POLITICA Archivi - Pagina 518 di 697 - Il Torinese

POLITICA- Pagina 518

“Quando la passeggiata non è un capriccio: chi controlla sia preparato”

Per le persone con certe forme di autismo, con certe disabilità intellettive, con certi disturbi psichiatrici o affette da certe patologie la “boccata d’aria” può essere un’impellente necessità: le autorità diano le giuste indicazioni alle Forze dell’Ordine preposte ai controlli affinché sappiano gestire nella maniera migliore questi casi. Ci sono Comuni che hanno concesso passeggiate a piedi o in bicicletta alle famiglie con ragazzi autistici: una misura che approvo

C’è una parte della nostra società per la quale uscire per una breve passeggiata non è un capriccio al quale rinunciare in queste settimane di emergenza: è invece una reale, precisa e quasi vitale necessità, a maggior ragione in condizioni di stress.  Diversi sono i messaggi di testimonianza che mi stanno pervenendo sia da Associazioni sia da singoli cittadini: per alcune famiglie la fatica che tutti stiamo vivendo è ancora più difficile e pesante; i familiari di persone con autismo o con disabilità, che si sono trovati da un giorno all’altro senza assistenza domiciliare e con la sospensione di tutte le attività, sanno bene a che cosa mi riferisco. Le mutate condizioni e la forzata permanenza a casa possono risultare, per alcune persone, condizioni intollerabili. Le conseguenze coinvolgono loro e i loro cari.

Urge una regolamentazione per garantire momenti di uscita, sempre nella più totale sicurezza e nel rispetto meticoloso di tutte le precauzioni necessarie alla salvaguardia della salute di tutti, a coloro per i quali una “boccata d’aria” ogni tanto è una necessità e non un lusso. Ci sono Comuni (per esempio Treviso) che si sono già mossi in questa direzione: condivido la scelta. Il mio appello al Governo, al Presidente Cirio e alla Sindaca Appendino: si diano le giuste indicazioni ai Pubblici Ufficiali addetti ai controlli, affinché siano preparati a gestire casi di questo tipo. Le persone con autismo siano equiparate, nel diritto a uscire, alle persone con gravi e comprovati problemi di salute: tuteleremo così una fascia già fragilissima della popolazione.

Silvio Magliano – Presidente del Gruppo Consiliare dei Moderati presso il Consiglio Regionale del Piemonte e Capogruppo dei Moderati in Sala Rossa

Locatelli (Prc-Se): “intollerabile il rinvio delle chiusure aziendali”

“Cirio come Conte: aspettano che i buoi siano scappati dalla stalla? Si vada allo sciopero generale!”

“Si sta facendo melina da troppi giorni sula pelle delle persone. Va bene che in materia di lotta al coronavirus ci siano vincoli di comportamento stringenti per le persone ma è scandaloso che la stessa cosa non valga per le aziende” sostiene Ezio Locatelli, segretario provinciale Prc-Se di Torino.

Ed ancora: “oggi Alberto Cirio, presidente della Giunta del Piemonte, in un’intervista dichiara: “capisco le ragioni degli imprenditori, ma siamo in una situazione di emergenza. Vogliono tempo per chiudere? Lo avranno”. Cirio è più o meno sulla stessa linea delle altre Regioni del Nord e del Presidente del Consiglio che sinora, al di là dei proclami, del gioco allo scaricabarile, non hanno proceduto a fermare le attività aziendali che sono diventate luoghi di contagio.

Regioni e Governo stanno subendo il ricatto di Confindustria che ha chiesto e ottenuto di protrarre le produzioni per un altro po’. Non solo. Confindustria ha chiesto e ottenuto che siano allargate le maglie delle attività che possono in ogni caso andare avanti. E’ proprio necessario ricordare le parole di alcuni ricercatori e sanitari che indicano responsabilità e colpe ben precise? Bergamo è diventata la capitale mondiale del contagio e delle morti per coronavirus perché “è stata privilegiata la protezione delle attività economiche rispetto alla tutela della salute”. Esattamente quello che si sta facendo in questo momento in Piemonte e in tutta Italia col rischio di un disastro sanitario e sociale ancora più grande. Cosa aspettate a chiudere tutte le attività produttive non essenziali? Aspettate che i buoi siano scappati dalla stalla? Aspettate che crescano in maniera ancora più allarmante le morti? Aspettate che le aziende diano fondo alle loro scorte e alle loro commesse?

Sappiate che questo comportamento è da irresponsabili. Per usare ancora le parole di ricercatori “una volta che hai permesso al virus di diffondersi non riesci più a far niente, puoi provare ad arginare, ma è difficile”. Basta melina, basta perdere tempo. Si raccolgano le richieste delle lavoratrici e dei lavoratori che in queste ore stanno scioperando in diverse aziende del Piemonte e di diverse parti d’Italia. Si blocchino tutte le produzioni non essenziali, sia dichiarato lo sciopero generale La vita delle persone vale più dei profitti dei padroni”.

Fdi: “Test rapidi, economici, efficaci”

“Comprendiamo che l’Unita di crisi piemontese incontri difficoltà per i laboratori e i reagenti e che si sia attenuta alle prescrizioni dell’Istituti Superiore di Sanità, ma l’esempio del Veneto dimostra chiaramente l’efficacia di effettuare tamponi a tappeto per contenere il contagio, come da indicazioni dell’OMS:

sempre più Regioni ne stanno prendendo atto” ripetono ancora una volta Augusta Montaruli e Maurizio Marrone, parlamentare e capogruppo regionale di Fratelli d’Italia

I due esponenti politici lanciano una proposta “Potremmo tentare di seguire la strategia che stanno valutando altre regioni: test rapidi a tappeto a tutti i soggetti a rischio per contatti con contagiati, sottoponendo poi solo i positivi anche a tampone per avere conferma del risultato.

Si potrebbe cominciare almeno da chi risulta con la febbre dalle misurazioni di temperatura oggi obbligatoria per decreto e ordinanza regionale agli ingressi dei supermercati e aziende ancora aperte. Sicuramente dobbiamo mettere al sicuro chi sta in prima linea e non possiamo più aspettare ”.

Ruffino (Fi): “Precedere e non inseguire l’emergenza”

Lo spirito repubblicano che anima i comportamenti dei cittadini e delle forze politiche rischia di essere vanificato dalle incertezze  del presidente del Consiglio Giuseppe Conte

In giornate tanto drammatiche, una comunicazione fatta di compostezza istituzionale e di sobrietà è un elemento decisivo per rivolgersi al Paese e spiegare i provvedimenti necessari per fronteggiare l’emergenza.

Il governo continua a inseguire l’emergenza sanitaria senza mai precederla nella sua capacità di diffusione. Ascoltare i presidenti delle Regioni è doveroso, altrettanto doveroso è attivare una forte capacità di sintesi e di coordinamento per assumere decisioni e misure uniformi in tutto il Paese. Occorre evitare la confusione che accompagna le misure del governo. Conte deve subito resettare la propria comunicazione per restituire agli italiani il senso e l’urgenza delle cose da fare e di quelle da evitare. So bene che non è il momento delle polemiche, ma esigere chiarezza, rapidità e qualche lungimiranza nelle decisioni è il solo modo che ha il governo per aiutare davvero l’Italia

on. Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia

La scomparsa dei partiti

La drammatica emergenza sanitaria che coinvolge tutti e in modo trasversale, ha già prodotto
alcuni risultati. Per restare sul versante della politica. Uno su tutti. La scomparsa, momentanea,
dei partiti dall’orizzonte pubblico. Alcuni si compiaceranno.

Altri, pochi anzi pochissimi, si
doleranno. Ma un fatto è certo. Da quando è scoppiata l’epidemia i partiti si sono volatilizzati. Un
motivo in più per evitare gentilmente di continuare a pubblicare sondaggi quotidiani. Anche
perchè è abbastanza evidente che sono altamente improbabili se non del tutto infondati.
Ora, il silenzio dorato dei partiti, di quasi tutti i partiti, ci porta ad una conclusione abbastanza
scontata. E cioè, al di là delle polemicucce quotidiane, al di fuori della valanga di insulti e di
diffamazioni che ogni giorno vengono scaraventati l’un contro l’altro armati, appena si deve
passare ad una fase dove le contumelie si devono comprensibilmente sospendere per ovvie
ragioni, i partiti tacciono. Blaterano ancora i loro capi pensando, o illudendosi, che le lancette
dell’orologio sono ancora ferme a qualche mese fa. Così non è più, purtroppo. E allora la
comunicazione si interrompe e si ferma. Tutto tace.

Ho voluto ricordare questo aspetto perchè se l’opinione pubblica si abitua al mutismo dei partiti –
che già prima non godevano di grande popolarità e simpatia – sarà molto difficile dopo la bufera
che ci ha inghiottiti rispedire al mittente la voglia popolare di avere “uno che decide”. E che
soprattutto sia in grado di risolvere i problemi quando si presentano in tutta la loro virulenza.
Perchè la momentanea scomparsa dei partiti si affianca, purtroppo, anche alla forte attenuazione
della politica nel suo complesso. Perché se la politica è visione e prospettiva, almeno nella sua
nobile accezione, i partiti dovrebbero essere gli attori principali per potere tradurre concretamente
quella visione e quella prospettiva. Perchè se i partiti scompaiono dalla scena, inesorabilmente
anche la politica è destinata a inaridirsi e ad entrare in crisi irreversibile.
Ecco perchè quanto prima serve una inversione di tendenza. Per il bene dei partiti, per il bene
della politica ma soprattutto per la qualità della nostra democrazia.

Giorgio Merlo

 

Grimaldi (LUV): “Arriverà la primavera se sapremo salvare le nostre rondini”

Non credo che invocare l’esercito o maledire chi esce, magari pure legittimante, ci aiuterà molto. Siamo ormai in una nuova fase e il punto è da tempo un altro: chi sta salvando le vite deve essere protetto. Se si ammalano loro, per tutti noi sarà durissima

E devo dirvi che non condivido nemmeno l’idea che la regione sia stata lasciata sola da tutti. Non è così. Lo Stato è uno e prova a fare i conti con la solidarietà e con misure che servano a tutto il Paese” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, in merito all’aggravarsi della situazione in Piemonte.

Ieri per i piemontesi è stata infatti la giornata peggiore dall’inizio di questa crisi. Quasi cinquanta morti: 26 decessi comunicati la mattina all’Unità di crisi regionale, altri 18 nel pomeriggio; quasi 4 mila le persone contagiate, 1.590 nel Torinese e 634 nell’Alessandrino; 1.929 ospedalizzate, di cui 298 in terapia intensiva; 1.423 in isolamento domiciliare.

Purtroppo, secondo le proiezioni, nei prossimi tre giorni le persone infette sono destinate a raddoppiare. Iniziano ad arrivare nei presidi sanitari tantissimi 30 e 40enni. A grandi balzi si rischia di toccare presto il livello di saturazione della terapia intensiva.

L’esponente della sinistra ecologista rivolge infine un appello per la tutela di tutti i medici e di tutti gli infermieri:

“Siamo nel momento più buio, speriamo sia la notte profonda prima dell’alba. Oggi è sabato ed è primavera, fuori c’è chi è uscito di casa all’alba o è appena andato a dormire perché ci sta portando lentamente fuori dall’inverno. Sono loro le nostre rondini. Proteggiamole a ogni costo”.

Lega: “Dispositivi di protezione ai servizi assistenziali”

 “Necessarie anche  misure compensative di assistenza domiciliare”

“I numeri dell’emergenza sono sulle pagine di tutti i giornali, ma, dietro la prima linea di medici e infermieri che combatte per strappare vite al coronavirus, ci sono anche gli addetti del comparto socio- assistenziale e socio-sanitario – dichiara il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – che, con il loro operato, supportano e rafforzano le strutture ospedaliere stesse.

Per loro, sta lavorando, in queste ore, il gruppo regionale della Lega, con in testa il nostro Assessore regionale al Welfare, Chiara Caucino – spiega Preioni -, che ha chiesto di offrire tutto il supporto necessario nella fornitura di presidi prioritariamente anche ai servizi sociali. È evidente che, di fronte alle necessità e alle richieste che sono pervenute, le Istituzioni debbano fare uno sforzo maggiore.

Sappiamo quante siano le difficoltà nel reperire i dispositivi di protezione individuale – commenta il capogruppo della Lega in Regione Preioni dopo una lunga telefonata con l’Assessore -; gli Enti gestori dei Servizi sociali sono in affanno e devono assicurare adeguate condizioni di sicurezza per i propri operatori, che lavorano a contatto con i soggetti più deboli e fragili, per fare in modo, in ultima battuta, che il servizio sanitario non venga ulteriormente appesantito”.

Nella stessa occasione è stato affrontato anche il tema dei servizi diurni e semi-residenziali.

“In questo momento di grave emergenza sanitaria, è indispensabile – dichiara l’Assessore regionale Caucino – garantire misure compensative di assistenza domiciliare, laddove i servizi diurni/semi-residenziali siano stati sospesi, per promuovere ogni forma di sostegno ai cittadini piemontesi e ai loro nuclei famigliari che vivono in un contesto di difficoltà”.

“La situazione è difficile per tutti i Piemontesi – conclude Preioni – ma, nelle famiglie nelle quali sia presente un membro che viva un disagio fisico o sociale, che necessitano di sostegno assistenziale o sanitario, assume un peso ancora maggiore. La Lega è a fianco di queste famiglie: non temete, non vi abbiamo dimenticato, stiamo lavorando anche per voi”.

Così in una nota il Presidente del Gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni

Onesti e inadeguati

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Abbiamo ascoltato per molto tempo che la virtù più importante del politico  e’ l’onestà. Noi abbiamo spesso confutato questa tesi, sostenendo che l’onestà è un semplice prerequisito e che il politico onesto, ma incapace non può adempiere ai suoi doveri verso la comunità e i cittadini

Stiamo drammaticamente vivendo un momento in cui la inadeguatezza politica rivela i suoi limiti in modo disastroso ed allarmante, non soltanto in Italia. L’emergenza del Coronavirus manifesta in modo clamoroso la inadeguatezza della classe politica di molti paesi.
.
Ritorna alla mente ciò che scriveva Benedetto Croce: “Quando si tratti di curare i propri malanni o sottoporsi ad un’operazione chirurgica, nessuno chiede un onesto uomo, ma tutti chiedono medici e chirurghi, onesti o disonesti che siano, purché abili in medicina e chirurgia, forniti di occhio clinico e di abilità operatoria”. Al contrario, continua Croce, appare strano che nelle cose della politica si chiedano invece, non uomini politici, ma onest’uomini.
.
Oggi forse siamo governati da “onest’uomini”, ma certo non da uomini politici capaci. La vera onestà politica – sosteneva Croce –  è la capacità politica che richiede esperienza, cultura, genio politico. “L’insipienza condita da buone intenzioni”, per usare ancora  parole di Croce, non potrà  mai portare  a buoni risultati. Questi sono i pensieri preoccupati se non disperati  di un cittadino, a distanza di un mese dalla emergenza, quasi improvvisamente dichiarata in Italia, dopo un gran tempo in cui si  sono sprecati gli inviti a non allarmarsi e a vivere con normalità perché si trattava di poco di più che di un’influenza.
.
Se ascoltassimo i discorsi e le dichiarazioni di molti politici prima del 21 febbraio,  ci renderemmo conto   di una situazione paradossale creata da persone superficiali e inette che dovrebbero abbandonare la vita politica al fine di non procurare altri danni. Di onesti di questo tipo Dio ce ne scampi e liberi, siano essi italiani, inglesi , americani, spagnoli, tedeschi, francesi. Sempre ammesso che siano onesti …

Allasia al Pd: “Il Maria Adelaide? L’avete chiuso voi”

Pubblichiamo la dichiarazione del Presidente del Consiglio regionale sulla petizione dem per riaprire l’Ospedale Maria Adelaide

Apprendo con stupore dagli organi di stampa e dai social della petizione fatta dall’esponente del Partito democratico e presidente di Circoscrizione Luca Deri, per richiedere alla Giunta Cirio la riapertura dell’ Ospedale Maria Adelaide di Torino.

Voglio ricordare che quella struttura ospedaliera, un’eccellenza per diverse patologie, era stata chiusa definitivamente nel novembre del 2016 proprio dalla Giunta Chiamparino – Pd senza non poche proteste sia da parte del personale medico dell’ospedale che dei cittadini del territorio. La chiusura era poi anche stata oggetto di numerose interrogazioni in Consiglio regionale da parte dei consiglieri di centrodestra allora all’opposizione.

Nel febbraio del 2019 poi, l’allora assessore alla Sanità Antonio Saitta, davanti ai presidenti di Circoscrizione  e al direttore dell’Asl Città di Torino, annunciava perfino la volontà di voler vendere l’immobile per una cifra che si attestava intorno ai 10 milioni.

A tal proposito, trovo quindi abbastanza bizzarra la raccolta firme fatta da quella parte politica che decise appunto la chiusura del Maria Adelaide e che nel marzo del 2016 progettava di riconvertirla addirittura in centro di prima accoglienza per immigrati.

Ritengo e concordo con l’assessore Luigi Icardi, che il Maria Adelaide è dismesso da troppo tempo e richiederebbe importanti lavori di adeguamento. Molto meglio è invece puntare su strutture già attive, che necessitano di un potenziamento, o addirittura, come fatto dall’attuale Giunta regionale, utilizzare il nuovo l’Ospedale di Verduno per sgravare dalla pressione quelle strutture che in questi giorni sono in difficoltà. Penso che l’emergenza Coronavirus si combatta usando al meglio le risorse a disposizione e non sperperandole.

Stefano Allasia

Cultura, turismo e Commercio: “Cura Italia insufficiente”

“Il DL Cura Italia – commenta l’assessore regionale alla Cultura, al Turismo ed al Commercio Vittoria Poggio – ci lascia molto perplessi. Le misure di sostegno alle imprese più colpite non solo sono infatti palesemente insufficienti, ma dimostrano anche che il Governo si è completamente dimenticato di interi settori.

Penso ad esempio a tutto il mondo della moda, ma anche a molti altri settori, come la gioielleria, i fioristi, le cartolibrerie, i negozi di arredamento e a tutto quanto è stato incluso nella sospensione dell’attività prevista dal Dpcm dell’11 marzo ma escluso dalle misure di sostegno del Cura Italia. Perché? E non solo, penso anche a tutte quelle attività che per Decreto possono stare aperte, con tutti i rischi e le preoccupazioni del caso, per garantire la salute propria e dei propri dipendenti, al fine di rendere servizi di prima necessità, che certamente vedono drasticamente ridotti i loro fatturati e che sono, anch’esse, escluse da alcune importanti misure di sostegno. Ancora una volta mi chiedo: perché?

Prendendo come esempio tutto il settore moda, che tra l’altro è uno dei settori che maggiormente contribuisce all’immagine del Brand Italia nel mondo, possiamo certamente affermare che dal punto di vista economico questa crisi, agisce già su una patologia pregressa del settore (come testimonia il dato sulla nascita-mortalità degli ultimi otto anni in cui hanno chiuso in Italia 52mila punti vendita della moda a fronte di 26mila nuove aperture, con un saldo negativo di 26.399 unità. Da 141.212 negozi di moda al 31 dicembre 2011 a 114.813 punti vendita al 31 dicembre 2019) rischi davvero di far registrare un numero di chiusure non immaginabile, mettendo la tenuta dell’intero settore, come tutti gli altri, fortemente a rischio dal punto di vista economico.

Sul fronte del mercato interno si è assistito, infatti, negli ultimi giorni in cui era concessa l’apertura ai negozi una decisa flessione dei ricavi, raggiungendo medie drammatiche del 60% tenendo conto anche dei luoghi non ancora raggiunti dal contagio.

Sul fronte dell’incoming estero, si fa presente inoltre che l’impatto del turismo non ricade solo sulle attività direttamente comprese nel settore, appunto, turistico-ricettivo, ma ha ricadute forti anche sugli altri settori della distribuzione e del commercio al dettaglio e su tutti i soggetti culturali che operano nel nostro territorio, indipendentemente dalle scritture contrattuali. L’ultima Indagine di Banca d’Italia sul Turismo Internazionale, pubblicata il 18 giugno 2019, evidenzia che su un budget complessivo di 41,71 miliardi di euro destinato dai turisti stranieri per i viaggi in Italia, la quota destinata allo shopping, pari a 7,34 miliardi di euro, rappresenta la terza voce di spesa (17,6%), dopo i 9,2 miliardi di euro per la ristorazione (22,1%) ed i 18,15 miliardi di euro per l’alloggio (43,5%). In Italia, lo stallo di arrivi di turisti cinesi che rappresentano il 28% dello shopping, ma anche di russi (12%), americani (11%), ed arabi (5%) ha provocato da gennaio un danno rilevante che si stima possa anche arrivare ad una perdita superiore ai 5 miliardi di euro per le attività di questi settori. Tutti ora interessati anche dal provvedimento di sospensione dell’attività disposto dal Dpcm dell’11 marzo 2020, ma dimenticati dai provvedimento del DL Cura Italia.

I settori del commercio al dettaglio, inoltre, sono anche quelli maggiormente colpiti da questa crisi, anche per far fronte alle scadenze dei pagamenti dei fornitori, programmate secondo logiche di normalità sulla base di previsioni di vendite nella stagione che sicuramente non si concretizzeranno.

Un problema che coinvolge l’intera filiera, sviluppandosi secondo logiche di produzione e di vendita in un lungo e impegnativo iter temporale che va dalla presentazione delle collezioni alla raccolta degli ordini (effettuate tra giugno/luglio 2019), per passare attraverso le diverse fasi di produzione fino alla messa a disposizione dei prodotti al cliente finale (febbraio/marzo 2020) che avviene dopo circa otto mesi dall’ordine. E così per gli ordini della prossima stagione autunno/inverno 20/21 conclusi da poco.

Per questo, servono eccezionali misure per la “Quarantena commerciale” a partire dall’inclusione del settore moda e di tutti quelli del commercio al dettaglio attualmente esclusi (gioiellerie, cartolibrerie, arredamento, etc) tra quelli maggiormente colpiti dalle disposizioni restrittive ed elencati nell’art. 61 del Decreto Legge n. 9 del 16 marzo 2020.

Non si comprendono, infatti, le motivazioni per cui questi settori non rientrino tra quelli previsti nell’art. 61, che beneficiano, tra l’altro, di una sospensione dei versamenti delle ritenute, dei contributi previdenziali e assistenziali e dei premi per l’assicurazione obbligatoria fino al 30 aprile 2020.

Non si capisce inoltre perché il Dl Cura Italia, per queste imprese (non tutte, peraltro, perché si esclude una fetta di aziende con più punti vendita o che operano con l’estero, realizzando fatturati superiori a 2 milioni di euro) preveda solo in via residuale, nonostante la chiusura obbligatoria disposta ex DPCM dell’11 marzo e le presumibili impossibilità di un ritorno a breve ad una tanto auspicata normalità, la sospensione dei versamenti da autoliquidazione per il solo periodo compreso tra l’8 marzo 2020 e il 31 marzo 2020, mentre per i settori riconosciuti come “più colpiti” ex art. 61, senza peraltro alcun limite di ricavi, tale periodo è esteso al 30 aprile 2020.

Chiediamo dunque che,- conclude l’assessore Poggio – nel corso dell’iter parlamentare, questi importantissimi settori siano ricompresi tra quelli elencati nell’art. 61 con il riconoscimento ufficiale di essere considerati tra i maggiormente colpiti dalla crisi. Sono settori, lo ribadisco, che meritano attenzione, rappresentando uno dei traini della nostra economia e del nostro made in Italy.”