LIFESTYLE- Pagina 373

La Ribollita (o il pasticcio politico)

Non c’è altro mezzo per andare al potere che gridando: Popolo, ti stanno ingannando!
(Louis Latzarus)

 

Il lavoro di 2 persone mantiene decine e decine di “parolieri”.

La Ribollita è un piatto tradizionale toscano, che deriva dalla tipica zuppa di pane raffermo e verdure. E’ un piatto povero di origine contadina, il cui nome deriva dal fatto che un tempo le contadine ne cucinavano una gran quantità (soprattutto il venerdì, essendo piatto magro) e quindi veniva “ribollito” in padella nei giorni successivi, da qui il nome di ribollita, perché la vera zuppa si riscalda due volte. Questo piatto torna negli ultimi anni prepotentemente in auge, non nei ristoranti dove sarebbe la sua vera collocazione, ma nei vari “rimpasti” politici. Si parla e si “sbraita” ma alla fine il piatto che si serve al popolo è sempre lo stesso: la ribollita e forse, proprio in quanto da tradizione povero, è li che si vuol far ritornare il popolo italiano…alla povertà!

Il governo ha per missione di far sì che i buoni cittadini siano tranquilli, e che quelli cattivi non lo siano affatto.
(Georges Clemenceau)

Ma come dire basta al piatto tradizionale, la ribollita appunto, oramai offerto ogni qual volta ci sono nuove elezioni?

I capi di governo sono fantastici. Spesso sembra che siano gli ultimi a sapere quello che la gente vuole.
(Aung San Suu Kyi)

Forse ricorrendo alle scienze occulte o all’astrologia?

Giulio II, noto come “il Papa guerriero” o “il Papa terribile“, venne eletto pontefice il 1 novembre del 1503 ma fece in modo di fissare il giorno e l’ora della sua consacrazione, che avvenne il 26 novembre del 1503, basandosi unicamente su calcoli astrologici. Questo nonostante la Chiesa avesse sempre condannato le scienze occulte come pura eresia.”  La storia insegna e la storia si ripete, dai Papi ad oggi, passando attraverso Re e Imperatori. Oggi le monarchie hanno lasciato il posto alle Repubbliche, alla democrazia ma il piatto è sempre povero e sempre lo stesso: la ribollita.

L’umanità non potrà mai vedere la fine dei suoi guai fino a quando gli amanti della saggezza non arriveranno a detenere il potere politico, ovvero i detentori del potere non diventeranno amanti della saggezza.
(Platone)

Le parole di Platone sono pura utopia così come gli ideali socialisti di Marx e dei suoi discepoli? Il piatto del popolo sarà sempre la ribollita? Renzi o Berlusconi, la Lega o il Movimento 5 Stelle, Grillo o Salvini, nomi e facce che si ripetono. Perché non cambiare, perché no allora una nuova ricetta al posto della solita ribollita… Qualcuno potrebbe fondare una “Giovine Italia”, un’organizzazione che segnò l’inizio di un cambiamento politico radicale in Italia ma forse Giuseppe Mazzini potrebbe rivoltarsi nella tomba se vedesse qualcuno che propone in continuazione la ribollita al posto di proporre un vero cambiamento.

 

I grandi successi del Governo sono come i fuochi d’artificio di giorno anche se fanno rumore, nessuno li vede.
(Corneliu Vadim Tudor)

Ma se speranza non c’è, l’unica via è quella di una …rivoluzione?

Inizialmente la parola rivoluzione venne usata nel campo astrologico/astronomico ad indicare il moto ciclico dei cieli e dei pianeti. Fu nel Settecento illuminista che il termine “rivoluzione” mutò significato. Esteso al campo politico, passò ad indicare non più una trasformazione ciclica, un perenne ritorno o ripetizione, ma un brusco cambiamento. Il concetto fu consacrato dalla Rivoluzione Francese. L’assalto alla Bastiglia da parte di un gruppo di facinorosi si verificò nella tarda mattinata del 14 Luglio 1779, ma la notizia giunse al re soltanto in nottata; fu il duca Francois La Rochefocauld Liancourt ad avvertire Luigi XVI e a ragguagliarlo su quanto era accaduto.

“E cosa sarebbe questa, una rivolta?” disse il monarca,

e Liancourt: “No Maestà, è una rivoluzione“.

Utilizzando una figura retorica potremmo forse arrivare a pensare che la ribollita sia un’affermazione vera per definizione, una sorta di tautologia logica e il suo ragionamento circolare ci induca a pensare che prima o dopo, rivoluzione o continua ipocrisia, la ribollita sia l’unica soluzione possibile

 

a cura di  Maurizio Platone

Ulteriori approfondimenti nel mio blog: www.astrologiadiplatone.com

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Damiano Carrara, il pasticcere-star a MondoJuve

Domenica 4 febbraio dalle ore 17:00 Mondojuve – lo Shopping Center situato tra i Comuni di Vinovo e Nichelino che ha dato il via allo sviluppo del maggiore Parco Commerciale del Piemonte – ospiterà Damiano Carrara, il pasticcere-star giudice delle trasmissioni Bake Off Italia Junior Bake Off Italia, che incontrerà i suoi fan e sarà a disposizione per firmare autografi a grandi e piccini. Damiano, classe 1985 originario di Lucca, raggiunge la fama nel 2012, quando si stabilisce in California e insieme al fratello Massimiliano, apre la pasticceria Carrara Pastries, che riscuote immediatamente un grandissimo successo. Dopo la partecipazione a svariati programmi televisivi statunitensi e la partecipazione a Bake Off Italia e Junior Bake Off Italia, dal 2 febbraio vestirà nuovamente i panni di giudice su Real Timecon il nuovo Cake Star: Pasticcerie in sfidaOltre ad incontrare il celebre pasticcere, i clienti di Mondojuve avranno anche la possibilità di usufruire di un’interessante promozione sulla Gift Card: la tessera che permette di effettuare acquisti presso i negozi del Centro con validità di 12 mesi e senza costi aggiuntivi, sarà acquistabile nel taglio da 50 Euro al prezzo di 35 Euro tutti i giovedì dall’8 Febbraio al 1 Marzo.  Per maggiori informazioni sull’iniziativa e su tutte le attività del centro è possibile consultare il sito ufficiale:www.mondojuve.it  o la pagina Facebook Mondojuve Shopping Center.

Il trucco c’è e si vede

Sono infinite le promesse miracolose che ci confondono quando dobbiamo comprare uno shampoo, una crema antirughe o una anticellulite. Pubblicità e strategie di marketing ci promettono meraviglie e finiamo per smarrirci tra dubbi e aspettative esagerate.

Ora possiamo orientarci meglio perché abbiamo una bussola in più: il libro ″Il trucco c’è e si vede″ (Chiarelettere) della biotecnologa e divulgatrice scientifica Beatrice Mautino che lo presenta al Circolo dei lettori di Torino (Via Bogino 9) lunedì 5 febbraio alle ore 18. L’autrice è un’autentica esperta: biotecnologa, giornalista e divulgatrice scientifica, cura anche la rubrica di successo“La ceretta di Occam” su “Le Scienze” dove…curiosità, le scrivono anche tantissimi uomini per chiedere consigli. Ci siamo fatte aiutare da lei per sfatare alcuni inganni, a partire dai falsi allarmi sui Parabeni: «Sono dei conservanti che impediscono ai cosmetici di essere invasi da batteri e muffe. Sono stati scoperti negli anni 20 e da allora li abbiamo usati senza problemi. E’ nel 2004 che un pool di scienziati inglesi ha lanciato l’allarme sostenendo che sarebbero cancerogeni perché rilevati nelle cellule tumorali di donne con cancro al seno. Negli anni sono stati fatti altri studi, quei dati sono stati messi alla prova e smentiti, i parabeni sono stati riabilitati, ma ormai il danno era fatto.

Oggi, anche se gli organismi regolatori europei e americani stabiliscono che sono sicuri, la diffidenza è rimasta e siamo circondati da prodotti “senza parabeni”, complice anche il marketing. Ma allora i prodotti paraben free deperiscono prima?

No perché non è possibile fare prodotti senza conservanti (con l’eccezione di prodotti particolarissimi, per esempio alcuni shampoo senza acqua); semplicemente si chiamano in un altro modo …

Come possiamo   difenderci dai falsi allarmismi?

Statisticamente la maggior parte sono infondati. Poi non siamo sole di fronte a cose che non possiamo controllare: c’è chi vigila ed è molto intransigente. Il sistema di sicurezza europeo che monitorizza i nostri cosmetici è il più severo al mondo ed ha una legislazione molto più rigida di quella americana. Enti e consigli scientifici rivedono periodicamente tutti gli studi e la letteratura scientifica, valutano regolarmente di volta in volta se ritirare prodotti dal mercato o autorizzarne di nuovi. Più che cercare in rete possiamo imparare a individuare una fonte attendibile, come un’associazione di consumatori, e la stessa Unione Europea fa circolare fogli informativi scritti in modo che tutti possano capire.

Cosa dobbiamo sapere invece dei prodotti cruelty free?

«Dal 2009 in Europa è severamente vietato fare esperimenti sugli animali per i cosmetici finiti e i loro ingredienti ed è anche vietato importare dall’estero prodotti testati su di loro. Quindi oggi tutti i prodotti cosmetici su suolo europeo sono rigorosamente cruelty free. Esistono ancora i bollini con i famosi coniglietti e non si capisce bene perché»

Dove finisce la cosmesi e inizia la farmaceutica?

«Sono due mondi separati con regolamentazioni completamente diverse. Per definizione legale un cosmetico non può essere curativo di malattie, ma non può nemmeno risolvere definitivamente problemi di rughe o cellulite. Mettiamoci l’animo in pace perché tutt’al più è un prodotto che migliora l’aspetto e serve a prendersi cura del proprio corpo. La sicurezza stabilita dagli organi di controllo è garantita e vale per tutti, che si compri al discount o in profumeria. Le creme vendute dal farmacista rispondono semplicemente a una scelta di posizionamento e di tipo commerciale diversa: sono rivolte al target specifico di chi preferisce acquistare lì i suoi prodotti. C’è poi la Cosmoceutica, ancora poco definita e fatta di prodotti cosmetici, inclusi principi attivi che viaggiano al confine tra i due mondi».

Il prezzo di un prodotto ne garantisce l’efficacia?

«Una crema da 10 euro non equivale a una da 200, ma il prezzo incide sul nostro cervello. Lo dimostra un esperimento fatto sulla percezione dei consumatori e che in medicina si chiama effetto placebo. A un gruppo di donne è stata fatta provare una crema del supermercato ma spacciata come costosissima e famosa…risultato? Hanno detto di aver ottenuto risultati superiori rispetto a quelli di creme più economiche. Insomma: se un prodotto costa molto, siamo portati ad attribuirgli caratteristiche migliori rispetto a uno di basso costo. Non tutti i prodotti sono uguali, ci sono quelli fatti bene e quelli fatti male e il punto è che il prezzo non è un indicatore della qualità. Piuttosto è definito da fattori come investimento, pubblicità, testimonial e packaging. Il consiglio è fate delle prove e poi acquistate il prodotto con cui vi siete trovate meglio».

Cosa è efficace contro la cellulite?

«Cominciamo col dire che non è una malattia come vogliono farci credere, ma una condizione fisiologica che assilla 9 donne su 10, spiacevole ma normale. Lo afferma uno studio scientifico uscito 40 anni fa che ha messo un punto fermo. Non essendo una patologia   non può essere curata e i prodotti anticellulite sono cosmetici e non farmaci (poi ci sono anche quelli ma è un’ altra storia). In realtà le creme funzionano indipendentemente da quello che contengono (caffeina o altro); determinante è massaggiarle bene per creare un po’ di ricircolo, ma è sempre e solo un miglioramento apparente e temporaneo. Le tecniche proposte dagli studi medici ed estetici fanno qualcosa in più, ma non è definitivo».

L’acqua micellare che va tanto di moda, fa meraviglie?

«Fa quello che promette: strucca, leva residui di grasso e sporco dalla pelle e ha un nome che richiama il mondo scientifico. Ma dal punto di vista chimico altro non è che acqua e sapone un po’ diluito; solo che detto così non affascina e venderebbe di meno. Il nome è una scelta di marketing vincente perché oggi tutti la vogliono: fa il suo dovere ed è onesta, non certo miracolosa».

Come orientarci nella scelta dello shampoo visto che in commercio ce n’è di tutti i tipi?

«La parola d’ordine è proteggere i capelli. In realtà molte diciture delle confezioni di shampoo (germe di grano, olio eccezionale direttamente dai paesi più esotici,ecc.) non ci dicono nulla di utile e quegli ingredienti finiscono nello scarico della doccia. Dobbiamo capire che tipo di capello abbiamo e sapere che è fondamentale usare uno shampoo che lavi bene con tensioattivi che eliminino lo sporco ma non aggressivi, se sono sottili magari ricorrere a un balsamo volumizzante. E via così».

Per difenderci dal sole quali Filtri solari dobbiamo scegliere?

«L’ideale sarebbe stare al sole meno possibile, fa male non solo a chi ha la carnagione chiara e può causare tumori. Ma, senza arrivare a tanto, ci basti ricordare che favorisce la comparsa delle rughe perché danneggia l’impalcatura dell’epidermide. Dato che evitarlo del tutto non è proprio possibile e neanche lo vorremmo, allora armiamoci di una protezione solare adatta al nostro fototipo: pelle diafana 50, olivastra 30. Al di sotto è comunque sconsigliato andare perché le protezioni solari filtrano solo una parte dei raggi nemici: e non è che la 30 valga quasi metà della 50, bensì molto meno. Poi una cosa che non facciamo mai è metterla in proporzione adeguata: una persona alta tra 1 metro e 60, 1,70, dovrebbe spalmarne 30 grammi su tutto il corpo: equivalgono a circa un sesto del flacone che è tantissimo».

La battaglia contro i peli?

«La depilazione che si fa con il rasoio o la crema depilatoria toglie solo la parte esterna e non intacca il bulbo; invece l’epilazione con la ceretta toglie anche quello. Quindi, ceretta vince su rasoio, dura di più e agisce maggiormente in profondità. L’evoluzione di queste tecniche sono la depilazione laser e la luce pulsata, che funzionano anche bene e permettono l’eliminazione del nemico per tempi più lunghi, addirittura anni… ma non li debellano in modo definitivo».

 

Laura Goria

 

 

Il Real Carnevale fa 40

A VENARIA INVESTITURA DEI PERSONAGGI STORICI E DOMENICA 11 FEBBRAIO: GRANDE PARATA CARNEVALESCA

Sono da poco finiti i festeggiamenti del Natale a Venaria Reale che prende il via la 40^ edizione del Real Carnevale.  L’inizio della kermesse carnevalesca è il prossimo 3 febbraio, con l’investitura ufficiale dei due personaggi storici, “Il Lucio d’la Venaria e la Castellana” e la consegna delle chiavi della Città da parte delle autorità istituzionali, alle ore 11 presso la sala consigliare del Comune.  Torna il Trenino del Carnevale, con partenza da piazza della Repubblica per un giro nel parco de La Mandria. Iniziativa che si protrae anche nei sabati e domeniche successive fino al 25 febbraio, alle ore 11,00 – 14,00 – 15.30. Gratuito per i bimbi vestiti in maschera accompagnati da nonni, zii, genitori e tanti piccoli amici, da Venaria Reale al Parco La Mandria, con tappa alle scuderie della Cascina Vittoria, durata 1 ora. Rientro in piazza della Repubblica. Costo biglietto per adulti e over 15: € 6,00 (€ 5,00 per i possessori di Piemonte Card e Carta Musei). Domenica 11 febbraio, ritrovo in piazza De Gasperi dove alle ore 14,00 partirà la Grande Parata Carnevalesca. Sarà formata da cittadini venariesi e non, dalle associazioni, dagli oratori e dalle scuole della Città.  La sfilata si snoderà lungo viale Buridani, piazza Vittorio Veneto, via Mensa, piazza Annunziata. La parata in maschera sarà accompagnata dal venariese corpo Musicale Giuseppe Verdi e dagli Alfieri Sbandieratori e Musici di Venaria Reale. Altre associazioni venariesi saranno partecipi all’evento: Vespa e Moto club, Famija Turinèisa gruppo Città di Torino e Venaria Reale, la Crisalide di Ieri e di Oggi. Un programma semplice che mette al centro la voglia di divertirsi e passare insieme una giornata scherzosa, una giornata dedicata al sorriso dei bambini, dove la partecipazione dei cittadini, delle scuole e delle associazioni è la vera festa. Molte le iniziative correlate: dalla distribuzione dei palloncini a cura dell’Avis ai Laboratori di Carnevale dell’Unitre, al trucca bimbi con “I tre…mendi” e i ritratti e le caricature a cura dell’Accademia Pictor, alla Grande Polentata (ore 12,30 in piazza Martiri della Libertà – contributo di 7 € – polenta con spezzatino e salsiccia 1 bicchiere di vino o bottiglietta di acqua) a cura della Pro Loco Altessano-Venaria Reale. Grande festa finale, alle ore 17,00 in piazza Annunziata, con distribuzione di bugie e cioccolata calda per tutti a cura del Comitato per il Carnevale.

Automotoretrò, la grande festa dei motori d’epoca

Dalla Land Rover Series 1 alla leggendaria Lancia Rally 037, da Marco Lucchinelli e Miki Biasion alla mitica Citroën 2CV

Velocità, drifting e auto esagerate: tra evoluzioni  in pista e bolidi da corsa, all’Oval Automotoracing svela la sua anima rock

 

 Dopo il grande successo dell’edizione 2017 che ha coinvolto oltre 65.000 visitatori, torna a Torino Automotoretrò, la fiera dedicata al motorismo storico organizzata da Bea srl dall’1 al 4 febbraio 2018 presso il Lingotto Fiere di via Nizza 294. La 36a edizione si arricchisce di un giorno in più e sarà accompagnata per il nono anno consecutivo dalla kermesse Automotoracing, la rassegna ospitata all’Oval e dedicata al mondo delle corse e delle alte prestazioni.  Largo spazio ai nomi storici dell’automobilismo e del motociclismo internazionali nei tre padiglioni di Automotoretrò, dove è possibile immergersi in un’esperienza unica: non mancheranno le tradizionali aree riservate al modellismo e ai settori ricambi e accessori, all’editoria specializzata e al vastissimo settore dell’automobilia, che raggruppa quel mondo di oggetti di ogni genere che ruota intorno al collezionismo automotoristico.


«Forti del successo degli ultimi anni, l’obiettivo per l’edizione 2018 è quello di raggiungere e superare quota 70.000 visitatori – spiega Beppe Gianoglio, che da più di tre decadi organizza la rassegna Automotoretrò -. Grazie all’ampia varietà delle iniziative in programma proponiamo un vero e proprio viaggio nel mondo dei motori a 360 gradi e dando la possibilità ad appassionati provenienti dall’Italia e da tutto il mondo di acquistare veri e propri gioielli a due e quattro ruote e di trovare il ricambio mancante o il modellino che completa la collezione, ma anche provare dal vivo lʼadrenalina delle gare in pista».
Ad accogliere i visitatori all’ingresso del Padiglione centrale sarà la leggendaria Lancia Rally 037, la sportiva erede della gloriosa Stratos e antesignana della imbattibile Delta Integrale, che ha tutt’ora il primato di essere l’ultima due ruote motrici campione del mondo nel 1983, protagonista della scena iridata fino al 1986 con i fuoriclasse Walter Rohrl, Markku Alen, Attilio Bettega ed Henri Toivonen. L’esposizione di Automotoretrò sarà composta da quattro esemplari: uno in versione stradale, due in allestimento da corsa con la livrea Martini Racing e Totip Jolly Club e uno che rappresenta l’evoluzione più moderna, progettato da un team di studenti del Politecnico di Torino e dotato di trazione integrale ibrida in un perfetto connubio di storicità e innovazione tecnologica. La mostra tematica sarà anche il palcoscenico per la presentazione del libro Lancia Rally: nome in codice 037, scritto a quattro mani dall’ingegner Sergio Limone – progettista della vettura – e dal giornalista Luca Gastaldi, che insieme al pilota Miki Biasion racconteranno tra immagini inedite e testimonianze dirette la genesi e lo sviluppo tecnico del modello.


Il 2018 segna l’anniversario dei primi 70 anni di due nomi che hanno fatto la Storia dell’automobilismo: l’originale e indimenticata Citroën 2CV, prodotta in diverse generazioni e innumerevoli declinazioni e colori, e il marchio Land Rover, dal 1948 sinonimo di avventura e versatilità su tutti i tipi di terreno. Una mostra tematica celebrerà l’icona di stile francese disegnata dal varesino Flamino Bertoni, uno dei più innovativi car designer di sempre e creatore anche delle Traction Avant e DS, i cui disegni saranno messi all’asta da Catawiki nei giorni della fiera. Anche il Registro Storico Italiano Land Rover – che festeggia i 10 anni dalla fondazione – allestirà nel proprio stand una selezione di modelli d’antan del fuoristrada inglese che ha visitato ogni angolo del globo nelle sue versioni Serie I, II e III, Classic e Defender. Tra questi, saranno esposte anche la Series “One” HUE222, numero di telaio 861194, una delle prime 1.500 vetture nate ancor prima che la produzione venisse industrializzata, integralmente restaurata dopo quattro anni di ricerche e dedizione, e la Oxford SNX891 ritrovata sull’isola di Sant’Elena a sessant’anni dal raid Oxford and Cambridge Far Eastern Expedition Londra-Singapore del 1955/’56. Sabato 3 febbraio alle ore 14, presso lo stand ASI, si parlerà di Land Rover come “world car” – assemblata, costruita, aggiornata in tutto il mondo nei trent’anni d’oro della marca – insieme al Presidente del Registro Storico Pierluigi Ducci, il giornalista Giosuè Boetto Cohen e Claudio Lencioni, commissario tecnico del Registro Storico veicoli militari. Anche la gloriosa scuderia torinese Racing Club 19, che fu di Ascari, Farina, Abate, Gino e Piero Valenzano, Munaron, Ada Pace, Brandoli, Ammendola e Taramazzo solo per citarne alcuni, festeggerà ad Automotoretrò i 70 anni di attività. Dopo il debutto nella scorsa edizione, anche FCA Heritage conferma la propria presenza all’appuntamento retrò torinese: nello spettacolare stand che riproduce un garage anni Cinquanta, il pubblico potrà ammirare un’Alfa Romeo Spider, una Spidereuropa Pininfarina, una Lancia Fulvia Coupé Montecarlo, un’Abarth 850 TC e due modelli di attuale produzione: la raffinata Abarth 695 Rivale e l’affascinante Fiat 124 Spider.

Grazie alla realtà aumentata sarà poi possibile esplorare da vicino ogni dettaglio in 3D delle più belle auto vintage e da corsa, scorrere tutte le statistiche e i dati tecnici, rivivere da bordo pista le gare più emozionanti del passato, ascoltando le interviste a piloti e designer: ad Automotoretrò sarà presentato in anteprima il museo virtuale 101 Cars, che unisce la storia e l’amore per le quattro ruote alle più avanzate tecnologie volte al mantenimento di questa cultura e memoria. Protagonista della versione demo sarà la mitica Subaru Impreza WRC guidata da Piero Liatti nel Campionato del Mondo 1997, mentre in stand si potranno ammirare dal vivo – insieme ai piloti che le hanno rese celebri – la Lancia Beta Montecarlo Turbo su cui Alex Caffi vinse la 24 Ore di Le Mans e la Suzuki GSX-R 1000 con la livrea che replica fedelmente quella della moto di Marco Lucchinelli iridato nel 1981.

 

Tra café racer e scrambler, moto da enduro e da corsa, anche gli amanti delle due ruote avranno modo di  apprezzare i modelli più interessanti di alcune delle più storiche case motociclistiche nazionali ed internazionali – Ducati, Lambretta, Moto Guzzi, Maico e Royal Enfield – e i gioielli della Scuderia PMS che hanno disputato il Campionato Europeo “Classiche” classificandosi al secondo posto. Ampio spazio poi all’area tematica dedicata ai cinquantini, da città, sportivi e da cross, con pezzi unici e versioni originali degli Anni Sessanta e Settanta di storici marchi come Itom, Malanca e Testi, tra i quali anche un Demm del 1962 da gran premio con motore bi-albero a 12 marce.

 

Ampio spazio sarà riservato alla compravendita di automobili nel Padiglione 1, interamente dedicato ai professionisti del settore che porteranno in fiera i loro gioielli più pregiati, mentre il settore centrale vedrà la partecipazione dei numerosi club storici: Scuderia Jaguar Storiche, 2 CV, Veteran Car Club Torino, Veteran Car Club Bordino, Topolino Autoclub Italia, Fiat 500 Club Italia, Associazione Registro Storico Autobianchi, Registro Storico Italiano Land Rover, Club Nazionale Fiat Barchetta e molti altri. E ancora gli stand dedicati a modellini, libri, poster e accessori rari si uniranno al settore ricambinel Padiglione 3, per l’occasione ampliato con una tensostruttura di oltre 1.000 metri quadri, andando a formare un’unica grande mostra-scambio.  

 

Dalle fuoriserie costruite appositamente per affrontare le gare in pista o nei rally alle vetture modificate  per incrementarne le prestazioni o per migliorarne estetica e funzionalità, la velocità e il mondo delle alte prestazioni sono protagonisti ad Automotoracing all’Oval Lingotto. Punto di riferimento in Italia per tutti gli appassionati di customizzazione, tuning e racing, coinvolgerà ancora una volta i marchi più importanti del settore e decine di piloti.
«La partecipazione ogni anno più intensa – racconta Alberto Gianoglio, organizzatore di Automotoracing – è la prova tangibile non solo che questo settore abbraccia un pubblico sempre maggiore ed eterogeneo, ma che la nostra fiera sta diventando, edizione dopo edizione, un appuntamento unico e coinvolgente, soprattutto per i giovani che vogliono avvicinarsi a questo mondo ricco di passione».


Tra le tante novità che attendono il pubblico, vi è il completo rinnovamento dell’allestimento della pista, più ampia e accessibile: l’area Bardahl, sponsor ufficiale dello spazio esterno, ospiterà oltre 1.000 metri di tracciato tra chicane, curve a gomito e rettilinei che vedranno i numerosi piloti pronti a sfidarsi in varie specialità, dal drifting alle derapate controllate, dalle esibizioni rally alle evoluzioni di moto enduro fino alle biciclette elettriche, nuovo trend degli appassionati delle due ruote. Tra i tanti campioni al volante, Graziano Rossi – padre del nove volte campione del mondo Valentino Rossi – si esibirà con il Daba Team in una prova di drifting con scenografiche sbandate controllate alla guida di una potente Nissan 350Z, mentre i rallysti Alessandro Perico del team PA Racing e Simone Campedelli, vice campione italiano rally, del Team BRC scenderanno in pista rispettivamente a bordo di una Škoda Fabia R5 e di una Hyundai R5. Sabato e domenica, il telecronista Giovanni Di Pillo – voce dei Mondiali SBK e SuperSport per Eurosport e Virgin Radio – commenterà le esibizioni in pista.
Tra i numerosi stand, pronti a mostrare al pubblico tutte le ultime novità nel mondo delle due e quattro ruote, largo spazio ai marchi ufficiali: MAK e OZ Racing, specializzati nella produzione di cerchi in lega per automobili, Formula 1 e rally; Andreani Group, esperti in sospensioni, anche per moto e mountain bike; Ragazzon, leader nella fabbricazione di marmitte sportive di classe elevata; Sparco, specializzata nella produzione e distribuzione di componenti automobilistici, accessori e abbigliamento tecnico per il motorsport, così come P1 e HRX.
Esagerate, potenziate, colorate, abbassate: la creatività è senza limiti tra gli stand di Expo Tuning Torino, la vetrina delle novità stilistiche e delle elaborazioni sportive ed estetiche: durante i quattro giorni di fiera saranno presentate oltre 300 vetture selezionate e divise per stili e caratteristiche – dalle JDM giapponesi alle classiche German Style, dai marchi spagnoli alle auto personalizzate appositamente per Automotoracing – frutto del lavoro e del know how di professionisti e amatori che hanno dato vita a veri e propri piccoli capolavori di artigianato. Così come la Ohche, prototipo di berlinetta da corsa a due posti, trazione posteriore e 210 CV, interamente progettata, disegnata a grandezza reale sulla parete del suo garage-officina e realizzata a mano da Beppe Viola in tre anni di lavoro giorno e notte.
E per chi sogna di correre in pista ad oltre 200km/h oppure di librarsi in cielo su un jet MB-339PAN per vivere le stesse emozioni del solista delle Frecce Tricolori, ci sarà la possibilità di provare l’ebbrezza della velocità con i simulatori di guidamessi a disposizione da SurrealCar e dall’Aeronautica militare. L’Arma Azzurra esporrà nel proprio stand anche due icone storiche – una Motocicletta Motoguzzi Nevada 350cc NT del 1996 e una Motocicletta RAID MW 250 Augusta del 1961, entrambe con targa originale – oltre al cockpit (cabina di pilotaggio) dello Starfighter F104 messo a disposizione dal 1° Reparto Manutenzione Velivoli di Cameri. Come ogni anno la Polizia di Stato sarà presente in fiera con un focus sull’educazione alla sicurezza stradale rivolto in particolare ai più giovani, mentre le scuderie – WRT, Publimotor, Mitiche ’80/’90, LPS, FR New Motor, PA Racing, BRC, Ravinale Motorsport e Team D’ambra – sono pronte a schierare le proprie fuoriserie e i propri preparatori.
Non mancheranno poi Renault, che presenterà i Campionati di Rally 2018, e BiAuto Club che insieme a Land Rover Experience allestirà ostacoli, ponti ed enormi dossi artificiali per simulare la guida fuoristrada insieme agli istruttori su alcuni dei recenti modelli della casa automobilistica britannica (Range Rover Sport, Discovery 5 e Discovery Sport). Da giovedì a domenica il pubblico avrà anche l’occasione di ammirare la BMW M4 – una delle sportive più competitive della casa automobilistica tedesca – e la MINI John Cooper Works e di provare su strada la MINI Countryman S E All4 ibrida, la BMW i3 elettrica e i nuovi modelli Subaru, DR, Mitsubishi e Lotus.

 

Nell’arco dei quattro giorni di fiera si alterneranno, infine, moltissime premiazioni dei vincitori dei Campionati Rally Renault, del Trofeo Nord Ovest A.S.I. di regolarità per auto storiche 2017 e della Coppa Ruote Dinamiche Alto Piemonte e Alpi Marittime.

Bere il territorio, vino e letteratura

L’Associazione Go Wine propone a Torino l’ormai tradizionale evento dedicato al Concorso Letterario Nazionale “Bere il Territorio” e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere l’iniziativa un punto di riferimento per i giovani appassionati al mondo del vino e della scrittura

Programma: Ore 17.00: Apertura della serata con il banco d’assaggio riservato a professionisti del settore e giornalisti Ore 18.30: Incontro con Luigi Moio e Gianni Mura, intervistati da Bruno Quaranta (La Stampa-Tuttolibri) e Massimo Corrado, consegna del premio speciale “Vino d’Autore”
Ore 19.15 – 22.00: Banco d’assaggio e degustazione

L’Associazione Go Wine propone a Torino l’ormai tradizionale evento dedicato al Concorso Letterario Nazionale “Bere il Territorio” e a tutti coloro che hanno contribuito a rendere l’iniziativa un punto di riferimento per i giovani appassionati al mondo del vino e della scrittura.
Durante la serata verrà consegnato il premio speciale “Vino d’Autore” al professore Luigi Moio e al giornalista Gianni Mura, vincitori di questa edizione: alle ore 18.30 saranno intervistati dal giornalista Bruno Quaranta, del quotidiano La Stampa-Tuttolibri e da Massimo Corrado, presidente dell’associazione Go Wine.
A seguire, un interessante banco d’assaggio durante il quale sarà possibile degustare la selezione dei vini delle aziende italiane che compongono il comitato sostenitore del concorso e di quelle che sostengono il progetto culturale durante lo specifico evento di Torino.

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Al banco d’assaggio aziende e vini di: 
Bolmida Silvano – Monforte d’Alba (Cn); Cà del Bric – Montaldo Bormida (Al);
Ca ed Curen 
– Mango (Cn); Cantina Sociale di Castagnole Monferrato (At);
Cantine del Notaio 
– Rionero in Vulture (Pz); Caggiano Antonio – Taurasi (Av); 
Cascina Gentile 
– Capriata d’Orba (Al); Marisa Cuomo – Furore (Sa), 
Filippa Clario & Figli 
– Castiglione Tinella (Cn); 
Lano Gianluigi 
– Alba (Cn); Le Strie – Teglio (So); 
Orsolani –
 San Giorgio Canavese (To); Radicirpine – Partenopoli (Av); 
Ricchi F.lli Stefanoni 
– Monzambano (Mn); Torre Varano – Torrecuso (Bn); 
Vigneti Valle Roncati 
– Briona (No).
ed inoltre.. selezione di vini delle Regioni:  Toscana, Veneto e Friuli Venezia Giulia.

Conclude la degustazione: Antica Distilleria Sibona – Piobesi d’Alba (Cn).

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GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO 2018
Torino – Starhotels Majestic **** – Corso Vittorio Emanuele, 54

“BERE IL TERRITORIO”
Serata di presentazione e degustazione

Consegna del Premio Speciale “Vino d’Autore” a
Luigi Moio e Gianni Mura 

Il costo della degustazione è di € 18,00 (€ 12,00 Soci Go Wine – € 15,00 altre associazioni di settore). L’ingresso sarà gratuito per coloro che decideranno di associarsi a Go Wine direttamente al banco accredito della serata (benefit non valido per i soci familiari). L’iscrizione sarà valevole fino al 31 dicembre 2018.

ATTENZIONE: 
Per una migliore accoglienza è consigliabile confermare la presenza alla serata all’Associazione Go Wine, telefonando al n° 0173/364631 oppure inviando un’e-mail a stampa.eventi@gowinet.it entro le ore 12.00 di giovedì 1 febbraio p.v.

Il periplo del lago d’Orta

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Il lago d’Orta, o Cusio, è davvero particolare. Un po’ strano, dolce e malinconico ma – quando è il caso – orgoglioso e aspro come l’uva che  orna le toppie di Nonio e Pettenasco. “Di origine vallivo-glaciale” , come dicono gli esperti,  si alimenta con le acque dei torrenti Pescone, Fiumetta, Qualba, Pellino, Plesna e Lagna. Gli altri non sono poi gran cosa, come il Rial Camin, anche se – quando s’arrabbiano – nelle notti d’ira e di tempesta, possono far danno e versar lacrime. Le acque, irridendo la logica e il principio di gravità, defluiscono a nord,  attraversando Omegna nella Nigoglia per poi, in sequenza, transitare nella Strona e nella Toce e, alla fine di un viaggio nemmeno tanto lungo, trovar sfogo nel più largo e profondo lago Maggiore.

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Infatti, il Cusio, è un lago piuttosto raccolto: non piccolo ma nemmeno invadente. Si trova mediamente a 290 metri sul livello del mare , ha una profondità massima di 143 metri nelle acque di fronte a Oira e misura 13 chilometri e mezzo di lunghezza e poco meno di uno e mezzo in larghezza. Questo suo fatto d’essere orientato in senso contrario al verso dei maggiori laghi italiani che si raccolgono ai piedi delle Alpi, con la testata a sud e lo sbocco a nord, lo pone in sintonia con chi ne abita le sponde ( o forse è lui stesso a influenzare i cusiani? Chi può dirlo..). Testardo e caparbio, pronto all’abbraccio e alle tenerezze di un innamorato, a volte s’adira fino al punto di diventare livido e scuro. Comunque, dite pure quello che vi pare: a chi vive sulle sue sponde piace così. Il suo bordo meridionale, dalle parti di Gozzano,  benché eretto solo poche decine di metri sopra la superficie del lago, è comunque in grado di proteggerlo dai negativi influssi del clima della pianura,  garantendo – soprattutto d’estate – quel refrigerio dall’afa padana che gli abitanti della bassa novarese, da Borgomanero in giù, possono vedere solo con il binocolo. Non a caso, quando la canicola estiva morde le risaie, sulla statale del lago d’Orta è un via vai di auto da far invidia a quei posti dove  improvvisamente appaiono, piangendo, madonne e santi sui muri. La sponda sud, si diceva, è situata nel territorio di Gozzano che, tra l’altro, ha un bel lido che molti nemmeno conoscono, e forse il bello sta anche in questo. Spostandoci verso nord , seguendo la serpentina di curve della “statale 229” ( ora regionale, con lo stesso numero) che sale e scende, costeggiando a sinistra  il lago e a destra ville e parchi, si passa da Imolo per raggiungere il bivio di Orta: a sinistra si va in paese, a destra si sale verso la frazione alta di Legro ( il paese dipinto, con le case che offrono alla vista i loro muri dove sono raffigurate scene da film famosi)  e, ancora più su, a Miasino, Ameno, Armeno , fino alla vetta del Mottarone.

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Proseguendo dritti  sulla statale si arriva a Pettenasco e alla Punta di Crabbia . L’altra sponda , quando cala la sera, si presenta piuttosto buia mentre di giorno i paesi della riva occidentale s’intravvedono l’uno sopra l’altro:  Pella, Ronco e Oira giù, a pelo dell’acqua; Alzo, sovrastata da Boleto e dalla rupe di granito bianco sulla quale sorge il santuario della Madonna del Sasso, e poi Cesara e Nonio a mezza montagna, con i campanili che svettano in lontananza sopra il verde dei boschi. Da Crabbia in poi la dolcezza del lago finisce  e il bel sorriso del Cusio, quello largo e aperto,  si piega in una smorfia. Le due sponde si guardano un po’ in cagnesco,strette fra ripide montagne: il Camisino e il monte delle Quarne ad ovest e il Mottarone ad est. Il lago sembra assottigliarsi , trasformandosi in un cuneo acuto che si conficca nel cuore di Omegna, infrangendosi contro i “pastori”, la saracinesche di largo Cobianchi che ne regolano il livello, governandone gli umori delle acque. Da Omegna si può proseguire il viaggio salendo da via Comoli fino all’incrocio “delle tre strade” e da lì imboccare il tracciato che percorre la sponda occidentale del lago, fiancheggiando il Montezuoli, attraversando Brolo, il paese dei gatti, e Nonio. La strada, imboccando una valle stretta e verde dove non si percepisce la presenza del lago ( a meno che, nel bel mezzo dell’abitato noniese,  non si scelga di svoltare e scendere a picco verso Oira, fino a lambirne le sponde)  porta a Cesara.

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Volendo si può salire, a sinistra,  verso le frazioni di Grassona e Egro, dove c’è un maestoso belvedere che schiude allo sguardo la prospettiva lacustre. Proseguendo diritti sulla strada, senza deviare verso Arola e la Colma, ci si riavvicina all’acqua del Cusio. Varrebbe la pena dello sforzo una rapida deviazione sulla dolce asperità del Monte San Giulio, godendosi il panorama, prima di incontrare Ventraggia e Alzo che, con Pella ( bella quasi come Orta, sul lago) e i “paesi di mezzo” come Artò, Centonara e Boleto ( che, insieme, appartengono alla municipalità di Madonna del Sasso) sono le terre degli scalpellini. Un po’ come Mergozzo – sull’omonimo lago – e Baveno, sul lago Maggiore, con le cave di granito. A lago c’è Ronco, gioiello di pietra. Da lì a San Maurizio d’Opaglio, con le sue industrie e le sue botteghe artigiane dove si  producono i rubinetti, il passo è breve e lo è ancor più da lì fino a Gozzano, tornando al punto di partenza di questo periplo attorno al lago.

Marco Travaglini

La camminata della Merla

Domenica 28 si è svolta la seconda edizione della Camminata della Merla sul territorio di Brusasco e come nell’edizione precedente la tradizione è stata rispettata, anche se non era particolarmente freddo il maltempo sotto forma di nebbia si è presentato puntuale a ricordarci che siamo in pieno inverno. Ma nonostante la scarsa visibilità i camminatori non si sono fatti prendere dalla pigrizia ma sono accorsi numerosi sulle colline del Monferrato. Oltre un centinaio infatti si sono regolarmente presentati alla partenza dell’escursione, accolti tra l’altro dal Vicesindaco Beppe Valesio che ha portato il benvenuto dell’Amministrazione Comunale. Alle 14 gli escursionisti sono quindi partiti dirigendosi verso la frazione di Marcorengo dove alcuni tenui raggi di sole attendevano il gruppo, insieme al Vicesindaco ed al Vicepresidente della Proloco Sig. Cavalitto che con la consueta simpatia e precisione ha relazionato sulle origini e le leggende della frazione che in passato era Comune indipendente. A seguire una visita alla bella Chiesa di San Pietro. Si riprendeva quindi il cammino per scendere verso Borgo Garibaldi ed entrare infine all’interno del Castello di Brusasco e visitare il suo splendido parco tra i resti del castello medioevale. La tenacia dei partecipanti è poi stata ripagata da un caldo e dolce ristoro all’interno dell’Agriturismo del Luogo molto apprezzata visto la giornata fredda e umida. La pausa è stata occasione anche per premiare le due giovani partecipanti che erano riuscite a trovare la “Merla” lungo il percorso. Riprese le forze il gruppo rientrava verso il punto di partenza attraversando ancora lo splendido parco del Castello, e dopo i saluti finali tutti hanno fatto ritorno a casa appagati dall’esperienza tra le colline. Il prossimo appuntamento è previsto per domenica 11 febbraio in quel di Coniolo (AL) per il Trekking di San Valentino.

Crème caramel zenzero e limone

creme caramel

Compatto, dalla giusta consistenza, lucido e setoso con il caratteristico strato di caramello piacevolmente agrumato

Latte, uova, zucchero, vaniglia, limone e un tocco di..zenzero. Questi i pochi ingredienti alla base di un semplice ma divino dolce al cucchiaio. Compatto, dalla giusta consistenza, lucido e setoso con il caratteristico strato di caramello piacevolmente agrumato, insolitamente profumato.

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Ingredienti per 6/8 stampini

 

500ml di latte fresco intero

4 uova intere

100gr.di zucchero piu’ 4 cucchiai

½ stecca di vaniglia

1 cucchiaio di zenzero fresco grattugiato

1 cucchiaio di scorza di limone grattugiata

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Portare quasi ad ebollizione il latte con la bacca di vaniglia (incisa) e la scorza di limone grattugiata. Togliere dal fuoco, lasciare intiepidire e filtrare. In un recipiente sbattere leggermente le uova con 100gr. di zucchero e versare a filo il latte tiepido. Preparare il caramello con 4 cucchiai di zucchero, poca acqua e lo zenzero. Versare subito il caramello negli stampini, coprire con il composto di latte e cuocere a fuoco bassissimo a bagnomaria per circa 45 minuti. Lasciar raffreddare. Servire freddo.

 

Paperita Patty

 

Dolci rose di sfoglia

Un dessert alle mele delicato e profumato, perfetto anche quando si ha poco tempo, facilissimo, economico e decisamente scenografico. Una base di pasta sfoglia arrotolata farcita con semplici fettine di mele e marmellata. Deliziose.

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Ingredienti

1 Rotolo di pasta sfoglia fresca rettangolare

2 mele

2 cucchiai di marmellata di albicocche o pesche

Burro, zucchero, limone q.b.

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Sbucciare le mele, privarle del torsolo e affettarle sottilmente. Passarle in padella per pochi minuti con una noce di burro, poco succo di limone e un cucchiaio di zucchero. Lasciar raffreddare. Stendere la pasta sfoglia, tagliarla a strisce di circa 5 cm. di larghezza. Spennellare le strisce con la marmellata leggermente diluita con un cucchiaino di acqua e disporre le fettine di mele sovrapposte facendole sbordare leggermente dalla pasta. Comporre la rosa arrotolando la striscia di sfoglia su se stessa. Sistemare le rose in una teglia rivestita di carta forno, spolverizzare di zucchero a velo e cuocere in forno preriscaldato a 180 gradi per circa 30 minuti.

Paperita Patty