POLITICA- Pagina 4

Volt, “Noi Siamo Qui”: Evento di Lancio della Scuola Politica

Il 31 maggio a Torino, presso la Cascina Roccafranca, prende il via la Scuola Politica
Europea con il primo incontro intitolato “Noi Siamo Qui”. La giornata offrirà un’occasione di
confronto su federalismo europeo e panafricanismo, analizzando la storia dell’integrazione
europea dal Manifesto di Ventotene ai Trattati di Lisbona, il funzionamento dell’Unione e le
sfide della costruzione incompleta della federazione. Interverranno il giornalista Oumar Barry
con un focus sul panafricanismo in West Africa, l’ex senatore e presidente della
commissione antimafia Giuseppe Lumia, insieme a Mercedes Bresso (Presidente
Movimento Europeo Piemonte), Stefano Rossi (Segretario MFE Torino), Anass Hanafi Dali
(presidente OIPI) e i rappresentanti di Volt all’Europarlamento, con spazio per domande e
dialogo con il pubblico.
L’incontro si svolgerà sabato 31 maggio dalle ore 09:15 alle 13:15 presso Cascina
Roccafranca, in via Edoardo Rubino 45, Torino, e si concluderà con un buffet conviviale.
L’evento è promosso da VoltThere International Foundation, in collaborazione con Volt
Europa, DoSomething!EU, ALDER, del Centro Einstein di Studi internazionali, del
Movimento Federalista Europeo, dell’osservatorio italiano di politica internazionale e con il
supporto di Global Shapers. L’ingresso è gratuito e aperto a tutti gli interessati; in questa
occasione verranno anche aperte ufficialmente le iscrizioni al percorso formativo della
Scuola.

https://www.eventbrite.com/e/biglietti-scuola-politica-europea-leuropa-che-ho-leuropa-che-vo
rrei-1369461158189?utm-campaign=social&utm-content=attendeeshare&utm-medium=disco
very&utm-term=listing&utm-source=cp&aff=ebdsshcopyurl

AVS: “Scuola e corsi a rischio al Lorusso e Cutugno”

Le scelte dell’USR di tagliare, a fronte delle indicazioni ministeriali, classi sull’istruzione in carcere e sull’istruzione per adulti sono sbagliate e vanno riviste con urgenza.
In particolare, ridurre la presenza di classi – soprattutto dei primi due anni – in carcere è sintomatico di un totale disinteresse per la funzione di risocializzazione per il carcere, che in Italia è ormai sempre più luogo di abbrutimento e disperazione, come non mancano di sottolineare anche i sindacati degli agenti di polizia penitenziaria. In carcere, la scuola non dovrebbe rappresentare una parentesi né un privilegio, ma la possibilità di iniziare un percorso didattico, di inclusione e rieducazione, rispettando la funzione di  riabilitazione della pena prevista dalla Costituzione.
Le lezioni e i laboratori sono strumenti preziosi che le persone detenute hanno per costruire un futuro diverso, reintegrarsi nella società e non tornare a delinquere. Non va poi dimenticato, nei giorni dei drammatici femminicidi di Afragola e Grugliasco, che proprio i corsi del Primo Liceo Artistico rappresentano una delle poche attività trattamentali destinate ai sex offenders: la rieducazione di persone in carcere per reati di violenza di genere è l’unico modo per sconfiggere la recidiva e dunque evitare ulteriori violenze. Per questo abbiamo chiesto, con un’interrogazione parlamentare di Marco Grimaldi, che l’USR riveda con urgenza la sua decisione: tagliare la scuola in ambito penitenziario significa anche danneggiare e impoverire l’intera collettività, esponendola più facilmente alla recidiva delinquenziale di chi esce dal carcere senza una prospettiva di vita.
Ma la scelta sul Lorusso e Cutugno è solo la punta di un iceberg di decisioni dell’USR che penalizzano fortemente l’istruzione per adulti, a partire dai tagli previsti presso il Curie-Vittorini di Grugliasco o presso il Buniva di Pinerolo, senza considerare la insufficienza dei posti nei CPIA.
Le scuole, anche quelle per adulti, sono una leva fondamentale per l’inclusione sociale, l’occupabilità e la competitività economica. Per questo abbiamo chiesto in Regione, con un ordine del giorno, a prima firma Cera, che verrà discusso nel consiglio di martedì, un tavolo di confronto specifico dedicato al tema dell’istruzione per adulti, anche con riferimento alla carenza di posti nei CPIA, fondamentali per percorsi positivi di inserimento delle persone straniere.
Il classismo e la volontà di discriminare le fasce più povere che guida la scelta di tagliare possibilità di riscatto, come l’istruzione in carcere e quella per gli adulti, è la cifra di tutte le politiche di questa destra di governo, che anche in questo caso getta la maschera e si rivela tutt’altro che sociale. È una destra classista che odia i fragili e li vuole lasciare sempre inesorabilmente indietro.
Marco Grimaldi, vicecapogruppo AVS Camera dei Deputati
Alice Ravinale, capogrupppo AVS Consiglio Regionale Piemonte
Valentina Cera, consigliera regionale AVS

San Paolo VI, il Papa che voleva la politica per il bene comune

Oggi la Chiesa lo ricorda 
Caro direttore,
è importante ricordare San Paolo VI, il Papa della Populorum progressio, il Papa che si lamentò con il Padre Eterno perché non aveva ascoltato la sua richiesta di aiutare la liberazione di Aldo MORO, uomo buono e giusto.
Per chi ha deciso anni fa di non vivere solo per sé stesso ma anche per la Comunità nella quale vive, Paolo VI fu il Papa che incoraggiava l’impegno in politica a favore del bene comune. Paolo VI che non immaginava mai più che nel 2022 potesse scatenarsi una Guerra come quella in Ucraina e quella in medio Oriente disse che la parola Pace avrebbe dovuto chiamarsi Sviluppo, nel senso di portare da mangiare e un lavoro anche I paesi del mondo non sviluppato.
Inserire  il proprio interesse particolare dentro il più vasto e giusto interesse nazionale era il modo di fare che avrebbero dovuto incarnare i cattolici impegnati in politica.
Sì qui le battaglie per il lavoro, per la TAV, per difendere il settore auto così importante per Torino e per il nostro Paese.
San Paolo VI prega per noi,
Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

Se la politica (in italia e nel mondo) ha qualche linea di febbre

Piccola sberla alla Meloni. Le opposizioni stravincono a Genova. Ma Lei non si cura, tanto una rondine non fa  primavera. Comunque i suoi sono letteralmente scomparsi. Non hanno ricevuto la velina e dunque non sanno che dire. Tutto rinviato all’8 e 9 di giugno al referendum. Li è molto semplice: se si raggiunge il quorum vincono le opposizioni.  Viceversa vince il centro destra. Tra le altre cose il nostro Conte non sembra tanto contento della vittoria a Genova. Lui e fatto così: se non fa’ il primo della classe non si diverte.
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Su Trump che altro dire. La sua totale inettitudine è sotto gli occhi di tutti.
In una sola cosa è bravissimo: fare i suoi affari sulle spalle degli altri. “Stupendo” il caso del Vietnam. Insieme ai dazi ha chiesto, ottenendolo, il permesso di un campo da Golf e relativi servizi da  lusso da costruire nel paese asiatico con un piccolo ed insignificante dettaglio: la società che costruisce il tutto ha come presidente il figlio di Trump. Indubbiamente gente di classe. E poi non ci sono più I comunisti di una volta. Sempre Trump avrebbe dovuto, passando per il Senato Usa , fare  un Blind Trust e passare la gestione del suo personale patrimonio miliadario. Non ci pensa minimamente. Come il marchese del Grillo: io so’ io e voi non siete un c….o. Almeno Alberto Sordi era simpatico. Ora scopre che Putin è un pazzo.
Complimenti alla sagacia del Presidente Usa. Unica possibilità è aspettare che questi 4 anni passino in tempo.  Unici che non hanno più tempo sono il popolo Palestinese ed il popolo ucranio. Con la tragica certezza che la mattanza di cristiani continuerà sia a Gaza come in Ucrania.
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Ora veniamo a Torino. Il sodalizio tra il nostro Sindaco Lo Russo e Valle continua. Un sindaco oramai certo che chi fa da solo fa per tre. Eppure sono molti che stanno scommettendo sulla sua prossima sconfitta alle amministrative. Molto sarà giocato su chi candiderà il centro destra. Se, ad esempio sarà la  M o n t a r u l i  il Sindaco Lo russo potrà dormire sonni tranquilli. Se sarà Marrone se la giocano. Ed anche la politica torinese mai così in basso. E’ incredibile che Roma batte Torino sullo spendere i soldi del pnrr. Ma sono passati oltre 50 anni da quando cercavamo di fare concorrenza a Milano sull’ efficienza. Nel mentre il sottosegretario Del Mastro straparla. Dice che taluni magistrati parlano come mafiosi . Dire a chi si riferisce?  Sarebbe elegante.
Difatto ricorda quotidianamente che la Meloni è presidente grazie anche a Lui. Tra le altre cose, a Biella si dice che da giovane era troppo effervescente. Tanto Fratelli d Italia ha ridato  ” verginità ” ai suoi.
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 Ricapitolando. Trump al potere è stato una delusione. Meloni boccheggia coninuando a dire che sta benissimo. Ma qualche linea di febbre ce l ha. Anche Lo Russo non goge di ottima salute. Politicamente parlando si intende.  Verrebbe voglia di dire: il potere logora. O forse, più prosaicamente non non sono all’altezza.Verissimo la situazione internazionale e locale è incasinatissima.  Tra guerre dazi e una città come Torino che difatto non funziona. Basterebbe che questi politici studiassero un po’ di più invece di fare dell’ignoranza un punto d’orgoglio.
PATRIZIO TOSETTO

Dopo la vittoria della Salis a Genova

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

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Subito dopo la Liberazione del 1945  Genova ebbe due sindaci comunisti, il primo  imposto dal CLN, poi ebbe una lunga serie di sindaci democristiani anche per l’influenza del leader Dc Paolo Emilio Taviani. Nel 1960, quando a Genova ci fu una violenta rivolta di piazza per impedire il congresso del MSI che due anni prima si riunì senza proteste a Milano, ci fu un commissario prefettizio a gestire l’emergenza. Ma 50 anni fa Genova svoltò nuovamente a sinistra con un sindaco socialista sostenuto dal pci.
Da allora ebbe sempre  sindaci di sinistra ,alcuni di essi ebbero anche una certa notorietà, non sempre positiva  da Burlando a Vincenti, per non dire del magistrato Sansa e del nobile Doria. Poi ci fu  dal 2022 un sindaco di centro – destra, Bucci , dimissionario nel 2024 perché eletto presidente di Regione dopo l’esperienza deludente e non priva di ombre  di Toti, espressione di una forte mediocrità politica e accusato di malaffare. Bucci fece scelte, dopo il crollo del ponte Morandi, per dare a Genova le infrastrutture necessarie alla città che le aspettava da tempi memorabili. Si rivelò un ottimo sindaco, smantellando con coraggio  anche un  decentramento elefantiaco e costoso fatto per dare posti retribuiti ai politici di serie B nelle circoscrizioni. Ora il sindaco, anzi la sindaca, passa nuovamente alla sinistra del campo largo aperta ai grillini e alle estreme. Si direbbe che Genova sia sempre stata una città di sinistra e che Bucci sia stato un’eccezione. Non ci sono più i camalli del porto, ma a partire dalla ztl la sinistra più o meno radicale predomina.
E’ una storia simile a quella di Savona dove la sindaca di centro – destra  Caprioglio fu un’eccezione. Bucci quindi come Guazzaloca a Bologna? Forse si potrebbe dire di sì anche  se la storia di Bologna si identifica ben di più  nella storia del PCI e di tutte le sue trasformazioni, non a caso iniziate alla Bolognina. Le tre vittorie di centro-destra sono quindi occasionali ? E’ presto per dirlo, ma certo i partiti della coalizione non sono stati all’altezza del compito di amministrare. Può darsi che anche il campo largo non riesca a farlo, anche perché la figura scialba e nel contempo arrogante della nuova sindaca Salis (che ricorda il nome nefasto dell’euro deputata che pratica e difende l’occupazione delle case) non è sicuramente una garanzia di esperienza politica e amministrativa. Essa ha vinto per la fragilità del centro – destra. La sconfitta di Genova può essere l’inizio di una frana che con le  prossime regionali d’autunno potrebbe far vacillare lo stesso governo nazionale tutto volto ad esercitare un ruolo internazionale che non compete storicamente all’Italia, ma non abbastanza attento ai problemi interni che sono evidenti e gravi. L’armata Brancaleone del campo largo che recluta anche Renzi e Calenda, potrebbe tentare il colpaccio. Troppi improvvisatori dominano il terreno politico a destra e a sinistra e la scarsa affluenza al voto può determinare conseguenze imprevedibili.

Magna Rivoli, 50 posti a rischio: “il gruppo Pd a fianco dei lavoratori”

Nel prossimo Consiglio Comunale di Rivoli di giovedì 29 maggio sarà discusso un ordine del giorno
presentato dai gruppi di maggioranza, in risposta al piano di esuberi annunciato da Magna, che
prevede il taglio di circa 50 posti su 90 presso il centro ex-Olsa, specializzato nella progettazione di
sistemi di illuminazione per l’automotive.
Una decisione che colpisce personale altamente qualificato e mette a rischio il futuro industriale
del territorio.
Tra le richieste nell’ordine del giorno: convocare un tavolo urgente con azienda, sindacati, Comune
e Regione; interventi concreti da parte di Regione Piemonte e Ministero dello Sviluppo Economico;
sostenere il sindacato promuovendo incontri pubblici.
“Difendere questi posti significa difendere il futuro della nostra città”, dichiarano i promotori
dell’ordine del giorno.
Pieno il sostegno del Gruppo ai lavoratori coinvolti e massimo l’impegno per la tutela della dignità
e dell’occupazione.

Moderati e Azione: “Torino, Piemonte, Europa- Il primato della politica”

Convegno al Collegio degli Artigianelli di Torino in cui, per la prima volta, i Moderati dialogano con il partito Azione con Calenda 

Il prezzo pagato dalla brava gente che non si interessa di politica è di essere governata da persone peggiori di loro”. Con questa citazione di Platone si è aperto il convegno tenutosi il 26 maggio scorso al Collegio degli Artigianelli di Torino da parte dei Moderati guidati dall’onorevole Giacomo Portas e da Azione con Calenda, rappresentata dall’onorevole Daniela Ruffino, segretaria regionale Azione. Erano presenti i consiglieri regionali dei Moderati Silvio Magliano e Sergio Bartoli, consigliere regionale di Azione. Sono intervenuti inoltre Carlotta Salerno, assessora comunale all’Istruzione, Edilizia Scolastica, Giovani, Periferie e Rigenerazione Urbana, Simone Fissolo, capogruppo dei Moderati in Consiglio Comunale, Ivana Garione, consigliere comunale a Torino, oltre a Cristina Peddis, Stefano Giuliano e Katia Agate.

Il convegno, incentrato sul tema del primato della politica, ha tracciato un percorso che ha unito il passato, il presente e il futuro di un certo modo di far politica, a livello nazionale e territoriale. Una politica che evidenzia oggi una forte disaffezione dei cittadini nei suoi confronti, e che si scontra con la possibilità di rappresentarsi in quanto buona politica se priva di conoscenza e consapevolezza tra i politici, le istituzioni e i cittadini. Questa è l’importanza della citazione di Platone, che ha accomunato gli interventi dei relatori appartenenti ai Moderati e ad Azione, partiti uniti da molteplici principi etici e politici comuni.

Durante il convegno è stata rimarcata l’importanza fondamentale del fare politica in modo consapevole, rifacendosi ad un pensiero di Benedetto Croce che asseriva “il politico onesto è il politico capace”, una capacità che deve esprimersi attraverso la conoscenza dei problemi del cittadino e del territorio in cui abita, mantenendo un sacrale spirito di servizio che la politica deve incarnare per non scollarsi dalle necessità del popolo. Le persone insieme fanno la politica e il primato di quest’ultima non può che essere rappresentato dal concetto di impegno civile. Il primato coincide con la partecipazione alla cosa pubblica

Il primato si ottiene nel momento in cui la politica si riappropria di conoscenza e studio- afferma il Consigliere regionale dei Moderati Silvio Magliano – Questo è il motore che muove i Moderati nell’affrontare le problematiche contemporanee, tra cui il tema demografico e della denatalità, conseguente al senso di fragilità politico ed economico che rischia di connotare oggi il nostro Paese. Per far crescere un Paese deve essere presente un’economia solida.

Altri due temi importanti sono quelli de piano sociosanitario, su cui è necessario lavorare in ambito di prevenzione, stile di vita e servizi, rimettendo al centro le esigenze della persona. Un altro tema è quello dell’energia, su cui lavoreremo per aiutare le nostre imprese”

Tornare a decidere, mettere al centro la capacità decisionale deve essere il modo di interpretare la politica – afferma il consigliere regionale di Azione Sergio Bartoli. Per risolvere problemi serve scegliere vie giuste, anche se difficili”.

Per la prima volta i Moderati organizzano un convegno con un altro simbolo, in modo da generare collaborazione e contrastare questa politica carnivora- dichiara l’onorevole Giacomo Portas, leader dei Moderati – L’Europa è oggi circondata effettivamente da leader “carnivori”, aggressivi, e noi abbiamo il compito di generare una politica che possa anche commettere errori, ma non orrori.

Per fare politica e pensare al domani è necessario il consenso, quindi una vicinanza totale alle necessità del cittadino e del territorio. Mi immagino Torino fra 10 o 15 anni come una città universitaria, investendo sul costruire ‘bellezza’ nelle aree dismesse e migliorando ciò che già esiste. Questo condurrà a importare studenti e cervelli, influendo sul fattore demografico ed abitativo”.

Vivere la politica significa avere programmi chiari – ha dichiarato l’On. Daniela Ruffino, segretaria regionale di Azione – Una politica senza idee non può definirsi tale. E’ necessario creare convergenze, parlare, condividere e confrontarsi, come sta accadendo oggi con i miei colleghi Moderati. Azione è un partito molto giovane, non ha la storia dei Moderati, ma ne condivide molte idee da portare avanti congiuntamente. Per quanto riguarda il territorio piemontese, penso siano necessari una totale visione concorde tra Torino e la Regione Piemonte e il lavoro da progettare e attuare nelle periferie, due aspetti che possono cambiare lo stato delle cose positivamente”.

Mara Martellotta

Ravinale: (Avs): “Il pasticciaccio brutto dei diesel euro 5”

“La Giunta Cirio ha fatto tutto da sola: prima ha disposto il blocco degli Euro 5, poi ha richiesto e ottenuto una proroga di due anni, adesso – con la proroga agli sgoccioli – ‘studia’ per convincere il Governo. A fare cosa? Non si capisce – ha commentato la capogruppo AVS in Consiglio Regionale Alice Ravinale – Due settimane fa la Giunta aveva risposto a una mia interrogazione che il blocco dei diesel euro 5 nei comuni con oltre 30.000 abitanti sarebbe entrato in vigore il 1° ottobre 2025, dopo la proroga ottenuta nel 2023. Tutto ciò senza che la Regione abbia fatto nulla in questi due anni per informare i cittadini e accompagnare una misura che crea disagi a quasi 300.000 piemontesi.
Nell’incontro di ieri al Grattacielo Marnati ha invece comunicato ai sindaci che la Regione “sta studiando misure alternative compensative” che verranno poi presentate al Ministero, il quale deciderà se intervenire sulla Legge nazionale, lasciando alle Regioni la possibilità di derogare ulteriormente al blocco diesel euro 5, oppure no.
Il Piemonte quindi non chiederà deroghe a Roma, ma sta puntando a salvare gli euro 5 con delle soluzioni che compensino le emissioni inquinanti, soluzioni che però nessuno ha ancora mai visto. Mobilità? Energia? Agricoltura? Cosa riguarderanno nello specifico non è dato saperlo e questo la dice lunga sulla scarsa attenzione della Giunta al tema della riduzione dell’inquinamento: d’altronde, ancora oggi non è chiaro quale sia l’effettivo risparmio di emissioni in caso di blocco degli Euro 5, misura che ricordiamo è stata decisa proprio dalla Giunta Cirio a fronte della procedura di infrazione europea in corso per il superamento dei limiti.
Intanto sono due passati due anni senza fare nulla, con emissioni e particolato che continuano a inquinare e fanno ammalare i e le piemontesi, ma anche questa volta il rischio è che i comuni e soprattutto i cittadini si ritrovino con il cerino in mano a causa di una Giunta che non prende sul serio il tema della qualità dell’aria”.
“Auspichiamo che la Regione dia notizie al più presto, perché non c’è più tempo da perdere” ha detto Roberto Bacchin assessore all’Ambiente della città di Collegno e segretario provinciale di Sinistra Italiana “Parlare di qualità dell’aria in relazione ai confini comunali non ha alcun senso, serve un’azione omogenea e coordinata sul territorio, non limitata alle città più popolose”.
“La regia garantita dalla Città metropolitana di Torino nell’allineamento delle varie ordinanze anti-inquinamento deve trovare un riferimento sovraordinato in sede regionale: serve uscire dall’inerzia e, dati alla mano, proporre soluzioni sostenibili per un reale miglioramento della qualità dell’aria piemontese” conclude l’assessore all’Ambiente di Rivoli Angelo Tribolo.