POLITICA- Pagina 486

Tecnici del Comune prossimi allo sciopero. Altra grana per la sindaca?

Riceviamo e pubblichiamo

Le condizioni nelle quali i lavoratori tecnici devono lavorare sono condizionate da norme complesse in continua evoluzione oltre che dai vuoti normativi e le sentenze che si susseguono talvolta contraddicendo modus operandi sino a quel momento seguiti. A tutto ciò oggi si somma l’effetto del mancato turnover imposto da ragioni di bilancio e da normative che hanno di fatto bloccato sia l’assunzione di nuove leve che la valorizzazione del personale interno il quale a fronte di una grande esperienza acquisita, spendibile nell’ ente se opportunamente posizionata nell’ambito dell’organigramma dei profili tecnici. In questi anni le Aree tecniche della Citta di Torino, composte da figure professionali tecniche (ingegneri geometri, architetti, periti, agronomi ecc.) spesso abilitate, portatrice di esperienze uniche, hanno fatto fronte al lavoro anche se prive di adeguati riconoscimenti e giusti mezzi operativi. Tutto ciò ha portato i professionisti tecnici della città di Torino a tre assemblee, partecipate come da tempo non accadeva, ed infine il vuoto e il non ascolto delle istanze rappresentate dalle organizzazioni sindacali, hanno portato allo stato di agitazione che culminerà in uno sciopero indetto da ANTEL CSA Dipartimento Tecnici il 25 novembre. Oggi, 13 novembre le suddette rappresentanze sindacali saranno ascoltate in I Commissione Personale e Bilancio che potrebbe darsi carico, sposando le motivazioni del futuro dell’ufficio tecnico offrendo le prime concrete risposte ad un lungo elenco di criticità a partire da quella più urgente, viste le scadenze di legge, che è quella relativa ai passaggi di carriera che vadano a colmare una grossa lacuna su un comparto che svolge spesso ruoli di categoria superiore. Restiamo fiduciosi anche perché le soluzioni ai problemi dell’ufficio tecnico, attraverso un turn over e successivo incremento delle figure necessarie, porterebbero ad un miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dei servizi di cui possono beneficiare i cittadini.

Il capo dipartimento Tecnici CSA

Massimo Druetto

Il centrosinistra e i 5 Stelle

Diciamoci la verità, al di là delle sofisticazioni, delle congetture e anche dei desideri. Per poter
ricostruire il centro sinistra dalle fondamenta e’ indispensabile e decisivo sciogliere il nodo dei 5
stelle. Ovvero del rapporto/confronto con il partito di Grillo e Casaleggio. Un nodo che non può
prescindere da alcune costanti che, oggettivamente, caratterizzano il mondo pentastellato.
Innanzitutto il partito dei 5 stelle non è riconducibile a nessuna categoria politica e culturale del
novecento. Non a caso rifugge dalla distinzione tra destra, sinistra e centro perché è oltre la
“cultura della coalizione”, se non per garantire seggi e posizioni di potere. Ma, ed è l’elemento che
più conta, rifuggendo da qualsiasi classificazione politica e culturale, diventa francamente difficile
coinvolgerli in una operazione di lungo termine per la ricostruzione di una coerente e credibile
alleanza di centro sinistra.
In secondo luogo una alleanza politica non può essere confusa con un banale e semplice
pallottoliere. Certo, in alcuni momenti della vita politica del nostro paese noi abbiamo conosciuto e
sperimentato alleanze politiche dettate da ragioni puramente numeriche. Cioè fatte e costruite
esclusivamente “contro” qualcuno e non “per” un progetto politico e di governo. Sotto questo
versante, la frettolosa alleanza con i 5 stelle – come l’esperienza concreta a livello regionale ha
prontamente dimostrato – rischia di riproporre una mera alleanza contro l’avversario di turno, a
prescindere da qualsiasi prospettiva di lungo temine e da una visione politica e di governo.
Infine, e da sempre, una coalizione che guarda al futuro e che non sia dettata solo da ragioni
opportunistiche o superficiali, richiede la presenza di un progetto giustificato da un pensiero e da
una cultura politica definita e percepibile.
Ecco perche’, per competere con un forte ed unito centro destra e con un progetto politico
altrettanto definito e chiaro, necessita una coalizione che non si riduca ad essere il frutto di una
alleanza dettata dalla paura, o dal terrore del nemico/avversario o da una sola ragione di potere.
Perché le coalizioni, o anche solo le alleanze politiche, sono credibili, serie e coerenti se
esprimono un disegno politico altrettanto credibile. Del resto, il centro sinistra deve essere
ricostruito quasi da zero. Dopo la “vocazione maggioritaria” del Partito Democratico, dopo
l’azzeramento del principio di coalizione e dopo il compiacimenfo per l’assenza di partiti e
movimenti in questo campo, e’ giunto il momento per ricostruire questo luogo politico che ha
accompagnato il cammino della democrazia italiana e che è stato decisivo in molte fasi storiche del
nostro paese declinando un progetto politico di governo, riformista e profondamente democratico.
E il compito dei partiti, dei movimenti e dei gruppi che si riconoscono in questo campo politico resta
quello di elaborare un progetto politico di governo alternativo alla destra e alla deriva populista da
un lato e, dall’altro, di rimettere insieme quelle forze politiche, culturali e sociali che in questi ultimi
anni sono state sacrificate sull’altare di una maldestra novità e di un molto discutibile nuovismo.
Ma per poter centrare obiettivo va sciolto definitivamente il nodo del rapporto con i 5 stelle. Un
nodo politico non più aggirabile ne’ rinviabile. E non affrontabile con i post e con i tweet.

Giorgio Merlo

 

Trasporti a Torino, una lunga storia

Ma chi è l assessore ai trasporti del Comune di Torino? Professoressa Maria La Pietra , proprio
così, addirittura professoressa del Politecnico. Mi fiondo nel cercare il suo curriculum. E infatti
è specializzata in mobilità sostenibili. Curriculum ricchissimo di studi commissionati da enti
pubblici. Studi molto interessanti. Esperienze di gestione pratica: zero, e si vede in queste tre
anni come  la situazione cittadina è notevolmente peggiorata. Torino sconta anni di ritardi e rinvii.
Si pensi che il primo studio per la metropolitana è datato 1970.
Speso un miliardo ( molti soldi per allora ) e poi nulla . Con l’ arrivo dei comunisti si girò verso la
metropolitana leggera, in superficie. Non se ne fece nulla. Poi si tentò con i Tram protetti dai
trinceroni. Poche linee furono realizzate Molti torinesi “emigrarono” nella prima o seconda
cintura continuando a lavorare in città. Grande sviluppo dei mezzi privati ed incasinamento.

Eppure la testa per progettare ce l ‘ avevamo. Nel 1986 viaggi di lavoro
ad Amburgo. La metropolitana leggera locale era molto efficiente. Complimenti all’amministrazione .

Scoprimmo che il progetto originario era della nostra città.
Regalato ai tedeschi. Incredibile no? Loro realizzavano ciò che noi avevamo pensato. Difficile
farsene una ragione.
Quando la storia si ripete ha del ridicolo in sè. Mi sa che nel caso dell assessore La Pietra la
storia si sta ripetendo. Con un sospetto : l’ ex vicesindaco Montanari medita propositi di vendetta
per essere stato estromesso. E per essere a posto con se stesso si inventa una visione
ideologica .Sintesi : ritorno alle origini.
Il tutto mi fa pensare e la nebbia ideologica dei pentastellati si dirada.
Una parte di loro come La Pietra e Montanari arrivano dalla gruppetteria di sinistra. Non sono
poi così lontani i tempi in cui Montanari rappresentava la Città di Torino alle manifestazioni dei
No Tav ed antagonisti di vario genere. Montanari mandato dalla Appendino e poi scaricato in
malo modo. Il cemento : decrescita felice basata su una diminuzione dei consumi superflui,
o considerati superflui. La mobilità sostenibile con mezzi non inquinanti come biciclette ed
in ultimo i monopattini. In linea teorica accettabile. Praticamente un pasticcio, come il caso
delle multe ( poi tolte) ai primi monopattinisti. Sono costate le dimissioni al Comandante dei
Vigili Urbani. La confusione regna sovrana ed è difficile non considerare le responsabilità dell’Appendino.

Ore 18 di Sabato 9 novembre. Piazza Baldissera inchiodata dal traffico sembra il
solito film Storie di ordinaria follia. A conferma che la situazione è fuori controllo . Magari (ora) toglierà le deleghe
alla La Pietra. O magari no. Sicuramente saranno chieste le dimissioni dall’opposizione. Magari… magari…
Ma mi sa che si dovranno aspettare nuove elezioni. Il solito tempo d’ attesa quando Torino non ha più tempo.

 

Patrizio Tosetto

Raffaele Gallo (Pd) presenta proposta di legge “salva prima casa”

FONDO IMMOBILIARE 

INTERVISTA AL CONSIGLIERE REGIONALE  PRIMO FIRMATARIO

Ha presentato in Consiglio regionale una proposta di legge che introduce un Fondo immobiliare “salva prima casa”. Di che cosa si tratta?

 

– Il Fondo immobiliare “salva prima casa” è uno strumento di protezione sociale che ha lo scopo di aiutare le persone in difficoltà con il pagamento delle rate dei mutui per l’acquisto della prima casa. Si tratta di una tutela nei confronti di coloro che si trovano in una condizione di temporaneo disagio economico e che hanno già utilizzato tutti gli strumenti attualmente esistenti: dalla rinegoziazione del mutuo al blocco delle rate. Queste persone potranno cedere, temporaneamente, il mutuo ad un Fondo immobiliare non oneroso, istituito da Regione, Fondazioni bancarie e Istituti di credito, attraverso una vendita amichevole, con la contestuale sottoscrizione del contratto di locazione e dell’opzione di rientro in possesso dell’immobile. Si tratta di un “salvagente” che permetterà alle famiglie di restare nella propria casa e di superare un momento di difficoltà che, in circostanze normali, comporterebbe la perdita dell’immobile. Attualmente, su circa 3,6 milioni di mutui relativi all’acquisto della prima casa, complessivamente accesi in Italia, oltre 350mila sono in sofferenza, per 150mila si è aperta la procedura e per 28mila è già avvenuto il pignoramento. In testa alla classifica dei pignoramenti troviamo proprio Milano e Torino. In questi anni, la crisi economica ha influito in modo pesante sulla vita di tante persone: chi ha perso il posto di lavoro o si trova, improvvisamente, in cassa integrazione spesso non riesce più a sostenere la spesa di un mutuo. La politica deve trovare risposte alle difficoltà dei cittadini e intervenire per consentire loro di conservare un bene così importante come la casa.

 

Come nasce l’idea di questa proposta di legge?

 

– Si parla spesso della necessità della Regione di “fare sistema” con altri partner sui grandi temi. In questo caso la Regione, coinvolgendo, attraverso protocolli d’intesa, Fondazioni bancarie e Istituti di credito, può contribuire a creare uno strumento di tutela e protezione molto importante. Nei Paesi anglossassoni esiste un Fondo Immobiliare di questo genere, ma si tratta di uno strumento oneroso istituito dalle banche. Quello previsto dalla mia proposta di legge sarebbe “non oneroso”, “etico”, ed è stato pensato grazie anche al coinvolgimento di esperti del settore. La proposta di legge non prevede oneri a carico della Regione perché, in questo momento, mi rendo conto della necessità di non gravare sul bilancio dell’Ente. Credo, tuttavia, che se la Regione trovasse risorse per finanziarlo, magari attraverso il Fondo sociale europeo, darebbe un segnale importante non solo ai partner degli Istituti di credito, ma anche a tutta la comunità piemontese. Questa decisione, tuttavia, non compete all’opposizione. E’ importante precisare che la legge può funzionare anche senza fondi regionali.

Nella scorsa legislatura la vostra maggioranza di centrosinistra aveva già approvato una legge su questo tema.

 

– Sì, eravamo già intervenuti sul tema della casa e delle politiche dell’abitare. Fa parte delle priorità del Partito Democratico e di tutto il centrosinistra tutelare il diritto delle persone a costruirsi un futuro e l’acquisto della prima casa fa parte di questo futuro. Per tanti è la realizzazione di un sogno. La “legge salvasfratti” della scorsa legislatura è rivolta ad una platea ristretta: ai nuclei familiari con che hanno un livello ISEE per l’accesso all’edilizia agevolata. La mia proposta di legge ha l’obiettivo di estendere anche al ceto medio che può trovarsi in difficoltà e che è tagliato fuori dai sostegni previsti dalle leggi. Il “salva prima casa” non è in competizione con il “salvasfratti” e nemmeno alternativo, ma complementare. Tra l’altro, è importante segnalare che, purtroppo, la legge “salvasfratti” è, attualmente, ferma perché mancano i decreti attuativi che la nuova maggioranza di governo non ha ancora approvato.

 

Quali saranno, a Suo parere, i tempi di discussione della Sua proposta di legge?

 

– Dopo cinque mesi senza aver discusso nulla, affronteremo, nelle prossime settimane, l’Assestamento di Bilancio. Chiederemo che la discussione della proposta di legge venga calendarizzata in Commissione nel mese di gennaio. Non ci sono altri provvedimenti da affrontare e riteniamo fondamentale che, finalmente, si esaminino proposte importanti per i piemontesi. Chiediamo che si entri nel merito di temi concreti, che ci si confronti, che si discuta e che si metta la parola fine alla politica degli annunci. La protezione sociale e la difesa della casa sono fondamentali per il Partito Democratico.

 

Quali sono gli altri temi sui quali si concentrerà il Partito Democratico in Consiglio regionale?

 

– Personalmente sto lavorando ad altre due proposte di legge che depositerò all’inizio del 2020 e delle quali avremo tempo di discutere. Il nostro Gruppo ha presentato almeno dieci provvedimenti che toccano temi come l’istruzione, l’agenda digitale, l’inserimento delle persone disabili, per citare alcuni temi. Attendono solo di essere calendarizzati.

 

Dalla Rivoluzione del 1917 alla caduta del Muro le (dis)illusioni del comunismo

Caduta del Muro di Berlino ed anniversario della Rivoluzione d’ Ottobre. Stessi giorni autunnali. Connessioni?
Inizio e fine del Sovietismo. Inizio e fine delle speranze dell’ ideologia comunista.


Tra questi due momenti lo storico discorso di Enrico Berlinguer al Congresso del Pcus: la spinta
propulsiva della Rivoluzione di Ottobre si è esaurita.
Cosa è rimasto? Il mito che si confonde con con ideologia a supporto del Potere costituito.
Parafrasando è più facile fare la Rivoluzione che concretizzarla. Tra il dire ed il fare c’ è di mezzo
il mare. Precisamente e giustamente il segretario del Partito Comunista Italiano sanciva la fine
di un sogno. Altri , tra cui il sottoscritto ( immodestamente ) erano e sono convinti che il
sogno era diventato un incubo. Certi erano i tedeschi dell Est che fuggivano all’Ovest.
L’ ideologia Comunista si spezzava in due tronconi. Quella legittimante del proprio e personale
potere e quella dell’ illusione, visto che il sogno poteva e doveva continuare. Entrambi false,
consapevoli i primi. Non consapevoli i secondi. L’ ideologia è anche rappresentazione di una
realtà non esistente, spendendo energie intellettuali e morali per giustificarne l’ esistenza. Ciò che
si vorrebbe è superato da ciò che avviene. Ciò che avviene sono fatti. Il concomitarsi dei fatti con
la loro correlazione e reazione si chiama Storia.
La Storia non è discutibile. La sua interpretazione ed il perché avvengono i fatti è compito degli
storici. Fino al 1917 si chiamava Russia. Dopo Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.
Prima comandava lo Zar. Poi ha comandato il Soviet Supremo promosso dal Pcus. Dopo il
Marxismo – leninismo l’ ideologia sovietica. Prima comandava solo lo Zar , poi è finito che
comandare era solo Stalin. Gli è costata fatica e soprattutto l’ eliminazione dei suoi avversari interni.
Eliminazione fisica, non solo politica. Si racconta che Stalin morì durante una riunione del Poliburo.

I presenti per alcuni minuti non dissero nulla rimanendo immobili. Avevano paura che Stalin
finisse per capirne le loro reazioni. Quando constatarono la realtà Beria si Mise a ballare contento e
felice della morte del Dittatore. Beria capo della polizia segreta e grande epuratore si sentiva in
pericolo. Vinse Kruscev diventando segretario. Tra le prime cose che fece, fucilare Beria per
alto  tradimento. Non si sa mai. Ed in privato si vantò di averlo strangolato. Non andavano
per il sottile a qui tempi.
Anche il Migliore, Palmiro Togliatti, rifiutò di tornare ad essere segretario del Comiform. La
proposta arrivava direttamente da Stalin. I membri della segreteria nazionale del PCI non
osarono ed appoggiarono la proposta di Stalin. Il Migliore preferì rimanere
a Roma ed andare in Urss come turista o segretario nazionale del Comunisti Italiani. Ed anni
dopo Enrico Berlinguer sostenne: meglio da questa parte del mondo ( occidente ) che l’ oriente
sovietico. Tanti gli aneddoti.
Nilde Jotti dopo molti anni dalla morte di Togliatti confidò in una intervista: Togliatti era un
uomo di poche parole in casa. Capì che lui sapeva delle purghe staliniane. Fece intendere la
sua importanza rivendicando di aver salvato tutto il gruppo dirigente italiano che viveva in esilio
a Mosca. Piaccia o non piaccia di comunismo si moriva uccisi dagli stessi tuoi compagni. Fu
uno dei problemi del dopo rivoluzione. Se non c’ era un nemico interno bisognava inventarlo
per giustificare i propri insuccessi. Non furono tutti errori o limiti. Sicuramente un ipotetico
conto economico esistenziale ha chiuso il bilancio in modo pesantemente negativo. Lo stato
comatoso ed assolutamente ininfluente dei partiti comunisti nel mondo lo dimostra.
Comprensibile per chi vuole festeggiare l’ anniversario. Umanamente comprensibile e – se volete –
affettivamente possibile comprendere, ma non più storicamente giustificabile.
30 anni fa cadeva il muro di Berlino. Precisamente veniva abbattuto dal popolo. Un anno prima mi chiedevo: non regge un
sistema politico che costruisce 156 Km di Muro intorno e tra la città di Berlino. Poco dopo tutti
i sistemi dell Est saltarono compresa l’ Urss che ritornò a chiamarsi Russia. Chiusura di una era
storica.

 

Patrizio Tosetto

Di fronte al Rojava

Incontro  in sostegno al popolo Kurdo lunedì 11 novembre, a partire dalle 21, presso il Polo del 900 in Via del Carmine, 14 

“Durante lo svolgimento dei lavori,  – commenta uno dei promotori del coordinamento  “Noi siamo con voi”, Giampiero Leo (nella foto) – potrete ascoltare testimonianze “vive” dal Rojava, godere della lettura di poesie particolarmente toccanti e constatare come lo spirito delle donne e degli uomini Kurdi sia quello di combattenti per la libertà e per la pace. E’ molto significativo, a questo proposito, che la rappresentanza Kurda abbia voluto come co-organizzatore il Coordinamento interconfessionale “Noi siamo con Voi” a testimonianza dello spirito di tolleranza e rispetto per tutte le fedi, le etnie e le culture, che alberga nel modello di società da loro realizzato”.

 

Cavallerizza, Napoli (FI): “M5S ha perso la testa?”

Pubblichiamo l’opinione dell’on. Osvaldo Napoli, capogruppo di Forza Italia in Comune:

Ho appreso da un tweet che gli occupanti della Cavallerizza, cioè i gentiluomini dei centri sociali e di Askatasuna in particolare, hanno partecipato  al tavolo in prefettura facendosi rappresentare da due personalità istituzionali: Guido Montanari, ex vice sindaco già licenziato dal sindaco Appendino, e la signora Viviana Ferrero, attuale vice presidente del Consiglio comunale.

A ogni persona dotata di un pizzico di buon senso cadono le braccia nell’apprendere che due figure istituzionali, sia pure in tempi diversi, si presentano in prefettura a rappresentare gli occupanti, abusivi e violenti, di uno spazio pubblico. Quando le stesse persone dovrebbero essere impegnate per accelerare lo sgombero della Cavallerizza da occupanti privi, come qualsiasi occupante, di qualsiasi titolo per stare dove stanno. Si parla di un bene pubblico riconosciuto come patrimonio dell’umanità dall’Unesco. Il dubbio, anzi, la certezza è che la giunta di Torino ha perso completamente la testa.

“L’oppressione comunista finiva con il crollo del muro”

“C’è una data simbolo, quella del 9 novembre,  che segna la liberazione dall’oppressione dal comunismo, ma purtroppo se ne parla troppo poco sia nelle scuole sia nelle istituzioni. Proprio per questo, quest’anno tra i temi  del nostro Progetto di Storia contemporanea rivolto alle scuole abbiamo inserito quello della caduta del Muro di Berlino. Il nostro intento è quello infatti di rilanciare e promuovere, proprio tra i giovani, quei segni di speranza e quelle aspettative per un futuro migliore attraverso un’Europa che sia in grado di difendere le proprie radici e tradizioni e la propria identità”. Con queste parole il presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia ricorda il trentesimo anniversario dalla notte di quel fatidico 9 novembre 1989, quando cadde un simbolo storico della cortina di ferro, segno della fine del mondo diviso in due blocchi contrapposti e inizio della riunificazione della Germania.

“Credo che il modo migliore per celebrare il trentennale della caduta del Muro e per riflettere sul significato di quell’evento sia evitare la retorica facile e scontata. E mi auguro che così facciano le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato al Progetto di Storia contemporanea e che, davvero numerosi, hanno scelto la caduta del Muro come tema della loro ricerca”, ha dichiarato Mauro Salizzoni, vicepresidente del Consiglio regionale delegato al Comitato Resistenza e Costituzione. “Quel Muro non divideva solo una città e un continente, ma due visioni del mondo, della storia e dell’uomo. Se gli eventi di trent’anni fa hanno segnato una profonda rivoluzione geopolitica, con la vittoria della democrazia occidentale sul totalitarismo sovietico e del capitalismo sul comunismo, tuttavia oggi dobbiamo chiederci se davvero la vittoria delle libertà e dei diritti sia stata tale. Quando mi giunse la notizia mi trovavo a Bruxelles, e tutti in quel momento abbiamo immaginato l’avvento di un mondo più libero, più giusto e inclusivo, più pacifico. Così è stato? Oppure alcune di quelle promesse si sono rivelate illusioni o, addirittura, sono state tradite?”.

 

 

 

 

 

Torino tra luci ed ombre dell’amministrazione pentastellata

Ne parliamo con il capogruppo dei Moderati in Consiglio comunale, Silvio Magliano

 

“Il turismo rappresenta un asse portante per la Città di Torino – spiega il Capogruppo dei Moderati in Consiglio comunale e regionale, Silvio Magliano – Auspico che si apra a Torino un Tavolo di Lavoro per il Turismo, cui possano partecipare tutti i soggetti coinvolti ed in cui si possa mettere in atto una strategia non tanto basata sull’immediatezza dei dati quantitativi, quanto su una più ampia programmazione a medio e lungo termine. In questo modo, attraverso una programmazione almeno su scala triennale delle iniziative culturali e fieristiche che coinvolgono la città, sarà possibile da parte degli operatori turistici, albergatori ed investitori del settore intervenire in modo mirato, dando al turismo quella visione di ampio respiro che permette da anni di farne una delle fonti essenziali di ricchezza per il territorio torinese”.

“La Città di Torino è stata protagonista nelle scorse settimane – prosegue Silvio Magliano – dell’increscioso episodio dell’incendio che si è propagato in una parte della Cavallerizza Reale in via Verdi. Mi ero già dichiarato contrario, durante la precedente gestione Fassino, all’autogestione di un bene che è stato suggellato quale patrimonio dell’Unesco, e lo sono egualmente oggi, in quanto l’idea della gestione dei beni comuni declinata in autogestione è inefficace. Non è assolutamente attuabile che possano gestire strutture di questo tipo sedicenti gruppi non autorizzati. Sono, invece, necessari vincoli giuridici chiari e regole precise per regolare l’uso ed il recupero di spazi di rilievo storico ed architettonico come questi”.

“La giunta torinese – specifica il capogruppo Silvio Magliano – appare in uno stato di sempre maggiore confusione, soprattutto all’indomani delle dimissioni del Comandante della Polizia Municipale Emiliano Bezzon, che, dopo aver affrontato con grande professionalità negli ultimi anni battaglie di ben altra portata, è ora stato costretto a rassegnare le dimissioni per la vicenda dei monopattini, soltanto perché ha fatto applicare le regole e per un’imposizione dei consiglieri di maggioranza. La vicenda dei monopattini presenta, infatti, un aspetto surreale, anche se fa emergere un quadro retrostante molto più serio e grave. Il Comandante dei Vigili urbani aveva espresso la sua volontà di andarsene già tempo fa, percependo la mancanza di un adeguato supporto da parte dell’Amministrazione. La delega alla Polizia municipale era stata scaricata dalla sindaca a Finardi, ora è stata abbandonata da quest’ultimo. La giunta, ancora una volta, dimostra di trovarsi in uno stato di assoluta e pericolosa confusione, mancante di un adeguato coordinamento tra sindaca ed assessori”.

 

Mara Martellotta

Ilaria Orsi di Trana al Parlamento europeo con un messaggio anti-povertà

Ilaria Orsi, 23 anni, attivista locale e Giovane Ambasciatrice di ONE di Trana si è recata al Parlamento europeo con altri 30 giovani volontari provenienti da tutta Europa per incontrare eurodeputati di diversi gruppi politici.

I giovani attivisti anti-povertà erano a Bruxelles per esortare i membri del Parlamento europeo a sostenere maggiori investimenti nella cooperazione allo sviluppo e a sottoscrivere una dichiarazione di intenti in supporto alla lotta contro la povertà estrema. Attraverso la firma della dichiarazione, la classe politica europea si è impegnata a garantire che l’Ue mantenga le sue promesse nei confronti dei più poveri del mondo con la prospettiva di raggiungere gli Obiettivi di sviluppo sostenibile entro il 2030. Quasi un terzo dei membri del Parlamento europeo ha appoggiato la campagna dei Giovani Ambasciatori ONE. Se formassero un gruppo, i 201 eurodeputati firmatari supererebbero in numero il Partito Popolare Europeo (PPE), attualmente il gruppo politico più grande formato da 182 eurodeputati.

Nella loro azione contro la povertà estrema e per un mondo più equo, i Giovani Ambasciatori di ONE godono dell’appoggio dell’opinione pubblica: come dimostrato da un recente sondaggio condotto dall’Ue, l’86% dei cittadini europei crede, infatti, che sia importante sostenere le persone nei paesi in via di sviluppo.

Ilaria ha affermato: “Gli eurodeputati sanno che i fatti contano più delle parole. Il loro sostegno alla dichiarazione di intenti per mettere fine alla povertà estrema deve essere tradotto in misure concrete per accertarsi che l’Ue mantenga le promesse fatte e per garantire che nessuno sia lasciato indietro.”

Emily Wigens, Direttrice di ONE in Europa, ha aggiunto: “Ai leader europei si presenta un’opportunità da non sprecare per garantire un futuro libero dalla povertà estrema.  I membri del Parlamento europeo ci sostengono. Adesso sta ai leader europei e alle decisioni che vorranno prendere per il futuro del nostro pianeta e dei suoi abitanti. Noi li esortiamo ad agire adesso per porre fine alla povertà estrema entro la scadenza fissata dalla comunità internazionale al 2030. I leader europei devono ascoltare i loro cittadini e concordare un bilancio pluriennale europeo che possa contribuire a creare un mondo dove tutti, a prescindere dal paese di appartenenza, possano condurre una vita dignitosa e avere accesso a pari opportunità.”

Cos’è ONE

ONE è un’organizzazione che opera con campagne e attività di sensibilizzazione per combattere la povertà estrema e le malattie prevenibili, soprattutto in Africa. Apolitica, ONE mira a sensibilizzare l’opinione pubblica e a lavorare di concerto con i leader politici per combattere l’AIDS e le malattie prevenibili, aumentare gli investimenti per l’istruzione, l’agricoltura, la sanità e l’alimentazione e chiedere ai governi maggiore trasparenza nei programmi di lotta alla povertà. Per saperne di più visita: one.org

 

Programma “Youth Ambassador”

Gli ambasciatori ONE sono un gruppo di giovani volontari estremamente motivati, selezionati tramite bando pubblico, che conducono attività di sensibilizzazione in tutta Europa per porre fine alla povertà estrema. Sollecitano un impegno concreto dei responsabili politici, lavorano con i mezzi di comunicazione per aumentare la visibilità delle campagne ONE e incoraggiano il pubblico a sostenere le petizioni e le altre azioni ONE con attività online ed eventi locali. Per saperne di più visita: one.org/youthambassadors.

 

La Campagna “ONE Vote”
201 eurodeputati hanno firmato la dichiarazione di intenti per porre fine alla povertà estrema entro il 2030 appoggiando la campagna ONE Vote. Questa campagna, condotta dai giovani attivisti di ONE, fa appello ai leader europei, esortandoli ad agire per garantire un mondo dove nessuno sia lasciato indietro, in Europa e all’estero. I sostenitori della campagna hanno firmato una dichiarazione di intenti impegnandosi ad usare il loro mandato per portare avanti la lotta contro la povertà estrema. Per saperne di più visita: onevote2019.org