POLITICA- Pagina 25

L’art. 18 di Donat-Cattin e lo Statuto che servirebbe oggi

LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo

Uno degli elementi portanti e costitutivi dello storico “Statuto dei lavoratori” varato nel maggio del
1970 non fu soltanto aver portato “La Costituzione nelle fabbriche”, come disse nel dibattito alla
Camera il “Ministro dei lavoratori” dell’epoca, Carlo Donat-Cattin. Ci fu un altro elemento che
qualificò quella legge che ha segnato in modo indelebile e profondo la legislazione democratica e
riformista sul lavoro nel nostro paese. E quel tassello fu l’introduzione, appunto, dell’art. 18 che
impediva, di fatto, il licenziamento dei lavoratori nelle aziende che avevano oltre 15 dipendenti.
Norma che fu ritoccata pesantemente prima dalla riforma Fornero e poi da quella varata da Renzi
con il jobs act riducendolo ad un semplice indennizzo.

Ora, è di tutta evidenza che nessuno vive di nostalgia o di solo rimpianto. Certo, l’azione e
l’iniziativa politica e di governo di Donat-Cattin, leader della sinistra sociale della Dc, non hanno
più avuto eguali nella storia democratica del nostro paese. Seppur nel rispetto di tutti i Ministri del
Lavoro che si sono succeduti quella riforma ha segnato la legislazione del mondo del lavoro, la
condizione concreta dei lavoratori e anche, e soprattutto, le relazioni tra le parti sociali. Una
riforma che, al di là del trascorrere inesorabile del tempo, continua ad essere una bussola di
riferimento per chi crede che i principi costituzionali debbano trovare una seria ed organica
cittadinanza nei luoghi di lavoro. In tutti i luoghi di lavoro. Al di là e al di fuori dell’art. 18 che il
capo della cosiddetta “rivolta sociale”, ovvero il segretario generale della Cgil Landini, vorrebbe
ripristinare. Posizioni, come quella di Landini, che sono comunque lontane anni luce rispetto
all’approccio riformista e democratico di uomini e statisti statisti come Donat-Cattin. Pur nella
radicale diversità dei rispettivi contesti politici, culturali e sociali.

Ma, al di là di queste considerazioni e del dibattito un po’ surreale sull’art.18 – al centro,
comunque sia, della prossima consultazione referendaria – quello su cui sarebbe necessario
avviare una riflessione seria ed argomentata è la necessità di riscrivere un nuovo “Statuto dei
lavoratori”. Partendo, come ovvio e scontato, proprio dallo Statuto varato nel 1970 che conserva
una straordinaria modernità anche nell’attuale contesto del mondo del lavoro seppur ad oltre 50
anni dall’approvazione di quello storico documento. Ma per potere centrare quell’obiettivo sono
necessarie due condizioni di fondo. Da un lato una precisa volontà politica del Ministro del Lavoro
e dell’intero Governo e, dall’altro, un’azione del sindacato che sia ispirata ad un vero ed autentico
riformismo. Cioè l’esatto opposto di quello che pratica oggi lo storico sindacato rosso, ovvero la
Cgil. Solo attraverso un riaggiornamento e una rivisitazione, partendo però dai pilastri essenziali
dello Statuto votato nel 1970, sarà possibile far decollare una nuova legislazione che deve fare i
conti con le condizioni dei lavoratori da un lato e la dinamica dei nuovi lavori dall’altro. Senza
accampare le ormai stucchevoli pregiudiziali ideologiche e politiche della Cgil o la solita strategia
dell’opposizione del “tanto peggio tanto meglio” cara, purtroppo, a molti settori della sinistra
contemporanea

Gestione rifiuti, incontro della lista civica La Piazza

Nelle ultime settimane si è ripreso a parlare di inceneritore. Martedì 18/3 ci confronteremo sul tema della gestione dei rifiuti a Torino, con l’aiuto della Consulta Ambiente e Verde della Città di Torino e dell’associazione RifiutiZero Piemonte

LISTA CIVICA LA PIAZZA

#InPiazzaConNoi

Rifondazione Comunista a fianco del Comitato del Meisino

Riceviamo e pubblichiamo
Lunedì 17 marzo, alle ore 18:00, al Campus ci sarà la conferenza stampa del comitato  “Salviamo il Meisino”, dopo che 39 persone hanno ricevuto un avviso di garanzia per le mobilitazioni in difesa di questa riserva naturale, Zona di protezione Speciale e Rifugio di Avifauna, contro la costruzione di un Centro per l’educazione sportiva e ambientale.

I lavori sono finanziati con soldi PNRR, ed è anche per le scadenze di progetto imposte, che gli assessori Tresso e il plurindagato Mazzoleni, dopo una primafinta apertura con un’assemblea pubblica, continuano a rifiutare il confronto con la realtà di movimenti, associazioni e normali cittadini/e che si oppone ai lavori

Gli ambientalisti non sono criminali, non sono insurrezionalisti o neo BR, sono persone tra i 23 e i 79 anni, studenti, lavoratori e lavoratrici, pensionati/e, spesso alla prima vera esperienza di attivismo, che fanno resistenza pacifica, presidiando i lavori e facendo monitoraggio civico e opera di denuncia. Gli attivisti chiedevano uno stop dei lavori fino all’udienza del ricorso, prevista il 18 marzo, e invece le ruspe hanno distrutto il boschetto vicino alla tettoia del Meisino.

Rifondazione Comunista sarà presente alla Conferenza Stampa del 17 marzo per manifestare la più ampia solidarietà ai 39 indagati, al comitato “Salviamo il Meisino”,  e ai cittadini e cittadine tutti che da più di 2 anni stanno praticando una resistenza pacifica contro la devastazione del parco del Meisino, colpiti, come dicono loro stessi “per non esser stati indifferenti di fronte alla devastazione di uno dei parchi di maggior valore naturalistico della città”
Rifondazione Comunista è contro la criminalizzazione del dissenso e contro il DL1660 che promette sicurezza ma in realtà riduce gli spazi di partecipazione, trasforma il dissenso, anche pacifista, in una forma di violenza privata verso il pubblico, introduce nuovi reati e nuove pene ed aumenta a dismisura il potere degli apparati. Invece dei diritti uno stato di polizia
Torino, 16 marzo 2025

Ufficio stampa Rifondazione Comunista Torino

Daniela Ruffino alla guida di Azione Piemonte

Azione Piemonte, dal congresso i nuovi vertici regionali del partito
Si è svolto oggi a Rivoli il primo congresso di Azione che ha visto l’elezione a segretario regionale di Daniela Ruffino, già commissaria e attuale deputata del partito guidato da Carlo Calenda.
Ruffino è stata eletta all’unanimità come Giovanni Barosini, che ha assunto la carica di presidente.
Vicepresidente regionale è il biellese Lorenzo Alaimo, mentre i vicesegretari regionali sono il vicesindaco di Alessandria, Fabrizio Finocchi e il segretario provinciale di Azione a Cuneo, Giacomo Prandi. L’assemblea votata quest’oggi è composta da 116 iscritti.
Daniela Ruffino ha affidato le prime deleghe: Maria Gabriella Canelli alla comunicazione e al coordinamento dei tavoli tematici; Claudia De Cicco all’ ambiente e nucleare; Giovanni De Luigi alla sanità e pari opportunità mentre
Stefano Giuliano sarà il nuovo coordinatore regionale Under 30.
Seguendo l’obiettivo nazionale, ovvero quello di mettere fine al bipolarismo gladiatorio e muscolare, Azione in Piemonte rafforzerà il legame con i territori e manterrà vivo il dialogo con i cittadini perché, come ha sottolineato la neo segretaria Ruffino “è a loro che dobbiamo le risposte, attenzione e soluzioni ai problemi e alle difficoltà della vita quotidiana”.

Rosso e Fontana (FI): “Askatasuna. Lo Stato c’è e non si farà intimidire”

 

“Dopo la Commissione comunale sotto scorta di due settimane fa e dopo la passerella obbligata sui volti disposti a tappeto di esponenti politici e del Governo oggi volevamo rimarcare di fronte ad Askatasuna che lo Stato c’è e non si fa intimidire. A dispetto della narrativa del Sindaco di Torino che parla di un processo di normalizzazione dei rapporti siamo stati insultati da una folta rappresentanza di Askatasuna. Ancora una volta l’Amministrazione cittadina viene smentita visto che l’immobile continua ad essere occupato e i soggetti presenti sono tutt’altro che pacifici, bensì “pacifinti”. Insomma a insultarci e minacciarci erano gli stessi che vediamo protagonisti nei cortei di violenza che rovinano la città di Torino da anni e in particolare dal procedimento di legalizzazione del Centro. Quando quindi denunciavamo che Lo Russo aveva consegnato le chiavi della cittá e offerto su un piatto d’argento la cittadinanza onoraria all’eversione avevamo ragione. Torniamo a chiedere lo sgombero immediato dell’immobile e chiediamo il daspo per questi soggetti dal territorio della Cittá Metropolitana di Torino» è questo il commento del senatore Roberto Rosso, vicepresidente del gruppo di Forza Italia al Senato e vicesegretario del partito in Piemonte e del segretario cittadino Marco Fontana.

Torino – Ceres, Avetta (Pd): “Regione ammette carenza materiale rotabile”

«Ci auguriamo che il grido d’allarme dei pendolari che utilizzano la linea Torino-Ceres venga davvero ascoltato dalla Regione Piemonte e da RFI e che gli investimenti confermati dall’assessore Gabusi siano risolutivi delle tante criticità registrate anche all’inizio del 2025. Si tratta di una linea strategica, non solo perché collega Torino con l’aeroporto di Caselle, ma perché riguarda un’area interna riconosciuta dal Governo nazionale, ed è evidente che è possibile vivere in queste zone solo se sono garantiti i servizi essenziali».  Lo afferma Alberto AVETTA, consigliere regionale Pd e componente della Commissione Trasporti, a margine del dibattito in Consiglio regionale sull’Interrogazione in cui richiamava l’attenzione della Regione Piemonte sui disagi registrati alla ripresa delle lezioni scolastiche, in particolare sulla tratta Cirié-Germagnano. «I pendolari e l’Osservatorio Torino-Ceres evidenziano l’inadeguatezza di capienza del materiale rotabile (infatti, spesso accade che i pendolari vengano lasciati a piedi) e l’insufficienza dei bus di rinforzo. Una situazione che impone ai genitori di trasformarsi in tassisti, oltretutto dopo aver pagato gli abbonamenti dei figli al TPL. L’assessore Gabusi ha ammesso che i disagi di inizio anno erano dovuti al fatto che in quel momento non era disponibile una coppia di treni. Lo sappiano: se c’è un disagio, è perché c’è una causa. Ma non passa giorno che i viaggiatori, su quasi ogni linea ferroviaria piemontese, non debbano fare i conti con un qualche problema. La promessa di investimenti è importante, purché si possano vedere miglioramenti in tempi ragionevoli».

 

Rifondazione in piazza contro la guerra

Oggi il Partito della Rifondazione Comunista sarà presente in città con due appuntamenti:
– alle ore 15,30 in Piazza della Repubblica angolo via Milano per un incontro con i cittadini in cui si presenteranno le nostre posizioni a favore della Pace e contrarie all’aumento delle spese militari e alla manifestazione indetta da Michele Serra.
– alle ore 16,30 alla manifestazione unitaria contro il DDL Sicurezza varato dal governo Meloni, che abbiamo contribuito ad organizzare e che si terrà in Piazza Palazzo di città.

Il segretario provinciale Paolo Ferrero ha dichiarato: “La lotta contro la guerra e l’aumento delle spese militari e contro la legge fascista che il governo vuole varare per reprimere chi protesta, sono due facce della stessa medaglia. Da un lato ci tagliano la sanità e lo stato sociale usando i soldi delle nostre tasse per le armi e dall’altra vogliono impedirci di protestare. Oggi quindi manifestiamo contro il DDL Sicurezza voluto dalla Meloni e contro chi – dal governo a Michele Serra al PD – vuole che l’Unione Europea continui la guerra in Ucraina. Manifestiamo contro la guerra, le spese militari e la repressione per costruire l’alternativa sociale e politica.”

Fdi, Chiusura Sportelli Bancari: un Odg per tutelare i piccoli comuni

Presentato da Ravello-Binzoni-Antonetto-Bordese

Quella della continua chiusura di filiali e sportelli bancari fisici, ormai, è una vera e propria emergenza: oltre un milione di piemontesi vive in Comuni desertificati o a rischio di desertificazione bancaria. Tutto ciò, per giunta, avviene a fronte di utili operativi record da parte degli istituti bancari. Serve invertire repentinamente la rotta e, per questo, il Gruppo di Fratelli d’Italia ha presentato un ordine del giorno con l’auspicio che venga presto discusso e condiviso in Consiglio Regionale”. Ad affermarlo il primo firmatario Roberto Ravello e Alessandra Binzoni, entrambi vice Capogruppo di Fratelli d’Italia in Regione Piemonte, e i Consiglieri Paola Antonetto e Marina Bordese.

Il documento – continuano i Consiglieri di FdIchiede di potenziare ulteriormente le interlocuzioni in corso con gli istituti di credito per scongiurare ulteriori chiusure, tutelando i piccoli Comuni, in particolare quelli montani, e gli utenti fragili. Qualcosa come il 75% dei Comuni montani è rimasto scoperto, né si può chiedere ad anziani e fragili di ricorrere all’home banking come unica alternativa”.

Crediamo sia arrivato il momento di richiamare le banche ad un ruolo sociale ed economico di riferimento per Comunità e Territori, nelle more di una funzione collaterale, ma altrettanto importante, di presidio e avamposto contro l’insicurezza, la desertificazione e il degrado.

E’ l’economia reale, fatta di imprese e famiglie, a generare ricchezza: chi gestisce a valle quella ricchezza dovrebbe saperlo bene. Di sola finanza, alla lunga, si muore”.