POLITICA- Pagina 550

Non basta un tè per la Tav. La politica batta un colpo

Sia ben chiaro, ognuno invita chi vuole quando vuole e dove vuole. Il parlare e confrontarsi è sempre un fatto positivo, il muro contro muro sempre negativo. Ma l’invito della Sindachessa alle 7 pasionarie Si Tav mi lascia molto perplesso. Come sono andate le cose, innanzitutto. Chiara Appendino non c’era nel Consiglio Comunale che ha votato l’ordine del giorno No Tav. Chiara Appendino non ha fatto nulla per impedirlo. Chiara Appendino ha palesemente detto di essere se non contraria molto dubbiosa sull’opera.  Ma soprattutto Chiara Appendino non può fare nulla per impedire l’opera. Come del resto il  Consiglio Comunale.  Siamo i soliti criticoni ma non ci sembra un atteggiamento costruttivo per ricomporre la divisione della società civile torinese sul delicato argomento. E l’ex sottosegretario Bartolomeo Giachino che fine ha fatto? Saputo dell’invito si è subito lamentato: affronto ad un ex quasi ministro ai trasporti che delle 7 pasionarie ne sa sicuramente di più.  Sembrerebbe che Chiara abbia assestato un colpo politico, ma non è così. Le pasionarie precisano; prima dal Presidente della Repubblica e poi eventualmente incontro con la Sindachessa. Non c’è che dire, puntano in alto. E hanno mandato già la mail di richiesta di un appuntamento. Sono curioso di sapere se e cosa risponderà il Presidente. Pensandoci bene sono certo che risponderà. La cortesia è nel suo dna. Meno se concederà l’incontro. Partendo da un dubbio. Chi sono e chi rappresentano le “madamin”? La piazza di Torino pro Tav? Il tutto è palesemente irrituale . La democrazia ha le sue regole,  non rispettate in questa vicenda. Con poche certezze. Come la perdita per il nostro paese di 75 milioni di euro al mese per il ” menar il can per l’aia” da parte di Toninelli. Se ne è anche accorto Giggino che lo giudica inadeguato per il compito assegnatogli.  Che le 7 pasionarie prendano il tè con la prima cittadina Chiara Appendino, d’accordo, ma è affare “privato” loro senza la minima conseguenza pratica e politica.  Con una domanda : che fine hanno fatto le forze politiche sia di destra che di sinistra pro Tav? Che fine hanno fatto i sindacati degli imprenditori e dei lavoratori pro Tav, passata la manifestazione? Vero. Avrebbero dovuto svegliarsi prima .Almeno un anno fa. Ma ora siamo dopo Piazza Castello. Non c’era un problema di no alla Tav di carattere ideologico. C’era e c’è una debolezza di fondo della classe dirigente locale a tutti livelli. Su questo punto comunque abbiamo una fortuna: Francia ed Europa vogliono e debbono finire l’opera. Assurdo sarebbe viceversa lasciare tutto così, con 25 km di galleria fatti e in Francia quasi tutto ultimato. Pazienza i no Tav che a sviluppo, occupazione e lavoro non sono minimamente interessati. Torino e il Piemonte hanno bisogno di politiche industriali come il pane. Ma non sono sicuramente i the delle 17 la risposta o la premessa alle risposte di cui abbiamo bisogno.  Ed allora politica e politici se ci siete battete un colpo. Speriamo solo di non predicare nel deserto. Abbiamo timore che la manifestazione di sabato abbia avuto l’indubbio merito di smuovere la situazione. Se mal gestita complica invece di semplificare le conseguenze. Insisto: c è poco da discutere ed eventualmente da mediare tra si è no. Chiara Appendino ha offerto questo  incontro per darsi ancora un po’di tempo per cercare di uscire da questa imbarazzante situazione. Se per lei  la situazione è imbarazzante le conseguenze per Torino potrebbero essere drammatiche. Il dramma si allarga a macchia d’olio. Ultimo tragico esempio è la Pernigotti, altra multinazionale che porterà via una storica produzione del nostro territorio. Mancano infrastrutture adeguate e leggi adeguate. Mi rifiuto di credere ed accettare una sorta di fatalismo. Oramai l’ammortizzatore della cassa integrazione non esiste più. Continuando,  anche la Magneti Marelli non è più italiana.  Fondo Giapponese. E non bisogna essere dei geni per essere preoccupati. Il  tè delle ” madamine” è palesemente insufficiente se non dannoso proprio per il limite connaturato delle  loro non funzioni. E anche sintomo della palese inadeguatezza di una classe politica sia a Torino come a Roma e se volete passando da Milano.  Altro ci vorrebbe, come politiche di alleanza in Europa . Mai e dico mai una situazione così complicata e delicata ha rivelato una classe politica totalmente inadeguata.
Patrizio Tosetto

Rifondazione comunista risponde a Chiamparino

Su La Stampa Sergio Chiamparino dichiara che “dopo la manifestazione di sabato nulla può essere come prima… che quella manifestazione ha segnato uno spartiacque”. Dove vuole andare a parare è presto detto: “il Si alla Tav è condizione necessaria e imprescindibile per fa parte di un’alleanza di centrosinistra che lavori per il futuro del Piemonte…questo vale anche per i miei amici Airaudo e Grimaldi”. Più chiaro di così il Presidente della Regione Piemonte non poteva essere. La stessa chiarezza, almeno allo stato attuale, non si può dire di Sinistra Italiana e forze affini che, al di là di continuare a stare in maggioranza col Pd e Chiamparino, hanno finora pensato di ripresentarsi con il centrosinistra Si Tav alle prossime elezioni regionali. Com’è possibile? Una domanda che rivolgo in particolare a Giorgio Airaudo il quale, in un intervista rilasciata a il Manifesto, sostiene che “Torino non è andata in declino perché non c’era la Tav… il vero treno perso è quello dei motori, delle carrozzerie, della fabbrica, della mobilità sostenibile. Il treno perso è quello del lavoro”. E più oltre: “la piazza Si Tav configura un tentativo di restaurazione…grazie a questa manifestazione la regione viene spinta nelle mani del centrodestra a guida leghista”. Concordo pienamente. Sergio Chiamparino, al pari di Piero Fassino, ha un’idea distorta, direi arcaica dello sviluppo e della crescita, nient’affatto distinguibile da quella del centrodestra e per molti aspetti anche del M5S, Tav a parte. Un’idea basata su privatizzazioni, finanziarizzazione dell’economia, precarizzazione del lavoro, grandi opere, polarizzazioni commerciali. Nella fattispecie pensare di risollevare le sorti di una città in sofferenza e declino tramite la realizzazione di un’opera inutile e costosissima è pura follia. Il risultato è di fare il gioco di gruppi di potere e di interesse che oggi hanno come riferimento privilegiato le forze di destra a trazione leghista. Stando così le cose bisogna essere conseguenti. Non si può continuare a tenere i piedi in due scarpe. Le forze che vogliono dirsi di alternativa, antiliberiste, antifasciste facciano una scelta chiara di programmi, di autonomia e collocazione politica prima di essere messe in un angolo dagli aut aut di un partito, il Pd, e di un Presidente di Regione politicamente avviati sul viale del tramonto per manifesta incapacità di aprire una prospettiva di sviluppo che non sia a ricalco degli interessi dei poteri forti e delle élites della città.

 Ezio Locatelli segretario provinciale Prc-Se

Le piazze di Torino

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Tutti a parlare di piazza  Castello e della manifestazione Si TAV di sabato 10 novembre dimenticando e , per la stragrande maggioranza, non sapendo che la piazza era non una, non due ma sono state addirittura tre. Partiamo dalla prima , la più importante e partecipata . Alle undici del mattino quarantamila persone ,di Torino e non solo, si sono ritrovate per dare un segnale forte, civico e politico, a favore della realizzazione della TAV , della candidatura olimpica, anche se la partita è oramai chiusa, della crescita economica e , soprattutto, contro il Sindaco e la  sua maggioranza . Un chiaro messaggio anche per il Governo e per l’amministrazione cittadina che , indipendentemente da quando si effettueranno le prossime elezioni comunali, ha chiuso sabato . Un’intera città ha battuto un colpo forte e chiaro. Una piazza , nella migliore tradizione sabauda, composta dove prevaleva il colore arancione, quello ufficiale e scelto per l’iniziativa . Colore ripreso, non so se consciamente , dai Sindaci di qualche anno fa , e che ha sostituito i tradizionali rosso, azzurro e l’attuale  , governativo, giallo-verde. Attraversandola si intravedevano gruppi più o meno compatti , gli imprenditori e professionisti davanti a palazzo madama alcune aziende con imprenditori e dipendenti con i “colori”  e tute aziendali nel centro e, dato poco evidenziato se non nascosto, tanti esponenti e sopratutto elettori di sinistra. Una presenza coerente con le posizioni e gli atti di tutti questi anni . Quando una città  ed i suoi cittadini danno un segnale così chiaro, inequivocabile,  a sostenere posizioni diverse, legittimamente , o peggio ancora cambiarle quasi fuori tempo massimo ci si condanna ad una presenza , bene che vada, minoritaria ed ininfluente.  Nella seconda piazza , Carignano, il salotto di Torino , alle ore quindici è andato in scena una triste e mesta manifestazione contro il ddl ( disegno di legge) Pillon. Il provvedimento prende il nome dal senatore della Lega Nord Simone Pillon, quello del “Family Day”,  mediatore legale che fa una proposta di legge retrograda  e peggiorativa del diritto di famiglia. Un provvedimento che mette sullo stesso piano i genitori indipendentemente dalla loro condizione e che favorisce , tra l’altro , l’attività professionale del proponente. Anche così va il mondo al tempo del governo giallo-verde. Così nonostante la mobilitazione fosse nazionale , in tutte le principali città del nostro paese, ed il tema così delicato e peggiorativo in particolare per le donne , la partecipazione era proprio modesta. Ridotta ulteriormente da un’altra manifestazione sullo stesso tema e cioè il ddl Pillon. La terza piazza, appunto, dove si sono ritrovate le donne che non volevano  confondersi con le donne del PD ( Partito Democratico ) . Così richiamate dall’associazione ” Non una di meno” che in evidente contraddizione con il proprio  nome erano  in tante di meno. Il ritrovo in piazza della Repubblica ( Porta Palazzo) secondo le organizzatrici una piazza periferica dimostrando così di avere una strana concezione  della periferia e facendo pensare che non sappiano bene dove si trovino e che non ci abbiano mai abitato . E così oltre alle divisioni le scelte bizzarre, come quella delle associazioni  di piazza Carignano di non citare tra chi ha aderito i partiti invitati già precedentemente , insieme ai sindacati ,  a non portare le proprie bandiere……in una manifestazione politica.  Si vergogneranno di loro? Ah saperlo?! E come se una squadra di calcio invitasse i propri tifosi ad andare allo stadio senza sciarpe e bandiere. Decisione che fa il paio con quella delle organizzatrici di piazza della Repubblica che non avendo rappresentanti in Parlamento , non penso che ne avranno mai, non vogliano confondersi con le donne del principale partito d opposizione presente in Parlamento . Un modo singolare di contrastare un disegno di legge parlamentare. Tutto questo in un clima , peggiore di quello meteo , mesto e respingente. In condizioni simili ed  in assenza di proposte chiare e comprensibili alla stragrande maggioranza degli italiani e , soprattutto, la mancanza di un leader riconosciuto e riconoscibile condanna la sinistra italiana alla marginalità .

La piazza della gente normale

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
È la prima volta nella mia vita che vedo, andando ad una manifestazione di protesta, una manifestante che ci arriva in Taxi. Distinta, gentile e sorridente mi chiede se anche io ci sto andando. Subito, mentalmente, faccio il parallelo con l’urlante ubriaca antagonista che diceva ai poliziotti: dovete morire. Preferisco sicuramente la prima, sarò diventato perbenista. Piazza Castello gremita. Non sono proprio quattro gatti i manifestanti. Non sono quattro amici al bar. Sono un popolo fatto da imprenditori, operai, piccola e media borghesia. Artigiani come commercianti. Capisco perchè Chiara Appendino ha permesso la buffonata del consiglio comunale da parte dei suo sodali pentastellati: voleva vedere il popolo ed è stata accontentata. O forse la faccio troppo arguta. Semplicemente ha lasciato fare perché non sapeva cosa fare.Comunque risultato ottenuto. Tutta Torino contro. Persino i leghisti hanno aderito. Non le resta che fare le valige e raggiungere la sua carissima amica Raggi nell’oblio della sconfitta politica. Poi se proprio proprio non è convinta può sempre indire un referendum consultivo. Questa piazza mi sembra che non abbia paura della Democrazia. Gente meravigliosamente normale. Gente arrabbiata con Chiara Appendino ma non livorosa, persone ben vestite. Ognuno con il suo stile.  Dalla giacca e cravatta alla gonna, allo sportivo, vista anche la pioggia. Di tutte le età. Non solo le ” zitelle salottiere “, anche tanti giovani. Non sicuramente la maggioranza, ma giovani. Partita vinta tre a zero dai Sì Tav. In fondo non c’era partita. Tra reddito di cittadinanza e lavoro a Torino vince il lavoro, non l’assistenza. Osservatori qualificati come Giancarlo Caselli e meno qualificati come Il no Tav storico Perino, ovviamente in incognita.O gentili  giovani che distribuiscono gadget. C’ erano le forze politiche tradizionali? C’erano, c’erano. Magari defilate ma c’ erano. Lo stesso Bartolomeo Giachino é un politico di lungo corso, del resto lo avevano chiesto espressamente gli organizzatori.  Ma bastava aspettare il defluire della massa per capirne di più.  In piccoli gruppetti quelli del PD.  La famiglia Sitaf da una parte, Gallo e Quagliotti. Anna Rossomando come Nadia Conticelli, l’ ineffabile Giuseppe La Ganga che trova in questa manifestazione la conferma del suo riformismo liberal democratico. O Giorgio Ardito che non vuole sentirsi dire: perché il Pd è a traino? Sono anni che sostengo che avremmo dovuto noi organizzare. E la sinistra non si ferma qui. Roberto Placido che precisa: non c’entro niente con Fratoianni o Grimaldi. Poi quelli di Forza Italia raggianti. Sono contenti anche gli ex. Così Roberto Rosso e Il gigante Buono Crosetto che fanno le prove generali di un accordo per le amministrative . Ma i veri vincenti e sornioni sono i leghisti, unico partito di lotta e di governo della terza o quarta Repubblica. Sorridono e rincuorano: non vi preoccupate la Tav si finirà. Ai pentastellati ci pensiamo noi. Hanno bevuto tutto é continueranno a bere. Loro sono fatti così. Non sono cattivi. Si agitano un po’ e poi si adattano. Chi non scherza è Forza Italia e Fratelli d Italia. Bernini e Meloni in prima fila, politica s’ intende, nel dire Torino e sì Tav per tutta l’Italia. E i ” grandi capi ” del Pd renziano?Avevano in testa altro. Dopo la manifestazione le reazioni. In testa la sinistra sbrindellata che  punta il dito sui manifestanti: “Sono solo dei prezzolati”. Ma diciamocelo fino in fondo: sono decenni che non ne azzeccano una. I No Tav patetici e ridicoli che cercano nei numeri dei partecipanti e dei loro presunti interessi il limite oggettivo del loro si. È la nostra Chiara Appendino che vuole parlare e discutere. Tardi e soprattutto inutile sulla Torino-Lione. Tra No e Sì non ci può essere mediazione. In particolare sulla Tav. O si conclude o si interrompe, non ci sono vie di mezzo. Alla Sindachessa una sola altra scelta: o sta con i centri sociali , sinistra sbrindellata ed anarcoidi o sta con sindacati dei lavoratori e degli imprenditori.  Su quale sviluppo si vuole realizzare. Non se bisogna realizzare lo sviluppo. Insistiamo. Il lavoro si crea non per decreto legge o per volontà moralistiche, ma con investimenti. La marcia dei 40mila determinò una svolta. E oggi, questa manifestazione? Difficile che rimanga tutto come prima. Molti del popolo hanno sostenuto: abbiamo votato Appendino e pentastellati ma ci siamo pentiti  Difficile dunque pensare che li rivoteranno. Questo popolo vuole un presidente di Regione che vuole la Tav. Indubbio. Ma a Destra, scusate, nel centro destra, si comincia nel mormorare: Marco Boglione sarebbe un ottimo Sindaco per Torino. Un imprenditore non nuovo a queste proposte ma per la prima volta è possibile. Non se la gioca solo Torino. Dopo le europee ed amministrative la resa dei conti è tra Salvini e Di Maio. Si accettano scommesse su chi vincerà. 
(foto: il Torinese)

Forza Italia sabato in piazza per la Tav

Forza Italia mobilita il “popolo azzurro” sabato prossimo 17 novembre, alle ore 11, in piazza Palazzo di Città, per una manifestazione a favore della Tav. Presenti questa mattina alla conferenza stampa tenutasi al Turin Palace parlamentari, consiglieri regionali e amministratori locali del partito. In occasione della conferenza stampa il coordinatore regionale azzurro, Paolo Zangrillo, ha anche sottolineato che l’alleanza

di centrodestra in vista delle prossime regionali di maggio è salda: “Non ci sono avvisaglie di problemi o fratture – ha detto Zangrillo all’ansa  – i responsabili nazionali dei tre partiti hanno detto di voler riproporre lo schema delle Politiche: si va insieme, e il candidato lo esprime Forza Italia. Si tratta ora di individuare la persona più adatta”. Il vicepresidente del gruppo regionale azzurro, Andrea Tronzano, da noi interpellato commenta: “Forza Italia è da sempre favorevole alla Torino-Lione, un’opera fondamentale per dare nuove speranze e sviluppo all’economia e all’occupazione di Torino e del Piemonte. Per questo invitiamo chi la pensa come noi ad essere presente sabato prossimo alla nostra manifestazione”.

Marcia sì-tav, Rifondazione: “Una congrega affaristica”

“L’idea sbruffona della lobby affaristica Si Tav è quella di replicare una sorta di “marcia dei quarantamila”. Allora, 38 anni fa,  migliaia di capi e capetti, crumiri della Fiat (in realtà molto meno di 40 mila) scesero in piazza  per mettere a tacere i lavoratori in lotta contro i licenziamenti di massa decisi dall’azienda.  L’obbiettivo oggi è l’affondamento della lotta del movimento NoTav. Sabato 10 novembre imprenditori, costruttori, finanzieri, ordini professionali vari, sindacati gialli, forze di centrodestra e centrosinistra, gruppi di potere scenderanno in piazza per chiedere la realizzazione, senza se e senza ma, della tratta miliardaria di Alta Velocità Torino Lione, tratta comprensiva del’apertura di un nuovo tunnel transfrontaliero di oltre 57,5 chilometri  tra Saint Jean de Maurienne e Susa. Nel racconto pubblico un’opera indispensabile per lo sviluppo del Paese, per non restare isolati dall’Europa.  La solita retorica di luoghi comuni per mascherare una partita truccata che ha come posta in gioco una porzione gigantesca di spesa pubblica. Tanto grasso che cola sui grandi interessi affaristici. Quando parliamo di Alta Velocità Torino Lione parliamo di  una grande opera motivata da previsioni di traffico fasulle a fronte di una linea già esistente, ampiamente sottoutilizzata, sfruttata a meno di un quinto della sua potenzialità, di per sé in grado di rispondere alla domanda di traffico su ferro e su gomma con minori costi di adeguamento. Quelli che scendono in piazza il 10 novembre intendono presentarsi “senza etichette, senza bandiere, senza simboli” con l’unico intento di difendere “il futuro delle nostre imprese, del lavoro, dei nostri figli”. In realtà, va detto chiaramente, quella che scende in piazza è una congrega affaristica che unisce tutti, indistintamente, sulla base di interessi convergenti. Interessi che trovano ampia sponda politica, dal Pd a Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia e compagnia varia. Oggi come ieri è aperto uno scontro con gruppi di interesse e di potere che vogliono avere le mani libere per far valere i propri interessi. Questi gruppi lobbistici vanno contrastati non solo con una lotta territoriale o settoriale – la lotta NoTav, in qualsiasi caso, è una lotta emblematica – ma costruendo su scala nazionale l’opposizione a politiche di governo di ieri e di oggi fatte di continui condoni, di distruzioni ambientali, di grandi opere inutili e dannose, di  reiterati favori ai grandi interessi privati. Opponiamoci a questa politica distruttiva, facciamolo con tutte le forze critiche che ci sono in questo momento”. 

Ezio Locatelli

segretario provinciale Prc-Se Torino

Forza Italia: “Avviso di sfratto per la no-tav Appendino”

“MAI SFIDARE LA PAZIENZA DEI TORINESI”
“La pazienza dei torinesi è proverbiale, chi conosce un po’ la storia però sa che è bene non sfidarla troppo. Oggi è stato consegnato l’avviso di sfratto ad Appendino e al M5S contrari alla Tav, ora resteranno per i prossimi due anni a fare danni in Comune, ma ormai sanno che la loro parabola è in fase discendente”. Ad affermarlo i consiglieri regionali di Forza Italia Luca Bona, Andrea Fluttero, Franco Graglia, Luca Rossi e Andrea Tronzano (nella foto) che hanno voluto partecipare in piazza quest’oggi.
Concludono gli azzurri: “Il 17 sarà Forza Italia a riportare in piazza le ragioni del Sì e le proposte perché la Tav sia la leva per il riscatto del Piemonte. Siamo l’unico partito che è sempre stato Sì Tav, senza aver mai sbandato, e quindi è doveroso che spetti proprio a noi tenere alta l’attenzione. Sappiamo infatti come rapidamente si tende ad archiviare tutto in politica e a livello mediatico. Nella nostra manifestazione di sabato 17 ribadiremo come senza infrastrutture il Piemonte non può creare lo sviluppo necessario per toglierci dalla situazione di fanalino di coda del nord produttivo dove ci ha portati la sinistra di Chiamparino e dalla quale certo non ci può portar fuori l’incapacità manifesta dei Grillini dell’Appennino”.

Il dare e avere della storia

STORIE DI CITTA’ di Patrizio Tosetto
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Un giornale nazionale con redazioni a Milano e Roma afferma: strani questi torinesi che prima votano la Chiara Appendino e poi lamentandosi si dichiarano pro Tav. Ergo, chi è causa del suo mal pianga se stesso. Accidenti, ma si sa che nessuno è perfetto. Siamo consapevoli di aver fatto un errore, ma non vogliamo essere diabolici e non perseveriamo. Non ripetiamo l’errore e su questo vorremmo essere aiutati dalle altre Regioni.  A parziale discolpa riportiamo l’ultimo episodio che riguarda il rapporto tra Torino e Roma. Il ” povero ” Paolo Foietta manda 8 mail certificate a Conte presidente e al Ministro Toninelli, quello che si inventa i tunnel mai esistiti. Risultato ? Niente.  È Foietta chiede l’ incontro non per sapere che cosa deve fare, ma per relazionare che cosa ha fatto, come ha svolto e come intende svolgere il suo lavoro fino a fine mandato. Niente, proprio niente. Difficile lavorare in questo modo. Verissimo noi torinesi abbiamo sbagliato, ma siamo in buona compagnia. Mal comune mezzo gaudio? Non proprio così. Però se abbiamo sbagliato vi chiediamo di aiutarci nel rimediare, visto che è chiaro un solo punto: si può e si deve rimediare. Unica possibilità è cambiare radicalmente pagina amministrativa.  Come torinesi l’abbiamo sempre “sfangata”. I Savoia erano indecisi se fare del loro regno capitale Pinerolo o Torino. Faticosamente ha vinto la nostra città. Abbiamo cacciato saraceni e spagnoli e quando è stata l’ora pure ai francesi siamo stati capaci di dire  no.I Savoia hanno costruito tra i più i importanti e fondamentali archivi di Stato Europei. Che dire poi del nostro Barocco. Vero, gli architetti arrivavano dalla Sicilia. Una sana competizione con i francesi. È poi il nostro capolavoro, il  Risorgimento.
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Praticamente tutti sono nati qui.Giuseppe Garibaldi da Nizza italiana,Giuseppe Mazzini repubblicano e genovese. Con il Conte per antonomasia, Camillo Benso di Cavour. Il nostro Talleyrand.  Allora le cose si giocavano in grande. Delusi da Vittorio Emanuele II ci sentivamo scippati ma ci siamo reinventati.  Abbiamo dato ed abbiamo ricevuto. La Fiat ne è l’esempio. Giovanni Agnelli che geniale attraversa l’Atlantico per imparare da Ford come realizzare le linee di montaggio. E migliaia e migliaia di contadini da tutte le parti d’Italia diventavano operai di quelle linee.  È non è finita. Le prime occupazioni di fabbrica un po’ per la rivoluzione e soprattutto per salario e diritti. Nascita del Partito Comunista d’Italia, con migliaia di antifascisti costretti ad espatriare. Per po tornate ed organizzare la Resistenza. Qualche Presidente della Repubblica, giusto per gradire, poi la Cultura. La mitica casa Giulio Einaudi, editore da Pavese a Calvino al poliedrico Sergio Vittorini che insieme al suo Politecnico milanese era direttore editoriale. Con Beppe Fenoglio, all’ inizio non capito ma successivamente osannato.  Che dire poi dei capolavori di Dario Argento che con il suo Profondo Rosso aleggia tra piazza CLN e la collina di Villa Scott. Proprio così, abbiamo dato ed abbiamo ricevuto e 3 anni fa ci siamo sbagliati votando Chiara Appendino.  Potrei invocare le attenuanti generiche. Responsabilità diretta non ne ho, ma sono torinese fino al midollo. È chiedo aiuto per i Torinesi. Chiedo aiuto agli uomini di buona volontà, preoccupati e desiderosi di salvare la città. Chiedo aiuto a Marco Travaglio, insigne torinese. per capire e far capire che stiamo morendo e che la decrescita infelice è tra le più grandi stupidaggini mai dette. Non è questione di destra o sinistra, è questione di competenze e di capacità di una intera classe dirigente.Sabato ci tentano imprenditori ed operai, in particolare le loro organizzazioni sindacali, promettendo di non sbagliare più. La Chiara Appendino quando era in ambienti imprenditoriali rassicurava: non ci opporremo alla Tav e nel mentre cincischiava  con i centri sociali. Sì, qualcuno è stato preso in giro.

Appendino: “Non mi sento isolata. Ora il confronto”

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La sindaca Chiara Appendino, interpellata dai giornalisti a margine del Millennials Ambassadors Forum, a proposito della manifestazione di piazza dei Sì – Tav dice di non sentirsi “assolutamente isolata. Io sto continuando a lavorare per il bene della città, come penso anche chi andrà in piazza sabato”. La sindaca ritiene che “da un  momento di tensione si possa creare una nuova forma di rapporto”. Se  l’intenzione del movimento favorevole alla Torino-Lione  è costruttiva e se verrà proposto un manifesto, afferma la prima cittadina: “sono pronta ad accoglierlo con interesse e a confrontarmi”.

Lo sbigottito risveglio degli “apprendisti stregoni” e le pene di Pd e Forza Italia

Non capisco la Chiara Appendino che non vuole fare il referendum sulla Tav. Sia nell’area Metropolitana come in città è nelle sue prerogative. Referendum consultivo, senza aspetti pratici sul fermare l’ opera ma pur sempre significativo per chi, come i pentastellati, parla sempre e comunque in nome del popolo.Quale strumento migliore per toglierle le castagne dal fuoco.  Diciamocelo, la Sindachessa è sulle spine e stanca. E si infittiscono le voci che le dimissioni sue siano dietro l’angolo.  Soppravivrà alla manifestazione pro Tav del 10 ? Sopravvivenza di tipo politico, s’intende.  Dipenderà dalle dimensioni dell’evento. Per gli organizzatori promette bene. Organizzatori determinati, presenti  tutte le organizzazioni sindacali degli imprenditori come dei lavoratori.  Con la  Cgil nazionale e delle altre regioni che corre ai ripari e ” urla”: ci siamo anche noi  tra i pro Tav. Vista così sembrerebbe una partita già vinta dai sì. Da una parte una sinistra sbrindellata con anarcoidi dei centri sociali e pentastellati e dall’altra il resto del mondo. Un “resto del mondo” ben allenato. Pensate a Carlo Callieri  tra gli ideatori. Proprio lui, l’importantissimo dirigente Fiat tra i fautori della marcia dei 40 mila nel 1980. Instancabile telefonò e contattò uno ad uno i quadri intermedi. Con il suo sigaro toscano e la sua  determinazione è una garanzia della riuscita dell’iniziativa.Altra caratteristica della manifestazione: cresce dal basso con un popolo torinese sempre più esasperato. Noi ( diversamente da altri) non abbiamo la presunzione o velleità di parlare in nome del popolo. Anzi, siamo sempre refrattari nel considerare chi lo fa. Basta però sentire, chiedere ed ascoltare. La frana elettorale per i grillini si è mossa. Molti che li hanno votati si pentono della loro scelta. Ma il grave (per i pentastellati) è che lo dichiarano pubblicamente.  I consiglieri comunali grillini sono sbigottiti. Perché questo popolo ci contesta? In fondo che abbiamo fatto? Proprio cosi, non si rendono conto di cosa hanno fatto. È come i più  provetti “apprendisti stregoni” hanno liberato delle forze che non riescono a governare. E per loro governare è un optional del tutto trascurabile. Noi siamo curiosi di cosa accadrà dopo la manifestazione. Ma siamo anche curiosi su chi erediterà  il pacchetto di voti in libertà. Non è del resto una novità che i pentastellati, secondo i sondaggi, perdano più dell’8% di consensi al Nord. Bella botta. Sicuramente il Chiampa sabato sarà in prima linea. Un po’ meno il PD. I militanti sono scatenati, meno il partito, che non riesce ancora a carburare in continua ricerca di una data utile per nominare i suoi dirigenti. Arrabbiata è soprattutto la sinistra del Pd. Questo parallelo con la marcia dei 40mila non gli va giù. Sinistra pd presa in mezzo tra la Cgil che li molla e i renziani che li rimbrottano, visto che di pentastellati e sinistroidi non c’è da fidarsi. Ed anche la manifestazione  sì Tav è un’ occasione per dividersi. I leghisti si devono smarcare dai grillini ed il PD trovare un’ azione comune. Forza Italia decisamente ammaccata vuole ed ha ottenuto un tavolo per le regionali tra tutto il centro destra ed è preoccupata per la sorte del nostro sistema imprenditoriale. Dunque? O i Leghisti si “inventano” un candidato credibile che faccia  gli perdonare la loro vicinanza agli apprendisti stregoni, o intravedono la candidatura di Claudia Porchietto. Dalla sua, oltre che la competenza politica c’è l’essere imprenditore ed essere stata presidente Api. A questa sua locale credibilità si dovrà aggiungere una credibilità europea.  Finire la Tav in tempi stabiliti passerà anche da questo. Insomma, uno scontro politico tra Sergio Chiamparino e Claudia Porchietto.
Patrizio Tosetto