POLITICA- Pagina 498

“Per una scuola pubblica unita e giusta“

Riceviamo e pubblichiamo

Il Partito Comunista Italiano organizza un dibattito sulla scuola

Si dibatterà sulle politiche di autonomia regionale del sistema scolastico che tende a differenziare la scuola sul territorio nazionale.

Avrà luogo al circolo ARCI LA CRICCA situato in

via Carlo Ignazio Giulio,25bis 10122 tel.0115211653. Il 14 settembre alle ore 21,00

Interverranno: il Prof. Luca Cangemi insegnante di storia

e filosofia responsabile settore istruzione nel PCI.

Luisa Limone Segretaria FLC CGIL del Piemonte

Teresa Olivieri Segretaria generale CISL Scuola Area Metropolitana Torino Canavese.

Lorenzo Giustolisi USB scuola-Torino

Andrea Alba dei COBAS

Il moderatore del dibattito sarà Vladimiro Di Gregorio

impiegato presso il provveditorato agli studi di Verbania

Per informazioni contattare:

Segretario Provinciale di Torino Enzo Buda 391-4306775 E-mail enzobuda51@gmail.com

Agevolazioni residenti 5 anni, Pd: “Dal centrodestra solo slogan”

AGEVOLAZIONI FISCALI PER LE AZIENDE CHE ASSUMERANNO

“Leggiamo con preoccupazione sugli organi di informazione che dal presidio di Roma di Lega e Fratelli d’Italia di ieri il Consigliere Marrone ha voluto rilanciare uno dei provvedimenti annunciati da Cirio durante la campagna elettorale: l’intenzione di concedere agevolazioni fiscali alle aziende che assumeranno cittadini residenti in Piemonte da almeno 5 anni, nonostante l’analoga norma del Friuli Venezia Giulia sia stata impugnata dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa perché anticostituzionale hanno spiegato il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Domenico Ravetti, il Vice Presidente della III Commissione Raffaele Gallo e il Consigliere regionale Daniele Valle.

“Vogliamo ricordare al Consigliere Marrone – hanno proseguito i Consiglieri Pd – che la decisione del Consiglio dei Ministri si basa sull’inserimento nella legge del Friuli di alcune norme “in materia di immigrazione appaiono discriminatorie, in contrasto con i principi espressi dall’articolo 3 della Costituzione”. Prevedere incentivi per le aziende che assumeranno cittadini residenti in una Regione da 5 anni significa discriminare non solo i migranti, ma anche gli stessi italiani provenienti da altre Regioni”.

“La Giunta Cirio, dopo quattro mesi – hanno concluso i Consiglieri regionali del Partito Democratico – continua a governare con gli slogan. Anche il nostro gruppo è interessato a lavorare a nuove misure per incentivare l’occupazione, ma gli annunci di norme chiaramente anticostituzionali non rappresentano una soluzione, ma solo una perdita di tempo. Il centrodestra rischia così non solo di non fare nulla, ma di annullare quanto di buono è stato fatto durante la scorsa legislatura. Attendiamo di conoscere le misure concrete che la nuova amministrazione metterà in campo, auspicando che siano atti per sostenere il sistema economico e la creazione di lavoro. Fino ad oggi abbiamo sentito parlare tanto di Autonomia, ma nulla di Lavoro che rimane il tema centrale sul quale il Partito Democratico si continuerà ad impegnare nei prossimi anni”.

Movimento Progetto Piemonte: “No alla fusione dei Comuni delle terre del Chiusella”

I Comuni dell’Unione Terre del Chiusella si fonderanno in un’unica entità municipale entro il 1 gennaio 2021? In questi giorni, secondo le intenzioni dell’attuale presidente dell’Unione e sindaco di Parella, Marco Bollettino, sta prendendo il via un procedimento che dovrebbe (il condizionale è sempre d’obbligo in questi casi) portare alla meta della fusione. Bollettino, infatti, rieletto presidente dell’Unione ‘Terre del Chiusella’ il 19 luglio aveva posto come condicio sine qua non per poter procedere alla sua candidatura ed elezione un programma ed un cronoprogramma riguardante Colleretto Giacosa, Parella, Quagliuzzo e Strambinello avente come prima tappa la votazione, entro il 15 settembre, di un parere formale sul programma da parte dei singoli consigli comunali.

Ed ora si sta arrivando al redde rationem, in quanto martedì 10 l’argomento è all’ordine del giorno a Colleretto Giacosa, mercoledì 11 a Parella e giovedì 12 a Strambinello. Non ci sarà, invece un consiglio a Quagliuzzo dove l’amministrazione di Ernesto Barlese, con larga intesa in consiglio, sta per inviare un parere negativo al progetto.

A Parella il capogruppo di minoranza di Progetto Parella MPP, Bruno Tegano, ha depositato una articolata interpellanza sin da inizio agosto chiedendo all’amministrazione quale sia la posizione e se prima non intenda fare precedere ogni decisione da un consiglio comunale aperto alla cittadinanza e da una adeguata informazione alla stessa su quelli che potrebbero essere i vantaggi effettivi e gli svantaggi di una fusione che, comunque, metterebbe fine alla storia di più entità comunali.

D’intesa con il gruppo consigliare è il Movimento Progetto Piemonte che già in primavera aveva organizzato un convegno a Quagliuzzo dal titolo molto chiaro: “Fusioni di comuni: i motivi del no”. Sull’argomento interviene Massimo Iaretti, presidente MPP, già consigliere a Parella dal 2010 al 2014 e consigliere dell’Unione nei suoi primi anni di vita: “La nostra posizione è fortemente negativa per il metodo che viene portato avanti, ovvero il legare il futuro dell’Unione con quello della fusione, dal momento che si tratta di due entità giuridiche diverse e la legge parla di fusioni di Comuni, senza che le Unioni ne abbiano parte alcuna. Senza entrare nel merito vorrei evidenziare che quella che il consiglio dovrà votare è una delibera, quindi un atto che, di fatto, vincolerà chi si esprimerà a favore. Si deve anche conto che il referendum cui verrà sottoposto il tutto, prima di arrivare alla legge regionale, non è un atto che – allo stato attuale – possa modificare il parere espresso dai consigli comunali, anche se ci fosse un voto contrario. Per questo come MPP, insieme ad alcuni comitati e gruppi consigliari abbiamo inoltrato una richiesta al presidente della Regione, all’assessore agli enti locali ed al presidente del Consiglio regionale di provvedere ad una modifica legislativa su questo punto. Fermo restando che la volontà dei cittadini è assolutamente sovrana e che, qualora si esprimessero in un senso o nell’altro dovrebbe venire sempre rispettata. Allo stato attuale non possiamo che dichiararci contrari alla fusione fredda dei quattro comuni che, va ricordato, ai tempi del fascismo erano stati uniti forzatamente sotto il nome di Pedanea e dopo la proclamazione della Repubblica si erano separati. Vogliamo forse tornare indietro e cancellare tutto con un colpo di spugna facendo finta di niente. Inoltre, e bene sottolinea l’interpellanza del capogruppo Tegano, allo stato non risulta che tale proposta sia stata mai condivisa con la popolazione”.

Commissioni autonomia e legalità al via

DA PALAZZO LASCARIS

Hanno ufficialmente preso il via nell’ambito della Giunta per il regolamento, i lavori per l’istituzione di due nuove Commissioni permanenti per l’autonomia e per la legalità.

I componenti della Giunta hanno concordato sull’ipotesi di avviare, nelle prossime settimane, la discussione e il confronto rispetto a eventuali proposte emendative, dettaglio delle materie di competenza e modalità e tempistiche operative delle due commissioni.

La commissione autonomia, tra le materie di competenza, si occuperà anche di affari istituzionali, enti locali, sburocratizzazione  e semplificazione. La commissione legalità, di contrasto a i fenomeni mafiosi.

“Certamente c’è soddisfazione per l’avvio tempestivo dei lavori – ha specificato il presidente del Consiglio, Stefano Allasia, al termine dell’incontro della Giunta per il regolamento –  ma credo sia altrettanto corretto e necessario affrontare con le giuste tempistiche la discussione su temi cosi complessi e articolati, in maniera tale che tutti i consiglieri dell’assemblea legislativa e dunque non solo i componenti di questa Giunta,  abbiano la possibilità di fare in maniera scrupolosa e costruttiva, proposte e valutazioni”.

Cosa cambia in Giunta

Due settimane per la sostituzione dell’assessora Pisano. Le Politiche sul Lavoro alla vice sindaca Sonia Schellino

 

Questo pomeriggio, durante la riunione del Consiglio Comunale, la sindaca Chiara Appendino ha annunciato la nomina di Antonino Iaria all’interno della Giunta, in sostituzione di Guido Montanari.

“Ho preso un po’ di tempo per mettere mano ai dossier che riguardano l’urbanistica”, ha affermato la sindaca, annunciando il nuovo assessore. “Iaria si occuperà di piani esecutivi convenzionati, edilizia privata, banca dati e nuova cartografia, pianificazione strategica, coordinamento interassessorile politiche territoriali di progetti di trasformazione e riqualificazione urbana, progetto dello spazio pubblico, programmazione lavori pubblici, oltre al patrimonio comunale”.

Appendino ha anche annunciato ulteriori modifiche all’interno della Giunta, in seguito alla nomina nel Governo nazionale dell’assessora Paola Pisano. La delega alle anagrafi è stata affidata all’assessore Sergio Rolando.

All’assessora Pisano restano in capo sistemi informativi, fondi europei, innovazione e smart city per un passaggio strettamente tecnico. “Entro un paio di settimane, ha annunciato la Sindaca, credo di poter tornare in aula e garantire l’ingresso di un nuovo assessore”.

La delega all’arredo urbano e la rigenerazione urbana sono state assegnate all’assessore Alberto Unia.

Ho invece deciso di seguire personalmente il percorso che concerne il nuovo piano regolatore, ha affermato la sindaca. Questo comporta una ricognizione interna e un riassetto organizzativo che consenta il raggiungimento della proposta tecnica del Piano Regolatore entro fine 2019 perché l’iter si concluda entro dicembre 2020. Viaggeremo più velocemente sia da un punto di vista politico, con l’interlocuzione con la Commissione, la Città e gli stakeholder, sia da un punto di vista direzionale con la struttura e i vari direttori”.

IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

Stefano Lo Russo (PD): Prima delle vacanze la situazione politica locale era compromessa, con il freno a mano tirato. Ora ci saremmo aspettati un cambio di marcia della sindaca per far ripartire la città, ma anche questa volta è stata persa un’occasione. Ci sono tanti nodi da risolvere: Thyssen, centro congressi Westinghouse, Torino Esposizioni, Palazzo del Lavoro, Manifattura Tabacchi, area Grandi Motori, area Nebiolo, caserma di via Asti, ecc. Senza contare la questione delle infrastrutture e della nuova ZTL. La scelta di Iaria come assessore all’Urbanistica non ci convince: è una scelta di bassissimo profilo, in piena continuità con lo scempio fatto sinora. Speriamo almeno che il cambio di deleghe sulle anagrafi possa servire a migliorare i servizi per i cittadini.

Francesco Tresso (Lista Civica per Torino): Le scelte fatte dalla sindaca per il rimpasto di Giunta sono molto rabberciate. Lo stallo in cui versa la città appare ora ancora più drammatico. Scindere la delega alla revisione del PRG da quella all’urbanistica dimostra una visione miope. Servirebbero invece una visione di prospettiva e un’interlocuzione seria e credibile con forze politiche, società civile e investitori.

Silvio Magliano (Moderati): La scelta della sindaca di tenere per sé la delega alla revisione del PRG sembra non riconoscere capacità di visione al neo-assessore Iaria. Ci saremmo aspettati un grande tecnico per l’Urbanistica. E dopo i disastri della neo-ministra Pisano, ci aspettiamo che si intervenga sulle anagrafi. Serve ripensare un’altra Torino. Il nostro giudizio sulle nuove deleghe è impietoso.

Mimmo Carretta (Partito Democratico): Auguri alla città che affronterà i prossimi anni in un clima di sospensione. Appendino è riuscita a svincolarsi da ogni colpa e da ogni responsabilità. Alla città arriva il declino costante e l’incapacità di invertire una rotta. Si metta mano ai progetti che c’erano e che farebbero bene alla città, indipendentemente dal colore politico di chi amministra.

Marina Pollicino (Connessione Civica): Auguri a Iaria, che avrà un assessorato dimezzato a causa della settorialità e limitatezza delle deleghe in una realtà nella quale sarebbe necessaria una visione complessiva. Sono a buon punto molti progetti avviati da Montanari che rientravano nel programma del Movimento 5 Stelle. Il rischio che intravedo e dei quali la sindaca si assumerà tutta la responsabilità è che si inneschino cortocircuiti, ulteriori ritardi e devianze capaci di mettere in discussione dinamiche amministrative e relazionali già avviate.

Daniela Albano (M5S): Auguro buon lavoro al neo-assessore Iaria, nonostante non abbia condiviso e capito le ragioni reali e profonde della cacciata di Montanari. Mi auguro vengano assegnate al più presto le deleghe in carico alla Pisano: per coerenza il M5S non dovrebbe permettere doppi incarichi.

Antonio Fornari (M5S): Anch’io auguro buon lavoro all’architetto Iaria, che saprà valutare con competenza i progetti di urbanistica rimasti nel cassetto e capire quali sia meglio portare avanti e quali no. La Città di Torino è forte e va avanti, è apprezzata da turisti e investitori, come dimostrano i dati, nonostante ciò che dicono le minoranze. Così come proseguono la digitalizzazione e l’ampliamento dei servizi per i cittadini portati avanti dalla Pisano e dall’Amministrazione.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Rimangono molti problemi nelle anagrafi e Torino non si accorgerà neanche dell’assenza della Pisano. Mi auguro che l’assessore Iaria abbia un approccio positivo nei confronti della Città, così come ha fatto in Città Metropolitana.

Viviana Ferrero (M5S): Ci sono stati scossoni nella politica nazionale e locale, con la pesante cacciata dell’assessore Montanari. Faccio i migliori auguri all’assessore Iaria, ma invito la sindaca a trovare una figura per portare avanti la revisione del Piano Regolatore, facendo risparmiare 8-10 milioni di euro alla città. E chiedo al neo-assessore di avere un occhio speciale per le periferie.

Deborah Montalbano (DemA): Le code aumentano alle anagrafi e ci sono state diverse assemblee e mobilitazioni, perché la Città non ha previsto adeguate risorse umane ed economiche. L’ex assessora Pisano ora vuole innovare il Paese, ma non ho visto innovazioni su Torino.

Valentina Sganga (M5S): Invito il capogruppo del PD a riflettere: ci sono molte persone nel suo partito che apprezzano il lavoro di questa giunta, così come molte scelte fatte nella composizione del Governo sono state condivise dal PD. Vedendo la composizione delle giunte precedenti, non potete dare lezioni a nessuno. Rivendichiamo con orgoglio la scelta di Iaria come assessore per valorizzare il gruppo di maggioranza: la sua passione e competenza gli permetteranno di fare un ottimo lavoro.

Massimo Giovara (M5S): Non sono un esperto di edilizia, ma faccio i miei migliori auguri al neo-assessore Iaria e gli suggerisco di non seguire i consigli dei soliti “esperti” che hanno portato in passato la Città di Torino a numerosi fallimenti.

Alberto Morano (Lista Civica Morano): Faccio i miei migliori auguri all’assessore Iaria, ma la crescita della città rimarrà in capo alla sindaca, che però non ha competenze tecniche, né visioni di sviluppo di Torino.

Nel corso della replica, la sindaca Appendino ha ribadito le motivazioni che hanno portato alla scelta di Antonino Iaria come assessore all’Urbanistica.

“Si tratta, ha spiegato, di una scelta politica, di una scelta di appartenenza così come era accaduto per MontanariIaria, ha aggiunto, in Città Metropolitana è riuscito a dare risposte a un territorio, dimostrando capacità di mediazione e pragmatismo”.

Infine, la sindaca ha ricordato un’ulteriore modifica rispetto alle deleghe in Giunta. Le Politiche del Lavoro passeranno dall’assessore Alberto Sacco alla vice sindaca Sonia Schellino. Su questo argomento, si svolgerà un dibattito nella prossima seduta del Consiglio Comunale.

Al termine del dibattito, il neoassessore Antonino Iaria: Sono molto contento delle deleghe ricevute perché credo nel progetto di questa Amministrazione, non solo fino al 2021, ma anche per gli anni successivi, per fare cambiare in meglio la Città.

Il mio approccio sarà quello avuto in Città Metropolitana, con un metodo di lavoro attento alle sollecitazioni di tutti, in un’ottica integrata con gli altri assessorati. La nostra città è molto attrattiva a livello internazionale, anche per la sua capacità di innovazione, e continueremo a lavorare in questa direzione.

Coerenza in politica? Un optional

Tra gli elementi che avranno una forte ricaduta nella cittadella politica italiana nei prossimi mesi
dopo la più grande operazione trasformistica del secondo dopoguerra, ci sarà sicuramente la
scomparsa della “coerenza” nel dibattito pubblico. Tra i partiti e nei partiti. E’ di tutta evidenza, del
resto, che riesce difficile, se non indigesto, d’ora in poi per larghi settori della pubblica opinione,
continuare a credere ciò che dicono pubblicamente i partiti e i principali esponenti sulla politica,
sulle prospettive, sui giudizi sugli avversari politici, sulle promesse programmatiche e via
discorrendo. Dopo l’alleanza tra il Partito democratico e il partito di Grillo e Casaleggio tutto e’
possibile. Tutto e’ legittimo. Tutto è tollerato. Perché tutto si può dire e tutto si può azzerare anche
nell’arco di pochissimi giorni. Del resto, anni e anni caratterizzati da tonnellate di insulti,
contumelie, diffamazioni, attacchi politici e personali, querele tra i vari esponenti e poi nell’arco di
pochissimi giorni tutto viene accantonato…
Ora, di fronte ad un quadro del genere, e pur con tutte le buone intenzioni del caso, una
considerazione molto semplice si impone: e cioè, e’ scomparsa la categoria della coerenza nella
politica. Tutto si può dire e tutto si può smentire nell’arco di pochissimi giorni. Ogni proposta sul
futuro, sulla prospettiva di governo, sulle alleanze per un nuovo progetto politico sono poco più di
enunciazioni scritte sulla sabbia. Destituite di ogni fondamento e del tutto virtuali perché possono
essere accantonate nell’arco di poche ore. Tutti i giorni in molti talk, sui social e nella rete in
generale scorrono le immagini dei principali esponenti del Pd e del partito dei 5 stelle che giurano
e spergiurano l’impossibilità storica, politica culturale, programmatica, etica e sociale per arrivare
ad un accordo, anche di breve tempo, tra i due soggetti politici. Cosa è rimasto di tutto ciò?
Assolutamente nulla. Come dicevo poc’anzi, tutto cancellato e tutto rimosso.
Diventa francamente difficile, d’ora in poi, promettere una stagione politica all’insegna della
coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa, tra ciò che si promette e come ci si comporta. Una
radicale dissociazione, una cesura netta tra i pronunciamenti e i comportamenti. Altroché l’antica e
saggia lezione di Pietro Scoppola quando invitava i cattolici italiani impegnati in politica a non
separare mai la “cultura del comportamento dalla cultura del progetto”. Lezione archiviata e
consegnata ormai alla storia. Nessuno sa, ad oggi, quali saranno le ricadute politiche, elettorali e
comportamentali di questa nuova stagione nata all’insegna del più spregiudicato trasformismo.
Una cosa e’ certa: nessuno potrà più dispensare patenti di coerenza a destra e a manca.
Semplicemente nessuno ha più l’autorità morale per farlo. Fuorche’ si creda in buona fede – sic! –
che l’alleanza tra il Pd e i 5 stelle sia una “alleanza politica, culturale, etica, programmatica,
culturale, di lunga scadenza” e quindi “storica. Come hanno sostanzialmente sostenuto Grillo e i
maggiorenti del Partito democratico.
Ora, per non ripetere osservazioni che ormai sono sotto gli occhi di tutti, c’è una sola
considerazione conclusiva che non si può non fare. E cioè, dopo una lunga stagione in cui i partiti
esprimevano più o meno una visione della società a cui faceva seguito un sisma di alleanze più o
meno coerente con le pubbliche enunciazioni, e’ subentrata una fase – quella odierna – dove ciò
che viene detto agli elettori e’ tutto e solo un finzione. Una virtualità. Ovvero, un racconto che poi
viene sistematicamente negato da ciò che concretamente viene perseguito. E le vicende di questi
giorni, sconcertanti per chi crede ancora, pur senza farsi grandi illusioni, nella “buona politica”, lo
confermano persin platealmente.
Ma, e questo è l’aspetto positivo, esistono ancora gli anticorpi nella società italiana – a livello
politico, culturale, sociale, religioso ed etico – per opporsi a questa deriva e a questa perdita di
credibilità della politica e, soprattutto, degli attuali partiti. Si tratta, soprattutto, di farli emergere e di
trasformarli in soggetti politici veri che siano anche in grado, seppur in mezzo a grandi difficoltà, di
far invertire la rotta rispetto all’attuale decadimento. Anche da una stagione trasformistica può
ripartire una nuova pagina. Non tutto il male, a volte, viene per nuocere.
Giorgio Merlo

Lega in festa a Domodossola

Da venerdì sino a domenica si è tenuta a Domodossola la festa nazionale della Lega Piemont. Nelle tre serate sono ‘sfilati’ tutti i numeri uno del partito in Piemonte, a partire dal segretario Riccardo Molinari, capogruppo a Montecitorio, per proseguire con il senatore Enrico Montani, l’europarlamentare Alessandro Pana ed il capogruppo in Consiglio regionale Alberto Preioni. Ma il momento culminante è stato sabato sera quando il segretario federale Matteo Salvini ha tenuto il suo intervento confermando l’opposizione totale e l’auspicio di tornare presto al Governo. Come sempre la festa della lega, oltre alla politica ha offerto anche un programma vario ed articolato di musica, sport, ed un ottimo servizio di cucina locale.

Massimo Iaretti

FDI, il 14 settembre in città arriva “Al lavoro per Torino”

 Sfida alle stelle aspettando Atreju. La festa di Fratelli d’Italia

“Al Lavoro per Torino, sfida alle stelle aspettando Atreju”. Fratelli d’Italia lancia per il 14 settembre la sua festa torinese preludio della festa nazionale “Atreju” prevista per fine mese. Si terrà in via Spalato 49/f . “Abbiamo scelto come location una ex fabbrica – spiega la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli (nella foto) – per ricordare che Torino deve riconvertirsi all’insegna del lavoro. Il centro destra può dare un’alternativa alla città. Noi scendiamo in campo a partire da questo momento di confronto con altre forze politiche, mondo produttivo, culturale, associativo senza bandiere di partito ma con tutte le nostre idee e i nostri contenuti”. “La festa – ha proseguito il capogruppo di Fdi in Regione Piemonte Maurizio Marrone – e’ una sfida per dare un futuro alla città, veicolare la nostra visione, convinti che i torinesi spaesati dai recenti inciuci giallorossi possano ritrovarsi nelle proposte che emergeranno il 14 settembre.Alla conferenza stampa di presentazione hanno preso parte anche il coordinatore regionale Fabrizio Comba, il coordinatore provinciale Fabrizio Bertot,  che apriranno l’evento alle 14.30 il membro di coordinamento regionale Patrizia Alessi.

Salizzoni scrive a Speranza: “Parco della Salute, basta ritardi”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera del vicepresidente del Consiglio regionale, prof. Salizzoni, al ministro della Salute

 

Caro Ministro Roberto Speranza,

                                                                       lavoro all’Ospedale Molinette di Torino da 46 anni. Ho imparato ad operare il fegato e a trapiantarlo attraverso varie esperienze e tirocini all’estero ma sono sempre rientrato a Torino, alle “mie” Molinette, dove nel 1990 ho fondato uno tra i primi centri in Italia per il trapianto di fegato. Lo sto lasciando primo in Europa e quinto al mondo per trapianti eseguiti.

Mi occupo del progetto “Molinette 2” sin da quando ha avuto inizio la discussione, ormai vent’anni fa. Nel corso degli anni sono succedute le ipotesi le più diverse, si sono pensate location fuori Torino o ricostruzioni in aree adiacenti alle attuali, si sono siglati protocolli d’intesa davanti a fotografi e telecamere. Si è perso tanto, troppo tempo. Perché in questa vicenda c’è un indiscutibile dato di fatto: le Molinette – ora denominate AOU Città della Salute – sono irrecuperabili. Un edificio di quasi cent’anni, nato quando non esistevano gli antibiotici e l’anestesia era primordiale. Si sono dovute ricavare le rianimazioni negli scantinati e nei sottotetto. I tubi sono vecchi, non reggono l’acqua a 70 gradi e quindi non si può bere a causa della legionella. Non è un problema di muri scrostati e di locali fatiscenti. Gli impianti non si possono modificare, i pazienti da rianimare dopo l’operazione vengono fatti uscire dalle sale e spinti anche per 800 metri nei corridoi su una barella, intubati, fra gli avventori. Anche il centro trapianti da me fondato ha difficoltà ad innovarsi per mancanza di spazi, e quindi è estremamente difficile stare al passo delle innovazioni tecnologiche come le nuove macchine per la rigenerazione degli organi.

Ora il progetto di un nuovo e moderno ospedale è maturo ed ambizioso: il Parco della Salute, una vera città ospedaliera ed universitaria, con 1.040 posti letto, che nascerà al Lingotto, vicino alla nuova sede della Regione. Lo studio di fattibilità è completato e finanziato con 160 milioni, tre gruppi privati hanno presentato regolare manifestazione di interesse e sono stati giudicati idonei a partecipare al dialogo competitivo. È stata scelta la formula del PPP (partenariato pubblico privato).

I privati, sì. Lo dice uno che ha sempre difeso la sanità pubblica, dando un suo contributo alla nascita del SSN. Perché oggi non è realistico pensare di costruire un’infrastruttura sanitaria con sole risorse pubbliche. O si coinvolgono i privati o non si fa. L’importante è che il pubblico abbia il controllo e la gestione della parte sanitaria.

Ma non bisogna più perdere neanche un minuto. Mi appello a Lei, Ministro, affinché venga scongiurato il rischio di qualsiasi ritardo, di manovre dilatorie, di alibi. Le Molinette sono al collasso, e l’invecchiamento strutturale comporta il depauperamento delle straordinarie competenze che quei muri contengono, pregiudicando la qualità del lavoro dei professionisti e la qualità della vita dei pazienti.

Il Parco della Salute può essere una delle leve per far uscire Torino dalla fase di immobilismo e rassegnazione di questi ultimi anni. Ho una visione, un sogno: vedere Torino trasformarsi nella Pittsburgh italiana, una città post-industriale capace di reinventare una propria vocazione anche grazie ad un polo di ricerca medico-scientifica di eccellenza, insieme all’Università, al Politecnico e all’indotto delle aziende dell’innovazione.

Torino e il Piemonte non meritano le vecchie Molinette. Costruiamo il futuro della nostra sanità, ma che sia ora.

Mauro Salizzoni

Grattacielo Regione, Manfredi (radicali): “bonifiche OK? e il Comune”?

Riceviamo e pubblichiamo
Grattacielo Regione/Manfredi (radicali): bonifiche OK? Ma allora
perché il Comune di Torino non ha approvato il progetto di bonifica
della falda? E viste tutte le magagne dell’opera, il presidente Cirio
dovrà garantire di essere lui il primo ad entrare nel grattacielo e a
lavorare lì tutti i giorni con assessori e dipendendenti regionali.
Le dichiarazioni di Giulio Manfredi (Giunta Radicali Italiani e Associazione radicale
Adelaide Aglietta):
Finalmente l’Asessore Tronzano ha risposto alla richiesta, posta per
primi da noi radicali, di conoscere lo stato delle bonifiche dei suoli
e delle falde circostanti il grattacielo in costruzione della  Regione
Piemonte. Noi comuni mortali dobbiamo accontentarci delle seguenti tre
righe e mezzo pubblicate nella pagina dedicata alla Sede Unica del
sito regionale: “… L’assessore ha poi sostenuto che il piano delle
bonifiche, partito da uno “scenario catastrofico”, si sta attuando con
ottimi risultati: i limiti degli inquinanti sono già sotto la soglia
fissata dalla legge, tanto da aver richiesto un aggiornamento dello
stesso piano. Finora per le bonifiche sono stati spesi 16 milioni di
euro, 4 in più di quanto messo a bilancio…”.
Preciso che l’aggiornamento del “piano delle bonifiche” è stato
richiesto dal Comune di Torino, che, con Determinazione Dirigenziale
n. 43 del 12/02/2019, non ha approvato il “Progetto di bonifica della
falda – fase II” ed ha richiesto di ricevere un nuovo progetto entro
il 30 settembre 2019. Nel parere della Città Metropolitana di Torino,
allegato alla determinazione comunale, sono elencate ben dieci
criticità, esposte nella Conferenza dei Servizi del 6/02/2019, a cui
erano presenti anche i rappresentanti della Regione Piemonte, che si
sono limitati a “prendere atto” dei rilievi. I radicali hanno promosso
un accesso civico generalizzato, ottenendo dal Comune di Torino il
testo integrale sia della determinazione sia degli allegati, che è
disponibile sul sito dell’Associazione Aglietta.
Ritengo, infine, che la ventilata possibilità che il Presidente Cirio
se ne rimanga solo soletto in Piazza Castello – mentre tutti gli altri
(assessori, direttori, dirigenti e altri dipendenti) vanno nel
grattacielo – è una possibilità fuori dal mondo. Sono così tante le
magagne del grattacielo (vetrate, piastrelle, impianto di
riscaldamento, bonifiche, 100 milioni di euro richiesti dai
costruttori (secondo articoli di stampa, ufficialmente sono sempre 65
milioni) che un Presidente della Regione che si rispetti deve fugare
qualsiasi dubbio, mettendoci la faccia e dichiarando da subito: “Sarò
il primo cittadino piemontese a entrare nel grattacielo e a lavorare
lì ogni giorno con assessori, direttori, dirigenti e dipendenti
semplici”.