stato richiesto dagli Operatori Economici all’Agenzia di posticipare il termine di presentazione delle offerte e la nuova scadenza sarebbe stata fissata al 18 marzo 2019” ha proseguito Rostagno.

“L’Assessore Balocco, nella sua risposta, ha affermato che è stato inevitabile concedere una proroga richiesta da entrambi gli interlocutori e che c’è la sicurezza che gli Operatori Economici rispetteranno i tempi, consentendo all’Agenzia per la Mobilità di valutare le offerte e procedere al contratto. Proprio dell’esito di questa procedura dipende anche la riattivazione della tratta Torino – Torre Pellice” ha concluso Elvio Rostagno.

SALA ROSSA: IL 28 GENNAIO L'ELEZIONE DELL'UFFICIO DI PRESIDENZA

Presidente e vice presidenti del Consiglio comunale di Torino saranno eletti dalla Sala Rossa il 28 gennaio prossimo. Secondo il Regolamento del Consiglio comunale, infatti, l’Ufficio di presidenza resta in carica 30 mesi dal momento del suo insediamento, all’indomani delle elezioni amministrative. L’attuale organismo, composto dal presidente Fabio Versaci, dalla vice presidente Serena Imbesi e dal vice presidente vicario Enzo Lavolta, essendo giunto al completamento di metà mandato, dovrà quindi essere rinnovato. Tuttavia, presidente e vice presidenti sono rieleggibili. 

SALA ROSSA: IL 28 GENNAIO L’ELEZIONE DELL’UFFICIO DI PRESIDENZA

Presidente e vice presidenti del Consiglio comunale di Torino saranno eletti dalla Sala Rossa il 28 gennaio prossimo. Secondo il Regolamento del Consiglio comunale, infatti, l’Ufficio di presidenza resta in carica 30 mesi dal momento del suo insediamento, all’indomani delle elezioni amministrative. L’attuale organismo, composto dal presidente Fabio Versaci, dalla vice presidente Serena Imbesi e dal vice presidente vicario Enzo Lavolta, essendo giunto al completamento di metà mandato, dovrà quindi essere rinnovato. Tuttavia, presidente e vice presidenti sono rieleggibili. 

Tronzano (FI): “La sanità tradita”

La sanità tradita. Tradita da una giunta regionale a guida Chiamparino che, senza una logica comprensibile, ha già oscurato una eccellenza come l’Oftalmico, spezzettandolo e rendendolo sostanzialmente monco e inutilizzabile. Ora si appresta a trattare i bambini come degli adulti in miniatura eliminando il primo ospedale pediatrico nato in Italia: il #Regina #Margherita #Oirm. Depotenzia inoltre tutto il materno infantile portando i posti letto pediatrici da 270 a 90 e annacquandolo nella Città della Salute. Inoltre, con una delibera di Giunta regionale del 2017 e un atto urbanistico immediatamente successivo della città di Torino, il polo materno infantile, #SantAnna e Regina Margherita, potrà tranquillamente essere abbattuto per costruire degli #appartamenti. Giù le mani dal Regina Margherita e dal polo Materno Infantile.”
Andrea Tronzano
Vicepresidente Gruppo Forza Italia – Consiglio regionale del Piemonte

Tutti, quasi, per il Sì

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Per questo primo appuntamento di Parole Rosse ero in dubbio fra diversi argomenti ma poi su tutti ha prevalso la manifestazione , la nuova , la seconda, a favore della TAV che si è svolta sabato 12 gennaio a Torino, sempre in Piazza Castello. La spinta finale me l’ha data il bell’ editoriale scritto venerdì 11 gennaio da Roberto Tricarico sull’edizione torinese del Corriere della Sera che condivido in buona parte tranne che nel possibile esito del risultato elettorale .Tornando alla manifestazione essa ha avuto diversi aspetti interessanti che di seguito provo ad elencare. Non in ordine di importanza, anche perché in una situazione così fluida l’ordine varia velocemente inserendo nuovi elementi o facendone tramontare altri, ma così come mi sono apparsi sabato tra i portici e la piazza. Le paure di una scarsa partecipazione sono state fugate ampiamente anche senza raggiungere assolutamente le cifre dichiarate . Comunque un successo. La manifestazione di sabato segna anche ridimensionamento delle , oramai famose ” madamin” che a meno di significative novità le vedo ritornare alle loro professioni riconoscendogli, comunque, meriti significativi. Il ritornare sulla scena , se non ancora dei partiti molti dei quali ancora ampiamente in difficoltà, dei suoi rappresentanti . Cioè di quegli oltre cento tra Sindaci , molti con la tanto discussa, sull’opportunità o meno di indossarla, fascia tricolore, e molti consiglieri comunali e regionali che dei partiti sono esponenti ed espressione. Per non parlare dei due Presidente di Regione, Liguria e Piemonte , Giovanni Toti e Sergio Chiamparino e poi ancora di molti parlamentari di diversi partiti. Tra gli altri il segretario del Partito Democratico Maurizio Martina , il capogruppo al Senato di Forza Italia, Anna Maria Bernini e più di tutti il piemontese, ” mandrogno” , capogruppo della Lega alla Camera dei Deputati Riccardo Molinari. Questa novità , non tanto sulla posizione , la Lega è sempre stata a favore dell’opera , quanto sui riflessi che la presenza potrà avere sia sul piano nazionale che su quello regionale piemontese e cioè sulle ormai prossime lezioni regionali di fine maggio. Queste, le elezioni regionali, mi permetteno anche di parlare del ” quasi” del titolo e cioè di chi è contrario alla TAV e cioè dei 5 Stelle , posizione già nota da sempre , e di quel pezzo , sempre più marginale ed ininfluente, della sinistra riconducibile oramai neanche a tutta ma ad una parte dell’oramai evaporato , dopo la fallimentare prova elettorale alle recenti politiche , Liberi e Uguali e cioè Sinistra Italiana. Quindi per chi è contrario all’opera è facile decidere per chi votare e naturalmente premierà i cinquestelle piemontesi e non la sinistra . La cosa diventa più complicata per chi, d’accordo per la realizzazione dell’opera , dovrà scegliere uno dei tanti partiti favorevoli, sia quelli tradizionali che le diverse liste, sono sicuro che ce ne saranno più di una, Si Tav che si stanno predisponendo a sfruttare il sentire di molta parte dell’opinione pubblica. La presenza, ufficiale ai massimi livelli, della Lega ha tolto, a mio parere, qualsiasi speranza al centro sinistra , ed a Chiamparino in particolare , di acciuffare in extremis una vittoria che appare sempre più lontana. La TAV era l’unico argomento, vecchio tema che ha preso dinamiche e azione straordinaria proprio in questi ultimi mesi per merito delle già citate sette “madamin” , del ” madamino” Mino Giachino e di qualche professionista , notaio , che ha operato , neanche tanto, nell’ombra . Se la competizione elettorale per la guida della Regione Piemonte fosse rimasta con un centrodestra , quello dei partiti , diviso sul tema TAV e Chiamparino da solo a sventolare la bandiera della realizzazione dell’opera allora poteva essere possibile una sua vittoria , probabilmente come “anatra zoppa” . Cioè un candidato Presidente che arriva primo ma senza la sua coalizione che soccombe verso un’altra parte. Ma quasi sicuramente i piemontesi si troveranno a scegliere , per chi è a favore della TAV, tra tutto il centro sinistra, un po’ di liste varie e tutto il centro destra che a quel punto avrà scelto il suo candidato Presidente . Così ognuno potrà scegliere tranquillamente il proprio partito di riferimento. Per chi è contrario , come descritto sopra è ancora più semplice. Ultima considerazione il tema TAV ha escluso e chiuso qualsiasi possibilità , ne stavano parlando a livello nazionale, di riproporre in Piemonte un’alleanza gialloverde che comunque avrebbe visto la sconfitta del Presidente uscente e della coalizione che lo sosterrà . Per definire tutti i giochi, le alleanze e le candidature tutti aspettano le imminenti elezioni regionali in Abruzzo del 10 febbraio a cui seguiranno quelle , tormentate nella data, di fine marzo in Basilicata in un paese dove si è scimmiottato l’Election Day per arrivare poi a votare quasi tutti i mesi. Sulle cause di questa sconfitta annunciata qualcosa ho scritto e altro, probabilmente scriverò. 

 

(foto: il Torinese)

Battisti: mozione della Lega per chiedere estradizione di altri 50 terroristi protetti all’estero

“Battisti deve essere il primo di una lunga serie. La Lega presenterà una mozione alla Camera per sollecitare con determinazione l’estradizione degli oltre 50 terroristi condannati in via definitiva e latitanti in Francia Nicaragua, Argentina, Cuba, Algeria, Libia, Angola”. Così il capogruppo alla Camera della Lega Riccardo Molinari (nella foto piccola a sinistra) e il deputato Daniele Belotti primo firmatario della mozione. “La svolta impressa dal nuovo governo brasiliano – sottolineano i due deputati del Carroccio – può segnare la fine delle vergognose protezioni garantite da alcuni Stati stranieri, in particolare la Francia, a terroristi condannati a pene definitive, molti all’ergastolo. I familiari delle vittime di questi terroristi stanno attendendo da fin dagli anni 70 e 80 di avere giustizia e lo Stato non può permettersi di vedere le proprie condanne, per lo più definitive, assolutamente disattese per la copertura politica offerta da autorità estere. Tra i terroristi in latitanza in Francia – concludono Molinari e Belotti -, figurano diversi condannati all’ergastolo come le ex brigatiste Simonetta Giorgieri e Carla Vendetti, entrambe condannate all’ergastolo nel processo Moro ter e chiamate in causa anche per i delitti D’Antona e Biagi, i Br Sergio Tornaghi e Marina Petrella, mentre in Nicaragua risulta latitante Alessio Casimirri, su cui gravano ben 6 ergastoli per il sequestro e l’omicidio di Aldo Moro”. 

Nel nome del popolo

Sul fatto che la Manifestazione pro Tav sia riuscita non ci sono dubbi. Agli incalliti del No a tutto non rimane che ululare alla luna disquisendo del dito e volutamente accorgersi che indica la luna piena. Ora si apre la fase due: referendum
Matteo Salvini risponderà con un vecchio slogan coniato da Enrico Berlinguer, la Lega partito di lotta e di governo. Paragone azzardato per i tempi e la distanza dei protagonisti . Chiaramente un paradosso che evidenzia  che qualcosa non funziona. I leghisti sono stati tirati per i capelli e obtorto collo hanno dovuto partecipare. Ma loro sanno che la cosiddetta commissione del Ministero è solo fuffa.  Nel mentre Luigi Di Maio straparla definendo scienziati i membri della commissione. In questa sua eterna competizione con Castelli e Toninelli su chi la dice più grossa. Loro imperturbabili continuano nel riempirsi la bocca di “noi parliamo in nome del Popolo”. Illudendosi ed illudendo. Ma loro non sanno, si sa. Altra cosa ( appunto ) sono i Leghisti, che  non si possono permettere di non sapere.  Sanno che il punto non è si Tav o No Tav ma se rescindere o non rescindere il contratto con l’ Europa o mantenere gli impegni . Insomma non c’ è partita e l’opera si finirà .Cari alternativi state perdendo tempo e la perdita di tempo avrà un costo che ogni italiano pagherà. Per il resto tutto ampiamente previsto. In piazza oltre a tanta gente anche tutte le forze politiche. A vario titolo sindaci e presidenti di Regione. Tutto il Nord e non solo. Confesso che questi manifestanti mi sono simpatici, ma non per si Tav. Seppure indirettamente fanno giustizia di una arbitraria definizione : parlare a nome del popolo. Arbitraria perché volutamente astratta e fuorviante e dunque solo e semplicemente ideologica buona per fare propaganda e non politica. Ricordi di studi universitari: il prof Alessandro Garrone, 1977. Non solo un prof ma un Guru del laicismo culturale politico di  formazione liberal democratica con chiare simpatie per Giuseppe Mazzini, scherzando sosteneva che l’espulsione di Mazzini dalla prima Internazionale era una delle poche cose che capiva degli adepti di Carlo Marx. Il padre del pensiero repubblicano italiano negava lo scontro di classe motivandolo (appunto) sulla inscindibilità del Popolo. Questo non può essere unico proprio perché formato da singoli e differenti individui portatori d interessi diversi. Altra cosa sono i cittadini? Il riferimento al risorgimento non è casuale. Come è stato importante ancorché simbolico ricordare Camillo Benso Conte di Cavour. Corsi e ricorsi della storia  di noi torinesi. Vero che il referendum è del tutto inutile sul piano pratico. Ora il consiglio regionale lo deve indire, almeno sarà palese che i cittadini votando massicciamente per il si dimostreranno che i No Tav sono solo quattro gatti. Altro che parlare a nome e per conto del popolo. A mala pena rappresentano se stessi, producendo infiniti danni che dovremo pagare noi, tutti gli italiani.
Patrizio Tosetto
(foto di Piero Chiariglione)