POLITICA- Pagina 526

I giovani azzurri accolgono DI Maio con manifesto contro il reddito di cittadinanza

Varaldo (FI Giovani) “Il reddito lo vogliamo dal lavoro e non di cittadinanza. In Piemonte disoccupazione giovanile allarmante che supera il 30%”

Questa mattina il Vicepremier e Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro Luigi Di Maio è arrivato a Torino per presentare il Fondo Nazionale per l’innovazione.
Ad accoglierlo davanti alle Ogr una delegazione del movimento giovanile di Forza Italia con un manifesto che denuncia il 31% di disoccupazione giovanile in Piemonte e chiede lo stop al reddito di cittadinanza.
“Il reddito? Lo vogliamo dal lavoro e non di cittadinanza – afferma Tommaso Varaldo, coordinatore del movimento giovanile a Torino – in Piemonte nel 2018 la disoccupazione giovanile si è attestata al 31% e hanno cessato l’attività 26mila imprese. Sono dati allarmanti” “Il reddito di cittadinanza è inversamente proporzionale al lavoro, non crea occupazione e non abolisce la povertà – continua Varaldo – La soluzione al problema della disoccupazione si chiama lavoro e il lavoro lo creano le imprese che vanno supportate con incentivi, abbattimento della pressione fiscale e della burocrazia, con infrastrutture moderne”“I giovani hanno voglia di lavorare. I giovani hanno voglia di veder valorizzate le loro competenze e capacità in questo Paese. I giovani hanno voglia di un’Italia che investe nei migliori – conclude Varaldo – 1 non vale 1 come ci vuole far credere il Ministro Di Maio”

Zingaretti vince le primarie Pd anche a Torino e in Piemonte

Le primarie Pd hanno registrato in Piemonte 81.500 votanti,  dei quali più di  50 mila a Torino e provincia. Il nuovo segretario  nazionale del partito  Nicola Zingaretti, ha vinto in tutti i 317 seggi. A Torino  il numero dei votanti  è stato di  22.780, I dati sono ancora provvisori ma sarannno confermati in giornata.

Rete Bianca, Regione Piemonte: non ci sarà una lista unitaria

Cattolici presenti in più liste. Si lavora per il nuovo partito. “Rete Bianca Piemonte, in vista delle elezioni regionali, ha avanzato la proposta di riunificare in una unica lista le varie sigle riconducibili al mondo cattolico democratico e popolare. Una lista non identitaria, come ovvio, laica ma caratterizzata sotto il profilo politico e programmatico. Una proposta, questa, frutto anche della riflessione e dell’appello lanciati recentemente al convegno di Rete Bianca dal cardinal Severino Poletto e condiviso da molti esponenti, autorevoli e qualificati, del mondo cattolico piemontese e nazionale. Ora, la proposta di una lista unitaria non ha trovato adesione in altri gruppi e liste che puntano, almeno per le elezioni regionali, ad una presenza autonoma e, di conseguenza, frammentata. Alle luce di questa situazione, emergono 2 considerazioni politiche. Innanzitutto nessuna lista alle prossime elezioni regionali piemontesi potrà rivendicare di essere la depositaria esclusiva ed unica della rappresentanza di questa area culturale e politica. In secondo luogo, com’è altrettanto evidente, le candidature di esponenti del mondo cattolico democratico e popolare saranno presenti in alcune liste e nei vari schieramenti. Al riguardo, e’ persin ovvio sottolineare e richiamare un aspetto: e cioè, prosegue il dialogo e il confronto con queste realtà, gruppi e movimenti per arrivare alla definizione a livello locale – e soprattutto nazionale – di un partito laico e di ispirazione cristiana in vista delle prossime consultazioni amministrative, dal Comune di Torino ad altri importanti comuni che andranno al voto nei prossimi mesi, e soprattutto politiche. Un progetto politico, questo, che registra la convergenza di buona parte dei soggetti che già operano a livello territoriale e disseminato in tutta Italia. Rete Bianca Piemonte, comunque sia, prosegue il lavoro di ricomposizione politica, culturale ed organizzativa del mondo cattolico democratico e popolare piemontese in vista delle prossime consultazioni amministrative torinesi e partecipa attivamente a questo obiettivo su scala nazionale con altre realtà impegnate sul medesimo terreno in vista delle possibili elezioni politiche. Un obiettivo politico condiviso da molte sigle, realtà, associazioni e dalle stesse liste civiche che si presenteranno alle prossime elezioni regionali piemontesi nei vari schieramenti”.

Giorgio Merlo

Giampiero Leo

La tarantella della politica

Ora c’è pure il fuoco amico di Calenda che preferendo Crosetto a Sergio Chiamparino butta il suo sasso , anzi i suoi sassi nello stagno del centro sinistra
Crosetto molto arrabbiato con la politica che non vuole saperne di una candidatura e che sostiene di essere di nuovo un uomo libero quando verranno accettate le sue dimissioni da deputato. Ed allora perché Calenda candida un politico che non vuole più essere candidato? Mistero. Direi mistero fittissimo. Basiti molti esponenti del Pd piemontese che arrivano a concludere che la boutade significa una delegittimazione del Chiampa. Ora? Che senso ha? Va bene che Calenda entra esce ritorna e si stufa del Pd. Eppure il Chiampa non è poi così filo PD. Anzi direi proprio che ha costretto obtorto collo ad affrontare questa avventura delle liste civiche. In fondo il Chiampa è riuscito nel rendere il PD indispensabile ma non sufficiente per le sorti del centro sinistra.  E la nostra Repubblica, almeno per ora , non è  più  bipolare ma tripolare. Con i pentastellati che si stanno sciogliendo come neve al sole. Parola d’ ordine di centro sinistra e centro destra: essere briosi. Ma mentre il centro destra se Salvini non molla continua ad avere il vento in poppa mi risulta difficile capire fino in fondo il PD. Credevo che il 3 marzo di sera si sapesse chi era il segretario. Precisamente se un candidato non supera il 50 % è tutto rinviato alla Assemblea Nazionale. Detto in altro modo, se Zingaretti supera la soglia non avrà condizionamenti. Viceversa dovranno fare accordi che presuppongono accordi.  Non capisco la ratio  di queste scelte congressuali organizzative. Si vedrà quanti voteranno, altro indicatore politico. Ma nel complicarmi il tutto ci sono anche quelli di Liberi e Uguali. Cerco  di capire ma non ci riesco proprio. Questo insieme viene dato al 6 o 7%  frazionato tra le liste che ci saranno. Quante? Qui ci vorrebbe un indovino. Nel mentre dal 15 febbraio Foietta non è più commissario  degli appalti  per la Tav ed in ultimo un supplemento d indagine della commissione costi e benefici.  
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Insomma, la tarantella continua. Con la solita ed a questo punto angosciata domanda: che cosa penseranno all’ estero di questo incomprensibile a fatuo atteggiamento del nostro governo? E che cosa penseranno di noi Italiani? Persino il sobrio Tria ha sostenuto che andare avanti nei lavori è anche una questione di credibilità.  Ciò che non interessa a Toninelli che rivendica di essere lui e non Conte ad aver chiesto questo approfondimento.  Evidentemente non hanno paura del ridicolo. Mentre quel che mi stupisce è l’affabilità di Matteo Salvini.  Imperturbabile continua: tanto io vinco e gli altri no. Riproponendo che quasi quasi in Piemonte il candidato del centro destra lo propone o impone lui.  Ricapitoliamo. Il Fregoli  che è responsabile almeno per il 50 % di questa tarantella sostiene che con la sua vittoria in Piemonte si risolverà la questione Tav. Lui che la complica, lui che la risolve. Intravedo un certo piano diabolico . Che, come succede a quasi tutti i piani diabolici, riuscirà grazie a diversi fattori,  perché in politica come nella vita non esiste il vuoto. O se momentaneamente esiste viene immediatamente riempito. Ed in questo caso da Matteo Salvini. Così non si capisce un Pd tanto tentennante.  Il fuoco amico di Calenda che già prima aveva provocatoriamente proposta la  Fornero sicuramente tra i più bravi ministri tecnici della Repubblica ma sicuramente tra i Ministri più invisi. Mi si può obbiettare che competenza e simpatia possono anche non coesistere.  Ma l’incresciosa realtà degli esodati è lei che l’ ha prodotta. Testimonianza che anche la competenza ha i suoi limiti. Chi viceversa non stupisce sono i pentastellati.  O quel che ne  rimane. L’ Appendino non ha più la maggioranza in consiglio comunale. Molti, come lo stesso Grillo, minacciano scissioni e cataclismi se Giggino cede a Matteo Salvini.  E la confusione genera insicurezza. Matteo è pronto ad essere la sola certezza.
Patrizio Tosetto

Giovani legislatori a Palazzo Lascaris

La competizione “Open Legislation”, organizzata dall’Elsa Torino, riguarda cinque squadre di studenti universitari di materie giuridiche che redigono un progetto di legge su un tema specifico scelto da un Comitato scientifico

Il miglior elaborato viene scelto da un Collegio giudicante per proseguire con la simulazione del procedimento legislativo. L’8 marzo, dalle 9 alle 13.30 nell’Aula di Palazzo Lascaris, si tiene la fase conclusiva del concorso nella quale il progetto di legge ritenuto vincente viene discusso e votato dagli studenti partecipanti, che si immedesimano nel ruolo di consigliere regionale, seguendo l’iter del regolamento dell’Assemblea legislativa, adattato alla competizione. Alla fase finale partecipano il presidente del Consiglio regionale Nino Boeti e il componente dell’Ufficio di presidenza Giorgio Bertola. Il tema scelto quest’anno sul quale sono stati predisposti i progetti di legge è in materia di diritto dell’ambiente, sul quale sono stati svolti degli incontri preparatori per i concorrenti. L’Elsa, The European law students’ association, è la più grande associazione al mondo di giovani giuristi. Indipendente, apartitica, non governativa, aconfessionale e senza scopo di lucro, Elsa nasce per completare la formazione degli studenti in materie giuridiche, colmando il gap tra il mondo universitario e quello lavorativo. Dal 1981, data della sua fondazione, opera su tre livelli (locale, nazionale, internazionale) e consente di connettere in un unico grande network più di 40 mila soci, tra studenti e neolaureati, in 44 Paesi europei. Nel corso della manifestazione, alle 10, si tiene una rappresentazione dello spettacolo “Monumentale dimenticanza” della compagnia teatrale ArteMuda.

LA COMMISSIONE AMBIENTE APPROVA IL PIANO PER LA QUALITA’ DELL’ARIA

La Commissione Ambiente del Consiglio regionale ha approvato il “Piano per la Qualità dell’aria”

“Questo provvedimento rappresenta uno degli atti che il nostro Gruppo vuole approvare entro la fine della legislatura perché non si rimandano le scelte per la salute delle persone. Pensare alla qualità dell’ambiente in cui viviamo significa pensare alla salute dei cittadini” ha spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti. “Il Piano – ha proseguito Ravetti – interviene su 47 misure legate a diversi ambiti: trasporti, energia, industria, agricoltura, riqualificazione urbana e ha lo scopo di contribuire al miglioramento delle condizioni ambientali, raggiungendo gli obiettivi stabiliti dall’Agenda 2030 dell’Onu e dalla Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile “. “In questo contesto più generale – ha concluso Domenico Ravetti – si colloca anche il tema della mobilità sostenibile legato alla necessità di compiere le scelte migliori per tutelare ambiente e salute. I provvedimenti dei Comuni, tra i quali l’introduzione o la rimodulazione della Ztl, per avere un effetto positivo devono essere preceduti da un Piano urbano della mobilità sostenibile, che, da normative nazionali, dovrà essere approvato entro il 5 ottobre 2019. Un Piano che tenga conto di di una visione globale della mobilità urbana, con obiettivi di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, ivi comprese le esigenze di chi nei centri storici vive e lavora. Auspichiamo che tutte le amministrazioni vogliano contribuire, al di là di interessi particolari, a rendere il Piemonte un luogo migliore”.

I giovani azzurri visitano il cantiere Tav

Varaldo (FI): “Se entro la fine di marzo non saranno pubblicati i bandi perderemo i primi 300 milioni dei finanziamenti europei. Il Governo non perda altro tempo. Al Vicesindaco di Torino che afferma che la Tav non esiste rispondiamo con le foto della talpa Federica che avanza circa 18 metri al giorno verso il confine con l’Italia” 
Oggi una delegazione del movimento giovanile di Forza Italia, guidato dal coordinatore provinciale Tommaso Varaldo, visiterà, insieme al Consigliere della Città Metropolitana di Torino Paolo Ruzzola il cantiere della Torino-Lione a Saint-Martin-La-Porte, in Francia. 
“Siamo stanchi dell’immobilismo che viene imposto a tutto il Paese del m5s a suon di continue fake news – continua Varaldo – Tutto il movimento dei NoTav è stato costruito su falsità per procurare allarme e terrore nella popolazione. Prima le bufale delle montagne piene di amianto e di uranio, smentite da migliaia di analisi preliminari e dai fatti: nessuna traccia di amianto e uranio in oltre 15 anni di scavi e nei 20 km di gallerie già scavate” 
“Smentiti hanno costruito le fake news sui costi e benefici – continua Varaldo – ci raccontano che il costo per costruire la Tav è di 20 miliardi quando i costi sono scritti nell’accordo internazionale e prevedono una spesa per il nostro Paese di circa 4,6 mld: 2,9mld per la sezione transfrontaliera e 1,7 per la tratta nazionale, che potrebbe passare a 850mln dopo la disponibilità dell’Ue a finanziare al 50% anche le tratte nazionali” 
“Smentiti anche sui costi sono partiti con le fake news sui benefici negando il florido scambio commerciale tra Italia e Francia – continua Varaldo – ma i dati sono chiari e in crescita: il 20% del valore degli scambi tra Italia e mondo passa dal confine francese e quasi tutto su gomma in direzione, ad esempio, Spagna, Portogallo e Inghilterra. Ci sono 44 milioni di tonnellate di merci che passano ai valichi con la Francia con oltre 3 milioni di Tir. Verso la Svizzera passano meno di 38 milioni di tonnellate ma grazie alle infrastrutture il 70% del trasporto di queste passa su ferrovia, solo il 30% su Tir” 

“Con la nuova linea ferroviaria toglieremo dalla strade migliaia di Tir. Basta pensare che ogni treno porterebbe l’equivalente di 60 Tir – prosegue Varaldo – questo è un bene per l’ambiente, per la sicurezza e per il nostro export. Ma per i No Tav si tratta di un costo per lo Stato perché significa ridurre incassi su pedaggi e accise sui carburanti” 
“La nostra presenza oggi ai cantieri della Tav – conclude Varaldo – oltre che per dimostrare che i giovani smentiscono tutte le fake news dei No Tav è anche testimonianza di solidarietà e di ringraziamento per le centinaia di uomini e donne delle Forze dell’Ordine che negli anni passati sono stati feriti in Valle di Susa, da pietre, razzi e petardi per difendere i cantieri e i lavoratori. Noi vogliamo un’Italia ad alta velocità. Con la Tav la direzione è il futuro” 
A commentare la presenza dei giovani al cantiere è il Coordinatore Regionale di Forza Italia in Piemonte l’On. Paolo Zangrillo “La visita di una delegazione dei giovani di FI ai cantieri della TAV è un ‘ulteriore testimonianza dell’impegno del nostro partito a rivendicare con vigore e coerenza la necessità di procedere senza indugio alla realizzazione dell’opera – afferma Zangrillo – È proprio con riguardo ai giovani e al loro futuro che possiamo ricercare le ragioni più solide sul perché del SI alla TAV, come infrastruttura essenziale per costruire un contesto di sviluppo e crescita dei nostri territori, e quindi fertile a favorire opportunità di lavoro”

“Visitare il cantiere TAV significa prendere consapevolezza che l’opera è concreta e necessaria. Che ogni giorno di ritardo porta a perdita di posti di lavoro – dichiara Daniela Ruffino, parlamentare di Forza Italia eletta nel collegio Valsusa – Per questi motivi ritengo importante che i giovani di Forza Italia possano vedere e toccare con mano ciò che Toninelli e Di Maio in modo infantile e capriccioso rifiutano di fare” Insieme a Tommaso Varaldo e a tutto il gruppo giovani alla visita partecipa anche il Consigliere della Città Metropolitana Paolo Ruzzola. Nel ricordare il voto favorevole alla realizzazione della Torino -Lione espresso a larghissima maggioranza dalla Conferenza Metropolitana dei Sindaci Ruzzola rilancia l’importanza dell’opera quale collegamento strategico est-ovest dell’Europa da cui l’Italia non può e non deve essere esclusa. “Visitare il cantiere con i giovani di Forza Italia – afferma Ruzzola – è una straordinaria occasione per condividere  una visione di sviluppo che guarda in particolare al futuro dei nostri giovani”

"Presidio anarchico + suk = bomba pronta a scoppiare"

“Le mancanze dell’Amministrazione hanno creato le condizioni per questa miscela esplosiva. Aspetto con preoccupazione il weekend: intervenga la Procura. E troviamo in fretta una destinazione d’uso per l’ex Asilo Occupato”

Una zona ormai fuori controllo. L’Amministrazione, con la sua incapacità di gestire la situazione, ha posto le basi per questo salto di qualità: ora il degrado e l’illegalità diventano terreno fertile per le azioni politiche dei soliti noti (il riferimento è al presidio anarchico di fronte alla Scuola Holden). La miscela è esplosiva, anche perché – ne abbiamo già avuto un assaggio gli scorsi sabati – non sono affatto escluse tensioni tra gli operatori del libero scambio e i militanti. Mi chiedo con preoccupazione che cosa succederà nel weekend, quando centinaia e centinaia di operatori si disporranno tra Canale Molassi e San Pietro in Vincoli. A farne le spese, ancora una volta, residenti e commercianti onesti, quelli che pagano le tasse, rispettano le regole e si spaccano la schiena tutto il giorno senza calpestare i diritti degli altri. Ribadisco che sarebbe utile un intervento della Procura alla luce della palese, ripetuta e continuata situazione di illegalità. L’Amministrazione prenda in mano la situazione, se ne è capace. E si trovi al più presto una destinazione d’uso per l’immobile dell’ex Asilo Occupato.

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Silvio Magliano – Capogruppo Moderati, Consiglio Comunale Torino.

La sinistra che non c’è

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Non so quale maledizione, anatema o virus ha colpito la sinistra italiana per ridurla nello stato in cui si trova. Gli errori, enormi e reiterati nel tempo, da soli non bastano a giustificare la situazione esistente. Quando sento dire che anche negli altri paesi europei arretra, cosa per altro e per fortuna non completamente vera, la cosa non consola i militanti ed i, pochi, dirigenti più accorti. E’ vero che, a ben guardare, il fenomeno risale a diversi anni fa ,praticamente dalla caduta del muro di Berlino ed all’incapacità dei gruppi dirigenti che si sono susseguiti alla guida dei partiti di sinistra italiana nel non capire appieno il grande cambiamento che stava avvenendo. La fine dei due blocchi, occidente da una parte e blocco legato all’Unione Sovietica, l’attuale Russia, dall’altra. Il tentativo, ora possiamo dire fallito, di dare una risposta al declino dando vita al Partito Democratico. Quella che sembrava una grande operazione politica, l’unire i due partiti che rappresentavano la tradizione di sinistra ed ex comunista con quella centrista ed ex democristiana. Come è andata a finire è oramai sotto gli occhi di tutti. Il PD (Partito Democratico) di un partito di sinistra non gli è rimasto praticamente nulla se non una parte del gruppo dirigente e pochissimi vecchi e stanchi militanti che pensano che quello sia ancora il “partito” di lontana memoria.

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Mentre la parte maggioritaria è un guazzabuglio di correnti e di individualità con un vissuto, di quel partito, da parte della stragrande maggioranza degli italiani di disprezzo se non di odio. Le posizioni politiche ed i provvedimenti dei governi a guida PD hanno allontanato milioni di elettori tradizionalmente di sinistra verso il Movimento 5 stelle e. soprattutto, verso il primo partito del nostro paese e cioè l’astensione. Provvedimenti di governo spesso con tratti, quando andava bene, liberali se non liberisti. La cosa più incredibile è che mentre il paese è guidato da una coalizione giallo-verde, un vero ircocervo politico, a trazione leghista e con tratti al limite dell’autoritarismo l’opposizione di centro sinistra è, quando va bene, assente. Andiamo ad analizzare cosa hanno fatto e fanno dopo la clamorosa e pesante sconfitta delle elezioni politiche del marzo del 2018. Innanzitutto nessuna analisi seria della sconfitta e assunzione di responsabilità. Poi, un silenzio assordante durato mesi e che ha generato non programmi ed iniziative rivolte verso il paese ma tutte rivolte verso l’interno degli stessi partiti. Il PD, in un continuo di liti e baruffe si è lanciato in un percorso congressuale che dovrebbe terminare, si fa per dire, dopo le primarie interne, il prossimo 3 marzo nelle primarie aperte a tutti per scegliere il segretario nazionale. Invece di contrastare le politiche devastanti, specialmente sul piano economico, del governo Conte-Salvini-Di Maio, si è guardato e si guarda il proprio ombelico. Sinistra Italiana rompendo, l’appena costituito LeU (Liberi e Uguali), cerca di costruire l’ennesimo “cartellicchio” elettorale con Rifondazione, De Magistris ed altri pezzettini senza sapere se l’operazione riuscirà in funzione delle prossime elezioni europee e convoca e sconvoca direzioni nazionali per, forse, fare un congresso straordinario.

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Articolo Uno-MDP, dopo un’afonia lunga mesi, si è lanciata in assemblee nazionali culminate a metà febbraio in un’estemporanea Conferenza Organizzativa che dovrebbe continuare i primi del prossimo aprile in una sorta di congresso. L’attesa vera sembra essere l’esito delle primarie del PD e scommettendo sulla vittoria di Zingaretti per “tornare” a casa. Desideri, confessati o meno, a parte la cosa non è così scontata. Così mentre si esercitavano in questo modo si è votato in Abruzzo ed in Sardegna per le regionali, si voterà a fine marzo, sempre per le regionali, in Basilicata ed a fine maggio in circa duemila comuni, in regioni come il Piemonte e per il parlamento europeo. I risultati di dove si è votato oramai li conosciamo e quelli di dove si voterà saranno uguali se non peggiori per il centro sinistra. La Democrazia Cristiana, che era un grande e litigioso partito, aveva una sorta di “semestre bianco” nel senso che nei sei mesi precedenti il voto si sospendevano liti interne, congressi e dispute e si preparavano liste di candidati, programmi e strategie. Insomma, l’esatto contrario di quello che hanno fatto e continuano a fare gli attuali vertici dei partiti di centro sinistra. Gruppi dirigenti sciagurati che dovrebbero essere mandati a casa senza tante cerimonie e che invece, completamente “fuori dal mondo” e slegati dai problemi del paese reale vivono e vegetano di dinamiche parlamentari , assolutamente autoreferenziali. A sinistra non rimane che sperare nella catarsi e nella possibilità di riprendere e ripartire da zero confidando anche nella mutevole e veloce politica italiana ed i conseguenti umori dell’elettorato del nostro paese. Prendendo a riferimento Francesco Bacone, dopo la “pars detruens la pars costruens”.

 "A TORINO NON SI DEVE PARLARE DI FCA"

La richiesta del gruppo consiliare Torino in Comune per indire un Consiglio, aperto alle rappresentanze imprenditoriali e sindacali, sulle prospettive del distretto dell’automotive è stata respinta dalle altre forze politiche. La motivazione? Se FCA ha declinato l’invito della Regione, men che meno si presenterà in Comune (giudizio del gruppo 5stelle) oppure, come dichiarato dal gruppo PD, è più urgente sollecitare il Governo affinché revochi le norme della finanziaria, cosiddette bonus malus sulle emissioni di CO2. Evidentemente né alla maggioranza né alle altre minoranze interessano, ammessa la prevedibile assenza di FCA, le analisi e gli impegni dei produttori della filiera dell’auto; tanto meno le conseguenze sociali rispetto al lungo periodo di cassa integrazione e alle incertezze occupazionali. Curioso che le istituzioni (anche nella imminenza del voto regionale) si concentrino sulla diatriba tra sviluppo e decrescita, proiettato al 2030 con le grandi opere, e non intendano confrontarsi sul presente e sul futuro prossimo della produzione dell’auto a Torino e in Piemonte.

Eleonora Artesio
Capogruppo consiliare
TORINO IN COMUNE – LA SINISTRA