POLITICA- Pagina 4

 Polizia Penitenziaria, Fdi interviene al Consiglio aperto

Si è tenuto ieri  il Consiglio aperto sulle condizioni di lavoro della Polizia Penitenziaria sul territorio della Regione Piemonte.

Nei due anni di Governo Meloni è stato intrapreso un percorso importante per imprimere un cambiamento radicale riguardo alle criticità delle carceri italiane.

Sono stati stanziati 250 milioni di euro per un piano ambizioso di edilizia carceraria che permetterà di recuperare 7.000 posti detentivi, riducendo il sovraffollamento, tra le principali cause di tensione negli istituti di pena.

Inoltre, dopo anni di immobilismo e mancate coperture di turnover, è partito un piano di nuove assunzioni e di formazione che consentirà una presenza sul territorio più capillare di personale adeguatamente preparato ed equipaggiato.

Per il Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia sono intervenuti: il Capogruppo Carlo Riva Vercellotti, il vice Capogruppo Roberto Ravello, la consigliera Daniela Cameroni ed il consigliere Davide Zappalà.

Nel dibattito – afferma il Capogruppo Carlo Riva Vercellotti – è emersa tutta la differenza tra Fratelli d’Italia e la sinistra: noi stiamo mettendo mano alle carenze organizzative e strutturali ereditate, mentre loro pensano solo a depenalizzare e svuotare le carceri”.

Su Polizia Penitenziaria e carceri molta strada è stata fatta in due anni di Governo, molta ne rimane da fare: c’è la consapevolezza, però, di come la direzione sia, archiviata l’era delle politiche miopi, dei tagli indiscriminati e di visioni unidirezionali, quella giusta. Questa è una situazione che ha molti padri, ma è in atto una vera e propria rivoluzione”. Ad affermarlo Roberto Ravello, vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte.

Perdurano evidenti criticità – continua Ravelloma, come emerso oggi durante l’odierno Consiglio Regionale aperto, ci sono segnali confortanti all’interno di un’evidente inversione di rotta: sono state fatte scelte inequivocabili, che sono strutturali e non emergenziali.

Riteniamo che, in questo momento, le risposte date in termini di potenziamento dell’organico di Polizia Penitenziaria e di incremento della capienza carceraria siano la migliore alternativa agli strumenti tanto cari alla sinistra, come depenalizzazioni e svuotacarceri per noi certezza della pena e, soprattutto, condizioni dignitose per i lavoratori sono elementi imprescindibili.

Rinnoviamo la nostra vicinanza agli Agenti di Polizia Penitenziaria, che ogni giorno, con coraggio e lealtà verso lo Stato e le Istituzioni, garantiscono la sicurezza e la stabilità del sistema carcerario italiano. In Piemonte, grazie a Fratelli d’Italia e, in particolare, alla vice-presidente della Regione Elena Chiorino, – conclude il vice Capogruppo di Fdifinalmente le problematiche della Polizia Penitenziaria trovano un interlocutore istituzionale che se ne fa carico e ne agevola i processi di soluzione”.

La consigliera di Fdi, Daniela Cameroni, ha espresso solidarietà, vicinanza e vivo ringraziamento per il quotidiano impegno delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria nel mantenere la sicurezza nei nostri istituti penitenziari. “Questa non è solo una battaglia per la sicurezza: è una battaglia per la dignità di chi serve lo Stato”.

Come consigliera rappresentante della provincia di Novara ha poi aggiunto: “Sento il dovere di farmi portavoce delle istanze che arrivano direttamente dal carcere della mia città. È necessario – ha sottolineato la Cameroni agire su questi fronti: Aumento degli organici, Potenziamento formativo e un Tavolo permanente Regione-Polizia Penitenziaria”.

La consigliera di Fdi ha poi concluso: “Vorrei ribadire un principio fondamentale, alla certezza della pena dobbiamo sempre affiancare la rieducazione ed il reinserimento sociale dei detenuti. A Novara, abbiamo già visto progetti virtuosi in questo senso, che dimostrano come il carcere possa essere anche un luogo di riscatto. Per questo dobbiamo continuare a investire in percorsi di formazione e lavoro, che non solo riducono il rischio di recidiva, ma migliorano la sicurezza complessiva degli istituti e favoriscono una reale reintegrazione dei detenuti nella società”.

 “Il Governo – ha affermato il consigliere di Fdi, Davide Zappalàgrazie all’impegno del Sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro, sta lavorando celermente per risolvere il sovraffollamento e la mancanza di personale nelle carceri. Ai 250 milioni di euro stanziati per l’edilizia penitenziaria, che consentiranno di avere un incremento di 7.000 posti in più per i detenuti, si aggiunge l’assunzione extra di 2.000 nuovi agenti. Sono le risposte concrete a chi sostiene che la soluzione sia svuotare le carceri con gli sconti di pena, per cui noi siamo contrari”

Carceri, Avs: “Nessuna risposta”

In occasione del Consiglio Regionale aperto alla Polizia Penitenziaria di oggi, le organizzazioni sindacali, gli amministratori e i rappresentanti del mondo penitenziario hanno avuto l’opportunità di esporre le loro preoccupazioni e richieste in merito alla grave situazione che si vive all’interno delle carceri piemontesi.

Tuttavia, le risposte fornite dalla Giunta regionale sono state del tutto insufficienti, non apportando alcuna soluzione concreta alle difficoltà segnalata. Dal momento in cui è stata istituita la regola di dedicare un Consiglio Regionale all’anno al tema della polizia penitenziaria, la situazione non è migliorata, anzi è peggiorata. A confermarlo sono stati proprio i rappresentanti dei sindacati, che hanno evidenziato come le difficoltà siano aumentate anziché risolversi.

Nel suo intervento il Provveditore ha spiegato che per il Piemonte non sono previste nuove assunzioni oltre a quelle già effettuate, nonostante l’organico della polizia penitenziaria sia sottodimensionato soprattutto per quanto riguarda gli ispettori e i sottufficiali. La carenza di personale è un grave problema principale e la situazione è resa ancora più critica dal fatto che molti degli agenti assunti negli ultimi anni sono giovani e con una formazione insufficiente, incentrata principalmente sul contenimento fisico, ma incapace di rispondere adeguatamente alla crescente complessità del lavoro all’interno degli istituti penitenziari.

Preoccupante è l’intervento conclusivo dell’assessora Chiorino: oltre a proporci la consueta propaganda securitaria, che aumenterà il tasso di sovraffollanento, e ad attaccare AVS e Ilaria Salis, vera ossessione di Fratelli d’Italia, non ha fornito risposte adeguate, lasciando irrisolte le problematiche evidenziate da più parti, soprattutto in relazione all’accesso alla sanità per la popolazione detenuta, elemento su cui la Regione può e deve migliorare la vita delle persone ristrette.  Nei nostri sopralluoghi abbiamo rilevato un grave problema per ciò che concerne le visite specialistiche e il trattamento di patologie gravi e dolori acuti, eppure oggi non c’è stato alcun impegno al riguardo da parte della Giunta regionale.

Anche la questione del sovraffollamento è stata al centro dell’attenzione. Le strutture carcerarie piemontesi non sono più in grado di garantire condizioni di vita dignitose per i detenuti né un ambiente di lavoro sicuro per gli agenti penitenziari. Questo porta a un clima di tensione crescente, con episodi di violenza che mettono a rischio la sicurezza di tutti. Recentemente, la casa circondariale di Cuneo è stata teatro di una nuova rivolta, confermando una situazione sempre più insostenibile. Le celle, seppur aperte, non ospitano attività formative o riabilitative, creando un ambiente carcerario privo di opportunità di riscatto per i detenuti e ciò mette a rischio la sicurezza di tutti.

Abbiamo ascoltato molte parole, ma oggi non sono arrivate risposte adeguate. La situazione delle carceri piemontesi è insostenibile e il sistema non può più essere affrontato con interventi superficiali che non affrontano le cause strutturali del problema. È giunto il momento di orientare il sistema penitenziario verso un modello più riabilitativo e meno punitivo, investendo nella formazione specialistica del personale, nel potenziamento del supporto socio-educativo e sanitario e nell’introduzione di mediatori culturali per rispondere alle necessità di una popolazione carceraria sempre più diversificata.

È necessario inoltre ricostruire il patto sociale tra la società e il sistema penitenziario. La pena deve essere commisurata al crimine e deve sempre rispettare i diritti umani dei detenuti, affinché chi uscirà dal carcere possa farlo con la consapevolezza di aver avuto una reale possibilità di reinserimento sociale. Solo così si potrà rompere il circolo vizioso della recidiva e garantire una reale giustizia. Purtroppo, invece, la destra rivendica l’utilizzo del diritto penale per rispondere alle questioni sociali.

Le nostre proposte sono chiare e urgenti. La situazione all’interno delle carceri piemontesi richiede un cambiamento strutturale che metta al centro la sicurezza e i diritti di tutti: detenuti e agenti penitenziari. La Regione Piemonte deve investire in persone, opportunità e diritti, al fine di costruire un sistema penitenziario che non sia più un luogo di abbandono e sofferenza, ma uno spazio di riabilitazione e speranza per il futuro.

Alice Ravinalecapogruppo AVS Consiglio regionale Piemonte
Giulia Marroconsigliera AVS Consiglio regionale Piemonte

Pd: dare risposte ai problemi delle carceri

“Oggi nelle audizioni dei rappresentanti della polizia penitenziaria è emerso chiaramente un grido d’allarme rispetto alle condizioni delle carceri italiane e alla assoluta mancanza di una visione complessiva per affrontare l’emergenza. Agli agenti della polizia penitenziaria che operano, quotidianamente, in condizioni difficilissime e con turni massacranti, al pari di tutti gli altri lavoratori e lavoratrici degli istituti di detenzione, va la nostra solidarietà. Il quadro emerso oggi è quello di un peggioramento rispetto ad un anno di tutti i problemi che affliggono il “sistema carcere: il sovraffollamento che ha superato il migliaio di unità in Piemonte, la assoluta carenza di personale a tutti i livelli, organizzazione precaria, mancanza delle misure alternative alla detenzione, carenze strutturali” rilevano la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero e le Consigliere regionali Pd Nadia Conticelli Emanuela Verzella.

“La cronica carenza di personale – proseguono le esponenti dem – rende spesso insostenibile il lavoro degli agenti penitenziari che si trovano a dover operare, nella maggior parte dei casi, in strutture fatiscenti e sovraffollate, in istituti di pena costruiti parecchi anni fa che si caratterizzano per la vetustà, la mancanza di interventi di manutenzione e celle e spazi comuni dedicati alla socialità inadeguati e spesso in condizioni igienico-sanitarie discutibili e spazi verdi insufficienti. In generale, il sovraffollamento influenza negativamente la vita di agenti e detenuti, e si deve provvedere a risolverlo tempestivamente. E’ necessario, quindi, elaborare al più presto un piano di manutenzione straordinaria del patrimonio edilizio carcerario esistente, adeguandolo agli standard europei. Servono assunzioni e occorrono anche investimenti nella formazione continua della polizia penitenziaria impegnata in un ruolo tanto difficile e delicato. Non possiamo pensare di inserire, all’interno delle carceri, ragazzi giovanissimi senza alcuna esperienza o formazione e soprattutto senza che vengano affiancati da personale con esperienza”.

“Inoltre – precisano Pentenero, Conticelli e Verzella – molti istituti sono privi di direttore e vengono retti “ad interim” da dirigenti di altre sedi. In una sede vasta come quella di Torino mancano da tempo anche i vicedirettori, da considerarsi supporto indispensabile per la direzione di un carcere con una popolazione ingente quanto quella di un piccolo Comune. Negli altri istituti la carenza di ruoli intermedi rende caotica e inadeguata l’organizzazione anche della quotidianità, come oggi è emerso drammaticamente nelle parole dei rappresentanti della polizia penitenziaria”.

“Un altro tema è quello dell’educazione. Il carcere, infatti, ha per sua natura, un intento riabilitativo e rieducativo, non deve umiliare e abbruttire chi vi è recluso. Investire sull’offerta educativa e formativa significa garantire migliori condizioni di vita ai detenuti e, di conseguenza, migliorare il lavoro degli agenti che vivono nella struttura. I programmi di istruzione e formazione nelle carceri, in particolare quelli rivolti ai giovani detenuti, possono aiutare a facilitarne il reinserimento nella società, prevenendo la recidiva fornendo loro le competenze necessarie per poter entrare nel mondo del lavoro. E’, inoltre, importante prevedere corsi per l’apprendimento dell’italiano dedicati ai detenuti stranieri: la cattiva comunicazione (dei bisogni, dei disagi, delle esigenze, anche di salute) pregiudica e rende difficoltoso anche il lavoro degli agenti. E, altrettanto, necessario è che ci siano agenti dedicati a seguire, nelle apposite sezioni carcerarie, il lavoro dei docenti e dei detenuti-studenti. Occorrono più fondi da dedicare a queste attività altrimenti la detenzione non avrà assolto al dettato stabilito dalla Costituzione di consentirne un effettivo reinserimento lavorativo e sociale, una volta scontata la pena. Purtroppo il numero degli educatori è decisamente insufficiente: basti pensare che in un istituto come quello di Torino, ad esempio, sono previsti in pianta organica 18 educatori e, dai dati forniti dal direttore dell’istituto, nell’agosto scorso ne risultavano in servizio solo 16, con la conseguenza che ogni educatore deve seguire in media 85-90 detenuti” proseguono le Consigliere regionali Pd.

“Un punto sul quale concentrare l’attenzione – spiegano le esponenti dem – è l’aspetto sanitario fuori e dentro le carceri. Da troppo tempo si ripete che la sanità carceraria deve essere potenziata, ma le risorse sono scarse e pochi gli addetti. Occorrerebbe rafforzare il servizio sanitario all’interno del carcere per evitare che qualsiasi problema di salute di un detenuto ne richieda l’invio alle strutture ospedaliere. All’interno degli ospedali, inoltre, dovrebbero essere previsti percorsi specifici dedicati ai detenuti e aree interne prive di promiscuità con gli altri pazienti. Infine, bisogna trovare una soluzione concreta e definitiva alle difficoltà che la polizia penitenziaria incontra nella gestione dei detenuti problematici, dopo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari”.

“Servono dunque impegni concreti, per questo abbiamo presentato una mozione che chiediamo sia discussa al più presto, affinché il Consiglio regionale per dare coerenza alla giornata di oggi assuma una posizione chiara per assicurare la necessaria dotazione di organico in tutti i ruoli all’interno degli istituti con l’assunzione di personale sia di polizia, che civile – sottolineano le consigliere dem –  e con indicazioni operative e progettuali per la realizzazione di spazi idonei,  rispettosi dei diritti di tutte le persone presenti nella struttura. Anche a questo fine, è necessario e urgente considerare fondi straordinari per dotare il capoluogo piemontese di una struttura completamente nuova che sostituisca il Lorusso e Cotugno, sul medesimo sito, che possa garantire il trattamento dei e delle ristrette in modo adeguato alle esigenze penali e sanitarie, anche accedendo a linee di finanziamento europee”.

 “Se è vero che il grado di civiltà di un popolo – aggiungono Pentenero, Conticelli e Verzella – si misura anche attraverso il sistema carcerario, allora dobbiamo, tempestivamente, ridisegnarne uno finalizzato alla rieducazione e al reinserimento e all’interno del quale la polizia penitenziaria possa svolgere il proprio lavoro senza doversi confrontare, ogni giorno, con una situazione insostenibile”.

Gruppo Lista Cirio: investire sul Sistema penitenziario

Nuove strutture, ristrutturazioni dell’esistente e personale. Garantire le cure in carcere, opportunità di lavoro e prevenzione le misure su cui lavorare con urgenza

Annotiamo con favore le misure prese a livello nazionale sugli investimenti effettuati per il sistema penitenziario nel corso dell’ultimo anno, ma è indispensabile continuare sulla strada intrapresa: è necessario da una parte proseguire gli investimenti in nuove strutture in modo da riportare i numeri dei detenuti nelle varie carceri entro i limiti della capienza prevista, dall’altra continuare le assunzioni di personale per dare risposte tempestive agli agenti e alle loro famiglie. Gli agenti, infatti, sono anche padri e madri, mariti e mogli e vorrebbero, giustamente, poter lavorare in sicurezza e tornare a casa senza ferite.

E’ urgente ristrutturare adeguatamente l’esistente, renderlo più civile e vivibile. Il carcere di Torino dispone di ampi spazi che andrebbero rivisti e dedicati a nuovo uso, così come invece contiene aree anguste, docce insufficienti con carenza di acqua calda. Lo spazio per l’ora d’aria è un cortile troppo piccolo e bollente d’estate. A Torino come altrove, le condizioni di vivibilità delle strutture carcerarie vengano adeguate sia per migliorare vivibilità e sicurezza, sia per far sì che il percorso della carcerazione sia virtuoso e riabilitativo.

Riteniamo fondamentale incrementare le possibilità di cura all’interno delle carceri, perché i detenuti devono essere curati tempestivamente e in modo adeguato, ma anche per limitare costi e rischi di trasferimenti nelle strutture sanitarie ordinarie.

E’ anche necessario sviluppare programmi di inserimento lavorativo che offrano un’opportunità di un positivo ritorno nella società, utilizzando al massimo le opportunità offerte dalla Legge Smuraglia: una persona impegnata e occupata e che ha una speranza di vita una volta terminato il periodo di detenzione non ha interesse a compiere atti che mettano a rischio il suo ritorno alla libertà e al lavoro, né a commettere crimini che possano configurare un rientro tra le mura del carcere.

E’ opportuno, infine, lavorare sull’educazione dei giovani, per prevenire eventuali azioni criminali: in questo ambito, scuola e Terzo Settore debbono essere coinvolti per mettere in comune progettualità, esperienze e azioni.

Silvio Magliano, Capogruppo Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale

Sergio Bartoli

Mario Salvatore Castello

Nella  foto da sinistra: Sergio Bartoli,  Silvio Magliano e Mario Salvatore Castello

Automotive, AVS: “dalla Giunta regionale solo parole”

Nella seduta di commissione è venuta a galla l’ipocrisia delle promesse elettorali di Cirio.

A partire dal settore automotive: come è emerso nella discussione di un emendamento presentato dalle opposizioni, non c’è traccia infatti delle misure di sostegno al reddito delle persone in cassaintegrazione e a coloro che perdono il lavoro a causa delle scelte industriali di Stellantis. L’urgenza però è chiara ed è oggi, visto che Mirafiori di fatto negli ultimi mesi è rimasta chiusa: cosa aspettano Cirio e Chiorino a stanziare le risorse necessarie, che lavoratori e lavoratrici attendono dopo le promesse fatte in campagna elettorale?

La maggioranza ha inoltre approvato l’annullamento delle esenzioni sul bollo per le auto ibride: una misura grave non solo per l’ambiente, ma anche per il settore automotive in crisi, tanto più perché ad oggi la prospettiva di futuro di Mirafiori è legata proprio alla produzione della 500 ibrida. Se è così che la Regione intende rilanciare un settore cruciale per la tenuta economica e sociale del nostro territorio davvero non ci siamo.

Anche sul fronte trasporto pubblico, l’assessore al bilancio ha confermato che per l’anno in corso non si vedrà la gratuità dei costi del biglietto per gli under 26 promessa in campagna elettorale, posto che è stato dato parere negativo ad un emendamento in tale senso proposto dalle opposizioni. Abbiamo chiesto in che modo pensano di trovare le risorse posto che il Governo continua a definanziare il Fondo Trasporti, ci è stato risposto con un imbarazzato silenzio.

Che addirittura misure bandiera della campagna elettorale di Cirio non trovino spazio in una variazione di bilancio da oltre 70 milioni di Euro dà la misura della mancanza di serietà di questa amministrazione, che purtroppo già conoscevamo.

Alice Ravinale capogruppo AVS Consiglio Regionale Piemonte
Valentina Cera consigliera AVS Consiglio Regionale Piemonte

Alluvione 2019, Nallo (IV): “Quando saranno erogati i contributi ai Comuni?”

La consigliera regionale di Italia Viva Vittoria Nallo ha presentato un question time che si discuterà domani a Palazzo Lascaris, dedicato al tema dell’ erogazione dei ristori ai comuni colpiti dall’alluvione nell’ottobrenovembre 2019. 

La premessa è che  “che nel biennio 2019-2020 il territorio piemontese è stato interessato da eventi meteorologici di eccezionale intensità che hanno determinato una grave situazione di pericolo per l’incolumità delle persone, causando l’isolamento di alcune località, l’evacuazione di alcune famiglie dalle loro abitazioni, gravi danni alle attività economiche e produttive”, scrive la consigliera”.

Tali eventi hanno provocato nelle province piemontesi movimenti franosi, allagamenti, danneggiamenti alle strutture viarie e a edifici pubblici e privati, nonché alla rete di servizi essenziali ed è stato dichiarato lo stato di emergenza. Nallo chiede pertanto all’assessore competente “quando verosimilmente i contributi previsti per i ristori saranno erogati ai Comuni interessati”.

Restauro abbazia di Carpice, interrogazione di Pompeo (Pd)

 “Ho presentato un’interrogazione in Consiglio regionale per chiedere agli Assessori regionali competenti se non intendano prevedere un intervento da parte della Regione per la ristrutturazione dell’abbazia di Carpice a Moncalieri, fondata nel X secolo, un bene di notevole valore storico, artistico e culturale, oggetto di studi da parte di storici e storici dell’arte. Attualmente, purtroppo, questo importante edificio versa in uno stato di grave degrado” spiega la Consigliera regionale del Partito Democratico Laura Pompeo.

“L’abbazia di Carpice – prosegue la Consigliera Pd – è un luogo molto caro alla comunità locale che da anni manifesta vivo interesse per la sua salvaguardia e il suo recupero tanto da costituire associazioni e comitati decisamente proattivi. L’edificio è, inoltre, presente nella lista del FAI come “Luogo italiano da non dimenticare” ed è annoverato tra i “Luoghi abbandonati” della Direzione Generale di Archeologia, Belle Arti e Paesaggio del Ministero della Cultura. In passato è stato realizzato da parte della Soprintendenza un intervento per la messa in sicurezza della struttura e il restauro del ciclo pittorico, compresi alcuni lavori che hanno interessato il tetto e l’affresco del Milocco raffigurante il trionfo di San Lorenzo: adesso occorre un investimento importante per riportare l’abbazia all’antico splendore”.

“Con la mia interrogazione ho voluto, in primo luogo, sollevare il problema e capire se l’Amministrazione regionale è a conoscenza dello stato  in cui versa l’abbazia, ma soprattutto cercare di spingere la Regione a valutare la possibilità di stanziare fondi per sostenere il progetto di restauro e restituire al Piemonte un bene artistico di grande rilievo, che può essere legato ai percorsi turistici lungo il corso del Po, diventando così un luogo importante come presidio culturale e spazio di aggregazione in una zona che ne è sprovvista e in un luogo strategico dell’area vasta”, conclude la Consigliera Laura Pompeo.

Giachino: “A 6 anni dalla Grande Manifestazione SITAV la TAV e’ ancora più importante”

“Dimenticare quella Piazza come hanno fatto stamane i quotidiani torinesi e’ grave. Nella Storia recente di Torino non vi è stata un’altra manifestazione così partecipata ed organizzata dalla Società civile.   In questi anni la Tav è stata tenuta ferma o rallentata . I ritardi nella realizzazione costano miliardi di PIL mancati e maggiori costi per i trasporti e per le aziende e 2,5 miliardi in più per la realizzazione dell’opera. Con quella Piazza la Società Civile come disse Cirio riuscì a fare ciò che la politica non fu in grado di fare”.
Così Giachino, l’anima dei SITAV, come l’ha definito La Stampa, stamane a Torino in un Convegno all’Hotel Diplomatic cui sono intervenuti l’on. Comba, l’on. Merlo e Salvatore Vullo.
Da trent’anni Torino cresce meno della media nazionale nonostante Olimpiadi e tante altre cose, solo la TAV ci rilancerà nel mercato europeo e mondiale. Gli effetti della bassa crescita si vedono nella diminuzione del PIL procapite che agli inizi del 2000 era venti punti in più sulla media europea e oggi è leggermente sotto la media europea. Come hanno detto gli artigiani ci sono ventimila aziende in difficoltà , oltre diecimila negozi in meno. Errori della Fiat e di Stellantis cui si aggiungono gli effetti pesanti della decisione europea voluta e votata dal PD di puntare solo sull’auto elettrica hanno messo in crisi l’auto italiana ed europea e conseguente l’indotto . La vendita di auto elettriche , troppo cara, non decolla particolarmente in Italia .La produzione italiana di auto quest’anno non riuscirà ad arrivare a 300.000 mentre lo scorso anno aveva raggiunto quota 450.000 , dal 1.900.000 auto prodotte nel 1989 quando la FIAT era prima in Europa per quota di mercato.
Nell’ attesa del Tavolo Auto convocato dal Ministro Urso per Giovedì 14 novembre al Ministero di via Veneto, forte e’ la polemica sul fondo auto Giorgetti ridotto in Finanziaria. Il fondo Giorgetti da 8,7 miliardi era nato nel 2022 dalla iniziativa di Mino Giachino  che accortosi che nella ultima Legge di Bilancio di Draghi non vi era un euro per il settore automotive lancio’ la proposta di dar vita a una Mozione parlamentare tra tutti i deputati delle regioni in cui vi sono stabilimenti auto. La proposta venne recepita nella Mozione Molinari che portò il Governo a stanziare 8,7 miliardi in 9 anni a favore del settore. Una parte di quei fondi è stata utilizzata come incentivi che hanno tenuto su un po’ la domanda sino a quando il Ministro Urso ha chiesto di finalizzare i soldi al rilancio della produzione italiana a 1 milione di auto l’anno. E’ da questo braccio di ferro che è nata la proposta di Tavares di portare a Torino a fine 2025 la 500 ibrida. In questi mesi dal mondo della imprenditoria sono emerse critiche agli incentivi cosicché il Governo nella Legge di Bilancio ha cambiato strategia e ha ridotto il fondo cambiandone la destinazione all’aiuto alle aziende dell’indotto .
Commenta Giachino: “Il PD che ha la responsabilità di aver votato in Europa la decisione che sta causando una forte riduzione della produzione delle auto endotermiche , ora chiede al Governo di ripristinare il fondo per gli incentivi. Dov’era due anni e mezzo fa?
Intanto il calo delle vendite sta mettendo a rischio gli stabilimenti come si vede dalla decisione di Wolkswagen di chiudere alcuni stabilimenti e dalla decisone analoga della Nissan.  A Mirafiori la produzione rimarrà ferma sino a inizio anno con ricadute sulla economia cittadina perché ovviamente la cig riduce gli stipendi del 40% circa con effetti immediati sulla riduzione dei consumi e del commercio. Contemporaneamente i due investimenti miliardari relativi alla TAV e alla Linea 2 della Metro, che avrebbero potuto dare un bel contributo alla economia  locale , procedono con esasperante lentezza, il tutto mentre il vecchio traforo ferroviario verso la Francia è fermo causa una frana complicata in terra francese.  La scelta strategica degli ultimi Sindaci di Torino  di puntare tutto sul turismo e sulla cultura non riesce a pareggiare ciò che abbiamo perso nel settore industriale così Torino si è impoverita come hanno anche dichiarato più volte gli ultimi due Arcivescovi torinesi , Nosiglia e Repole. Stupisce che ancora ieri il Sindaco Lorusso , preoccupato più per la sua popolarità che per le difficoltà economiche e sociali della metà della Città che non sta bene , ha dichiarato di puntare sui Grandi Eventi. Mentre Bucci a Genova punta sugli investimenti nel porto , nelle infrastrutture e fa di tutto per attrarre investimenti dall’estero , a Torino si punta sui Grandi eventi che danno molta visibilità ma lavoro per dieci quindici giorni al massimo. Gli economisti che puntavano molto sulle star-up debbono misurarsi con i dati non esaltanti pubblicati dai giornali economici. Tutte le start-up insieme occupano 15.000 persone. Non si frena così la fuga all’estero dei neolaureati ci vuol altro. La stessa CGIL da tempo chiede al Sindaci di cambiare marcia”.
Giachino che fu il primo nel 2009 a denunciare il Declino e che ha avuto il merito di aver guidato il trasferimento a Torino della Autorità dei trasporti, che nel 2018 organizzò insieme alle madamin la Grande Manifestazione SITAV che convinse Salvini a votare contro la mozione dei grillini contraria alla TAV e che nel 2022 si mosse per primo contro la Legge di Bilancio  di Draghi che non aveva stanziato una lira a favore del settore auto , oggi fa un appello ai giornali, alle Associazioni produttive e alle forze politiche e sociali perché si accelerino gli investimenti per la TAV, per la Tangenziale, per la Linea 2 della Metro, per la difesa del settore auto e indotto che per i prossimi vent’anni potranno dare ancora molto alla economia torinese e piemontese, offrendo posti di lavoro a tempo indeterminato per i diplomati e i  neolaureati oltre a sviluppare il settore dell’aerospazio, dell’ informatica e dei semiconduttori.