POLITICA- Pagina 468

Tutte le incognite del voto in Piemonte

Così ci siamo sbagliati e Alberto Cirio sarà il candidato del centrodestra. Tutto il centrodestra. Matteo Salvini ci ha messo del suo e non vuole rischiare di perdere in Piemonte. E Nonno Berlusca ha assestato un colpo
Nonno detto, sia ben chiaro, con tutto l’ affetto possibile verso chi é nato nel 1935. Affetto e rispetto.  Forse avevamo confuso le nostre aspettative con ciò che avremmo voluto e desiderato.  Come si dice, ognuno a casa propria fa quello che vuole. Certamente se anche il Piemonte si ritinge di azzurro e verde la vedo dura per il PD nazionale. Forse (condizionale d’ obbligo) gli rimarrà il Centro Italia. Non c’ è mai limite al peggio come al meglio.  Bisogna vedere da quale punto di vista si osserva. Tutto è in movimento. La sondaggista Ghisleri preannuncia grossi movimenti negli elettori per le Europee. In una intervista sostiene che il blocco governativo giallo verde franerà nei consensi.  Sui pentastellati non abbiamo dubbi. Sul leghisti qualche dubbio invece sì. Giggino è l’ unico convinto di contare qualcosa in questo governo ed il povero Tria cerca disperatamente di non far fallire  l’ Italia. Con queste premesse la partita in Piemonte è aperta. Chiampa in recupero ha le sue gatte fa pelare.  Orgogliosi no Tav come Grimaldi si candidano . Questo è chiaro.  Non è  chiaro fino in fondo in quale lista. E le sue critiche verso le politiche di destra del Chiampa sono cose passate. Oramai quello che si dice oggi magari tra 15 giorni non vale più.  Chi non molla assolutamente è Anna Rossomando. L’ultimo orizzonte politico è l’elezione di Mauro Salizzoni, uno dei più grandi ed apprezzati chirurghi a livello mondiale. Ma non basta.  Una delle icone di chi era o si sentiva  a sinistra, il più di sinistra possibile. Gioiello di  Rifondazione comunista.
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Allora qualche ex dirigente del Partito Comunista italiano c’era ancora, ora ridotto ad un gruppuscolo fatto solo da gruppettari. Essere un ottimo chirurgo non vuole dire essere automaticamente un buon politico. Ma una cosa è sicura.  L’ottimo chirurgo ha molte competenze. E sicuramente la sua affermazione avrà conseguenze all’ interno del PD ancorché non sia del PD.  E Rossomando dopo Zingaretti e Furia punta tutto a sinistra, non fermandosi. Così il 18 di Aprile al Circolo dei lettori confronto tra Marco Revelli, Mario Tronti e sullo sfondo Massimo Cacciari ed Alberto Asor Rosa.  Il massimo dei massimi.  Il massimo dei massimi per chi  è  di sinistra, puntualizzo sinistra democratica e, come si diceva una volta, riformista. Una grande incognita è quell’ elettorato deluso dal Pd che  ha votato pentastellati.  Un elettorato che si pente amaramente di aver dato fiducia a Di Maio che a stento capisce cosa lui stesso sta facendo. Un elettorato che non ha ancora deciso se tornare alla casa madre o astenersi, spronato dalla sinistra sbrindellata all’ astensione. E Chiampa rischia.  Rischia tanto, fin troppo.  Accettando il Grimaldi di turno acquista un voto ma ne perde almeno dieci. Il gioco sta nel chi sbaglia di meno. Poche, pochissime le certezze sul dopo voto.  La prima: Bertola pentastellato tagliato fuori.  Conterà su uno zoccolo duro ma ampiamente insufficiente per essere competitivo. Secondo: vincerà sicuramente un pro Tav. Conclusioni: Chiampa e Cirio stanno evidenziando le incoerenze altrui, con le pasionarie un po’ in sordina ora che la si deve buttare in politica.  I tentativi di bloccare l’opera sono ridicolmente  falliti .
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Sempre meno i No Tav.  Sicuramente ancora molto ma molto rumorosi. Relegati nella bassa Val di Susa hanno capito di avere perso e pensano a come vendere cara la pelle.  Ergo, devono scegliere se presentarsi ed in che modo alle elezioni amministrative. O viceversa astenersi come ultimo ed estremo rifiuto.  Anche la sinistra sbrindellata li ha mollati correndo verso la sirena del Sergio Chiamparino tra i capi indiscussi pro Tav. Nel centro destra è scatenato  Roberto Rosso con Fabrizio Comba, nuove anime di Fratelli d Italia che, nonostante Giorgia Meloni, cercano un spazio. Leghisti sempre disciplinati. Riccardo Molinari oramai tra i numeri due di Salvini.  Loro non vogliono tante liste d’ appoggio a Cirio.  Bartolomeo Giachino è relegato ad un ruolo secondario. Magari rientrerà dalla finestra come assessore ai Trasporti, pane per i suoi denti. Il centrodestra è favorito nella vittoria, ma come si dice: mai vendere la pelle dell Orso prima di averlo ucciso. E qualcosa di possibile non è detto che sia probabile. Una lotta all’ ultimo voto? Non so. Le conseguenze del voto piemontese avranno una rilevanza nazionale se non europea. Speriamo che la classe politica locale sappia giocarsela ottimamente per gli interessi del Piemonte. Ma su questo siamo decisamente pessimisti.
Patrizio Tosetto

Anarchici, Rosso (FdI): Sgomberare scuola occupata e restituirla al quartiere

“L’ex scuola ‘Salvo d’Acquisto’ deve essere subito sgomberata”: questo l’appello di Roberto Rosso capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune a Torino lanciato nel presidio davanti all’ex istituto scolastico di via Tollegno occupato dagli anarchici. “Avevamo invitato tutte le forze politiche – prosegue – mi spiace vedere che non hanno colto l’importanza di essere qui per sottolineare la necessità che questa città ritrovi la legalità”.“Questa scuola, tra Barriera e Regio Parco – aggiunge Rosso – era unica con piscina e giardino, poi è stata smantellata dalla giunta Fassino. Chiediamo che venga restituita al quartiere e sottratta agli anarchici, provocatori e nullafacenti”. 

Cari intellettuali, l'estremismo ideologico genera violenza

Intellettuali, uomini di cultura o noti politici che hanno firmato appelli per il terrorista Cesare Battisti, stiamo aspettando le vostre scuse che (come da copione) non arrivano. Cesare Battisti ha ammesso di essere un assassino
 La prima volta che il carcere gli ha fatto bene. Chi ha dato la notizia parla di un atto liberatorio. Le scuse continuano nel non arrivare, ai  famigliari delle vittime, a tutti gli Italiani. Una richiesta respinta al mittente.Forse sperare che chiedano scusa è troppo.  Ma almeno auspicare un ravvedimento. Invece hanno sempre ragione, questi intellettuali che sono dalla parte della storia. 
Anzi si sentono, sono la storia. Peccato ci siano tra loro anche bravi, bravissimi scrittori, la dimostrazione pratica che l’ ideologia non fa ragionare. Ideologia rossa o nera che sia. Non ammettendo di poter sbagliare non sono disponibili nel rivisitare i propri atti. Una ottusità portata ai massimi livelli fino a coprire sempre culturalmente e politicamente un assassino reo confesso come Cesare Battisti. Ma non si fermano a questo. Quando gli anarcoidi ed insurrezionalisti minacciano di mettere a ferro e fuoco Torino parlano già di criminalizzazione del dissenso.  Straparlano. E dopo che le forze dell’ ordine requisiscono ai manifestanti diversi strumenti atti a offendere, sostengono che la colpa è delle forze dell’ordine. E tutti ma proprio tutti sono rigorosamente No Tav.  L importante è fare casino contro il sistema capitalistico. Importante è  produrre caos.  Ciarpame estremamente pericoloso e violento, violenza manifesta anche solo con le  parole. Se ne è accorto il questore di Torino Messina.  Sicuramente lo rimpiangeremo. In un anno ha fatto ciò che i suoi predecessori non erano riusciti a fare in dieci. Testimonianza che il più delle volte è un problema di volontà dello Stato. Stato democratico che ha diritto e dovere di difendersi. E l’ unico modo di difendersi è reprimere i delinquenti, arrestati e condannati.  Altro che criminalizzazione del dissenso. Ma anarcoidi e comunistoidi sono in buona compagnia. A Verona il fascistello con il braccio alzato grida “Salvini è uno di noi”, provoca la poliziotta della Digos.  Le  urla “arrestami”, insultandola. Voleva aggredire i manifestanti, pacifici, che sfilavano contro il convegno sulla famiglia. Anche qui speriamo nell’ arresto del delinquente e nella sua condanna.  E siamo curiosi di sapere come il Ministro dell’ Interno Matteo Salvini intenda agire verso uno che sostiene di essere un suo supporter. Con un consiglio al Vice Premier, diffidare di questa gentaglia che parla a nome suo.  Come la sinistra dovrebbe diffidare di quest’ altra parte della mela di gentaglia.  Almeno diffidi quella sinistra che si considera democratica, perchè l’odio  non è mai stato e  non sarà mai costruttivo. Questa nostra democrazia ha bisogno come il pane di costruzione e non di distruzione. Da Verona a Torino ho visto tanto nichilismo, troppa voglia di distruggere e non di costruire. Sicuramente due icone della sinistra sono Sandro Pertini ed Enrico Berlinguer.  Il segretario del PCI nel 77 giudicò gli antagonisti di allora come piccoli untorelli.  Ed il più amato Presidente della Repubblica italiana sosteneva : meglio la più imperfetta delle democrazie che la più perfetta delle dittature.  Dittature che non hanno solo riguardato la destra fascista. Hanno riguardato un pezzo della sinistra dei comunisti. Ed il comunismo nato come ricerca di una totale libertà si è tradotto in negazione della libertà altrui. Così Cesare Battisti e il fascistello di Verona rimangono e sono solo delinquenti.
Patrizio Tosetto

COMITAL, COSTANZO (M5S): "Tutti gli operai hanno ricevuto la cassa integrazione. Ora al lavoro per il futuro dell’azienda”.

La cassa integrazione è arrivata a tutti i lavoratori della Comital di Volpiano a fine marzo
La deputata torinese del M5S in Commissione lavoro commenta il risultato: “È stata una partita molto lunga, ma alla fine il risultato positivo per i lavoratori è arrivato. La reintroduzione della cassa integrazione, avvenuta nel Decreto Genova e voluta dal ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, ha evitato una procedura di licenziamento collettivo che avrebbe significato per i lavoratori l’uscita dal mercato del lavoro. Dopo diversi mesi di lavoro e di pazienza da parte degli operai, a marzo tutti hanno ricevuto la cassa integrazione”.“Adesso che la cassa integrazione è partita ed andrà avanti per un anno per i dipendenti sia di Comital sia di Lamalù – continua Costanzo – si sta lavorando per il futuro dell’azienda, nella consapevolezza che il bando di acquisto, pubblicato lo scorso febbraio, scadrà a maggio. Non è un obiettivo facile, per questo sono richieste le energie di tutti, dai curatori fallimentari al Governo, per lavorare insieme al fine di dare continuità ad un’azienda di vitale importanza per il nostro territorio” conclude la deputata 5 Stelle.

Le Regionali e i No Tav rosso-verdi

La nuova lista rosso-verde costituitasi in aiuto del presidente uscente della Regione Chiamparino e’ composta da molti No Tav dichiarati, malgrado “La stampa” si guardi bene dal dirlo. D’altra parte il nuovo libro di Travaglio, infarcito di interventi di vecchie cariatidi No Tav tra cui Erri De Luca, ripropone con la solita arroganza le posizioni storiche contrarie all’alta velocità proprie di vegliardi come Angelo Tartaglia che ritorna in circolazione con grande attivismo, dopo anni di silenzio.Tartaglia, tra il resto, fu l’espressione del più rancido catto-comunismo che trionfo’ all’epoca remota di Novelli sindaco. Il libro e’ il campionario di tutte le tesi contrarie alla Tav raccolte negli anni. Un documento vecchio e fazioso che non offre spunti per un dibattito serio in quanto esprime atteggiamenti esclusivamente ideologici ed aprioristici. La nuova  lista rosso-verde scopre il fianco sinistro del presidente uscente perché gli  toglie ogni credibilità sul fronte Si’ Tav di cui vorrebbe essere il campione unico e inimitabile.Con questa alleanza e il ritiro dalla competizione elettorale di Antonio  Ferrentino  presentato come il proconsole Sì Tav di Chiamparino in Valle di Susa, il presidente non può più seriamente porsi come il paladino incontrastato della Tav. Ne dovranno prendere atto anche quelle “madamine” che simpatizzano per lui . Gli unici  che oggi hanno titolo di sventolare coerentemente la bandiera Tav sono Mino GIachino che ha raccolto oltre 120mila firme e il candidato del centro-destra, malgrado l’ambiguità della Lega che a Torino è pro Tav e a Roma si pronuncia a livello di governo per il rinvio. La lista rosso-verde ha di  fatto vanificato la credibilità del presidente uscente della Regione che sulla Tav era stato silenzioso per 4 anni e mezzo, salvo scoprirla negli ultimi mesi in modo poco convincente e propagandistico. Oggi l’alleanza con i No Tav rosso – verdi lo dimostra in modo inconfutabile.  Se il Pd,come sembra, avrà uno scarso consenso elettorale, il seggio eventuale rosso-verde potrebbe diventare determinante per la formazione di una maggioranza di governo. Un elemento in più per valutare negativamente l’alleanza di Chiamparino con i rosso-verdi No Tav che genererà non poca confusione tra i futuri elettori di centro-sinistra.
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Pier Franco Quaglieni

"Nasce in Piemonte una nuova speranza rossa e verde"

È in campo una nuova proposta “rossa e verde”, un laboratorio civico e politico che vedrà la nascita della lista per le elezioni regionali Liberi Uguali Verdi, a partire dall’esperienza del Gruppo regionale LeU costituito nel luglio 2018 dai consiglieri Marco Grimaldi, Silvana Accossato e Walter Ottria.

Si concretizza la scelta di costruire una lista che unisca Verdi, Sinistra Italiana, Mdp Articolo Uno, Possibile e le tante anime ecologiste e civiche attive sul territorio, fra le quali Progetto Torino. Le forze politiche in campo lanciano subito un appello a partecipare a questo laboratorio unico in Italia a tutti coloro che in questi anni si sono battuti per la giustizia sociale, l’inclusione, i diritti, contro i cambiamenti climatici, la riconversione ecologica dell’economia e la messa in sicurezza del nostro territorio, per costruire un Piemonte ecologista e solidale. La lista porrà a Chiamparino e alla coalizione di centrosinistra un rinnovato impegno per il lavoro, la sanità e la scuola pubblica, l’ambiente, le energie rinnovabili, la sicurezza alimentare e il trasporto pubblico, con il quale presentarsi insieme alle elezioni piemontesi. “Le ragazze e i ragazzi scesi in piazza in tutto il mondo e nelle nostre città ci spronano a cambiare tutto prima che cambi il clima” – dichiarano i promotori della lista. – “Solo scelte radicali potranno portare il Piemonte e i suoi territori fuori dalla marginalità. Vogliamo fermare l’unica emigrazione che ci spaventa, quella dei troppi giovani che dopo gli studi, per mancanza di opportunità e lavori dignitosi, per assenza di futuro e stabilità, sono costretti ad andare all’estero”.

Riconosciuta l’esenzione alle donne con il gene di Angelina Jolie

L’Ordine del Giorno n.1321 votato all’unanimità dal Consiglio Regionale nel giugno 2018, su proposta del Consigliere Regionale Alfredo Monaco, che prevede l’esenzione alla compartecipazione della spesa sanitaria per le classi di Screening BRCA 1 BRCA 2, è stato deliberato dalla Giunta Chiamparino

“Sono felicissimo – dichiara il chirurgo Monaco – di aver dato questo contributo a una categoria fragile come quella delle donne esposte a un alto rischio di cancro alla mammella e alle ovaie, che finora dovevano pagare oltre i 600 euro di ticket all’anno. Buona sanità significa fare prevenzione e il Piemonte non è secondo a nessuno in Italia e lo dimostra avendo sostenuto e realizzato questa mia iniziativa. Ringrazio di cuore la dott.ssa Elisa Artusio dell’Oncologia diretta dal Prof. Giorgio Scagliotti del San Luigi Gonzaga per avermi segnalato il tema, oltre al Dottor Saverio Danese e alla dott.ssa Elisa Piccardo dell’Ospedale Sant’Anna di Torino per l’importante contributo tecnico. A dimostrazione che i nostri medici hanno una sensibilità e una attenzione particolare per i loro pazienti che va ben oltre le pur eccellenti professionalità e attività quotidiane. Ovvero, avrebbero potuto fare “solo” i medici e invece sono stati attenti anche ad aspetti sociali ed economici importanti, dimostrando una profonda umanità associata alla loro professione. Sono più di 1200 le donne (e alcuni uomini) che potranno usufruire di questo beneficio e, mal contata, l’operazione costa circa un milione di euro. Un pensiero al dottor Franco Ripa, dell’Assessorato, per aver lavorato a questa complicata delibera e la gratitudine a Sergio Chiamparino e alla sua Giunta per aver riconosciuto questo diritto finalizzato alla buona sanità”. La Regione Piemonte è da sempre molto attenta e sensibile ai temi della prevenzione sanitaria in campo oncologico, attraverso svariati programmi come “Prevenzione Serena” (concentrato sul cancro alla mammella e al collo dell’utero). I BRCA 1 e i BRCA 2 sono i geni che si occupano della produzione di proteine che concorrono a riparare i difetti cellulari che sono alla base della formazione di tumori. Le ricerche hanno dimostrato che alcune donne con una mutazione ereditaria dei geni BRCA, hanno un rischio altissimo di sviluppare un cancro alla mammella e, peggio, alle ovaie. Si tratta, per intenderci, della mutazione che ha indotto l’attrice Angelina Jolie a farsi asportare prima il seno e poi le ovaie. Da oggi tutti gli esami del percorso di prevenzione sono esenti dal ticket per i portatori di queste mutazioni. Non solo, anche il test genetico proposto alle famiglie a rischio è esente se positivo. Il protocollo prevede annualmente una visita ginecologica, una risonanza magnetica, l’ecografia transvaginale e il dosaggio del marcatore CA 125, mentre la mammografia si alterna con l’ecografia mammaria, a seconda dell’età, e non era prevista alcuna esenzione di compartecipazione alla spesa. Programmi di prevenzione e sorveglianza in queste pazienti possono permettere una tempestiva terapia.

Verona, gli opposti estremismi e la Dc

Sin da ragazzo, dai corsi di formazione alla politica guidati dai “maestri” della sinistra Dc e da autentici cattolici democratici e popolari – nel mio caso da Carlo Donat-Cattin a Sandro Fontana, da Guido Bodrato a Luigi Granelli – ho imparato sostanzialmente 2 cose, tra le molte che si potrebbero citare quando si parlava di fede e politica e del rapporto tra i cattolici e la politica. Innanzitutto la fede, quando diventa un fatto pubblico, non può mai trasformarsi in un randello da scagliare contro l’avversario. Perché altrimenti si corre il rischio, peraltro concreto, che proprio la fede diventa intolleranza, fondamentalismo e integralismo. In secondo luogo la fede di una persona o di un gruppo di persone che si riconoscono in un movimento politico o partitico, non può mai essere strumentalizzata e piegata per un fine di mero consenso elettorale. Se in un passato lontano, o meno lontano, è stata utilizzata per questo fine non è una buona ragione per consolidare quella deriva e quella degenerazione. Ora, per fermarsi al convegno di Verona sulla famiglia al centro di violente e sgangherate polemiche, noi abbiamo assistito non solo a quei due rischi che denunciavo all’inizio ma anche alla riproposizione, attorno ad un tema etico, religioso, culturale e politico così delicato e così complesso, del ritorno degli “opposti estremismi”. Opposti estremismi che è stato talmente semplice verificare e toccare con mano al punto che erano anni, se non decenni, che non assistevamo più a queste contrapposizioni frontali e persin violente, appunto. Un cliché che, purtroppo, ha accompagnato lo sviluppo e la crescita della stessa democrazia nel nostro paese dove una destra clericale e integralista si contrapponeva spesso ad una sinistra laicista, libertaria con profonde venature anticattoliche e senza esclusione di colpi. Una delegittimazione reciproca dove il tutto veniva sacrificato sull’altare di una incomunicabilità preconcetta e pregiudiziale. Però, e qui c’è la profonda differenza tra ieri e oggi, si registra purtroppo l’assenza – e lo dico senza alcuna tentazione nostalgica – di un movimento/partito capace di declinare sino in fondo la laicità dell’azione politica, di manifestare pubblicamente la propria ispirazione cristiana senza derive clericali o confessionali, e Infine di saper dispiegare un progetto politico senza alcuna ipoteca integralistica. Insomma, manca un partito come la Democrazia Cristiana, o il più striminzito Partito Popolare di Martinazzoli capaci di battere gli “opposti estremismi” attraverso la politica, la laicità dell’azione politica, la cultura della mediazione, il riconoscimento del pluralismo e la predisposizione a comprendere le ragioni dell’avversario senza puntare al solo annientamento del “nemico”. La scomparsa di questi elementi discriminanti per una vera cultura democratica segnano anche il ritorno della destra contrapposta alla sinistra, degli integralisti contrapposti ai laicisti e della fretta a demolire e a distruggere gli avversari piuttosto che privilegiare il confronto e il dialogo. Ora, è inutile rimpiangere un passato che non ritorna più. Semmai, e al contrario, la responsabilità di questa regressione democratica e di questa caduta della qualità della democrazia italiana, è solo ed esclusivamente di quei cattolici democratici popolari – cioè di chi è stato educato con quella cultura e con quello stile – che hanno sistematicamente abdicato alla propria “mission” e anche al proprio dovere di democratici e di cristiani. Anche dal convegno di Verona e dalle roventi polemiche che l’hanno accompagnato, dunque, arriva un messaggio preciso e quasi perentorio. Forse è giunto il momento di ripartire davvero. A livello politico con la riscoperta e la riproposizione di una “politica di centro” e di una “cultura di centro”; a livello culturale con la riattualizzazione del pensiero cattolico democratico e popolare e a livello personale con il recupero di uno “stile” che ha caratterizzato il comportamento e il modo d’essere dei grandi statisti e leader democristiani quando si affrontavano temi delicati e difficili come quelli che in questi giorni sono stati al centro di mille polemiche e di radicali contrapposizioni.
Giorgio Merlo

Anarchici, Rosso (Fdi): “Il Sindaco riferisca in Consiglio perché autorizzati 5 cortei pericolosi"

“Chiedo al sindaco Appendino una comunicazione urgente, lunedì in Consiglio comunale, sull’assurda autorizzazione di ben cinque cortei anarco-insurrezionalisti in città nello stesso giorno. Una cosa mai vista e inaccettabile”, dice Roberto Rosso, capogruppo di Fratelli d’Italia a Torino.

“Oggi la nostra città viene messa in grave difficoltà e in buona parte paralizzata da 5 cortei di black bloc, che arrivano da tutta Europa. Tram soppressi, metro chiusa, linee bus deviate, traffico bloccato”, aggiunge Rosso. “Molti commercianti hanno paura e alcuni di loro sono stati invitati a chiudere. È inspiegabile che si sia concessa a un gruppo di persone la legittimazione a paralizzare un’intera città. Stupisce che sindaco e Prefetto l’abbiano permesso”.

Il rappresentante di Fratelli d’Italia sottolinea anche che “al momento non si sa neppure quando e dove finirà la manifestazione e il percorso finale rimane fumoso”.

Rosso chiude considerando che “non s’è mai vista l’autorizzazione di nientemeno che 5 cortei in contemporanea, ognuno dei quali potenzialmente pericolosissimo, sobbarcando le forze dell’ordine di un compito improbo e incrociando le dita che, se non tutto, almeno qualcosa fili liscio. Ci affidiamo alla sorte, alla buona stella? È inaccettabile e il sindaco deve spiegarci come si sia arrivati a una situazione così paradossale”.