LIFESTYLE- Pagina 454

Nuove assunzioni in sanità per ridurre le liste d'attesa

molinette2

Certamente le nuove assunzioni non arriveranno a pioggia, ma dovranno essere prioritariamente destinate ad aumentare la produttività nei reparti ospedalieri

 

Il problema è stato sollevato molte volte nei mesi scorsi dalle sigle sindacali degli infermieri, in particolare Nursing Up, e “Il Torinese” si è occupato più volte della situazione di disagio degli operatori del settore che, periodicamente e con sempre maggiore forza chiedevano rinforzi per migliorare la qualità del lavoro del personale. Adesso è in arrivo da Roma la notizia che la Regione Piemonte ha ottenuto dal ministero dello Sviluppo economico il disco verde sulle due delibere di revisione della rete ospedaliera, che consentiranno lo sblocco immediato di 900 milioni di euro, indispensabili per pagare i fornitori. Ma, accanto a questo importante parere, c’è anche il via libera per le prime assunzioni di personale medico ed infermieristico negli ospedali. “E’ molto importante in tutta la Regione    commenta il presidente della Prima commissione di Palazzo Lascaris, Vittorio Barazzotto  – la possibilità dello sviluppo del turnover e le nuove assunzioni. Ci darà presto respiro di professionalità a reparti troppo spesso in crisi negli ultimi anni a causa del piano di rientro.  Certamente le nuove assunzioni non arriveranno a pioggia, ma dovranno essere prioritariamente destinate ad aumentare la produttività nei reparti ospedalieri per ridurre le liste d’attesa. Ogni azienda dovrà anche dimostrare di aver fatto quanto è nelle proprie possibilità per utilizzare il personale che possiede in organico con profili sanitari che oggi è destinato invece a compiti amministrativi».

 

Massimo Iaretti

 

(Foto: il Torinese)

Ricordando Maria Magnani Noya

MAGNANI

lniziativa della Consulta femminile regionale per rievocare con un convegno e un volume monografico la storia e l’impegno di quattro donne piemontesi

 

Dopo il ricordo di Giovanna Cattaneo Incisa e di Nicoletta Casiraghi, l’iniziativa della Consulta femminile regionale per rievocare con un convegno e un volume monografico la storia e l’impegno di quattro donne piemontesi da poco scomparse prosegue lunedì 16 marzo alle 17 nella Sala Viglione di Palazzo Lascaris con l’incontro in memoria di Maria Magnani Noya, primo sindaco donna della Città di Torino, dal 1987 al 1990.

 

Ne parlano l’autrice della monografia Caterina Simiand, gli ex parlamentari Giorgio Benvenuto, anche segretario generale della Uil, e Giusi La Ganga, anche consigliere del Comune di Torino, l’ex presidente dell’Assemblea e consigliera regionale Carla Spagnuolo, anche assessore del Comune di Torino, l’ex responsabile dell’Ufficio stranieri del Comune di Torino don Fredo Olivero, l’avvocato Maura Ciani e Paola Bennati dello Zonta Club.

 

L’ultimo incontro, lunedì 31 marzo alle 17, è dedicato alla memoria di Angiola Massucco Costa, parlamentare per il Partito comunista italiano nel 1963 e consigliera comunale a Torino tra il 1970 e il ‘75. La ricordano l’ex parlamentare e assessore del Comune di Torino Maria Grazia Sestero, la dirigente della Regione Piemonte Mirella Calvano, il docente di psicologia dell’Università di Torino Ellenis Bosotti, il filosofo e storico della psicanalisi Franco Quesito e Fabiana Fabiani del Comitato organizzativo Udi.

 

Le quattro monografie, che fanno parte della collana “Donna & Donne”, sono state curate dall’Istituto storico Salvemini di Torino attraverso ricerche d’archivio e incontri con persone che hanno conosciuto le quattro protagoniste, si compongono di un saggio biografico introduttivo che ne evidenzia i percorsi umani e politici, interviste a testimoni della politica, della cultura e della società civile con cui hanno condiviso battaglie e ideali, un’appendice documentaria che ripropone il testo di alcuni discorsi pubblici e un ricco inserto iconografico.

 

(www.cr.piemonte.it – Foto: www.comune.torino.it)

Sanità, 600 nuove assunzioni in arrivo

molinette2sant'anna ospedali

“Abbiamo inviato a tutti i direttori generali delle aziende sanitarie – precisa Saitta – una lettera con la quale chiediamo loro di indicarci quali sono le criticità più importanti rispetto alle liste d’attesa

 

 

“Abbiamo avuto la conferma di quanto già annunciato in occasione della recente riunione del Tavolo ex Massicci: c’è ufficialmente il via libera per procedere alle nuove assunzioni di personale sanitario e le Asr piemontesi potranno assumere 600 persone tra medici, infermieri e operatori socio-sanitari”: ad annunciarlo è stato il 12 marzo l’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, non appena ricevuta la comunicazione del verbale dell’incontro di verifica della scorsa settimana.

 

Il primo passo per avviare l’operazione è già stato compiuto: “Abbiamo inviato a tutti i direttori generali delle aziende sanitarie – precisa Saitta – una lettera con la quale chiediamo loro di indicarci quali sono le criticità più importanti rispetto alle liste d’attesa, sia diagnostiche che interventistiche. Le nuove assunzioni, infatti, non saranno a pioggia ma vincolate ad un obiettivo, ovvero far aumentare significativamente l’attività sanitaria che si è andata riducendo in questi anni in cui la Regione è stata sottoposta a piano di rientro. Il personale dovrà essere assegnato sulla base di una dimostrazione precisa della possibilità di ridurre i tempi di attesa”.Una volta segnalate dalle aziende le varie criticità, seguirà una puntuale verifica dell’assessorato e, quindi, l’adozione da parte della Giunta regionale della definizione dei tetti di spesa del personale per singola azienda.

 

“In Piemonte sono quattro anni che non si assume più – evidenzia l’assessore – e siamo ben consapevoli della difficile situazione a cui il personale sanitario è sottoposto da troppo tempo. La possibilità di tornare ad assumere costituisce un’importante boccata d’ossigeno per tutto il sistema ed è il frutto del lavoro fatto in questi mesi, sia con le delibere sul riordino della rete ospedaliera sia sul versante dei risparmi ottenuti dal contrasto agli sprechi e da una gestione più efficiente. Le 600 assunzioni sono quelle che possiamo garantire con le risorse che abbiamo risparmiato in modo strutturale”.

 

Saitta non nasconde la propria soddisfazione: “Inizia, finalmente, una nuova fase per la sanità piemontese: dopo anni in cui si è risparmiato solo sul personale riducendo l’attività sanitaria e facendo esplodere le liste d’attesa, ora possiamo tornare a far crescere l’attività dei nostri ospedali e dare risposte migliori ai bisogni di salute dei cittadini”.

 

(pmora -www.regione.piemonte.it / Foto. il Torinese)

San Giuseppe, primavera in Monferrato

casale

L’esposizione rimane aperta tutti i giorni dalle ore 18 alle 23, sabato dalle 15 alle 23, domenica 15 dalle 11 alle 23 e domenica 22 marzo dalle 11 alle 21

 

 

E’ Titti Palazzetti, sindaco di Casale, a tagliare il nastro oggi, venerdì, alle ore 18, che inaugura l’edizione numero 69 della Mostra di San Giuseppe che si svolgerà al PalaFiere nel Quartiere Fieristico della Cittadella di Casale Monferrato, La manifestazione, che si protrarrà sino al 22 marzo prossimo, è organizzata dalla Manazza Gefra Srl di Cassolnovo (Pavia) e già dal mese di febbraio si è registrato il tutto esaurito quanto ad espositori.  “Questo risultato – dice Carlo Manazza della Manazza Gefra, società specializzata nel settore fieristico, aggiudicataria della gara d’appalto indetta da Monferrato Eventi in liquidazione – è la conferma dell’impegno profuso negli anni precedenti nell’organizzazione di questo importante appuntamento fieristico a livello regionale e la validità della formula adottata nelle ultime quattro edizioni,  e naturalmente confermata anche questa’anno, che prevede l’ingresso gratuito per tutti i visitatori ed il percorso obbligato a giorni alterni”. Inoltre, per il primo anno, la Mostra i San Giuseppe avrà uno sponsor, AMC Energia. Inoltre ci sarà il ritorno della rappresentanza della Regione Sicilia che già nel 2013 aveva preso parte alla Mostra. Il Sindaco Titti Palazzetti ha voluto sottolineare: “Valorizzazione delle eccellenze del territorio. Ecco la frase migliore per descrivere la Mostra di San Giuseppe. Perché l’atteso appuntamento di metà marzo permette alla città e al Monferrato casalese di esporre il meglio di sé. La Mostra di San Giuseppe è riuscita a resistere alle crisi e alle difficoltà, con la capacità di rinnovarsi negli anni, mantenendo però sempre la propria identità.” Come sempre lo spazio interno alla Mostra verrà dedicato a commercio, industria, artigianato e agricoltura con una particolare attenzione per il settore dell’enogastronomia, italiana e locale, con il tradizionale angolo della “Piazzetta del Gusto”. Anche per il 2015 ci saranno due importanti ritorni, ormai diventati dei “classici” per la Mostra. Il primo è “Arteninfiera”, esposizione di arte contemporanea che, ad ogni edizione (con questa sono 21), ha sempre registrato la partecipazione di artisti di livello, grazie all’impegno profuso dall’ideatore e curatore, l’artista casalese Piergiorgio Panelli. “Quasi Energia” è il titolo scelto per questa edizione. L’altro ritorno è quello di Casale Comics 10 che, per il quarto anno consecutivo sarà in mostra, rinnovando la collaborazione con la Sergio Bonelli Editore, leader italiana (e non solo) nel mondo degli “Eroi di carta”. Questa volta gli organizzatori (Luigi Corteggi, Mauro Galfrè, Adriano Taricco, Daniela e Beppe Balbi) propongono 4 mostre: In viaggio con Tex, Il riposo del guerriero, Julia e Zagor. Alcune sono novità assolute, in quanto proposte pochissime volte dalla casa editrice Bonelli, altre vengono riproposte per poter invitare disegnatori e sceneggiatori della mostra tematica. Vuole anche onorare Luigi Corteggi (Cortez), uno dei più grandi personaggi della storia del fumetto italiano. La Mostra rimane aperta tutti i giorni dalle ore 18 alle 23, sabato dalle 15 alle 23, domenica 15 dalle 11 alle 23 e domenica 22 marzo dalle 11 alle 21

 

Massimo Iaretti

 

Export, il Piemonte vola: +3,3% per quasi 43 miliardi

PIEMONTE

Trend positivo in tutti i quattro trimestri per le vendite all’estero

 

In crescita l’export piemontese che ammonta a 42,8 miliardi di euro, il 3,3% in più rispetto al 2013. I dati sono di Unioncamere Piemonte, che analiza ‘ultimo anno. Trend positivo in tutti i quattro trimestri per le vendite all’estero: +6,9% nel primo, +3,2% tra ottobre-dicembre. “L’export si conferma ancora una volta il vero motore trainante della nostra, che chiude il 2014 con un dato superiore del 2% alla media nazionale – dice Ferruccio Dardanello, presidente di Unioncamere.

Fca, a gonfie vele gli affari del gruppo e il compenso di Re Marchionne: più di 31 milioni di euro

fiat fca

marchionne manifestoI risultati positivi  hanno spinto l’a.d ad annunciare che, oltre alle assunzioni a Melfi, prossimemente ce ne potrebbero essere altre. Mentre Torino continua a sperare di non essere abbandonata del tutto da quel che resta del Lingotto

 

Fca ha fatto sapere che, anche se ci vuole cautela a proiettare gli ottimi riscontri di gennaio e febbraio su tutto l’anno”, le prospettive di crescita del mercato italiano dell’auto nel 2015 potrebbero attestarsi sul 2-3%. Il mercato dell’auto in Europa, invece, nel 2015 potrebbe non andare oltre l’1%. Risultati positivi che hanno spinto l’a.d di Fca, Sergio Marchionne, ad annunciare che, oltre alle assunzioni a Melfi, prossimamente ce ne potrebbero essere altre. Mentre Torino continua a sperare di non essere abbandonata del tutto da quel che resta del Lingotto, sono stati resi noti dall’Annual Report del gruppo automobilistico gli emolumenti di “Re” Marchionne. Il supermanager riceve per il 2014 un compenso di 31,3 milioni di euro così suddivisi: uno stipendio di 6,6 milioni e una una tantum da 24,7 milioni per il successo ottenuto dalla  fusione di Fiat con Chrysler. Gli  è stata riconosciuta anche un’una tantum da 12 milioni quando arriverà (lui aveva detto nel 2018) alla fine della sua carica.

 

(Foto: il Torinese)

Il divorzio cambia, non ancora nei tempi ma certamente nella forma

rossi avv

Tale modalità semplificata è però possibile solo quando non vi siano figli minori, maggiorenni ma non economicamente indipendenti o portatori di handicap grave ed a condizione che l’accordo non preveda patti di trasferimenti patrimoniali

 

Pochi mesi fa è entrata in vigore la legge sul cosiddetto “divorzio facile” che comporta la possibilità di separarsi o divorziare consensualmente davanti al Sindaco o, in alternativa, a mezzo della “negoziazione assistita”, nello studio cioè dei propri legali.  Per quanto riguarda in particolare la possibilità di rivolgersi al Sindaco, la procedura è molto snella e prevede che i coniugi si rechino previo appuntamento dinanzi all’Ufficiale dello Stato Civile del Comune competente (quello di residenza di uno dei coniugi oppure il Comune dove è stato celebrato o trascritto il matrimonio) dichiarando la volontà di separarsi, divorziare o semplicemente modificare le condizioni di una separazione o di un divorzio. Trascorsi trenta giorni dalla prima dichiarazione di volontà, le parti dovranno ricomparire per la conferma dell’accordo. L’assistenza del legale è facoltativa.  


Tale modalità semplificata è però possibile solo quando non vi siano figli minori, maggiorenni ma non economicamente indipendenti o portatori di handicap grave ed a condizione che l’accordo non preveda patti di trasferimenti patrimoniali.
  La legge del 10 novembre 2014 n. 162 cambia pertanto il luogo dove la fine del matrimonio viene decisa e tale delocalizzazione fuori dalle aule dei tribunali servirà ad alleggerire i noti ritardi della giustizia italiana. A volte, però, la forma è sostanza. E portare fuori dai tribunali le separazioni consensuali e i divorzi congiunti potrebbe contribuire anche ad abbassare il livello del conflitto e della rabbia. 

 

Stiamo parlando di “divorzio facile” e non di “divorzio breve”. Quest’ultima modifica  che era ad un passo dall’approvazione ha visto un brusco dietrofront del Parlamento che probabilmente, pentito, l’ha nuovamente ripresentata nelle forme di disegno di legge. Una volta approvata ridurrà il termine attualmente previsto in 3 anni per ottenere il divorzio.

 

Avv. Edoardo Rossi
Presidente Associazione Avvocati Matrimonialisti Piemonte

Destinazione Cerere, i segreti del pianeta nano

ROSETTA1

L’evento avrà inizio alle 21 con lo spettacolo live nel Planetario digitale dedicato a Cerere e alla missione Dawn

 

La sonda Dawn svela i segreti del pianeta nano Cerere, venerdì 13 marzo, con l’esperto dell’Agenzia Spaziale Italiana, dott. Frigeri. La missione Dawn è stata selezionata dalla NASA il 21 dicembre 2001 nell’ambito del Programma Discovery, con l’obiettivo di osservare i corpi celesti Vesta e Cerere. Dopo il lancio avvenuto il 27 settembre 2007, la sonda ha effettuato una manovra di gravity assist con Marte nel febbraio 2009 per dirigersi verso Vesta e raggiungerla nell’agosto 2011. In seguito alla manovra di inserzione nella sua orbita, la sonda ha studiato Vesta fino al maggio 2012 per poi dirigersi alla volta di Cerere. Cerere è il corpo celeste più massiccio della fascia principale del Sistema Solare: fu il primo ad essere scoperto (il 1º gennaio 1801 da Giuseppe Piazzi) e per mezzo secolo è stato considerato l’ottavo pianeta. Dal 2006 è l’unico oggetto del Sistema Solare interno ad essere considerato un pianeta nano, come Plutone, Makemake, Haumea ed Eris. Il suo diametro è di circa 950 km e la sua massa è pari al 32% di quella dell’intera fascia principale degli asteroidi. L’ingresso nell’orbita del pianeta è previsto per il 6 marzo 2015, e si tratta della prima volta in cui una sonda ha raggiunto due obiettivi: Dawn ha già fatto visita a Vesta, esplorandolo per 14 mesi tra il 2011 e il 2012. L’evento avrà inizio alle 21 con lo spettacolo live nel Planetario digitale dedicato a Cerere e alla missione Dawn. Info: Info: www.planetarioditorino.it/infinito/giornata-dei-planetari/

 

(www.regione.piemonte.it)

A dieci anni di distanza torna al Regio la più buffa delle opere rossiniane, "Il Turco in Italia"

regio

Daniele Rustioni dirige un cast di fuori classe del belcanto e il regista Christopher Alden, per la prima volta in Italia, firma un brillante allestimento

 

Il Turco in Italia, partitura rossiniana tra le più comiche e moderne, torna al teatro Regio di Torino da giovedì 12 marzo, alle 20, a dieci anni di distanza dalla sua ultima rappresentazione, nella nuova regia di Christopher Alden, al suo debutto italiano. Il maestro Daniele Rustioni dirige l’Orchestra e il Coro del Teatro Regio; il nuovo allestimento dell’opera è in coproduzione con il Festival d’Aix-en-Provence, l’Opéra de Dijon e il Teatr Wielki – Polish National Opera di Varsavia. A cantare un cast di tutta eccezione, ideale per restituire la vivace comicità rossiniana. Selim, l’illustre principe turco che sbarca in Italia, sarà Carlo Lepore, uno dei migliori bassi buffi italiani per qualità di voce, timbro e tecnica. Lepore, che debuttò al Regio proprio con il Turco, ha all’attivo una prestigiosa carriera internazionale, coronata nel 2012 con la trasmissione in mondovisione da Torino de La Cenerentola, per la regia di Carlo Verdone. Il soprano georgiano Nino Machaidze, al suo debutto al Regio di Torino, sarà Donna Fiorilla. Il baritono Paolo Bordogna, che al Regio ha dato grandi prove delle sue capacità liriche, sarà Don Geronio. Specialista nel repertorio comico rossiniano, Bordogna ha interpretato tutti e tre i ruoli baritonali del Turco, raggiungendo una profonda conoscenza del capolavoro comico di Rossini, che ha saputo far suo, deliziando così pubblico e critica internazionali. A interpretare il ruolo di Don Narciso sarà Il tenore Antonino Siragusa, riconosciuto oggi, per i suoi acuti facili e squillanti, come uno dei migliori tenori rossiniani. Il baritono Simone Del Savio, che ha già cantato al Regio nel Barbiere di Siviglia, Adriana Lecouvreur  e Lucia di Lammermoor, interpreterà Prosdocimo, probabilmente il personaggio più innovativo in tutto il teatro di Rossini. Del Savio, dotato di timbro solido e chiaro, riesce a caratterizzare le sue interpretazioni con fine gusto teatrale, una qualità essenziale nel vestire i panni di questo poeta librettista che, a Napoli, cerca ispirazione e spunti per un’opera buffa, partecipando allo sviluppo della vicenda in una sorta di mise en abyme, vale a dire di teatro nel teatro, fin quasi a dare allo spettatore la sensazione di assistere allo stesso atto creativo della commedia, che si dipana davanti ai suoi occhi.

 

Il Turco in Italia, su libretto di Felice Romani, fu rappresentato, senza grande entusiasmo da parte del pubblico, al teatro La Scala di Milano il 14 agosto 1814, soltanto l’anno successivo rispetto all’altra opera rossiniana, L’italiana in Algeri, di cui costituisce quasi il ribaltamento. Segue la moda delle turcherie di inizio Ottocento e prende l’avvio dallo sbarco, sulle coste napoletane, di Selim, avvenente ma anche buffo principe turco, che appena approdato, si innamora di Florilla, e incontra, poco dopo, una sua vecchia fiamma, Zaida. Conteso dalle due spasimanti, il principe si barcamena per salvare la situazione, che diventa molto ghiotta per Prosdocimo, poeta passato lì per caso, che, a corto di opere, decide di utilizzarla per farne un dramma buffo. Proprio questo personaggio rivela l’originale struttura drammaturgica dell’opera, tanto da far pensare, con un secolo d’anticipo, alle invenzioni di Pirandello. Nel secondo atto raggiungiamo una delle più esilaranti vette del teatro d’opera, sapientemente sottolineata dal brio della partitura rossiniana; a causa di vari travestimenti, compariranno in scena due Selim e due Fiorille, in un gioco di metateatro, che alla fine si risolverà nel migliore dei modi: Fiorilla si ricongiungerà al marito e Selim tornerà in Turchia con Zaida. Un piccolo epilogo chiude l’opera: Prosdocimo è lieto della conclusione del suo dramma e si augura che lo sia anche il pubblico. La vicinanza con il grande successo dell’Italiana ha, però, per molti anni nuociuto al Turco in Italia; per troppo tempo è stato considerato come un “fratello minore” dell’altro grande titolo rossiniano, anche se l’opera ha una sua particolarità che fa addirittura parlare i critici di “pirandellismo”. La riscoperta del Turco in Italia e il suo ritorno in repertorio risalgono al 1950, quando al Teatro Eliseo di Roma l’opera venne diretta da Gianandrea Gavazzeni, con scene e costumi di Mino Maccari, a cantare Maria Callas, Mariano Stabile e Sesto Bruscantini. Così scriveva Gianandrea Gavazzeni sul suo Diario: «Dramma buffo questo Turco in Italia che manifesta una cultura matura, una coscienza musicale e drammatica largamente europea. Vi si ascolti, infatti, qual voce prenda il particolare mozartismo di Rossini, com’esso assuma forma di passione e mescoli, con la superiore saggezza del genio creatore, elementi desunti da tradizioni operistiche diverse (Mozart e i Napoletani, ad esempio). La stessa posizione, di fronte a Mozart, che Stendhal avrà di fronte a Rossini. E insieme l’opera brulica di anticipazioni su ciò che verrà dopo, in Rossini ancora, e in Donizetti».

 

L’opera sarà presentata al pubblico dal musicologo Alberto Bosco, all’interno del ciclo Le conferenze del Regio, al Piccolo Regio Puccini mercoledì 11 marzo alle ore 17.30. L’ingresso è libero.

 

Mara Martellotta