POLITICA- Pagina 504

Artesio: “La mensa è parte integrante dell’offerta formativa”

Riceviamo e pubblichiamo

È arrivata la sentenza attesa e, differentemente dai pronostici diffusi da qualcuno, il Ministero alla Pubblica Istruzione e il Comune di Torino hanno visto riconosciuto ciò che come persone di scuola e amministratori sappiamo e diciamo da sempre. La mensa è parte integrante dell’offerta formativa, non un intervallo a consumo individuale. Il cibo, il modo, il tempo in cui la refezione scolastica si realizzano sono aspetti di condivisione, di educazione, di eguali opportunità, lo afferma la consigliera di Torino in Comune Eleonora Artesio.

Eppure per due e più anni a Torino, ma non solo, si è preteso di comportarsi a piacimento e si è preteso che la scuola organizzasse spazi e vigilanza egualmente per gli allievi iscritti a mensa e per gli allievi del pasto domestico. In nome dell’obbligo di non discriminazione. Dovremmo impiegare molto impegno per prevenire discriminazioni e disuguaglianze, in una epoca quale l’attuale segnata da differenze di provenienza, di stato sociale, di opportunità.

La scuola dovrebbe essere la prima garanzia di equità , ma pubblicamente (fortunatamente nel quotidiano lavoro dei professionisti della formazione non è così) si è discusso della libertà/diritto (!!!) di differenziarsi quotidianamente, non per ragioni di salute o di orientamento religioso o alimentare (ampiamente accolte nella refezione scolastica), ma per principio. Non sfugge che molte diserzioni dalla refezione siano state indotte dall’alto costo della mensa. Per questo come gruppo consiliare abbiamo combattuto e depositato delibere per ridurre i costi, attraverso la abolizione o la riduzione della quota fissa di iscrizione.

Coi manifesti affissi in Città la maggioranza 5 Stelle si è iscritta il merito, con scarsa riconoscenza per il contributo -anche di studio-ricevuto dal Consiglio. Importa che la correzione sulle tariffe sia avvenuta. Per me, per noi l’aspetto insopportabile del “panino libero” era esattamente la manifestazione quotidiana delle disuguaglianze, tra i pasti domestici di necessità e i pasti completi degli altri, dei sostenitori della libera mensa, degli iscritti alla refezione comunale.

Adesso che in punta di diritto si è acclarato che lo Stato deve garantire il diritto allo studio, nel senso ampio delle opportunità complementari degli Enti locali, egualmente accessibile alle bambine e ai bambini, cosa succederà a settembre nelle scuole torinesi? I dirigenti scolastici della scuola della autonomia si sono destreggiati in questi due anni (tra obblighi di sentenze, disposizioni dell’ Asl, oneri finanziari) a individuare spazi, garantire la vigilanza, prevedere le pulizie, prevenire denunce per presunte disparità di trattamento avanzate da agguerriti legali. Sarebbe desiderabile aprire l’anno scolastico con la riapertura dell’interesse verso la scuola per tutte/i, a misura di ciascuna/o perché le specificità e i talenti -quanto le difficoltà- devono essere accolte e accompagnate nella età della crescita.

La scuola di tutte/i non è il treno del giorno, in cui ciascuno/a-secondo il proprio portafoglio o le proprie rivendicazioni -sceglie se scendere o salire e in quale vagone. La scuola di tutte/i è una responsabilità di tutte/i: dei decisori politici e degli amministratori, delle lavoratrici e dei lavoratori della scuola, delle famiglie, della ricerca scientifica…

La battaglia combattuta nelle aule del Tribunale e consumata nei refettori ha fatto male, ha distratto e ha diviso. Se si accantonano protervia e pretesa, che purtroppo tanto hanno caratterizzato la discussione sul pasto domestico, si potrà dire a settembre “Buon anno scolastico”, conclude Artesio.

Il Senato vota le mozioni Tav il 6 e 7 agosto

A Palazzo Madama, quello di Roma, le mozioni sulla Torino-Lione verranno discusse e votate in Aula tra martedì e mercoledì prossimo, 6 e 7 agosto, subito dopo il decreto delega del governo sullo sport.

“Occorre una pronuncia del Parlamento volta ad escludere la prosecuzione delle attività connesse alla realizzazione dell’opera”, si legge nella mozione presentata dal gruppo Cinque Stelle sulla Tav. Si  chiede l’avvio in sede parlamentare di un percorso immediato per “promuovere, per quanto di competenza, l’adozione di atti che determinino la cessazione delle attività relative al progetto” e “una diversa allocazione delle risorse stanziate per il finanziamento della linea”.

Suk, Valle (Pd): “La destra è scivolata sul barattolo”

“È bastato un ‘barattolo’ per far scivolare la maggioranza di centrodestra. In Consiglio regionale la discussione sull’ordine del giorno ‘Stop Suk’ presentato da Marrone si è trasformata in una farsa.

Capiamo il desiderio di FdI di superare la Lega in quanto ad esibizioni muscolari di sovranismo, ma sul tema del cosiddetto Suk non serviva un pretestuoso ordine del giorno, bastava una delibera di Giunta. E così in un clima surreale ed irrispettoso della regole che governano l’assemblea, abbiamo visto l’assessore Rosso sconfessare il suo sodale di partito Marrone ed il Presidente Allasia finire preda di uno stato confusionale. Ci auguriamo che la maggioranza si chiarisca le idee e che le prossime sedute di Consiglio si svolgano nel rispetto delle regole”: lo dichiara il consigliere regionale Daniele Valle (Pd), al termine della seduta a Palazzo Lascaris.

Striscione “Verità per Bibbiano”, parla Grimaldi (LUV)

Riceviamo e pubblichiamo

“Nessuno aveva regolamentato l’uso della facciata perché nessuno ha mai utilizzato il palazzo della Regione come la bacheca Facebook di Salvini”

Ieri l’aula del Consiglio è stata impegnata nella discussione sul “caso Bibbiano” e sulla rimozione dello striscione “Verità per Bibbiano”, affisso dalla Giunta per propria decisione univoca fuori dal palazzo della Regione.

“Non facciamo la destra più stolta di quello che è: sanno bene che per noi il problema è il metodo, neanche dei ragazzini arrivati al potere per caso farebbero marachelle come quella di Ricca. Nessuno aveva regolamentato l’uso della facciata perché nessuno ha mai utilizzato il palazzo della Regione come la bacheca Facebook di Salvini”– dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi –. “Se si possono poi fare due appunti sul merito, la magistratura sta svolgendo le indagini e ha fatto bene a chiudere i canali di comunicazione finché non si concluderà il suo lavoro. Quindi, la ‘verità su Bibbiano’ è al centro di scrupolose indagini. Ci sono forse dubbi che sia così? Si è voluto accostare quello striscione dai caratteri ‘ultras’ allo striscione giallo per Giulio Regeni. Ma questo fu affisso dopo un voto unanime dell’aula e la ‘verità per Giulio Regeni’ è oscura ancora oggi, poiché uno Stato ha cercato di insabbiare i fatti, ecco perché la chiedevamo a gran voce”.

Cattolici popolari tra identità e alleanze

Il dibattito tra i cattolici popolari e democratici tra la conservazione dell’identità e la ricerca delle
alleanze non nasce oggi.

Anzi. Accompagna, da sempre, il cammino tortuoso ma esaltante, di
un’area culturale che, malgrado l’afonia e l’irrilevanza pubblica degli ultimi anni, ha comunque
contribuito in modo decisivo e qualificante alla conservazione della qualità della nostra
democrazia, al consolidamento delle istituzioni democratiche e alla salvaguardia del nostro
impianto costituzionale. In un paese, e’ sempre bene ricordarlo, che continua ad essere
caratterizzato da “una passione intensa e da strutture fragili, secondo l’ormai celebre definizione di
Aldo Moro.

Ora, e’ del tutto evidente che di fronte ad una crisi della politica sempre più marcata e strutturale,
le stesse culture politiche possono e debbono far risaltare la propria voce, il proprio pensiero e,
soprattutto, la propria originalità. Sotto questo versante, la vera sfida politica, culturale e forse
anche organizzativa nella stagione contemporanea, è proprio quella di saper valorizzare la propria
identità da un lato inserendola, però, in una cornice di alleanze che preveda la presenza di altri
filoni ideali e che siano in grado, insieme, di dar vita ad un progetto politico democratico, riformista,
di governo e in grado di saper intercettare e di farsi carico delle istanze e dei bisogni dei ceti
popolari. A partire, appunto, dai ceti popolari.

Una sfida, quindi, a cui si deve rispondere non con la
riproposizione di una sterile ed inconcludente testimonianza ma, al contrario, con una strategia che
sappia declinare laicamente il nostro patrimonio culturale con l’apporto decisivo di altre esperienze.
E questo per una ragione molto, molto semplice. Dopo al fine della Dc e del Ppi e l’impossibilita’ di
riproporre quelle straordinarie esperienze politico ed organizzative, dopo il fallimento politico ed
elettorale delle cosiddette esperienze “identitarie” frutto e prodotto di un impianto clerical/
confessionale e di inguaribili primogeniture narcisistiche ed autoreferenziali, dopo l’inadeguatezza
dell’avventura populista e demagogica degli attuali attori politici – anche se ancora accompagnati
da vasti consensi popolari e sociali – e’ sempre più indispensabile rilanciare una strategia politica
che veda nel cattolicesimo popolare e sociale un protagonista e non solo una stampella.

Purché
accetti, sino in fondo, un postulato della vera cultura democratico cristiana: ovvero, saper misurarsi
con una autentica “cultura delle alleanze”. Senza cedimenti clericali e confessionali, senza
tentazioni autoreferenziali e soggettive e, soprattutto, senza regressioni puramente testimoniali.
Anche se nobili e del tutto legittime.

Ecco, la vera sfida oggi e’ tutta racchiusa in questa scommessa. La capacita’ di saper “trafficare i
propri talenti” deve saper coniugarsi con l’altrettanto capacità di ritornare protagonisti in una
stagione politica che richiede presenza pubblica, organizzazione, elaborazione culturale e un
progetto di società. Il ritorno della destra, l’auspicato – per il momento un pio desiderio – ritorno
della sinistra e la persistenza di una presenza antisistema e populista come quella dei 5 stelle non
può non prevedere una presenza qualificata e visibile di una tradizione culturale che, con altre, può
far uscire il nostro paese da una situazione di degrado politico e di pressappochismo culturale
ineguagliabili.

Viene da dire, citando uno slogan di cui si è molto abusato negli anni passati, “se non ora
quando?”.

Giorgio Merlo

“Cirio, primo voltafaccia sulle Scuole Paritarie”

Riceviamo e pubblichiamo
Nonostante le roboanti promesse e la pubblica firma del manifesto della FISM nell’ultima campagna elettorale da parte del candidato Presidente, la nuova Giunta Regionale parte subito programmando l’apertura di nuove sezioni statali per l’infanzia a Campiglione Fenile (Torino), a pochi chilometri da altri Istituti (Paritari) con disponibilità di posti. A maggior ragione in una fase di decrescita demografica, in questo modo si penalizza l’intero sistema. 

Chi sperava in un cambio di rotta politica della Giunta Cirio rispetto all’Assessorato Pentenero ha avuto una brutta sorpresa. Pronti via, la nuova Giunta di centrodestra approva l’apertura di nuove sezioni statali (Scuola dell’Infanzia) nel territorio di una zona, quella del comune di Campiglione Fenile (Torino), già servita nel raggio di pochi chilometri da altri Istituti (Paritari) con disponibilità di posti.
Qual è la reale posizione di questa Giunta, al di là delle dichiarazioni di circostanza dell’Assessore Chiorino, sul tema del diritto alla libertà di educazione? Quanto valgono le dichiarazioni di principio pronunciate dall’attuale Presidente in campagna elettorale?
A inizio maggio, l’attuale Presidente Cirio aveva firmato in pompa magna (primo tra i candidati Presidenti) il manifesto della FISM, garantendo che non avrebbe permesso l’apertura nuove Sezioni Statali in presenza, nello stesso territorio, di Scuole Paritarie. Invece è immediatamente accaduto il contrario, dopo due soli mesi di legislatura, oltretutto in presenza di un parere negativo da parte della FISM regionale.
Una preoccupante continuità rispetto alle modalità d’azione dell’Assessorato Pentenero. Spero vivamente in un pronto rientro in carreggiata. La FISM e le Scuole Paritarie prendano atto di questa prima misura della nuova Giunta. Questo, a maggior ragione in una fase di calo demografico, è il modo migliore per danneggiare tutto il sistema scolastico, che dovrebbe invece fondarsi sull’equilibrio tra Istituti Statali, Comunali e Paritari.
Silvio  Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte

Striscione Bibbiano: dibattito in Consiglio regionale

“I minori rappresentano una assoluta priorità dell’azione di governo dell’attuale giunta regionale. Abbiamo voluto lanciare un monito forte a tutti coloro che sono chiamati a occuparsi di un tema così importante, è solo questo il senso dello striscione appeso”.

Lo ha dichiarato l’assessore regionale alle politiche della famiglia, dei bambini e della casa, Chiara Caucino, nelle comunicazioni svoltesi oggi in Consiglio regionale su richiesta del gruppo PD.

Per l’assessore l’obbiettivo è stato raggiunto e quindi lo striscione sarà rimosso. Chiara Caucino ha annunciato che intende rafforzare i controlli a tutela dei minori (nel 2017 in Piemonte erano circa 2.500 tra quelli in affidamento o ospiti di 221 strutture residenziali) attraverso nuovi stanziamenti di risorse, la costituzione di una commissione di vigilanza assessorile, l’implementazione della collaborazione con il Tribunale dei minori. Ricordando la revoca avvenuta all’indomani del suo insediamento della convenzione con una casa-famiglia del pinerolese per il trattamento riservato a 5 minori ospiti, l’assessore ha annunciato una legge “allontamento zero”, che preveda l’affidamento solo di fronte a evidenti e gravi violenze sui minori.

Per il capogruppo PD Domenico Ravetti, sulla difesa dei bambini non ci sono bandiere politiche, “non c’è una Giunta che ci crede di più”. Per Ravetti dietro lo striscione  c’è il rischio della strumentalizzazione politica, “occorre evitare di tinteggiare le facciate delle nostre istituzioni una volta di un colore, un’altra volta di un altro”. Il capogruppo ha annunciato che il PD proporrà in sede di bilancio incrementi delle risorse per i minori e ha sostenuto che per l’utilizzo delle facciate delle sedi istituzionali per la comunicazione sono necessarie regole che coinvolgano il Consiglio regionale: “Per esporli è meglio passare da un voto in aula con maggioranza qualificata”.

Il capogruppo di Fratelli d’Italia Maurizio Marrone ha sostenuto che “il problema è ciò che è successo a Bibbiano, non gli striscioni che chiedono verità”. Marrone ha chiesto l’istituzione di una indagine conoscitiva nella Commissione competente per verificare che quanto è accaduto in Emilia Romagna non si sia verificato anche in Piemonte: “In questo caso il nostro dovere è intervenire”.

Alberto Preioni, capogruppo della Lega, ha annunciato che presenterà un ordine del giorno per regolamentare l’affissione di striscioni sulle sedi regionali: “ Il problema però non è la posa di uno striscione che chiede solo verità, una cosa bellissima”. Preioni si è detto d’accordo con Marrone sulla indagine conoscitiva.

“Mi sarei aspettato solo parole di sottoscrizione e condivisione di quello striscione, si chiede la verità su fatti che dovrebbero far ribollire la nostra coscienza” ha sostenuto Paolo Ruzzola, capogruppo di Forza Italia, che ha convenuto sull’utilità di regolamentare l’utilizzo delle facciate regionali, anche se in passato sono state usate liberamente.

Per Marco Grimaldi, capogruppo di Luv, “le facciate pubbliche non si usano per polemica politica o sciacallaggio”. Grimaldi ha invitato la Giunta ad occuparsi dei temi di sua competenza invece di usare strumentalmente gli striscioni.

Nel dibattito sono anche intervenuti Monica Canalis (PD), Carlo Riva Vercellotti (FI), Sergio Chiamparino (PD), Daniele Valle (PD).

Al termine del dibattito il presidente del Consiglio Stefano Allasia ha annunciato che l’ufficio di presidenza si occuperà di formulare una proposta per regolare l’esposizione di striscioni sulle facciate istituzionali.

priconosciuto

Chieri, interrogazioni della Lega

Il 30 luglio, alle ore 19.45, si tiene una seduta del consiglio comunale di Chieri. Il gruppo consigliare della Lega, con Luigi Furgiuele ed Emma Fasano ha presentato due interrogazioni.

Nella prima evidenzia che il sindaco di Chieri, Alessandro Sicchiero, ha partecipato il 15 giugno scorso in forma istituzionale al Torino Pride con la fascia tricolore. Nell’evidenziare nel loro intervento che “la presenza a tale manifestazione etico ideologica in rappresentanza dei cittadini chieresi ha suscitato perplessità e divisione all’interno dell’opinione pubblica, sulla partecipazione stessa non in forma privata ma istituzionale” gli interroganti chiedono al primo cittadino le motivazioni che hanno indotto a tale scelta.

La seconda interrogazione riguarda il fatto che in via Nostra Signora della Scala da molti anni sono parcheggiate alcune autovetture prive di contrassegno, le quali risultano, a tutti gli effetti, auto abbandonate. Furgiuele e Fasano rilevano che, nonostante i vari solleciti e segnalazioni da parte dei cittadini, i veicoli continuano sempre a rimanere allo stesso posto, anzi uno da oltre 5 anni, interrogano l’amministrazione per sapere se, anche di concerto con il corpo di polizia municipale, si intenda trovare una soluzione.

Furgiuele, poi, evidenzia che, all’inizio della seduta chiederà un minuto di silenzio per commemorare la figura del vice brigadiere dei carabinieri barbaramente ucciso da un delinquente americano a Roma

Il Consiglio regionale commemora il carabiniere ucciso

“Nella notte tra giovedì e venerdì  a Roma nel quartiere Prati, il vicebrigadiere dell’arma dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, veniva ucciso  con 11 coltellate da due studenti americani”.

Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ha aperto la seduta odierna dell’Assemblea per commemorare il militare caduto nell’adempimento del dovere.

Allasia ha continuato ricordando che il carabiniere trentacinquenne si era sposato solo “da 40 giorni. Mario era originario di Somma Vesuviana in provincia di Napoli, e chi lo conosceva lo descrive come persona premurosa  che amava il suo lavoro che faceva con onestà, passione e amore per il prossimo.

In questi giorni un profondo senso di sgomento e di dolore ha accomunato l’opinione pubblica in tutta Italia ed è lo stesso sentimento che ci accompagna oggi nell’espressione della più sincera vicinanza ai familiari del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega

Altrettanta partecipazione rivolgo all’Arma dei Carabinieri, convinto di interpretare la sensibilità dell’intera comunità piemontese”. La cerimonia si è chiusa con un minuto di silenzio.

PD: “Finalmente si è tornati alla realtà. Nessun buco allarmante”

 “Finalmente siamo passati dalle discussioni sui giornali al confronto in commissione. Questa mattina l’assessore Icardi nella sua informativa ha precisato che il disavanzo finale, anche grazie all’uso di fondi extra, sarebbe di circa14 milioni di euro, una situazione ben più governabile rispetto ai paventati 450 milioni che emergono dai bilanci preventivi e che potremo analizzare solo quando saranno messi a disposizione i dati dei consuntivi trimestrali.

La preoccupazione dell’assessore è relativa al 2020 e al 2021, ed è una preoccupazione condivisibile perché la spesa per i farmaci innovativi ed il costo del rinnovo del contratto di lavoro richiedono che si apra con il Governo una discussione sulla quantificazione del fondo sanitario, altrimenti la maggiore spesa verrà scaricata sulle Regioni. Questo è il vero allarme ed è necessario che Cirio ed Icardi chiedano al Governo di aprire urgentemente una trattativa che porti ad un aumento della quota del fondo sanitario” dichiara il Vicepresidente della Commissione Sanità Domenico Rossi

“Governare significa trovare il punto di equilibrio tra la capacità di erogare servizi  e la compatibilità economica – afferma il portavoce del Pd in Commissione Sanità Raffaele Gallo – Nei cinque anni passati la Giunta Chiamparino ha fatto scelte precise per contenere la spesa, come ha riconosciuto lo stesso assessore Icardi, senza recare  ulteriori disagi ai cittadini. E’ importante sottolineare, in particolare, il contenimento della spesa farmaceutica attraverso le gare centralizzate. In merito, poi, all’apertura alla sanità privata annunciata da Cirio, è importante chiarire che i maggiori fondi per gli erogatori privati non vadano a discapito della sanità pubblica. Quindi, come ha intenzione di fare Icardi?”

“Come Pd, poi, crediamo sia urgente che la Regione si doti di un piano socio-sanitario per affrontare questioni non più differibili come le cronicità, la non-autosufficienza e le post-acuzie. Se si ritiene che queste siano priorità, allora bisogna fare scelte precise in termini di politica sanitaria” precisa il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti

“Per quanto riguarda l’edilizia sanitaria – conclude il vice Presidente del Consiglio regionale Mauro Salizzoni – nonostante una cerca vaghezza da parte dell’assessore Icardi sui nuovi ospedali, valutiamo positivamente il fatto che non si voglia rimettere in discussione il percorso finora compiuto sul Parco della Salute, evitando perdite di tempo che rischierebbero di pregiudicare un’infrastruttura imprescindibile. Bisognerà avviare una discussione sul futuro degli attuali ospedali della Città della Salute, ed auspichiamo che il Consiglio regionale possa svolgere un effettivo ruolo di approfondimento, di controllo e di proposta”.