La proroga del Governo non basta
L’approvazione del Decreto Legge sulle proroghe che, tra gli altri provvedimenti, posticipa al 1 gennaio 2026 l’entrata in vigore del nuovo regime IVA per gli Enti del Terzo Settore iscritti al Registro Unico è un passo avanti importante e necessario, ma non ancora decisivo.
L’Ordine del Giorno, presentato da Silvio Magliano, Presidente del Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale, approvato all’unanimità oggi in Consiglio Regionale, impegna la Giunta regionale a promuovere in tutte le sedi opportune la necessità di un tavolo di discussione con la Comunità Europea, dalle cui norme discende il Decreto Legislativo 146/2021 che ha abrogato la disciplina di esclusione IVA degli Enti del Terzo Settore. Se nella formulazione normativa precedente le attività di prestazione di servizi che caratterizzano molte tipologie di enti erano escluse dall’ambito di applicazione dell’Iva, considerando l’ente un soggetto estraneo a una “filiera” di produzione e di conseguenza escluso tout court dall’ambito di applicazione dell’Iva il d.lgs 146/2021 stabilisce, infatti, che tali attività rientrano a pieno titolo nell’ambito di applicazione dell’Iva e possono classificarsi di volta in volta quali esenti (rilevanti ai fini Iva e dei relativi adempimenti senza però essere gravate dell’imposta in relazione alla particolare natura dell’attività o dell’ente che la realizza) o imponibili (rilevanti ai fini Iva e dei relativi adempimenti e gravati dell’imposta, applicata sulla base della aliquota prevista dalla normativa in relazione all’attività svolta).
“Il Terzo Settore – commenta Silvio Magliano -, opera in numerosi ambiti fondamentali per la nostra società ed è indispensabile nel welfare, nella cultura, nella protezione civile. I Volontari che operano negli Enti di Terzo Settore iscritti al registro sono oltre 2,5milioni: la nuova normativa comporterebbe un aggravio tanto di costi quanto di adempimenti burocratici, negativi per tutte le Associazioni e difficili da gestire per quelle medio-piccole che sono la grande maggioranza, costringendole a distogliere risorse dalla mission per dirottarle sulle attività gestionali e amministrative. Il Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale ritiene necessario, quindi, aprire un confronto direttamente con la Comunità Europea, in modo che l’esenzione IVA torni ad essere strutturale e non un regime temporaneo di proroga. Lavorerò insieme alla Giunta affinché questo impegno, contenuto nell’atto approvato oggi, divenga realtà al più presto”.
“Infrastruttura migliorerà qualità dell’aria decongestionando viabilità Nord-Ovest”
“In linea con gli interventi positivi contenuti nel Piano sulla Qualità dell’aria a cui la Lega ha lavorato a lungo avvalendosi del supporto scientifico dell’Arpa, si rende ora necessario intervenire in modo concreto per migliorare le infrastrutture della nostra regione. Per questo motivo ho presentato un Ordine del giorno in cui richiedo la riduzione dei tempi per la costruzione della Tangenziale est di Torino, in particolare dell’ultimo tratto di collegamento alle autostrade A4 Torino-Milano, A21 Torino-Piacenza e le c.d. “autostrade del mare”. Il nodo stradale di Torino è il più trafficato della regione e questo ha ripercussioni sull’ambiente e sulla viabilità di tutto il nord Italia, incidendo negativamente sulla qualità dell’aria. Oggi i tempi sono maturi perché la regione si faccia parte attiva per prevedere il completamento del progetto esecutivo della Tangenziale est entro il 2029″. Così Fabrizio Ricca, capogruppo Lega in Piemonte, primo firmatario dell’Odg collegato al Piano sulla Qualità dell’aria.
10 dicembre 2024 – “Questa mattina, prima dell’inizio della seduta sul Piano regionale sulla qualità dell’aria in Piemonte, degli attivisti di Extinction Rebellion hanno protestato davanti a Palazzo Lascaris, chiedendo di essere auditi per poter manifestare ai Consiglieri regionali la loro denuncia della mancanza di politiche regionali adeguate nel far fronte all’aumentare degli eventi estremi sul territorio. Abbiamo insistito con un centrodestra ostile per fare in modo che una delegazione di questi ragazzi, come da prassi consolidata, venisse audita e, dopo molte insistenze, l’abbiamo finalmente ottenuto” dichiarano la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero e la Consigliera regionale Pd Nadia Conticelli.
Durante l’incontro che si è tenuto alle 14, la Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Gianna Pentenero ha affermato: “La promozione di politiche per il clima è molto importante. Così come sviluppiamo le buone pratiche per i singoli cittadini, incentivandoli con proposte tipo il pass gratis per i trasporti under 26, è giusto spingere nella stessa direzione con la promozione della transizione ecologica verso tutto il mondo produttivo: dall’industria all’artigianato”.
“Il tema della devastazione ecologica causata dalle attività umane è centrale per chi ancora spera in un futuro migliore per il pianeta. Questi ragazzi ci ricordano, in tutti i modi possibili e in tutte le sedi, che il tempo ormai sta scadendo perché migliaia di studi ci dicono che la crisi ambientale è sempre più allarmante. Purtroppo questa Giunta regionale di centrodestra si sta dimostrando, ancora una volta, sorda alle legittime richieste di chi sta difendendo l’ambiente e, nella stesura del Piano sulla qualità dell’Aria, non ha tenuto conto delle indicazioni che provengono da tutti gli attori coinvolti e nemmeno degli emendamenti di merito migliorativi presentati dal Gruppo Pd sulle energie rinnovabili e sulle comunità energetiche, sull’intermodalità e sulla transizione verso la mobilità sostenibile che non sono stati accolti, nonostante provenissero dal lavoro consiliare di confronto e di audizione dei rappresentati dei vari settori” concludono Pentenero e Conticelli.
Il Presidente del Gruppo Lista Civica Cirio Presidente PML: “L’invecchiamento della popolazione e le difficoltà delle famiglie richiedono di agire con attenzione per la tenuta del sistema sanitario: collaboreremo con gli Assessori competenti che sono già al lavoro”.
L’audizione del Comitato delle Associazioni per la promozione dei diritti delle persone non autosufficienti ha portato all’attenzione della IV Commissione del Consiglio regionale le difficoltà per le famiglie che devono prendersi cura di una persona non autosufficiente, in particolare con demenza, o di una persona autistica.
“Si tratta di questioni urgenti – commenta Silvio Magliano, Presidente del Gruppo Consiliare Lista Civica Cirio Presidente Piemonte Moderato e Liberale – sulle quali sto lavorando da tempo, insieme a numerose Associazioni di tutela: ritengo estremamente positivo che queste associazioni ed altre ancora siano confluite in un Comitato che si ponga come interlocutore unico e che ho già avuto modo di mettere in relazione con la Giunta. Credo che i temi presentati oggi, dall’accesso alle prestazioni residenziali all’incremento della domiciliarità, dalla ristrutturazione dei centri diurni all’applicazione dell’analisi comportamentale ai bambini con autismo, debbano essere accuratamente analizzati nell’ambito del nuovo piano sociosanitario della Regione Piemonte: sono certo che gli Assessori competenti, alla Sanità e al Welfare, sono all’opera per dare un riscontro su questi temi alle Associazioni e alle famiglie e con questo obiettivo collaboreremo con loro fin da subito”.
La situazione necessita di un’attenzione particolare anche in vista degli scenari demografici che la denatalità e l’invecchiamento della popolazione prefigurano per il Piemonte: “Il numero sempre maggiore di anziani nel futuro demografico della nostra regione – prosegue Magliano -, con evidente incremento del numero delle persone affette da Alzheimer e altre demenze, e la proporzione di una diagnosi di autismo ogni 77 nuovi nati rendono evidente che è importante intervenire ora, non solo per dare risposte alle famiglie, ma anche per evitare che la spesa non sia più gestibile, se si tiene conto che già ora le famiglie sono al limite e si possono prevedere ricadute sui gestori dei servizi”.
Il Capogruppo di Forza Italia, Federica Scanderebech, ha presentato oggi un’interpellanza al Consiglio Comunale affinché, per le prossime festività natalizie e con il sopraggiungere del Capodanno, l’Amministrazione provveda a fare rispettare la normativa vigente, ossia l’art. 703 del Codice Penale sull’utilizzo dei fuochi d’artificio, l’art. 48ter del Regolamento 221 di Polizia Urbana che vieta di fare esplodere botti e petardi, e il Regolamento 320 per la Tutela degli animali in città che vieta qualsiasi comportamento lesivo nei loro confronti (considerando che fare esplodere botti e petardi è configurato come maltrattamento).
Dichiara Scanderebech (FI): “Da stime recenti, ogni anno, in Italia sono circa 5.000 gli animali che muoiono a causa dei botti di fine anno e di questi, circa l’80% sono animali selvatici, soprattutto volatili che, spaventati, perdono il senso dell’orientamento scappando istintivamente e finendo per colpire ostacoli durante la loro fuga. Anche altri animali fanno questa triste fine: le cronache torinesi dei primi giorni di gennaio 2024 ce lo hanno confermato, comunicando di cani e gatti terrorizzati, finiti investiti dai veicoli nella loro irrazionale fuga. Sono soprattutto loro, i nostri principali animali d’affezione che, avendo una particolare soglia uditiva, molto più sensibile di quella umana, patiscono stress e spaventi riportando in seguito traumi fisici, ansie e varie forme di fobie“. “Purtroppo l’Assessore in Aula ha riferito che i verbali per il mancato rispetto dell’articolo 48 del Regolamento di Polizia Urbana negli ultimi 9 anni sono stati solo 34 e comunque mai più di 6 (come nel 2022). Sorprende, dato che l’attività di controllo è compiuta con regolarità tutto l’anno ed intensificata con l’approssimarsi delle festività. Eppure buona parte dei torinesi, pur non soffrendo di insonnia, sentono quotidianamente, tutte le sere, fuochi d’artificio provenire da alcune zone della città. E’ possibile che questa Amministrazione vada ancora sensibilizzata per intervenire? Dubito che si tratti di fuochi autorizzati quotidianamente“.
Aggiunge Scanderebech (FI): “I continui appelli da parte delle associazioni animaliste e di numerosi cittadini rimangono inascoltati, eppure la normativa ci sarebbe; basterebbe farla rispettare sanzionando in base all’art. 703 del Codice Penale, l’art. 48ter del Regolamento Comunale di Polizia Urbana n. 221 e l’art. 9 del Regolamento per la tutela e il benessere degli animali in città, disciplinanti l’accensione di fuochi d’artificio e petardi, il divieto di farli esplodere e che l’attivazione di questi può configurarsi come maltrattamento e comportamento lesivo nei confronti degli animali comportando quindi responsabilità per i trasgressori“.
Sottolinea Scanderebech (FI): “Lo scoppio dei petardi in città è comunque pericoloso anche per tutta la popolazione e non soltanto per chi li getta: ogni anno le cronache riportano il bollettino dei feriti e, in alcuni rari casi, anche dei deceduti; vi è poi il pericolo di incidenti nel caso di ordigni inesplosi raccolti per gioco, rischio al quale sono soggetti soprattutto ragazzini e bambini. Oggigiorno vi sono in commercio forme alternative ai botti per festeggiare il Capodanno, come le fontane luminose o le stelle filanti, che mantengono le loro caratteristiche visive ma che non sono esplosive“.
Conclude Scanderebech (FI): “Negli anni passati, le campagne di affissioni promosse dalla Città sono state platealmente ignorate e le interpellanze presentate a gennaio, quando ormai i danni erano accaduti. Questa volta ho voluto prevenire mettendo l’Amministrazione di fronte all’urgenza dell’evento. Tuttavia, dalla risposta ricevuta, non pare proprio che il tema stia a cuore e venga trattato come prioritario. L’Immacolata è passata e le campagne di sensibilizzazione devono ancora iniziare. Ridicolo il numero delle sanzioni che sono state comminate dal 2016 per la procurata esplosione in città di fuochi d’artificio e petardi non autorizzati e per il commercio itinerante irregolare di articoli pirotecnici. La normativa c’è, rispettiamola e sanzioniamo se necessario, affinché questi comportamenti irresponsabili cessino definitivamente e gli animali tutelati!”
Giuseppe Botta, protagonista della buona politica
Il ricordo dell’onorevole Giuseppe Botta, uno dei grandi protagonisti della vita politica torinese, nelle parole del figlio Franco Maria, a sedici anni dalla scomparsa
Nel 2008 veniva a mancare uno dei grandi protagonisti della politica piemontese e non solo, l’onorevole Giuseppe Botta. Fu rappresentante della Democrazia Cristiana a partire dagli anni Sessanta. Ebbe come maestro l’onorevole Giuseppe Bovetti, che fu anche uno dei Padri Costituenti.
Quali erano i valori incarnati dalla Democrazia Cristiana di quei tempi, trasmessi dagli stessi Padri Costituenti?
“Il primo e più importante dei valori era incarnato dalla libertà e “Libertas” era proprio la scritta che compariva nel simbolo dello Scudo crociato della DC. Fondamentali erano gli ideali della democrazia e dell’ispirazione cristiana da cui derivarono e discesero le azioni concrete nei provvedimenti legislativi economici”.
La politica, allora, non era improvvisazione, ma richiedeva una preparazione anche teorica, affiancata da una autentica fedepolitica. Secondo Lei che cosa si è incrinato, dopo la fine della Prima Repubblica, tale da aver provocato una graduale perdita dei veri valori ideologici della politica e della sua pratica?
“Secondo me si era già incrinato il rapporto di fiducia tra cittadini e politica alla fine della cosiddetta Prima Repubblica. Nel momento in cui è crollato il muro di Berlino è venuta meno anche in Italia la contrapposizione storica tra la DC con gli alleati laici e socialisti e il vecchio partito Comunista italiano. In estrema sintesi entrò in crisi il sistema politico italiano, così come si era configurato dal dopoguerra fino ad allora. Era presente una ricerca di aria nuova. Ricordiamo, a questo proposito, i referendum di Mario Segni. Furono anni di profonda crisi che si conclusero con l’inchiesta di Tangentopoli, che provocò l’azzeramento di un’intera classe politica ad eccezione di quella comunista. Diventerebbe impossibile ricordarne tutti i passaggi, ma furono commesse vere e proprie ingiustizie da clima di caccia alle streghe, che si instaurò dal 1992 e per diversi anni seguire. Era forse inevitabile che si giungesse ad un punto di svolta, ad un passaggio alla Seconda Repubblica che, però, non è stato adeguatamente accompagnato da vere riforme costituzionali. Mi sento di dire che oggi viviamo una decadenza di valori senza precedenti. La politica nazionale è guidata da personaggi improvvisati, spesso senza cultura e competenza”.
L’onorevole Giuseppe Botta seguì un ‘cursus honorum’, per utilizzare il termine latino, che lo portò da incarichi cittadini a importanti ruoli governativi. In che modo rappresentò l’espressione del rigore e dei valori sabaudi e democristiani in una Roma ben diversa da quella di oggi?
‘Mio padre aveva il passo dell’alpino e la costanza del maratoneta che si allena ogni giorno. Aveva anche una straordinaria capacità lavorativa e un impegno eccezionale. Certo la sua fu una vera e propria “gavetta” sia all’interno della Democrazia Cristiana sianelle Istituzioni. A Roma sapeva, forte dell’esperienza maturata, quali fossero i “tasti” da toccare e quali no. Gli obiettivi che si prefiggeva erano soprattutto inerenti le infrastrutture torinesi e piemontesi. Come assessore provinciale alla Viabilità con il presidente avvocato Gianni Oberto, realizzò moltissime strade nella provincia di Torino e promosse opere strategiche quali la Tangenziale di Torino a tre corsie oltre opere altrettanto importantiquali il Traforo Internazionale del Frejus. A livello nazionale promosse leggi ancora oggi rimaste in vigore. Aveva a cuore l’Arma dei Carabinieri e nel 1985 fu approvata, per sua iniziativa,la legge per la costruzione di nuove caserme dei Carabinieri sull’intero territorio nazionale con uno stanziamento finanziario straordinario di 1500 miliardi di vecchie lire. Per questa ragione fu insignito dai Carabinieri dell’onorificenza di “Carabiniere d’Onore” e questa legge è ricordata come la legge Botta. Nel settore della casa un’altra legge fu approvata nel ’92, nota come la legge Botta -Ferrarini. Ma a Torino, e in generale in Piemonte,curava con la massima attenzione le esigenze dei cittadini e delle amministrazioni locali. Sembrava non stancarsi mai”.
A Torino fu assessore alla Viabilità, oggi incarico spesso ricoperto senza una preparazione adeguata; a Roma fu parlamentare per sette legislature consecutive e per undici anni Presidente della Commissione Lavori Pubblici alla Camera, occupandosi anche di un’opera fondamentale quale fu la costruzione dell’autostrada delTraforo del Frejus e in seguito dell’autostrada Torino Bardonecchia.
“La politica ai tempi di mio papà era spesso fatta di ascolto. E questo costituiva il suo credo, la sua pratica quotidiana. Era una politica che non passava attraverso Internet o il web, ma attraverso l’ascolto continuo dei bisogni delle persone e dei cittadini. Una politica fatta sul campo, attenta soprattutto alle necessità dei più deboli. E nemmeno – come ricordava spesso lui stesso – avvertiva la necessità di andare in televisione. La sua era una politica di attenzione al prossimo, e le sue elezioni in Parlamento erano la conseguenza del suo agire quotidiano”.
Quale insegnamento potrebbe trarre la politica attuale dal Suo esempio?
“Per rispondere alla sua domanda dico soltanto che il suo esempio di lavoro, come quello tantissimi altri parlamentari, può insegnare qualcosa a chi avesse l’umiltà di studiare e prepararsi. Oggi può capitare di trovare seduto sui banchi di Montecitorio chi, fino al giorno prima, non conosceva neppure l’indirizzo e cosa fosse il Parlamento”.
Era anche molto legato al Collegio degli Artigianelli, che si richiamava ai valori di Don Murialdo?
“Era legatissimo al Collegio Artigianelli che formava tanti giovani ai mestieri. Amava ricordare un detto del Santo Leonardo Murialdo: ”Fate lo straordinario nell’ordinario”. Mio padre aveva modificato questo detto in “Facciamo l’ordinario. È già un fatto straordinario!”.
Per un giovane che volesse fare politica seriamente (e oggi è fatto raro constatare che la politica faccia l’ordinario) quale potrebbe essere l’attualità del prezioso esempio dell’onorevole Botta?
“In generale credo sia importante, al di là della figura di mio padre,avere appunto l’umiltà di ascoltare e di lavorare sodo”.
Il suo essere democristiano non prescindeva, però, dal rispetto per la laicità e per gli orientamenti politici avversi. Questo potrebbe essere di monito, nella società contemporanea, dove i singoli individui sono spesso sempre più intransigenti nei confronti delle ideologie e opinioni contrarie alle proprie?
“Affermava spesso che i comunisti non erano i nemici, ma avversari politici e che, una volta terminata una discussione, ci si stringeva la mano. Mi piacerebbe che potesse venir recuperato quello spirito”.
Mara Martellotta