POLITICA- Pagina 503

Continuano le scosse sismiche nella politica nazionale e regionale

L’ ex sottosegretario Rixi ha rassegnato le dimissioni nelle mani di Matteo Salvini. Ergo, caro Presidente Conte, non conti nulla. E Rambo incassa il no di Orban . Proprio così, il suo amico ungherese rimane nel gruppo popolare europeo.  Farage l’ inglese ha sempre detto che con gli italiani non si mischia e mi sa che anche  Le Pen ci sta pensando nel mollare il Capitano. Ad oggi Matteo Salvini in Europa è al palo.  Si consola dicendosi che i suoi sono per antonomasia sempre innocenti e i suoi avversari politici per antonomasia sempre colpevoli.  Giggino si affida alla buffonata di Rousseau per dirsi che il popolo è sempre con lui. Dopo aver abolito la povertà farà fare più figli agli Italiani, l’ importante è che mantenga la poltrona ed intanto il lauto stipendio corre. Toti molla il Cavaliere e fonderà un altro partito. E’ molto arrabbiato perché il numero uno è Tajani. E Calenda appena eletto molla Zingaretti e fonda un suo, di partito. Direi proprio un signore. Intanto il Toscanaccio ( Renzi ) spara sul quartier generale. Nulla di nuovo sotto il sole con l’ Europa che per la seconda volta con la letterina ci ammonisce. E noi piemontesi siamo alle prese con i ballottaggi tra una decina di giorni. In realtà poca cosa, anche se qualcosa si può indicativamente capire. 
Le amministrative del Piemonte sono andate bene per il PD.  Sindaci uscenti rieletti al primo turno recuperando un voto disastroso per il centrosinistra.  Tranne a Biella dove per la prima volta il sindaco uscente non va nemmeno al ballottaggio.  Bocciato Cavicchioli ottimo avvocato ma pessimo Sindaco.  Ma c’ é dell’altro. A Biella città con il voto europeo il candidato leghista Corradino sarebbe stato eletto al primo turno.  Viceversa va al ballottaggio con Gentile (forse) ex Forza Italia che con le liste civiche è il favorito.  Ed il PD non perde occasione nel dividersi tra chi lo appoggia e chi suggerisce di andare al mare. Si spende il segretario regionale dem,  Furia, biellese. Si spende per Gentile . Bene, ma avrà un gruppo in Regione di marca ex democristiana e Gariglio  e Lepri gongolano con Laus che presenterà il conto. Rimane Salizzoni con oltre 18 mila preferenze.  Forse il più votato.  Non solo il più grande chirurgo del mondo, ma anche uno non incline al compromesso.  Comunque il PD segna un punto a suo favore. Maggiore radicamento sul territorio della Lega grazie ai sindaci.  Sul partito è meglio che lasciamo perdere. Ma sul resto è meglio che niente. Il neo Governatore Cirio pensa già alla sua giunta. Ottima la proposta della Porchietto alla Vice presidenza. politico competente ed ex Presidente Api.  Ma purtroppo ha un difetto: non è leghista. Matteo Rambo ha già chiesto se il nostro governatore ha voglia di scherzare.  Si consola con Vietti Presidente FinPiemonte.  Proprio Vietti vice al Consiglio Superiore della Magistratura.  Con lui non si scherza. E la Dc ancora una volta fa capolino. Del resto l’ ultima scelta del leghista Cota era stato Feira è non è andata bene. Speriamo che il territorio qualcosa valga ancora e Andrea Tronzano faccia l’ assessore. Chi dorme sonni tranquilli è Roberto Rosso: o  assessore o presidente Consiglio Regionale. Meloni docet, intanto Chiampa tira dritto e alla pasionaria Si Tav lascia il suo seggio. Mesi di riflessione sabbatica e poi si vedrà.  Non vedo il nostro Sergio Chiamparino solo pensionato.  È stato ed è tra le menti più lucide del Piemonte e d’ Italia. Ha sostenuto che non aveva più nulla da dire. Siamo sicuri che non è così.  Magari in altro ruolo in politica, ma uno come lui ha ed avrà sempre qualcosa da dire, soprattutto nell’ attuale desolazione dei politici. Cirio si smarca dimostrando di essere un signore nel chiedergli di restare. Finalmente un p’ di civismo tra gli avversari politici. Troppi toni esasperati,  troppe volte ‘ avversario politico diventata un nemico da abbattere. Dai centri sociali a Matteo (Rambo) Salvini avvelenare i pozzi non serve ed è controproducente . Non si risolvono i problemi complicando la soluzione. Ora la volontà di stampare moneta ad uso solo interno e pagare i fornitori dello Stato. Idea non non nuova del comunista marxista greco Varoufachis, suggestiva ed assolutamente impraticabile. Dopo sarà colpa di chi più che non volere dice che non è possibile.  Ed il gioco é fatto. Essendo colpa degli altri, continuate nel votarci.  I problemi non si risolvono.  L’ Iva aumenterà e il reddito di cittadinanza e quota cento corrono il concreto pericolo di essere abolite.Giggino s arrabbia con Tria che non lo considera. La vera questione e che il popolo non l’ ha ascoltato ancorché parla nel suo nome. Momentaccio facile da prevedere. In una cosa Piemonte ed Italia si assomigliano: pentastellati tagliati fuori e Grillo in fuga. Aspettando il ballottaggio per vedere chi tra Lega e PD vincerà. Se anche Vercelli passerà a Corsaro tutti i comuni capololuoghi di Provincia non avranno Sindaci di centrosinistra.  Mentre l’area metropolitana di Torino è in subbuglio e a Venaria i pentastellati liquefatti. A Settimo metà pd non vuole appoggiare al ballottaggio la propria candidata. Ora e sempre facciamoci del male. A Rivoli pentastellati pronti a votare Pd se considerati. Rimangono Collegno e Grugliasco con sindaci Pd al primo turno. Astro nascente la vice segretaria Pd Canalis.  Cattolica e donna ha già fatto sapere a Salizzoni che le 18mila voti non sono sufficienti per fare il capogruppo pd in Regione. E Furia (bravissimo, tenace e lucidissimo nelle analisi politiche) sta a guardare.  Anche qui occasioni mancate. Evidentemente e comunque contenti quelli del PD contenti tutti.
Patrizio Tosetto

Chiamparino si è dimesso. Subentra Elena Loewenthal, di “+Europa SI’ TAV”

Sergio Chiamparino ha annunciato le proprie dimissioni dal Consiglio Regionale, come peraltro aveva preannunciato subito dopo gli esiti del voto di domenica 26 maggio. Chiamparino lascia il posto in Consiglio Regionale a Elena Loewenthal, giornalista traduttrice e scrittrice; insegna presso lo IUSS (Istituto Universitario di Studi Superiori dell’Università di Pavia). Elena Loewenthal era capolista nella circoscrizione di Torino per la lista “+Europa SI’ TAV”. “Sono felice di entrare nel Consiglio Regionale del Piemonte. – afferma la consigliera – Vi porterò i valori e gli obiettivi politici di +Europa, lavorerò per un Piemonte Regione d’Europa, capace di guardare al futuro. Lavorerò per una sempre maggiore integrazione fra formazione e professionalità, per una sostenibilità che sia risorsa e capacità creativa. Credo nella forza delle idee, nel confronto pacato. Credo in un progresso che passa dalla cultura allo sviluppo delle infrastrutture, dai diritti ai doveri del cittadino. Ringrazio di tutto cuore il Presidente Chiamparino per il lavoro, l’impegno e la passione che ha dedicato al bene comune in questi anni: è e sarà per me un modello di politica e umanità”.

Chiamparino lascia il seggio e chiude Facebook

Ecco il testo integrale del  post pubblicato dal presidente uscente della Regione Piemonte
 
“Ancora un grazie di cuore a tutte le elettrici e gli elettori che mi hanno dato la loro fiducia; a tutti coloro che mi hanno sostenuto nella recente campagna elettorale; ai tanti che mi hanno fatto sentire il loro calore ed il loro affetto sia durante la campagna sia ora, in questi giorni amari ma sereni, dopo una sconfitta pesante e senza appello. Un grazie ai miei più stretti collaboratori, e prima ancora amici, con cui ho condiviso larga parte delle giornate nei cinque anni trascorsi e ancor di più nei mesi di campagna elettorale; un grazie infine alla squadra con cui abbiamo governato il Piemonte in questi anni in cui, ne resto profondamente convinto, abbiamo ridato dignità credibilità ed utilità alla Regione Piemonte. Tuttavia, come già accennato, la sconfitta è stata netta e pesante e la responsabilità è prima di tutto di chi ha guidato l’amministrazione e la battaglia elettorale. Confermo quindi la rinuncia al seggio che mi verrà assegnato in quanto candidato classificato al secondo posto, come segnale di assunzione piena di responsabilità, in modo da lasciare spazio ai nuovi eletti, senza condizionamenti del passato. Di conseguenza chiudo questo spazio pubblico di confronto, ringraziando ancora tutti coloro che mi sono stati vicini in questi ormai tanti anni di impegno pubblico per Torino ed il Piemonte”.

Grimaldi (Liberi Uguali Verdi): "Da oggi comincia la nostra opposizione"

“Muri per difendere sanità, trasporti e diritto allo studio. Ponti perché il Piemonte resti aperto, giusto e solidale”
 
Non siamo riusciti, purtroppo, a fermare l’onda nera in Piemonte. Chiamparino e il centrosinistra hanno subito una dura sconfitta e la coalizione di destra guidata da Cirio governerà la Regione con 33 consiglieri, di cui 22 della Lega. Un Consiglio, fra l’altro, praticamente tutto al maschile, come temeva chi come noi ha portato avanti e purtroppo perso la battaglia per introdurre la doppia preferenza di genere nella legge elettorale regionale. 
Inutile dire che, in questa situazione, tutto sembra più difficile, ma non ci sottrarremo. La nostra opposizione sarà “di sana e robusta Costituzione”, per non far arretrare il nostro territorio dai diritti e dalle opportunità conquistate: il 100% delle borse di studio universitarie, il fondo “salva sfratti” e il fondo “salva mutui”, la difesa della legge 194, dei consultori, della libertà riproduttiva delle donne, il contrasto al gioco d’azzardo, il divieto del cottimo per i lavoratori delle piattaforme digitali, la giusta retribuzione negli appalti e molto altro. Gli unici muri che vogliamo alzare sono quelli per difendere la sanità e il trasporto pubblico. Costruiremo ponti e reti per arginare la piccola secessione mascherata dietro l’autonomia differenziata “in salsa veneta” e per non smantellare le politiche di accoglienza e integrazione. Al contrario, il nord ha bisogno di unirsi per migliorare la qualità dell’aria e cancellare la nuvola nera che incombe sulla Pianura Padana. 
Grazie al sostegno straripante di tanti concittadini, con più di 4 mila e trecento preferenze, sono l’unico eletto di Liberi Uguali Verdi. Voglio ringraziare i tanti che hanno permesso questo risultato: prima di tutto le forze politiche, le candidate e i candidati che hanno reso possibile questo seggio, fino a poche ore fa impossibile, e soprattutto i colleghi Valter Ottria e Silvana Accossato, senza i quali questa lista non sarebbe esistita. Tuttavia, per quanto il risultato, in questo contesto, sia incredibile, le europee e le regionali purtroppo dimostrano che è finito il tempo del voto di opinione, anche perché spesso l’opinione nei confronti del mondo della sinistra organizzata è negativo. 
Grazie al Presidente Chiamparino per le parole di ieri, che dimostrano la serietà e la credibilità che ha saputo rappresentare in questi anni. 
Non c’è niente da festeggiare, ma voglio ringraziare tutte le persone che in questo tsunami sono rimaste in piedi a dannarsi per me e per noi. Grazie per i tanti messaggi di speranza. Cercherò di non deludere mai chi mi ha dato la sua fiducia. Continueremo a studiare, agitarci e organizzarci. Lo faremo con tutta la nostra forza.
Marco Grimaldi – Liberi Uguali Verdi

La lunga marcia del Pd nel Piemonte a trazione leghista

Matteo Salvini stravince. Luigi Di Maio straperde. Chi vince oltre ragionevoli speranze ora concentra la sua attenzione su come é andata in Europa. Lì i sovranisti non sono andati così bene da impensierire chi governerà ancora. Giggino è sparito. Quasi tutti i Pentastellati sono spariti. E fa onore alla Castelli l’ essersi, per prima, fatta vedere. Bocca cucita ma almeno si è fatta vedere. Ora Giggino ha il non invidiabile primato di aver letteralmente dimezzato il proprio consenso elettorale. Insidia il record a Renzi che ci ha impiegato quattro anni nel raggiungere simile risultato. Giggino, invece,  ci ha impiegato solo 12 mesi. Potenza degli apprendisti stregoni. Di dimissioni non se ne parla assolutamente. Meglio fare lo zerbino. E mi sa che i suoi seguiranno il suo esempio. Ma questa vittoria leghista sarebbe incompleta se non ci fosse stata la vittoria della Meloni. I due partiti superano insieme il 40 %, soglia per potere governare. Ma per potere governare da soli il centrodestra deve ricorrere a nuove elezioni. Più precisamente la destra, visto che Berlusca sembra tagliato fuori. E il dettaglio delle elezioni non è proprio un dettaglio.  Zingaretti gongola. Non avrà vinto ma ha tamponato l’ emorragia.  Con un altro dato: se si assommano  Bonino, verdi e sinistra sbrindellata si supera  il 9 %,  che aggiunto al  24, si arriva per il centro sinistra ad una cifra ragguardevole. Ma si sa che in politica le somme molte volte si fanno in modo diverso. Un 9 % inutile non produrrà nessun seggio. Il Pd torna ad essere il primo partito in molte grandi città.  I leghisti non scherzano nella Livorno  rossa: il 30 % è loro e se si votasse oggi la sinistra perderebbe anche la Toscana. Analoga cosa è avvenuta in Piemonte.  Centrodestra che stravince in ogni dove. Chiampa è primo solo in Provincia di Torino, comunque intorno al 40% e Cirio in tutte le altre dal 55 in su. Bertola si accontenta di un misero 10 % con punte del 13 %. Era nell’aria, aria che si respira tra la gente, tra gli elettori.  Onore allo sconfitto . Almeno ci ha tentato, con i Moderati che non superano il 3 %. La montagna ha partorito il topolino. Addirittura la quarta proiezione dava Cirio al 53 % e Chiampa al 34. Ed ecco la scelta dello sconfitto di dimettersi anche da consigliere. Altra cosa che gli fa onore.  Ora comincia la lunga marcia del PD per tornare ai fasti di una volta. In Piemonte ci sarà stabilità per 5 anni a meno che non ci siano terremoti non prevedibili. A bocce ferme Cirio rasenta il 50%, probabilmente un record.  Con piccole ma significative rivoluzioni interne  allo schieramento. Andrea Tronzano fa il miracolo di portare Forza Italia prima di Fratelli d Italia. Scontato non era. Con il personale successo di quasi  5000 preferenze. Ed ecco il ritorno in pompa magna di Roberto Rosso.  Ritorno in Consiglio regionale, visto che dalla politica non si era mai ritirato. Aveva prodotto qualche problema alla giunta Cota. Ma acqua passata non macina più. Serafici i 17 consiglieri della Lega,  tanto ci pensa il nostro Matteo Salvini.  Malconcio il PD con un nuovo gruppo capitanato da Salizzoni, leader di preferenze.  A Torino il partito ha retto, ma in giro per il Piemonte una debacle. La notte dei lunghi coltelli, mi sa, è già cominciata. Sinistra sbrindellata fuori da tutto, tranne Grimaldi. Sì spera per loro che qualche domanda se la pongano. Giachino non è riuscito ma ha già prenotato un posto per alto commissario  Tav.  Con i no Tav spariti anche in Val di Susa. Valsusini che stanchi dei loro inutili no hanno votato centrodestra ed il PD è inchiodato al 13%. Bertola si sta ancora chiedendo cosa è successo con i pentastellati a Torino. Nelle periferie ecco barriera di Milano, operaia ed antifascista che dà la maggioranza ai leghisti che una volta erano arrabbiati con i meridionali e ora tanto con quelli di colore. Così i meridionali di Barriera di Milano stanchi degli spacciatori di colore votano per il Capitano Matteo Salvini. Ed anche questo era previsto. Cari  compagni di sinistra, vietato stupirsi. Quando il popolo vota a sinistra è saggio e democratico e quando vota a destra è immaturo e corrotto? Destra e sinistra non sono concetti politici superati . In queste elezioni mi sembra che ne esca malconcio il centro politico, senza per questo asserire che essere di destra vuol dire essere fascista, come essere di sinistra vuol dire essere comunista. Ma mi sa che la storia poco insegni a chi ha commesso errori e non li vuole riconoscere. I sovranisti piemontesi sanno ora a chi rivolgersi. Mercedes Bresso per la prima volta non ce l’ ha fatta. Toccherà a leghisti e pentastellati la rappresentanza, francamente un brivido mi attraversa la schiena. Perché Matteo Salvini sempre lombardo è. Magari si inseriranno Pisapia o il ligure Benifei. O più realisticamente dovrà pensarci Cirio che è stato parlamentare Europeo. Le elezioni in Piemonte le ha vinte in coppia con Matteo Salvini e noi confidiamo nelle qualità diplomatiche del nuovo Governatore. Come le elezioni regionali sono state perse in coppia da Chiamparino ed il PD. Come Chiampa si è già di fatto dimesso dovrebbero fare i vertici del Pd. Ma mi sa che  questa  è pura illusione. Per ora Matteo Salvini si gode la sua vittoria. Il prossimo appuntamento è trattare con l’Europa.  Magari si porta dietro Conte e Tria.  Ci tiene al bon ton istituzionale. Forse il crocefisso che si porta dietro gli sarà d’ aiuto, mentre la burocrazia e tedeschi sono più sensibili ai conti. Soprattutto al farli quadrare, i conti. Loro sono fatti così. Nel mentre i leghisti locali hanno già presentato il conto a Cirio. Anzi, più precisamente era negli accordi iniziali: 80 % degli assessori. Sicuramente quello della Sanità, in arrivo un vercellese. Poi al carroccio anche il presidente del Consiglio e l’ 80 % delle presidente di Commissione. Insomma, ritocca a loro e non vogliono fare la fine di Cota. Ma, appunto, acqua passata non macina più e sono tante le cose da fare. E vigilerà Molinari, alessandrino tra i “bracci destri” del nostro Immortale e sempre presente Matteo Salvini. E statene certi che anche Cirio gli sarà riconoscente.
Patrizio Tosetto

Elezioni regionali, meglio (quasi) non si poteva

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Di Pier Franco Quaglieni
Le elezioni regionali si sono concluse quasi nel modo migliore possibile. Sottolineo il quasi perché la netta prevalenza leghista nella coalizione può sicuramente creare  dei problemi al nuovo presidente Alberto Cirio che rappresenta una risorsa molto importante
Chiamparino ha chiuso la sua esperienza politica con cinque anni di grigiore e di errori, in primis i tagli troppo forti alla Sanità che hanno penalizzato i cittadini in un settore nel quale, specie per  la sinistra, la salute dovrebbe essere un diritto assoluto. Chiamparino e’ riuscito a riemergere, dopo il deficit pauroso lasciato in Comune del quale pochi parlano, a causa della strumentalizzazione mediatica delle “mutande verdi” che ha interrotto la legislatura nel corso della quale il governatore Cota aveva dimostrato buone qualità di governo. A sua volta Cota aveva interrotto la non esaltante esperienza di Mercedes Bresso legata a sua volta allo scandalo altrettanto mediatico del Premio Grinzane Cavour e del povero Giuliano Soria , sicuramente un disonesto, ma un disonesto molto capace e intraprendente non solo per se’ ma anche per la cultura e il Piemonte. A sua volta la Bresso aveva posto fine al decennio di Enzo Ghigo, sicuramente il migliore presidente della Regione Piemonte insieme ad Aldo Viglione. Alberto Cirio, indimenticato assessore al turismo della Giunta Cota, rappresenta una svolta importante perché è uomo saldamente legato al territorio piemontese, come ha dimostrato il vastissimo consenso elettorale  raccolto, che però  guarda ai problemi  del Piemonte dall’alto della sua esperienza di deputato europeo. Egli sintetizza nella sua persona il meglio della tradizione piemontese che ha sempre saputo guardare oltre le Alpi, una virtù che Chiamparino nel suo piemontesismo un po’ piemontardo di moncalierese doc non ha mai posseduto. Cirio significa Alba, ma anche capacità di guardare lontano in una dimensione internazionale che l’uomo di Moncalieri non ha mai posseduto. Nel Partito democratico spiccano il risultato importante  di  Mauro Salizzoni, grande chirurgo e scienziato che sarebbe stato sicuramente un ottimo assessore alla  sanità  e il successo di Daniele Valle, nonché quello di Monica Canalis, esponenti di un Pd senza derivazioni storiche dall’ ex PCI . Sicuramente manca un uomo come Boeti che anche nella nuova legislatura avrebbe portato una  testimonianza civile e civica importante. E ‘ stato un grave errore della segreteria del Pd privarsi di persone come lui, anche se il distacco di voti tra i due schieramenti  si è rivelato davvero incolmabile.
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Il Pd ha tenuto soprattutto a Torino, ma ha dovuto cedere nel resto del Piemonte . Il fenomeno grillino che sembrava inarrestabile e che ha portato a Torino ad un sindaco pentastellato rivelatasi inadeguata ed incapace ,sembra essersi bruscamente ridimensionato sia perché hanno pesato l’operato di Appendino, sia perché il governo giallo verde ha dimostrato l’incapacità a governare dei grillini. Tra il resto Appendino, visto il crollo dei voti a Torino, dovrebbe forse dimettersi come fece con grande sensibilità istituzionale il presidente del Consiglio D’Alema nel 2000 quando le elezioni regionali le vinse Berlusconi. I risultati non hanno premiato Forza Italia che è apparsa quasi anchilosata su se’ stessa, incapace di un adeguato impegno politico, malgrado l’alto numero dei parlamentari eletti in Piemonte solo  lo scorso anno. E’ stata una presenza quasi inesistente sul territorio  in particolare a Torino. Il più impegnato e’ stato l’ex governatore Ghigo che aveva abbandonato la politica attiva. La sinistra estrema si è rivelata del tutto marginale trascurabile. Anche le alleanze con Pizzarotti si sono dimostrate politicamente ed elettoralmente insignificanti. I moderati hanno dimezzato i seggi ed hanno eletto Silvio Magliano, re delle preferenze nel mondo cattolico, già pupillo di Gian Piero Leo che questa volta ha dato invece un contributo importante all’elezione di Cirio. L’esperimento  elettorale di Portas e’ palesemente fallito e finirà nel nulla. Già nel 2016 l’elezione di un solo consigliere comunale a Torino era stato un campanello d’allarme. In queste elezioni  abbiamo assistito ad un qualcosa di davvero curioso : l’assessore regionale in carica Giovanni Maria Ferraris, moderato, ha rotto con il suo gruppo schierandosi  dall’altra parte. Ferraris potrebbe dire ciò che davvero e’ stata la Giunta Chiamparino perché quell’esperienza l’ha vissuta dall’interno.
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Gli elettori di “Fratelli d’Italia” hanno preferito l’ex Forza Italia Roberto  Rosso che ha fatto una campagna elettorale sfarzosa, a Marrone, organico al partito. Non hanno comunque premiato in modo significativo – malgrado gli sforzi del capace  coordinatore regionale  Fabrizio Comba – la Meloni che sul Piemonte aveva contato molto. I tempi di An di Martinat e Ghiglia appartengono ad un’altra epoca. La Lega sarà il soggetto principale della prossima legislatura. La  sua crescita in Piemonte e’ stata notevole, anche se la  nuova classe dirigente rappresenta una scommessa perché le donne e gli uomini migliori sono a Roma o vanno in Europa come Gianna Gancia. Si vedrà se saprà essere una Lega capace di governare, partendo dall’onda del voto di protesta. Certamente molti “buonisti” che hanno inneggiato all’accoglienza comunque hanno sulla coscienza il successo di Salvini che ha vinto persino a Riace dove l’ex sindaco Lucano era stato beatificato dalla sinistra. Proprio l’esempio di Riace dovrebbe far riflettere molti che ritengono il politicamente corretto come una sorta di galateo. Il successo della Lega dimostra che il populismo e’ una realtà con cui fare i conti e che l’arroganza presuntuosa di quattro giornalisti come Lerner e Travaglio non serve affatto ad arginarlo .Non basta  neppure l’impegno dei giornali del gruppo De Benedetti che si rivelano incapaci di affrontare la nuova realtà. Le censure non servono più . Un mio amico ha scritto su Facebook che Chiamparino che ha escluso dal Salone il libro di Salvini, e’ stato a sua volta escluso dalla Regione. C’è sicuramente un fondo di verità in questa battuta. Due ultime osservazioni. Più Europa della Bonino  ha totalizzato un consigliere nella persona molto stimabile di Elena Loewenthal, scrittrice e giornalista  ,lasciando fuori il faziosissimo  ed assai poco laico , ex Lotta Continua, Silvio Viale non mai molto  considerato da Pannella, a voler essere gentili. I radicali arrivarono in passato a far eleggere due consiglieri in Piemonte, oggi la Bonino ha dimostrato che, uscendo dal percorso pannelliano per seguire quello di Monti, non si può raccogliere un consenso ne’ Radicale ne’ tanto meno liberale. Un’ultima osservazione . L’assessore alla cultura della Regione  Parigi con la sonora sconfitta di quello che molti chiamavano  amichevolmente Sergio, non rientrerà più nel suo ufficio, malgrado, pur non candidata, abbia fatto animosamente campagna elettorale in modo vistoso in qualità di assessore. E’ un fatto molto positivo perché chi si occupa di cultura in Piemonte difficilmente potrà  rimpiangere il suo protagonismo e la sua assai discutibile idea che la cultura debba essere un’impresa come il suo circolo dei lettori. E’ stata spesso settaria. La sua e’  comunque una storia che è finita  definitivamente il 26 maggio 2019.
 

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ELEZIONI. BOETI : “LA POLITICA È CONFRONTO”

All’indomani del trionfo della destra populista, trovo singolare polemizzare contro i 5Stelle e la loro presunta identità politica. Distribuire patenti di destra e di sinistra, oltre a peccare di presunzione, potrebbe rivelarsi un esercizio sterile se non dannoso. Credo, invece, che in alcuni Comuni dove ci attende il ballottaggio sia scelta responsabile tentare di dialogare con i 5 Stelle, partendo da sensibilità e temi affini, a cominciare dall’ambiente e dalla difesa del territorio. Valori che mi paiono da sempre essere di sinistra. Ieri andavano bene i patti con Berlusconi e Verdini, mentre oggi si demonizzano i 5Stelle forse per affossare qualsiasi tentativo di confronto: la teoria delle due destre può avere solo una funzione, quella di alibi per le nostre sconfitte presenti e future. Compito della politica è costruire alleanze e progetti, non sostituirsi ai politologi. Chiudere la porta ad ogni dialogo con i 5Stelle significa una sola cosa: continuare a far vincere Salvini. Gli abbiamo consegnato il Paese, forse possiamo evitare di consegnargli anche molti Comuni. Altrimenti, da sconfitti e senza contare un bel niente, non ci resterà che stare a discettare tra chi è più di destra.

Nino Boeti

Presidente del Consiglio regionale

“Ho perso e me ne vado”. La scelta di Chiamparino

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Quando in serata pare ormai certa la vittoria di Alberto Cirio, lo sfidante uscente, Sergio Chiamparino  dichiara: “Mi sono sentito di combattere questa ultima battaglia e l’ho persa. E quando si perde è sempre il comandante dell’esercito che si assume la responsabilità. Valuterò le modalità con cui lasciare il seggio in Consiglio in modo che si trovino soluzioni che aiutino a portare energia nuova”. Lasciando il seggio che gli spetta di diritto come candidato alla presidenza, subentrerà un altro consigliere e Chiamparino potrebbe lasciare la politica. Cirio esprime apprezzamento per la figura dello sfidante. “E’ Una persona perbene, ci siamo sentiti e nei prossimi giorni avverrà il passaggio delle consegne. Io mi metterò subito al lavoro”,  dice il nuovo presidente del Piemonte.

Cirio presidente della Regione secondo gli exit poll

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In base agli  exit poll il candidato alla presidenza del Piemonte, Alberto Cirio, del centrodestra, otterrebbe un risultato compreso tra il 45 e il 49 per cento, e sarebbe così eletto come nuovo presidente della Regione, mentre il governatore uscente Sergio Chiamparino del centrosinistra si fermerebbe al 36.5 / 40.5, rispetto al 47,09  per cento del 2014. Il candidato del M5s, Giorgio Bertola otterrebbe un risultato tra il 12 e il 16 per cento. Infine  Valter Boero,  tra lo 0 e l’1%. 

Notte elettorale al Polo del '900

EUlection night è la maratona notturna al Polo del ‘900 per seguire in diretta exit poll e scrutini delle elezioni europee del 26 maggio 
La serata/nottata procederà per aree tematiche in modo da analizzare da più punti di vista il panorama che si andrà a delineare a seconda dei risultati. Si comincia a parlare di cultura, poi società, economia, informazione Intervengono docenti, storici, giornalisti, scrittori, economisti, politici  con ospiti  in collegamento da Barcellona, Bruxelles, Roma.
Programma 
– Ore 21.00: Saluti 
Sergio Soave (Polo del ‘900) 
Giulio Biino (Circolo dei Lettori) 
– Ore 21.15: Introduzione 
Collettivo Fridays For Future Torino – Italy 
Alessandro Cavalli 
Alba Garavet 
– Ore 22.15: CORNER EXIT POLL 
– Ore 22.30: Cultura 
Christian Greco 
Paolo Verri 
Max Casacci 
– Ore 23.15 – CORNER EXIT POLL 
– Ore 23.30: Collegamento con Lorenzo Pregliasco 
– Ore 23.45: Società 
Carlo Greppi 
Davide Mattiello 
Lucio Levi 
– Ore 00.30 – CORNER EXIT POLL 
– Ore 00.45: Economia 
Adriana Castagnoli 
Flavio Brugnoli 
Gianmaria Ajani 
Lorenzo Vai 
Piergaetano Marchetti (in collegamento) 
Gianni Borsa (in collegamento da Bruxelles) 
– Ore 1.30 – CORNER EXIT POLL 
– Ore1.45: Informazione 
Valentina Parasecolo (video) 
Marinella Belluati 
Christoper Cepernich 
Marek Lenhert (in collegamento da Roma) 
Steven Forti (in collegamento da Barcellona) 
– Ore 2.45 – CORNER EXIT POLL 
Animano il corner exit poll Fabio Cassanelli e Andrea Sorbello. 
Conducono Riccardo Porcellana e Chiara Priante.