LIFESTYLE- Pagina 348

Il pic-nic di Theodora

 

Cosa c’è di più bello che portare il sorriso, il gioco, l’allegria nella quotidianità dei bambini, soprattutto quando si trovano in ospedale? Saranno gioia e spensieratezza gli ingredienti del “PIC-NIC DI THEODORA”, un vero e proprio picnic sull’erba dedicato alle famiglie, in programma il 26 maggio alle ore 12 nella splendida cornice dei Musei Reali (Giardini di Levante), organizzato da Fondazione Theodora Onlus. Parola d’ordine solidarietà. I partecipanti riceveranno all’ingresso dei giardini tutto l’occorrente per il pic-nic: un telo per sedersi sul prato e un cestino pieno di cose buone da gustare in compagnia. A seguire, gelato offerto da Alberto Marchetti. Dopo il pranzo WINS (World International School), la Scuola Internazionale di Torino che per tutto il ciclo educativo, dall’infanzia al diploma, segue il percorso didattico dell’International Baccalaureate di Ginevra, intratterrà i piccoli ospiti con giochi e laboratori in inglese; sarà un pomeriggio pieno di laboratori creativi, animazione e ovviamente l’allegria dei Dottor Sogni. La prenotazione è obbligatoria alla mail picnictorino@theodora.it; la donazione per gli adulti è 30 euro, 15 euro per i bambini con meno di 12 anni. I fondi raccolti durante la giornata serviranno a garantire il programma di visita dei Dottor Sogni torinesi (Dottor Astro e Dottoressa ConFusa) presso l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino. I Dottor Sogni torinesi dal 2001 visitano tutte le settimane i bambini ricoverati nei reparti di: Alta complessità (Neurochirurgia, otorino e maxillofacciale chirurgia plastica), Cardiologia e cardiochirurgia e sala gessi. La missione di Fondazione Theodora Onlus è offrire, a titolo assolutamente gratuito, a tutti gli ospedali e reparti pediatrici nei quali Fondazione Theodora Onlus opera, la professionalità e l’entusiasmo dei Dottor Sogni. Il Dottor Sogni di Fondazione Theodora Onlus è un artista professionista, assunto dalla Fondazione e specificamente formato per operare in ambito ospedaliero pediatrico, il quale – attraverso l’ascolto, il gioco, la magia – offre al bambino in ospedale e alla sua famiglia un prezioso aiuto nell’affrontare la difficile prova del ricovero.

Torino fa rima con giardino. Arriva Flor 2018

Oltre 200 espositori, un originale spin – off e un ricco programma culturale

 

Dal 25 al 27 maggio Flor trasformerà nuovamente il centro di Torino in un immenso giardino: dalla storica Via Carlo Alberto, cuore nevralgico della manifestazione, a Piazza Carlo Alberto. Da Via Principe Amedeo fino a Via Roma. Saranno circa 200 gli espositori provenienti da tutta Italia che proporranno le proprie eccellenze florovivaistiche: agrumi siciliani e piante alpine (genepy, stella alpina), i profumi del mediterraneo con olivi, bouganville e gelsomini, alberi e arbusti come aceri, camelie, azalee, rose, ortensie; piante rampicanti (glicini, clematis, rose rampicanti…) ideali per abbellire spazi urbani su terrazzi e balconi ma anche piante da appartamento come le classiche orchidee. E, ancora, piante tropicali e acquatiche ma anche oggettistica per il giardinaggio, libri, sementi e prodotti naturali, decorazioni e spezie. Organizzata dall’Associazione Nuova Orticola del Piemonte (www.orticolapiemonte.it), Flor è un appuntamento consolidato nei calendari delle mostre mercato italiane e rientra a pieno titolo tra le dieci manifestazioni floro – vivaistiche nazionali per quantità e qualità degli espositori presenti. All’interno di Flor nascerà quest’anno uno spin – off che potrebbe, in futuro, diventare un evento indipendente, capace di arricchire ulteriormente il palinsesto di manifestazioni torinesi. In Piazza Carlo Alberto prenderà infatti vita la prima edizione di Terraela mostra mercato dedicata alla ceramica artistica contemporanea con una selezione di 30 ceramisti professionisti italiani e stranieri. Ceramiche frutto dell’esperienza, della ricerca e della creatività dei singoli artigiani: oggetti realizzati al tornio, modellati a mano e sculture in tipi diversi di argilla come grès, porcellana e maiolica, oggetti d’uso e d’arredo per la casa ed il giardino. In dialogo con le esposizioni dei ceramisti di Terræ, saranno inoltre presentate due opere dell’architetto e fornaciaio Cesario Carena: un’installazione di arredi della collezione di design di Terracotta Clayart e un insieme di opere dal titolo Capillarità. Come tradizione ormai consolidata, accanto all’ esposizione florovivaistica Flor proporrà un ricco palinsesto di appuntamenti culturali, installazioni, lezioni e mostre (organizzazione e coordinamento a cura di Marta Mariani), all’insegna del verde, dell’orto urbano e del vivere a contatto con la natura anche in piena città.

Saranno numerosi gli spazi dedicati a questi momenti di cultura e condivisione, a cominciare dal suggestivocortile di Palazzo Biragosede della Camera di commercio di Torino in via Carlo Alberto 16, che si trasformerà in un spazio incontri e relax. a cura di Neò –Natura su misura.

 

PROGRAMMAZIONE CULTURALE FLOR 2018

 

CORTILE PALAZZO BIRAGO – Via Carlo Alberto 16

Per tutta la durata di FLOR

Ø  “Foglie in tavola”. Mostra a cura di Nuova Società Orticola del Piemonte in collaborazione con il Vivaio Fratelli Gramaglia. Un viaggio alla scoperta di stravaganti varietà di insalata, erbacee perenni e piante annuali, come la Melissa officinalis o la Spilanthes oleacea, le cui foglie possono essere utilizzate in cucina per creare originali ricette.

Ø  “Aiuola”Mostra personale dell’illustratore Fernando Cobelo. Un’esplorazione sulla relazione intima tra curiosità umana e natura silvestre, dove l’aiuola è sempre una superficie delimitata, ma non più esclusa dal passeggio. Cobelo ci invita ad addentrarci, insieme ai suoi personaggi, in questi inusuali giardini per perderci nei loro fiori e nelle loro piante, senza nessun divieto.

Ø  Casa delle Lampadine illumina Flor”. Allestimento luminoso con lampade da esterno di Flos e Foscarini. Prendono forma originali e affascinanti composizioni di luce da poter ammirare per tutta la durata dell’evento.

Sabato 26 maggio

Ø  Ore 10.30: Risveglio mattutino con Marco Gramaglia: “Foglie in tavola”. Per conoscere le piante da foglia da utilizzare in cucina.

Ø  Ore 11.30: “Evviva le Vagabonde”. Chiacchierata con Marianna Merisigiardiniera paesaggista che presenta il suo libro “Vagabonde! Una guida pratica per piccoli esploratori botanici”. A seguire, con Filippo Alossa del vivaio Millefoglie, racconteranno i segreti del bravo giardiniere nei confronti delle cosiddette piante “vagabonde”.

Ø  Ore 12.30: “Moltiplicare le piante”, con Edoardo SantoroDa 1 a 100, la moltiplicazione delle piante è possibile: semine, talee e divisioni sono tecniche che consentono di avere un gran numero di esemplari da coltivare e regalare.

Ø  Ore 14.45: Presentazione del libro: “Porcinai e il paesaggio”. Alessandra Aires e Ferruccio Capitani, architetti del paesaggio AIAPP, presentano l’ultimo libro su Pietro Porcinai, maestro italiano del Paesaggismo. Scritto dall’Agronoma e Architetto del Paesaggio Camilla Zanarotti. Fotografie di Dario Fusaro.

Ø  Ore 16: “Itinerari verdi. A spasso per Flor”, a cura di Aiapp. Partenza dal cortile di Palazzo Birago in compagnia dell’Agronomo Aiapp Guido Giorza. Una passeggiata tra i banchi di Flor, per scoprire le piante più curiose e originali che hanno messo radici qui da noi, attraverso racconti, aneddoti e quattro chiacchiere con i vivaisti.

Ø  Ore 16.30: “Bestiario d’Italia”. L’attore Dylan Ayres presenta alcuni personaggi de “Il Bestiario d’Italia”, opera di Gabriele Pino, dove sono illustrate e descritte creature della tradizione popolare italiana, collezionate lungo un viaggio attraverso Toscana, Umbria, Campania, Basilicata e Puglia.

Ø  Ore 17: “MAPPA CLOROFILLA”, laboratorio per famiglie a cura di Pluribol. Un percorso ludico di avvicinamento al mondo vegetale, che parte dalla mappatura dei luoghi attraverso le tipologie di piante che li caratterizzano, con la creazione di uno speciale erbario artistico. Saranno stampate foglie di piante messe a disposizione dai vivaisti e foglie giganti, per metterne in risalto le forme, le trame e le venature.

Domenica 27 maggio

Ø  Ore 10: Risveglio mattutino con Marco Gramaglia: L’orto estivo. Per imparare a curare e rendere produttivo e bello un orto nella stagione estiva.

Ø  Ore 10.45: “Il giardino dei frutti perduti”, presentazione del libro di Elena AccatiUn viaggio attraverso i secoli per analizzare la rappresentazione dei frutti nell’arte, tra cui l’inedita Pomologia dei fratelli Giuseppe e Marcellino Roda, maestri giardinieri che si formarono alla Corte di re Carlo Alberto.

Ø  Ore 11.30: “Al di là delle stelle. L’orto di Enrico Crippa”

Enrico Costanza, culinary gardener e curatore delle serre e degli orti del ristorante Piazza Duomo di Alba, racconterà come è organizzata la coltivazione dell’orto e quale primaria importanza rivesta la materia prima vegetale nel menù dello chef tristellato Enrico Crippa.

 

Ø  Ore 12.30: “L’orto decorativo”, a cura di Dana Frigerio, blogger di BlossomzineUna lezione per capire come selezionare le piante adatte in base alle condizioni di spazio, clima ed esposizione dell’orto. Come sfruttare al meglio le disposizioni tra erbe aromatiche / verdura / frutta. Come rendere decorativo l’orto attraverso l’armonizzazione tra gli ortaggi e le altre piante da frutta e i fiori, con esempi di composizione variegate e d’effetto. Infine, racconterà i segreti del mitico “orto a lasagna”.

 

Ø  Ore 14.30: “Categorie di piante: piante selvatiche d’ornamento” con Edoardo SantoroPiante selvatiche per balconi e giardini: la natura è l’esempio migliore da cui trarre suggerimenti sulle piante da coltivare; prati, boschi e colline sono ricche di piante selvatiche fiorite, resistenti e facili da coltivare.

 

Ø  Ore 15.15: “Cacciatori di piante”, a cura di Aiapp. Alessandra Aires e Ferruccio Capitani, architetti del paesaggio AIAPP, ci accompagnano nell’avventurosa storia dei cacciatori di piante, un viaggio intorno al mondo cercando meraviglie botaniche. Tra queste, la curiosa storia di una palma arrivata a Torino dalla Cina.

 

Ø  Ore 16.30: “Bestiario d’Italia”. L’attore Dylan Ayres presenta alcuni personaggi de “Il Bestiario d’Italia”, opera di Gabriele Pino, dove sono illustrate e descritte creature della tradizione popolare italiana, collezionate lungo un viaggio attraverso Toscana, Umbria, Campania, Basilicata e Puglia.

 

Presso Libreria Bodoni – Via Carlo Alberto 41

Ø  Domenica 27 maggio alle 16.00, La terra non è mai sporca”: reading letterario – sensoriale a cura di Carola Benedetto e Luciana CilientoUn viaggio evocativo e ricco di suggestioni, letterarie e sensoriali, attraverso il corso spontaneo della natura in tutta la sua meraviglia.In collaborazione con Add editore e con la partecipazione di Maitre Parfumeur e le sue note profumate.

Presso Creativity Oggetti, Via Carlo Alberto 40 F

Per tutta la durata di Flor

Ø  “Trasparenze nel gioiello” ,  a cura di “aiquattroeventi”. Fiori, piante, punti musicali e artistici accompagnano i visitatori alla scoperta di piccoli e grandi eventi. Tra questi, al numero civico 40, il polo artistico realizzato a Palazzo Lanza dalla galleria Creativity Oggetti con “Trasparenze nel gioiello”: fiori, anelli, bracciali, collane trasparenti di Genos Gioielli. The Secret Home presenta invece “UTOPIA”. Sabato 26 alle 18 la performance “SHAPE_ SHIFT” di Linda Messerklinger, con finger food anch’essi sul tema della trasparenza.

“Flor alle corti”

Ø  Sabato 26 e domenica 27 alle 10.30 con ritrovo dal cortile di Palazzo Birago alle 10. Un tour a piedi di circa 2 ore a cura di Mostrami Torino che si snoderà tra le principali corti dei palazzi nobiliari del centro storico della città, in compagnia di due guide turistiche abilitate di Mostrami Torino. Il costo è di 10 euro a persona.

Per informazioni e prenotazioni: email: info@mostramitorino.it – Tel: 335 5925925 / 3397549422.

Durante i giorni di Flor, sabato 26 e domenica 27 (dalle 13 all’1 di notte) presso il Museo Nazionale del Risorgimento, a Palazzo Carignano, andrà inoltre in scena la prima edizione di To Drink: l’evento dedicato agli “spirits” e alla mixology, attraverso la presenza dei migliori bartender e aziende del settore, tra cui i vini della provincia di Torino per un bere di qualità e responsabile.

Flor 18 è organizzato da Associazione Nuova Orticola del Piemonte e si avvale della media partnership della rivista specializzata Giardini, di Radio Veronica One e del blog Blossom Zine.

 

Flor18

25 -26 -27 maggio 2018

Ingresso libero

www.orticolapiemonte.it

Orari

venerdì 25 maggio dalle 13 alle 20

sabato 26 maggio dalle 9 alle 20

domenica 27maggio dalle 9 alle 20

“Una ricetta per la tinca” premia il Ferrante Aporti

“IncaTinca”, la ricetta che sposa i prodotti tipici del territorio con elementi gastronomici peruviani, è stata premiata nell’ambito della 61esima edizione della Fiera della Tinca e dell’Asparago di Poirino. Il concorso si inserisce nel Progetto di Promozione della Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino, voluto dal Comune di Poirino e finanziato dalla Regione Piemonte attraverso il FEAMP


Il laboratorio di cucina Inforcoop dell’istituto penale per minorenni Ferrante Aporti di Torino (nato per dare “una seconda possibilità” e un’opportunità lavorativa futura a ragazzi che rischiano di partire con il “piede sbagliato”) ha vinto il concorso gastronomico “Una ricetta per la Tinca”, indetto in occasione della 61esima Fiera della Tinca e dell’Asparago di Poirino. I ragazzi del Laboratorio hanno presentato la ricetta “IncaTinca”, una preparazione che ha sposato elementi della gastronomia peruviana ai prodotti del territorio piemontese e si sono aggiudicati una somma di 500 euro spendibili in attrezzature e iniziative didattiche. A guidarli, la chef peruviana Roxana Rondan, presidente dell’associazione gastronomica peruviana AGAPE, che da tempo promuove la cucina della comunità peruviana del Piemonte (è una delle tre grandi comunità straniere di Torino) attraverso l’impiego di prodotti del territorio piemontese.Il concorso rientra nelle attività di promozione della Tinca Gobba Dorata del Pianalto di Poirino, in programma da maggio a ottobre di quest’anno. Un progetto voluto dal Comune di Poirino e finanziato dalla Regione Piemonte attraverso il FEAMP, Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e la Pesca, che si pone l’obiettivo di creare una maggiore conoscenza del prodotto tra i divulgatori e gli operatori del food, la produzione e il numero di ricette disponibili in letteratura per uscire dal “monopolio” del classico carpione.

 

Alla gara tra istituti alberghieri e corsi di formazione professionale di ambito gastronomico hanno partecipato cinque scuole di Torino e provincia. La parte organizzativa del concorso è stata affidata allaCooperativa I.E.S., che ha anche gestito le visite guidate alle peschiere del Pianalto, aperte al pubblico nei giorni della Fiera. Il piatto vincitore è stato giudicato, insieme agli altri quattro in concorso, da una giuria composta dalla maestra di cucina Giovanna Ruo Berchera e da ristoratori di Poirino che conoscono bene la tinca in cucina: Anna Fatibene del ristorante Primavera, Enzo Destefanis del ristorante Bue Rosso, Gian Mario Testa dell’agriturismo Tetti Cellaro e Paolo Tamagnone del ristorante Andrea Poirino.

L’Artusi al Festival di Cannes

Tra gli ospiti La Toya, sorella di Michael Jackson


L’Istituto Alberghiero Artusi di Casale Monferrato ha avuto una parte importante nell’evento collegato al Festival di Cannes. I docenti e gli allievi, con il coordinamento del dirigente Claudio Giani e del Prof. Paolo Pozzuolo, hanno effettuato il servizio di banqueting a Villa Oxygene a Cannes. Si tratta di un evento a scopo benefico, diventato un appuntamento ricorrente ogni anno, organizzato dall’associazione Adventure of Humanity, fondata da Nelson Mandela e Michael Jackson per portare pace e amore nel mondo. L’evento mondano, in concomitanza con il concorso cinematografico che accende i riflettori del mondo sulla Costa Azzurra, ha permesso all’Istituto un’esperienza veramente fantastica e altamente formativa, ricevendo i complimenti per la qualità del servizio effettuato. Alla serata hanno preso parte diversi nomi illustri del jet set internazionale a partire da La Toya Jackson, sorella maggiore dell’indimenticato Michael, Albert Konan Koffi dell’Osservatorio Internazionale della Non Violenza delle Nazioni Unite, Junior Coimbra, figlio del campione di calcio brasiliano Zico, Wes Madiko, cantante, musicista e chitarrista del Camerun, esponente africano della World Music vincitore di 4 premi Grammy, Nicole Slack Jones, ambasciatore Unesco, Dalai Lama’s Monks dal Tibet, Princess Eleonora delle Filippine e tanti altri. “Questo servizio – commenta il dirigente Claudio Giani – è un ulteriore fiore all’occhiello per il nostro istituto che unisce alle materie teoriche anche diversi momenti pratici in contesti diversi ed impegnativi come quello di Cannes”.

Massimo Iaretti

L’Istituto Alberghiero Artusi è a Casale Monferrato in corso Valentino 95.

Per informazioni telefonare 014273722 oppure tramite mail segreteria@istitutoartusi.it

 

In volo sul lago


© Ti-Press / Carlo Reguzzi

Il giorno prima della partenza avevamo controllato per bene le previsioni meteorologiche. La mongolfiera non può staccarsi da terra in presenza di pioggia, temporali, vento troppo forte o gran caldo. Ma dal centro Geofisico Prealpino di Varese, nell’edizione mattutina della trasmissione radiofonica “Gazzettino padano“, garantirono che il tempo volgeva al bello. Era già più che una garanzia ma comunque, per scrupolo, verificammo anche sui vari siti meteo di internet, trovando conferma. Per il decollo avevamo scelto un ampio prato poco distante dal capannone. Era il luogo ideale: non c’erano ostacoli che potessero intralciare le manovre di volo. Posizionata la cesta iniziammo a stendere l’enorme pallone bianco e rosso e in meno di  mezz’ora era pronto per essere gonfiato con l’aria fredda di un ventilatore. Un lavoro che durò circa venti minuti, al termine del quale la mongolfiera era pronta per il decollo. Eravamo emozionati e non vi dico che sensazione provai quando ci staccammo da terra e iniziò l’ascensione. Il rumore del bruciatore e quella fiammata che ci scaldava le guance ci avevano distratti e quasi non ci rendemmo conto di essere già in volo. In meno di un quarto d’ora l’altimetro segnava 3600 piedi. “Quindi, amico mio, stiamo viaggiando a poco più di mille metri d’altezza“,disse Roland. L’apparecchio rilevava anche  la variazione della pressione atmosferica rispetto all’altezza sul livello del mare  e questa tendeva a diminuire aumentando la quota. Da terra, André Lacroix, uno degli amici di Roland, aveva il compito di comunicare con noi attraverso la radio aeronautica in VHF. Quest’ultima, dalle frequenze sempre aperte, ci  consentiva  di mantenere il contatto con l’assistenza. Una rapida occhiata alla sonda termica che misurava la temperatura interna dell’involucro ci confermò che tutto procedeva per il meglio.

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Il volume della nostra mongolfiera , come ho già ricordato, corrispondeva a quelle di medie dimensioni, capaci di portare tre o quattro persone. L’autonomia di volo poteva variare da un’ora e mezza a un paio d’ore,secondo la quantità di propano a disposizione per il bruciatore, dalle condizioni climatiche e dal peso trasportato. Nel nostro caso il carico di combustile, il bel tempo e il fatto che eravamo solo due e per di più longilinei, ci garantiva un ampio margine verso le due ore. Roland si confermò un provetto “pilota dell’aria“,controllando l’andamento dell’aerostato e manovrando il bruciatore. Quando apriva la valvola, aumentando la quantità di aria calda,il pallone tendeva a salire;viceversa, quando la diminuiva, tendeva a perdere quota lentamente e in modo graduale. La magia di volare in mongolfiera era indescrivibile. Il panorama non era per nulla paragonabile a quello che si può vedere dall’alto di una montagna. Era più completo, vario, mobile. Il lago pareva una creatura viva. La nostra ombra, in basso, sfiorava l’acqua e le terre che la circondavano. Da quassù le cose mutavano forma: i profili dei monti, il reticolo delle strade, le strutture di case e piazze, i corsi d’acqua,i battelli,la ferrovia. Roland, filosofando,disse: “E’ davvero un altro punto di vista,  molto probabilmente una visione diversa del  mondo“. Ero anch’io molto eccitato.“Guarda là, Roland. Guarda la statua del San Carlone!Impressionante!Domina la città di Arona e parte del Golfo Borromeo dall’alto dei suoi 35 metri”.Si vedevano il centro abitato,il lungolago e i resti della Rocca Borromea , la “Gibilterra del Lago Maggiore” che fu espugnata e distrutta da Napoleone nel 1800. Più a sud le macchie colorate dei campeggi di Dormelletto e il ponte di ferro sul Ticino che segna il confine tra Piemonte e Lombardia dove, da una sponda all’altra del fiume,Castelletto Ticino e Sesto Calende si guardano negli occhi.

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A nord di Arona, tra il lago e le verdi colline del Vergante, s’intravedevano le ville e i borghi di Dagnente, Meina, Ghevio, Lesa, Belgirate e – più in su -Colazza,Pisano,Nebbiuno,Massino Visconti, Brovello Carpugnino. ” Quel campanile è di Gignese e, più giù, c’è Vezzo. Vedi la strada che scende verso Baveno? Levo, Someraro, Campino e Loita sembrano messe in fila“. Stresa, la  “perla” del lago, nobile e un po’ fanè, si specchiava nel golfo borromeo proprio davanti all’Isola Bella e più in su, oltre Baveno, tra Feriolo e Fondotoce, la Toce sfociava nel lago.Ville e campanili, case e fabbriche da Pallanza a Intra sembravano cubetti delle costruzioni mentre la lingua d’asfalto della statale del lago Maggiore attraversava Ghiffa, Oggebbio, Cannero e Cannobio fino a incontrare la sbarra del confine con la Svizzera, tra Piaggio Valmara e Brissago. Sotto di noi, come su di una mappa in rilievo, vedevamo i laghi d’Orta e di Mergozzo e il lungo fondovalle ossolano dal quale partivano come lische di un pesce le strade che salivano verso le testate delle valli laterali, chiuse dalla corona delle alpi Pennine e Lepontine. Ma erano i colori del lago, le increspature dell’acqua mossa dalla brezza di superficie, a provocare una vera e propria vertigine. Galleggiavamo nell’aria e sotto di noi non c’era angolo che non contribuisse a comporre la grande suggestione del paesaggio. Le alture, il profilo dei poggi, i corsi d’acqua scintillanti che corrono tra le vallette verso il lago, la ricca vegetazione dei boschi, i giardini e i parchi, le serre delle aziende che coltivano camelie e azalee. Anche il tempo volava ed era giunto in momento di tornare con i piedi per terra. Ci dirigemmo sulla zona da cui eravamo partiti, scendendo poco alla volta per sondare il vento al suolo. In breve atterrammo nello spazioso prato ai margini della vecchia fabbrica di ceramiche. Scesi dalla mongolfiera ci abbracciammo forte. ” E’ stato un volo bellissimo. Mi era capitato altre volte di salire in mongolfiera ma qui, sul Maggiore, ho provato emozioni da brivido. Adesso io e André sgonfieremo il pallone, smontandolo. Dobbiamo rimetterlo nelle casse poiché, dopodomani, ci toccherà rispedirlo a Ginevra. Come ogni anno, il professor Guy De Marne organizza una gara di mongolfiere e ha bisogno di tutti i suoi aerostati per l’occasione“. Dopo le parole concitate di Roland, ci salutammo con un lungo abbraccio. Era stata davvero una giornata indimenticabile. Sul pontile dell’imbarcadero, nell’attesa di salire a bordo del San Cristoforo, il traghetto che collega Laveno con Intra, pensai che quell’esperienza doveva rimanere unica.  Non era il caso di ripetere quel volo  perché le grandi emozioni sono tali se non ci si fa l’abitudine. A Intra salii sulla motonave “Stambecco” e mezz’ora dopo scendevo al porto di Baveno. Andai a casa, sfinito dalla stanchezza ma contento. Dopo cena mi sdraiai sul letto, guardando fuori dalla finestra della stanza che dà sul lago. La luna, una mezza falce circondata dalle nubi, stava per essere ingoiata dalle stesse. S’annunciava una di quelle notti scure che si mangiano le stelle. Ero pronto a rivivere , in sogno , le gioie intense di questa memorabile giornata. Con un clik! spensi la luce dell’abat-jour. Buonanotte!

Terza e ultima puntata (Fine)

Marco Travaglini

Frecce sul lago

Come insegnante di Matematica, ora in pensione, mi è rimasta una certa
dimestichezza con la precisione numerica e geometrica. Ma lo spettacolo della
scorsa Domenica 20 maggio, sul Golfo Borromeo del Lago Maggiore, mi ha lasciato
stupito. Se osservate le foto, una di esse in particolare, date un’occhiata attenta
all’angolo retto formato dai nove aerei in formazione. Sì, d’accordo, è un angolo di
90°, tutti lo sanno: allora perché non provate voi, alla velocità di circa 700 km orari ?
Non avete il brevetto di pilota? Che ci vuole, molti lo hanno ottenuto. Sì, ma poi,
fareste quel numero? con le ali che quasi si toccano?  Ha detto  un pilota, a proposito di una figura “d’incrocio”: “Questa manovra  rappresenta la passione che anima gli uomini e le donne delle Frecce tricolori; è il  cuore della nostra Italia; ne sono orgoglioso e mi emoziono ogni volta che la vedo  disegnato in cielo”. Ha detto Mirco Caffelli, Comandante Frecce Tricolori “ Entusiasmo nel creare  qualcosa di nuovo e timore reverenziale di modificare un programma acrobatico di  per sé perfetto e geniale nell’essenza. Questi erano i due sentimenti principali che ci  hanno accompagnato nella creazione di una manovra che esaltasse l’estro e la
tecnica, ingredienti fondamentali che caratterizzano tutto il volo delle Frecce
Tricolori. Una manovra che vede la Formazione aprirsi col tricolore in nove direzioni
diverse di fronte al pubblico e ricongiungersi in pochissimo tempo”.
Qualche pilota ha insistito che andassi con loro: ho preferito restare a terra. Ma…. un
momento …. ero col Capitano Liberata D’Aniello, Ufficiale responsabile delle
Pubbliche Relazioni per parte delle Frecce Tricolori (vedi foto).
Scherzi a parte, è  stato un pomeriggio intenso, la gente si è divertita, ha scattato
milioni di foto. Si calcola che lo spettacolo (malgrado il tempo incerto) abbia
richiamato a Verbania circa 20 mila spettatori.
Elio Motella

I Millennial a tavola

Millennial è una parola che ho imparato da pochi mesi. Sta semplicemente ad indicare quelli che sono nati dal 1980 al 2000. Praticamente ancora giovani e fa coppia con un’altra definizione “nativi digitali”, le nuove generazioni che sanno tutto di internet, computer, telefonini e via di seguito. L’altra che viene in mente è “tardivi digitali”, vale a dire, quelli antichi come me, ma sempre molto curiosi di imparare, dalla fisica all’astronomia, passando per la storia, fino ad arrivare alla cultura del “buon bere” e “ben mangiare”.Per me che vengo dalla Scuola del compianto Cino Tortorella (Alias Mago Zurlì), grande gastronomo e conoscitore di mille piatti e altrettanti luoghi d’Italia, la ricerca di Polli Cooking Lab mi ha incuriosito. Scoprire le nuove tendenze alimentari altrettanto. Un campione di 500 donne torinesi e della Community si sono lasciare intervistare rivelando le loro preferenze e per le donne dai 25 ai 35 è emerso che amano sperimentare in cucina quando “lui” non c’è. Segno che quando c’è genera confusione. Le sorprese? Non solo più soltanto agnolotti al plin, ma linguine al tofu, millefoglie di verdure, involtini di crudité e sushi vegetariani. Il menù del terzo millennio è all’insegna della sperimentazione negli abbinamenti e nei sapori, ma con al centro ingredienti provenienti dall’orto: muffin ai peperoni (44%), millefoglie di verdure (38%) a base di cavolo cappuccio, cavolfiore e broccoli. Scende la carne rossa  (24%), sostituita persino dalla frutta tropicale che diventa protagonista di piatti unici come la tartare di avocado (32%), quinoa e verdure in agrodolce, mentre si mantiene stabile la posizione del pesce (28%). Fantasia in cucina che vede le donne, soprattutto le più giovani, dai 25 ai 35 anni, desiderose di sperimentare. Sperando che “lui” al ritorno sia soddisfatto degli esperimenti e non preferisca le “penne all’arrabbiata”. Per me, per contro, incuriosiscono la milanese di carciofo su trevigiana, la Saint Honoré di zucca con bignet alla toma Boscasso, oppure la millefoglie di zucchine con crema di parmigiana di melanzane o i ravioli di farina di riso proposti dalla chef piacentina (Val Tidone) Isa Mazzocchi, stella Michelin del ristorante La Palta (appalto ndr).

 

Tommaso Lo Russo

“Lasciano tracce impercettibili le traiettorie delle mongolfiere”…

Il bar del vecchio imbarcadero di Intra ,di fronte a Piazza Ranzoni, piaceva molto a Roland Duprè. Sedersi ai tavolini in quel salotto riparato dall’alto tetto in capriate di ferro sostenute da colonnine in ghisa di stile neo-classico, equivaleva a tuffarsi nelle atmosfere “liberty” di fine ottocento.Voi del lago siete stati bravi a mantenere intatte le linee dei vostri imbarcaderi. Guardati attorno, amico mio: è una delizia degli occhi vedere queste strutture, le vetrate, l’uso artistico del ferro. Il vostro ingegner Caramora, quando lo progettò, aveva avuto una felice intuizione per questo luogo che doveva diventare, come poi in effetti è stato per più di un secolo, uno dei crocevia più importanti della navigazione sul Verbano”. Del resto, bastava guardare gli imbarcaderi di Meina, Stresa, Baveno, Ghiffa, Cannero o Cannobio per rendersi conto che quello di Intra non era il solo “gioiello”. Roland, quel giorno, beveva lentamente il suo drink, allungando le gambe sotto il tavolino.Era visibilmente soddisfatto. Mi aveva poco prima confidato che la mia idea – costruire una mongolfiera per “galleggiare” nel cielo che sovrasta il lago Maggiore – lo intrigava. “E’ una sfida che mi attrae, amico mio. Una sfida alla quale non voglio sottrarmi. Ho un amico a Ginevra, direttore commerciale di un grande istituto di credito svizzero, che da molti decenni coltiva la passione per questo tipo di volo. Non ho dubbi che ci darà una mano. Anzi, sono certo che sarà felicissimo di prestarci una delle sue mongolfiere“. Mi spiegò che il professor Guy De Marne di palloni aerostatici  ne possedeva almeno una dozzina.

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Bastò una telefonata a cui fecero seguito altri contatti per fax e telegrafo ( Roland odiava la posta elettronica, i computer e internet ) e l’accordo si trovò. Il professore ginevrino era ben felice di prestare l’attrezzatura e noi lo eravamo ancor più di lui. Ci vollero meno di due settimane perché le quattro grandi casse, viaggiando per ferrovia, fossero recapitate a Baveno. Nel frattempo, per poter lavorare indisturbati, ci eravamo dati da fare nella ricerca di una struttura abbastanza grande per consentirci di montare i vari pezzi della mongolfiera. L’avevamo trovata. Anzi, l’aveva trovata Roland che aveva un’infinità di conoscenze. Non essendoci delle soluzioni idonee nella zona, aveva individuato un capannone a Laveno, proprio di fianco alla  vecchia fabbrica di ceramiche Richard Ginori. Certo, dover fare avanti e indietro con il battello tra le due sponde del lago non era il massimo ma non esitammo ad affittare quello che sarebbe diventato il nostro “hangar”. I viaggi tra le due sponde iniziarono, con una frequenza regolare. Quando mi presentavo davanti allo sportello della biglietteria dell’imbarcadero, il bigliettaio Ticchetti mi salutava con una domanda : “Il solito,

ragioniere?”.Alludendo al biglietto di andata e ritorno tra Baveno e Intra e tra quest’ultimo scalo e Laveno, usava la stessa espressione con cui Orlando Trezzi, il banconiere della Casa del Popolo si rivolgeva ai suoi clienti abituali. Le operazioni di montaggio ci occuparono più di un mese un po’ per l’inesperienza e perché l’attività si svolgeva a tempo perso,almeno per Roland che era la vera “mente” dell’operazione. Io, a dire il vero, essendo in pensione, di tempo ne avevo tanto ma non potevo certo inventarmi ingegnere aeronautico così, su due piedi. Occorre sapere che una mongolfiera è costituita da un ampio pallone, realizzato in tessuto monostrato di nylon, e ha un foro in basso, che in gergo viene chiamato “gola”. Al pallone è assicurato un cesto (o “gondola”) nel quale trovano posto il pilota ed i passeggeri. Installato sul cesto e posizionato sotto alla gola,  il bruciatore ha il compito di riscaldare l’aria, spingendola su nel pallone. L’aria riscaldata si raccoglie così nell’involucro rendendolo più leggero dell’aria circostante, determinando quella spinta ascensionale che fa volare la mongolfiera. Questi marchingegni sono in grado di raggiungere quote altissime, al punto che alcuni palloni ad aria calda per uso scientifico hanno raggiunto  e superato i 20mila metri di quota, ben al di sopra delle traiettorie degli aeroplani. Il tessuto sintetico che viene usato, dotato di leggerezza e grande resistenza meccanica, mette al riparo da spiacevoli guai.  Durante la costruzione, il tessuto viene tagliato in lunghi spicchi che vengono poi cuciti assieme fino a formare il pallone vero e proprio. Le cuciture sono quindi ricoperte da nastri ad alto carico, cui vengono fissate le funi che reggono il cesto. Il bruciatore, una specie di lanciafiamme, impiega il propano, un gas conservato, allo stato liquido, in apposite bombole. La spinta ascensionale fornita da una mongolfiera dipende principalmente dalla differenza tra la temperatura esterna e quella dell’aria contenuta nel pallone. Ad esempio, in una giornata afosa, la mongolfiera avrà meno spinta ascensionale rispetto a una giornata fresca o fredda  ed è per questa ragione che  i decolli delle mongolfiere avvengono solitamente durante le ore fredde , prima dell’alba o al sorgere del sole.

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Il pallone di una mongolfiera ha bisogno di circa tre metri cubi di volume per ogni chilogrammo da sollevare. Per questa ragione le  dimensioni delle mongolfiere moderne  variano molto, a seconda del disegno e del modello: le mongolfiere monoposto (dette anche Hoppers), hanno un volume del pallone di poco inferiore ai mille metri cubi. All’estremo opposto abbiamo i palloni giganti da ottomila metri cubi, in grado di sollevare una dozzina di persone. La nostra, come la maggior parte delle mongolfiere, era di circa 2500 metri cubi , sufficienti per trasportare tre o quattro persone. Era stata prodotta nella fabbrica di mongolfiere più grande al mondo: la Cameron Balloons di Bristol, in Inghilterra. Per pilotarla si era offerto Roland, avendo partecipato a diverse imprese e sempre pronto a intraprendere nuove avventure.Tra l’altro, non è che il pilota potesse far molto: il volo della mongolfiera è totalmente passivo. Chi la guida non può fare altro che variare la quota di volo. Tuttavia, con un attento studio dei venti in quota e delle loro direzioni, si può ottenere una certa navigabilità e l’ingegner Duprè era pronto a giurare che, variando la quota fino a giungere all’interno di una corrente,poteva scegliere la  direzione desiderata. Si era documentato per bene. Mentre lavorava canticchiava sottovoce una canzone di Gianmaria Testa che pareva scritta apposta per celebrare l’impresa a cui c’accingevamo: ..”lasciano tracce impercettibili le traiettorie delle mongolfiere e l’uomo che sorveglia il cielo non scioglie la matassa del volo e non distingue più l’inizio di quando sono partite”.  2° puntata (continua)

Marco Travaglini

La regina delle erbe spontanee

Una chef donna, stella Michelin dal 2000, una vera passione per le erbe spontanee e una cucina che esprime felicità.

Caluso (TO) – Sabato 19 maggio – CORSO DI FORAGING IN VALCHIUSELLA

Caluso (TO)  –  Mercoledì 23 maggio – CORSO DI CUCINA CON LE ERBE SPONTANEE

Torino –  Giovedì 24 maggio – PRESENTAZIONE LIBRO “LA CUCINA DELLE ERBE SPONTANEE”

 

 Lei è Mariangela Susigan, padrona di casa del Ristorante Gardenia di Caluso (To), e “La cucina delle erbe spontanee” è il suo nuovo libro, risultato di anni di studi e passione che hanno eletto Mariangela “regina delle erbe spontanee”. Per festeggiarne l’uscita la chef ha organizzato una settimana di appuntamenti verdi e golosi da segnare in agenda:

 

CORSO DI FORAGING IN VALCHIUSELLA

Sabato 19 maggio dalle ore 9 – Ritrovo presso il Ristorante Gardenia Corso Torino 9, Caluso (TO)

Due ore nel verde delle nostre valli alpine per scoprire le specie selvatiche più particolari accompagnati da Mariangela Susigan (chef) e Mauro Vaglio (erbolaro). Pranzo con il Pic-nic stellato di Gardenia (insalata di gallina, asparagi, erbe spontanee- quiche di borragine – degustazione di formaggi- dolcino). Al ritorno visita ad una malga del posto.

Costo 60 euro

Per info e prenotazioni Tel. 011/9832249 – info@gardeniacaluso.it

 

CORSO DI CUCINA CON LE ERBE SPONTANEE

Mercoledì 23 maggio dalle ore 19 alle 22 – Ristorante Gardenia Corso Torino 9, Caluso (TO)

Una serata dedicata alle erbe spontanee, riconoscimento, classificazione e naturalmente tante ricette wild!Durante le lezioni si prepareranno diversi piatti che verranno poi degustati dai partecipanti in abbinamento ad un calice di vino.

Costo 75 euro

Per info e prenotazioni Tel. 011/9832249 – info@gardeniacaluso.it

PRESENTAZIONE LIBRO “LA CUCINA DELLE ERBE SPONTANEE”

Giovedì 24 maggio ore 17,30 – Palazzo Madama (Sala delle Feste), Piazza Castello, Torino

Due chef stellati, Mariangela Susigan a Caluso in Piemonte e Alessandro Gilmozzi a Cavalese in Trentino, raccolgono 60 erbe selvatiche – illustrate dalla botanica Lucia Papponi – e le propongono in 40 ricette assolutamente sorprendenti. Non un semplice libro di cucina ma la storia della passione degli autori per le due valli alpine dove vivono e lavorano. Un viaggio sulle nostre montagne tra Canavese e Dolomiti per entrare nel mondo magico dei boschi e dei loro tesori culinari.

Mariangela Susigan e Lucia Papponi presentano il volume edito da Giunti e raccontano le erbe spontanee attraverso un’esposizione di oltre 50 specie di erbe della Valchiusella.

Ingresso libero fino a esaurimento posti disponibili.

È gradita la prenotazione scrivendo a: giardinomedievale@fondazionetorinomusei.it

Alla scoperta dei sensi con “The Experience”

Laboratorio Olfattivo in collaborazione con l’Associazione culturale Per Fumum presenta un percorso esperienziale 

 


Nella splendida cornice della Cappella di Sant’Uberto della Reggia di Venaria, Laboratorio Olfattivo organizza “The Experience”, un percorso esperienziale attraverso il quale mettere in gioco i sensi cercando di lasciare spazio al senso più condizionante, l’olfatto. I visitatori potranno partecipare a vari percorsi olfattivi: dalla scoperta delle materie prime iconiche, agli approfondimenti sulla rosa, come viene utilizzata in profumeria e quali sono i suoi costituenti odorosi, passando per Test Your Nose, spazio in cui sfidare la propria memoria olfattiva.  L’evento è realizzato in collaborazione con l’Associazione Culturale Per Fumum.

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Sabato 19 maggio  alle ore 11 e alle ore 15
Reggia di Venaria, Cappella di Sant’Uberto
“Ricostruire un profumo” 

Laboratorio a cura di Roberto Drago, Direttore Creativo di Laboratorio Olfattivo e Socio fondatore dell’Associazione Culturale Per Fumum.

I partecipanti  potranno ricostruire una delle fragranze di Laboratorio Olfattivo, partendo dalle singole materie prime che lo compongono.