POLITICA- Pagina 498

Grimaldi (LUV): “Cassa integrazione in deroga ai lavoratori dello spettacolo”

“Più di 200.000 lavoratori e lavoratrici intermittenti dello spettacolo sono esclusi dalle misure di sostegno del decreto ‘Cura Italia’. Dipendenti che hanno sempre versato i contributi per il Fondo di Integrazione Salariale, ma che non accedono all’indennità di 600 euro semplicemente perché il loro contratto è ‘a chiamata’ (figlio di quella aberrante proliferazione contrattuale a cui nessun governo ha ancora posto rimedio)” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi.

Infatti, all’art. 38 del DL 18/2020 “Cura Italia”, le indennità per i lavoratori dello spettacolo sono circoscritte a coloro che hanno lavorato almeno 30 giornate in gestione ex-Enpals e con un reddito inferiore a 50.000 euro nel 2019, ma che alla data del 17 marzo non devono avere un trattamento pensionistico né un rapporto di lavoro dipendente, cosa che invece il contratto a chiamata risulta essere, benché di fatto gli intermittenti a quella data fossero senza lavoro.

“Ancora peggio” – prosegue Grimaldi: – “siccome il contratto è in essere, anche se nei fatti il lavoro non c’è dal 23 febbraio scorso, data di chiusura di tutti i teatri e di annullamento di tutti i tour e gli eventi, questi dipendenti non hanno nemmeno accesso alla Naspi, né al FIS (il fondo di integrazione salariale dell’INPS), perché non è possibile calcolare l’importo di quanto è stato perso. Ecco perché, insieme a tutti i firmatari della petizione #nessunoescluso e alla Fondazione Centro Studi Doc che l’ha promossa, chiediamo al Presidente Cirio e alla Giunta, che hanno il potere di deciderlo, che questi lavoratori e lavoratrici abbiano accesso alla Cassa integrazione in deroga, misurando il lavoro perso in base allo storico dei 12 mesi precedenti. E ancora una volta, da domani bisognerà che tutto cambi”.

Covid – 19, PD: “Dalla Regione le linee guida per i Comuni”

Il Fondo di solidarietà comunale stanziato dal Governo rappresenta una boccata di ossigeno per tanti cittadini in difficoltà in questi giorni.

Raccogliamo, però, da tanti Comuni piemontesi la necessità di poter disporre di linee guida chiare sull’applicazione dell’Ordinanza del Capo della protezione Civile, così da individuare con chiarezza i criteri di accesso, le categorie dei beneficiari, le modalità di verifica dei requisiti e la titolarità degli atti amministrativi. Serve che la Regione, di concerto con Anci Piemonte, dia indicazioni chiare su come procedere. Occorre farlo con urgenza, così che le misure possano al più presto produrre benefici nei confronti dei cittadini.

 

Domenico ROSSI

Consigliere regionale Pd

 

Alberto AVETTA

Consigliere regionale Pd

Sicurezza coronavirus: “Carceri piemontesi incompatibili”

Boni e Betti Balducci: “Chiediamo un Consiglio regionale straordinario sul carcere. Inammissibile sostenere che non ci sia rischio sanitario”

Gli ultimi dati messi a disposizione dall’ Associazione Antigone ci dicono che 8 carceri piemontesi su 13 sono fuori legge dal punto di vista della capienza e sono, di conseguenza, vere e proprie bombe a orologeria per il contagio da Coronavirus.
I dati:
Torino: capienza 1061, presenti 1425 – 134,7% rapporto presenti/capienza
Biella: capienza 395, presenti 552 – 139,7% rapporto presenti/capienza
Asti: capienza 205, presenti 297 – 144,9% rapporto presenti/capienza
Ivrea: capienza 197, presenti 252 – 143,1% rapporto presenti/capienza
Verbania: capienza 53, presenti 70 – 133,1% rapporto presenti/capienza
Vercelli: capienza 231, presenti 288 – 124,7% rapporto presenti/capienza
Novara: capienza 158, presenti 182 – 115,2% rapporto presenti/capienza
Alessandria San Michele: capienza 267, presenti 394, 147,6% rapporto presenti/capienza
Dichiarano  Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani) e  Davide Betti Balducci (Presidente Diritti e Libertà per l’Italia)
“Il carcere, in Piemonte come in Italia, continua a essere una discarica umana. Oggi, con le restrizioni sul Coronavirus, ancora di più. È evidente che le norme di distanziamento sociale sono impossibili per detenuti in sovraffollamento e che il virus gira e girerà nelle strutture, a danno dei detenuti e degli agenti.
Il Governo deve adoperarsi per tornare subito alla capienza regolamentare di tutte le strutture, utilizzando gli arresti domiciliari per chi è a fine pena o in attesa di giudizio. Inoltre, occorre utilizzare l’affidamento ai servizi sociali e la liberazione anticipata. Parlare oggi di pericolo di fuga è impossibile per 60 milioni di italiani, tanto meno per un detenuto.
Infine, dalle informazioni che riceviamo dai famigliari di detenuti sappiamo che vengono negati gli arresti domiciliari con la motivazione che le strutture di reclusione sarebbero sicure e sanificate, in virtù delle misure precauzionali adottate contro la diffusione del coronavirus. Ciò è palesemente falso e lo denunciamo senza mezzi termini, perché in Piemonte il sovraffollamento sarà giocoforza causa di focolai di contagio che potrebbero essere resi meno virulenti dal decongestionamento delle strutture.
In aggiunta a tutto questo, non solo oggi è impossibile per i detenuti vedere i propri cari ma ricevere semplicemente biancheria pulita è diventato un’impresa. I familiari non possono lasciare pacchi all’ingresso del carcere ma devono spedirli pagando con un bonifico on-line. Il risultato è che un numero ingente di detenuti non riceve più nulla dalle famiglie.
Facciamo appello affinché venga convocato un Consiglio regionale straordinario sul tema carcere e la Giunta faccia pressioni sul Governo per l’approvazione di un decreto legge che consenta di riportare i numeri entro i termini di legge.”

I politici devono dare un segno di austerità tagliando gli stipendi

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni  La situazione determinata dalla pandemia e dalla conseguente crisi economica richiede anche e soprattutto dalla classe politica un segnale forte di austerità  in prima persona che finora non si è visto. Se il Paese ha tollerato in passato  certi privilegi, oggi ciò non è più possibile, anche perché la classe politica e di governo ha dato gravi  prove di inefficienza, di improvvisazione, di pressappochismo, sottovalutando un’epidemia considerata poco più che un’influenza stagionale.

.
Anche i politici colpiti dal Coronavirus hanno avuto presumibilmente trattamenti di maggiore attenzione, se non di privilegio, rispetto a tanti cittadini,a partire dagli anziani considerati già in partenza non degni di attenzione. Tutti i cittadini vengono chiamati ad immensi sacrifici e a rinunciare a diritti costituzionalmente garantiti.
.
Il ministro dell’ Interno teme per l’ordine pubblico. Forse mai come oggi la politica appare screditata,in ogni caso non affidabile, al di là degli schieramenti partitici. Ci vorrebbe uno slancio esemplare di solidarietà di fronte alla Nazione che potrebbe significare,ad esempio, il taglio volontario  per il 2020 di una parte dello stipendio per senatori, deputati, alte cariche dello Stato, dirigenti apicali. Una parte dello stipendio e dei privilegi che dovrebbe essere destinato urgentemente all’acquisto di mascherine, camici e altri presidi per medici e infermieri lanciati  allo sbaraglio in modo irresponsabile e vile in prima linea ,come Mussolini mandò in Russia soldati non equipaggiati a dovere.
.
Su certe inadempienze la Magistratura, presto o tardi, dovrà indagare ,individuando i responsabili remoti e immediati,partendo da chi ha tagliato in modo selvaggio la spesa sanitaria o non è stato in grado di mettere in atto tempestivi e idonei provvedimenti volti a contenere il virus .Mentre in tante parti d’Italia si muore, a Roma si discute e si litiga con le Regioni. Occorre, almeno in extremis, uno scatto di dignità che salvi le istituzioni democratiche.In un Paese civile i politici avrebbero dovuto pensarci fin da subito a dare un esempio di serietà e di austerità che finora è mancato. Chi non capisce questa esigenza di moralità pubblica, ha perso totalmente il contatto con i cittadini. Hanno capito il loro dovere tanti imprenditori e tante aziende, malgrado le condizioni non facili in cui si trovavano. Anche i politici in prima persona  devono  fare la loro parte.

De Ruggiero: “Tutto il mondo si è accorto del coronavirus tranne Ativa”

«Trovo scandaloso che in un momento di emergenza come quello che stiamo vivendo siano ancora pienamente funzionanti le barriere autostradali e delle tangenziali italiane» ha detto il sindaco di Rivalta Nicola de Ruggiero.

«Mi riferisco in particolare alla tangenziale Torino-Pinerolo che continua a chiedere 1 € e 90 centesimi per ogni passaggio».

«Mi fa arrabbiare ancora di più – spiega de Ruggiero – perché stiamo togliendo quei soldi
dalle tasche di chi si deve muovere per necessità: medici, infermieri, operatori
sanitari, impiegati nelle case di riposo, trasportatori di medicine, apparecchiature sanitarie,
dispositivi di protezione individuale, generi alimentari».

La società ATIVA opera da oltre due anni in regime di proroga e, a detta del Ministero
delle Infrastrutture, si sta arricchendo indebitamente: «nonostante questo la barriera
continua, anche in questi giorni, ad alzarsi e abbassarsi».

«Ricevo continuamente atti di solidarietà concreta da parte di realtà imprenditoriali e
commerciali grandi e piccole: dalle mascherine al noleggio gratuito di un’auto alle pizze per
la Croce Bianca – conclude ancora il sindaco di Rivalta – solo da ATIVA ancora
niente!».

Buoni spesa, Fi: “Si aiutino piccolo commercio e famiglie”

La parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e il capogruppo in Regione Piemonte Maurizio Marrone
“GOVERNO CONFUSO. APPENDINO FACCIA SENTIRE VOCE DI TORINO”

“Un governo confuso, che sta alzando le aspettative dei cittadini, riesce a cambiare continuamente le carte in tavolo persino sulla destinazione di quei pochi 400 milioni per il fabbisogno alimentare”. Dichiarano la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli e il capogruppo in Regione Piemonte Maurizio Marrone, che proseguono: “In queste ore infatti si stanno chiedendo pareti su di una nuova ripartizione dei fondi per i comuni, che prevederebbe la somma di circa 4,5 milioni di euro per Torino. Ripartita per il numero di abitanti torinesi significa, in media, un buono spesa di 5 euro. Una somma del tutto insufficiente a far fronte al fabbisogno della città e che scarica sui comuni la responsabilità di individuare i criteri di assegnazione. Appendino non si renda complice e mandi le sue osservazioni entro il primo pomeriggio, facendo sentire la  voce dalla città. Dica che è molto meglio dare liquidità immediata sui conti correnti degli italiani, anziché distribuire buoni spesa che, sia per la loro entità, sia per il numero ristretto di famiglie a cui andranno, si riveleranno pericolosamente un boomerang. In ogni caso va sostenuto il piccolo commercio e quelle famiglie che solo a causa del coronavirus non hanno avuto alcuna entrata in questo periodo”.

Trasporti, Pd: “A rischio posti di lavoro”

Chiesta convocazione urgente della II Commissione

 L’emergenza legata al Covid 19 sta mettendo in crisi tanti settori dell’economia, tra cui quello del trasporto pubblico locale. La riduzione delle attività lavorative e le misure di contenimento necessarie a fronteggiare l’emergenza sanitaria, hanno ridotto drasticamente la domanda di trasporto e di conseguenza l’offerta. L’intero mondo del trasporto pubblico vive un momento di profonda difficoltà, alla quale sta rispondendo con tutti gli strumenti a disposizione nel rispetto dei contratti di servizio in essere. Per la prima volta in GTT, l’azienda di TPL più importante del Piemonte, si farà ricorso alla cassa integrazione. Dopo aver ridotto drasticamente le corse, l’azienda pubblica ha chiesto l’accesso al fondo di solidarietà. Una situazione già difficile, ora si sta rivelando oltremodo complessa con il calo dei passeggeri, che si attesta sul 90%, registrato in queste ultime settimane. Tante altre realtà sul territorio piemontese vivono gli stessi problemi. “Siamo molto preoccupati. Sono a rischio tanti posti di lavoro ed è in grave pericolo tutto il comparto del trasporto pubblico locale”, commentano il vice presidente del gruppo regionale PD Raffaele GALLO e il portavoce PD in Commissione Trasporti Alberto AVETTA, che per questa ragione hanno chiesto la convocazione urgente della II Commissione. “Vogliamo sapere dall’assessore Marco Gabusi quali azioni tempestive e straordinarie intende adottare per tutelare il TPL piemontese dagli effetti nefasti di questa crisi”.

 

Magliano: “Urge ordinanza della Regione sull’attività dei Volontari”

Dopo quasi un mese di crisi si regoli per il mondo del Volontariato la possibilità di svolgere le attività ritenute necessarie a fronteggiare l’emergenza. Altre Regioni hanno hanno già emesso atti analoghi: la Regione Piemonte faccia altrettanto

Situazione peculiare del Volontariato: se, da un lato, è chiamato come tutti al rigoroso rispetto delle disposizioni, dall’altro svolge un’insostituibile funzione di supporto a favore delle persone più vulnerabili e, specialmente in questa fase, sta svolgendo un ruolo essenziale di supporto alle pubbliche amministrazioni e alle autorità coinvolte nella gestione dell’emergenza. 
Dalla consegna di farmaci e alimenti a domicilio ad altre forme di assistenza domiciliare leggera di prossimità, dai cosiddetti servizi ausiliari (sportelli di ascolto, orientamento e consulenza) alla distribuzione di pasti e beni di prima necessità alle persone vulnerabili, dall’assistenza alla persona ai servizi sociali di telesoccorso e teleassistenza, l’elenco degli ambiti nel quale il Volontariato sta facendo la differenza è virtualmente infinito.
Spetta alle istituzioni garantire tutte le condizioni affinché questa attività si svolga in un contesto anche normativamente definito e in condizioni di assoluta sicurezza. Chiediamo come Moderati anche in Piemonte, come già in altre Regioni (Marche, Puglia ed Emilia Romagna), un’ordinanza che regoli le modalità di spostamento, per i Volontari, nell’ambito del territorio regionale, per tutte le attività di Volontariato cui sono preposti, con dettagli relativi alla documentazione e ai titoli necessari, costituendo tale circostanza uno spostamento per ragioni di necessità come disposto dai Decreti.
Silvio Magliano – Presidente Gruppo Consiliare Moderati, Consiglio Regionale del Piemonte.

Scanderebech: “Dalla cultura un aiuto per superare l’emergenza”

Ieri si è svolta una lunga videoconferenza della Commissione Cultura del Comune di Torino sulle ricadute dell’emergenza coronavirus sul mondo della Cultura

Dichiara la Consigliera Comunale di Torino Federica Scanderebech: “C’è tutto un pezzo del mondo culturale che con le proprie personali forze e competenze sta mettendo a disposizione il proprio talento per aiutare a superare l’emergenza attivamente.

E’ di ieri l’iniziativa del pittore internazionale Ernesto Morales, che da anni lavora e vive a Torino, e che  ha avviato tramite i suoi canali internazionali un crowdfunding indirizzato alla Città della Salute di Torino. A ogni donatore il pittore regalerà una sua piccola opera. Un esempio da perseguire, Ernesto Morales ha dovuto annullare tutte le sue mostre, in questi giorni avrebbe dovuto esporre a Parigi e poi in altre capitali: tutto annullato, ma il suo talento lo userà per donare una consistente cifra ai nostri ospedali. Un grande plauso a queste iniziative”.

Aggiunge la consigliera: “Il mondo della cultura può fare molto in questo momento ed è un indispensabile sostegno anche psicologico e con un forte ruolo sociale per la ripresa finita l’emergenza”.

Dichiara Ernesto Morales: “Come ognuno di noi, anche io sto provando a interrogarmi su quale sia il modo migliore per rendermi utile in queste difficili settimane e sento che vorrei farlo attraverso il mio lavoro. Per mantenere vivo il contatto con l’Arte sto dedicando questi lunghi giorni di isolamento alla pittura e alla poesia, e ho deciso di impegnarmi in prima persona attraverso la realizzazione di una serie di opere che saranno donate a chi parteciperà alla raccolta fondi “Uniti con l’Arte” da me creata per aiutare gli ospedali di Torino, la città dove vivo da tanti anni, nell’affrontare l’emergenza Covid-19. E lancia l’hashtag: #uniticonlarte”.

https://www.gofundme.com/f/uniti-con-l039arte

Covid 19, come tutelare le Rsa?

Le opposizioni in Consiglio regionale: “RSA lasciate sole. L’Unità di crisi elabori linee di indirizzo”. L’assessore Caucino: ” Regione al lavoro per tutelare le residenze sanitarie assistenziali”

“Come gestiamo a livello territoriale i servizi per i più fragili? I senza tetto, le donne vittima di violenza, le persone sole, quelle con problemi psichiatrici? In quanti sono morti nelle case di riposo, divenute delle vere e proprie bombe a orologeria?

Servono controlli a tappeto a tutto il personale delle RSA e agli utenti e strutture vuote da adibire all’accoglienza, lo diciamo da settimane senza sollevare polemiche ma con continue segnalazioni. Eppure oggi abbiamo assistito a una Commissione disastrosa, in cui l’Assessora Caucino ha dimostrato di non sapere nulla sui tamponi e ha affermato di essere ignorata da colleghi e dirigenti, che nessuno del suo assessorato fa parte di in un’unità di crisi e che ogni RSA viene seguita dalla sua Asl di riferimento, senza un protocollo o un coordinamento”. Così le opposizioni regionali di PD, LUV, M5S, Moderati e Lista Monviso, nel corso della seduta in videoconferenza della commissione regionale.

“Nelle RSA servono tamponi e monitoraggio, bisogna garantire la sicurezza assistenziali, ma ora che la situazione è degenerata c’è bisogno anche di saturimentri (pulsossimetri) per rilevare saturazione di ossigeni nel sangue e frequenza cardiaca” – proseguono i Capigruppo di opposizione Ravetti, Grimaldi, Frediani, Magliano e Giaccone.

Sono tantissimi infatti gli anziani positivi al Covid-19 ospiti di strutture dislocate sull’intero territorio. Sempre di più, purtroppo i decessi. Una situazione drammatica.

“Siamo di fronte a situazioni di estrema fragilità. L’unità di crisi deve proporre linee guida specifiche anche per queste situazioni. Nel pieno dell’emergenza Coronavirus le strutture che ospitano anziani rischiano di pagare un prezzo altissimo, soprattutto se non verranno costantemente controllati visitatori e personale dipendente, dagli operatori socio sanitari agli infermieri e medici che quotidianamente sono in contatto con gli ospiti”.

“Chiediamo – concludono le opposizioni – di rivedere le due Dgr della scorsa settimana con cui la Regione ha chiesto alle RSA di prepararsi a ricevere casi Covid o pazienti dimessi – senza tampone – da ospedali dove ci sono casi e, al contempo di abbassare gli standard del personale, per liberare infermieri per l’acuzie. Così non è possibile lavorare”.

“Nel corso della Commissione Sanità di oggi ho risposto puntualmente a tutte le istanze relative alle mie deleghe, quindi quelle socio-assistenziali, ha replicato Chiara Caucino, assessore al Welfare.

“Rispetto alla questione dei tamponi, di competenza strettamente sanitaria– prosegue Caucino – ho riferito come attualmente la Regione stia lavorando ad un protocollo di azioni condiviso per le residenze sanitarie assistenziali. Proprio questa sera, congiuntamente all’assessore alla Sanità, Luigi Icardi e al direttore alla Sanità, Fabio Aimar, abbiamo incontrato i rappresentanti datoriali e domani mattina incontreremo i rappresentanti sindacali degli operatori delle strutture”.

“Per affrontare una situazione così delicata – conclude l’assessore – alla quale la Regione dedicherà tutta l’attenzione necessaria, proprio questa sera l’assessore Icardi mi ha comunicato che verrà inserita una rappresentanza dell’Rsa, delle Ra e del Welfare piemontese presso l’Unità di crisi”.