POLITICA- Pagina 531

Manovra, Ruffino (FI): “Governo vicino ai piccoli Comuni? Garantisca risorse”

“Le fusioni tra comuni devono essere innanzitutto volontarie e, in secondo luogo, il governo deve garantire la vita di questi enti locali, senza dimenticare le Unioni dei Comuni, anche qui, formate in prevalenza da piccole realtà.
Le unioni da tempo sono in sofferenza perché prive di risorse adeguate al loro funzionamento ed efficientamento. Molte di queste, per carenza di personale e fondi si sono sciolte, disperdendo un patrimonio di servizi e di esperienze. Prevedere esclusivamente finanziamenti atti a favorire le fusioni, come previsto dal governo nella manovra, è gettare fumo negli occhi delle amministrazioni locali che saranno semplicemente destinate a fallire”. Così, in una nota, la deputata di Forza Italia Daniela Ruffino.

Clima, i Verdi e gli studenti

“Venerdì 29  è stato il giorno del cosiddetto ‘black friday’ (il venerdì nero) momento dell’anno in cui i consumatori possono trovare offerte e sconti su ogni tipo di prodotto nei locali commerciali e sui siti di e-commerce. E’ stato però anche il giorno in cui si è svolto il 4° sciopero per il clima. Moltissimi giovani a Torino, provenienti dai tantissimi centri del Piemonte, hanno nuovamente manifestato nelle piazze del capoluogo per ribadire al mondo della “politica” e della “finanza” che è necessario prendere provvedimenti contro il cambiamento climatico, gli attuali modelli di sviluppo basati sul consumismo sfrenato e sulle energie fossili. Tra gli studenti con gli striscioni c’erano anche tantissime persone con un’età elevata, a dimostrazione che la salute del pianeta riguarda tutti, non solo i più giovani. Noi di ‘Europa Verde – Verdi Piemonte’ eravamo presenti con un nostro striscione con la scritta <<Non c’è un pianeta B>> per far capire che per salvaguardare la nostra salute, le nostre economie, i nostri territori, dobbiamo salvaguardare la salute del pianeta. Siamo dunque convinti, come partito ecologista, che in futuro una politica di sviluppo basata sulla sostenibilità ambientale, su un uso più moderato e rispettoso delle risorse della terra ci può e ci deve essere in Italia come nel resto del mondo.”

Cosi in una nota i due portavoce dei Verdi del Piemonte, Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi.

Il cerino alla politica mentre l’Italia sprofonda

Piemonte, Liguria e Italia vanno a pezzi e i politici scaricano sulla burocrazia. La burocrazia dice di
aver paura della magistratura e la magistratura dice d’intervenire dopo il reato e di non essere
responsabile della prevenzione ambientale.

Gli imprenditori dicono di applicare le leggi non chiare
e farraginose. Il cerino torna alla politica che ammette che lo Stato non ha soldi e l’ eventuale
indebitamento non è permesso dall’ Europa. Circolo vizioso da cui non se ne esce con Venezia
che va a fondo, con Alessandria e Genova irraggiungibili. Poi sia il centro che il sud non stanno
sicuramente meglio.
Italia  che sprofonda nel senso letterale del termine. Ma anche pezzi di società civile hanno le loro
responsabilità . Dopo appelli a non uscire di casa si deve intervenire per salvare chi è
addirittura transitato in strade chiuse al traffico. Proprio così, nulla se non poco non funziona. Tra
le poche cose che funzionano l’abnegazione di protezione civile, Vigili Urbani o del fuoco che
fanno il possibile.
Ma si è difronte ad una valanga , ora inarerstabile. Saremmo ingenerosi se imputassimo tutte le
responsabilità alla attuale classe dirigente. Il tempo fa la sua tragica parte. La responsabilità di
chi non ha voluto prevenire i fenomeni.L’ esempio più eclatante sono i terremoti.
Non sono prevedibili ma quando avvengono ci sono comportamenti e comportamenti. Viceversa c’è
l’ italico metodo di trovarsi sempre stupiti. Dopo che ci si riprende, le successive ed inutili
polemiche sulle altrui responsabilità.
Per una volta non sono i pentastellati i principali responsabili. Manco due anni che governano.
Molti nel passato hanno sperato in una loro vittoria sapendo che li avrebbero presi in
mezzo. Cosi Lega e Forza Italia che hanno governato per almeno 15 anni.
Con il PD secondo in questa classifica, circa 10 anni. Sulle crisi aziendali si ripete il copione.
Sono solo tre le regioni non interessate: Lombardia, Trentino e Calabria. Prova palese che è il
sistema Italia che non funziona. Molti sostengono che siamo vittime della globalizzazione.
Probabile ma (appunto) non unica spiegazione. Molti nel dire che sono le multinazionali cattive.
Probabile ma (appunto) nemmeno qui l’ unica spiegazione. Da decenni non esistono politiche industriali,

sia per mancanza di soldi, sia per incapacità di gestire. Lontani, remoti i tempi di quando si
costituiva l’Iri , acronimo di Istituto Ricostruzione Industriale. O di quando il Governo Parri mandò
Enrico Mattei liquidatore dell Agip. Contravvenendo al mandato fece grande l’industria di Stato
pagando con la vita. Non possiamo vivere sugli allori.
Nessuna sospensione delle regole democratiche. Soluzioni a più livelli: aiuto dall’Europa, commissario europeo
con ruolo nazionale e singoli commissari regionali.
Come non può essere un italiano commissario dell’ Europa non possono essere commissari
regionali coloro che operano in regione. A situazioni di emergenza risposte di emergenza. Di fatto l’Italia è
fallita e solo delle convenzioni ed interessi internazionali possono dare speranza. Non sto sta parlando o vaneggiando.
Sono consapevole che è difficilmente realizzabile, ma francamente non vedo altre vie d’uscita credibili.

 

Patrizio Tosetto

L’appello “anti-inciucio” di FdI per le Comunali di Torino

 Riceviamo e pubblichiamo

MONTARULI-MARRONE : “APPELLO AL CENTRODESTRA, TROVIAMO UN CANDIDATO SINDACO  ENTRO LA PRIMAVERA. MAI CON IL PD, MAI CON IL M5S”

Il patto anti-inciucio lanciato a Roma da Giorgia Meloni arriva anche a Torino: Mai con il PD, Mai con il Movimento 5 Stelle.
“Soprattutto nel capoluogo che ha provato sia il PD, sia i grillini, l’alternativa è solo il centrodestra”, a dichiararlo sono la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e il capogruppo di Fdi in Regione Piemonte Maurizio Marrone, dal gazebo di oggi nel quartiere Vallette. “Il nostro appello è pertanto innanzitutto a Lega e Forza Italia: troviamo un candidato sindaco. Non abbiamo preclusioni, purché sia una persona capace, stimata e radicata sul territorio. Occorre iniziare a lanciare idee sui nomi entro la prossima primavera – proseguono Montaruli e Marrone -, ricorrendo, qualora si rendesse necessario, anche allo strumento delle primarie. Una cosa è certa: questa volta il centrodestra non arriverà all’ultimo minuto. Lo dobbiamo ai torinesi, che non meritano la follia pentastellata, né chi fa finta opposizione a Torino ma a Roma cede alla loro incapacità come il PD, consentendo di fatto un’amministrazione disastrosa. Ultimo caso,in ordine cronologico, la gestione dello sgombero della Cavallerizza Reale”.

La nuova Commissione al via. Cinque anni decisivi

Con il voto di approvazione da parte del Parlamento europeo – e la successiva nomina da parte del Consiglio europeo – la Commissione presieduta da Ursula von der Leyen è finalmente pronta per entrata in carica, dal 1° dicembre. Un mese di ritardo sulla tabella di marcia prevista, con qualche turbolenza, che però ci ha fornito utili indicazioni politiche e istituzionali. Ma soprattutto un quinquennio davanti che sarà decisivo per il progetto d’integrazione europea e per il ruolo dell’Europa nel mondo.
Il fatto che la nuova Commissione abbia ricevuto 461 voti a favore (157 contrari, 89 astensioni) è un segnale molto positivo, se comparato alla risicata maggioranza con cui la candidata Presidente von der Leyen era stata eletta il 16 luglio scorso: 383 deputati a favore, nove in più della soglia minima di 374 (con 327 contrari e 22 astenuti). Doveroso anche ricordare che la Commissione Juncker, nel 2014, era stata approvata dal Parlamento con 423 voti favorevoli (209 contrari, 67 astensioni).
Al di là delle cifre, se è vero che il metodo degli Spitzenkandidaten ha registrato una battuta d’arresto, è oggi ancor più evidente che, in futuro, alla nomina della Commissione si dovrà arrivare con un dialogo strutturato fra Parlamento e Consiglio, fra i rappresentanti dei cittadini e quelli degli Stati europei. Purtroppo qualche leader europeo ancora fatica a comprendere e rispettare il ruolo e il peso di un Parlamento forte e autonomo. Le audizioni pubbliche cui sono sottoposti i Commissari designati costituiscono un importante esercizio di democrazia, senza paragoni negli Stati membri.
D’altro canto, il Parlamento dovrà impiegare questi cinque anni anche per costruire una vera coalizione europeista, basata su poche priorità fondamentali. Non è pensabile che l’intera legislatura possa vivere solo su precarie maggioranze a geometria variabile. Nel 2024 saranno sperabilmente delle coalizioni a presentarsi alle elezioni europee, con i rispettivi candidati (di coalizione) alla Presidenza della Commissione. La “Conferenza sul futuro dell’Europa” (oggetto di uno stimolante non-paper franco-tedesco), che dovrebbe essere varata a inizio 2020, potrà definire proposte lungimiranti per favorire quel processo.
Nel discorso tenuto ieri a Strasburgo la Presidente von der Leyen ha mostrato di aver tenuto conto dei rilevi critici del Parlamento in sede di audizioni e ha ribadito gli assi fondamentali dell’azione della sua Commissione. Nel contempo, è sembrata voler parlare direttamente ai cittadini europei, voler mostrare loro che cosa l’Europa può e vuole fare per migliorare le loro vite. A partire da un solenne impegno per la parità di genere a tutti i livelli – da parte della prima Presidente donna, della Commissione “meno sbilanciata” della storia (11 donne e 15 uomini) –, che riguarderà anzitutto l’organizzazione e le politiche della Commissione stessa.
La volontà di von der Leyen di avere una Commissione “geopolitica” indica con chiarezza che sono in gioco il ruolo internazionale dell’Unione, la sua capacità di essere co-protagonista nella costruzione di un nuovo ordine globale. Un’Europa “campione del multilateralismo”, nelle parole della Presidente, che promuova un sistema basato su regole condivise e sia all’avanguardia nell’affrontare le due “transizioni gemelle” e interdipendenti: quella per la lotta al cambiamento climatico (vera e propria “questione esistenziale”) e quella sul digitale.
La Presidente von der Leyen ha ribadito che lo European Green Deal (EGD) sarà al cuore della “nuova strategia di crescita” per l’economia europea, un vettore di investimenti in ricerca e innovazione, con l’obiettivo di una “carbon neutrality” entro il 2050. Una transizione che potrà contare sulla BEI quale “banca Ue del clima” e che dovrà essere “giusta e inclusiva”. Il Commissario Timmermans presenterà nelle prossime settimane un pacchetto complessivo di proposte sull’EGD, che metteranno la strategia europea al centro della scena internazionale.
L’altra transizione che l’Unione dovrà compiere è quella sul fronte della “digitalizzazione”, che apre orizzonti e rischi impensabili fino a pochi anni fa. L’impegno della Commissione è quello di definire una robusta strategia europea, in un campo oggi dominato da soggetti non europei. Questo richiederà capacità di controllare le tecnologie chiave in Europa, di valorizzare le competenze di cui disponiamo e di sostenere l’innovazione, di dotarsi di infrastrutture adeguate, di valorizzare la disponibilità di dati (non personali) e nel contempo di continuare a proteggere la “identità digitale” delle persone, anche grazie a una strategica unitaria per lacybersecurity.
Altro elemento chiave nel mandato della nuova Commissione sarà il rafforzamento dell’Unione economica e monetaria, per il quale un ruolo importante sarà svolto dal Commissario Gentiloni. In parallelo all’EGD quale motore di occupazione e sviluppo, si dovrà procedere verso il completamento dell’Unione bancaria e dell’Unione dei mercato dei capitali e dotare l’Ue di un bilancio pluriennale all’altezza delle sue ambizioni – con anche una autonoma capacità fiscale, che possa contare su risorse proprie. Altrettanto decisivo sarà un impegno europeo lungimirante per lo sviluppo dell’Africa: una strategia già avviata dalla Commissione Juncker, che la nuova Commissione dovrà proseguire e rafforzare.
Nel suo discorso von der Leyen (già ministro della difesa in Germania) non ha toccato i temi della sicurezza militare. Ma per una Commissione “geopolitica” questo sarà di necessità un capitolo centrale, in un quadro internazionale in forte e incerto cambiamento. È almeno dal 2016 – anno del voto sulla Brexit e dell’elezione di Trump – che l’Europa ha iniziato a compiere passi avanti significativi sulla difesa, grazie anche alla “Strategia Globale” presentata dall’Alto Rappresentante Federica Mogherini. Un impegno che il suo successore, Josep Borrell, saprà sviluppare, per un’Europa in grado di svolgere un ruolo più inciso e coeso all’interno della Nato e, in prospettiva, di costruire una capacità di difesa autonoma.
Da ultimo, ma non meno importante, colpisce, come detto, l’attenzione della Presidente von der Leyen nel promuovere un’Europa che “deve occuparsi di ciò che sta a cuore ai cittadini”. Dall’impegno a voler dare all’Ue un ruolo guida nella lotta contro il cancro (con anche un toccante e tragico ricordo di vita personale della Presidente), al rafforzamento del pilastro europeo dei diritti sociali, con l’introduzione in tutti i Paesi di un salario minimo adeguato, all’attenzione per la sicurezza alimentare, all’impegno (invero ancora generico) ad arrivare a risposte “umane ed efficaci” di fronte alle migrazioni. Tutti tasselli di una “Europa che protegge”, a partire – indispensabile ribadirlo – dalla difesa dai cambiamenti climatici.

Buon lavoro dunque alla nuova Commissione, nell’interesse di tutti noi cittadini europei. Con l’auspicio che l’Italia sappia finalmente uscire dal circolo vizioso di dibattiti di corto respiro ed essere all’altezza della propria storia quale “motore dell’integrazione”. Serve più che mai un ruolo attivo e propositivo dell’Italia per un’Europa più forte e più unita, modello di sviluppo sostenibile e solidale, anche per contribuire a costruire un mondo più pacifico e meno inquinato.

 

Fulvio Brugnoli

Direttore del Centro Studi sul Federalismo

Blitz di Gioventù Nazionale al Campus Onu

“SIAMO GLI AMBIENTALISTI IDENTITARI, VOGLIAMO ESSERE ASCOLTATI COME GRETA”

Un gruppo di militanti di Gioventù Nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia, si è radunato questa mattina davanti al Campus ONU di Torino indossando delle mantelline gialle, simili a quella indossata dall’attivista svedese Greta Thunberg sulla copertina del suo libro, ed ha esposto uno striscione con la scritta “SGRETOLIAMOLI – Ambientalismo Identitario”.

«Questa mattina – spiega il responsabile di Gioventù Nazionale Torino, Salvatore Ardini – siamo davanti al Campus Onu di Torino perché tra qualche ora numerosi studenti si troveranno in piazza per manifestare riuniti sotto l’egida dell’ambientalismo di Greta Thunberg. Secondo noi quello proposto da Greta è un ambientalismo di facciata, che affronta il problema del cambiamento climatico solamente attraverso slogan e tramite la colpevolizzazione del singolo individuo europeo, a cui vengono ormai contati anche i secondi durante i quali tiene il rubinetto aperto quando si lava i denti. Il problema – continua Ardini – in realtà è altrove, in particolare in paesi come Cina ed India, le cui emissioni di CO2 superano di dieci volte quelle europee, ma che non vengono toccati dalla retorica di Greta. Inoltre,  pensiamo che senza una visione identitaria dell’ambientalismo esso diventi solamente uno strumento nelle mani della sinistra mondiale, che non avendo più nulla da dire, in particolare ai giovani, ha deciso di appropriarsi di questo tema e di elevare Greta a nuova paladina mondiale. Per essere ascoltata ed osannata da tutto il mondo – conclude Ardini – a Greta è bastato mettersi una mantellina gialla e presentarsi all’Onu. Lo abbiamo fatto anche noi: vedremo se il risultato sarà lo stesso. Ambientalismo vuol dire amore per la propria terra e le proprie radici».

Napoli (FI): “Chi e con quali risorse può fare politica?”

La politica spende soldi per alimentare il consenso. Ad esempio, il reddito di cittadinanza come va considerato? È il più grande voto di scambio mai visto nella storia repubblicana, tutto a carico dei contribuenti, oppure è soltanto una misura di equità sociale come è stato presentato? Altro esempio: per quale ragione dei parlamentari devono versare una quota mensile della loro indennità alla Casaleggio&Associati Srl, cioè versano soldi ricevuti dallo Stato a un’impresa privata che controlla e detta la strategia politica? L’inchiesta di Firenze a carico della società Open avrà i suoi sviluppi, ma dal 1992 la politica gira a vuoto attorno allo stesso quesito rimasto senza risposta: chi e con quali risorse può fare politica in un sistema parlamentare di democrazia rappresentativa? Se la politica continua a essere raffigurata come un luogo di corruzione e di perdizione, è ovvio che i cittadini non vogliono versare il becco di un quattrino. Allora, via il finanziamento pubblico. E neppure quello privato, perché meno trasparente e più corruttivo di quello pubblico. Se Beppe Grillo si reca due volte in 24 ore all’ambasciata cinese in Italia, e il M5s vede negli affari con la Cina il futuro dell’Italia, si deve sospettare che ci sia un interesse illecito oppure è solo una scelta frutto di cecità politica? Abbiamo alle spalle un quarto di secolo di predicazione populista contro la democrazia rappresentativa e il Parlamento, oggi ne stiamo misurando i danni enormi e terribili alle istituzioni. Il PD giustizialista si è alleato con un partito che lo supera in demagogia. Non possono che venirne frutti avvelenati per la democrazia.

 Osvaldo Napoli,  direttivo di Forza Italia alla Camera

 

“La casa al centro delle politiche del Pd”

“DOPO LA PROPOSTA DI LEGGE A PRIMA FIRMA GALLO OTTENIAMO NUOVE RISORSE PER LE ATC”

Da Palazzo Lascaris

“E’ stato approvato  un emendamento importante all’Assestamento di Bilancio. Grazie al Pd 4 milioni di euro verranno destinati alle Agenzie Territoriali per la Casa per interventi di sostegno al programma casa di edilizia residenziale pubblica” dichiara il Consigliere regionale del Partito Democratico Raffaele Gallo.

“Questo risultato si inserisce all’interno di una più ampia politica del Partito Democratico a favore di un diritto primario come quello dell’abitare. Ho depositato, infatti, qualche settimana fa, una proposta di legge per sostenere, in modo più efficace, tutte quelle famiglie piemontesi in difficoltà con il pagamento delle rate dei mutui per l’acquisto della prima casa, introducendo nuovi strumenti di protezione sociale per garantire a tutti il diritto di costruirsi un futuro. Questo provvedimento ha lo scopo di tutelare persone e famiglie che si trovano in una condizione di temporaneo disagio economico, fatto non infrequente in questi anni di crisi economico-lavorativa, ampliando gli strumenti e la platea dei destinatari rispetto al quadro vigente” spiega Gallo.

“Il Fondo Immobiliare – conclude Gallo – dovrà essere dedicato all’attività di “friendly reposses”. Il friendly reposses consiste nella vendita dell’immobile da parte dei titolari dei mutui ad un apposito fondo immobiliare non oneroso con la contestuale sottoscrizione del contratto di locazione e dell’opzione di rientro in possesso dello stesso immobile. I destinatari dell’intervento sono i titolari, residenti in Piemonte, di mutui ipotecari sulla prima casa, contratti con istituti di credito operanti sul territorio regionale, che versino in condizioni di temporaneo disagio economico, Chiederemo, con forza, che la proposta di legge venga calendarizzata a gennaio perché è un dovere della politica dare risposte immediate ai cittadini in difficoltà e difendere i loro diritti”.

“Sì alla Vita, fuori il dr. Morte”

Riceviamo e pubblichiamo
STRISCIONE DI GIOVENTÙ NAZIONALE TORINO CONTRO SILVIO VIALE

“Sì alla Vita, fuori il dr. Morte”. È ciò che si legge sullo striscione esposto la scorsa notte davanti all’ospedale Sant’Anna di Torino. Autori del gesto sono i militanti di Gioventù Nazionale Torino, movimento giovanile di Fratelli d’Italia. Il riferimento è chiaramente al ginecologo ed esponente dei Radicali Silvio Viale, che negli scorsi giorni si era reso protagonista di un acceso dibattito con il Capogruppo in Regione di FdI, Maurizio Marrone. «Viale – spiega il responsabile di Gn Torino Salvatore Ardini – si era già espresso a favore della morte quando, alcune settimane fa, si era augurato che Giovannino, il neonato abbandonato dai genitori ed affetto da una grave patologia, non sopravvivesse. Non contento, ora si dice anche disposto a praticare il suicidio assistito alla Città della Salute. Riteniamo inaccettabili certe parole – continua il responsabile dei giovani di FdI – soprattutto perché provenienti da un medico, la cui missione dovrebbe essere quella di proteggere la vita ad ogni costo. Ora vogliamo il dottor Viale fuori dal Sant’Anna e da tutti gli ospedali torinesi».