POLITICA- Pagina 331

Rifondazione: no alla guerra in Ucraina

La crisi Ucraina è ormai precipitata nel conflitto armato, con conseguenze  tragiche per tutte e per tutti.

Il progetto espansionistico della NATO ed il rifiuto dell’Ucraina di applicare gli accordi di Minsk, che riconoscevano l’autonomia delle Regioni a maggioranza russofona, hanno portato a questo esito drammatico.

Ma ora l’inaccettabile intervento diretto delle truppe russe in Ucraina, accompagnato da dichiarazioni altrettanto inaccettabili da parte di Putin, rischia di mettere in moto una spirale micidiale, che può condurre ad uno stato di guerra generale.

E’ quindi più che mai necessario mobilitarsi contro la guerra, e  sostenere una soluzione di pace per la crisi: per il ritiro immediato delle truppe russe dall’Ucraina e di tutte le truppe straniere presenti nell’area dello scontro; per un piano di pacificazione basato sulla neutralità dell’Ucraina e sul riconoscimento dei diritti di tutte le popolazioni, ucraine e russe, tornando allo spirito degli accordi di Minsk.

Il governo italiano e la UE hanno fin qui dimostrato soltanto la loro totale subalternità agli USA e alla NATO, non facendo nulla di concreto per ricercare una soluzione pacifica della crisi.

L’Italia deve impegnarsi ora per fermare la guerra e, nel rispetto dell’art.11 della nostra Costituzione, non deve partecipare in alcun modo ad essa: diciamo NO all’invio di armi, soldati, navi, aerei italiani nell’area interessata dal conflitto.

L’Italia deve portare avanti una politica di pace: non può quindi continuare a far parte della NATO, una alleanza imperialista che non ha più alcuna ragione di esistere: “Fuori l’Italia dalla NATO! Fuori la NATO dall’Italia!” resta la nostra ferma posizione in proposito.

Bisogna fermare il mercato delle armi, che alimenta le guerre nel mondo: “Posti di lavoro, non bombe!” è lo storico slogan del movimento contro la guerra, che oggi più che mai ribadiamo. Respingiamo quindi  l’idea  nefasta di trasformare Torino nel polo nazionale dell’industria bellica.

Bisogna tornare a far sentire la voce dei popoli, che come sempre saranno i primi a pagare pesantemente i costi della guerra e delle sanzioni economiche.

Rifondazione Comunista sarà presente alla manifestazione per la Pace già indetta a Torino, nell’ambito di una iniziativa nazionale, SABATO 26 FEBBRAIO alle 11 in piazza Castello, ma occorre costruire sin dalle prossime ore una mobilitazione  immediata e permanente contro la guerra.

Fausto Cristofari, segretario provinciale di Rifondazione Comunista di Torino

Vigili del Fuoco, Ruffino (CI) Estendere finestra mobile a volontari

“I vigili del fuoco volontari hanno compiti identici al personale di ruolo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, pur non configurandosi come rapporto di impiego ma esclusivamente di servizio. Tuttavia, non viene estesa a loro la cosiddetta ‘finestra mobile, istituto previdenziale applicato invece alla componente permanente, penalizzando l’aspetto organizzativo dei distaccamenti, che si privano anticipatamente di risorse ricche di esperienza e maggiormente utili per il dispositivo di emergenza”. Lo afferma la deputata di Coraggio Italia Daniela Ruffino, nel corso di un question time con il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese nell’aula di Montecitorio, nel quale chiedeva al governo di estendere per il personale volontario del Corpo dei vigili del fuoco la misura della finestra mobile, una caratteristica previdenziale prevista per il personale di ruolo che sposta il pagamento della rata pensionistica di dodici mesi rispetto al limite anagrafico di collocamento a riposo.
“I distaccamenti dei vigili del fuoco sono in sofferenza- aggiunge-a causa delle lungaggini burocratiche per effettuare le visite mediche che permetterebbero nuovi e vitali ingressi, credo sarebbe assolutamente importante riprendere in considerazione quanto chiedo oggi con questo question time, tenendo conto delle attività dei nostri vigili per la sicurezza dei territori e per la grande capacità che hanno nell’essere vicino ai cittadini”.
Per Ruffino “si tratta di un tema, quello della sicurezza, che è particolarmente importante. In autunno in quest’aula avevamo parlato degli incendi che hanno devastato il sud oggi il nord vive la stessa complessità e sono proprio gli interventi dei vigili del fuoco che salvano case, territorio e persone”.

Pd: “Metro linea 2, una battaglia vinta”

Stanziati dal Governo i fondi per la Metro 2: i lavori partiranno nel 2024.

Verrà realizzato il primo tratto che collegherà piazza Rebaudengo al Politecnico. Un tracciato di 9,4 chilometri con 13 stazioni. Il Ministro delle Infrastrutture della mobilità sostenibile, Enrico Giovannini, ha confermato il miliardo che era già stanziato e ha garantito altri 222 milioni.
Le risorse sono attinte da un fondo nazionale per il trasporto rapido di massa destinato alle maggiori città italiane. A Torino verrà destinato oltre un quarto di tali risorse. Ciò permetterà di coprire interamente con soldi pubblici la realizzazione di questa prima tratta.
“Una battaglia vinta, che renderà la Cittá più accessibile, inteconnessa e sostenibile. La Metro 2 restituirà dignitá alla zona Nord, attraverso il collegamento con il resto della Città e la riqualificazione di ampi spazi industriali dismessi”, dichiara la capogruppo Pd Nadia Conticelli.
“Se la Città vuole davvero essere all’altezza delle altre metropoli europee, deve poter contare su un’alta qualità del trasporto, in grado di collegare i Torinesi ad ogni parte della Città senza dover usare l’automobile. La zona Nord ci ha creduto e oggi possiamo dire di aver avuto ragione”, sostiene Antonio Ledda, Presidente della Commissione Trasporti.
“Il finanziamento ministeriale consentirà di realizzare con fondi pubblici la metropolitana da Rebaudengo al Politecnico, con l’intersezione a Porta Nuova con la linea 1. Ora bisogna puntare a stare nei tempi con progettazione definitiva e appalti e guardare fin da subito al completamento dell’infrastruttura fino all’area metropolitana a Nord e a Sud”, osservano i due esponenti Dem
Nadia Conticelli, Capogruppo Partito Democratico nel Comune di Torino Antonio Ledda, Presidente Commissione trasporti

Emergenza climatica: intervengono Bongioanni e Vercellotti

 “Italia Paese dei no, ma per la riconversione ecologica occorreranno decenni”

Il presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia: “C’è bisogno di una strategia studiata di concerto con il tessuto produttivo”. Vercellotti, presidente della Commissione Bilancio: “È ora di dare dei segnali”

 

“Mi è tornata in mente un’intervista che ho letto venerdì sera e fatta a una delle figure più autorevoli, fulgide e illuminate del panorama politico nazionale, l’onorevole Guido Crosetto. Essa titolava: ‘L’Italia dei no’, perché il ‘no’ nel nostro Paese regna sovrano, soprattutto quando si tratta di compiere scelte strategiche che si riverberano sul territorio”. Sono state queste le parole che hanno introdotto l’intervento di Paolo Bongioanni, presidente del Gruppo consiliare di Fratelli d’Italia, in occasione del Consiglio regionale aperto e incentrato sull’emergenza climatica. Quanti e quali sono i “no” che il Belpaese ha detto in questi anni? Il capogruppo di FdI Piemonte li enumera tutti: il no gli scavi, il no alle opere pubbliche, il no alle trivelle, il no al nucleare, il no al carbone, il no al gas, il no al petrolio, il no ai rigassificatori, il no agli impianti solari, il no agli impianti eolici, il no agli impianti idroelettrici. “Ad esempio – ha aggiunto Bongioanni –, non si possono sempre mettere in discussione opere infrastrutturali, come nel Cuneese (la mia terra) la variante di Demonte, per presunte ragioni di tutela del bene culturale-naturale. Oppure non ha senso opporsi alla costruzione di invasi che servono ai nostri agricoltori e allevatori, senza cui non ci sarebbe nemmeno un’economia. Non possiamo certo dire all’agricoltore di non coltivare più mais perché è troppo idrovoro, non facciamo ridere. Purtroppo, in una economia così globalizzata, tutti i Paesi devono fare la loro parte e serviranno decenni per realizzare i tanti obiettivi che lo sviluppo sostenibile pone sulla nostra strada: pensare di avere tutto e subito è irrealistico”. La riconversione ecologica necessita quindi di essere studiata “di concerto con il tessuto produttivo e deve avvenire in modo graduale, dando il tempo alle aziende di adeguarsi senza che questo comporti un costo sociale altissimo in termini di posti di lavoro, che non potremmo reggere. Ad esempio, l’orizzonte del 2035 come termine per la produzione dei motori a combustione interna nella Unione Europea, per una industria che deve affrontare una transizione tecnologica senza precedenti, è sostanzialmente inattuabile allo stato odierno”. Secondo Paolo Bongioanni, se nemmeno a livello di Unione Europea si riesce a fare fronte comune, attuando una strategia che riduca la dipendenza energetica dai Paesi extraeuropei e allestendo una strategia per le scorte alimentari, va da sé che i problemi del cambiamento climatico non saranno mai superati: “Bisogna affrontare la lotta al cambiamento climatico come il presidente americano Franklin Delano Roosevelt affrontò la crisi economica successiva al crollo della borsa di Wall Street del 1929, mostrando non catastrofismo cupo e inquietante ma, al contrario, la serenità di chi sa che le cose si possono risolvere con pazienza e ingegno umano”.

A queste affermazioni hanno fatto eco quelle di Carlo Riva Vercellotti (FdI), presidente della Commissione Bilancio, che ha a sua volta approfondito la questione connessa alla problematica climatica in Piemonte. In primis, sulla prevenzione dei danni da calamità naturali e sulla ricostruzione occorre lavorare e non fingere di farlo, spazzando via “quell’ipocrisia che continua nel fingere che la crisi energetica porterà nuovamente all’uso del carbone, che viene a raccontare al nostro pianeta che risolveremo i problemi del mondo riducendo la plastica in Piemonte, magari tassando le imprese e comprando le borracce che sappiamo essere più dannose all’ambiente nella fase di realizzazione rispetto al riciclo di una bottiglietta di plastica. Peccato che l’Europa intera sversi nei mari del mondo meno dell’1% del totale della plastica e dimentichiamo quello che fanno nel Sud-Est asiatico… Ci portano prodotti a elevato inquinamento sotto tutti i punti di vista, ma mi raccomando, dazi zero, così massacriamo per bene la nostra risicoltura e la nostra agricoltura. Poi diciamo ai nostri risicoltori che devono fare molto di più. Loro lo fanno e non si sono mai tirati indietro, ma perché gli stessi che danno ordini ai nostri risicoltori non si scatenano un po’ contro le lobby del commercio europeo, contro le nazioni dell’Asia sudorientale oppure contro i grandi fondi di investimento internazionale che portano via terreni all’agricoltura?”. In Piemonte esiste ed è purtroppo ben tangibile anche il problema dello smog e Riva Vercellotti, in tal senso, ha precisato: “Siamo lasciati soli. Vogliamo fare prendere coscienza alla nostra nazione e all’Europa che noi viviamo in un appartamento con una piccola finesttra, dove non c’è ricambio d’aria? Vogliamo raccontare ancora balle che con due domeniche senz’auto risolveremo il problema? La Regione deve continuare a fare la sua parte, come è giusto che sia, ma serve un programma strategico, coordinato e finanziato a nove zeri”. Ultimo tema, non meno importante, quello inerente ai trasporti: “Ci ricordiamo dei proclami nazionali, politici e di autorevoli persone contro l’alta velocità e per sviluppare il trasporto locale, i treni locali? Ecco, sono passati dieci anni: cosa è stato fatto? Nella passata legislatura regionale sono state eliminate tratte di Frecciabianca che servivano i pendolari, con promesse tutte crollate nel nulla totale. Vogliamo dare un segnale vero a favore del Piemonte? Allora pensiamo a un bonus speciale per le Regioni padane, al fine di promuovere l’efficientamento energetico, le auto a minor impatto ambientale, le risorse straordinarie per il trasporto ferroviario”.

La nuova sedxe di Italexit

Riceviamo e pubblichiamo

IL SEN. PARAGONE A TORINO PER INAUGURARE LA SEDE DI ITALEXIT: “APRIAMO UN AVAMPOSTO DI LIBERTÀ PER I TORINESI CHE NON SI ARRENDONO”

Sabato 26 febbraio, a partire dalle ore 14.00 in Via Cortemilia 29, avrà luogo l’inaugurazione della nuovissima sede di Italexit a Torino: un traguardo importante per il partito fondato da Gianluigi Paragone che, nel capoluogo piemontese, è ormai il riferimento politico dei cittadini che si oppongono al governo Draghi e ai diktat dell’Unione Europea.

All’inaugurazione sarà presente lo stesso Paragone, che dichiara: “Mentre i vecchi partiti si dematerializzano progressivamente, Italexit apre nuove sedi in tutte le città d’Italia. Vogliamo tornare a fare politica tra la gente, nelle piazze, nelle scuole, nelle fabbriche, nelle periferie: avere una sede fisica ci permette di costruire solide fondamenta in una città come Torino dove la crisi economica non sta risparmiando nessuno.  Questo spazio sarà un avamposto di libertà per tutti i torinesi che non vogliono arrendersi e che intendono lottare per il proprio futuro”.

Luciano Bosco, segretario regionale di Italexit, spiega come sarà organizzata l’attività della sezione: “In questa epoca di profondo impoverimento politico e sociale, servono nuovi luoghi e nuovi momenti di aggregazione. Oltre alle attività di partito, ospiteremo conferenze, dibattiti, eventi, sportelli di assistenza legale, fiscale e psicologica: vogliamo creare uno spazio vivo e pulsante, che sappia integrarsi nella vita del quartiere e della città”. All’incontro, oltre al Senatore Paragone, parteciperanno anche i dirigenti del partito in Piemonte e gli amministratori locali di Italexit per parlare delle prossime attività in regione.

Treno Pinerolo-Torre Pellice, Grimaldi (LUV): Basta sparate

“La tratta inserita nel contratto di servizio con Trenitalia va mantenuta”

“È emersa da parte della cittadinanza una rabbia legittima, d’altra parte avevamo già chiesto tempo fa che ci fosse chiarezza, dopo le ‘sparate’ di Gabusi sui bus a idrogeno, un intervento sostanzialmente irrealizzabile per i costi dell’infrastruttura. Peccato che oggi l’Assessore non sia qui e non possa prendere atto del consenso unanime che c’è sul ripristino della tratta ferroviaria fra Pinerolo e Torre Pellice. È evidente che nel contratto di servizio con Trenitalia – in fase di revisione dal punto di vista economico – la tratta va mantenuta e riattivata. Come ci dicono le associazioni, il treno non è solo un mezzo di trasporto, è un elemento di tutela ambientale e di democrazia, in particolare di inclusione dei più fragili: anziani, donne, giovani. Raggiungere la propria scuola o un museo per chi vive in valle è un diritto che la Regione deve garantire” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi, Marco Grimaldi, nel corso dell’audizione dell’Unione montana del Pinerolese e delle associazioni operanti sul territorio sulla mobilità sostenibile in merito alla riattivazione della tratta ferroviaria Pinerolo-Torre Pellice in II Commissione.

“Questo passo va fatto adesso, ecco perché siamo pronti a presentare un ordine del giorno o a condividere con la maggioranza una delibera di Consiglio in cui sottolineiamo che nel contratto di servizio debba essere mantenuta e riattivata la tratta, come richiesto dal territorio” – prosegue Grimaldi. – “Chiedo anche di riorganizzare una seduta in cui la Regione possa incontrare i Sindaci e la Città Metropolitana, affinché Cirio e Gabusi possano ascoltare le parole che abbiamo udito noi oggi. A che punto è questo confronto istituzionale?”

Violenza e disordini, Ambrogio (Fdi): “Lo Russo se ci sei batti un colpo”

“Oggi, per l’ennesima volta dall’inizio della consiliatura, ci troviamo a discutere le comunicazioni
del Sindaco sui problemi di sicurezza in seguito ai disordini scaturiti dalla manifestazione studentesca
di venerdì scorso e all’assalto all’Unione Industriali di Torino.

Nessuna ragione, per quanto giusta, può giustificare l’uso della violenza. Ancor peggio quando questa
viene esercitata nei confronti delle istituzioni. Occorre un cambio culturale, non è concepibile che i
nostri giovani crescano in un contesto in cui manca totalmente il rispetto per le istituzioni.

La Città deve intervenire con fermezza, attraverso una politica di gestione dei disordini, riducendo lo
spazio di azione dei facinorosi e dei violenti e contemplando l’esercizio della forza, quando
necessario.

Se questi sono i risultati delle “passeggiate consapevoli”, chissà cosa succederà quando sarà possibile
sfilare in corteo”.

 

Paola Ambrogio

Consigliere comunale

La Trimurti del centrodestra in Piemonte si dedica alle poltrone e non al territorio

La Trimurti del centrodestra piemontese è sempre in fibrillazione.

Risolto il problema del candidato sindaco di Alessandria, con la riconferma del sostegno al leghista Cuttica, si è aperto il fronte di Biella con i meloniani che hanno annunciato l’imminente caduta del sindaco leghista Corradino (che non si è proprio contraddistinto per un  grande lavoro amministrativo). Mentre sulle altre candidature in vista delle elezioni di primavera, tutto resta ancora da definire, a partire da Cuneo.

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Gallo, Pd: “Pnrr salute? Una scatola vuota”

“UN ELENCO DI INDIRIZZI. COMPLETAMENTE IGNORATO IL TEMA DEL PERSONALE”

“Abbiamo provato, in tutti i modi possibili, a correggere la delibera sulla programmazione sanitaria relativa alle Case di Comunità e alle Centrali Operative Territoriali, prima in Commissione e poi in Aula. Un Piano che avrebbe dovuto rispondere alle esigenze dei singoli territori e che avrebbe dovuto essere scritto con il contributo di tutti gli attori interessati, è purtroppo una scatola vuota, un semplice elenco di indirizzi, senza alcuna distinzione tra strutture nuove e ristrutturazioni di edifici esistenti, stilato senza essere basato su analisi e dati concreti” dichiara il Presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo.

“Abbiamo perso un’occasione – prosegue Gallo – quella di ripensare la sanità regionale e il rapporto tra ospedale e territorio, invece la Giunta Cirio si limiterà a mettere targhe su edifici ristrutturati. Alla richiesta del Governo di presentare schede progettuali dettagliate, con localizzazioni precise e modalità di intervento e un Action Plan, il Piemonte risponderà inviando semplicemente delle tabelle. Un confronto con il Consiglio regionale e un lavoro condiviso avrebbero consentito di inviare all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) per chiedere l’approvazione del Ministero un progetto articolato e dettagliato, basato sulle effettive necessità di tutti i territori piemontesi. Ma questo non è avvenuto”.

“Totalmente ignorato, infine, uno dei temi principali: il personale della sanità. Il sistema versa in una situazione di crisi profonda. Più volte ho denunciato la drammatica situazione del precariato dei lavoratori del comparto, legati a contratti incerti e quella della carenza del personale. Per avere una sanità efficiente che risponda alle esigenze dei cittadini non bastano strutture ristrutturate o nuove. Occorre che si faccia chiarezza sui contratti e si dia stabilità a chi in quelle strutture deve lavorare. Occorrono nuove assunzioni di medici, infermieri, OSS, impiegati amministrativi. Inoltre, sarà impossibile per il Piemonte cogliere appieno le opportunità che il PNRR fornirà senza prevedere una corposa integrazione di professionalità tecniche e amministrative qualificate che rinforzino le strutture di ASL e ASO e che evitino che le risorse economiche del PNRR vengano disperse o sprecate. Senza di loro oggi verrà deliberato un elenco, ma non si riuscirà a realizzalo. Questa sarà una grande sconfitta” conclude Gallo.

A Valle la delega del Comitato Resistenza e Costituzione

“DOVE ERAVAMO RIMASTI? RIPARTIAMO INSIEME, CON ENTUSIASMO E CORAGGIO

Assegnata al vice Presidente del Consiglio regionale del Piemonte Daniele Valle (Pd) la delega del “Comitato per l’affermazione dei valori della Resistenza e dei principi della Costituzione”.

«Sul finire degli anni Settanta, anni resi spietati dalla violenza del terrorismo, l’allora presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Dino Sanlorenzo, volle far nascere in seno all’assemblea regionale il Comitato Resistenza e Costituzione. Alla base c’era la convinzione che per sconfiggere gli estremismi servisse un forte impegno educativo e culturale da parte delle istituzioni.

A distanza di quasi mezzo secolo, mi riempie di orgoglio assumere la delega a presiedere il Comitato Resistenza e Costituzione, un organismo della nostra Assemblea regionale posto a presidio della memoria storica e a difesa dei valori sanciti dalla nostra Carta.

Dopo oltre due anni e mezzo questa delega viene nuovamente assegnata ad un esponente del centro-sinistra, ripristinando così una prassi da sempre rispettata dal Consiglio regionale e che aveva consentito di svolgere un intenso e proficuo lavoro con le tante realtà associative che fanno parte del Comitato stesso. Ora ripartiamo da qui. Ripartiamo con entusiasmo e con coraggio, e con la speranza che si possa davvero organizzare eventi ed iniziative insieme e non solo più virtuali.

Venti di guerra sono tornati a soffiare nel cuore dell’Europa. Abbiamo assistito al ritorno di gesti, simboli e parole che credevano far parte di un lontano passato. Abbiamo visto i fascisti assaltare le sedi di un sindacato e i suprematisti sparare per le strade. Aggressioni e insulti antisemiti, stereotipi e pregiudizi diffusi tramite il web, svastiche incise a sfregio, campagne odio e di denigrazione…perfino cortei dove ci si traveste da prigionieri dei Lager per contestare green pass e vaccini. Ecco perché l’intuizione di Dino Sanlorenzo resta valida tutt’oggi: non bisogna mai arretrare nel nostro lavoro educativo, culturale ed istituzionale. Sforzandoci di trovare modalità e linguaggi nuovi capaci di parlare alle nuove generazioni, più facilmente esposte all’influenza delle fake news ed ai tentativi di riscrittura e falsificazione della Storia.

Davvero una bella sfida e sono felice di poterla affrontare insieme alle tante associazioni, istituti e centri studi che aderiscono al Comitato Resistenza e Costituzione».

Daniele VALLE – vice Presidente Consiglio regionale del Piemonte