POLITICA- Pagina 4

Scontri in piazza, dibattito in Consiglio comunale

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Comunicazioni, questo pomeriggio in Consiglio Comunale, a seguito degli episodi di violenza avvenuti nell’ambito della manifestazione a favore del popolo palestinese.

A dare le risposte alla richiesta dei consiglieri Ferrante De Benedictis, Giuseppe Catizone, e Enzo Liardo Liardo, l’Assessore alla Sicurezza, Marco Porcedda, ha espresso a nome del Sindaco e della Giunta la ferma e la totale condanna per i fatti criminali perpetrati da Hamas, a partire dal 7 ottobre, inclusa la detenzione di ostaggi israeliani. “Allo stesso modo, con stessa analoga fermezza condanniamo la politica criminale del governo Netanyahu per aver commesso atti contrari al diritto internazionale, ha sostenuto Porcedda, ma soprattutto per sofferenze indicibili alle quali ha sottoposto la popolazione palestinese.

Sottolineiamo allo stesso tempo come occorra evitare di omologare il popolo palestinese con Hamas e, allo stesso modo, il popolo di Israele con il governo Netanyahu.

La posizione del Sindaco e di questa Amministrazione sostiene con forza la visione di due popoli e due stati, liberi e democratici, come condizione indispensabile per garantire in modo stabile la pace e la sicurezza.

Porcedda ha quindi ricordato le azioni di cooperazione internazionale con le Amministrazioni locali della Cisgiordania, con particolare riferimento alla città di Betlemme.

Rispetto alla manifestazione che si è svolta a Torino, Porcedda ha espresso ringraziamento alle decine e decine di migliaia di persone che hanno sfilato pacificamente per le vie della città, in sostegno della causa palestinese, “una mobilitazione estremamente significativa, ordinata e pacifica che ha rappresentato una bella giornata di democrazia e dei diritti costituzionali”. La manifestazione, ha ricordato, è stata supportata da poco più di 200 agenti della Polizia locale.

Riteniamo invece doveroso prendere nettamente le distanze e condannare senza appello alcuno gli atti di violenza e vandalismo perpetrati da un gruppo di qualche centinaia di esponenti dell’area antagonistica e di quella anarchica, ha ribadito Porcedda. I danneggiamenti a soggetti pubblici e privati nulla hanno a che fare con i manifestanti pacifici né tanto meno con la causa palestinese. Si tratta di frange estremiste organizzate che stanno danneggiando gravemente proprio quella causa che pretendono di sostenere, prestando il fianco a chi ha interesse a strumentalizzare questi episodi”.

L’assessore ha quindi espresso piena solidarietà alle Ogr, agli organizzatori di Italan Tek week, ai lavoratori e lavoratrici di Leonardo, ai commercianti.

La nostra città non può e non vuole essere ostaggio di una frangia di violenti, ha continuato l’Assessore, ringraziamento e pieno sostegno alle donne e agli uomini delle forze dell’ordine per il servizio svolto e per aver tutelato la sicurezza di Torino anche con agenti rimasti feriti negli scontri ai quali va il nostro augurio di pronta guarigioneL’auspico è che le persone identificate come responsabili vengano rapidamente assicurate alla giustizia.

Abbiamo preso atto delle dichiarazioni delle forze politiche che hanno voluto distinguerei due aspetti della manifestazione, quello pacifico e quello violento, ha concluso Porcedda, stigmatizzando le violenze delle frange estremiste. Occorre non confondere le migliaia persone pacifiche con le poche centinaia di violenti. La politica a tutti i livelli ha la responsabilità di non esasperare il clima, la causa palestinese e il difficile processo di pace è troppo importante per essere trascinato in una sterile polemica politica”.

IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

Il consigliere Pino Iannò (Torino Libero Pensiero) ha avviato il dibattito rammaricandosi dell’assenza del sindaco in Aula per poi dichiarare il proprio sostegno al popolo palestinese e alla sua autodeterminazione. Iannò ha condannato gli atti vandalici cittadini che ha definito vergognosi, da parte di frange di anarchici che hanno creato scompiglio, e sottolineato che l’apertura di credito ad Askatasuna da parte della Città non aiuta l’evoluzione pacifica della vicenda. Ha ringraziato infine il presidente Crema per la riconvocazione di una Commissione con all’ordine del giorno un proprio atto non discusso venerdì scorso in occasione dello sciopero generale.

Il capogruppo Andrea Russi (M5S) ha ricordato la sua presenza tra le centomila persone che venerdì scorso hanno attraversato Torino per fermare il genocidio a Gaza e sostenere l’iniziativa di Flotilla. Ha evidenziato il tono civile e pacifico della manifestazione e i pochissimi che hanno cercato lo scontro per poi sottolineare la posizione di M5S a sostegno della causa palestinese e la presa di distanza dai violenti. Ha concluso l’intervento definendo bello il gesto di esporre il vessillo palestinese dal balcone di Palazzo civico, atto di coscienza applaudito dai manifestanti in una piazza che rappresentava la pace.

Il consigliere Ferrante De Benedictis (FdI) si è detto rammaricato non sia pervenuta risposta sulla questione della presenza di consiglieri comunali al balcone di Palazzo civico che hanno sventolato bandiere palestinesi durante lo sciopero di venerdì scorso. De Benedictis ha definito Palazzo civico il palazzo di tutti i torinesi da dove far sventolare soltanto le bandiere ufficiali a tutela del principio di neutralità. Ha definito preoccupanti gli incidenti avvenuti in città per uno sciopero poco vicino alle ragioni politiche vista l’attività diplomatica in corso e il mancato ascolto da parte dei manifestanti di Flotilla dell’appello di Mattarella.

Enzo Liardo (Fd’I) esprime solidarietà alle forze dell’ordine, mentre ritiene una contraddizione quella del sindaco, che da una parte solidarizza con le forze dell’ordine, dall’altra è impegnato da tempo con un progetto di patto sociale con Askatasuna, che pare fosse alla regia degli scontri provocati in città. È altra contraddizione è stato lo sciopero della Cgil, che non si sa invece dove fosse quando veniva firmato il jobs act.

Una situazione tragicomica per Federica Scanderebech (Forza Italia) che non accetta di farsi riprendere perché espone in Aula la bandiera italiana quando la maggioranza ha sventolato quella palestinese dal balcone di Palazzo Civico. Un atteggiamento in cui non si riconosce e che non ritiene consono a rappresentanti delle istituzioni. Condanna le violenze la consigliera ed esprime, anche lei, solidarietà alle forze dell’ordine per il tentativo di fermare le violenze in città.

Giuseppe Catizone (Lega) non è indignato per l’assenza del sindaco dall’Aula, ma per l’inefficienza di questa maggioranza. Che da una parte continua il progetto di piano dei beni sociali con Askatasuna, dall’altra accetta la devastazione delle OGR da parte di militanti vicini a quell’area. Il consigliere dichiara di non essere interessato al livello internazionale dello scontro israelo-palestinese ma da quello cittadino. Preoccupato per l’immagine di Torino uscita danneggiata dagli episodi del fine settimana. E si aspetta che i sindacati vengano sanzionati per avere portato avanti lo sciopero non dichiarato nei tempi previsti dalla legge e per questo non autorizzato.

Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) ha espresso pieno appoggio al popolo palestinese, alle vittime del 7 ottobre e di tutte le guerre in corso, a tutti gli attivisti imprigionati e a tutti coloro che hanno manifestato pacificamente. Ha condannato ogni forma di violenza e manifestato solidarietà alle Forze dell’ordine. Si è dissociata dall’esposizione delle bandiere e dalla sospensione dei lavori delle Commissioni dello scorso venerdì. Ha quindi annunciato uno sciopero simbolico dai lavori del Consiglio Comunale.

Anche Simone Fissolo (Moderati) ha espresso solidarietà ai manifestanti. Per quanto riguarda le bandiere, ha detto che sarebbe meglio esporre quelle delle pace. Ha poi condannato tutte le manifestazioni violente avvenute in città. La politica deve partecipare e dare risposte concrete – ha spiegato, dichiarando che anche il Gruppo dei Moderati intende aderire allo sciopero simbolico dei lavori d’aula.

Per Sara Diena (Sinistra Ecologista) venerdì scorso è stata fatta la storia, prendendo le distanze dai rappresentanti del Governo, con milioni di persone che hanno dato il loro contributo per sostenere la Flotilla e rompere l’assedio di Gaza. Ha quindi preso le distanze dai danneggiamenti avvenuti in città e ha denunciato i cittadini inermi già a terra colpiti con violenza in piazza Castello: il ministro Piantedosi deve chiedere scusa, aprire un’indagine indipendente e istituire codici identificativi per le Forze dell’ordine – ha concluso.

Pierlucio Firrao (TO Bellissima) Difendiamo diritto a manifestare pacificamente al di là di ogni valutazione. Solidali con FFOO e condanniamo i facinorosi, che si rifanno a gruppi rispetto ai quali la Città si piega, mentre servirebbe condanna unanime. Sbaglia chi non lo fa.

Viale(+ Europa- Radicali) C’è stata grande manifestazione – sopravvalutata nei numeri- ma l’egemonia nei cortei è di chi vuole la distruzione di Israele, la cui esistenza è un elemento fondante della soluzione “due popoli e due Stati”. Vergognoso che in aula non si parli del 7 ottobre, chi domani andrà in piazza vuole la guerra a Israele, bisogna prendere le distanze dai violenti e da Askatasuna che conduce i cortei. Chi organizza scioperi deve saper gestire i cortei. Domani sarò davanti a Sinagoga per testimoniare solidarietà.

Piero Abbruzzese (TO Bellissma) La manifestazione è stata coinvolgente ma i bambini sono tutti uguali, palestinesi o israeliani così come quelli ucraini o yemeniti. Ci sono 56 guerre su cui non si dice nulla, Yemen, Myanmar, Somalia… Bisogna ricordarle tutte e ricordare le loro vittime.

Il capogruppo del Pd, Claudio Cerrato, ha sottolineato le belle manifestazioni torinesi di questi giorni, i cortei pacifici che hanno isolato le frange violente; al contempo ha criticato gli attacchi alle forze dell’ordine di venerdì sera. Cerrato ha ringraziato i vigili urbani e sottolineato la capacità della Città che in poche ore ha ripristinato l’ordine.

L’assessore Porcedda ha concluso il dibattito precisando che l’episodio dello sventolio di bandiere dal balcone di Palazzo civico di venerdì scorso è stata un’azione di singoli consiglieri. Palazzo civico, ha sottolineato, espone la bandiere istituzionali previste dalle norme.

Ufficio stampa Consiglio Comunale

Bartoli: “A breve i 35,5 milioni per il ripristino dall’alluvione di aprile”

“Territorio sempre più fragile, lavoriamo per la prevenzione e la tutela del territorio e dei cittadini”

Torino, 6 ottobre 2025 – La Regione Piemonte ha definito l’assegnazione dei 35,5 milioni di euro che il Governo ha stanziato come prima parte per il ripristino dei danni e gli interventi di somma urgenza provocati dall’alluvione di aprile 2025 nella Città metropolitana di Torino e le province di Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Vercelli e Verbano-Cusio-Ossola.

Queste risorse servono ora a finanziare oltre 350 interventi di somma urgenza, inderogabili per gli abitanti e per gli Enti Locali.

Alla provincia di Torino sono destinati 16,5 milioni di euro per 144 opere di messa in sicurezza e ripristino di servizi. Ad Alessandria saranno realizzati 20 interventi per 670.500 euro; ad- Asti 17 interventi per 2.200.000 euro; a Biella 54 interventi per 4.670.000 euro; a Cuneo 44 interventi per 2.080.000 euro; nel Verbano-Cusio-Ossola 24 interventi totali per 4.015.000 euro; a Vercelli 50 interventi per 5.390.000 euro. Una volta ricevuta l’autorizzazione dal Dipartimento, il Commissario definirà la destinazione dei fondi con apposita Ordinanza. I Comuni e gli altri Enti Locali potranno inviare rendicontazione e in qualche settimana il contributo verrà liquidato.

“Ringrazio l’Assessore Gabusi per essersi prontamente attivato per la gestione dell’emergenza e l’ottenimento a breve termine dei fondi per i primi interventi – commenta Sergio Bartoli, Consigliere regionale (Lista Civica Cirio Presidente PML) e presidente della V Commissione – Ambiente -. Si tratta di un segnale importante di attenzione e presenza per le nostre comunità da parte delle Istituzioni, ma è chiaro che bisogna prodigare sforzi e investimenti per prevenire gli effetti di eventi meteorologici così violenti. Secondo una ricerca dell’Ispra – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il 9% del territorio del Piemonte è a moderato o elevato rischio alluvione, il 7% a rischio frana, oltre 77 mila piemontesi vivono in zone a rischio idrogeologico, zone in cui insistono 100mila edifici: la Commissione Ambiente lavorerà per la tutela del territorio e dei cittadini, per migliorare il sistema di prevenzione e la messa in sicurezza dei nostri comuni e soprattutto dei cittadini. Un ringraziamento alla struttura regionale della Direzione Difesa del Suolo e Opere Pubbliche, a partire dal Direttore Bruno Ifrigerio, per l’impegno e la dedizione”.

Moderati e Demos, momento di sciopero simbolico in solidarietà alle Forze dell’Ordine

 

I Moderati e Demos esprimono solidarietà e appoggio nei confronti di chi nei giorni scorsi ha manifestato pacificamente per le vittime di Gaza. Allo stesso modo, aborriamo chi usa una manifestazione pacifica per compiere atti di vandalismo e violenza.

La nostra solidarietà va anche alle Forze dell’Ordine, il cui compito di tutela e garanzia, essenziale per la sicurezza di tutti, viene invece offeso da alcuni.

Per rappresentare questo sentimento e nella consapevolezza che le Istituzioni sono Istituzioni e non Comitati, vogliamo esprimere un pensiero articolato e farlo in seno alle Istituzioni in cui abbiamo l’onore di sedere.
Per questo faremo un momento di sciopero simbolico all’interno dei lavori del Consiglio odierno.

Noi facciamo parte di quei milioni di persone, silenziose, che provano indignazione e sgomento quotidiano per quanto succede a Gaza, senza remora, ma che provano contemporaneamente ribrezzo per chi strumentalizza, spacca vetrine, vandalizza la nostra città.

Simone Fissolo, Ivana Garione, Elena Apollonio.

Proxima, il festival politico e culturale di AVS, Sinistra Italiana e Sinistra Ecologista

È stato presentato oggi il programma della quinta edizione di Proxima, il festival politico e culturale di AVS, Sinistra Italiana e Sinistra Ecologista.

Per tre giorni, da giovedì 16 a sabato 18 ottobre, al Bunker in via Niccolò Paganini 0/200 si alterneranno dibattiti, spettacoli e musica con ospiti del mondo della politica, del sindacato, dell’associazionismo e della cultura.

Il tema di quest’anno sarà “Rompere l’assedio”: con la testa e il cuore a Gaza, discuteremo di come continuare a lavorare a un’alternativa progressista di fronte all’intollerabile situazione del nostro Paese e del mondo.

Ecco il programma:

Giovedì 16 ottobre
Ore 18.00
Inizio festa
Saluti del segretario provinciale di Sinistra Italiana Roberto Bacchin e del co-portavoce di Sinistra Ecologista Emanuele Busconi, con Erica Bevilacqua, co-portavoce Europa Verde Torino.


Giovedì 16 ottobre
Ore 18.30
La flotta continua. Insieme per il cambiamento
Walter Massa
Presidente nazionale ARCI
Serena Sorrentino
Presidente della commissione per il Programma fondamentale CGIL
Elisabetta Piccolotti
Deputata AVS
Benedetta Scuderi
Eurodeputata AVS – The Greens
Modera
Alessandra Quarta
Presidente Sinistra Ecologista

Giovedì 16 ottobre
Ore 20.45
EFFETTO GUERRA. Il costo sociale del riarmo
Francesca Coin
Sociologa
Michele De Palma
Segretario generale nazionale FIOM CGIL
Marco Grimaldi
Vicecapogruppo AVS alla Camera
Introduce e modera Alice Ravinale
Capogruppo AVS Consiglio Regionale Piemonte

Giovedì 16 ottobre
ore 22
PIETRO SPARACINO LIVE
Un viaggio comico e corrosivo dentro vent’anni di vita e di Paese, tra ricordi personali, derive collettive, amnesie di massa e piccole rivoluzioni private.
Con Pietro Sparacino,
Stand up comedian, autore e formatore

Venerdì 17 ottobre
Ore 18.30
Chi ha paura del dissenso?
Ilaria Cucchi
Senatrice AVS
Ilaria Salis
Eurodeputata AVS – The Left
Introduce
Sara Diena
Capogruppo Sinistra Ecologista Consiglio Comunale Torino
Modera
Matteo Pucciarelli
Giornalista la Repubblica

Venerdì 17 ottobre
Ore 20.45
Contro l’economia del genocidio, un altro mondo è possibile
Francesca Albanese
Relatrice speciale ONU sui Territori palestinesi occupati
Nicola Fratoianni
Deputato AVS e segretario nazionale Sinistra Italiana
Pablo Trincia
Giornalista


Venerdì 17 ottobre
Dalle 22.00
OFFBEAT pres. Ahadadream feat. Turbolenta
Warm-up: Tendenzaraba
Free entry entro le 23.00

Sabato 18 ottobre
Ore 16.30
Punire non serve a niente: per una nuova politica sulle droghe
Riccardo Magi
Deputato e segretario +Europa
Nadia Ferrigo
Giornalista e autrice di “L’erba e le sue buone ragioni”
Roberta Tumiatti
Direzione nazionale Legacoopsociali
Jacopo Rosatelli
Assessore al welfare della Città di Torino
Modera
Antonio Costanza
UGS Piemonte

Sabato 18 ottobre
Ore 18.30
Dal governo dei comuni a quello del paese: l’impegno per un’Italia migliore
Stefano Lo Russo
Sindaco di Torino
Silvia Salis
Sindaca di Genova
Emily Clancy
Vicesindaca di Bologna
Introduce Emanuele Busconi, consigliere comunale di Torino, Sinistra Ecologista
Modera
Mauro Ravarino, ilmanifesto

Sabato 18 ottobre
Ore 20.45
Organizzare la speranza.
Deputato AVS e co-portavoce nazionale Europa Verde
Gaetano Pedullà
Eurodeputato M5S – The Left
Marta Bonafoni
Coordinatrice della Segreteria nazionale PD
Modera
Valentina Cera
Consigliera regionale AVS Piemonte

(Comunicato stampa AVS, Sinistra Italiana e Sinistra Ecologista)

La lezione valdostana e il ruolo dei cattolici per risanare il sistema democratico

Caro direttore,
L’attenzione generale dopo le elezioni regionali avvenute domenica scorsa si è concentrata sulla regione Marche ed i suoi risultati che indubbiamente molto dicono dello status quo di un sistema polarizzato, quello della sedicente seconda repubblica, che mostra tutta la sua crisi se li si legge con attenzione: aumenta ulteriormente l’astensione scendendo a quel cinquanta per cento di votanti che è come un sintomo di una malattia, la febbre sul termometro, alta, che dovrebbe indurre ad una riflessione, a cui si unisce il fatto che i due maggiori partiti, FdI e Pd, messi insieme faticano a rappresentare almeno la metà di quella metà. E’ chiaro che tale crisi impone di guardare in faccia la realtà con più attenzione a partire dall’insufficienza della riflessione se si guarda solo alla partecipazione staccata dalla rappresentanza e dalla socialità col rischio di una mera retorica o peggio di cedimenti ideologici con la facile trasformazione nel parteggiare delle proprie rispettive tifoserie: anche i cattolici in questo hanno una responsabilità che deriva dall’irrilevanza (cfr. il discorso dell’Arcivescovo di Milano Mons. Delpini al Simposio nazionale dell’MCL e Traguardi Sociali presso l’Università Cattolica di Milano del 9 luglio c.a.) e dalla sconfitta, oltre che di una classe dirigente imbelle che ha disfatto un’organizzazione, culturale in questa seconda repubblica nata con la realizzazione della loro divisione e il presidio di una polarizzazione che li vuole divisi “curandone” la frattura insana tra cattolici della morale e cattolici del sociale (cfr. Papa Leone XVI contro la polarizzazione) anche a volte andando a richiamare vecchi scontri ormai passati d’epoca per sobillare vecchie pance. Da questo punto di vista sarebbe interessante riprendere l’importante discorso che Papa Francesco fece alle autorità, alla società civile e al corpo diplomatico ad Atene il 4 dicembre 2021 in cui parlò dello “scetticismo democratico” e del rimedio ad esso, la buona politica e della direzione di questa che indica citando un padre fondatore dell’Europa, il democratico cristiano Alcide De Gasperi: “si pala molto di chi va a sinistra o a destra, ma il decisivo è andare avanti e andar avanti vuol dire anche andare verso la giustizia sociale”. La citazione dei cattolici è importante perchè è una questione che sta tornando rilevante, obbligando a uscire dalla polarizzazione e tornare ad avere a che fare con la complessità della realtà ma è da un quarto di secolo esclusa dal sistema polarizzato con il suo migliore e autonomo pensiero politico, il popolarismo, che, va ricordato, è sturzianamente centrista non semplicemente espressione di una vaga politica di centro.
Dunque non si può parlare di partecipazione senza politica e senza il popolo e la sua saggezza. Da questo punto di vista va rimarcata la poca considerazione che viene data alle elezioni regionali della Valle d’Aosta che, per l’analisi della crisi, invece potrebbero essere molto più interessanti. Tre indicazioni innanzitutto, l’affluenza al 63%, un turno complessivo che ha riguardato il consiglio regionale e 65 consigli comunali, il sistema proporzionale e l’elezione da parte del consiglio del Presidente della Regione. Come si vede tre elementi che rendono il sistema valdostano originale, con una domanda che dovrebbe insinuarsi: più partecipazione perchè più rappresentativo, quindi più democratico? Guardare alla Valle d’Aosta, obiettivamente, aiuta a riscoprire la centralità degli enti locali e quella sana autonomia che si radica nel miglior municipalismo, che varie riforme, fuori dalla regione a statuto speciale, hanno indebolito togliendo spazi di rappresentanza e rappresentatività (diminuzione del numero dei consiglieri comunali e delle competenze dei consigli comunali, cancellazione dell’elezione diretta dei consigli provinciali, città metropolitane con cittadini di serie A e serie B per il fatto che il Presidente, coincidendo col sindaco della città capoluogo, viene eletto solo dagli elettori della città, leggi elettorali che non tengono conto della rappresentanza delle aree interne, salendo fino ad arrivare all’errore della riduzione della rappresentanza parlamentare con il taglio dei parlamentari): insomma la risposta alla domanda non può che essere positiva, i valdostani godono di maggiore democrazia perchè non hanno rinunciato a quel necessario dinamismo di essa di cui parlava Aldo Moro. Vanno poi considerati alcuni altri aspetti: innanzitutto il sistema proporzionale, che necessita di maggiore consapevolezza per il legame eletto/elettore, permette anche significative novità nel panorama politico, proprio come in questa tornata elettorale e quindi ha una migliore e più naturale capacità di ricambio della classe dirigente; va poi considerato che tale sistema richiede, legato al territorio e ai comuni, di realtà politiche radicate, non elettoralistiche e transitorie e tale radicamento aiuta la partecipazione perchè contribuisce con la rappresentanza vera, che nasce da dibattito politico concreto, che sta nelle comunità, vedasi l’Union Valdotaine che, grazie a ciò supera una difficile crisi degli anni precedenti e riprende il ruolo guida in consiglio regionale arrivando al 32% dei voti. Va poi fatto emergere l’indicibile per i guardiani dell’artefatto bipolarismo all’italiana sia di destra che di sinistra, ossia che il sistema proporzionale, che si innesta sulla centralità dell’assemblea e non del Presidente, garantisce una dialettica politica che mette in gioco le identità e le alleanze programmatiche piuttosto che inscindibilità pre-stabilite di coalizioni che la polarizzazione dalle altre parti riduce per incatenare pezzi politici dentro un clima di scontro perenne trasformando ad esempio le opposizioni in minoranze senza speranza e Presidenti e Sindaci in simil Podestà: in Valle d’Aosta, invece, ogni voto vale e può giocare un ruolo nella dinamica del consiglio regionale, sentito fortemente nel suo ruolo dai valdostani, garantendo alle istituzioni la necessaria capacità di sussumere le istanze politiche, sociali, economiche, presenti comprese le eventuali tensioni così messe a terra. Non sarebbe questo il livello da cui partire per curare la nostra democrazia? Torna il discorso dei cattolici perchè è stretto il legame tra l’autonomismo valdostano, riandando ad uno dei suoi padri, Mons. Jean-Joconde Stevenin e il pensiero di Sturzo e De Gasperi, che, naturalmente, porterebbe anche a seguire l’esempio e porsi all’opposizione dello stato delle cose: se non loro che hanno ricostruito l’Italia e sognato l’Europa, chi stante la cattiva prova data da desta e sinistra per 30 anni? A noi giovani popolari Bodrato parlava della necessità del popolarismo che arrivasse ad un partito dei consigli comunali, ossia del territorio, della rappresentanza, delle palestre di democrazia più vicine ai cittadini: abbandonando ciò che ha fallito e/o non serve più, urgerebbe ragionare di questa sfida.
Cordialmente,
GIANCARLO CHIAPELLO
segreteria nazionale Popolare/Italia Popolare
C/o l’ultima sezione popolare sturziana d’Italia, “Alfredo Rista” dei Popolari di Moncalieri

Sciopero e Gaza, quel che non torna a destra e a sinistra

Piaccia o non piaccia alla Meloni, sciopero e manifestazioni Pro Palestina sono riusciti. Ovviamente la RAI, diventata, diciamo così un po’ di regime, ai TG ha solo stigmatizzato le violenze ed i disagi prodotti. Sicuramente questi miserabili  (è inutile girarci intorno)  sono uno dei problemi della sinistra da oltre 100 anni. Lontana nel tempo l’affermazione di un certo  Lenin  che diceva: estremismo malattia infantile del comunismo. Minoranze che, per l’ appunto, hanno sempre messo in difficoltà la sinistra ed aiutato la destra  assecondando il revanscismo dei fascisti. È proprio qui il punto della  mia perplessità.  Landini è a rimorchio dei Cobas?  Speriamo di no.  Una cosa è sicura: lo spostamento a sinistra del PD non paga, almeno elettoralmente. Ma oramai il genocidio di Israele contro il popolo Palestinese ha superato destra e sinistra per essere un problema di carattere umano ed etico.  Lo dimostra la quasi totalità degli Stati del Mondo che hanno riconosciuto lo Stato di Palestina.  E cara Meloni non tutti gli Stati sono governanti dalla sinistra. Forse, probabilmente il dato significativo è che la Meloni è troppo ” innamorata” di Trump.
È sempre arrabbiata ed acrimoniosa. A volte, più che il Presidente del Consiglio sembra un boxeur pronto a salire sul ring. Comunque paga questo suo atteggiamento. Ha vinto nella Marche con il solito dettaglio: ha votato il 50%. Dunque chi vince governa con il 25% degli italiani. Conviene forse a molti politici che il popolo non vada a votare. La politica ha meno complicanze. Torniamo alla Palestina. Alcuni cenni storici. Prima della seconda guerra mondiale gli ebrei erano 16 milioni sparsi per tutto il mondo. Nei Lager nazisti morirono oltre 5 milioni di ebrei. Oggi sono 14milioni in maggioranza concentrati tra Usa ed Israele. Sono diminuiti in valore assoluto e in proporzione alla popolazione mondiale ma concentrandosi come comunità hanno aumentato il loro potere di condizionamento verso il potere dello Stato.  Se poi lo Stato è gli Usa si capisce il loro potere, sono emigrati in Israele da diversi paesi ma avendo fortemente il senso di appartenenza riescono a fare quadrato. Soprattutto in Israele dove si sentono assediati da un mondo arabo e musulmano che li vuole eliminare.  Giustifico ciò che è accaduto? Assolutamente no. Ho sperato che qualcosa cambiasse invano. Ora siamo ad un punto di non ritorno. Ho l’impressione che verremo risucchiati in questa guerra.
Anche per questo l’azione umanitaria di questi ragazzi provenienti da 44 paesi diversi è stata particolarmente encomiabile. Sostituendosi alla ignavia dei potenti della terra.  Mi rimane la domanda del perché la Meloni è stata così acrimoniosa dimostrando su questa questione tanta debolezza. Ma anche la sinistra boccheggia. Ragazzotti che sostengono che Hitler aveva ragione.
Proprio così.  Sicuramente tanta ma tanta ignoranza ma anche tanto antisemitismo tutt’ altro che latente. Antisemitismo a sinistra. Antisemitismo violento che impedisce a ragazzi ebrei di frequentare l università. Proprio così qualcosa non torna anche a sinistra.
PATRIZIO TOSETTO

La dubbia prospettiva del massimalismo di sinistra

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LO SCENARIO POLITICO  di Giorgio Merlo

Il massimalismo, l’estremismo, il radicalismo e il populismo sono la nuova ed esclusiva cifra
politica della sinistra italiana. Intesa in tutta la sua diversità e pluralità. Ovvero, la sinistra
televisiva, accademica, intellettuale, giornalistica, sindacale e, come ovvio e scontata, politica.

Cioè i partiti che oggi rappresentano autenticamente l’universo della sinistra italiana e che si
riassume con il cosiddetto “campo largo”: Pd, Avs, 5 stelle e la Cgil di Landini. In più, seppur in
una posizione meno ufficiale ma, comunque sia, contigua e in perfetta sintonia con quell’area
politica, tutte quelle sigle dell’estremismo più o meno violento e barricadero che caratterizzano
ormai il mondo della sinistra italiana.

Ora, è di tutta evidenza che in un contesto del genere è difficile, molto difficile, distinguere una
legittima differenza tra il manifestare liberamente il proprio pensiero o la propria indignazione
politica e il ricorso a quella violenza che, purtroppo, campeggia in moltissime manifestazioni di
piazza organizzate da sigle della sinistra stessa. E questo perchè, al di là delle stesse mille
manifestazioni di piazza che ormai attraversano tutta l’Italia, è indubbio che ci troviamo di fronte
ad una situazione dove è l’intera sinistra che si orienta sotto il vestito di un massimalismo e di un
radicalismo che può tranquillamente sfociare in momenti anche virulenti: dall’attacco violento alle
forze dell’ordine alla criminalizzazione del nemico, dalla devastazione delle città alla sistematica
interruzione dei servizi pubblici essenziali per la vita normale e quotidiana dei cittadini italiani.

Ed è proprio questa concreta situazione che porta ad una semplice conclusione al di là e al di
fuori di qualsiasi valutazione politica, culturale ed ideologica sul profilo dell’attuale sinistra italiana,
seppur nella varietà che la contraddistingue. E cioè, possono essere il massimalismo, il
radicalismo e l’estremismo l’orizzonte entro il quale la sinistra ex e post comunista italiana può
essere oggi e domani una vera e propria alternativa democratica all’attuale coalizione di centro
destra a guida Giorgia Meloni? Possono essere l’estremismo, il radicalismo e il massimalismo una
ricetta credibile per dispiegare sino in fondo una altrettanto credibile cultura di governo? E, infine,
possono essere l’estremismo, il radicalismo e il massimalismo la strada più coerente e più
credibile per mantenere il nostro paese in un quadro e in una cornice democratica e
costituzionale?

Sono domande, queste, credo legittime anche alla luce delle concrete vicende politiche che
emergono dalla nostra società nelle sue multiformi espressioni. Perchè un conto era la
tradizionale coalizione di centro sinistra. E cioè, una allenza democratica, riformista e di governo.
Altra cosa, tutt’altra cosa, è l’attuale coalizione della sinistra estremista, massimalista e radicale
dove non c’è più alcun paletto a sinistra e tutto viene inglobato nel cosiddetto ‘campo largo’: dai
partiti al sindacato di riferimento, dai conduttori televisivi agli intellettuali cosiddetti organici, dai
gruppi spontanei ai centri sociali agli stessi organi di informazione che supportano questa
alternativa politica.

Per queste ragioni, semplici ma essenziali, resta una domanda aperta anche in vista delle
prossime elezioni politiche. E cioè, è con questo progetto politico e con questo profilo culturale
che la sinistra italiana si prepara ai prossimi appuntamenti elettorali? Se così fosse, prepariamoci
ad un clima di fortissima radicalizzazione politica e di marcata polarizzazione ideologica. Con
conseguenze non indifferenti per la stessa qualità della nostra democrazia e la solidità delle nostre
istituzioni democratiche. Per non parlare dell’efficacia dell’azione di governo.

“Le piazze belle ma in ritardo e incapaci di cacciare i violenti 

Vorrei fare alcuni ragionamenti sulle Piazze italiane di questi giorni . Avendo organizzato con la collaborazione delle madamin la più grande e pacifica piazza della società civile pacifica e non violenta degli ultimi anni , come la piazza dei SITAV,  non sono assolutamente contrario alle manifestazioni . Ma le manifestazioni debbono cogliere il momento decisivo della politica perche se arrivano in ritardo o con il tema sbagliato rischiano di essere una dimostrazione di forza e basta. Dopo la presentazione del Piano di pace di Trump , andare in piazza per chiedere solo la Palestina libera senza parlare di Pace e senza dichiararsi a favore del Piano Trump che oggi Ezio Mauro nella prima pagina di Repubblica definisce un progetto di ricostruzione diplomatica , politica e storica dov’è c’era ormai soltanto odio , terrorismo, terra bruciata e spossessata, e’ stato un errore grave. Se Hamas libererà gli ostaggi e cesserà il fuoco mentre si apre  finalmente il tavolo Israele palestinesi insieme a rappresentanti dei Paesi arabi,  il merito sarà tutto e solo di Trump sul cui piano  il PD sbagliando clamorosamente si è astenuto come dice l’ex Senatore Zanda . E con la sua astensione ha dimostrato di non essere pronto per governare il Paese.
Aver proclamato manifestazioni per chiedere solo Free Palestine e aver aperto il corteo di Torino col cartellone BLOCCHIAMO TUTTO ha aperto le porte anche ai gruppi violenti che ne han fatte di tutti i colori, dalla distruzione alla OGR, al blocco della tangenziale e dell’aeroporto. Si è persa una grande occasione educativa per i giovani studenti  che non possono mai essere avvicinati al massimalismo e alla violenza ma ai quali occorre sempre  spiegare bene le condizioni vere dei confronti e delle mediazioni internazionali.
L’Italia del dopoguerra molto povera e senza lavoro capì benissimo la linea di De Gasperi e dei suoi governi e Giuseppe Di Vittorio a differenza di Landini non fu mai massimalista e aveva come slogan “prima di tutto difendiamo le fabbriche”. Perché sono le fabbriche che producono lavoro, mentre e’ la ricerca di cui si parlava alle OGR che crea il futuro così come le infrastrutture ferroviarie e stradali ci portano al futuro. Domanda al mio amico AIRAUDO come mai queste manifestazioni hanno trasportato con sé la violenza e le nostre Manifestazioni SITAV SILAVORO portavano dialogo e confronto senza alcuna violenza. Ma Torino, il Piemonte e il Paese se vogliono ritornare a una crescita tale che generi qui i posti di lavoro per gli studenti che sono scesi in piazza occorre un consenso alle nuove infrastrutture come la TAV, al rilancio di una politica industriale dell’auto più realistica e al rilancio delle periferie , tutte cose assenti dagli slogan delle decine di migliaia di persone che hanno sfilato in questi giorni in un Paese democratico, libero e pluralista .
Ecco perché l’obiettivo di ridare un’anima alla politica e di portare nella politica torinese e nazionale il valore aggiunto di chi si è formato con la dottrina sociale della Chiesa , e’ sempre più necessario e urgente .
Mino GIACHINO
SITAV SILAVORO

Autonomia differenziata, le opportunità per il tetrritorio

INCONTRO PUBBLICO SUL TEMA

AUTONOMIA DIFFERENZIATA – Opportunità per il nostro territorio”

VENERDì 10 OTTOBRE 2025 ALLE ORE 20.30

presso l’HOLIDAY INN TURIN di Piazza Massaua 21 a Torino.

Saranno presenti:

• Il Ministro Roberto CALDEROLI

• L’Assessore regionale all’Autonomia Enrico Bussalino

• L’Assessore Regionale al Patrimonio Gian Luca Vignale

• Alberto Nigra, già Parlamentare e Presidente associazione Piemonte e Libertà

L’evento è organizzato dalle Associazioni Piemonte e Libertà e Piemonte Nel Cuore.

Con la preghiera di partecipazione e massima diffusione.

Associazione Piemonte nel Cuore

Giachino: “Se i manifestanti avessero detto sì al Piano Trump, pace più vicina”

 

Caro Direttore,
ieri tanta gente è scesa in piazza per la Palestina libera e per Flotilla. C’era Landini che volendo guidare la protesta sociale ormai non ha più l’obiettivo di difendere i lavoratori altrimenti si sarebbe mobilitato con il governo Monti da cui inizia la caduta del Pil e  durante il governo giallorosso a guida Conte avrebbe dovuto chiederò che si usasse il golden power allorché la Fiat è stata ceduta alla Peugeot o quando è stata venduta la Magneti Marelli. C’erano i violenti dei Centri  sociali che hanno usato le manifestazioni per assaltare le OGR, la LEONARDO, la TAV e quindi hanno manifestato e usato violenza contro il futuro di tanti studenti universitari che sicuramente sono interessati dopo la Laurea a trovare occasioni interessanti di lavoro appunto in Leonardo o nel settore Aerospace. Assaltare le fabbriche e le auto dei lavoratori è la cosa peggiore che possano fare e dimostra che cattivi maestri frequentino abitualmente.
Ma c’era anche tanta brava gente che partecipava per un motivo nobile , la difesa dei palestinesi da un assalto esagerato e assurdo di Netanyahu. Ma quando si partecipa occorre avere un obiettivo in testa. L’obiettivo di ieri purtroppo non era la Pace altrimenti avrebbero dovuto dire Sì al Piano Trump e avrebbero dovuto chiedere a Hamas di liberare subito gli ostaggi e firmare il Piano della PACE.  Ieri interessava dire solo I am Palestina ma così facendo le manifestazioni non avranno alcun merito se Hamas oggi decidesse di firmare il Piano Trump. Ultima nota al Prof. Revelli Come mai dalle manifestazioni della sinistra si stacchino sempre gruppi violenti che assaltano tutto e distruggono tutto? Come mai  Come mai le nostre Manifestazioni SITAV , SILAVORO si sono sempre svolte pacificamente e senza atti di violenza e senza lasciare neanche una carta in terra? Come mai ieri incuranti degli atti vandalici di giovedì sera migliaia di persone erano alle OGR a sentire di parlare del nostro futuro?
Mino GIACHINO 
SITAV SILAVORO