LIFESTYLE- Pagina 304

Sbarca a Torino l’Hollywood peel

Parole d’ordine: luminosità, pulizia della pelle, compattezza, tonicità. Perché se “scolpire” e rimodellare forme e lineamenti è il trend estetico degli ultimi anni, dall’ovale del viso agli occhi, dalle labbra fino al seno ed al corpo,

con questa tecnica innovativa si ottiene per il viso una luminosità che pochi altri trattamenti, seppur efficaci e ed effettuati con sofisticate apparecchiature, riescono ad ottenere.Si tratta di un innovativo sistema ad alta tecnologia per la pulizia profonda della pelle del volto e per la riduzione di pori dilatati e di punti neri adatto alle donne di ogni età la cui procedura indolore, si compone di due fasi. Nella prima, viene spalmato sul volto un gel contenente carbonio in grado di penetrare nei pori. Nella seconda fase, che si effettua dopo pochissimi minuti, si illumina la pelle con un raggio laser, facendo più passaggi sul viso. Questo strumento laser q-switched emette in tempi della durata di nanosecondi una luce infrarossa che viene assorbita dalle micro-particelle di carbonio. Queste si rompono, si vaporizzano e puliscono in modo indolore i pori da tutto il materiale che le ostruisce. La pelle del viso diviene luminosa e compatta.Come dire? La moderna e sofisticata medicina estetica mette a disposizione trattamenti che consentono di attenuare le rughe e ‘invecchiare meglio’, senza ricorrere ai ritocchini della chirurgia estetica. C’è una Clinica a Torino nella quale si effettua il trattamento amato dalle celebrità e loro ‘segreto di bellezza’. Si tratta di Shibumi Med, centro specializzato nella medicina estetica e con apparecchiature all’ avanguardia, diretto dal dottor Marco Finiguerra, sito in corso Galileo Ferraris 2 (telefono 011/2386795). www.shibumimed.com

Barbara Aimar

 

La capitale del gusto

È stato presentato  a Lingotto Fiere, nella giornata inaugurale della XII edizione di Terra Madre Salone del Gusto, il brand “Torino capitale del Gusto” che accompagnerà una campagna di comunicazione tesa a esaltare la tradizione enogastronomica locale.

Si tratta di un progetto realizzato dal Comune di Torino, in collaborazione con Turismo Torino e Provincia, e sostenuto finanziariamente da Camera di commercio di Torino, per promuovere la città come destinazione di food experience di alto livello, da scoprire durante un soggiorno in cui, accanto alle visite nei musei e nelle pinacoteche e allo shopping, si potranno assaporare piatti tipici e bouquet di vini pregiati e fare conoscenza con le tendenze della cucina contemporanea. Il buon cibo si conferma uno straordinario valore aggiunto per il turismo internazionale. Ha infatti un peso crescente nelle scelte delle mete da parte dei viaggiatori, sempre più incuriositi dalle particolarità gastronomiche locali. “I buoni primi, le pietanze e i dolci torinesi riscuotono da sempre un successo notevole e lo stupore di quanti ne apprezzano i sapori per la prima volta diventa veicolo di promozione –sottolinea Alberto SaccoAssessore al Turismo e Commercio della Città di Torino -. Il marchio “Torino capitale del gusto” si affiancherà allo spontaneo passaparola, rafforzando un settore sempre più trainante della nostra economia. L’iniziativa pubblicitaria all’insegna dei piaceri del palato inviterà a trascorrere alcuni giorni nella città della Mole. Torino, con il Monferrato, le Langhe e il Roero è, infatti, il capoluogo di una terra Patrimonio dell’Unesco, in una regione, il Piemonte, molto attiva a rendere sempre più piacevole lo stare a tavola, attraverso la cura dell’enogastronomia, la pasticceria, la ristorazione e che lega alla gradevolezza del sapore la scoperta dell’ingente ricchezza culturale”. Torino ha tutte le carte in regola per essere annoverata tra le principali città italiane del gusto. L’innegabile fervore che si avverte è sottolineato dalle recenti aperture di locali negli ex spazi industriali, riqualificati e trasformati in incubatori di food, nei quali chef stellati esprimono la loro creatività culinaria. “In Italia e nel mondo cresce esponenzialmente la domanda di turismo enogastronomico e il nostro territorio ha tutte le caratteristiche per soddisfare queste richieste con successo: sappiamo ad esempio che le visite alle botteghe dei nostri Maestri del Gusto, ai laboratori dei casari di Torino Cheese o alle cantine dei viticoltori Torino DOC costituiscono per tutti un’esperienza indimenticabile e rappresentano uno strumento di conoscenza diretta e coinvolgente soprattutto per il turista più esigente e attento – ha spiegato Vincenzo Ilotte,Presidente della Camera di commercio di Torino. – In un’ottica di sistema con la Città abbiamo pertanto voluto finanziare questo progetto di valorizzazione del nostro patrimonio, anche in linea con le nuove competenze affidate alle Camere di commercio italiane in tema di turismo”. Il concept “Torino Capitale del Gusto” che è stato ideato dai creativi dello Studio Sanna fa leva sull’aspetto emozionale, evocativo e di autenticità in un mix di arte, cultura, paesaggio, enogastronomia, design… qual è Torino. Mmm Torino! – #MmmTorino! è inoltre il claim della campagna e logo onomatopeico che richiama la bontà delle eccellenze enogastronomiche locali. Un escamotage per rafforzare anche graficamente le sensazioni di stupore e soddisfazione.

Per la campagna sui media stampa e web è stata scelta una golosità tipicamente torinese: ungianduiotto posato sulla mano di una modella ingioiellata con un orecchino a forma di Mole Antonelliana. “Siamo certi – sottolinea Daniela BroglioDirettore di Turismo Torino e Provincia – che promuovere il lato gourmand del nostro territorio contribuirà a incrementare il numero di coloro che scelgono di passare un weekend o più giorni a Torino; basti pensare che da recenti indagini realizzate della Food Travel Monitor è emerso che un italiano su tre ha svolto almeno un viaggio motivato dall’enogastronomia negli ultimi tre anni e che i turisti enogastronomici salgono al 30%; un dato che dichiara come il settore sia passato da un ruolo accessorio a componente in grado di influenzare le scelte di viaggio”.

Torino accende i motori: è capitale della moto

Harley Davidson che si trasformano in chopper, bobber, full dresser, rat bikes… 

Debutta al Palavela, il 22 e il 23 settembre, la Torino Custom Show, la prima edizione in città della kermesse interamente dedicata al mondo custom, a quello dei café racer e del naked. “Custom”, che letteralmente significa personalizzare, per i bikers è un’attitudine, una filosofia di vita, un modo particolare di concepire la moto che nasce dalla volontà di trasformare il proprio mezzo in un pezzo unico, su misura. Torino Custom Show è pensato come un grande show dedicato alla progettazione e all’evoluzione della customizzazione di quel segmento motociclistico che spesso viene identificato in modo riduttivo come “custom”. Due giorni intensi con la presenza di tutte le principali case costruttrici o dei loro dealer: Harleyovviamente ma anche Indian Triumph, Royal Enfield, Ducati, Moto Guzzi…Una rassegna esclusiva di progettisti internazionali, customizzatori, painters (verniciatori), designer e produttori di abbigliamento tecnico. I visitatori della manifestazione torinese potranno ammirare i modelli unici dal 1903 ad oggi ospitati nell’Harley Museum, fare test drive, scoprire le oltre 100 moto custom in esposizione in arrivo da tutta Europa e addirittura presentarsi con la propria due ruote per candidarla a partecipare allo show! Moto ma anche musica, con dj set, live music e l’hard rock in stile Easy Riders Soundtrack, show e performance dal vivo, imperdibili le evoluzioni mirabolanti dei piloti nel Globo della Morte, per la prima volta in Italia. Ospite speciale la squadra Cuneo Granda Volley che esordisce quest’anno in serie A1 del Campionato Italiano Femminile. Momenti clou della kermesse i due Contest: il Road Glide Contest, realizzato in collaborazione con il Road Glide Club Italy, per premiare la più bella tra le moto dal look aggressivo con carenatura a muso di squalo e il Low Ride Bike Contest, organizzato in partnership con Low Ride Magazine, che vedrà in gara le due ruote dal design in stile anni ’70. Torino Custom Show è una vetrina unica nel suo genere, un’occasione speciale per scoprire un universo affascinante e in continua evoluzione, una manifestazione, dedicata agli appassionati e non solo, che punta a diventare un appuntamento di riferimento del settore, in Italia e in Europa.

 

Orari: Sabato 22 e Domenica 23 settembre ore 10- 24

Costo Ingresso: 1 giorno 10 Euro, 2 giorni 15 Euro

Info: 393 800 4069

 

Biglietti online su: www.facebook.com/torinocustomshow/

Diamanti, “i migliori amici delle donne”

Saranno i protagonisti della prima serata rotariana autunnale del Rotary Rivoli con Alessandro Buosi relatore

 

Il Rotary Club Rivoli apre la stagione autunnale delle sue serate conviviali sotto la presidenza dell’ingegner Massimo Rivalta con un appuntamento di eccezione, lunedì 24 settembre prossimo alle 20, dedicato ai diamanti, in cui si terrà la conferenza dal titolo “I migliori amici delle donne”, di cui sarà relatore Alessandro Buosi. Buosi è un concept Store che ha in Torino anche una seconda sede in Corso Re Umberto 11, e tiene marchi di gioielleria di alta qualità come Anna Maria Cammilli, un nome di tradizione orafa fiorentina attivo da 25 anni, Bibigi’, Chimento, sul mercato dal 1964 e sintesi di tradizione e design, ed altri quali Damiani ed il marchio di gioielli spagnolo Ciclon. Il diamante è considerato uno dei beni rifugio per eccellenza, un po’ alla stregua dell’oro. Queste pietre dai toni brillanti hanno da sempre affascinato gli uomini che, molto spesso, le hanno scelte come monili da esibire o donare. Forse non tutti sanno, però, che i diamanti possono anche essere scelti come opzione di un portafoglio finanziario, non incastonati in oro o altri metalli preziosi, bensì nudi e venduti con un certificato capace di attestarne le qualità principali. L’appuntamento si terrà presso la gioielleria Buosi in via Angrogna 16 a Torino.

 

Mara Martellotta

Il Grande libro del Vermouth

Nell’ambito degli eventi legati a Terra Madre – Salone del Gusto 2018 si presenta in piazza Castello a Torino, venerdì 21 settembre, a partire dalle 16.30 nel Container della Regione Piemonte dedicato all’Istituto del Vermouth di Torino “Il Grande Libro del Vermouth di Torino” di Giusi Mainardi e Pierstefano Berta (socio onorario dell’Istituto). Pietra miliare per la storia e la comunicazione di questo importante prodotto piemontese, il libro è pubblicato dalle Edizioni Oicce di Canelli per diffondere le conoscenze sul Vermouth di Torino. Gli estensori del volume sono i principali esperti nelle sfaccettature di questo straordinario vino aromatizzato che ha avuto i suoi natali proprio in Piemonte.  Nel corso dell’incontro si darà spazio agli aspetti più affascinanti della storia del Vermouth, delle erbe e spezie che lo caratterizzano, della coltivazione piemontese delle Erbe Officinali, della bellezza delle etichette e degli storici manifesti, della tutela del prodotto, dell’ottenimento dell’Indicazione Geografica dalla UE, delle mode di consumo come aperitivo ormai noto in tutto il mondo. Durante la presentazione sarà possibile degustare una selezione di Vermouth di Torino a cura dell’Istituto del Vermouth di Torino.
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L’ingresso è gratuito, i posti sono limitati.  
Informazioni: vermouth@vermouthditorino.org oppure oicce@tiscali.it

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I curatori

Giusi Mainardi, laureata all’Università di Torino, studia le valenze storiche, culturali e simboliche che riguardano il mondo della vite e del vino. È autrice di numerosi libri e di articoli pubblicati su importanti riviste specializzate e su Oicce Times, la rivista enologica che dirige dal 1999. È docente del Corso di “Storia della vite e del vino” presso l’Università di Torino. Iscritta all’Ordine dei Giornalisti dal 1990. È coordinatrice della collana Fonti per la Storia dell’Enologia per Edizioni Oicce e della collana Storia della Vite e del Vino in Italia per l’Accademia Italiana della Vite e del Vino. È consulente storica su temi enologici per enti pubblici, consorzi, associazioni e aziende private; relatrice a convegni nazionali e internazionali; organizzatrice di eventi che presentano il vino e la sua storia. Coordina il gruppo di studio dell’Oicce “Valorizzazione della cultura vitivinicola italiana”. Membro dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, dell’Accademia di Agricoltura di Torino, dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti per la sua attività di storica del vino e di giornalista.

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Pierstefano Berta, laureato in Chimica Pura e formato al Politecnico Federale di Zurigo, ha acquisito una solida esperienza internazionale nel mondo dei liquori, dei vini e degli spiriti. Dal 1985 al 1990 direttore di laboratorio presso “Luigi Bosca spa”. Dal 1990 al 2006 direttore delle Distillerie F.lli Ramazzotti. Dal 2007 al 2013 direttore industriale di Pernod-Ricard Italia. Dal 1985 si occupa professionalmente di aspetti tecnologici, culturali e di mercato dell’enologia. Gli ambiti di ricerca dei quali si è occupato sono metodi di analisi, tecnologia enologica, marketing e comunicazione, sistemi di gestione aziendale, storia dell’Enologia. Nel 1998 è stato uno dei fondatori dell’Oicce, associazione interprofessionale della quale è direttore. Membro dell’Accademia dei Georgofili di Firenze, dell’Accademia di Agricoltura di Torino, dell’Accademia Italiana della Vite e del Vino. Ha ricevuto numerosi premi per le sue attività, tra i quali la Medaglia della Presidenza della Repubblica e diversi riconoscimenti da parte dell’Organisation Internationale de la Vigne et du Vin.

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L’Istituto del Vermouth di Torino, l’associazione di produttori nata nel 2017 che raccoglie la grande maggioranza della produzione di questa storica denominazione. Il compito che l’Istituto porta avanti è quello del recupero della memoria collettiva di un prodotto così familiare per secoli in Italia e nel mondo, la riaffermazione delle radici culturali piemontesi – dalla casa Savoia ai Vermouth delle case storiche e dei nuovi produttori -, la rinascita e il rilancio di prodotti rinnovati da grandi e piccoli marchi, uniti per questo riconosciuto “Made in Italy”. Di quest’anno l’inclusione di tre nuovi soci con i marchi Calissano di Alba, Casa Martelletti di Asti e Peliti’s di Torino che si aggiungono a Berto, Bordiga, Carlo Alberto, Carpano, Chazalettes, Cinzano, Giulio Cocchi, Del Professore, Drapò, Gancia, La Canellese, Martini & Rossi, Giovanni Sperone, Tosti e Vergnano.

Sformatini di melanzane con cialde di parmigiano 

Le melanzane sono ortaggi molto versatili, danno vita a tante gustose preparazioni. La ricetta che vi suggerisco è leggera e delicata ma al contempo appetitosa, adatta come elegante antipasto o goloso secondo ricco di sapore. 

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Ingredienti 

2 melanzane tonde e sode 
1 spicchio di aglio 
1 piccola cipolla 
1 uovo e 1 tuorlo 
100gr. di parmigiano grattugiato 
Alcune foglie di basilico, menta e prezzemolo 
Poco burro, olio evo, sale, pepe q.b. 

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Lavare e asciugare le melanzane, tagliarle a tocchetti e cuocerle in padella con un soffritto di aglio, cipolla ed erbe aromatiche. A cottura ultimata, lasciar raffreddare poi, frullare il tutto a crema, unire l’uovo intero e il tuorlo, 70gr. di parmigiano, sale e pepe. Imburrare degli stampini monoporzione , versare la crema fino a metà altezza e cuocere a bagnomaria in forno per circa 40 minuti. Preparare le cialde per il decoro facendo sciogliere in un padellino antiaderente il parmigiano rimasto appiattendolo con il cucchiaio. Farlo dorare da entrambe le parti, ridurlo a pezzi e guarnire il tortino. 

 

Paperita Patty 

Torino incontra il marchio toscano Sapori

In occasione del Salone del Gusto -Terra Madre Torino incontrerà i sapori della Toscana e, più precisamente, lo storico marchio senese Sapori, leader nella pasticceria tradizionale toscana. L’occasione sarà l’evento in programma venerdì 21 settembre alle 18, presso il Tower Center sede di Torino Castello, agenzia principale di Reale Mutua, in piazza Castello 113. Nel corso dell’incontro, dal titolo “Mangiar bene per vivere meglio. Il mondo Sapori”, lo storico marchio avrà la possibilità di condividere la propria storia, proponendo agli invitati la degustazione dei suoi principali dolci natalizi, capaci da sempre di identificarlo in Italia e nel mondo. Sapori rappresenta uno dei marchi dolciari italiani più antichi; le sue origini risalgono al 1832 quando il dottor Virgilio Sapori diede inizio alla produzione del panforte, fondando a Siena una piccola officina pasticcera. Sono ormai trascorsi due secoli dalla nascita di quel primo piccolo laboratorio artigianale, duecento anni durante i quali il costante rinnovamento ha saputo tener viva l’antica tradizione toscana, affiancando alle specialità dolciari tipiche del panforte, dei ricciarelli, cavallucci e cantucci, nuove bontà di elevata qualità pasticceria. Nel 2004 il gruppo Colussi ha acquistato il marchio Sapori 1832.

Mara Martellotta

 

Turin Tower. Agenzia di Torino Castello, piazza Castello 113. Torino

Tel 011/537866

Piemù è il nuovo Pinguino

Al Salone del Gusto protagonista il nuovo ricoperto al Fior di latte

È nato il Pinguino al Fior di Latte Piemu’, ultimo in linea cronologica dei celebri Pinguini della Gelateria Pepino di piazza Carignano, la famiglia del primo gelato su stecco ricoperto. Viene presentato in occasione del Salone del Gusto-Terra Madre 2018 a Torino. Nato dalla collaborazione con Piemu’, alla base del nuovo Pinguino al fior di latte, senza glutine, è presente il latte della fassona piemontese, razza autoctona protetta del presidio Slow Food, che ha riunito una serie di allevatori sotto l’egida dell’ Associazione “La Granda”, dando vita ad un prodotto raro basato su materie prime di elevata qualità e con ingredienti tutti naturali, sapientemente combinati e bilanciati. Il Pinguino al fior di latte Piemu’ ed il gelato mantecato al gusto Fior di latte saranno presenti al Salone del Gusto allo stand “La Granda” pad. 2 2D 009, insieme al mantecato al gusto Fior di latte. L’appuntamento per i golosi, in occasione dell’ Equinozio d’autunno, sarà per venerdì 21 settembre alle 17, presso la Gelateria Pepino, nel cuore del capoluogo subalpino, per scoprire le novità incentrate su questo nuovo esemplare di Pinguino. La serata proseguirà poi dalle 18 alle 22 in compagnia del vermouth Cocchi e del dj set Sings. I richiami dolci del vermouth di Torino bilanciano i sentori amari del Campari di Milano, il tutto impreziosito dallo spicchio di arancia, dolce ed amaro insieme, capace di regalare il tocco finale.

Mara Martellotta

La sagra del Tomino fa 30

Domenica 23 settembre è il giorno della Sagra del Tomino, appuntamento che quest’anno compie trent’anni. Cifra tonda, a testimonianza di come proprio il tomino, con la sua tradizione ultracentenaria, rappresenti un’eccellenza del territorio e un pezzo della storia di Rivalta.


L’edizione 2018 sarà all’insegna delle conferme e delle novità, grazie a un programma di appuntamenti che, come sempre, non si limita alla sola giornata di domenica. Da giovedì a sabato la consueta tre giorni di “Aspettando la Sagra” propone -tra gli altri l’Aperitomino, i laboratori didattici tenuti da esperti caseari, le degustazioni di formaggi guidate da assaggiatori dell’Onaf (Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggio) e la cena itinerante del sabato sera, accompagnata dallo street magic di Marco Berry. «Il tomino è una storica eccellenza rivaltese –ha detto l’assessore al Commercio di Rivalta Nicola Lentini-, iscritto al registro DECO ed è incluso tra i Prodotti Agroalimentari Tradizionali. La sagra è un’occasione per far conoscere a tutti, e per far riscoprire a noi, un pezzo delle nostre radici e della nostra storia, che qui passa anche attraverso il “saper fare” degli artigiani caseari». Domenica, dalle 9 del mattino alle 7 di sera eventi, mostre e conferenze faranno da contorno alla mostra-mercato casearia che animerà le vie del centro storico. Spazio anche alle rievocazioni storiche, con visite animate al giardino del Castello e quadri di vita medievale lungo le mura. Per tutta la giornata negozi e attività commerciali rimarranno aperti per offrire specialità e prodotti tradizionali.

Un giorno di riposo alimentare

Digiuno inteso non solo dal cibo, ma anche dalle fatiche e dai pensieri. E allora digiuno anche come atto di “libertà”. Una pausa che vogliamo prenderci per uscire da quella convulsione, da quei meccanismi che sembrano imbrigliarci, stritolarci e dominare le nostre vite, il fatto di  alimentarsi eccessivamente per 365 giorni all’anno, crea molte forme di malattia. Il digiuno è una pratica millenaria che ritroviamo in tutte le culture tradizionali e che  originariamente rappresenta un atto magico-ritualistico- simbolico di integrazione con il Cosmo, con le leggi ed i ritmi della Natura. Il digiuno e il mezzo che la natura utilizza per liberare il corpo dai tessuti malati, dagli eccessi alimentari e dagli accumuli di  scorie e tossine. La regolarità costante nel prender cibo, sia che l’organismo ne abbia bisogno veramente oppure no, e una calamita per il corpo. Gustare il cibo va bene, ma esserne schiavi e il veleno della vita. L’unico modo per raggiungere la salute e la  felicita è saggiamente, quello dell’autocontrollo. Essere padroni di sè stessi, in modo da  non venire sopraffatti dai sensi, e una delle più grandi benedizioni che si possono  avere. Credo che forzare il proprio organismo a digiunare significhi andare contro natura,  quindi bisogna imparare il giusto modo di digiunare, fate funzionare la mente, essa si dimostrerà efficace in tutte le cose. Anche le patologie più gravi si possono risolvere mettendo a riposo l’organismo. La malattia non e che l’unico modo che il nostro organismo possiede per parlarci, per avvisarci di qualcosa, per dirci che la nostra vita, ha bisogno ogni tanto di una pausa. La saggezza del corpo ci toglie l’appetito, e noi dovremmo seguire questi messaggi, ascolta il tuo corpo. La disintossicazione e semplicemente il processo di rimuovere tossine, veleni e sostanze estranee che impediscono il corretto svolgimento delle funzioni che ogni organismo deve svolgere al fine di rimanere in perfetta salute, importante e anche modificare per qualche periodo l’alimentazione quotidiana, eliminando cibi inquinanti o proteine animali o carboidrati raffinati o cibo cotto in eccesso, può portare risultati degni di nota e miglioramenti nello stato di salute sia fisico che mentale. Vi accorgerete che gli organi sensoriali si affinano, l’odorato sarà più sensibile, gli occhi diventano più chiari e brillanti, la vista e l’udito miglioreranno e con la rialimentazione ci si accorgerà di una migliore sensitività gustativa; in generale, ci si sentirà più tranquilli e rilassati e le facoltà mentali, si potenzieranno. Alimentarsi senza nutrirsi, o addirittura sovra-alimentarsi, espone a rischi per la salute e per questo motivo una corretta educazione alimentare a partire dall’infanzia e quanto mai auspicabile e necessaria, impariamo quali sono i cibi “amici della salute” e quali le buone abitudini da apprendere e trasmettere alle future generazioni.
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Quello che il digiuno fa, in realtà, è dare al corpo la possibilità di riposare, mettendo in pausa gli organi digestivi.Fisiologicamente durante un digiuno il corpo diventa molto attivo.Il digiuno e una pratica millenaria che ritroviamo in tutte le culture tradizionali e che originariamente rappresenta un atto magico-ritualistico-simbolico di integrazione con il Cosmo, con le leggi ed i ritmi della Natura. Ogni volta che caricate il vostro sistema digestivo con troppo cibo, la forza vitale si brucia. Credo che dedicare un giorno ogni settimana alla totale astensione dal cibo non solo non faccia male, ma aiuti a formare il carattere, a manifestare una scelta etica e a proteggere la propria salute, digiunare lo conferma l’oncologo Umberto Veronesi nel saggio La dieta del digiuno.Nelle settimane che precedono il digiuno si consiglia di mangiare più frutta e verdura cruda per rifornire al massimo i tessuti di vitamine e minerali, si devono abbandonare gli eccitanti come il caffe, il te, lo zucchero bianco, il cioccolato, l’alcol, i condimenti, i cibi di origine animali se fanno parte della nostra alimentazione e bere quanto si desidera durante la giornata,in quanto aiuta a combattere il senso di fame, ma in generale non più di 2 litri, ottimi gli infusi d’erbe; importante dormire fino a quando non ci si sveglia spontaneamente perché si ha cosi la possibilità di riposare bene e di sentirsi meglio. In tali condizioni sarà più facile programmare il primo giorno mantenendo il buon umore e l’entusiasmo. L’auto-convincimento e un atteggiamento positivo, non è improbabile cosi che si possa uscire da un digiuno con un appagante senso di “pienezza” e di “gratificazione”, con la consapevolezza e l’orgoglio di aver affrontato qualcosa di impegnativo e forse per  qualcuno di particolarmente difficile o di esserci riusciti, non solo “sopravvivendo” all’ esperienza, ma addirittura acquisendo una nuova, più vera e più ampia percezione di sé e della realtà. Intraprendi anche tu questo cammino, verso la salute.#Lifeisfood
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Ilaria Chionetti Pininfarina
Studio di consulenza in Medicina Psicosomatica tel 011/50000
Giornalista e scrittrice, consulente in nutrizione e comportamento alimentare