POLITICA- Pagina 517

Appendino in difficoltà, tra il Pd con il fiato corto e la terza età di Giachino

Chiara Appendino è al tramonto della sua esperienza amministrativa? Forse, ed  è una delle poche che non l’ha capito. O (più verosimilmente) sta facendo melina a centro campo aspettando e sperando che qualcosa di nuovo accada. Per essere giovane ha già imparato il mestiere “parla tanto ma fatti nulla”. Non è che la sua giunta sia da meno. Lei, prodiga, ha già cambiato due assessori. Mettendosi dalla parte della ragione per scaricare su di loro eventuali rimbrotti per le sue negligenze. Appunto, un vecchio trucco che ha già funzionato con Giordana ed il suo addetto stampa diventato capo di gabinetto e “fuggito” all’estero. Il Pasquaretta che per sport si faceva pagare le fatture dal Salone del Libro.  Loro che sono diversi. Talmente diversi che possono fare ciò che agli umani non è concesso. Così per ben due volte la prima cittadina manda il suo vicesindaco Montanari a rappresentare la città in cortei No global e no Tav. Cortei contro il sistema. Poi per sgomberare il Moi invoca l’applicazione delle leggi ottenendo garbati no alla collaborazione da Sergio Chiamparino. Chi la fa l’ aspetti, si direbbe. La Corte dei Conti la ammonisce: i conti del Comune non tornano ed ora lei non sa che pesci prendere. Bisognerebbe fare ulteriore cassa. Ma bisogna vendere ciò che è disponibile subito. Lungaggini burocratiche lo impediscono e soprattutto se a Torino non c’ è sviluppo economico è difficile se non impossibile vendere a privati. Con la decrescita infelice infiocchettata con i No il risultato finale è certo: verso il fallimento del Comune. Le promesse dei suoi amici pentastellati romani sono  solo chiacchiere. E ci si mettono anche i No Tav valsusini che vogliono fare una lista alle regionali, non fidandosi. Così lei chiede aiuto a Salvini per il Moi . Non ne esce, e come il semaforo di Prodi nella satira di Guzzanti sta ferma. Ma sono i conti che non stanno fermi e più il tempo passa più lei e i suoi sodali in consiglio comunale ne rispondono dal punto di vista patrimoniale. Dettagli che fanno però la differenza. Nel campo avverso grande effervescenza e dinamismo. Chiampa incassa l’appoggio di Pizzarotti,  sindaco di Parma. Piaccia o non piaccia è un bel colpo. Il Pd non vuole confluire in liste civiche ma chiaramente ha il fiato corto. E il giovane segretario Furia rilascia dichiarazioni di testimonianza. Tante truppe  dietro non ci sono. Le pasionarie presentano il simbolo Onda. Non si sa mai, mentre Giachino vuole fare una sua lista civica di centrodestra. Finalmente il primo di qualcosa. Anche qui non c’è niente di nuovo, è il suo momento e lo sfrutta fino in fondo. Ma alla fine  deve essere grato ai pentastellati: senza la loro ignavia non avrebbe avuto una terza età per la politica. Sinistra sbrindellata un po’ di qui e un po’ di là. Anche qui nulla di nuovo sotto il sole.  Complessivamente tutto sotto controllo? Direi proprio di no. Siamo curiosi di ciò che avverrà. Soprattutto su alcuni punti. Se i No Tav si presenteranno, di quando valgono elettoralmente. Dubitiamo che affrontino questa prova. Del resto nove su dieci, gli  Italiani sono a favore. Non c’è partita e i  risultati della commissione tardano, una perdita di tempo che costerà alla collettività. Penali e ritardi avranno un costo. Intanto  sembra che il fenomeno dei gilet gialli francesi si stia sgonfiando, una similitudine con la nostra situazione italiana. In Francia estrema destra ed estrema sinistra si sono messi insieme per protestare. In Italia pentastellati e leghisti sono al governo insieme da quasi un anno, il diavolo e l’ acqua santa., l’opposto dell’opposto e quando i riflettori si spengono litigano si tutto. Così nel nostro piccolo il Moi rimane lì occupato e  la Tav si farà. Fortunatamente Matteo Salvini ci rallegra un po’ e si porta al ministero un consulente di campagne elettorali statunitense , guru niente popò di meno che di Trump e compromesso con il Russian gate. Considerato un artista nel confezionare notizie false. Motivazione della consulenza? Siamo amici .Ed immediatamente ci sovviene una domanda: allora perché non vi vedete in una piola? Nessuno vuole sindacare che  cosa sa e vuole. Ma  se il Ministro dell’Interno, segretario leghista che non perde occasione per incontrare i capi di Stato sovranisti ed è (giusto per gradire) anche vice presidente del Consiglio,  tiene in ostaggio nel mare disperati della terra e vuole sgomberare i centri per l’ accoglienza… bene, allora la preoccupazione diventa terrore. Sta diventando anche una questione di rispetto della democrazia? Abbiamo paura di sì. Visto che l’informazione ed il sapere sono  alla base delle scelte per e nelle democrazie. Ma (forse) per chi è in una eterna campagna elettorale queste considerazioni sono un dettaglio. Ora abbiamo tanta ammuina e tante parole ma pochi fatti, alcuni dei quali negano la nostra proverbiale umanità.  Si noti che  nessun ma proprio nessun cittadino è intervenuto in soccorso dei naufraghi. Come i cittadini che abitano vicini ai campi d’accoglienza si sono lamentati per la presenza dei profughi. Taluni dei quali sbigottiti hanno dichiarato: sono tre anni che aspettiamo una risposta. Ma il nostro Fregoli inamovibile continua nel fare comizi, non proprio la principale attività del Ministro dell’ Interno. Ancora una domanda. In Italia non esiste una legge che obbliga, organizzandoli, i richiedenti asilo in attesa di lavorare. Ci sono encomiabili ma particolari esempi più diffusi nelle piccole località. Sono decenni che si aspetta una legge in proposito. Colpevoli i governi recenti ma sicuramente, ora che è passato un anno, colpevole questo attuale. È ritorna il sospetto. Tav  e immigrazione: si preferisce l’ immagine alla sostanza. In una eterna campagna elettorale che dovrebbe terminare a maggio. Dovrebbe.  Ne siamo speranzosi ma non convinti che avverrà. Se le ferite non si curano diventano cancrena e poi si deve amputare. Mai metafora è più calzante per i nostri tempi. Con l’aggravante che si sostiene  di essere in via di guarigione peggiorando, invece,  la malattia del malato. Cioè l’Italia, cioè Torino.
Patrizio Tosetto

“#Salvini non mollare”, gazebata sabato e domenica

Sull’onda dell’hashtag “#Salvini non mollare” con il quale La Lega compatta rimarca il totale sostegno alle politiche del Ministro dell’Interno e Vicepremier Matteo Salvini, sabato 2 e domenica 3 febbraio in molte piazze i militanti della Lega si mobiliteranno con una gazebata ed una raccolta firme in segno di solidarietà al “Capitano” che per il caso della nave Diciotti alcuni magistrati vorrebbero processare con l’accusa di sequestro aggravato dei 177 migranti a bordo. Salvini rischia da 3 a 15 anni di carcere, solo per aver difeso i confini dell’Italia e per aver fatto il proprio dovere, sostengono i suoi elettori. La Lega fa sapere che sarà fondamentale il sostegno di tutti. #SALVINI NON MOLLARE. Consulta l’elenco per trovare il gazebo più vicino.

TAV/+EUROPA E RADICALI ITALIANI: CONFERENZA STAMPA DEI PROMOTORI DEL REFERENDUM COMUNALE FISSATA IL 5 FEBBRAIO

“Deve essere indetto entro febbraio per poter votare quest’anno. Di fronte al tentativo del M5S di sabotare il referendum, le madamine del SI’ non hanno nulla da dichiarare?”

Andrea Maccagno (gruppo +Europa Torino) e Igor Boni (Direzione Radicali Italiani):

“Il 10 novembre scorso, in Piazza Castello, 1000 cittadini torinesi sottoscrissero una petizione al Consiglio Comunale per richiedere un referendum consultivo sul TAV, dopo la presa di posizione per il NO espressa dalla maggioranza consiliare M5S il 26 ottobre scorso. Il 13 novembre depositammo la petizione e le firme in Comune. L’ex presidente del Consiglio Comunale, Fabio Versaci, ha impiegato quasi tre mesi per convocare la conferenza stampa dei promotori del referendum, che si terrà in Municipio martedì 5 febbraio. Ai sensi degli artt. 15 e 18 del Regolamento Comunale sulla partecipazione, il Consiglio Comunale deve indire il referendum consultivo entro il 28 febbraio per poterlo abbinare alle elezioni europee e regionale del 26 maggio 2019. In caso contrario, tutto sarebbe rimandato all’anno prossimo, cioè a mai. E’ del tutto evidente il tentativo della maggioranza M5S di allungare i tempi per sabotare la richiesta del referendum…. Ma non erano loro i campioni della “democrazia diretta”, dell’uno vale uno?! Di fronte a tutto questo, chiediamo che le madamine del “SI’, Torino va avanti” scendano in campo per difendere il diritto dei cittadini torinesi ad esprimersi per il SI’, dopo che la maggioranza consiliare si è espressa per il NO. Occorre una terza grande manifestazione popolare, questa volta sotto le finestre del Sindaco Chiara Appendino”

MOLINARI (PD): “UNA SEPOLTURA PER IL RAGAZZO NIGERIANO BUTTATOSI DAL TRENO”

Tre mesi fa, la notizia fece il giro del Paese: un ragazzo nigeriano di 33 anni con permesso di soggiorno   si era gettato dal treno Chivasso-Novara per sfuggire a un controllo della Polfer. Di lui qualcuno disse “Meglio quello che un altro”: il caso fece discutere. 

La sua salma è ancora nell’obitorio dell’ospedale di Vercelli e non è stato possibile procedere ai funerali di carità. Per questo, il consigliere regionale Gabriele Molinari (Pd) ha annunciato oggi di volersi occuparsi direttamente della vicenda, “per quello che sarà possibile – scrive – anche economicamente”. E ha lanciato un appello a tutti coloro che, anche con un gesto minimo, vogliono partecipare a una causa che ha definito di civiltà ed umanità. ‘’Una situazione indegna, ai confini della realtà: non m’interessa trovare il responsabile, chiunque sia ne risponde alla propria coscienza – dice Molinari – Per quel che mi riguarda, ho deciso di fare la mia parte e occuparmene. Non posso accettare di vivere in una comunità che rifiuta le più elementari forme di solidarietà, ma soprattutto non voglio accettarlo’’.  Molinari non commenta il rifiuto del comune del luogo del decesso, che adduce motivi formali, attendendo la decisione di un tribunale. ‘’Parliamo di somme non esorbitanti, ma soprattutto parliamo di un uomo in una cella frigorifera, nell’attesa di un atto di pietà: manca in morte, come è mancata in vita’’.   Aggiunge: ‘’Non so quale sia la storia di questo ragazzo e perché sia finita così, ma so che ha diritto a un funerale, a un saluto, a non rimanere dimenticato in un obitorio per mesi’’. 

MOLINARI (PD): "UNA SEPOLTURA PER IL RAGAZZO NIGERIANO BUTTATOSI DAL TRENO"

Tre mesi fa, la notizia fece il giro del Paese: un ragazzo nigeriano di 33 anni con permesso di soggiorno   si era gettato dal treno Chivasso-Novara per sfuggire a un controllo della Polfer. Di lui qualcuno disse “Meglio quello che un altro”: il caso fece discutere. 
La sua salma è ancora nell’obitorio dell’ospedale di Vercelli e non è stato possibile procedere ai funerali di carità. Per questo, il consigliere regionale Gabriele Molinari (Pd) ha annunciato oggi di volersi occuparsi direttamente della vicenda, “per quello che sarà possibile – scrive – anche economicamente”. E ha lanciato un appello a tutti coloro che, anche con un gesto minimo, vogliono partecipare a una causa che ha definito di civiltà ed umanità. ‘’Una situazione indegna, ai confini della realtà: non m’interessa trovare il responsabile, chiunque sia ne risponde alla propria coscienza – dice Molinari – Per quel che mi riguarda, ho deciso di fare la mia parte e occuparmene. Non posso accettare di vivere in una comunità che rifiuta le più elementari forme di solidarietà, ma soprattutto non voglio accettarlo’’.  Molinari non commenta il rifiuto del comune del luogo del decesso, che adduce motivi formali, attendendo la decisione di un tribunale. ‘’Parliamo di somme non esorbitanti, ma soprattutto parliamo di un uomo in una cella frigorifera, nell’attesa di un atto di pietà: manca in morte, come è mancata in vita’’.   Aggiunge: ‘’Non so quale sia la storia di questo ragazzo e perché sia finita così, ma so che ha diritto a un funerale, a un saluto, a non rimanere dimenticato in un obitorio per mesi’’. 

SANITA’, TRONZANO (FI): “ALTRO CHE FAKE NEWS. PER CHIAMPARINO E SAITTA REGINA E SANT’ANNA CHIUDERANNO”

Sulla questione ospedali interviene il vicepresidente del gruppo regionale di Forza Italia, Andrea Tronzano, promotore di una petizione online a favore del Regina Margherita: “Le parole del presidente Chiamparino confermano che il Regina Margherita, così come lo intendiamo oggi, scomparirà ed insieme a lui la specificità pediatrica. Tutto passerà sotto gli adulti e non ci sarà più una struttura interamente e esclusivamente dedicata ai bambini. Atti progettuali e deliberativi e le conseguenti affermazioni parlano chiaro. Per noi invece il polo materno infantile è un’altra cosa, per noi i bambini non sono adulti in miniatura. Vogliamo che il Regina e il Sant’Anna continuino a esistere e le oltre 120mila firme ci danno forza per continuare a sostenerlo”.

SANITA', TRONZANO (FI): "ALTRO CHE FAKE NEWS. PER CHIAMPARINO E SAITTA REGINA E SANT'ANNA CHIUDERANNO"

Sulla questione ospedali interviene il vicepresidente del gruppo regionale di Forza Italia, Andrea Tronzano, promotore di una petizione online a favore del Regina Margherita: “Le parole del presidente Chiamparino confermano che il Regina Margherita, così come lo intendiamo oggi, scomparirà ed insieme a lui la specificità pediatrica. Tutto passerà sotto gli adulti e non ci sarà più una struttura interamente e esclusivamente dedicata ai bambini. Atti progettuali e deliberativi e le conseguenti affermazioni parlano chiaro. Per noi invece il polo materno infantile è un’altra cosa, per noi i bambini non sono adulti in miniatura. Vogliamo che il Regina e il Sant’Anna continuino a esistere e le oltre 120mila firme ci danno forza per continuare a sostenerlo”.

SANITA’, VIGNALE (MNS): "CHIUSURA DEL CENTRO DELLE MALATTIE RARE, LA REGIONE ABBANDONA I PIEMONTESI?"

INTERROGAZIONE URGENTE IN REGIONE
“Se la notizia sulla futura chiusura del centro ‘Transitional Care’ dell’Ospedale Molinette di Torino fosse vera saremmo di fronte all’ennesimo abbandono di questa amministrazione dei pazienti piemontesi” lo dichiara in una nota il presidente del gruppo consiliare del Movimento Nazionale per la Sovranità della Regione Piemonte, Gian Luca Vignale che sul merito ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio Regionale. “Il Transitional Care – spiega – , istituito per garantire una continuità assistenziale ai pazienti nel delicato passaggio dall’età pediatrica a quella adulta, è divenuto negli anni un punto di riferimento per centinaia di pazienti, per lo più bambini e giovani, affetti da patologie rare. Chiuderlo significa lasciare orfane di cura centinaia di famiglie che in questi anni hanno potuto contare su cure e assistenza adeguate che altrimenti avrebbero faticato ad avere”. “L’appello sulla chiusura dell’ambulatorio – aggiunge Vignale –, è arrivato da due madri con figli affetti da malattie gravissime, ma alla loro voce se ne stanno aggiungendo molte altre. Basta leggere le loro parole per capire quanto sia fondamentale questo ambulatorio e quanto sia irrazionale e grave la scelta di chiuderlo”. “Tra l’altro – conclude -, a quanto pare, il centro chiuderà perché il dirigente medico andrà in pensione e la Regione non ha ancora provveduto alla nomina di un sostituto. Questo significa che, ancora una volta, l’incapacità programmatica e gestionale di Chiamparino e la sua giunta si ripercuotono sui cittadini, distruggendo anche le eccellenze create”.
 

SANITA’, VIGNALE (MNS): “CHIUSURA DEL CENTRO DELLE MALATTIE RARE, LA REGIONE ABBANDONA I PIEMONTESI?”

INTERROGAZIONE URGENTE IN REGIONE

“Se la notizia sulla futura chiusura del centro ‘Transitional Care’ dell’Ospedale Molinette di Torino fosse vera saremmo di fronte all’ennesimo abbandono di questa amministrazione dei pazienti piemontesi” lo dichiara in una nota il presidente del gruppo consiliare del Movimento Nazionale per la Sovranità della Regione Piemonte, Gian Luca Vignale che sul merito ha presentato un’interrogazione urgente in Consiglio Regionale. “Il Transitional Care – spiega – , istituito per garantire una continuità assistenziale ai pazienti nel delicato passaggio dall’età pediatrica a quella adulta, è divenuto negli anni un punto di riferimento per centinaia di pazienti, per lo più bambini e giovani, affetti da patologie rare. Chiuderlo significa lasciare orfane di cura centinaia di famiglie che in questi anni hanno potuto contare su cure e assistenza adeguate che altrimenti avrebbero faticato ad avere”. “L’appello sulla chiusura dell’ambulatorio – aggiunge Vignale –, è arrivato da due madri con figli affetti da malattie gravissime, ma alla loro voce se ne stanno aggiungendo molte altre. Basta leggere le loro parole per capire quanto sia fondamentale questo ambulatorio e quanto sia irrazionale e grave la scelta di chiuderlo”. “Tra l’altro – conclude -, a quanto pare, il centro chiuderà perché il dirigente medico andrà in pensione e la Regione non ha ancora provveduto alla nomina di un sostituto. Questo significa che, ancora una volta, l’incapacità programmatica e gestionale di Chiamparino e la sua giunta si ripercuotono sui cittadini, distruggendo anche le eccellenze create”.

 

PALAZZINE EX MOI, DIBATTITO IN AULA

Il Consiglio comunale ha dibattuto “le modalità e le tempistiche riguardo le palazzine ex MOI concordate dalla sindaca Appendino nel corso dell’incontro con il Ministro degli Interni” come chiesto dal capogruppo Francesco Tresso (Lista civica per Torino). In contemporanea è stata discussa un’interpellanza sullo stesso tema, sempre del consigliere Tresso
L’assessore alle Politiche sociali, Sonia Schellino, ha risposto in Aula a nome della Giunta affermando: “Il piano di recupero della disponibilità degli immobili prevede la chiusura totale degli accessi ai locali interessati. Nella palazzina marrone si è provveduto a murare le porte e le finestre al piano terra e al primo piano e a chiudere tutte le porte di accesso. Per quanto concerne l’accesso al locale sotterraneo sottostante alla palazzina arancione, si è provveduto, oltre allo sgombero totale dei rifiuti da parte di Amiat, a murare il portone di accesso, lato via Giordano Bruno, e l’accesso dalle scale interne delle varie palazzine. E’ stata salvaguardata la possibilità di accedere ai locali tecnici, accessibili esclusivamente agli operatori autorizzati.  La proprietà ha inoltre attivato un adeguato servizio di vigilanza privata. Per i prossimi interventi di liberazione degli spazi si utilizzerà la stessa metodologia per evitare una possibile rioccupazione e un aumento delle persone da ricollocare.  Le prossime tappe saranno definite dal Tavolo istituzionalizzante; prevedono la liberazione di tutte le palazzine e il trasferimento delle persone interessate ad aderire alle proposte elaborate dagli enti coinvolti con l’obiettivo di trovare insieme soluzioni che permettano una partecipazione attiva al proprio progetto personale, volto all’autonomia e all’inclusione socio-economica. Un approccio innovativo e umanitario nel quale siano presenti sicurezza e inclusione nel tentativo di mettere fine a un’emergenza sociale e sanitaria e al tempo stesso mettere fine a una situazione di degrado che si ripercuote su tutto il quartiere.  Come espresso dall’Amministrazione comunale, in particolare dopo il tavolo interistituzionale di gennaio, si conferma l’intenzione di concludere la liberazione di tutte le palazzine e la ricollocazione e accompagnamento all’inclusione dei dimoranti entro la fine dell’anno.
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IL DIBATTITO IN SALA ROSSA
Francesco Tresso (Lista civica per Torino): L’accordo della Sindaca con il Ministro Salvini è un deludente sintomo di allineamento alla linea politica della Lega, poco rispettoso dell’impegno costruttivo, dello sforzo e delle risorse messe in campo da Torino fino ad oggi per ottenere soluzioni incruente e dignitose per i profughi e i torinesi. Il precipitoso impegno che si è assunta la Sindaca Appendino mercoledì scorso, nello stesso giorno dello sgombero del Cara di Castelnuovo Porto a Roma, sembra volersi lasciare alla spalle, da un giorno all’altro, il metodo di concertazione usato fino ad oggi dal Comune di Torino. Sgombero forzato? Come, chiamando l’Esercito? La Sindaca avrebbe dovuto, invece, ricordarsi dell’Ordine del Giorno votato in Consiglio comunale il 13 ottobre contrario al Decreto Sicurezza, che la impegnava ad attivarsi per un’ampia consultazione sull’espulsione dei profughi dalla strutture di accoglienza. E’ vero che le palazzine di via Giordano Bruno non sono una struttura di accoglienza ed è corretto volerle restituire alla legalità. Ma questa Amministrazione non ha ancora chiarito cosa intenda farne e, in assenza di un progetto specifico di riqualificazione arriva oggi, improvvisa, una svolta di tipo muscolare. Per quale ragione?
Fabrizio Ricca (Lega Nord): Possiamo dire che siamo vicini alla fine di un incubo per tutte le persone che vivono in quella zona. Un incubo cominciato tanti anni fa, fatto di spaccio e degrado. Un incubo figlio delle incapacità del Partito Democratico a livello cittadino e a livello nazionale di porre un freno e un rimedio a quella situazione. Oggi abbiamo la fortuna di avere un governo che si è attivato per permettere a quel luogo di tornare ad essere un posto normale, alle persone di sentirsi protette. E alle persone che hanno bisogno di un aiuto umanitario di poterlo ricevere senza essere soggiogati dalle dinamiche che governano un buco nero di illegalità all’interno della nostra città. I fatti parlano chiaro: da quando Matteo Salvini è ministro dell’interno c’è stato uno sgombero, e Torino può contare su mezzo milione di euro in più per portare a termine quell’operazione. Un investimento serio con un progetto chiaro in tempi certi. Grazie anche ad Appendino per essersi messa a disposizione del Governo con la volontà di risolvere questo problema il più in fretta possibile. Sono convinto che entro la fine del 2019 anche quella parte di Torino potrà tornare a vedere la luce
Maria Grazia Grippo (PD): Manca la materia del contendere e, come al solito, l’assessora sull’ex MOI non ha spiegato se, a seguito dell’incontro fra la Sindaca e il ministro dell’Interno, l’intervento diventerà uno sgombero, con tutto quello che ne consegue anche in materia di ordine pubblico. Nel caso, rabbrividisco al pensiero, anche perché uno sgombero non sarebbe di alcuna utilità per chi deve convivere con una situazione difficile. Ci avete costretto di nuovo a fare interventi in un dibattito dove manca il quid della richiesta di comunicazioni sull’argomento. Eppure la domanda formulata dal consigliere Tresso era piuttosto chiara. Mi chiedo perché tutte le volte ci costringete ad ascoltare una sorta di rendicontazione che manca però della sostanza di quelle che sono o dovrebbero essere le intenzioni in capo all’Amministrazione sul problema in questione.
Elide Tisi (PD): Spero in un ulteriore intervento per aggiungere elementi rispetto all’oggetto dell’interpellanza. Intanto la questione delle risorse messe a disposizione dal Ministero e dalla Compagnia di San Paolo per sapere quanto verrà a costare questo intervento. L’improvvisa accelerazione sui tempi per la soluzione del problema ex MOI è stata concordata con gli altri enti che partecipano al Tavolo interistituzionale? Altra questione riguarda il possibile trasferimento di una parte delle persone allontanate dalle palazzine di via Giordano Bruno verso Comuni dell’astigiano in alternativa a Settimo. In caso affermativo, sarebbe interessante capire come si intende sviluppare questa possibilità. Infine, i primi allontanati avevano una situazione di status di rifugiati, con il procedere degli interventi e l’applicazione della Legge Salvini, in molti avranno il permesso di soggiorno in scadenza. Quale progetto esiste per coloro che rischiano in pochi mesi di diventare irregolari?
Antonino Iaria (M5S): Il problema del Moi è molto complesso, più del Barattolo, ma l’interlocuzione con il Ministero ha permesso di portare avanti una linea con successo, affrontando una questione che va avanti da anni, senza particolari problemi.
 
Fabio Versaci (M5S): Mi congratulo con Sindaca e assessora per come stanno gestendo la situazione. Il modello che stiamo portando avanti dovrebbe essere portato come esempio in tutta Italia. Non abbiamo intenzione di intervenire con la forza, ma anzi siamo riusciti ad aprire un tavolo.
 
Deborah Montalbano (demA): È interesse di tutti fare rispettare i diritti di chi vive dentro il Moi. Ascoltiamo anche la voce degli occupanti e dei comitati in Commissione. E non parliamo di sgomberi “dolci”: c’è stato uno sgombero militarizzato.
L’assessore Schellino ha replicato al termine del dibattito: Dallo scorso settembre sta lavorando un’equipe multidisciplinare al quale dedico anche io diverse ore settimanali di tempo. Sono un po’ meno di 500 le persone presenti oggi nei locali dell’ex MOI (anche se i soggetti non possono essere obbligati ad essere censiti) e preciso che l’iter di liberazione degli spazi non è cambiato nel corso del tempo. 
Ricordo inoltre che abbiamo chiesto di usare degli spazi ’polmone’ per coloro che non hanno dato precise disponibilità sulle scelte future, trovando disponibilità a Castello di Annone. 
La sindaca Chiara Appendino ha concluso le comunicazioni: Il quartiere ha diritto di essere riqualificato e le persone che vivono in quelle palazzine devono poter vivere in condizioni dignitose. Ringrazio tutti i soggetti che si stanno impegnando in un progetto considerato all’unanimità prioritario, perseguito nelle logiche del modello che stiamo portando avanti. E in questa direzione stiamo lavorando e continueremo a lavorare.  
(Foto: il Torinese)