ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 721

Le meraviglie di Vittorio Sgarbi a Miradolo

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Per l’occasione la mostra “Beato Angelico. Il Giudizio svelato”, che è stata prorogata fino al 19 luglio, sarà eccezionalmente visitabile anche in orario serale

 

Vittorio Sgarbi sarà nuovamente ospite della Fondazione Cosso. Occasione sarà, lunedì 6 luglio, ore 21, al Castello di Miradolo a San Secondo di Pinerolo, la presentazione del suo ultimo libro: “Gli anni delle meraviglie. Da Piero della Francesca a Pontormo. Il Tesoro d’Italia II” (Bompiani, 2014). Il volume fa seguito alla pubblicazione “Il Tesoro d’Italia. La lunga avventura dell’arte” (Bompiani, 2013). Per l’occasione la mostra “Beato Angelico. Il Giudizio svelato”, che è stata prorogata fino al 19 luglio, sarà eccezionalmente visitabile anche in orario serale.Vittorio Sgarbi conferma la preziosa collaborazione con la Fondazione Cosso dopo essere stato curatore della mostra “San Sebastiano. Bellezza e integrità nell’arte tra ‘400 e ‘600” e dopo aver diretto i progetti espositivi  “I volti e l’anima”, del 2013 e 2014.

Massimo Iaretti

L'incontro di papa Francesco con Michele Riva, affetto da Sla

Fondatore di Una Voce per Michele, affetto da Sla e volontario Telethon, Riva dice: «La vita è un viaggio meraviglioso e va assaporata con gioia in ogni istante»

 

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Durante i giorni della visita di Papa Francesco a Torino i riflettori della cronaca sono sempre stati puntati sulla presenza e gli spostamenti del Pontefice. Ma c’è un episodio che forse è passato sotto traccia. Michele Riva, 56 anni,  ha voluto ritardare il proprio ricovero in ospedale per incontrare Papa Francesco, che nel pomeriggio di domenica 21 giugno, durante la visita al Cottolengo di Torino, lo ha salutato con grande affetto. Affetto da Sla, sclerosi laterale amiotrofica, fondatore dell’associazione Onlus Una Voce per Michele e volontario Telethon di Beinasco, si è dunque reso protagonista di un gesto molto coraggioso. Il giorno dopo, 22 giugno, Riva è stato ricoverato per subire l’amputazione integrale del braccio destro, a causa di un rara forma tumorale che l’ha colpito.

 

Oltre ad essere malato di Sla da oltre quindici anni e tracheopapa sla2tomizzato da quasi dieci, non ha perso la fede e la speranza di farcela anche in questa durissima prova che lo attende. Ha voluto fortemente incontrare il Pontefice prima di farsi ricoverare. Queste le parole che ha scritto sul suo fedelissimo computer Tobii, il lettore ottico che traduce in voce automatica il suo scritto: «Non so perché Dio vuole prendersi anche il mio braccio. Sono confuso, ma la sua volontà sia fatta. Se sopravviverò anche a questo intervento, avrò un’altra icona per continuare la missione di gridare al mondo che la vita è un viaggio meraviglioso, che va assaporata con gioia in ogni istante, tra i malati e disperati di ogni dove».

 

A Papa Francesco è stata consegnata una copia del libro di Riva “Il ramarro verde”, nel quale racconta la sua storia e quella di altri malati di Sla. Accanto a Michele c’era il vice presidente nazionale dell’Aisla, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Vincenzo Soverino, papa sla3anch’egli sostenitore ed volontario Telethon ad Asti. All’incontro con Papa Francesco, Una Voce per Michele ha invitato il delegato Telethon e presidente della sezione Uildm, Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare “Paolo Otelli” di Chivasso, Renato Dutto, che ha sottolineato «la tempra, il coraggio e la forza di volontà  di Michele Riva, che sprona tutti a dare sempre il meglio. Tutti i volontari Telethon sono al fianco di Michele, chiamato nuovamente a superare una dura prova. Siamo certi che ce la farai. Siamo tutti con te!». L’ultima sfida vinta da Riva è l’ideazione e la creazione della clinica mobile Sla, recentemente inaugurata, realizzando «un sogno nato per fede alcuni anni fa, consapevole dei troppi malati di Sla che se ne vanno molto precocemente perché abbandonati a se stessi, mal curati in mezzo a familiari e assistenti spesso impreparati: sconvolti da questa terribile patologia, non sanno come assisterli».

Massimo Iaretti

Il mestiere dell'autore tv secondo Andrea Zalone

Ai MagazziniOz  la spalla in video di Maurizio Crozza svela i segreti per condire una trasmissione di successo ai tempi del 2.0

 

 

zaloneAndrea Zalone, autore tv di noti programmi come quelli di Maurizio Crozza e sua solida spalla in video a testimonianza di un sodalizio creativo avvincente, martedì 7 luglio sarà ai MagazziniOz per raccontarci cosa si nasconda dietro la messa in onda di un format di successo e tutte le sue fasi di sviluppo. Una professione la sua altamente stimolante, che deve essere sempre attenta a carpire gli elementi di massimo interesse su cui far leva, cogliere i segnali che diano una lettura diversa della società e delle sue dinamiche, da rielaborare con un taglio particolare al pubblico. Un incontro quindi che intende raccontare la sintesi esperienziale di chi svolge un mestiere di cui si conosce poco ed è percepito con leggerezza quando è in realtà rigoroso e determinante ai fini della riuscita di un programma.

 

Dalle competenze su come si scrive e si realizza un prodotto televisivo, dall’ideazione alla messa in onda, all’approccio metodologico e al presidio delle informazioni, passando dagli strumenti fondamentali, alla stesura della scaletta, ai tempi di elaborazione e alle strategie di comunicazione a cui ricorrere per rispondere alle curve dell’Auditel. Uno Storytelling utile a condire sapientemente tutti i dettagli tecnici che possono essere trasferiti solo da chi, lavorando dietro le quinte, si è trovato a diventare parte integrante di alcuni “cluster” del noto show di successo. Andrea Zalone proporrà inoltre una Case History del programma di Maurizio Crozza, andando a descrivere come si svolge a livello operativo la settimana “tipo” precedente la messa in onda. L’autore tv svelerà quindi, a chi parteciperà all’incontro, tutto questo e molto altro di ciò che non ci si immagina comporti una professione articolata come la sua per inserirsi all’interno di un meccanismo complesso quale è la tv ai tempi del digitale.

 

Martedì 7 luglio alle ore 17 con accesso libero

 

Per info chiamare 011 0812816 o scrivere a scuola@magazzinioz.it

Galleria Sabauda, un museo vale più di una mostra

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SABAUDA4SABAUDA5La Galleria evidenzia l’importanza dei musei troppo spesso trascurati in confronto alle tante mostre che attirano più facilmente fiumane di visitatori. Eppure è nel museo che ci si può fare una cultura vasta e approfondita mettendo a confronto epoche, stili e movimenti opposti o affini

 

La nuova riapertura della Galleria Sabauda facente parte del Polo Reale di Torino, grazie agli ampi spazi e al moderno allestimento rende felicemente agibile e fruibile la visita ai grandi capolavori dal 200 al 900; un insieme di artisti mozzafiato, basti pensare tra i tanti a Beato Angelico, Mantegna Van Eyck, Van Dych, Rubens, Rembrandt, Reni.

 

Oltre ad offrire un’ampia visione della bellezza, la Galleria evidenzia l’importanza dei musei troppo spesso trascurati in confronto alle tante mostre che attirano più facilmente fiumane di visitatori. Eppure è nel museo che ci si può fare una cultura vasta e approfondita mettendo a confronto epoche, stili e movimenti opposti o affini meditando sugli influssi che le opere del passato hanno esercitato sugli artisti. Lodevole, lo scorso anno è stata l’iniziativa “Sabauda in tour” nel prestare ad altri musei piemontesi opere della Galleria con l’effetto di attirare visitatori in luoghi meno conosciuti. Come nel museo di Casale dove l’esposizione de “Il Cristo porta croce al Calvario” opera del casalese Nicolò Musso ha ottenuto successo e ha fatto affluire in Pinacoteca e in Gipsoteca Bistolfi nuovi visitatori.

 

La scelta dell’opera del Musso era stata concordata dall’allora Assessorato alla Cultura casalese che pur allettato da firme più famose, aveva previsto l’effetto che questa avrebbe provocato se posta a fianco dell’autoritratto dell’artista caravaggesco proprietà del Museo Cittadino.In entrambe le opere si nota la straordinaria somiglianza tra i due visi, sicuramente autoritratti di Nicolò, che compaiono tra le tante figure evidenziando la suggestione del luminismo e del realismo di Caravaggio di cui Musso è stato, senza dimenticare Tanzio, il più grande seguace piemontese essendosi recato a Roma nel 1607 con alloggio a Campo Marzio in contrada Otto Cantoni proprio dove viveva Caravaggio.

 

Improbabile l’incontro col Merisi che nel 1606 era stato costretto a fuggire da Roma per rifugiarsi nella campagna romana protetto dai Colonna, sicuramente però Musso ne conobbe le opere, in particolare il “Martirio di San Matteo” da cui prende l’idea di dipingere il proprio viso che fa capolino nell’osservare pietoso l’episodio descritto. I casalesi che si recheranno in Galleria Sabauda troveranno la sorpresa di ammirare opere che prima erano in chiese della propria città come il “Battesimo del Grammorseo” nella chiesa francescana ormai scomparsa, la “Madonna con Bambino” di Gaudenzio Ferrari proveniente da Santa Maria di Piazza, la “Deposizione” del Francia di Sant’ Ilario e anche la parte centrale del trittico di Martino Spanzotti che all’origine si trovava a Serralunga di Crea.

 

(Foto: il Torinese)

 Giuliana Romano Bussola

Alla Venaria la preghiera come arte ed esperienza umana

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Una mostra coglie attraverso l’atto della preghiera il filo rosso che accomuna fedi e culture diverse

 

È un’estate all’insegna delle mostre quella in corso alla Reggia di Venaria Reale, alla Sala delle Arti. Alla luce della forte affluenza di pubblico, le due esposizioni presenti sono state prorogate. Quella intitolata “L’arte della bellezza. I gioielli di Gianmaria Buccellati” sarà visitabile  fino al 29 novembre. L’esposizione dal titolo “Pregare. Un’esperienza umana” sarà visitabile fino al 23 agosto. Inaugurata l’11 aprile scorso,  in concomitanza con l’Ostensione della Sacra Sindone a Torino, la mostra sulla preghiera, presso la Sala delle Arti al secondo piano, si concentra sull’atto della preghiera nell’arte, intesa come un fenomeno antichissimo che accomuna universalmente culture e culti diversissimi tra di loro, rappresentando l’anelito dell’uomo verso la divinità,  l’ascesi, la perfezione, ma anche la richiesta di aiuto e di protezione rivolta al divino.

 

L’esposizione ne traccia un significativo racconto attraverso oggetti, immagini, video e opere provenienti da musei di tutto il mondo. Ideata e curata da Franco La Cecla e Lucetta Scaraffia,   la mostra è realizzata dal Consorzio La Venaria Reale in collaborazione con l’associazione Sant’Anselmo Imago Veritatis.  Si compone di mille metri quadrati di oggetti e testimonianze della pietà popolare, colte attraverso culti diversi, quali l’induismo, il buddismo,  il cristianesimo occidentale e orientale,  l’islam,  l’ebraismo. nLa continuità,  la ripetizione,  la circolarità sono i tre fenomeni che accompagnano il visitatore in questo viaggio speciale. L’uomo prega, infatti, creando magnifiche coreografie, ruotando, saltando, inginocchiandosi e prostrandosi,  intonando canti e cori, andando anche in trance. Il visitatore viene invitato a entrare in questi mondi attraverso gli oggetti che aiutano la preghiera, i suoni e le musiche che l’accompagnano. Figurano la statua di Shiva danzante, la ruota che moltiplica i mantra, costruita da due lama,  oggetti in argento provenienti dalla Sinagoga di Casale Monferrato, il culmine dorato di un minareto, fino agli astrolabi per calcolare i tempi annuali della preghiera islamica e all’inginocchiatoio di San Carlo Borromeo.

 

È anche possibile una partecipazione agli stessi riti nella profondità di una multiproiezione avvolgente, curata dal regista Stefano Savona, che ha realizzato due ore circa di filmati negli ultimi mesi in Nepal, Turchia, Etiopia,  Francia e Italia, in cui la preghiera è colta da tre punti di vista diversi e proiettati in uno spazio che avvolge lo spettatore.  Da parte dei curatori della mostra, la storica Lucetta Scaraffia e l’antropologo Franco La Cecla,  è stato individuato un sottile fil rouge che lega gli esseri umani, proprio a partire dalla riflessione sulla preghiera, simbolizzata dalle centinaia di rosari in esposizione; si tratta di uno strumento che i fedeli delle più diverse religioni usano per formulare in maniera ripetitiva la propria devozione, come se si percorresse un circolo. Il rosario è, infatti, presente con più o meno grani nella religione cristiana, nel buddismo, nell’Islam, nell’induismo,  in Asia e in Europa, oltre che in America latina. La mostra è sotto l’Alto patronato dell’Arcivescovo di Torino, monsignor Cesare Nosiglia,  e patrocinata dal Comitato per la Solenne Ostensione della Sindone 2015.

 Mara Martellotta

 

Orari: da martedì a venerdì dalle 9 alle 17.

Sabato,  Domenica e festivi: dalle 9 alle 19.

Lunedì chiuso.

"Scelte da prendere: il futuro del nostro impegno e del Centrodestra"

NUOVA GENE

Un’occasione per tracciare un bilancio dell’anno sociale appena trascorso e per un’analisi e un dibattito su come potrebbe evolversi la situazione politica nei prossimi mesi

 

Venerdì 3 luglio 2015, alle ore 21, presso la Sala Proiezioni della Piazza dei Mestieri 2 (via Jacopo Durandi 10, Torino), si terrà l’incontro conclusivo dell’Anno Associativo 2014-2015 dell’Associazione Nuova Generazione, dal titolo “Scelte da prendere: il futuro del nostro impegno e del Centrodestra”. Interverranno l’On. Massimiliano Salini, Europarlamentare del Gruppo PPE, Valentina Castaldini, Portavoce Nazionale NCD e Consigliera Comunale di Bologna, Silvio Magliano, Vice Presidente Vicario del Consiglio Comunale di Torino, e Giampiero Leo, Componente della Direzione Nazionale NCD. Un’occasione per tracciare un bilancio dell’anno sociale appena trascorso e per un’analisi e un dibattito su come potrebbe evolversi la situazione politica nei prossimi mesi.

 

Per ulteriori informazioni: E-mail info@associazionenuovagenerazione.it – Tel. 011.19821320.

Un semplice click per svelare le frodi ittiche

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Sei sicuro che la cernia o l’orata che hai appena comprato non sia in realtà un pangasio? L’Istituto Zooprofilattico presenta una App che sarà in grado, a partire da una singola foto scattata, di riconoscere la specie di pesce che state acquistando

 

In Italia ogni anno tonnellate di prodotti alimentari vengono sequestrati per un valore economico di oltre mezzo miliardo di euro l’anno. Nell’Unione Europea il pesce è uno dei 10 prodotti maggiormente oggetto di frodi e il 72% degli illeciti sono connessi all’etichettatura e alla tracciabilità. L’Istituto Zooprofilattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta grazie al sostegno della Compagnia di San Paolo e in collaborazione con il Dipartimento di Automatica e Informatica del Politecnico di Torino sta sviluppando una App per smartphone e tablet in grado di riconoscere la specie del pesce in vendita partendo dall’esemplare fotografato. E’ stata presentata ad Agorà in Piazza Castello a Torino con l’obiettivo di fornire ai consumatori informazioni utili per difendersi da alcuni tipi di frodi commerciali. Uno strumento digitale, fruibile in futuro dai consumatori stessi, che permetterà di distinguere specie di pesce pregiate da specie di minore valore commerciale. “Sarà l’occasione spiega Maria Caramelli, Direttore Generale dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Torino – per rendere più consapevoli i cittadini delle problematiche di sicurezza alimentare, danno economico, impatto ambientale ed ecosostenibilità derivanti dalle frodi ittiche”Al termine dell’incontro è stata distribuita gratuitamente ai partecipanti la guida cartacea “OK! Il pesce è giusto”, prodotta in collaborazione con l’ASL TO1 e pensata per aiutare i consumatori nell’acquisto del pesce e tutelarli dai danni economici derivanti dalla sostituzione di specie.

Isis, migranti e crisi europea: come cambiano le nostre democrazie

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LA VERSIONE DI GIUSI / di Giusi La Ganga

 

Oggi ci si trova in un momento decisivo: o si ritrova lo spirito dei fondatori dell’Unione e si rilancia una vera politica comune nelle questioni che contano (sviluppo, immigrazione, energia, sicurezza), cancellando l’immagine ormai consolidata di una burocrazia ottusa, pignola su mille piccole questioni e assente sulle grandi, ovvero ci si avvia verso un lento decadimento

 

L’offensiva dell’Isis e le ricorrenti ondate di terrorismo; l’aggravarsi del fenomeno dei migranti e le reazioni di rigetto presenti in tutta Europa; la crisi greca, con la possibile fuoruscita dall’euro; il difficile rapporto fra U.E. e Russia con tensioni anche militari.   Sono quattro questioni diverse, ma strettamente collegate, che condizionano non solo la vita quotidiana di milioni di famiglie nel vecchio continente, ma determinano effetti di lungo periodo, capaci di cambiare natura e prospettive alle nostre democrazie.

 

E tutte hanno un comune denominatore, che può essere  insieme problema e soluzione: l’Europa.  Dalla nascita dell’Europa dei Sei fino a Maastricht , il processo di unificazione godeva di un vasto consenso popolare e la prospettiva di costruire gli Stati Uniti d’Europa appariva non irrealistica. Certo  l’idea di una politica estera, militare o economica comune non era dappertutto condivisa, ma presto o tardi si pensava che la forza delle cose avrebbe spinto in quella direzione. L’ultimo atto grande di quella politica fu la costruzione dell’Euro, che aveva e ha i limiti che oggi sono ben chiari, ma che costituiva un nobile sforzo, che gettava, per così dire, il cuore oltre l’ostacolo.

 

Da allora in poi, anche grazie ad uno sconsiderato allargamento a 28 membri senza distinguere fra livelli diversi di integrazione, nell’Unione hanno sempre più prevalso logiche burocratiche e interessi nazionali, consumando via via lo slancio ideale delle origini. Oggi ci si trova in un momento decisivo: o si ritrova lo spirito dei fondatori dell’Unione e si rilancia una vera politica comune nelle questioni che contano (sviluppo, immigrazione, energia, sicurezza), cancellando l’immagine ormai consolidata di una burocrazia ottusa, pignola su mille piccole questioni e assente sulle grandi, ovvero ci si avvia verso un lento decadimento sia nella coscienza dei cittadini sia nell’efficacia dell’azione politica.

 

Ma occorre essere consapevoli che non si tornerebbe al già allora fragile equilibrio fra nazioni, ma che ci si inoltrerebbe in un percorso assai rischioso, dove gli effetti della globalizzazione e i mutati equilibri geopolitici del mondo metterebbero  spietatamente a rischio conquiste di benessere e di civiltà, che sembravano acquisite per sempre.La cosa più drammaticamente sconcertante è come i popoli dell’Europa reagiscano in questo frangente difficile. Si illudono di difendere le loro condizioni di vita fortunate con un atteggiamento di chiusura.  Il fatto è che i cambiamenti ti raggiungono anche se ti chiudi a riccio, e così ti colgono più impreparato e incapace di reagire. L’Europa avrebbe bisogno di statisti, capaci di guardare al di là dei sondaggi del momento o dell’interesse di parte. La crisi delle nostre democrazie oggi sta anche in questo.

Chivasso, consulta ambiente da "rivedere"

Il presidente del circolo di Legambiente chivassese ha preso carta e penna e messo a fuoco quello che andrebbe fatto, forte del fatto che sono trascorsi otto mesi dall’ultima riunione

 

CHIVASSOLa Consulta ambientale di Chivasso così non va proprio e deve cambiare passo. Parola di Massimiliano Tantillo. Il presidente del circolo di Legambiente chivassese ha preso carta e penna e messo a fuoco quello che andrebbe fatto, forte del fatto che sono trascorsi otto mesi dall’ultima riunione e, se non ci fossero state due lette che la sua associazione, insieme in un caso a Terrasana, nell’altro al Comitato cittadino “in  Bici a Chivasso” il prossimo incontro sarebbe avvenuto dopo l’estate, nonostante le diverse criticità ambientali che hanno toccato la “città dei nocciolini”, a partire dalla discarica. Di qui la richiesta che la Consulta venga trattata per quello che è, ovvero uno strumento del consiglio comunale, e la proposta che sia inserito nel suo regolamento l’uso della diretta streaming delle sedute. Nel pacchetto delle richieste ci sono anche quelle  di sostanza, oltre che si partecipazione, di essere tenuti al corrente di ogni Conferenza dei Servizi del Comune di Chivasso  e che siano convocate sedute straordinarie per la scrittura di eventuali osservazioni, oltre che la consulta possa lavorare alla definizione del Piano regolatore generale comunale e partecipare alla formazione della nuova Commissione  edilizia.

 

Massimo Iaretti

SanPaolo, sold out per le visite al grattacielo "green"

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grattacielo sanpaolo2Domenica 28 giugno e sabato 18 luglio l’auditorium e i tre piani panoramici della torre progettata dalla Renzo Piano Building Workshop saranno nuovamente aperti al pubblico  Esaurita la disponibilità delle visite accompagnate, che si potevano prenotare esclusivamente online sul sito grattacielointesasanpaolo.com  Quasi 11.000 persone hanno visitato ad oggi il grattacielo

 

Annunciate già in occasione delle precedenti aperture di sabato 6 giugno e domenica 7 giugno, le prossime aperture al pubblico del grattacielo Intesa Sanpaolo, domenica 28 giugno e sabato 18 luglio, hanno fatto sold out nell’arco di pochi giorni. Tutto esaurito, quindi, per le visite accompagnate all’auditorium e ai tre piani panoramici alla sommità della torre, con orario di ingresso il 28 giugno dalle 10:00 alle 20:00, e il 18 luglio dalle 10:00 alle 21:45. Al grattacielo si accede dalla hall di Corso Inghilterra 3, presentando il codice di prenotazione rilasciato dal sito grattacielointesasanpaolo.com, canale unico appositamente realizzato dalla Banca per prenotare la visita. Inaugurato il 10 aprile, nei primi tre giorni di apertura al pubblico e nelle due precedenti giornate di “porte aperte” il grattacielo è stato visitato da quasi 11.000 persone, ma le richieste per salire sulla torre da parte di associazioni e singoli continuano ad arrivare numerose ogni giorno.

 

Tra gli ospiti illustri c’è stato il Presidente Sergio Mattarella, a Torino nei giorni del Salone del Libro. L’auditorium ha inoltre ospitato una serie di eventi, tra cui due appuntamenti musicali del Torino Jazz Festival, concretizzando la volontà originaria di Intesa Sanpaolo di dedicare parte dell’edificio alla fruizione pubblica. Il percorso di visita inizia dall’auditorium, appeso alla parte bassa della torre grazie a una particolare tecnica costruttiva. Dotato di 364 posti a sedere, si trasforma in poco tempo in sala per concerti, sala conferenze o per esposizioni. In circa 30 secondi si raggiungono in ascensore i tre piani finali della torre, dove si trova la serra bioclimatica: un polmone verde collocato in cima a un grattacielo, spazio in genere destinato ai piani VIP, come emblema dell’apertura verso la città.

 

La sosta in serra consente di apprezzare il microclima creato dagli alberi d’alto fusto – acacie, inga, mimose, eucalipti – e dagli arbusti tipici della macchia mediterranea. 2 Le pareti in cristallo della parte alta, con camminamenti lungo tutto il perimetro, offrono una visuale a 360 gradi su Torino, la collina e l’arco alpino circostante, inoltre ci si può affacciare all’esterno dai terrazzi presenti sul lato nord. I visitatori avranno a disposizione una parete multimediale interattiva per conoscere le varie fasi di costruzione, le caratteristiche e l’innovatività architettonica dell’edificio. La torre, progettata dalla Renzo Piano Building Workshop, 38 piani fuori terra, è alta 166,26 metri, poco meno della Mole Antonelliana. È uno degli edifici di grande altezza più ecosostenibili al mondo, come certificherà il protocollo internazionale LEED (Leadership in Energy and Enviromental Design), grazie all’ottimale recupero, controllo e contenimento dei consumi energetici complessivi.

 

(Foto: il Torinese)