POLITICA- Pagina 410

Frejus, (Fi): “A Torino si privatizza mentre a Roma si statalizza”

“Importante è che un ampio arco di forze, da FI al PD, abbia alzato gli scudi in difesa degli interessi del Piemonte”

 RUFFINO-RUZZOLA: ” M5S LO VUOLE PRIVATO PER FARE CASSA”

“A Torino si privatizza mentre a Roma si statalizza. Il terremoto che scuote i Cinque Stelle non conosce tregua e le contraddizioni si moltiplicano. Capita così che a Torino il sindaco Chiara Appendino, nascondendosi dietro una sentenza del Consiglio di Stato, è disponibile a cedere le quote nella società Sitaf, gestore dell’autostrada Torino Bardonecchia e del traforo del Frejus e controllata con il 51% dal Comune, città metropolitana,  e Anas. Il 48% del capitale è della società Gavio.
È bene tenere presente che alla disponibilità del Comune fa da contrappeso l’indisponibilità della città metropolitana, che ha approvato un ordine del giorno, sostenuto da Centrodestra, PD e M5s, ad eccezione della sindaca che si è astenuta, in cui si ritiene strategica la quota di partecipazione in Sitaf e si dichiara necessario revocare la vendita, a condizione che altrettanto facciano Comune e Anas. Risulta per altro incomprensibile immaginare di vendere le quote nel momento in cui la messa in esercizio della seconda canna e l’annunciata chiusura del Bianco porteranno un indubbio aumento dei passaggi e relativi introiti nella casse della Sitaf. È di tutta evidenza che l’ultima parola spetta al governo. Importante è che un ampio arco di forze, da FI al PD, abbia alzato gli scudi in difesa degli interessi del Piemonte”.
Daniela Ruffino, deputata di Forza Italia, e Paolo Ruzzola, capogruppo di Forza Italia alla Regione Piemonte

“Grande è la confusione sotto il cielo…” (cit.)

PAROLE ROSSE  Di Roberto Placido

La famosa frase attribuita al “Grande Timoniere”, Mao Tse Tung, e che alcuni fanno in realtà risalire a Confucio, si adatta perfettamente a quanto succede e si assiste a Torino. La continuazione è: …..e la situazione è eccellente.

Allora, in pieno clima rivoluzionario e con un grande Partito alle spalle, Mao poteva affermare quanto scritto sopra e vedere nella mobilità della situazione una grande opportunità. Nello specifico mi riferisco alla seconda invasione, la prima fu quella delle migliaia di moderne e colorate biciclette, di strumenti per la mobilità urbana. Così, “Una mattina, i torinesi , si sono svegliati ed han trovato l’invasor”, i Monopattini elettrici. L’idea interessante ed in linea con le moderne città, ma come spesso succede in Italia ed in particolare a Torino, senza un piano articolato di mobilità pubblica e privata. Così ne stiamo vedendo di tutti i colori, molto di più dei pur multi cromatici monopattini.

Trionfa l’inciviltà e la maleducazione favorite ed alimentate dalla completa assenza di una qualsiasi forma o parvenza di controllo o regole. Non parcheggiati ma, spessissimo, buttati in ogni angolo, per terra, sui marciapiedi, sulle corsie preferenziali, sulle vie pedonali, dove non dovrebbero né circolare né essere parcheggiati, sulle piste ciclabili, nei luoghi più incredibili. In movimento poi è ancora peggio, ti sbucano e sfrecciano dappertutto meno che sulle strade. Li vedi e devi schivarli sotto i portici, sui marciapiedi, le loro vere corsie preferenziali, nelle vie pedonali, in contromano sulle strade. Alla guida vedi di tutto, ragazzi ed adolescenti, molto spesso in due, signore malferme su “tacco 12”, attempati signori travolti da un’ansia di giovanilismo fuori tempo e fuori moda. Tutti rigorosamente senza casco.

 

Quelli invece che assolutamente non si vedono sono qualche sparuta rappresentanza dei circa duemila Vigili Urbani di Torino che, bisognerà andare a “Chi l’ha visto?”, non si capisce dove siano finiti. Dopo l’esagerazione di una multa di oltre mille euro per avere percorso con il proprio, personale e non a noleggio, monopattino elettrico un corso cittadino. La cosa fece molto scalpore, anche a livello nazionale, fino a portare il Comandante dei Vigili Urbani torinesi, in rotta con l’Assessore alla Mobilità Maria La Pietra ed il Sindaco Chiara Appendino, a dare le dimissioni per fare poi una rapida ed ingloriosa … retromarcia.

Un vero disastro che attende, mi auguro di no, un’incidente tragico per vedere qualche iniziativa da parte di chi avrebbe dovuto predisporre un vero piano per l’utilizzo dei monopattini elettrici e non solo il loro arrivo. Ma l’Assessore alla Mobilità di Torino Maria La Pietra, forse come riflesso incondizionato al proprio cognome, come si dice a Roma: “è de coccio”!

Quando i finanziamenti servivano anche per fare politica

Antonio Gramsci diceva che la verità è rivoluzionaria. Rivoluzionaria perché dirompente e ,  almeno per i suoi tempi, eversiva e di rottura. Ricerca di verità nei fatti quotidiani e ricerca della verità nei fatti storici

Il Professore Alberto Barbero ammonisce : difficile se non impossibile per uno storico interpretare un passato prossimo.

Soprattutto in Italia non c’è una memoria
condivisa e poi le fonti di informazione sono tante e contraddittorie tra loro. Risulta problematico
trovare in questo ginepraio quella verità tanto agognata. La Storia della prima Repubblica è
Storia recentissima. Terreno ideale per cimentarsi nella difficile arte di ricercare la verità. Altro
nemico della verità è l’ ideologia. Tutte le ideologie da qualsiasi parte arrivino. Le ideologie si
nutrono di dogmi. Verità a prescindere. Il postulato sta nella negazione della ricerca della verità.
Sono passati quasi 28 anni all’ inizio di Mani pulite. E ad ogni anno ritornano le polemiche di allora. Tangentopoli
spazzò via il sistema dei partiti di allora. Nessuno sopravvisse tranne la Lega che dopo aver
fatto vedere i cappi in Parlamento finì con Unberto Bossi , reo confesso condannato nel
processo Enimont.


Processo famoso per la bava alla bocca di Forlani e la tracotanza di Bettino Craxi.
Sempre per dovere di cronaca tutti i partiti furono condannati tranne il PCI.
Il finanziamento non regolare ( come amava dire Bettino Craxi) era vecchia storia. Finanziamenti
anche di potenze straniere. Così Giuseppe Saragat organizzò la scissione di palazzo Barberini
inventandosi i socialdemocratici italiani con i soldi dell Ambasciata Usa. Il Psi fino al 1956
prese i rubli russi. Dopo le rilevazioni dei crimini di Stalin da parte di Krusciov, Pietro Nenni
oltre a restituire il premio Stalin acconsentì e accettò i dollari.
Chi mantenne una certa linearità furono la DC con i dollari ed il PCI con i rubli. Per la verità le valigette
erano piene di dollari e non di rubli difficilmente convertibili.
Almeno per il PCI durò fino a metà degli anni 70. Magnificamente descritto da Gianni Cervetti nel
libro L’oro di Mosca, poi si decise che di quei rubli non ne aveva più bisogno. Il PCI doveva e voleva
essere indipendente dai sovietici. Enrico Berlinguer non doveva essere convinto.
Nel 1972 sovietici tentarono di assassinarlo, la colpa di non pensarla esattamente come
loro.


Vecchio vizio, dai tempi delle purghe staliniane. Anche gli Usa non erano da meno e passavano il
loro tempo ad organizzare colpi di Stato in nome della paura del comunismo, come ad esempio
in Cile. Diffuso il metodo dell’ assassinio politico. Non è una novità che morale ed etica non sono
mai andati d’accordo con la politica. E in questo caso il PCI non accetta più i rubli anche per
motivi etici. C’era un piccolo ostacolo ancora da superare : convincere Luigi Longo, Presidente
e fondatore del Partito, Ordinovista capo indiscusso nella guerra civile spagnola e
nella Resistenza. Il Compagno Gallo e tutti i comunisti si alzavano in piedi in segno di rispetto. Da
tempo era malato e non faceva più vita di partito e viveva ad Albano nelle colline romane.
Enrico Berlinguer diede il compito di informarlo ad un alto dirigente che di malavoglia dovette
accettare. Non era paura ma rispetto per il rivoluzionario di professione Gallo. All’ incontro il
dirigente la prese alla lontana timoroso di una risposta negativa di Luigi Longo.

 


Accadde esattamente l l’opposto. Longo dopo averlo ascoltato assentì  senza la benché minima
riserva . Era un rivoluzionario, non un ottuso. Grandezza del personaggio , grandezza della Storia.
Con la Esse maiuscola. Grandi verità, non dimentichiamoci. Il raffronto con l’ oggi è istintivo.
La grandezza di allora con la pochezza del presente. Ora sulla graticola c’ è Matteo Salvini con
i rubli ma non per questioni ideologiche. Sembra che sia solo una questione di forniture di gas
o di petrolio. Poi la vicenda dei 49 milioni di euro restituibili in 89 anni. Prima la vicenda della
Fondazione romana della Margherita. Il partito non esisteva più ma la fondazione continuava nel
ricevere dei finanziamenti dallo Stato e spendeva i soldi per il presidente e non per la politica.
Con un impressione: prima i finanziamenti irregolari servivano a  fare anche politica. Ora
servono solo a far vivere i politici che ne usufruiscono.

 

Patrizio Tosetto

M5S: “Nuova vita per il centro storico di Pinerolo”

Dal Movimento 5 Stelle di Pinerolo riceviamo e pubblichiamo

Abbiamo letto con piacere l’articolo [qui] dell’ Eco del Chisone ove si riportano le prime avvisaglie di una possibile nuova vita del centro storico di Pinerolo.

Si tratta della descrizione di un fatto oggettivo: nella Pinerolo storica si sono avviati nuovi locali di ristorazione, con la piacevole sorpresa che la conduzione è in mano a giovani. Può essere che questo fatto sia ascrivibile al caso e di certo è presto per annoverarlo fra i nostri risultati. Ma non possiamo nascondere la soddisfazione di vedere che gli sforzi fatti per ridurre le auto, nel susseguirsi di partecipate manifestazioni – l’ultima, quella natalizia, ha portato in centro centinaia e centinaia di persone-, nel cominciare a ridare decoro con le mattonelle d’autore o con il rifacimento di S.Agostino e, con sguardo al futuro, al primo grande intervento su Palazzo Acaja,  vanno nella stessa direzione di questi giovani imprenditori. Gli sforzi non si fermano,  si intensificanonel 2020 sarà l’ora della nuova illuminazione pubblica. Sempre nell’anno corrente verranno realizzati nuovi dehors che non più tassati e coordinati con gli esercenti, saranno omogenei per tipologia di arredo e colore. Ci si augura infine che  il contributo a fondo perduto elargito dal Comune spinga i proprietari dei locali a ritinteggiare e ripulire i portici ottocenteschi. La strada è tracciata da una visione globale ben precisa. Vivibilità scuoleattenzione al sociale, produzione e vendita a km zero in una nuova Piazza RomaTeatro Sociale continuamente pieno e pista ciclabile per una mobilità sostenibilePinerolo è sempre più un posto bello dove passare il proprio tempo ma è ancor di più bello viverci. E lo deve essere per chiunque.
M5S Pinerolo

Radicali italiani e +Europa con Segre dopo la denuncia di Casaleggio

Riceviamo e pubblichiamo

13 ESPONENTI POLITICI DICHIARANO: “CASALEGGIO DENUNCI ANCHE NOI!”

In seguito alla denuncia da parte di Davide Casaleggio nei confronti della testata “L’Incontro” che ha “osato” pubblicare un articolo (a firma di Riccardo Rossotto del 26/11/2019) di critica della piattaforma Rousseau, scendono in campo al fianco del giornalista, di Bruno Segre (fondatore del giornale), 13 esponenti di Radicali Italiani e +Europa.

Hanno rilasciato alla stampa una dichiarazione congiunta: Igor Boni (Presidente di Radicali Italiani) Silvio Viale (Presidente del Comitato di Radicali Italiani), Silvja Manzi e Irene Abigail Piccini (Direzione nazionale di Radicali Italiani), Giulio Manfredi (segreteria nazionale Radicali Italiani), Carmelo Palma (Direzione nazionale +Europa), Beatrice Pizzini (Assemblea nazionale di +Europa), Patrizia De Grazia e Daniele Degiorgis (Coordinatori dell’Associazione radicale Adelaide Aglietta), Marco Cavaletto (Coordinatore del Gruppo +Europa Torino), Virginia Camoletto (Tesoriere del Gruppo +Europa Torino), Elena Loewenthal (capolista +Europa alle elezioni regionali del Piemonte) e Andrea Maccagno (Comitato nazionale Radicali Italiani):
“L’azione intimidatoria di Casaleggio nei confronti del gigante di democrazia e laicità che si chiama Bruno Segre e del giornale da lui fondato L’Incontro mette bene in evidenza la deriva antidemocratica che sta prendendo questo Paese. Non solo crediamo che la denuncia sia impropria perché mira a limitare la libertà di stampa ma condividiamo nel merito che la piattaforma Rousseau non abbia nulla a che vedere con la democrazia, tanto meno con la democrazia diretta. In risposta a questo attacco condivideremo sulle nostre pagine personali e su quelle dei nostri movimenti l’articolo incriminato, sponsorizzandone la lettura e invitando tutti a condividerlo. La sfida che lanciamo a Casaleggio è: “Denuncia anche noi!”.

Smog, Verdi: “Occorre cambio di passo”

Riceviamo e pubblichiamo

A Torino e nel resto della Pianura Padana ormai non piove più da qualche settimana e gli effetti sulla qualità dell’aria, si vedono già

 

Lo smog, complice l’inversione termica tipica di questo periodo, è salito oltre i limiti consentiti dalle normative europee

Negli scorsi giorni l’ordine dei medici ha fatto sapere quali rischi ed effetti si corrono quando le sostanze inquinanti nell’aria superano una certa soglia. Come partito ecologista, chiediamo alle istituzioni che governano in Piemonte più attenzione all’ambiente, partendo proprio dalla qualità dell’aria, attuando per esempio politiche per sviluppare in maniera capillare la mobilità sostenibile, potenziare il trasporto pubblico locale incentivando i cittadini torinesi e della provincia a lasciare a casa l’ auto offrendo un’ alternativa quando si limita la mobilità privata. Ancora investire su politiche Green, potenziare la riforestazione urbana e il cambio di tutti gli impianti di riscaldamento più datati.
Crediamo che per le prossime amministrative, del comune di Torino del 2021, occorrerà avere una forza politica Ecologista come Europa Verde, parte già integrante della grande famiglia dei Verdi Europei, capace di impegnarsi ed essere sentinella , affinché il sogno Verde possa diventare realtà costruendo un nuovo modo di stare insieme.
Diventa indispensabile riunire tutti gli Ecologisti, volontari dell’ambientalismo, comitati e semplici cittadini sotto un unico riferimento politico ” Europa Verde”.

Così in una nota i due portavoce dei Verdi-Europa Verde Piemonte,Tiziana Mossa e Alessandro Pizzi e il Referente del Comitato di Europa Verde Torino, Antonio Fiore.

 

(Foto Maiorano)

“Le lotte sociali non si arrestano”     

Sabato 11 a Torino ci sarà la prima grande manifestazione di popolo dell’anno nuovo. Una manifestazione in risposta alle politiche di criminalizzazione del movimento notav in Valsusa. Politiche che al di là di aver raggiunto forme estreme in valle rischiano, se non contrastate, di essere estese sul piano nazionale

L’arresto di Nicoletta Dosio, storica attivista notav, per una dimostrazione pacifica di sette anni fa, è apparso talmente ingiusto, insensato da aver sollevato una marea di reazioni critiche, di proteste politiche, di attestazioni di solidarietà

Tra le tante emblematica quella dei docenti del liceo scientifico di Bussoleno dove Nicoletta ha insegnato per molto anni:” assistiamo a una realtà in cui una donna mite, incapace di atti violenti nei confronti di persone e animali, colpevole di un reato “irrisorio”, viene condannata a un anno di carcere in un Paese dove invece chi si è macchiato delle peggiori stragi, delle frodi più eclatanti, vive libero e indisturbato”. Ma al di là della reazioni corali in valle ancora una volta la vicenda Tav è assurta a questione nazionale, di riferimento delle tante realtà in lotta contro un modello di sviluppo distruttivo di ambiente e democrazia. Quella che doveva essere una operazione da condurre il più possibile in sordina, la carcerazione di una esponente notav di primo piano alla vigilia del Capodanno, si è capovolta nel suo contrario, in un innesco politico di ripulsa di una strategia repressiva che ha superato ogni parvenza di liceità. Una strategia che ha trasformato il progetto di realizzazione di una megaopera, motivata da stime e previsioni di traffico inventate di sana pianta, in un’impresa economica e militare di sottomissione violenta di un intero territorio. Da qui la riduzione dell’opposizione alla linea di Av in Valsusa a mero problema di ordine pubblico, l’accanimento nei confronti di chi combatte contro la distruzione accelerata dell’ambiente e la perdita di controllo democratico, contro un’opera inutile, affaristica, balzata più volte alle cronache per l’intreccio di malaffare, illegalità, criminalità.

Sabato una moltitudine di persone provenienti da diverse parti del Paese scenderà in piazza perché sia restituita piena libertà a Nicoletta e a tutti gli attivisti notav sottoposti ingiustamente a misure restrittive. Scenderà in piazza per dire no a un sistema che si fa schermo di parole come modernizzazione, sviluppo per portare avanti una vera e propria rapina ai danni della collettività. Oltre a ciò la manifestazione sarà l’occasione per dire no ai venti di guerra di appropriazione di risorse che spirano in questo momento in diverse parti del mondo. Una manifestazione che a partire dalle vicende di uno specifico territorio può e deve tradursi nella volontà di battersi a tutto campo contro soprusi, ingiustizie, saccheggio di risorse ambientali, guerre. Il mondo che vogliamo è altro, è un mondo di pace, di giustizia sociale e ambientale.

                                                                              Ezio Locatelli  segretario provinciale Prc-Se Torino

Popolarismo vs. Populismo. Il riformismo comunitario

Sabato 11 gennaio, al Sermig (h.9,30)

Intervengono: MARTINA, ORLANDO, DELRIO

L’iniziativa è organizzata da Share2016, un gruppo di donne e uomini prevalentemente impegnati nel PD e come pubblici amministratori.

Pierluigi Castagnetti e Francesco Occhetta discuteranno di popolarismo e populismo.

Stefano Lepri e Leonardo Becchetti illustreranno esperienze, leggi o proposte di legge a forte impronta comunitaria.

La tavola rotonda, moderata da Gianfranco Morgando, vedrà la presenza di Enrico Borghi, Gianpiero Dalla Zuanna, Rosa Maria Di Giorgi e Antonio Viscomi.

Monica Canalis intervisterà Maurizio Martina (ex segretario nazionale PD) e Andrea Orlando (vicesegretario nazionale PD).

Graziano Delrio (presidente gruppo PD alla Camera) svolgerà le conclusioni.

La tesi di fondo è che il riformismo in politica non possa essere ricondotto solo al classico schema liberal-laburista. Serve anche una visione capace di valorizzare la persona entro la famiglia, le reti parentali e di vicinato, le varie forme associative, mutualistiche e cooperative, il sindacato, i servizi pubblici, le piccole imprese locali e quelle partecipate e responsabili, il civismo, il municipalismo. In sintesi, possiamo definire questa cultura politica come il riformismo comunitario.

Mai stato socialista ma preferisco Craxi ai politici di oggi

La Storia di Bettino Craxi è la storia del Partito Socialista Italiano. È anche storia della Sinistra italiana ed in particolare del tentativo da parte riformista di prendersi l’egemonia della sinistra stessa. Egemonia direi soprattutto culturale

 

Lo strumento, il riequilibrio elettorale e dei rapporti di forza tra Psi e Pci. Uno dei passaggi fondamentali fu il 41° Congresso nazionale del Psi che si tenne a Torino alla fine del marzo 1978.

Nel 1976 Bettino divenne segretario di un partito ai minimi storici. Schiacciato da 39% della DC e dal 34% del PCI. Schiacciato anche dalla proposta del compromesso storico e dall’ incontro tra due grandi della politica italiana: Aldo Moro ed Enrico Berlinguer. A Torino Bettino Craxi riprende quota dimostrando, almeno a parole, di non essere secondo a nessuno. Al Palasport ci sono tutti. Persino il professore Norberto Bobbio, icona del laicismo del pensiero politico. Ed Enrico Berlinguer, con il governo di unità nazionale perde quota ed appeal dopo anni di irresistibile ascesa. Psi e PCI di fatto non sono andati mai d’ accordo sia sulle questioni nazionali, sia internazionali. Apprezzamenti dei dirigenti comunisti ci furono dopo i fatti di Sigonella. Bettino Craxi Presidente del consiglio fece circondare dai Carabinieri i Marines americani che bloccarono un aereo italiano in territorio italiano. Atto che , secondo molti esponenti socialisti, fu preludio a Tangentopoli. I mandanti furono i servizi segreti e gli esecutori materiali i magistrati milanesi. Probabili congetture, fatte da un politico come Craxi che si era
allargato troppo. Aveva un caratteraccio e non si faceva intimorire. Fu l’ unico che non si piegò al vento inquisitore e ne pagò le conseguenze fino in fondo. Dopo la morte di Berlinguer era passata molta acqua sotto i ponti del riformismo. Ora il Pds voleva aderire alla Internazionale socialista europea. Doveva essere d’ accordo il Partito socialista italiano. Arrivò l’ok di Bettino Craxi. Chiedeva in cambio a Occhetto e D’Alema un appoggio al suo discorso in Parlamento dopo tangentopoli. Ma non arrivò nessun appoggio e Craxi rimase isolato.

Tutto sommato isolato anche nel suo partito. I magistrati milanesi vincevano su tutti fronti. Anni in cui il Ministro socialista Formica parlò di una corte socialista fatta di nani e ballerine. Non penso che si riferisse al suo entourage. La Ganga, Martelli, De Michelis politici di prim’ordine. Nel sindacato Giorgio Benvenuto e Ottaviano del Turco. Probabilmente si riferiva ad una certa permeabilità del partito verso persone che erano lì solo per fare affari. Tanto in un modo o nell’altro il Psi era al governo sia nazionale che locale. Sia DC che PCI ne avevano bisogno. Il tutto non lo assolve dai suoi errori. Giudicarlo solo per i suoi errori e limiti è però ingeneroso e sbagliato. A Torino i socialisti riprendevano in mano il loro destino. Non cosa di poco conto. Sarà la Storia nel dargli o meno ragione, ma  loro erano fuori tempo massimo. Sinteticamente:  il Psi craxiano non
sfondò elettoralmente. Si arrivò fino al 14% ma non era  sufficiente per essere l’alternativa alla DC. Nel 1989 Achille Occhetto alla Bolognina anticipò tutti  e propose di cambiare il nome al PCI. Nel mentre era caduto il muro di Berlino ed il comunismo nelle sue varie forme crollava sotto il peso della storia e del fallimento della forma di governo dei paesi dell’Est. E su
ciò aveva ragione il riformista Craxi: democrazia e comunismo erano e sono un ossimoro. So perfettamente che mi sto attirando critiche da molti dei vecchi amici di 40 anni fa. Ma è una verità incontrovertibile,  almeno per il sottoscritto. Mi si obbietta che i comunisti italiani sono sempre stati un’ altra cosa. Verissimo, come è vero che hanno difeso in molti momenti questa nostra fragile democrazia. Dalla Resistenza in avanti sono stati dalla parte giusta.

 

Ma cambiando nome hanno seppur indirettamente ammesso che i socialisti italiani tutti i torti non li avevano. In ultimo: molti sanno che non c’ era un bel rapporto tra Bettino Craxi ed Enrico Berlinguer. Pesavano questioni anche di diversi caratteri. Probabilmente quando Berlinguer ( inascoltato) poneva la questione morale pensava anche ai socialisti. Ciò non ha impedito un confronto tra i due uomini sul futuro del paese. I cosiddetti miglioristi capitanati da Giorgio Napolitano tentarono di essere ponte tra socialisti (dunque Craxi) ed i comunisti riformatori. Poi arrivò tangentopoli e tutto saltò passando dalla prima alla seconda repubblica. Anche qui un accusa a Craxi, quella di aver sponsorizzato Berlusconi. Accusa troppo ideologica per essere vera. Anzi, il figlio Bobo respinge tale  accusa proprio partendo dal carattere del padre molto arrabbiato per l’ esilio ad Hammamet. Io che non sono mai stato socialista preferisco Bettino Craxi a molti attuali ed evanescenti politici. Non è solo una nostalgia della prima repubblica. E una constatazione dei fatti di allora e di oggi.

 

Patrizio Tosetto

Gig economy e occupazione: gli emendamenti di Luv

Votati i due odg unitari, accolti gli emendamenti di Grimaldi 

“Rimangono distanti le posizioni sulle origini della crisi, dei conflitti in essere e dell’emergenza climatica, ma siamo contenti di aver trasformato e votato l’ordine del giorno sull’emergenza occupazionale e salariale, in cui sono stati introdotti molti punti da noi richiesti” – così il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Regione  Marco Grimaldi commenta l’approvazione in Aula, all’unanimità, dell’ordine del giorno sullo stato di emergenza occupazionale e salariale in Piemonte.

“Siamo riusciti” – prosegue Grimaldi – “ad affermare che la crisi non è solo occupazionale, ma anche salariale, denunciando i fenomeni dei working poor e della precarietà, e a introdurre l’impegno ad applicare il protocollo d’intesa firmato dalla Giunta regionale del Piemonte e dalle sigle sindacali per affermare la giusta retribuzione e lo stralcio del costo del lavoro dai ribassi delle offerte negli appalti pubblici e nelle concessioni di lavori, forniture e servizi; non solo: l’odg ha accolto l’impegno a proseguire politiche regionali di riconversione ecologica dell’economia e a promuovere presso il Governo la piena realizzazione delle direttive contenute nell’accordo di Parigi”.

Subito dopo l’Aula ha approvato l’odg sulla tutela dei fattorini delle piattaforme digitali, anche in questo caso accogliendo gli emendamenti di Grimaldi.

“Abbiamo precisato che la normativa regionale vieta il cottimo per questi lavoratori, fra le cause principali dei tragici incidenti che spesso li colpiscono” – dichiara Grimaldi – “ora si tratta davvero di applicare e vigilare su questa legge”.

“Infine” – conclude Grimaldi – “saremo presenti il 31 gennaio 2020 in Piazza Castello al confronto, che chiedevamo da mesi, fra la Regione e il Gruppo FCA-PSA. Auspichiamo la presenza della proprietà: dovunque abiti, abbia la sede legale o fiscale, crediamo che possa permettersi una trasferta a Torino, in quella città che chiamava ‘casa’”.