POLITICA- Pagina 518

M5S: "Salone spazio per tolleranza. No ai provocatori"

“Il Salone  del Libro deve essere lo spazio dove celebrare la tolleranza e la resistenza alle derive neofasciste e autoritarie, il momento pubblico dove dare battaglia con la forza delle parole e argomentazioni. E può esserlo a una sola condizione: l’esclusione di Altaforte e di Polacchi. Ogni  via intermedia, qualsiasi compromesso sancirebbe per il Salone una perdita sul piano culturale che non possiamo accettare” Anche quelli che non ci piacciono saranno sempre i benvenuti, ma i picchiatori fascisti, no. I violenti, no. I provocatori, no. Gli intimidatori, no”. Così, su Facebook la capogruppo M5S al Comune di Torino, la consigliera Valentina Sganga.

Europa Verde nella circoscrizione 1 – Italia nord occidentale – alle elezioni europee

Elena Eva Maria Grandi, co-portavoce nazionale dei Verdi, vicepresidente e assessore al Verde del Municipio 1 del capoluogo lombardo è la capolista. Nelle cinque circoscrizioni Europa Verde ha cinque donne capilista. “Il nostro è un progetto ecologista ed europeista. I Verdi italiani, insieme a Possibile, sono nella grande famiglia dei Verdi europei, l’unico, autentico, partito transnazionale del Vecchio Continente. Il  vero voto utile sarà quello per salvare la terra e il clima. Noi da 35 anni ci battiamo per la salvaguardia del pianeta attraverso la conversione ecologica dei processi produttivi”, dicono i Verdi.

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AVVISO  Il quotidiano “il Torinese” mette a disposizione questo spazio gratuito per tutti i candidati, liste, partiti e movimenti politici che partecipano alle elezioni europee, regionali e amministrative del Piemonte. Per pubblicare  comunicati stampa, programmi, annunci di convegni, comizi, iniziative elettorali scrivere alla mail: edizionibest@libero.it

Quando al Primo Maggio del '78 sfilò anche la Dc

1 Maggio 2019, bella giornata di sole. Bella gente, tanta bella gente. Quel popolo che da  tanto tempo sta cercando una sinistra ancora, se non sempre, in crisi. Tutti i candidati alle elezioni regionali, Chiampa ed Appendino a braccetto alla testa del corteo aperto dallo striscione dell’ Anpi
Bello, veramente bello. Fin troppo bello: eccoli lì, pronti, il ciarpame degli antagonisti per rovinare tutto. O perlomeno tentarci, con le solite e successive menzogne di chi li difende.  Paolo Ferrero accusa la Questura di essere responsabile degli scontri. Ferrero è stato determinante e protagonista di tutte le sconfitte della sinistra sbrindellata. Nato politicamente gruppettaro ha portato Rifondazione ad un gruppuscolo extraparlamentare salvo poi dare la colpa al PD. Mente sapendo di mentire. Gli antagonisti sono stati fermati dalla polizia non tanto perché volevano entrare nel corteo, ma perché volevano picchiare e cacciare quelli del Pd, deputati indegni . Politica? Cercano solo vendetta per giustificare la loro pochezza. Nel dargli manforte arrivano i pentastellati. A Valentina Sganga capogruppo in Comune e Viviana Ferrero  nessuno ha detto che sono loro che governano con Salvini. La smettano di giocare a fare i rivoluzionari da strapazzo scimmiottando i No Tav. Sono anche loro responsabili delle non dimissioni di Siri. Ma oramai a nessuno importa delle coerenza .Ed io continuo a rifugiarmi nel ricordo.  Come il 1° maggio del 1978  al comizio di Luciano Lama, indiscusso capo del Sindacato socialcomunista. Erano i mesi del rapimento Moro.  Decisero di far sfilare dopo i sindacati la Democrazia Cristiana, in segno di rispetto. In Piazza non c’ era polizia. Sufficiente il servizio d’ ordine dei Sindacati e del PCI. Lama dal palco disse: non ci sono prigionieri politici.  Ci sono solo delinquenti in carcere.  Rimpianto? Si, tanto. Nessuno essendo convinto di essere sempre stato dalla parte giusta (sicuramente) al netto degli errori fatti. Emozionato nel ricordo. Come il 1° maggio del 1975 . Urlavamo tutta la nostra gioia:  a Saigon stanno sfilando i Vietcong. E noi avevamo  una lunghissima bandiera del Vietnam del Nord e facevamo difficoltà nel portarla perché troppo carica di garofani Rossi gettati dai lati del corteo. Poi all’ angolo di Piazza Castello con Via Roma mio padre, sindacalista ed operaio, compiaciuto mi sorrideva. Eravamo fieri di essere quello che eravamo.
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Ora siamo fieri di quello che siamo stati. Rimanendo quello che siamo stati saremmo diventati ottusi e dunque stupidi. Allora come adesso la madre degli stupidi è sempre incinta. Ma anche la stupidità non è più come quella di una volta. Caratteristica dello stupido è non avere il senso del limite proprio perché stupido. E se mai avesse coscienza della sua stupidità comincerebbe ad essere un po’ meno stupido. Alcuni commentando gli scontri dicono: eravamo presenti, a cominciare è stata la polizia con il servizio d ordine del PD. Dunque? Sono 10 anni che si presentano loschi individui che vogliono cacciare il Pd dal corteo.  Ma non basta.  Gli epigoni degli antagonisti rincarano lo dose. Pd, Cirio o Rosso non hanno diritto di sfilare perché sono di destra. Ma chi siete voi per decidere ciò che è giusto o ingiusto? Ne parlavo con un amico da 50 anni in politica.  Dal PCI al PD.  Da segretario provinciale a deputato e consigliere regionale.  Mi fa parlare.  Mi fa argomentare e poi obbietta: il Pd nel suo insieme si è troppo allontano dal mondo del lavoro. Certamente i violenti essendo tali e solo tali non sono da prendere in considerazione. La distanza siderale tra Pd e sindacato è letale per tutta la sinistra.  Purtroppo ha ragione anche lui, si complica proprio tutto. Così da un lato i pentastellati governando con Salvini si alleano con i No Tav per isolare il PD.  Molti di centrodestra (persone influenti e non) faranno il voto disgiunto votando Chiampa e Forza Italia.  Il motivo è che non sopportano Matteo Salvini.  Zingaretti capisce subito che in Piemonte si sta giocando molto. Non sa poi con chi allearsi.  In più probabilmente non esistono formule politiche possibili. Unica eccezione Meloni e Salvini che spingono fino in fondo i toni polemici della campagna elettorale.  E il 25 Aprile come il primo Maggio sono un pretesto per ulteriori divisioni. Esattamente l’ opposto ciò che sono e che dovrebbero essere: unire e non dividere il popolo. Mi sa che ci vorranno altre generazioni in politica. Adesso la sinistra esalta la vittoria dei socialisti spagnoli, ma in Italia sono gli stessi da decenni. Diciamola ancora in altro modo.  Un’ occasione mancata, tante occasioni mancate.  Fin Troppe.  Mancate non per questo quell’altro partito: mancate per rafforzare la Democrazia.  
Patrizio Tosetto

Apertura campagna Europee de “La Sinistra”

Sabato 4 maggio apertura della campagna elettorale per le elezioni europee de “La Sinistra”. Dalle ore 10 alle 12, presso sala Circoscrizione 3; Via Moretta, 57, a Torino si terrà un incontro pubblico con tutti i candidati/e del Piemonte nella Circoscrizione Nord Ovest per la lista la Sinistra. Oltre a Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra Europea, interverranno Valentina CeraAniello FierroSonia ModenesePaolo Narcisi. La presente quale invito a pubblicizzare e a presenziare all’evento.

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I due preamboli del nuovo centro sinistra

di Giorgio Merlo
Non giriamo troppo attorno al tema. Oggi una coalizione di centro sinistra, in Italia, non c’è. E’ perfettamente inutile aggrapparsi attorno allo slogan che si è “l’unica e vera alternativa democratica” al centro destra. Uno slogan che, ripetuto a iosa, diventa anche un po’ stucchevole. O meglio, una coalizione di centro sinistra c’è ma è strutturalmente minoritaria. E’ appena sufficiente registrare i voti reali disseminati in tutta Italia senza fermarsi ai soliti sondaggi che dipingono un futuro roseo, illuminato e senza ostacoli per il Pd di Zingaretti. Perché, al di là della narrazione virtuale dei soliti noti “progressisti” sui soliti organi di informazione “progressista”, non c’è votazione importante a livello locale o regionale – e forse domani anche nazionale – che non certifichi l’avanzata del centro destra. Distanziando sempre, e puntualmente, il centro sinistra. Per non parlare dell’ormai decadente e progressivamente marginale partito dei 5 stelle. Ora, ci sono almeno 2 condizioni – o preamboli per usare un termine ancora più netto – che devono essere rigorosamente rispettate se si vuol far decollare una coalizione che non sia solo una banale e burocratica sommatoria di sigle più o meno note. Innanzitutto si deve archiviare definitivamente la cosiddetta “vocazione maggioritaria” del Partito democratico. Sia nella versione ufficiale del passato e sia in quella ufficiosa del presente. Per capirci, il partito che rappresentava politicamente ed elettoralmente l’intero campo del centro sinistra è ormai alle nostre spalle. Stagione chiusa, come si suol dire. Ma quello che pensa e pratica Zingaretti non può essere la soluzione. E cioè, l’antico vizio della sinistra post comunista italiana che pensava di costruire la coalizione attorno ad un partito centrale attorniato da allegri “nanetti” politici che avevano il compito di dire che con la loro presenza si certificava la natura plurale dell’alleanza. Un’operazione persin troppo nota per essere descritta nei particolari. Anche perché si tratta di un’operazione pianificata a tavolino dove si decide chi, all’interno dell’alleanza, deve assolvere al compito di rappresentare la sinistra, chi la destra e chi il centro.
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Ma sempre e solo in funzione degli interessi del partito principale. Ora, se si vuol costruire una alleanza che non sia un banale prolungamento del Partito democratico – appunto, una vocazione maggioritaria mascherata – si tratta di ricostruire una vera coalizione. Dove la pluralita’ politica, culturale e programmatica – poi da sintetizzare in un progetto di governo comune ed omogeneo – emerga in modo chiaro, netto e immediatamente percepito dai cittadini elettori. Perché altrimenti si tratta di un escamotage neanche troppo intelligente per essere condiviso e quindi votato. Il secondo preambolo essenziale per dare vita ad una vera coalizione non può essere la solita, banale, noiosa, stantia ripetizione che dobbiamo combattere l’ennesima offensiva fascista, autoritaria e di regime rappresentata dalla destra più retriva. Ora, non c’è nessuno che sottovaluta il pericolo di una destra regressiva, autoritaria e populista. Ma dopo aver predicato – sempre attraverso i soliti “progressisti” e “borghesi” nostrani – per lunghi 20 anni del rischio di una deriva autoritaria, fascista ed illiberale rappresentata dalla presenza di Berlusconi e del suo progetto politico, oggi rischia di essere scarsamente credibile la meccanica ripetizione di quello slogan con la semplice sostituzione del leader di Forza Italia con il capo della Lega di Salvini. Perché delle due l’una: o questo rischio c’è sul serio ma allora non si combatte a giorni alterni, oppure – com’è evidente ai più – si tratta di una semplice arma di propaganda politica che sviene sfoderata durante le campagne elettorali o alla vigilia delle grandi feste civili nazionali per essere prontamente rimessa nello zaino appena archiviato l’impegno elettorale o la partecipazione all’evento popolare. Ecco, per il centro sinistra serve si’ avere continuamente un avversario da combattere ma, come avviene nelle democrazie mature, si tratta di riaffermare una identità ed un progetto politico non solo attraverso il nemico ma, soprattutto, con un programma di governo che sappia rilanciare al contempo l’entusiasmo dei militanti e la fiducia degli elettori. E cioè, è necessario declinare una “identità in positivo” e non solo rimarcare una “identità in negativo”. Dunque, le 2 condizioni basilari per rilanciare una prospettiva politica di centro sinistra sono fortemente intrecciate tra di loro. Solo attraverso una coalizione plurale e realmente rappresentativa da un lato e un progetto che non sia solo l’annientamento strumentale del nemico dall’altro si potrà ancora parlare di un vero ed autentico centro sinistra. Il resto, purtroppo, appartiene solo al campo della propaganda, del passato che ritorna e anche della scarsa credibilità politica. È bene saperlo prima che si avvicinino le prossime elezioni politiche generali.

MPP e Comitato Autonomia Piemont sulla fusione Lu e Cuccaro Monferrato

“Nessun fusionista in lista. Prima gettano il sasso, poi nascondono la mano”
 
L’esito sulla presentazione delle liste alle elezioni nel neonato Comune di Lu e Cuccaro Monferrato deve indurre tutti coloro che sono a favore delle fusioni di enti locali ad una profonda riflessione. Nessuno dei protagonisti della fusione – a prescindere dal numero delle liste depositate, ammesse o in contestazione che siano – decretata con i voti dei consigli comunali e con la susseguente legge regionale, incurante dell’esito referendario, è infatti presente, né gli ex sindaci, né gli ex assessori, né gli ex consiglieri comunali fusionisti, quasi a voler nascondere la mano dopo aver gettato il sasso. Peccato che questo sasso abbia, di fatto, cancellato, la vita di due comuni, uno dei quali vanterebbe i natali o quanto meno le origini di Cristoforo Colombo, l’altro uno dei nomi di comune più corti d’Europa, se non del mondo. Di qui è d’obbligo domandarsi come si sia potuti arrivare a questo risultato. Se il nuovo comune fosse stato davvero sentito, veramente ed al di là dei giochi delle parti e delle prese di posizione pro o contro, avremmo assistito ad una maggiore corsa per avere una presenza nella sua prima amministrazione. Questo, invece, è un segnale che, prima di tutti deve cogliere la Regione Piemonte per il futuro, e anche per il presente, per porre correttivi sugli esiti dell’istituzione referendaria prevista nell’iter legislativo delle fusioni di comuni che, lo abbiamo detto, lo ribadiamo e lo ripeteremo nelle sedi politiche e legislative opportune, utilizzando tutti gli strumenti di partecipazione che lo Statuto della Regione Piemonte mette a disposizione perché i cittadini siano parte attiva e non passiva di scelte di pochi. In Piemonte abbiamo assistito ad alcuni iter di legge regionale sulle fusioni che non sono meramente espressione della volontà popolare, bensì semplicemente di indirizzi degli organi deliberativi. Il pensiero corre immediatamente a Cuccaro Monferrato ma che dire di Gattico e di Veruno dove si è proceduto nonostante l’espressione contraria in sede referendaria di entrambe le popolazioni dei comuni interessati? La legge regionale, partendo da queste considerazioni, va cambiata introducendo dei correttivi che, come forze autonomiste, chiederemo al nuovo Presidente della Regione Piemonte, ai nuovi assessori, ai nuovi capigruppo consigliari, dopo l’insediamento successivo alle elezioni del 26 maggio prossimo. L’autogoverno e l’autonomia delle comunità regionali e locali o sono tali alla base o non lo sono. E se non avremo risposta procederemo con tutti i mezzi che la legge regionale e lo Statuto del Piemonte ci consentono. Nello specifico, per le comunità di Lu e Cuccaro Monferrato, di cui cogliamo il grido di dolore, riteniamo sia ancora possibile fare ‘retromarcia’ come per tutti quei comuni che sono stati soppressi contro la volontà popolare. Come Movimento Progetto Piemonte e Comitato Autonomia Piemont è bene chiarirlo qui non siamo contrari per principio alle fusioni, siamo contro quelle fusioni che sono fatte non tenendo conto del volere dei cittadini. Questo concetto è stato ampiamente ribadito proprio nel recente incontro che si è svolto a Quagliuzzo dedicato appunto alle fusioni dei comuni ed ai motivi della nostra contrarietà.
 

Movimento Progetto Piemonte – MPP

Comitato Autonomia Piemont

 

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Volt: Innovazione Under 30, Politica e Impresa

La sezione locale di Volt Italia, il primo partito Paneuropeo, giovedì 9 maggio alle ore 20.45 alla sala polifuzionale Loft di Via Principessa Clotilde 80 organizza #startEUp – Innovazione Under 30, Politica e Impresa.
 
Si tratta di una tavola rotonda con alcuni dei più brillanti giovani innovatori piemontesi, per scoprire che il nostro Paese può e deve scommettere su giovani, cultura, formazione ed impresa per potersi rialzare. Gli ospiti della serata saranno:
Federica Vinci, Presidente di Volt Italia, partito nazionale del network di Volt Europa, il primo partito paneuropeo fondato da Andrea Venzon.
Fabio Daniele, cofondatore di Apical, startup per i professionisti di viaggi ed eventi
Gianluca Manitto, CEO e cofondatore di EpiCura, startup per facilitare l’accesso ai servizi sanitari e socio-assistenziali.
Giovanni Rastrelli, amministratore delegato di EDIT Torino, Eat Drink Innovate Together, una realtà per favorire il networking e promuovere percorsi. enogastronomici di qualità
Modererà la serata Riccardo Pinto, city lead di Volt Torino.
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Primo Maggio a Torino, le reazioni della politica

Torino – Ferrero (la Sinistra): basta repressione, il primo maggio è delle lavoratrici e dei lavoratori

“La piazza del primo maggio è delle lavoratrici e dei lavoratori, non è la Questura che può decidere, manu militari, chi può manifestare o meno in base alle opinioni che vengono espresse dai diversi spezzoni di corteo”, così Paolo Ferrero, vicepresidente del Partito della Sinistra Europea  al termine del corteo del primo maggio a Torino. Per Ferrero “si è ripetuto anche quest’anno un comportamento increscioso da parte delle forze di polizia con le cariche rivolte contro il movimento No Tav. Cariche del tutto ingiustificate, motivate solo dalla volontà di dividere in due il corteo tra buoni e cattivi. Una divisione che rifiutiamo con forza. La lotta contro il Tav è la lotta contro il partito trasversale degli affari, contro la distruzione ambientale, per l’affermazione di una prospettiva di lavoro pulito, dignitoso, ecocompatibile  . Basta con la repressione di un movimento che rappresenta un riferimento e una speranza non solo per la Valsusa ma per l’insieme del nostro Paese”.

 

PRIMO MAGGIO, MARRONE – MONTARULI – ROSSO – GHIGLIA (FDI): SOLIDARIETÀ ALLE FORZE DELL’ORDINE
“Vogliamo esprimere la massima solidarietà al personale delle Forze dell’Ordine impegnate oggi nell’ordine pubblico a Torino: i ragazzi in divisa costretti a subire le aggressioni antagoniste andate in scena del corteo del Primo maggio sono i veri lavoratori di questa giornata, ma nessuno da abbastanza riconoscimento ai loro diritti” affermano Maurizio Marrone, candidato di Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale del Piemonte, e Augusta Montaruli, parlamentare FDI, che commentano “La piazza di oggi si conferma ogni anno più teatro delle contraddizioni della sinistra, che non lasciano quasi spazio alle istanze del lavoro. Sarà il caso di immaginare nuovi futuri eventi realmente a difesa del lavoro che manca, soprattutto nella nostra Torino colpita da disoccupazione record”.

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“Se partecipiamo si lamentano, se non partecipiamo si infuriano. Quelli della sinistra italiana si lagnano sempre di noi, invece che guardare a casa propria e alle loro enormi contraddizioni interne. Non ultima la questione Tav che anche oggi ha visto una parte della sinistra violenta, i no Tav, tentare di sfondare il corteo e la parte vicina alle banche, più interessata alla nostra presenza che ai reali problemi del lavoro”. Così Roberto Rosso, candidato alla Regione Piemonte per Fratelli d’Italia e presente al corteo torinese del primo maggio, commenta le critiche dell’Anpi. “Secondo loro noi non avremmo dovuto partecipare, come se l’associazione partigiani avesse l’esclusiva sul mondo del lavoro. Però se non ci fossimo stati, saremmo stati tacciati di scarso interesse per un tema invece fondamentale: meno tasse, meno burocrazia, più facilità di assunzione e maggiore convenienza a lavorare in Italia. Sono queste le ricette di Fratelli d’Italia, piaccia o meno al Pd o agli ex partigiani”. Rosso spiega: “Non avendo argomenti concreti, sanno soltanto guardare alle nostre presenze o assenze. Un rito che si ripete ogni anno tra il 25 aprile al primo maggio. Forse questo modo di fare politica da barzelletta, però, ultimamente non li sta premiando molto alle urne. Tanti lavoratori onesti ci votano e noi abbiamo il dovere di rappresentarli anche ai cortei”.

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DANIELA  RUFFINO (FI), SEMPRE CON FORZE DELL’ORDINE E CONTRO VIOLENZA
 La capogruppo del M5s al Comune di Torino poteva risparmiarsi le sue critiche infondate e immotivate alle forze dell’ordine meritevoli invece di encomio per come hanno saputo contenere e neutralizzare i soliti gruppi di violenti e facinorosi pronti a menar le mani. Volevano inquinare la manifestazione per la festa dei lavoratori, che non appartiene a nessun partito ma appartiene solo ed esclusivamente al mondo del lavoro, e sono stati tempestivamente bloccati dalle forze dell’ordine, cioè da quella categoria di lavoratori che anche oggi ha lavorato con la consueta abnegazione.Non voglio partecipare alle polemiche strumentali pro o contro il Pd, perché è dalla strumentalizzazione di giornate di festa come questa che si è finito col togliere significato a tutto, al 25 aprile o al Primo maggio. La politica manifesta ancora una volta un livello spaventoso di immaturità perché una campagna elettorale permanente sta distruggendo valori e simboli attorno ai quali è stato costruito nel tempo il senso di appartenenza a una stessa comunità. È venuto il momento di dare un colpo di freno, di restituire il senso vero e compiuto alle feste che da decenni riuniscono gli italiani per festeggiare la liberazione o il mondo del lavoro, senza dividersi, almeno nelle celebrazioni, e senza prestarsi agli strumentalizzi di questa o quella forza politica.

 

+EUROPA PRESENTA LA LISTA DEL NORDOVEST E I CANDIDATI ALLE ELEZIONI REGIONALI

ELEZIONI EUROPEE E REGIONALI
Il 2 maggio, alle ore 15, presso l’Hotel NH Collection Piazza Carlina in Piazza Carlo Emanuele II 15, a Torino, +Europa presenta i candidati piemontesi alle elezioni europee e i candidati alle elezioni regionali. Saranno presenti tra gli altri il Segretario Benedetto Della Vedova e l’Amministratrice nazionale Silvja Manzi, che sono i primi capilista della circoscrizione nord-ovest.  Un’altra Italia c’è. Più coraggiosa, più libera, più europea. Più Europa si presenta alle elezioni europee del 26 maggio 2019 con l’obiettivo di portare al Parlamento Europeo le istanze liberal-democratiche, le lotte sui diritti civili e umani e offrire in Italia uno spazio politico a tutti coloro che non si arrendono al sovranismo nazionale e populista del governo gialloverde e che, allo stesso tempo, non si riconoscono nel PD. Molte le forze che, insieme a +E, si sono aggregate attorno a questo obiettivo: dal movimento Italia in Comune del sindaco di Parma Federico Pizzarotti, al PDE italiano fondato da Francesco Rutelli, passando dal Partito socialista italiano fino al Team K di Paul Köllensperger, da poco membro dell’Alde.
L’obiettivo? Gli Stati Uniti d’Europa!
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Il Partito Animalista presenta il programma dei Partiti Europei per l’Italia

Elezioni Europee 2019

Da Oggi è definitivamente disponibile il Programma Elettorale del Partito Animalista, lista candidata in Tutta Italia alle prossime Elezioni Europee di Maggio. Dopo essere stato approvato in tutta Italia per le Europee, il Partito Animalista ha stilato con gli altri partiti della Animal Politcs EU il programma per l’Italia, definitivamente disponibile per gli elettori. Il Portavoce, Avv. Cristiano Ceriello, ha spiegato come “quello animalista sia uno di pochi gruppi europei che sta presentando agli elettori un programma comune che proverà a realizzare nei prossimi 5 anni”. Tutto nasce dal Manifesto Europeo che nel Parlamento di Bruxelles, il 4 Aprile 2019, undici Partiti Animalisti Europei hanno sottoscritto (e per l’Italia il Partito Animalista Italiano”), dando vita ad un unico soggetto europeo. “Per coerenza con gli elettori – prosegue Ceriello – abbiamo pubblicato quelli che sono gli obiettivi che tutti ci prefiggiamo, visto come i sondaggi europei ci dicono che gli deputati europei animalisti saranno almeno 7 nel prossimo Europarlamento. In verità, vediamo pochi programmi in giro e pensiamo sia importante dire ai cittadini cosa vogliamo fare a Bruxelles e non parlare di temi di politica nazionale che, in verità, non sono di competenza del Parlamento Europeo”. Innalzare lo stato giuridico delle specie con l’applicazione dell’art. 13 del Trattato di Lisbona; fine degli allevamenti intensivi e da pelliccia; fine dei trasporti a lunga distanza di animali vivi; così come combattere a livello europeo il commercio illegale di animali domestici e mettere fuori mercato i pesticidi pericolosi, sono alcuni dei temi fondamentali del programma su cui, per i prossimi 5 anni, ognuno degli undici Partiti proverà a battersi fuori e dentro il Parlamento Europeo.