LIFESTYLE- Pagina 463

Vino, tessile e dolci: Vola l'export piemontese che doppia la crescita media italiana

TESSILEIl Monitor dei distretti del Piemonte di Intesa Sanpaolo  calcola per il quarto trimestre del 2015 “una nuova crescita per le esportazioni dei distretti piemontesi” e una chiusura dell’anno con un aumento intorno al 9%

 

Svizzera, Francia e Stati Uniti sono i mercati dove l’export dei distretti  è cresciuto di più in valori assoluti. Il terzo trimestre del 2015 l’export dei distretti piemontesi è in netta crescita, con una performance del 6%, dato migliore della media italiana che segna un +3,6%.  Da ben nove trimestri i distretti piemontesi hanno un ritmo di crescita superiore al resto dello stivale. Riscontri positivi per l’oreficeria di Valenza, il dolciario di Alba e Cuneo (7,4%), la nocciola e la frutta piemontese (+8,4%) e le macchine tessili del Biellese(+44,6%) grazie a nuove commesse dalla Cina.

 

Il Monitor dei distretti del Piemonte di Intesa Sanpaolo  calcola per il quarto trimestre del 2015 “una nuova crescita per le esportazioni dei distretti piemontesi” e una chiusura dell’anno con un aumento intorno al 9%, in accelerazione rispetto al 2014. Nel terzo trimestre sono aumentate anche le esportazioni di altri quattro distretti: la rubinetteria di Cusio-Valsesia (+2,7%), il tessile di Biella (+2%), il riso del Vercellese (+3,8%) e i frigoriferi industriali di Casale (+0,4%). Invece l’export dei due poli tecnologici Ict e Aerospazio della regione è  di nuovo negativo.

 

Le esportazioni di vini di Langhe, Roero e Monferrato, seppur con un terzo trimestre negativo, grazie  agli ottimi risultati negli Stati Uniti, nel periodo gennaio-settembre si sono attestate sui livelli di massimo storico toccati nel 2014. Lo stesso discorso vale per il caffè, le confetterie e il cioccolato torinese che vede l’aumento delle esportazioni. Oltre a Svizzera, Francia e Stati Uniti, buone performance sono state ottenute sul mercato cinese (Cina e Hong Kong) dove si è registrato un balzo dei flussi di export di macchine tessili di Biella e di oreficeria di Valenza. Sono state così superate le difficoltà incontrate in Russia e in Germania.

 

L'amicizia a volte è un fiume carsico

tosetto

Sarà banale, ma l’amicizia è ancora un valore. Dimenticavo: leggete il libro L’Amico Ritrovato, consiglio caloroso

 

L’amicizia a volte è un fiume carsico. non ci si incontra per anni, per decenni.Bel libro, L ‘AMICO RITROVATO ditroiano tosetto Fred Uhlman. Ciò che aveva diviso l’amicizia tra l’ebreo e l’amico diventato nazista, ritorna con il riscatto di quest’ultimo ucciso perché coinvolto nel fallito attentato a Hitler. Il suo ricordo li fa riavvicinare. Nulla di tragico nella mia storia. Raffaele l’ho rivisto dopo 37 anni. Dai tempi di Liceo. Tutti e due figli del “popolo”.  Lui più a sinistra di me, uomo libero. senza tessere di partito. Rivisto un anno e mezzo fa. Nello stesso Liceo. Stessa barba e stessa zazzera in testa. Tutto rigorosamente brizzolato con la tendenza al bianco. Noi “veri uomini” non ci tingeremo mai! Abbracci fraterni e poi gli incontri si sono fatti più fitti. Decidendo e realizzando collaborazioni di lavoro, ho fatto tante domande. Colmando un po’ la distanza del tempo intercorso. Ci si è raccontati per ciò che siamo stati, e per un comune percorso.I tempi sono duri ed è meglio affrontarli insieme.

 

Lulhmann tosettoCoriacea la moglie, due figli…già, potremmo dire: luce dei suoi occhi. Il suo eclettismo l’ha portato dalle palestre ad esperto  programmatore. Fine venditore di programmi informatici che hanno, forse, un unico difetto: sono troppi avanzati per il nostro paese e per la nostra burocrazia. Realtà aumentata: inquadrando “qualcosa” lo si vede in tutte le sfaccettature. Ideale per l’arte ed i nostri musei. Venduta in Giappone e negli Stati Uniti. Qui stenta nel decollare. Non riconosciuti profeti in patria. Poi la manna per il nostri comuni. Sistemi informatici unificati per il pagamento delle tasse.

 

Una specie di cruscotto dei tributi contro l’evasione e per la loro riscossione.I funzionari dei comuni contattati inizialmente entusiasti….poi il triste ritorno alla realtà: cosa ne pensa il Csi Piemonte? Tutto, appunto, come prima. Non demorde. Raffaele… Raffaele Troiano non demorde. Brevemente vi ho parlato di lui. Precisamente della nostra amicizia. Mi hanno criticato per essere troppo pessimista. In questo caso il bicchiere è mezzo pieno. In questo caso c’è ancora speranza. Sarà banale, ma l’amicizia è ancora un valore.

Dimenticavo: leggete il libro L’Amico Ritrovato, consiglio caloroso.

Quando la spending review è di casa anche in Vaticano

FUMERO GIOIELLOIl punto di partenza, attualissimo, è la spending review che tutti ci coinvolge, il taglio delle spese, i costi superflui cancellati, le vite unite insieme per una migliore esistenza, le coabitazioni che possono coinvolgere persone comuni, o di primaria importanza. Come due papi

 

Debutta stasera al teatro Gioiello (fino a domenica 17 gennaio, giovedì e venerdì alle ore 21, sabato alle 15,30 e 21, domenica alle 16), per il cartellone PFR Per Farvi Ridere, La Santa coppia, scritta da Gianpiero Perone e Mauro Villata, entrambi provenienti dalla trasmissione televisiva Colorado, e ancora da Toni Mazzara, Cristian Messina e Domenico Ippolito. I costumi sono firmati da Roberta Barducci, le musiche originali di Giorgio Bolognese. Ad animare con gran divertimento lo spettacolo ritroviamo Margherita Fumero e Franco Barbero – ricordate i successi del grande Macario ripresi nelle recenti stagioni? – con Perone e Villata validissime spalle. Completano il cast Francesco Damiano e Cristian Messina, che cura anche la regia.

 

Il punto di partenza, attualissimo, è la spending review che tutti ci coinvolge, il taglio delle spese, i costi superflui cancellati, le vite unite insieme per una migliore esistenza, le coabitazioni che possono coinvolgere persone comuni, o di primaria importanza. Come due papi, l’Emerito che ha abdicato ritirandosi in tranquillità (verrebbe voglia di dire a miglior vita: ma suonerebbe troppo) ed il Successore attualmente in carica, Leone XIV e Leone XV, un leggero accento tedesco per l’uno e spagnolo per l’altro, due caratteri apparentemente lontani e difficilmente conciliabili, la ferma decisione di uno e la forzata convivenza per l’altro, insomma due stili di vita che a fatica si riuscirebbe a riunire senza la tiritera degli scontri e delle serafiche rappacificazioni. Tutto quanto sotto la salvaguardia di una suorina tutta credulerie e innocenza, tutta saltelli e lodi con tanto di alleluja finali e di un segretario “molto particolare”, entrambi alla ricerca della serenità dei loro protetti. Quando la commedia si tinge di giallo, forse soltanto un miracolo riuscirebbe a salvare la vita delle due Santità che vivono sotto lo stesso tetto.

 

“Una commedia divertente, equilibrata, rispettosa, ben lontana dal cercare un facile macchiettismo – avverte una Margherita Fumero felicissima del proprio personaggio -, che magari porta con sé qualche angolo di piccole riflessioni, fatta prima di tutto di situazioni divertenti o a tratti paradossali, come di battute che portano decisamente a una comicità surreale. Come già ha dimostrato il successo dei tanti palcoscenici piemontesi su cui l’abbiamo portata, La Santa coppia non mancherà di divertire anche il pubblico torinese del Gioiello”. E allora, che divertimento “papale” sia!

 

Elio Rabbione

Il Sant'Anna "assolto" per la morte di mamma e bimba

sant'anna ospedaliLo dice la relazione preliminare della task force di ispettori inviati  dal ministero della Salute

 

Sono emerse “Criticità” in tre ospedali su un totale di quattro tra quelli dove morirono, lo scorso mese di dicembre, quattro donne in gravidanza. Lo dice la relazione preliminare della task force di ispettori inviati  dal ministero della Salute. Si tratta di criticità organizzative, cliniche e nella gestione dell’emergenza, che  sono emerse negli ospedali di Brescia, Bassano Del Grappa e San Bonifacio (Verona). Tutto a posto, iinvece, all’ospedale S.Anna di Torino. Già nei giorni scorsi il ministro della Salute Beatrice Lorenzin aveva “assolto” l’ospedale torinese, all’avanguardia non solo in Italia, escludendo  “responsabilità dirette” nella morte di Angela Nesta, morta in sala parto con la sua bimba.

 

(Foto: il Torinese)

Il “Nabucco” di Fantasia in RE al Teatro Superga di Nichelino

nabuccoIl baritono Marzio Giossi, che ricopre il ruolo del protagonista, è un artista che, proprio in questi anni, sta conoscendo la piena maturità e il massimo splendore vocale, così come la sua forte presenza scenica. Gabrielle Mouhlen, soprano olandese nel ruolo di Abigaille, a Nichelino ha iniziato pochi anni fa a farsi conoscere e ora è ospite abituale di molti teatri europei

 

L’edizione 2016 del “Nabucco” di Fantasia in RE al Teatro Superga di Nichelino nasce col preciso obiettivo di mantenere e rafforzare lo speciale legame costruito in questi anni col pubblico. Uno dei punti di forza delle produzioni di Fantasia in RE è l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane guidata da Stefano Giaroli. L’allestimento del “Nabucco”, nel solco della tradizione e all’insegna del buon gusto, è interamente affidato al talento e all’esperienza di Artemio Cabassi che in questo caso firma regia, scene e costumi. Gli interpreti dell’Opera hanno già calcato il palcoscenico del Teatro Superga, ottenendo grande approvazione dal pubblico. Il baritono Marzio Giossi, che ricopre il ruolo del protagonista, è un artista che, proprio in questi anni, sta conoscendo la piena maturità e il massimo splendore vocale, così come la sua forte presenza scenica. Gabrielle Mouhlen, soprano olandese nel ruolo di Abigaille, a Nichelino ha iniziato pochi anni fa a farsi conoscere e ora è ospite abituale di molti teatri europei, apprezzata soprattutto per la qualità della sua voce che le permette di sostenere ruoli estremamente impegnativi, da Verdi a Mascagni, da Puccini a Wagner. Frano Lufi, basso albanese nel ruolo di Zaccaria, è un artista dalla voce profonda ma estremamente morbida e al contempo incisiva e Claudia Marchi, mezzosoprano nel ruolo di Fenena. Come da consuetudine del Maestro Giaroli, questa edizione del “Nabucco” dedicherà spazio a un debutto: nel ruolo di Ismaele ci sarà il giovane tenore torinese Dario Prola, artista dalla voce importante e dal sicuro avvenire. Completano il cast Franco Montorsi nel ruolo del Sacerdote di Belo, Stefano Consolini in quello di Abdallo, Elena Rapita in quello della Profetessa Anna. In “Nabucco” il Coro è il vero protagonista e ad esso è affidato l’impegnativo compito di caratterizzare ogni momento saliente della terza Opera di Giuseppe Verdi. Non a caso la pagina più celebre, “Va’ Pensiero”, è esclusivamente corale e al Teatro Superga sarà affidato al Coro Lirico del Piemonte diretto dal M° Sonia Franzese.

 

 

 

Fantasia in RE

 Nabucco

Musica di Giuseppe Verdi

Libretto di Temistocle Solera

Con il Coro Lirico del Piemonte diretto dal M° Sonia Franzese

e con l’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane

 

Maestro Concertatore e DirettoreStefano Giaroli

 

Regia, scene e costumi Artemio Cabassi

 

Personaggi e Interpreti:
Nabucco – Marzio Giossi (baritono)
Ismaele – Dario Prola (tenore)
Zaccaria – Frano Lufi (basso)
Abigaille – Gabrielle Mouhlen (soprano)
Fenena – Claudia Marchi (mezzosoprano)
Il Gran Sacerdote di Belo – Franco Montorsi (basso)
Abballo – Stefano Consolini (tenore)
Anna – Elena Rapita (soprano)

 

 

Biglietti: platea 27 € – platea ridotto 24,50 € | galleria 21 € – galleria ridotto 19 €

La tariffa “ridotto” è dedicata a under18, over65, appartenenti ad associazioni e Cral convenzionati con la stagione 2015/’16 del Teatro Superga.

 

Informazioni e prevendite biglietti: Teatro Superga, Via Superga 44 – Nichelino (To)

Biglietteria: dal martedì al sabato dalle ore 15 alle ore19 biglietteria@teatrosuperga.it 

 

Acquisto online su www.teatrosuperga.it e prevendite abituali del Circuito Ticketone

 

I consumi cinesi: un’opportunità da cogliere

CINA BANDIERAferrareseL’angolo del Private Banker /

di Fabio Ferrarese

 

Il 2016 dei Mercati finanziari è iniziato con il segno meno e la principale causa di questa negatività di inizio anno va ricercata principalmente in Cina anche se le tensioni geopolitiche legate al Medio Oriente ed alla Corea hanno contribuito a peggiorare la situazione. L’indice CSI 300 delle blue chip cinesi (principali società quotate a cui si attribuisce il valore più alto) ha aperto il 2016 con un calo superiore al 7%, limite giornaliero oltre il quale è scattato il nuovo sistema di sospensione degli scambi che ha di fatto arrestato i Mercati per il primo giorno delle contrattazioni.

 

Che cosa ha spaventato le Borse? Il risultato dell’indice manifatturiero del mese di dicembre in primis, poi, in secondo luogo, l’ulteriore indebolimento dello Yuan nei confronti del Dollaro Usa ed infine quelle misure adottate dalle autorità di vigilanza locale dei Mercati per salvaguardare la liquidità degli stessi.

 

Il panico, come spesso capita in queste fasi, ha preso il sopravvento, ma se guardiamo alla situazione attuale con calma la paura potrebbe trasformarsi in opportunità. Partiamo dalla situazione valutaria: è vero che il Remimbi cinese si è svalutato di quasi il 6% nei confronti del Dollaro Usa nell’ultimo anno, ma è altrettanto vero che negli ultimi ventiquattro mesi l’Euro ha perso oltre il 20% e lo Yen giapponese il 10% contro la valuta americana. Il supporto all’economia attuato dalla Banca Centrale Cinese è paragonabile a quella messa in atto dalle Banche Centrali dei grandi Paesi industrializzati. La correzione dei mercati finanziari locali in questo periodo è più che giustificata vista la crescita sproporzionata di cui avevano beneficiato nella prima parte del 2015 ed inoltre essi sono poco correlati con l’andamento dell’economia di Pechino. La situazione non è quindi così preoccupante per quegli investitori capaci di separare i fatti dal rumore.

 

In realtà l’economia della Cina sta proseguendo nel suo processo di sviluppo dei propri consumi interni attuando quindi una crescita caratterizzata da maggior qualità rispetto al passato. E questa qualità è ormai sotto gli occhi di tutti. Per esempio in tutta l’economia cinese del settore denominato New Economy, in virtù di maggiori competenze dei dipendenti, i salari sono in aumento. La vecchia economia basata solo sulla produzione di vestiti e giocattoli a basso prezzo, a poco a poco, si sta trasformando, grazie alla crescita del settore dei servizi ed all’aumento dei consumi interni, il tutto accompagnato da un notevole incremento dei livelli di istruzione.

 

Se da un lato il rallentamento dell’economia cinese preoccupa per il suo peso sulla prosperità globale, dall’altro lato esso offre ad alcune aziende native l’opportunità di adattarsi e crescere floridamente. Vista la complessa diversificazione dei Mercati locali l’investitore dovrà avere l’accortezza, indipendentemente dal contesto macroeconomico, di scegliere quei settori e quelle imprese meglio posizionati potendo così cogliere quello che sarà uno dei più interessanti affari a livello mondiale dei prossimi anni.

 

Per curiosità ed approfondimenti potete scrivere a fabio.ferrarese@yahoo.it

In primavera arriva il Festival irlandese

lingotto gustolingotto saloneIl pubblico potrà partecipare ad una serie infinita di attività, dal racconto delle fiabe tradizionali all’allegria delle danze irlandesi

 

Il dolce suolo d’Irlanda sarà il protagonista di un festival dedicato all’isola verde nel mese di marzo. Lingotto Fiere di Torino ospiterà dall’11 al 14 e dal 17 al 20 marzo il “Festival Irlandese.L’evento sarà una occasione tradizioni, ì musica, enogastronomia e il folkore della Verde Irlanda. Il Venerdi dalle 17 alle 3 ed il Sabato e la Domenica dalle 12 alle 3, il pubblico potrà partecipare ad una serie infinita di attività, dal racconto delle fiabe tradizionali all’allegria delle danze irlandesi, dalla bellezza delle mostre fotografiche a quelle degli antichi strumenti a corde e a fiato, dalle rievocazioni storiche al borgo dei vecchi mestieri, dalla scuola d’armi al villaggio medievale, oppure potrà semplicemente rimanere estasiato dai concerti di alcuni tra i più rappresentativi gruppi musicali internazionali provenienti direttamente dall’Irlanda e dal variegato mondo celtico.

 

Non mancherà ovviamente il giusto omaggio alla più importante e diffusa festività Irlandese, il St. Patrick’s Day! Infatti giovedì 17 marzo, giornata in cui in Irlanda ed in tutto il resto del mondo si celebra questo coloratissimo e coinvolgente evento, il Festival Irlandese sarà aperto al pubblico dalle ore 19sino alle 03. Un’occasione per festeggiare in pieno spirito Irlandese, tra danze, canti, giochi, allegria, convivialità e tanto, tantissimo divertimento, con l’immancabile gustosa birra scura . Il pubblico potrà inoltre assistere o partecipare ai numerosi giochi tradizionali quali i tornei di freccette, il lancio del ferro di cavallo, il tiro alla fune, la gara della yarda di birra e inoltre visitare i numerosi mercatini con decine di stand di prodotti tipici irlandesi e celtici che vanno dall’abbigliamento ai dischi, dalle riviste all’artigianato tradizionale, dalla gastronomia al folklore.

 

(foto: il Torinese)

Massimo Iaretti

L'occupazione rallenta un po' ma per il 2016 migliorano le aspettative delle imprese torinesi

lavoroI dati sono quelli  dell’ indagine congiunturale dell’Unione Industriale per i primi tre mesi del nuovo anno

 

Un 2016 all’insegna dell’ottimismo, anche se le ombre sull’economia sono ancora presenti. Migliorano, comunque,  le aspettative delle imprese torinesi, per quanto riguarda  il primo trimestre 2016, nell’ambito di produzione totale ed export. I dati sono quelli  dell’ indagine congiunturale dell’Unione Industriale per i primi tre mesi del nuovo anno. Per quanto concerne le 250 aziende del compart  manifatturiero il tasso di utilizzo della capacità produttiva è del 70,6%: rientra quindi ai livelli precrisi. Le previsioni sulle esportazioni salgono da +8.1% a +12.1% e, se l’occupazione rallenta, resta però in segno positivo, con il saldo che  passa  da +6,9% a +1,2%.

"Enrico IV", continua per Branciaroli il percorso attraverso il "teatro nel teatro"

enrico IV stabile teatroenrico IV teatro stabileLucidamente, l’attore ci rende un protagonista in maniera grandiosa, fatto di ragionamenti e di bassezze, di sorrisi e di crudeltà, lo costruisce e lo scompone, si trincera in esso per poi sgusciarne fuori sino al proprio annientamento, facendo con esso lucida distruzione di quanti gli stanno intorno, intrappolati davvero nella stanza della tortura

 

C’è quel “Buffoni, buffoni, buffoni”, c’è quel “Sono guarito, signori: perché so perfettamente di fare il pazzo” a stabilire un prima e un poi, a decifrare la finzione e la realtà, la maschera della follia ed il concreto vivere quotidiano. Franco Branciaroli, nell’avvicinarsi all’Enrico IV pirandelliano (visto al Carignano per il cartellone dello Stabile torinese) nella doppia veste di regista e interprete, definisce nettamente questa duplice condizione. Da un lato, l’arrivo dei compagni di un tempo, su un divertente carrello-automobile che può ricordare certi marchingegni di scuola ronconiana, nel luogo dove l’antico gentiluomo ha nascosto la sua solitudine (quanto simile al definitivo Cotrone dei Giganti) e la propria pazzia simulata, con i loro abiti moderni, giustamente aggiornati con i difetti e le paure della società in cui noi stessi viviamo, con il loro tentare di inscenare quella recita che dovrebbe risvegliare il protagonista, lo stesso che circa vent’anni prima, durante una sfilata in costume, venne sbalzato da cavallo, battendo la testa e imprigionandosi da allora in quella maschera di Enrico IV che quel giorno portava per divertimento: un blocco che culmina nella “recita” del protagonista, di Enrico flagellato pronto a prodursi in una camaleontica gara con le proprie corde vocali, con i falsetti e con i tratti baritonali, con un gigionismo senza redini, con le esasperazioni e le burle intorno ad un teatro antico e polveroso, in uno sciorinare grandioso di sospetti, di ricordi vani e di tentativi tra il passato e il presente, di riconoscimenti lasciati intendere o negati.

 

Come ad un riaprirsi di sipario complice la sghemba gabbia scenografica inventata da Margherita Palli, a tratti quasi soffocante, fatta di dipinti velati, di porte aperte sul nulla, di pedane zigzaganti, di cavalli in gran movimento e di stendardi, complice soprattutto quel disco di luna che s’insinua nella tristezza della narrazione, nei rimpianti e nella consapevolezza disincantata del piccolo mondo – il protagonista svela la sua nuova condizione e s’umanizza, mostra come già da tempo abbia abbandonato le vesti antiche e con esse la malattia, mette la compagnia dinanzi alle avventure di vent’anni prima, la marchesa Spina, il fatuo Belcredi ricco di gesti e di parole, il traditore, tutti gli altri, anche lo psichiatra che con le sue disquisizioni scientifiche si pone in attività di sarto, di confezionatore d’abiti intesi come involucro/maschera, lui venuto freudianamente a risolvere la questione. Ma è sufficiente un colpo di pugnale e il protagonista ricadrà nella maschera di folle, sarà per sempre costretto a rifugiarsi in quella pazzia da cui per un attimo ha tentato di sottrarsi: in tutta la intelligente bellezza del finale, quando il medico, lui issato su di un cavallo, gli pone in testa la corona, Enrico eterno.

 

Non è assurdo sottolineare, ripensando alle tante edizioni viste del dramma in passato, come sopra ogni altro Branciaroli abbia approfondito il discorso del “teatro nel teatro”, come sappia avvicinare Enrico agli spazi più ampi e da sempre canonizzati dei Sei personaggi, come il dramma sia una recita nella recita, come lui ami andare avanti lungo una strada che gli ha già fatto incrociare Harwood con il vecchio attore shakespeariano di Servo di scena o Il teatrante di Bernhard, come inglobi il pensiero pirandelliano dell’essere e dell’apparire in un più vasto e profondo discorso teatrale. Lucidamente, l’attore ci rende un protagonista in maniera grandiosa, fatto di ragionamenti e di bassezze, di sorrisi e di crudeltà, lo costruisce e lo scompone, si trincera in esso per poi sgusciarne fuori sino al proprio annientamento, facendo con esso lucida distruzione di quanti gli stanno intorno, intrappolati davvero nella stanza della tortura.

 

Elio Rabbione

Nascevano 120 anni fa a Giaveno. Tanti auguri agli sci!

sci giavenoL’ingegnere svizzero (ma naturalizzato torinese) Adolfo Kind testò per la prima volta, con successo, delle strane assi di legno di frassino da “incastrare” ai piedi, gli “ski”

 

ALBERTO TESSA  www.lagenda.news

 

GIAVENO – Si fa risalire all’8 gennaio 1896 la nascita ufficiale degli sci, come li intendiamo noi oggi. È in quella data, infatti, che l’ingegnere svizzero (ma naturalizzato torinese) Adolfo Kind testò per la prima volta, con successo, delle strane assi di legno di frassino da “incastrare” ai piedi, gli “ski”, come Kind li chiamò. E, forse, non tutti sanno che quel primo test ufficiale fu effettuato a Giaveno, più precisamente a monte di Prà Fieul, borgata montana del capoluogo valsangonese, non distante dalla Punta dell’Aquila. L’idea di sostituire le tradizionali racchette da neve (in piemontese le chiamiamo “ciaspole”) venne a Kind nel tentativo di trovare una soluzione meno faticosa per spostarsi sul candido manto. Va sottolineato che la nuova idea fu subito guardata con un po’ di sospetto, ma nei primi anni del ‘900 cominciò a dilagare, fino a quando la grande guerra ne decretò il definitivo successo, visto il largo utilizzo che i soldati austriaci e italiani fecero di questo strumento sui monti. Da allora, gli “skiatori” sono diventati sciatori, ma non si sono più fermati.