BLITZ DEL MOVIMENTO LA BARRIERA AL CENTRO D’ACCOGLIENZA DI VIA TRAVES: “IMMIGRATI, DIFENDETE IL VOSTRO DIRITTO A NON EMIGRARE!”
Nella serata di ieri, 29 agosto, i militanti de La Barriera Torino hanno affisso, nei pressi del nuovo centro di accoglienza di Via Traves, alcuni manifesti, in Italiano, inglese, francese e arabo, per esortare gli immigrati ospiti della struttura a fare ritorno nei loro paesi, “per migliorarli e farli prosperare, costruendo lì la propria vita”.
“Abbiamo voluto affiggere questi manifesti per spiegare agli immigrati appena arrivati nella nostra nazione che, a differenza di quanto gli facciano credere scafisti, ong e tutti coloro che guadagnano grazie all’immigrazione clandestina, in Italia e in Europa non possiamo aiutarli, perché le risorse, insufficienti, che abbiamo vanno destinate all’aiuto dei moltissimi italiani che versano in condizioni economiche disastrose, trovandosi senza casa, senza lavoro o senza un piatto da mettere sulla tavola” affermano i responsabili del movimento.
“Con i manifesti affissi ieri abbiamo anche cercato di esortare questa gente a fare ritorno nelle proprie terre, per contribuire allo sviluppo materiale di questi paesi, difendendoli dalle depredazioni del capitalismo delle multinazionali e dalle tratte dei nuovi schiavisti, affinché questi immigrati possano vivere nelle loro nazioni, in pace e dignità, godendo del sacrosanto diritto a non dover emigrare, perché ogni terra ha il suo popolo e ogni popolo ha la sua terra” concludono dal movimento.
Quando lo “stile” contava in politica
LO SCENARIO POLITICO di Giorgio Merlo
Ogniqualvolta si parla della Democrazia Cristiana e, soprattutto, dei leader e degli statisti
democristiani, non manca quasi mai un riferimento al cosiddetto “stile” che caratterizzava quelle
donne e quegli uomini. Per carità, nessuna inclinazione moralistica e nessuna presunzione di
“superiorità” morale od intellettuale rispetto ad altre esperienze politiche e culturali. Quella è una
deriva che storicamente è riconducibile al campo della sinistra politica e ai suoi eredi. Non a caso,
si tratta di una prassi valida e praticata, ieri come oggi, nei confronti di qualunque avversario che
puntualmente diventa un nemico perchè si contrappone alla “verità” e alla ricetta politica,
culturale e programmatica sostenuta e propugnata dalla sinistra e dal partito che la interpreta.
Ma, al di là di un fatto che ormai non fa neanche più notizia, quello che merita di essere
sottolineato e richiamato è che lo “stile” politico e il “comportamento” istituzionale dei
democristiani sono due elementi che vengono da ormai molto tempo esaltati e adottati quasi
come un modello, anche dagli storici detrattori di quella straordinaria esperienza politica, culturale
e di governo. Un modo di essere in politica che, di norma, rifuggiva quasi sempre dagli
schiamazzi e dalla polemica facile; dal colpire deliberatamente e frontalmente gli avversari che
non erano mai nemici; dal perseguire una deliberata e violenta radicalizzazione della lotta politica
e, in ultimo, dal trasformare la politica in una clava per delegittimare o ridicolizzare gli avversari. Lo
zaino dei democristiani conteneva altri ingredienti: la cultura della mediazione, la ricerca della
sintesi, la preparazione e la competenza come precondizione decisivi per essere in politica, il
rigoroso rispetto politico dell’avversario anche quando costoro si esercitavano in operazioni
volgari di distruzione e di delegittimazione dei democristiani e il loro modo di fare politica e, dulcis
in fundo, un profilo di forte e trasparente correttezza istituzionale.
Certo, c’erano alti e bassi come in tutti i consessi umani e sociali. Ma lo “stile” politico e il
“comportamento” istituzionale dei leader e degli statisti democratici cristiani continuano ad essere
dei modelli a cui ispirarsi, anche e soprattutto in una stagione politica caratterizzata da una
profonda crisi della politica stessa e da una balbettante ed incerta postura istituzionale dei vari
leader contemporanei e di entrambi i campi. E cioè, tanto della sinistra radicale e massimalista
della Schlein quanto della destra sovranista e nazionalista, salvo rare eccezioni.
Ecco perchè, e senza alcuna regressione nostalgica, forse è arrivato anche il momento di
recuperare le migliori risorse di un passato che è stato politicamente criminalizzato ma che, come
quasi sempre capita, più trascorre il tempo e più ci si accorge della originalità e della modernità di
quella esperienza. Nel caso specifico, del profilo e della consistenza di quella classe dirigente.
Appunto, di quello “stile” politico e di quel “comportamento” istituzionale. È appena sufficiente,
del resto, scorrere anche se rapidamente, il percorso politico, umano e di governo di quelle donne
e di quegli uomini per rendersene conto. Senza piaggeria e senza alcuna tentazione agiografica
ma solo e soltanto per essere onesti intellettualmente con quella feconda, qualificata e inimitabile
classe dirigente politica e di governo.
“Grazie all’impegno della Lega”.
“Come ha dichiarato il nostro Vicepremier Matteo Salvini e come stabilito nella seduta del Consiglio dei Ministri, ci saranno urgenti approfondimenti tecnici per spostare la data adempimento e sospendere misura. In questo modo eviteremo di danneggiare centinaia di migliaia di famiglie e lavoratori piemontesi”. Così il capogruppo in Consiglio Regionale del Piemonte della Lega.
“evidenzia il caos in cui è sprofondato il Servizio Sanitario Piemontese, vediamo perché”
Il 25 agosto abbiamo appreso dalla stampa locale e regionale che l’Asl To 5 ha deciso di chiudere definitivamente il pronto soccorso del San Lorenzo di Carmagnola negli orari notturni.
Il 26 agosto, sempre dalla stampa locale e regionale, apprendiamo invece che Il Pronto soccorso di Carmagnola non chiuderà di notte. È stato il presidente Alberto Cirio in persona a bloccare il provvedimento annunciato sfiduciando, di fatto, il direttore generale della ASL TO5.
Questi eventi inducono forti preoccupazioni nei cittadini sulla tenuta del Sistema Sanitario Piemontese, sia dal punto di vista economico, sia della capacità di gestione del sistema.
Prima di esprimere qualunque giudizio, noi di Italia Viva siamo abituati ad analizzare gli avvenimenti con la giusta attenzione e competenza. Nel caso specifico, sappiamo bene che, in un sistema sanitario regionale “normale”, il direttore generale di una ASL non prende un’iniziativa di così grave impatto e non l’annuncia alla stampa, se non è stata preventivamente concordata con i vertici regionali: la direzione regionale sanità e l’assessorato stesso. Ora noi non sappiamo come siano andate realmente le cose, ma delle due l’una:
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o il direttore generale della ASL ha fatto di testa sua, senza concordare il provvedimento con la Regione;
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o il presidente Cirio ha finto di non essere stato coinvolto nella decisione e neppure informato, e ha dichiarato ai giornali di essere intervenuto per evitare il disastro che il direttore generale della ASL (insediato dal Presidente stesso) stava compiendo.
Nel primo caso ci aspettiamo una rapida rimozione del direttore generale della ASL TO5, perché verrebbe meno la fiducia da parte del Presidente.
Nel secondo caso stiamo semplicemente assistendo a una sceneggiata, degna di ben altri contesti.
In entrambi i casi siamo di fronte ad un’ulteriore dimostrazione della precarietà del sistema sanitario piemontese. Di fronte a una situazione così grave, in grado di comprometterne la sostenibilità, l’attuale maggioranza ricorre a provvedimenti tampone (immediatamente smentiti dal Presidente) che non sarebbero minimamente in grado di affrontare un’emergenza sanitaria in Piemonte, ormai conclamata.
Questo improvviso cambio di rotta evidenzia il caos in cui è sprofondato il Servizio Sanitario Piemontese.
Quel che sarebbe necessario fare è un nuovo piano sanitario regionale (l’ultimo risale ormai al 2012, ed è scaduto nel 2015) che indichi quali devono essere gli obiettivi prioritari del sistema e le azioni e le risorse necessarie per conseguirli.
Con questa giunta il nostro Piemonte pare avviato verso un nuovo commissariamento del servizio sanitario regionale, con tutto quel che ne consegue in termini di ulteriori tagli alle prestazioni. I cittadini piemontesi sono ormai distanti dagli standard di servizio normalmente assicurati nelle altre regioni del Centro-Nord Italia.
Nel 2023 abbiamo evidenziato a più riprese i mali della Sanità Piemontese e le soluzioni possibili. Nelle prossime settimane noi di Italia Viva riprenderemo le nostre attività di settore e gli incontri sul tema con i cittadini. Non mancheremo di comunicare, le prossime iniziative di divulgazione e di confronto.
28 agosto 2023
Comitato di Italia Viva del Chierese-Carmagnolese.
Italia Viva Tavolo tematico Salute e Territorio Provincia Torino
Fine vita, depositate le firme in Piemonte
E’ la quinta Regione a depositare le sottoscrizioni per portare in Consiglio Regionale la proposta di legge dell’Associazione Luca Coscioni per regolamentare i tempi e modalità per accedere all’aiuto medico alla morte volontaria
M. Cappato: “Le persone che hanno firmato chiedono una legge regionale per evitare che le persone malate siano costrette a soffrire contro la propria volontà ”
Torino, 28 agosto 2023 – Sono 11.428 le firme depositate questa mattina a Palazzo Lascaris, a Torino, a favore di “Liberi Subito”, la proposta di legge elaborata dall’Associazione Luca Coscioni per regolamentare i tempi di verifica delle condizioni e delle modalità per accedere all’aiuto medico alla morte volontaria. Presenti Marco Cappato Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, Matteo Mainardi, coordinatore nazionale della campagna “Liberi Subito”, Davide Di Mauro, Miriam Abate e Lidia Sessa, coordinatori della raccolta firme in Piemonte. Insieme a loro Don Giulio Mignani, le Cellule Coscioni piemontesi e tutte le organizzazioni e partiti che hanno supportato la raccolta firme.
Presenti questa mattina i Sindaci dei Comuni che hanno aderito alla campagna: Collegno, San Mauro Torinese, Settimo Torinese, Mongrando e Vidracco. Presenti anche dei delegati in rappresentanza dei Sindaci dei comuni di: Alessandria, Chieri, Rivarolo e tre consiglieri regionali: Silvana Accossato (Liberi e Uguali); Sarah di Sabato (M5S), Diego Sarno (PD) e i segretari regionali CGIL Giorgio Airaudo ed Enrica Valfrè.
Oltre al Piemonte, anche Emilia Romagna, Veneto, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia hanno depositato le firme. In Puglia, Marche e Sardegna sono stati gruppi trasversali di consiglieri regionali a proporre la legge, mentre altre regioni si stanno preparando per iniziare la raccolta delle firme.
In Piemonte la campagna di raccolta firme era partita a metà marzo e in totale ha visto 208 tavoli di raccolta firme; 95 autenticatori ai tavoli (oltre metà sono stati Consiglieri Comunali ma anche parlamentari, consiglieri regionali, assessori e sindaci); 31 sindaci sottoscrittori tra cui quelli delle province di Alessandria e Biella e nell’area metropolitana torinese tra gli altri quelli di Moncalieri, Collegno, Grugliasco, Pinerolo, Settimo.
I prossimi passaggi per arrivare alla discussione della legge prevedono che:
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L’Ufficio di Presidenza chiede il parere della Commissione di garanzia, che deve depositarlo entro 30 giorni prorogabili fino a 60; trascorso inutilmente tale termine, l’Ufficio di Presidenza delibera anche in assenza del parere.
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L’Ufficio di Presidenza chiede il parere della Commissione di garanzia, che deve depositarlo entro 30 giorni; trascorso inutilmente tale termine, l’Ufficio di Presidenza delibera anche in assenza del parere.
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La proposta di legge, dichiarata ricevibile e ammissibile, viene assegnata dalla Presidenza del Consiglio regionale alla Commissione permanente consiliare competente per materia.
Marco Cappato, Tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, ha dichiarato: “Ringraziamo tutti gli 11.428 piemontesi che hanno firmato per la proposta di legge di iniziativa popolare ‘Liberi Subito’ e ringraziamo tutti coloro che hanno reso possibile questa straordinaria mobilitazione. Chiediamo ai consiglieri regionali una presa di coscienza e di consapevolezza, basata sull’evidenza che sul fine vita l’Italia si sta avvicinando alla Svizzera senza che il Parlamento si occupi della materia. Anche le singole regioni possono legiferare sul tema. Grazie al coraggio delle persone malate che hanno agito alla luce del sole, alle azioni di disobbedienza civile e all’esercizio della responsabilità professionale di medici e giudici esistono oggi – in affermazione della sentenza Cappato della Consulta – precedenti giudiziari e amministrativi per accogliere legalmente in Italia le richieste di aiuto al fine vita da parte dello stesso segmento di popolazione che ottiene legalmente l’eutanasia in Olanda. Occorre solo rendersene conto e produrre delle regole mirate a evitare lunghi calvari. Nell’indifferenza dei partiti, abbiamo ottenuto riforme tanto profonde quanto sconosciute. Il deposito della PdL regionale di iniziativa popolare su cui il Consiglio Regionale del Piemonte è chiamato affiché divenga legge garantirà che nessuno debba più attendere mesi solo per ottenere la verifica delle condizioni per accedere all’aiuto al suicidio assistito.”
Migranti, Ianno’: “Serve pragmatismo”
“Il Sindaco del Comune di Torino e della Città Metropolitana si ritiene preoccupato della situazione migranti, che potrebbe diventare complicata e vuole un confronto con il Governo.
Fino a ieri, il partito rappresentato dal Primo Cittadino, è stato il paladino dell’accoglienza, senza preoccuparsi della sua gestione e adesso gli stessi sindaci della sua parte politica si rivoltano nei confronti del finto buonismo di facciata.
Un risveglio tardivo e una retromarcia con chiusura all’accoglienza, in un momento in cui il sistema è saturo e si cerca soltanto di mettere rappezzi in un’emergenza senza fine, uno tsunami di grandi numeri.
Non servono contrasti ideologici sull’immigrazione, ma occorre fare proposte pragmatiche.
L’accoglienza disposta in via Traves, su richiesta della Prefettura, non deve diventare definitiva, per non creare problemi umanitari e di igiene, vista la presenza di migranti in sovrannumero rispetto alla capienza. Una struttura che a breve sarà nuovamente utilizzata per i senzatetto, urge trovare una nuova collocazione, come gli edifici dismessi che a Torino sono molti”.
Pino Iannò Torino Libero Pensiero
Consiglio aperto sulla sicurezza in Circoscrizione 6
… S U B I T O…il tempo è scaduto!
#tolleranzazero
Da anni mi batto, ci battiamo per la sicurezza in Barriera e in tutta la zona nord di Torino, leggere di queste gravi aggressioni , che ormai si ripetono, non fa che rafforzare quanto dal sottoscritto responsabile della sicurezza di Forza Italia a Torino , dai dirigenti del Partito e dal ns capogruppo in circ 6 Luciano Speranza richiesto ,e con documento depositato nel mese di luglio 2023 , di un immediato consiglio aperto in circoscrizione 6 con presenti le istituzioni tutte e Prefetto,Questore, ecc.
Leggere , estrapolo quanto riportato sui giornali, il “grido di dolore”della capogruppo del Pd Conticelli mi fa non solo arrabbiare ma incavolare non poco, poiche’ serve ricordare a Lei e a tutti coloro che leggono simili “battute politicanti” che quando nel 2021 fu da me presentata in Consiglio Comunale a Torino la mozione sui presidi fissi e mobili delle Ff.oo in Barriera di Milano, l’attuale sindaco e allora capogruppo del PD Lorusso non partecipò al voto e non fu approvata!!!
Raffaele Petrarulo
Responsabile Sicurezza città di Torino per Forza Italia
Già consigliere comunale e prov.le a Torino