POLITICA- Pagina 470

MPP e Comitato Autonoma Piemonte: "no alle fusioni di comuni senza il consenso delle popolazioni"

Fusioni tra Comuni oppure Unioni, quale può essere la scelta migliore per gli enti locali di piccole o piccolissime dimensioni per il futuro. MPP-Movimento Progetto Piemonte e Comitato Autonomia Piemont non hanno dubbi su quale strada non sia da prendere: quella delle fusioni, soprattutto se queste vanno contro la volontà della popolazione e si basano unicamente sulle proposte di delibere dei consigli comunali inoltrate alla Regione Piemonte. Per affrontare questo tema, che ha interessato recentemente alcune realtà comunali sul territorio subalpino, suscitando un acceso dibattito, organizzano

          VENERDI’ 12 APRILE ALLE ORE 21

           a QUAGLIUZZO (TO), Museo Fossilifero (ex chiesa), via del Campanile

             l’incontro pubblico sul tema “FUSIONE DI COMUNI – I MOTIVI DEL NO”

 
Dopo un saluto del sindaco di Quagliuzzo, Ernesto Barlese, il presidente del Movimento Progetto Piemonte e consigliere comunale di Villamiroglio (Alessandria) Massimo Iaretti interverrà sugli aspetti politici e legali che portano ad un giudizio negativo per i processi di fusione di enti locali. “Non siamo contrari per principio – dice Iaretti, che dal 2010 al 2014 era stato consigliere comunale a Parella e capogruppo di ‘Pedanea’ nell’Unione Terre del Chiusella – ma la legge regionale deve essere profondamente rivista soprattutto nei casi nei quali la popolazione di almeno uno dei comuni interessati dal processo esprima un parere referendario contrario. Poi ci sono anche considerazioni di carattere storico, identitario e sociale che pesano”. Secondo l’attuale normativa, infatti, è sufficiente per arrivare ad attivare un processo di fusione tra comuni la delibera degli stessi, mentre la consultazione è solo consultiva. C’è, tra gli altri il caso limite, di Gattico e Veruno, dove si è arrivati alla fusione nonostante il parere contrario espresso nel referendum dai cittadini di entrambi i paesi. Di particolare spessore sarà il contributo di Andrea Riva, già consigliere comunale dell’ex Comune di Cuccaro Monferrato, ‘fuso’ con Lu (entrambi in Provincia di Alessandria) nonostante il parere contrario dei cittadini che al referendum anno votato no. Riva si soffermerà, in particolare, sui vari aspetti che evidenziano e motivano la contrarietà alle fusioni. “I piccoli comuni sono una realtà viva della nostra terra – dichiarano Carlo Comoli e Augusto Racca, del coordinamento del Comitato Autonomia Piemont – e volerli rendere protagonisti di fusioni, soprattutto quando non c’è la volontà della popolazione, vuol dire perpetrare un’azione forte che ne nega la loro identità. Ecco perché siamo contrari a tutte le decisioni che vengono fatte calare dall’altro sulla testa dei cittadini”.

 
 

TAV, COMBA (FDI): “NOI DA SEMPRE PER LA TORINO-LIONE"

“Eletti, militanti e simpatizzanti di Fratelli d’Italia di Torino e del Piemonte prenderanno parte alla manifestazione Sì Tav, portando in piazza le bandiere tricolore, ma non le insegne di partito. Noi siamo da sempre a favore dell’opera e riteniamo che si debba esprimere senza remore la propria convinzione. Ma vogliamo sgombrare il campo da ogni possibile strumentalizzazione di parte, a differenza di certe forze politiche di sinistra scopertesi pro-Tav magari solo in tempi più recenti”. Così  si è espresso il portavoce regionale di Fratelli d’Italia, Fabrizio Comba, a proposito dell’evento in programma a Torino. “La Torino-Lione – prosegue Comba – è un’infrastruttura indispensabile per lo sviluppo e la competitività della nostra Regione. FdI continuerà pertanto, come già sostenuto dalla presidente, On. Giorgia Meloni, in tutte le sue sedi, istituzionali, politiche e soprattutto tra la gente, nella battaglia per portare a compimento il progetto”. “Quello di domani – conclude l’esponente di FdI – sarà una manifestazione di popolo alla quale diamo la nostra piena e convinta adesione”.

Molinari (Lega): "solidarietà a Sciretti, e al sindaco Appendino. I gesti intimidatori non ci fermeranno” 

“Esprimo, a nome di tutta la Lega del Piemonte, la mia completa solidarietà ad Alessandro Sciretti, nostro capogruppo in Circoscrizione 6 a Torino, e naturalmente anche al sindaco di Torino, Chiara Appendino. Non sono certo questi gesti intimidatori, che richiamano alla memoria gli anni più bui della storia dell’Italia Repubblicana, che fermeranno la forte volontà di cambiamento, pacifico e costruttivo, dei piemontesi e degli italiani”. 
L’on. Riccardo Molinari, Capogruppo alla Camera dei Deputati e Segretario della Lega in Piemonte, interviene a nome di tutta la Lega per rispondere con fermezza a chi, con sospetti pacchi bomba e rivendicazioni deliranti, sta cercando in questi giorni di ‘avvelenare’ il clima politico torinese, a poche settimane ormai dalle elezioni regionali.  “Il Piemonte è una Regione di fortissima tradizione democratica – continua Molinari – e tutte le Istituzioni sono assolutamente unite e coese nel condannare simili gesti criminali. Auguro buon lavoro alle forze dell’ordine e agli organi giudiziari competenti, che sapranno certamente fare piena luce sulla vicenda, e assicurare alla Giustizia i responsabili di questi atti”. 

Liberi Uguali Verdi presenta il suo simbolo

Per le elezioni regionali del 26 maggio 2019 

È stato presentato oggi il simbolo della lista per le elezioni regionali Liberi Uguali Verdi, nata a partire dall’esperienza del Gruppo regionale LeU costituito nel luglio 2018 dai consiglieri Marco Grimaldi, Silvana Accossato e Walter Ottria.  Si concretizza la scelta di costruire una lista che unisca Articolo Uno, Sinistra Italiana, Possibile, Verdi e le tante anime ecologiste e civiche attive sul territorio, fra le quali Progetto Torino. Le forze politiche in campo lanciano subito un appello a partecipare a questo laboratorio unico in Italia a tutti coloro che in questi anni si sono battuti per la giustizia sociale, l’inclusione, i diritti, la riconversione ecologica, a partire dai tanti giovani che in questi mesi hanno costruito la protesta contro i cambiamenti climatici e dai soggetti che si sono opposti alle politiche del governo Salvini-Di Maio.  La lista pone alla coalizione di centrosinistra e a Sergio Chiamparino le priorità del suo impegno: il lavoro, la sanità e la scuola pubblica, l’ambiente, la sicurezza alimentare, le energie rinnovabili, il trasporto pubblico e la mobilità sostenibile.  “Il nostro simbolo, con le parole ‘LIBERI UGUALI VERDI’ in rosso e verde su sfondo bianco e l’immagine di un germoglio anch’esso rosso e verde, richiama un impegno sui temi sociali e ambientali, che non devono essere separati” – dichiarano i promotori della lista. – “Faremo di tutto per non consegnare il Piemonte a Salvini e i suoi alleati. Uniamo le nostre storie e le nostre energie, per far vincere un Piemonte ecologista e solidale capace di invertire i pronostici”.

Tutte le incognite del voto in Piemonte

Così ci siamo sbagliati e Alberto Cirio sarà il candidato del centrodestra. Tutto il centrodestra. Matteo Salvini ci ha messo del suo e non vuole rischiare di perdere in Piemonte. E Nonno Berlusca ha assestato un colpo
Nonno detto, sia ben chiaro, con tutto l’ affetto possibile verso chi é nato nel 1935. Affetto e rispetto.  Forse avevamo confuso le nostre aspettative con ciò che avremmo voluto e desiderato.  Come si dice, ognuno a casa propria fa quello che vuole. Certamente se anche il Piemonte si ritinge di azzurro e verde la vedo dura per il PD nazionale. Forse (condizionale d’ obbligo) gli rimarrà il Centro Italia. Non c’ è mai limite al peggio come al meglio.  Bisogna vedere da quale punto di vista si osserva. Tutto è in movimento. La sondaggista Ghisleri preannuncia grossi movimenti negli elettori per le Europee. In una intervista sostiene che il blocco governativo giallo verde franerà nei consensi.  Sui pentastellati non abbiamo dubbi. Sul leghisti qualche dubbio invece sì. Giggino è l’ unico convinto di contare qualcosa in questo governo ed il povero Tria cerca disperatamente di non far fallire  l’ Italia. Con queste premesse la partita in Piemonte è aperta. Chiampa in recupero ha le sue gatte fa pelare.  Orgogliosi no Tav come Grimaldi si candidano . Questo è chiaro.  Non è  chiaro fino in fondo in quale lista. E le sue critiche verso le politiche di destra del Chiampa sono cose passate. Oramai quello che si dice oggi magari tra 15 giorni non vale più.  Chi non molla assolutamente è Anna Rossomando. L’ultimo orizzonte politico è l’elezione di Mauro Salizzoni, uno dei più grandi ed apprezzati chirurghi a livello mondiale. Ma non basta.  Una delle icone di chi era o si sentiva  a sinistra, il più di sinistra possibile. Gioiello di  Rifondazione comunista.
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Allora qualche ex dirigente del Partito Comunista italiano c’era ancora, ora ridotto ad un gruppuscolo fatto solo da gruppettari. Essere un ottimo chirurgo non vuole dire essere automaticamente un buon politico. Ma una cosa è sicura.  L’ottimo chirurgo ha molte competenze. E sicuramente la sua affermazione avrà conseguenze all’ interno del PD ancorché non sia del PD.  E Rossomando dopo Zingaretti e Furia punta tutto a sinistra, non fermandosi. Così il 18 di Aprile al Circolo dei lettori confronto tra Marco Revelli, Mario Tronti e sullo sfondo Massimo Cacciari ed Alberto Asor Rosa.  Il massimo dei massimi.  Il massimo dei massimi per chi  è  di sinistra, puntualizzo sinistra democratica e, come si diceva una volta, riformista. Una grande incognita è quell’ elettorato deluso dal Pd che  ha votato pentastellati.  Un elettorato che si pente amaramente di aver dato fiducia a Di Maio che a stento capisce cosa lui stesso sta facendo. Un elettorato che non ha ancora deciso se tornare alla casa madre o astenersi, spronato dalla sinistra sbrindellata all’ astensione. E Chiampa rischia.  Rischia tanto, fin troppo.  Accettando il Grimaldi di turno acquista un voto ma ne perde almeno dieci. Il gioco sta nel chi sbaglia di meno. Poche, pochissime le certezze sul dopo voto.  La prima: Bertola pentastellato tagliato fuori.  Conterà su uno zoccolo duro ma ampiamente insufficiente per essere competitivo. Secondo: vincerà sicuramente un pro Tav. Conclusioni: Chiampa e Cirio stanno evidenziando le incoerenze altrui, con le pasionarie un po’ in sordina ora che la si deve buttare in politica.  I tentativi di bloccare l’opera sono ridicolmente  falliti .
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Sempre meno i No Tav.  Sicuramente ancora molto ma molto rumorosi. Relegati nella bassa Val di Susa hanno capito di avere perso e pensano a come vendere cara la pelle.  Ergo, devono scegliere se presentarsi ed in che modo alle elezioni amministrative. O viceversa astenersi come ultimo ed estremo rifiuto.  Anche la sinistra sbrindellata li ha mollati correndo verso la sirena del Sergio Chiamparino tra i capi indiscussi pro Tav. Nel centro destra è scatenato  Roberto Rosso con Fabrizio Comba, nuove anime di Fratelli d Italia che, nonostante Giorgia Meloni, cercano un spazio. Leghisti sempre disciplinati. Riccardo Molinari oramai tra i numeri due di Salvini.  Loro non vogliono tante liste d’ appoggio a Cirio.  Bartolomeo Giachino è relegato ad un ruolo secondario. Magari rientrerà dalla finestra come assessore ai Trasporti, pane per i suoi denti. Il centrodestra è favorito nella vittoria, ma come si dice: mai vendere la pelle dell Orso prima di averlo ucciso. E qualcosa di possibile non è detto che sia probabile. Una lotta all’ ultimo voto? Non so. Le conseguenze del voto piemontese avranno una rilevanza nazionale se non europea. Speriamo che la classe politica locale sappia giocarsela ottimamente per gli interessi del Piemonte. Ma su questo siamo decisamente pessimisti.
Patrizio Tosetto

Anarchici, Rosso (FdI): Sgomberare scuola occupata e restituirla al quartiere

“L’ex scuola ‘Salvo d’Acquisto’ deve essere subito sgomberata”: questo l’appello di Roberto Rosso capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune a Torino lanciato nel presidio davanti all’ex istituto scolastico di via Tollegno occupato dagli anarchici. “Avevamo invitato tutte le forze politiche – prosegue – mi spiace vedere che non hanno colto l’importanza di essere qui per sottolineare la necessità che questa città ritrovi la legalità”.“Questa scuola, tra Barriera e Regio Parco – aggiunge Rosso – era unica con piscina e giardino, poi è stata smantellata dalla giunta Fassino. Chiediamo che venga restituita al quartiere e sottratta agli anarchici, provocatori e nullafacenti”. 

Cari intellettuali, l'estremismo ideologico genera violenza

Intellettuali, uomini di cultura o noti politici che hanno firmato appelli per il terrorista Cesare Battisti, stiamo aspettando le vostre scuse che (come da copione) non arrivano. Cesare Battisti ha ammesso di essere un assassino
 La prima volta che il carcere gli ha fatto bene. Chi ha dato la notizia parla di un atto liberatorio. Le scuse continuano nel non arrivare, ai  famigliari delle vittime, a tutti gli Italiani. Una richiesta respinta al mittente.Forse sperare che chiedano scusa è troppo.  Ma almeno auspicare un ravvedimento. Invece hanno sempre ragione, questi intellettuali che sono dalla parte della storia. 
Anzi si sentono, sono la storia. Peccato ci siano tra loro anche bravi, bravissimi scrittori, la dimostrazione pratica che l’ ideologia non fa ragionare. Ideologia rossa o nera che sia. Non ammettendo di poter sbagliare non sono disponibili nel rivisitare i propri atti. Una ottusità portata ai massimi livelli fino a coprire sempre culturalmente e politicamente un assassino reo confesso come Cesare Battisti. Ma non si fermano a questo. Quando gli anarcoidi ed insurrezionalisti minacciano di mettere a ferro e fuoco Torino parlano già di criminalizzazione del dissenso.  Straparlano. E dopo che le forze dell’ ordine requisiscono ai manifestanti diversi strumenti atti a offendere, sostengono che la colpa è delle forze dell’ordine. E tutti ma proprio tutti sono rigorosamente No Tav.  L importante è fare casino contro il sistema capitalistico. Importante è  produrre caos.  Ciarpame estremamente pericoloso e violento, violenza manifesta anche solo con le  parole. Se ne è accorto il questore di Torino Messina.  Sicuramente lo rimpiangeremo. In un anno ha fatto ciò che i suoi predecessori non erano riusciti a fare in dieci. Testimonianza che il più delle volte è un problema di volontà dello Stato. Stato democratico che ha diritto e dovere di difendersi. E l’ unico modo di difendersi è reprimere i delinquenti, arrestati e condannati.  Altro che criminalizzazione del dissenso. Ma anarcoidi e comunistoidi sono in buona compagnia. A Verona il fascistello con il braccio alzato grida “Salvini è uno di noi”, provoca la poliziotta della Digos.  Le  urla “arrestami”, insultandola. Voleva aggredire i manifestanti, pacifici, che sfilavano contro il convegno sulla famiglia. Anche qui speriamo nell’ arresto del delinquente e nella sua condanna.  E siamo curiosi di sapere come il Ministro dell’ Interno Matteo Salvini intenda agire verso uno che sostiene di essere un suo supporter. Con un consiglio al Vice Premier, diffidare di questa gentaglia che parla a nome suo.  Come la sinistra dovrebbe diffidare di quest’ altra parte della mela di gentaglia.  Almeno diffidi quella sinistra che si considera democratica, perchè l’odio  non è mai stato e  non sarà mai costruttivo. Questa nostra democrazia ha bisogno come il pane di costruzione e non di distruzione. Da Verona a Torino ho visto tanto nichilismo, troppa voglia di distruggere e non di costruire. Sicuramente due icone della sinistra sono Sandro Pertini ed Enrico Berlinguer.  Il segretario del PCI nel 77 giudicò gli antagonisti di allora come piccoli untorelli.  Ed il più amato Presidente della Repubblica italiana sosteneva : meglio la più imperfetta delle democrazie che la più perfetta delle dittature.  Dittature che non hanno solo riguardato la destra fascista. Hanno riguardato un pezzo della sinistra dei comunisti. Ed il comunismo nato come ricerca di una totale libertà si è tradotto in negazione della libertà altrui. Così Cesare Battisti e il fascistello di Verona rimangono e sono solo delinquenti.
Patrizio Tosetto

COMITAL, COSTANZO (M5S): "Tutti gli operai hanno ricevuto la cassa integrazione. Ora al lavoro per il futuro dell’azienda”.

La cassa integrazione è arrivata a tutti i lavoratori della Comital di Volpiano a fine marzo
La deputata torinese del M5S in Commissione lavoro commenta il risultato: “È stata una partita molto lunga, ma alla fine il risultato positivo per i lavoratori è arrivato. La reintroduzione della cassa integrazione, avvenuta nel Decreto Genova e voluta dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, ha evitato una procedura di licenziamento collettivo che avrebbe significato per i lavoratori l’uscita dal mercato del lavoro. Dopo diversi mesi di lavoro e di pazienza da parte degli operai, a marzo tutti hanno ricevuto la cassa integrazione”.“Adesso che la cassa integrazione è partita ed andrà avanti per un anno per i dipendenti sia di Comital sia di Lamalù – continua Costanzo – si sta lavorando per il futuro dell’azienda, nella consapevolezza che il bando di acquisto, pubblicato lo scorso febbraio, scadrà a maggio. Non è un obiettivo facile, per questo sono richieste le energie di tutti, dai curatori fallimentari al Governo, per lavorare insieme al fine di dare continuità ad un’azienda di vitale importanza per il nostro territorio” conclude la deputata 5 Stelle.

Le Regionali e i No Tav rosso-verdi

La nuova lista rosso-verde costituitasi in aiuto del presidente uscente della Regione Chiamparino e’ composta da molti No Tav dichiarati, malgrado “La stampa” si guardi bene dal dirlo. D’altra parte il nuovo libro di Travaglio, infarcito di interventi di vecchie cariatidi No Tav tra cui Erri De Luca, ripropone con la solita arroganza le posizioni storiche contrarie all’alta velocità proprie di vegliardi come Angelo Tartaglia che ritorna in circolazione con grande attivismo, dopo anni di silenzio.Tartaglia, tra il resto, fu l’espressione del più rancido catto-comunismo che trionfo’ all’epoca remota di Novelli sindaco. Il libro e’ il campionario di tutte le tesi contrarie alla Tav raccolte negli anni. Un documento vecchio e fazioso che non offre spunti per un dibattito serio in quanto esprime atteggiamenti esclusivamente ideologici ed aprioristici. La nuova  lista rosso-verde scopre il fianco sinistro del presidente uscente perché gli  toglie ogni credibilità sul fronte Si’ Tav di cui vorrebbe essere il campione unico e inimitabile.Con questa alleanza e il ritiro dalla competizione elettorale di Antonio  Ferrentino  presentato come il proconsole Sì Tav di Chiamparino in Valle di Susa, il presidente non può più seriamente porsi come il paladino incontrastato della Tav. Ne dovranno prendere atto anche quelle “madamine” che simpatizzano per lui . Gli unici  che oggi hanno titolo di sventolare coerentemente la bandiera Tav sono Mino GIachino che ha raccolto oltre 120mila firme e il candidato del centro-destra, malgrado l’ambiguità della Lega che a Torino è pro Tav e a Roma si pronuncia a livello di governo per il rinvio. La lista rosso-verde ha di  fatto vanificato la credibilità del presidente uscente della Regione che sulla Tav era stato silenzioso per 4 anni e mezzo, salvo scoprirla negli ultimi mesi in modo poco convincente e propagandistico. Oggi l’alleanza con i No Tav rosso – verdi lo dimostra in modo inconfutabile.  Se il Pd,come sembra, avrà uno scarso consenso elettorale, il seggio eventuale rosso-verde potrebbe diventare determinante per la formazione di una maggioranza di governo. Un elemento in più per valutare negativamente l’alleanza di Chiamparino con i rosso-verdi No Tav che genererà non poca confusione tra i futuri elettori di centro-sinistra.
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Pier Franco Quaglieni