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POLITICA- Pagina 362

Gestione emergenza Covid, Radicali/+Europa: maggioranza centrodestra si autoassolve

“Negata ai cittadini la possibilità di conoscere i contenuti delle relazioni di maggioranza e minoranza. Le pubblichiamo noi”.

Igor Boni (presidente Radicali Italiani) e Marco Cavaletto (+Europa Torino) commentano:

Tutto come previsto: dopo quattro ore scarse di dibattito consiliare, la maggioranza di centrodestra del Consiglio Regionale ha approvato la relazione di maggioranza del “Gruppo di lavoro per l’indagine conoscitiva in merito alla gestione dell’emergenza da Covid-19” ed ha respinto quella di minoranza. Il sipario è calato su venti mesi convulsi di gestione della pandemia in Piemonte e sul loro tragico lascito: 11.807 decessi (alla data del 27/10/2021).

Tutto è successo senza che il Consiglio Regionale si sia neppure posto il problema di pubblicare sul suo sito web sia la relazione di maggioranza che quella di minoranza. Il fatto che tali documenti siano disponibili sulla pagina Intranet del Consiglio Regionale (a cui possono accedere solo i dipendenti regionali) non è una scusante sufficiente. Ci pare che i cittadini piemontesi siano interessati a conoscere resoconti e valutazioni su un evento che ha sconvolto le loro vite e che non ha ancora terminato di produrre i suoi effetti nefasti. Pertanto, facciamo noi quello che avrebbe dovuto fare il Consiglio Regionale, mettendo in calce a questo comunicato i link alle due relazioni.

Ci pare evidente che la relazione di maggioranza tenti di mascherare con la sua imponenza (ben 216 pagine) quello che la relazione di minoranza (curata dal consigliere regionale PD Daniele Valle) rileva nelle sue 89 pagine: una lunga serie di inadeguatezze, ritardi, errori, sovrapposizioni di incarichi e di ruoli, che non possono essere dimenticati e rimossi con la scusa del “Nessuno era preparato ad una tale tempesta”. Anche perché la tempesta non è finita e dobbiamo fare tesoro degli errori passati per non ripeterli in futuro.

Gruppo di lavoro per indagine conoscitiva su gestione emergenza da Covid-19

Link alla “Relazione di maggioranza”:
https://www.associazioneaglietta.it/wp-content/uploads/2021/10/Relazione-di-maggioranza-su-gestione-emergenza-Covid-19.pdf

Link alla “Relazione di minoranza”:
https://www.associazioneaglietta.it/wp-content/uploads/2021/10/Relazione-di-minoranza-su-gestione-emergenza-Covid-19.pdf

Lega Piemonte: risarcimenti per i danni causati dai lupi

La Lega continua la sua battaglia in difesa degli allevatori e contro il moltiplicarsi degli attacchi dei lupi. Il nostro assessorato regionale all’Agricoltura ha infatti pubblicato un bando per finanziare i risarcimenti dei danni causati alle greggi e per coprire le spese per la difesa del bestiame.

“Misure concrete – commenta il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni – che dimostrano ancora una volta quanto questa maggioranza, di cui la Lega è la prima forza, si stia adoperando per aiutare gli imprenditori che devono combattere la loro battaglia quotidiana contro i lupi. Allevatori che troppo spesso sono stati lasciati soli, preferendo piuttosto inseguire le favolette pseudo ambientaliste della sinistra integralista. La verità è che oggi rischiamo di condannare le nostre terre alte alla desertificazione, perché senza interventi concreti sempre più margari decideranno di abbandonare gli alpeggi per dedicarsi ad altre attività. Il Piemonte non può permetterselo, perché i nostri allevatori sono i primi custodi delle nostre montagne. E noi saremo sempre al loro fianco”.

Nel dettaglio, la misura varata dall’Assessorato prevede un indennizzo per i capi predati tra il primo giugno e il 30 novembre di quest’anno, riconoscendo contributi a chi si doterà di recinzioni per il ricovero notturno degli animali o di cani da guardia, a chi provvederà in prima persona o attraverso i suoi famigliari o personale addetto alla custodia delle bestie e a chi installerà dissuasori e sensori attorno alle aree di pascolo. Inoltre si garantisce una copertura dell’80% per le spese veterinarie per i capi feriti, del 50% per i costi di rimozione e smaltimento delle carcasse e un indennizzo forfettario per il risarcimento delle perdite subite dalla produzione.

“Sostegni quanto mai necessari – conclude il presidente Preioni – ma che dovrebbero essere accompagni da una radicale revisione nell’approccio di un problema, quello del lupo, che rischia di sconvolgere il futuro dell’allevamento in Piemonte. Ormai i branchi dilagano in pianura e si spingono ai margini delle città. Pertanto dovremmo lasciare da parte certi buonismi e varare finalmente quel piano di contenimento che come Lega Salvini Piemonte chiediamo fin dall’inizio della legislatura. Un’azione di contrasto sul modello di quella già adottata dalla Francia e da altri Paesi europei dell’Arco Alpino e che coinvolga la polizia provinciale, le guardie venatorie e gli stessi cacciatori”.

Tutte le informazioni relative al bando sono disponibili al link https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/difesa-bestiame-risarcimento-danni-causati-dalle-predazioni-grandi-carnivori-bando-n-32021

Dl Infrastrutture, Ruffino (CI): Ok testo, senza logistica Paese non cresce

“Senza una buona efficienza nella logistica non è possibile rilanciare il nostro Paese, l’economia e il turismo. Serve una visione di lungo termine. Il governo ha deciso di investire in opere rapide, attraverso la nomina di commissari e potenziando i trasporti”. Lo dice la deputata di Coraggio Italia Daniela Ruffino, nel corso della dichiarazione di voto sulla fiducia al decreto sugli investimenti nelle infrastrutture e la circolazione stradale.
“In questi anni- aggiunge- abbiamo assistito a mobilitazioni contro alcune grandi opere, dalla Tav in Valsusa all’autostrada tirrenica al passante di Bologna” e Ruffino stigmatizza “i forti ritardi che hanno caratterizzato la Tav”, opera della quale “si discute da quasi trent’anni”.
La deputata sottolinea inoltre come “è stato conseguito un ottimo risultato nello sviluppo delle reti ciclabili urbane, per i comuni ed unioni di comuni. L’ampliamento delle reti ciclabili si colloca all’interno di un mix virtuoso di mobilità sostenibile che funziona e rappresenta un pezzo del lavoro sulla transizione ecologica”.
Per Ruffino quindi con il decreto si avvia “il nuovo rilancio economico dell’Italia, che ha il chiaro obiettivo di colmare il divario tra Nord e Sud, con una dotazione di infrastrutture che incide sulla capacità di crescita a partire dalla competitività delle imprese”.

La Piazza inizia l’attività dopo le elezioni

La Lista civica  La Piazza, in occasione dell’inizio  del nuovo mandato amministrativo organizza un incontro giovedì 28 al salone delle feste in Cascina Roccafranca,  per festeggiare il  consigliere Luca Galeasso e   progettare le  azioni in Circoscrizione 2.

Giovedì 28 ottobre 2021
dalle ore 20 apericena condiviso
dalle 21 alle 22.30 assemblea partecipata
Via Rubino 45 (Cascina Roccafranca)

Intel, Grimaldi (LUV-SE): Giorgetti dove sei?

Ministero e Regione non hanno progetti di rilancio del sistema produttivo piemontese. Sappiamo che il Sindaco Lo Russo si prenderà cura di questi temi

“Intel volge infine il suo sguardo altrove: verso il Veneto e la Puglia. Come mesi fa la gigafactory Stellantis, anche la multinazionale statunitense dei microchip non sceglie il Piemonte come sua sede. Tutto ciò mentre Stellantis sigla un accordo sul nuovo hub elettrico di Mirafiori che sancisce la chiusura dello stabilimento Maserati di Grugliasco. La crisi produttiva del Piemonte prosegue inesorabile” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi ed esponente di Sinistra Ecologista, Marco Grimaldi.

“È evidente che il Ministro Giorgetti, che ha sprecato parole su un presunto ‘futuro di investimenti’ provenienti dall’Europa per la nostra regione, non ha in mente alcun progetto di rilancio di questo territorio” – prosegue Grimaldi. – “Viene da chiedersi se certe dichiarazioni fossero unicamente funzionali alla campagna di Damilano, o se tutta la cura mostrata verso Torino e verso l’accordo con Intel sia svanita nel momento stesso in cui alla guida della città è stato scelto qualcun altro. Ma è evidente anche l’assenza della Giunta regionale sulla vicenda. Sono certo che il Sindaco Lo Russo saprà mostrare un atteggiamento e un’attenzione diversa a queste tematiche, immaginare e perseguire una ripresa del settore produttivo per il Capoluogo e non solo”.

 

Costanzo (AC), interrogazione sulla crisi dei micro-chip

“I dati che ci arrivano sulla cosiddetta crisi dei micro-chip sono molto allarmanti e hanno già costretto molte aziende d’auto a fermare la produzione o a continuarla a singhiozzo.

Questo significa innanzitutto meno tutele per i lavoratori, che saranno i primi a subire gli effetti della crisi. La crisi dell’approvvigionamento dei semiconduttori che sta determinando forti criticità negli stabilimenti. Stellantis ad esempio ha dovuto rinviare la riapertura di Melfi, dove si lavorerà solo cinque o sei giorni al mese e dove si produrranno solo 8mila vetture a fronte delle 22mila prodotte abitualmente. Chiediamo quindi una nuova convocazione del tavolo sull’automotive per fronteggiare la crisi e tutelare i lavoratori”.
Così in una nota la deputata torinese Jessica Costanzo (L’Alternativa C’è).

Grimaldi (SE): “Torino capitale della qualità della vita e dei diritti”

“Giunta comunale, ridurre le disuguaglianze e cambiare aria in città”.

“Inutile fare giri di parole: sono davvero orgoglioso della delega alla ‘giustizia sociale’ del nostro Jacopo Rosatelli. Per una forza come Sinistra Ecologista è una delle due sfide più appassionanti possibili, oltre che un riconoscimento importante e – mi permetto di dire – meritato. Ora ci metteremo al lavoro per trasformare Torino in una vera ‘città della cura’, capace di offrire a tutte e tutti un’alta qualità della vita, di dare piena cittadinanza ai più fragili, di garantire a ogni persona il diritto all’abitare, di essere un modello di accoglienza e solidarietà.” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi ed esponente di Sinistra Ecologista Marco Grimaldi, a margine della conferenza stampa in cui il Sindaco Stefano Lo Russo ha annunciato la composizione della nuova Giunta comunale.
“C’è poi un elemento di grande novità, su cui abbiamo fortemente insistito” – prosegue Grimaldi: “associare alle tradizionali deleghe delle politiche abitative e sociali, quelle alle case del quartiere e ai bagni pubblici, ai diritti civili e alle pari opportunità, superando una visione solo assistenziale del welfare in favore di un’idea di promozione di pratiche di solidarietà, di mutualismo, partecipazione e restituzione alla cittadinanza dello spazio pubblico, e tenendo uniti diritti sociali e civili. Sappiamo che l’impegno richiesto sarà enorme, ma siamo entusiasti di metterci alla prova per la nostra città”.
“Il nostro in bocca al lupo va a tutta la nuova Giunta e al Sindaco Lo Russo” – conclude Grimaldi. – “Sinistra Ecologista, soprattutto grazie alle due donne che siederanno in Sala Rossa, Alice Ravinale e Sara Diena, farà di tutto per coinvolgere le tante energie sane di questa città, per costruire reti e relazioni per realizzare la Torino che sogniamo. Un’attivista dei diritti sociali e civili e la più giovane consigliera comunale, attivista per il clima: sono l’immagine stessa di un nuovo ciclo che si sta aprendo”.

Il Popolo della Famiglia chiede al sindaco investimenti per le famiglie

Lucianella Presta, Coordinatore regionale del PdF Piemonte: «Torino ha bisogno non di un nuovo museo per tutelare una minoranza già più che garantita, ma investimenti a sostegno delle famiglie»

Il Popolo della Famiglia, preso atto della iniziativa promossa dalla fondazione FUORI, mirante ad ottenere l’istituzione di un museo della storia dell’omosessualità, consapevole di rappresentare una minoranza che si è espressa tuttavia con un importante consenso a Torino e nelle altre città in cui si è votato, invia una lettera aperta al Sindaco neo eletto e al governatore della Regione. Ecco il testo

 

All’Attenzione del presidente della Regione Piemonte

Alberto Cirio

e del sindaco di Torino

Stefano Lo Russo

Il Popolo della Famiglia, partito non ancora presente in Parlamento ma attivo dal 2016 anche nella nostra città e Regione, in nome dei consensi ottenuti in questi ultimi 5 anni, da parte di migliaia di cittadini torinesi e italiani, tali da accreditarlo come il partito extraparlamentare attualmente più forte, consapevole di essere l’unico partito che dà voce alla “minoranza” delle centinaia di migliaia di famiglie torinesi e piemontesi, oscurata in termini di influenza mediatica, ma non in determinazione e convinzione, si rivolge alla Vostra attenzione avanzando le seguenti proposte con un preciso obiettivo: rendere Torino la capitale della famiglia per l’anno 2022.

  • Torino è la capitale dei diritti, a partire da quello naturale: deve quindi valorizzare l’istituto della famiglia che costituisce la prima società feconda e solidale, fondamento della collettività cittadina e regionale.
  • Il Popolo della Famiglia intende rappresentare le istanze di migliaia di famiglie nella necessità e nell’abbandono, sfiduciate e deluse, mortificate e sacrificate. Questa realtà non è custodita negli archivi, rappresenta piuttosto il “museo a cielo aperto” cui la nuova Amministrazione comunale insieme a quella regionale non può né deve volgere le spalle, dirottando capitali da investire a sostegno di questa emergenza verso iniziative già ampiamente tutelate e destinate ad essere appannaggio di pochi.
  • Il Popolo della Famiglia chiede che vengano promosse e finanziate iniziative organizzate a favore della famiglie: dai centri di ascolto nelle circoscrizioni, all’incremento delle associazioni di volontariato ma anche all’istituzione di nuove occupazioni a servizio delle famiglie con disabili e anziani, stanziamenti di fondi, serie politiche famigliari a favore della natalità, come quelle attuate in altre nazione europee. Tali misure riscuoterebbero grande successo nel benessere incrementato e nella speranza restituita a migliaia di cittadini.
  • Il mondo della cultura torinese dovrebbe coltivare e aumentare la consapevolezza nei propri cittadini, e non solo, di come la storia italiana del secondo ‘900 sia radicata in un processo di affermazione dei valori democratici radicati a loro volta nel fertile terreno di una città che ha conosciuto la presenza nel secolo precedente dei santi sociali. Il loro esempio potrebbe bastare per indurre i nostri Amministratori a promuovere misure che favoriscano l’occupazione giovanile e la formazione di coscienze deste e operative.
  • Tra un anno a Torino si terrà una manifestazione della famiglia strutturata in modo tale da indicare percorsi attuabili per uscire dalla crisi in cui la visione mortifera di chi ci governa ci vuole rinchiudere.
  • Da secoli il Piemonte è una regione produttiva, solidamente ancorata alle proprie tradizioni che l’hanno resa leader dell’economia nazionale, europea, mondiale. Deve solo proseguire su questa strada puntando sulla piccola e media impresa famigliare, favorendo il made in Italy.

Chiediamo pertanto a codesta Amministrazione di non trascurare quanto una minoranza convinta può con tenacia perseguire. Ci attendiamo ascolto e collaborazione affinché le famiglie torinesi siano considerate come effettivi destinatari degli impegni assunti in campagna elettorale, tenendo presente le reali emergenze e non improvvisate manovre propagandistiche pensate per drenare il denaro dei contribuenti a vantaggio di chi già si avvale di enormi contributi, anche a livello internazionale.

Vi invitiamo infine con convinta determinazione a farvi carico, in particolare, di tutte quelle centinaia di migliaia di torinesi che non sono andati a votare. Credo che a questi nostri concittadini e connazionali si debba rendere giustizia di un bene lasciato loro con il sacrificio dei nostri padri e ora gettato alle ortiche.

 

Per il Popolo della Famiglia Piemonte

Lucianella Presta

Coordinatore regionale

Un nuovo inizio per la sinistra italiana?

Elezioni amministrative 2021

DI GIAN GIACOMO MIGONE

Proviamo a chiederci le ragioni dei pochi che hanno votato, determinando la vittoria dei candidati del PD, con relativi alleati, nelle principali città italiane. Potrebbe essere un modo per comprendere quelle dei non votanti il cui numero crescente viene giustamente indicato come sintomo di cattiva salute della nostra democrazia. Potrebbe anche scaturirne qualche indicazione affinché i pur comprensibili festeggiamenti a sinistra non risultino effimeri.

In primo luogo vi sono i fedelissimi, coloro che partecipano direttamente alla vita del partito di centro – sinistra e che ne votano le candidature. Tanti ex comunisti che votano per candidati per lo più ex democristiani, sempre nel nome della Ditta. Sono un numero decrescente, pur sufficiente a contribuire ad altrettante vittorie amministrative. A costoro vanno aggiunti i fedelissimi dei partitini di sinistra, le Ditte minori, che in questa occasione, nel secondo o anche al primo turno, scelgono, talvolta negoziano, quello che ritengono il male minore. Nei casi in cui sono stati concordati candidati comuni, si sono allineati una frazione di votanti M5S.

Vi sono poi i voti di cittadini, indipendenti di sinistra e non, per una moltitudine di ragioni più o meno insoddisfatti della qualità delle forze politiche organizzate, dei candidati – non occorre usare l’*, tutti maschi! – e dei loro programmi, che hanno deciso di ingurgitare la minestra che veniva loro propinata.
In questa occasione – favorita, non dimentichiamolo, dalla legge elettorale che in sede di ballottaggio costringe ad una scelta netta – queste due categorie di elettori di centro – sinistra nel segreto dell’urna hanno deciso di convergere. Sarebbe importante comprendere il perché. Sottopongo a chi legge alcune ragioni convergenti. E’ da studiare l’importante e virtuosa eccezione di Savona laddove la convergenza è stata esplicita e preventiva.

Chiunque abbia modo di confrontarsi con l’umanità circostante, non importa se di città o di paese, avverte immediatamente un rifiuto adirato e/o rassegnato non soltanto dei partiti, ma della politica in quanto tale. Chi ha fatto l’esperienza di porgere un volantino, non importa per quale causa virtuosa, se lo è visto per lo più rifiutare come si trattasse di materiale osceno. Le spiegazioni sono tante – non ultima la modalità con cui i media trattano la politica, illuminandone gli aspetti deteriori – ma il risultato è quello di una crescente fragilità delle istituzioni di cui un numero, che ci auguriamo crescente, di cittadini democratici sentono il dovere di farsi carico.

E’ innegabile che il moltiplicarsi di presenze violente, culminanti nella devastazione della sede nazionale della CGIL alla vigilia del voto, ha acuito questo senso di urgenza e anche di identità democratica, costituzionale, antifascista. Il sindacato, pur con le sue pecche, ha saputo cogliere e rappresentare questo momento che potrebbe costituire una svolta in un modo di sentire collettivo. I cinquecentomila di Piazza San Giovanni, i milioni che anche da lontano hanno ascoltato, in primo luogo, le parole di Landini, si sono sentiti rappresentati da esse. Non capitava da molto tempo. Va anche riconosciuto che la presenza di esponenti politici, da Letta a Conte, ha contribuito allo spirito unitario del momento.
Resta la consapevolezza che quanto conquistato in questi giorni deve resistere alla prova dei fatti. La cronaca politica locale e nazionale può facilmente logorare e sbriciolare quanto conseguito in queste giornate di un autunno non proprio caldo. Soprattutto, come disse Mao, viviamo tempi interessanti, in cui rivolgimenti ma anche contraddizioni colossali sembrano irrimediabilmente fuori dalla nostra portata, anche se permeano la nostra quotidianità.

Questa tappa elettorale, e quanto l’ha preceduta, forse presenta l’occasione per un nuovo inizio per la sinistra italiana. Per cogliere l’occasione, i vincenti di oggi dovranno interpretare i bisogni anche di coloro che non vi hanno partecipato. Non basteranno le schermaglie all’interno di una maggioranza parlamentare ridondante che di fatto delega i propri poteri anche costituzionali ad un esecutivo paternalista, soprattutto ligio ai poteri forti che governano il pianeta. Occorreranno analisi puntuali con obiettivi precisi, coerenti con i bisogni di una maggioranza sociale di fatto esautorata, oltre che con una visione largamente prefigurata nella nostra Costituzione. Stimoli utili, anche di linguaggio, provengono dalla sinistra del partito democratico degli Stati Uniti, guidata da Bernie Sanders. In una situazione non dissimile da quella italiana – siamo in una fase trasformativa che accomuna larga parte dell’Occidente – nemmeno per un istante essa rinuncia a denunciare le contraddizioni profonde che dividono il paese e a negoziare, nella situazione data, quanto è possibile ottenere di obiettivi esplicitamente dichiarati.

Disabili, Costanzo (L’Alternativa C’è): “Da INPS atto ingiusto, Orlando intervenga”

 “Il ministro Orlando intervenga subito per correggere l’equivoco interpretativo che il messaggio del 14 ottobre scorso n. 3495/2021 dell’INPS ha generato sull’assegno di invalidità civile.

Togliere l’assegno di invalidità alle persone più fragili è un atto ingiusto”. Lo afferma la deputata de L’Alternativa C’è Jessica Costanzo, che ha presentato in Commissione Lavoro un’interrogazione al ministro del Lavoro e delle politiche sociali sulla questione.
“Con il suo messaggio – prosegue –  l’Istituto modifica inaspettatamente una linea interpretativa risalente al 2008, ritenendo di escludere dal beneficio dell’assegno mensile gli invalidi civili parziali (74%-99%) che svolgono attività lavorativa precaria o parziale ma comunque produttiva di reddito, anche se il reddito è inferiore a quello che è previsto (euro 4.931,29 l’anno) per ottenere la prestazione assistenziale”.
“Si tratta di un assurdo logico e giuridico – conclude Costanzo – che preclude a chi è disoccupato o inoccupato, ma svolge una piccola attività lavorativa  percependo un reddito bassissimo, la possibilità di percepire una prestazione economica istituita proprio per sostenere la  persona disabile che è in cerca di un lavoro stabile e risulta completamente privo di reddito. Per questa ragione abbiamo presentato un’interrogazione in Commissione Lavoro e ci aspettiamo non solo una risposta rapida da parte del ministro, ma anche il ripristino della compatibilità tra occupazione e diritto alla prestazione assistenziale dell’assegno di invalidità civile”.