ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 644

Ecco come prevenire le amputazioni per cause vascolari

Specialisti di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, riuniti a convegno a Torino, hanno proposto il lancio di una campagna di informazione che coinvolga anche medici di base e pazienti. Si potrebbe evitare il 50% degli interventi, che hanno gravi ricadute psicologiche e generano costi rilevanti per il Servizio Sanitario Nazionale.

 

Lanciare una campagna di informazione sulla prevenzione delle amputazioni per cause vascolari, che solo in Piemonte sono più di 1.000 all’anno (10 mila in tutta Italia), e creare un protocollo diagnostico-terapeutico per consentire una tempestiva individuazione delle ostruzioni delle arterie degli arti inferiori. E’ la proposta fatta dalla “Rete formativa delle Chirurgie vascolari del Nord Ovest” al convegno organizzato venerdì 3 febbraio al Castello del Valentino di Torino.

valentino maiorano

Alla presenza dell’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, chirurghi vascolari, radiologi, interventisti, diabetologi, vulnologi, provenienti da Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, hanno analizzato numeri e criticità e raccolto idee, pareri e ricette che diventeranno materiale per un “corto” da inviare agli addetti ai lavori per condividere con tutti i professionisti (a cominciare dai medici di base) “percorsi di diagnosi e cura”.

“L’arteriosclerosi, questo diffuso e devastante “tumore” tipico della società moderna e industriale – ha detto il professor Claudio Novali, direttore della Divisione di Chirurgia Vascolare dell’ospedale di Cuneo – è la principale causa di morbi-mortalità nella nostra società, se consideriamo il coinvolgimento di cuore, cervello, visceri e arti. Quando le arterie colpite sono quelle degli arti inferiori, i primi sintomi sono la difficoltà alla deambulazione, i crampi, i piedi freddi, fino ad arrivare alla comparsa di lesioni ulcerative o vere e proprie sofferenze dei tessuti periferici (dita dei piedi) causa di necrosi e cancrene”.

“Purtroppo l’esperienza clinica quotidiana – ha proseguito Novali – fa emergere come molti pazienti arrivano a stadi avanzati della malattia senza essere mai stati sottoposti all’esame della pulsazione delle arterie, cioè dei battiti, a livello del piede sul dorso e sullo stinco. Un gesto molto importante specialmente nella popolazione degli ultrasettantenni”. Eppure le arteriopatie ostruttive delle arterie degli arti inferiori (Aocp) sono una importante causa di disabilità che colpisce dal 5 al 8% la popolazione, superando il 20% nei soggetti sopra i 70 anni e con incidenza ancora superiore quando associata a diabete, obesità, ipercolesterolemia e fumo.

Ecco dunque l’appello a una maggiore formazione e informazione su questa patologia, spesso ignorata o sottovalutata da istituzioni e media. “Delle oltre 1000 amputazioni che nel 2016 si sono effettuate nei reparti di Chirurgia Vascolare del Piemonte – ha concluso Novali – oltre il 50% potevano essere evitate con diagnosi precoci. Gli interventi hanno gravi ricadute psicologiche sugli ammalati, e sui loro familiari, ma non si possono ignorare anche le conseguenze economiche per il servizio socio-sanitario. Solo in Piemonte si potrebbero risparmiare alcuni milioni di euro.

 

Linea di confine, spigolature di vita e storie torinesi

di Pier Franco Quaglieni * 

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quaglieni….Settimo Torinese non ce l’ha fatta. Capitale italiana della cultura 2018 sarà Palermo. Non poteva accadere diversamente. Ma è stato importante che Settimo si sia piazzata tra le dieci città finaliste , forse l’unica che non abbia ricordi storico-artistici  importanti come Recanati, Trento , Ercolano, Aquileia, ad esempio. Il riconoscimento , per altro, è un premio non alla “città più bella e ricca di storia”, ma alle sue capacità di progetto in campo culturale. In questo senso, non appare così scontata la supremazia di Palermo che ha invece  vantato soprattutto il fatto di essere “una delle capitali del Mediterraneo, espressione delle diverse culture che dialogano con il mondo arabo”. Infatti il suo progetto non è affatto entusiasmante, come non può esserlo il suo sindaco, persona , umanamente  anche simpatica (che ho conosciuto in settimo stemmaconvegni siciliani  su Giovanni Gentile),ma politicamente piuttosto datata, sia pure- a scanso di equivoci- mille volte meglio di Ciancimino e di quasi tutti gli altri sindaci, esclusa l’unica donna-sindaco, Elda Pucci. Settimo – e non altre città del Piemonte- si è classificata tra le prime dieci. Un motivo di riflessione per tanti sindaci  del Piemonte. Settimo, periferia di Torino e città post-industriale, non avrebbe, in passato, mai potuto ambire a questo risultato. Un mio compagno di scuola che lì viveva, una volta mi disse, tra il serio e il faceto, che a Settimo c’è spesso la nebbia perché la città, per pudore ,tende a nascondere la sua bruttezza.  Invece è riuscita a primeggiare . C’è da domandarsi il perché. Le sue attività culturali sono diventate via via sempre più vivaci ed attrattive ,anche se ritengo che la perla sia la sua biblioteca che ha avuto un direttore fuori ordinanza come Eugenio Pintore. Anni fa una docente dell’Università del Piemonte Orientale che non aveva mai letto il famoso libro di Julien Benda “Il tradimento dei chierici”-pare incredibile,ma è così- cercava quel libro e me lo chiese in prestito. Nel timore che il libro, con una preziosa annotazione di Bobbio ,non tornasse indietro,mi attivai per segnalarle dove l’avrebbe  potuto richiedere. L’unica palermo 1biblioteca che lo possedeva era quella di Settimo Torinese. Fu una piacevole sorpresa, poi capii cos’era quella straordinaria biblioteca, epicentro e motore della cultura non effimera a Settimo e non solo. Se la città si è piazzata tra i primi dieci, credo lo debba soprattutto alla sua biblioteca.

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…. Il breve discorso del presidente del consiglio comunale di Torino Fabio Versaci, trentenne pentastellato , in occasione della Giornata della Memoria, è stato considerato “imbarazzante”. L’ho risentito in video ed ho provato rispetto nei suoi sala ROSSAconfronti,non foss’altro perché non si è rivolto agli uffici e non ha letto il solito testo paludato. Ha parlato della sua esperienza di studente che visitò un campo di sterminio.  Certo ,Versaci riflette una scuola che non insegna la storia,ma a me,francamente, sembrano più imbarazzanti quei politici che si fanno scrivere tutto e leggono spesso anche malamente. Lo attendo il 10 febbraio al Giorno del ricordo delle foibe. A quello interverrò personalmente e lo ascolterò con interesse. Temo molto che la scuola che ha frequentato non gli abbia mai parlato di foibe e di esodo.

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….Il quartiere San Salvario si è scoperto improvvisamente periferia di Torino, salvario notteabbandonato alle mani della microcriminalità. Abbiamo sentito dire per anni che San Salvario aveva imboccato la strada giusta con la movida che rende la vita difficile ai residenti.  Io conosco degli intellettuali che hanno scelto quel quartiere  per risiedervi, in quanto ,ovviamente, multietnico.  Una moda cretina che camuffa forse anche l’idea molto più banale di comprarsi casa a costo più basso. I veri intellettuali radical-chic restano infatti nei loro palazzi nel centro cittadino o magari in zona precollinare dove non vogliono i profughi in via Asti,pur invocando l’accoglienza di tutti, senza eccezioni,purché restino distanti da dove risiedono lor signori.La realtà di San Salvario-salvo qualche isolato verso corso Vittorio o dopo corso Marconi- è che il quartiere  non è migliorato affatto:alla malavita,alla sporcizia,alla prostituzione e alla droga, ha aggiunto anche la movida. L’insicurezza dei cittadini è palpabile,ma nessuno agisce di conseguenza. Lo scorso anno mi hanno invitato a parlare presso i locali della biblioteca di quartiere della storia di San Salvario: è stata un’esperienza tragicomica  confrontare il passato,certo non molto significativo,ma borghesemente decoroso,con un presente ,a dir poco, problematico ,di fronte a quattro gatti di uditori.

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….I ristoranti torinesi sono in decadenza. Certamente è causa della crisi, ma anche del decadimento del gusto. Già tanti anni fa Mario Soldati, il primo scopritore della cultura del cibo tanto prima di Carlin Petrini, mi diceva che per mangiare bene bisognava andare in provincia. Amava la locanda della Posta di Cavour dove  da almeno calamaro-pesce-cibotre generazioni tengono alto il nome del ristorante preferito da Giolitti. A Torino mal si adattava. Se oggi rivivesse,Mario si troverebbe spiazzato.  Ho preso in un uno dei pochi ristoranti dove continuo ad andare, malgrado la dieta ferrea che mi sono imposto, una pessima guida edita a scopo pubblicitario da un quotidiano per palati non proprio sopraffini. Mi sono trovato tra proposte sconvolgenti,alla ricerca di ricette bislacche che puntano solo sull’inventiva di cuochi  un po’ velleitari e saccenti che sgomitano per far parlare di sé. Gente che cerca la visibilità più che i risultati in cucina dove si deve faticare in silenzio. I veri esperti gastronomi  ci sono ed il migliore è indiscutibilmente Luca Ferrua ,l’unico degno di Soldati ed anche del dimenticato Sandro Doglio, il gentiluomo di campagna per antonomasia che sapeva apprezzare gli antichi e semplici sapori di un tempo. Ma la cucina torinese non offre più le delizie  di un tempo. Oggi si assiste  a Torino all’imbastardimento di tutto, persino di quella cucina toscana che sotto la Mole  aveva i suoi templi, ormai chiusi da vinolento-3anni, come il” Firenze”, le” Duchesse”, la “Cittadella” prima versione ,il ” Mon Ami” dove si gustava un “paglia e fieno” che non ho più potuto assaporare. L’altra sera ho mangiato una ribollita che quasi sicuramente proveniva da una scatola. Un orrore. Edoardo Ballone un tempo fu giudice, non sempre imparziale, di buoni locali, ma allora era facile promuovere perché i buoni locali c’erano: i” Due Lampioni”, “la Vecchia Lanterna”,” il “Rendez- Vous” e parecchi altri. Resiste solo il” Vintage 1997″, erede del mitico “Tiffany” dove andavo a cena con Spadolini ( e Giulio Einaudi ci offriva una bottiglia del suo dolcetto) e lo storico “Gatto Nero” che resiste al tempo che logora. Non c’è più un ristorante di pesce che valga la pena, per non dire dei ristoranti cinesi. La vecchia birreria” Mazzini” (dove andavano a cena comunisti e liberali “progressisti” e dove c’era una celebre  pasta e fagioli) ha chiuso da tempo i battenti. Certi locali storici dove andavano ex partigiani e intellettuali di sinistra, come l’”Osvaldo” di via Mercanti ,come il ristorante dell’albergo Canelli dove si davano appuntamento gli uomini del CLN piemontese(ricordati in una lapide sicuramente scomparsa) hanno abbassato da tempo le saracinesche.  Si dovrebbe parlare anche del  modo di accogliere i clienti, del SALAME PIEMONTE VINO CIBOservizio a tavola, dell’arredamento e di tanti altri aspetti che rendono gradevole un ristorante o anche solo una trattoria: oggi la linea   di demarcazione  non è così netta, forse neppure nei prezzi. I camerieri torinesi non conoscono le lingue ed è raro un menu bilingue. Se si pensa che Torino si vanta di essere una città turistica, nella ristorazione forse è davvero riuscita a diventare “turistica” nel senso deteriore. A Firenze, a Roma, a Bologna, a Palermo ,ad esempio, io riesco ancora a distinguere il turistico da evitare dal tipico da conoscere. A Torino è diventato quasi impossibile. Di poco turistico ,nel senso migliore della parola, i locali torinesi hanno le chiusure la domenica, nel mese di agosto e nel periodo di Natale.  Cosa direbbe Soldati oggi ? Posso immaginarlo, ma non lo scrivo. Il nuovo che avanza, non riesco ad apprezzarlo e forse sono io che sbaglio.

*direttore del Centro Pannunzio

Parkinson, nasce il Centro di riferimento regionale

medico sanitaPer la malattia e i disturbi del movimento della Città della Salute di Torino

Nasce il Centro di riferimento regionale esperto di terzo livello per la malattia di Parkinson e i disturbi del movimento dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretto dal professor Leonardo Lopiano). Un’iniziativa fortemente voluta dall’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta e dalla Direzione aziendale (Gian Paolo Zanetta) per dare risposta ad un bisogno crescente nei confronti di una patologia in rapido aumento. La malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa più comune dopo la malattia di Alzheimer. E’ una malattia cronico-progressiva che può provocare una significativa disabilità motoria. La prevalenza è di circa 0,3% nella popolazione generale e circa l’1% nei soggetti di età superiore ai 60 anni. Colpisce in Italia circa 250.000 persone, numero destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni dal momento che ogni anno si registrano circa 6.000 nuovi casi, con un’incidenza da 1,5 a 2 volte maggiore negli uomini rispetto alle donne. Si calcola che in Piemonte vi siano 15-20.000 pazienti e che questo numero sia destinato ad aumentare nei prossimi anni a causa dell’aumento della spettanza di vita media. La malattia è infatti più frequente in età avanzata, ma esiste anche una significativa incidenza di casi ad esordio precoce e, più raramente, giovanile con molti pazienti ancora in età lavorativa. La malattia di Parkinson provoca pesanti ripercussioni sulla qualità di vita di migliaia di famiglie, soprattutto perchè non esiste ancora una cura definitiva della malattia.

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Appare pertanto fondamentale mettere in atto modelli terapeutico-gestionali appropriati e sostenibili per ottimizzare il trattamento dei pazienti. La regione Piemonte si propone come regione leader in questo ambito in accordo con il recente Piano Nazionale Cronicità che prevede l’istituzione di Centri Parkinson altamente qualificati.

“Credo fermamente nella necessità di creare un Centro di riferimento per la malattia di Parkinson in Piemonte, anche perché le stime degli esperti ci dicono che il numero dei pazienti colpiti è destinato a raddoppiare nei prossimi 15 anni – sottolinea l’Assessore regionale alla Sanità Antonio Saitta -. La Città della Salute è nei fatti e già da tempo il luogo ideale per ospitare il Centro, per l’attività già intrapresa negli ultimi anni e per le elevate professionalità di cui dispone. Proprio lunedì, nel corso dell’ultima seduta di Giunta regionale, abbiamo approvato la delibera che istituisce la Struttura, che si occuperà delle cure ma anche della ricerca. La Regione Piemonte ha voluto anche fornire i nuovi indirizzi per la presa in carico dei malati”.

Il Centro svolge attività ambulatoriali, di Day Hospital, di Week Hospital e di degenza ordinaria dalla diagnosi fino alle terapie più avanzate ed ha ampliato le proprie competenze estendendole all’intero ambito dei disturbi di movimento (parkinsoniani degenerativi atipici, tremori, distonie, mioclonie, atassie e coree). Il Centro regionale utilizzerà spazi ambulatoriali dedicati e letti di degenza per la gestione di pazienti ad alta complessità, soprattutto in fase avanzata di malattia. Svolge inoltre un’intensa attività di ricerca sulla malattia di Parkinson e sui disturbi del movimento promuovendo oppure partecipando attivamente a numerosi progetti di ricerca nazionali ed internazionali.

L’attività ambulatoriale riguarda tutti i Disturbi del movimento (m. di Parkinson, parkinsonismi, sanitadistonie focali e generalizzate, tremori, ipercinesie), i pazienti sottoposti a terapie interventistiche (Stimolazione Cerebrale Profonda, infusione intestinale di levodopa tramite PEG) ed il trattamento con tossina botulinica delle distonie focali. I pazienti parkinsoniani afferenti al Centro sono circa 1.500, mentre i pazienti distonici che eseguono la terapia con tossina botulinica sono circa 300. I ricoveri in Week-Hospital riguardano pazienti per i quali è necessario un iter diagnostico più complesso e pazienti in fase avanzata che necessitano di una revisione terapeutica; inoltre pazienti da selezionare per le terapie interventistiche e pazienti che eseguono il follow-up. I ricoveri in W-H riguardano spesso pazienti provenienti da tutta la regione Piemonte e da altre regioni. I ricoveri in Degenza Ordinaria riguardano casi ad elevata complessità (pazienti in fase molto avanzata con rilevante comorbilità e disabilità motoria-cognitiva). I neurologi del Centro continueranno inoltre a svolgere l’attività di monitoraggio intra-operatorio durante gli interventi di Neurochirurgia Stereotassica, eseguiti dal professor Michele Lanotte, altro fiore all’occhiello dell’Azienda e della regione.

Il Centro di riferimento avrà il compito di ottimizzare il percorso diagnostico-terapeutico-riabilitativo LETTO OSPEDALEmultidisciplinare dei pazienti all’interno della Città della Salute, tramite protocolli che riguardano l’interazione con le numerose Strutture che intervengono nella gestione del paziente parkinsoniano. L’interazione con altre Strutture riguarda la diagnosi (Medicina Nucleare, Radiologia, Genetica Medica, Medicina Interna, Neuropsicologia), il trattamento (Medicina Fisica e Riabilitazione, Dietetica e Nutrizione Clinica, Otorinolaringoiatria – Foniatria, Medicina del Sonno, Terapia del Dolore, Neuro-Urologia, Psichiatria) e le terapie della fase avanzata (Neurochirurgia Stereotassica Oncologica e Funzionale per gli interventi di Stimolazione Cerebrale Profonda, Chirurgia Generale ed Endoscopia Digestiva per il trattamento con infusione intestinale di levodopa tramite PEG). Tale interazione riflette la complessità della malattia di Parkinson, che durante la sua progressione porta all’insorgenza di numerosi sintomi motori e non-motori.

sant'anna ospedaliIl Centro ha inoltre l’obiettivo di sviluppare un funzionamento a rete con gli altri Ambulatori Parkinson della regione e con il territorio fino al domicilio dei pazienti e si propone pertanto come riferimento per l’attuazione di percorsi diagnostico-terapeutici-riabilitativi anche in ambito territoriale e regionale. A tal proposito, in accordo con le esigenze dell’Assessorato alla Sanità e della Direzione aziendale, verranno avviati l’aggiornamento dei percorsi (PDTA) e l’attuazione della Rete regionale Parkinson.Un altro aspetto rilevante riguarda l’attività di ricerca ed i trials clinici: il Centro potrà attrarre un maggior numero di fondi per la ricerca clinica applicata e coordinare progetti regionali.

Un ultimo ma ancora più importante aspetto sarà l’interazione con le Associazioni dei pazienti, sempre più impegnate in prima linea nella gestione della malattia. Recentemente tutte le Associazioni della regione Piemonte si sono unite in un modello a rete ed ora avranno un Centro di riferimento con il quale interagire e migliorare l’assistenza del paziente parkinsoniano in tutto il Piemonte.

 

Lufthansa Group a Torino da oltre 45 anni

E’ una lunga storia quella tra il Gruppo Lufthansa e Torino, una città in continua evoluzione che deve la sua crescita, in parte, anche al contributo del Gruppo tedesco. Questi 46 anni (il primo collegamento infatti risale al 1 aprile 1971, con il volo Torino-Francoforte) hanno visto svilupparsi parallelamente Lufthansa – assieme alla consociata Air Dolomiti  e a Brussels Airlines –  e allo stesso tempo il traffico verso il Piemonte e conseguentemente la sua economia.
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Con i suoi 65 voli settimanali da Torino verso Francoforte, Monaco e Bruxelles e un traffico pari a 371.000 passeggeri trasportati nel 2016 da e per i rispettivi hub,  il Gruppo Lufthansa (a Torino presente con Air Dolomiti, Brussels Airlines e Lufthansa) ha facilitato l’integrazione della città di Torino e della  regione in Europa e nel mondo ponendole al centro  degli scenari economici mondiali; allo stesso tempo il Gruppo Lufthansa ha favorito, grazie al traffico incoming, lo sviluppo del turismo e la produzione di ricchezza locale. Un recente studio commissionato dal Gruppo a Sociometrica, società di ricerca e consulenza strategica, ha analizzato l’influenza delle compagnie del Gruppo sulla capacità di produrre reddito nel capoluogo sabaudo, impatto che deriva dalla spesa nella regione dei passeggeri trasportati.

lufthansaNel caso del Gruppo Lufthansa abbiamo un valore di quasi 4.000 posti di lavoro equivalenti creati a Torino e in Piemonte dalla sua attività di trasporto.  Moltiplicando, infatti, i giorni di permanenza media dei passeggeri in arrivo a Torino con la spesa media giornaliera, si genera una spesa totale di 131 milioni di euro. Da questo dato è poi possibile stimare il numero di posti di lavoro equivalenti generati* (cioè l’ammontare di spesa alla cui domanda di beni e servizi corrisponde il lavoro medio di una persona), che nel caso del Gruppo Lufthansa a Torino è di 3.700 unità. Se invece si pensa al traffico outgoing lo studio ha dimostrato come, per le grandi imprese torinesi, la presenza del network del Gruppo Lufthansa sia vitale: senza un sistema di trasporti aerei efficiente sarebbe molto difficile per un’impresa multinazionale sviluppare le proprie attività, mantenere i collegamenti con i molti stabilimenti distribuiti nel mondo, in una parola prender parte al grande processo di globalizzazione dell’economia mondiale. In effetti, anche l’analisi delle principali destinazioni dei passeggeri del Gruppo Lufthansa in partenza da Torino conferma una generale coincidenza con la rete industriale di molte imprese piemontesi, in particolare del settore automotive: al primo posto, naturalmente, c’è la Germania, al secondo posto ci sono gli Stati Uniti, e al terzo la Polonia seguita dalla Cina.  Se si osservano le destinazioni poi, le prime due in partenza da Torino sono Francoforte e Monaco, ma già al terzo posto c’è Cracovia, poi New York seguita da  Shanghai e a seguire tre destinazioni americane, Los Angeles, Detroit e San Francisco. Al decimo posto c’è San AEREOPaolo del Brasile. Anche in questa graduatoria diventa evidente il legame dei collegamenti con l’attività delle imprese torinesi e piemontesi.

“La nostra presenza oggi a Torino dimostra il nostro impegno nei confronti del mercato italiano, paese in Europa dove serviamo il maggior numero di destinazioni – e nello specifico di Torino e del suo territorio. Oggi Lufthansa, insieme a Air Dolomiti e a  Brussels Airlines, è il network carrier principale dello scalo piemontese, offrendo ai passeggeri ottimi collegamenti verso gli hub di Francoforte, Monaco e Bruxelles e, da lì, verso oltre 250 destinazioni del mondo – commenta Steffen Weinstok, Senior Director Sales Italy & Malta Lufthansa Group – Tra i nostri principali clienti nella regione  ci sono circa 500 aziende, di differenti  dimensioni e settori di appartenenza, tutte accomunate dalla necessità di raggiungere comodamente diverse zone del mondo. Chi viaggia per affari sceglie i nostri voli per il nostro vasto network e gli ottimi collegamenti ma anche perché siamo in grado di offrire orari comodi per i trasferimenti di lavoro in giornata – aggiunge – Inoltre, grazie alle nostre joint venture in Asia e Nord America, offriamo un grande numero di destinazioni e servizi integrati nei più importanti mercati intercontinentali del mondo, garantendo così ulteriori vantaggi per i passeggeri” conclude.
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Ma il Gruppo Lufthansa non è solo il vettore di riferimento per il traffico business: l’esteso network, infatti, offre numerose destinazioni turistiche nei paradisi tropicali più belli del mondo facilmente raggiungibili da Torino, via Francoforte, a prezzi interessanti: Panama, Cancun, Maldive, Nairobi, Mauritius sono solo alcuni esempi di come sia variegata l’offerta di voli del Gruppo.

Il Gruppo Lufthansa è rinomato per la sua affidabilità e per il suo prodotto di qualità sia a terra che a bordo, risultando ideale per i passeggeri in viaggio per affari e per piacere. Lufthansa garantisce qualità di servizio in ogni classe di viaggio (First Class, Business Class, Premium Economy Class e Economy Class), con un ricco programma di Inflight Entertainment che prevede film in prima visione con un’ampia scelta in lingua italiana, canali radio internazionali e un’ampia offerta di programmi TV, oltre ad un vasto assortimento di cibi e bevande che rendono ancora più piacevole casellela permanenza a bordo. Inoltre, grazie a Flynet, la connessione Internet di Lufthansa sopra le nuvole, è possibile rimanere sempre collegati con i propri famigliari e amici anche in volo, non solo sulle tratte intercontinentali ma anche sui voli a corto e medio raggio (in graduale implementazione su tutta la flotta a corto e medio raggio) Il settore è in continua evoluzione e il Gruppo Lufthansa vuole rispondere tempestivamente ai cambiamenti, con soluzioni e proposte in linea con le richieste del mercato. Ne sono un esempio la Nuova Eurowings, così come il programma di ricerca sulla sostenibilità ambientale implementato dal Gruppo. In questa direzione vanno anche  gli ingenti investimenti di rinnovamento della flotta che hanno portato all’introduzione dell’A320neo e dell’A350-900, presentato oggi a Francoforte.

* Da analisi svolte dal CER sull’economia italiana, si è calcolato che il costo medio per unità di lavoro nel settore dell’ospitalità è di 34mila su base annua

Coop Drive, fai la spesa online e la ritiri in auto

Il Presidente Nova Coop Dalle Rive: “Il futuro non è l’h24, ma innovare l’offerta”

 

Se è vero che il tempo è denaro, è altrettanto vero che rappresenta lo spazio della vita quotidiana nella sua totalità: casa, affetti, lavoro, momenti per se stessi e per gli altri. Nova Coop inaugura “Coop Drive”, il nuovo servizio che consente in qualunque momento di ordinare la spesa online e andare a ritirarla comodamente in automobile ad un apposito punto di ritiro, senza fatica e scegliendo l’orario più comodo.

COOPDRIVE

Il servizio è completamente gratuito e parte oggi presso l’Ipercoop di Beinasco (To). Per usufruirne basta collegarsi al sito “La Spesa che Non Pesa” (www.laspesachenonpesa.itda pc, cellulare o tablet. Dopo aver registrato le proprie credenziali, è possibile munirsi del carrello virtuale in cui caricare la spesa, con tutta la garanzia della qualità e convenienza dei punti vendita Nova Coop. Scegliere è semplice: il menu consente di cercare i prodotti selezionando le diverse categorie merceologiche o inserendo una parola chiave nel motore di ricerca. È possibile ordinare i prodotti anche in base al prezzo o alle promozioni attive al momento. In qualunque fase, prima di aver completato l’ordine, il sistema permette di modificare il proprio carrello.

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Una volta ultimata la spesa, basterà scegliere l’orario in cui andare a ritirarla (il servizio è garantito già dopo due ore ed è attivo dalle 8.30 alle 20.30, sette giorni su sette) oltre alla modalità di pagamento, che potrà essere effettuato subito online o al momento del ritiro.Il portale offre più di dieci mila tipologie di prodotti delle principali marche (comprese naturalmente tutte le linee Coop), che abbracciano la quasi totalità della gamma offerta in ipermercato. Dai prodotti alimentari confezionati, inclusi i Freschi e Freschissimi (ortofrutta, carni rosse e bianche, panetteria e pasticceria, ma anche latticini e surgelati), a tutto il necessario per la cura della persona e la pulizia della casa. In futuro il servizio si arricchirà anche della gastronomia preincartata e dei prodotti ittici freschi.

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«Quello di Beinasco è il primo Drive che inauguriamo e non a caso lo facciamo in uno dei punti vendita più importanti di tutta la rete Nova Coop – sottolinea Ernesto Dalle Rive, Presidente di Nova Coop – Testeremo il gradimento da parte dei clienti con l’obiettivo di estendere il servizio su tutto il territorio piemontese. Entro l’anno attiveremo un secondo Drive in una zona semicentrale di Torino, che non sarà agganciato a un ipermercato esistente ma completamente autonomo, e lanceremo la consegna a domicilio. Parallelamente confermiamo tutti gli investimenti già annunciati su Torino e Vercelli e abbiamo in progetto almeno sei nuove aperture nei prossimi anni tra Torino, Ivrea, Giaveno e Asti. Il futuro però è nella capacità di integrare il negozio reale con un’offerta online presidiata di persona. L’epoca dei grandi ipermercati è finita e, nel rispetto dei nostri dipendenti, non crediamo che la soluzione sia introdurre aperture h24. Le parole chiave per noi sono “qualificare” e “innovare”, le politiche dell’offerta e il rapporto con il consumatore».

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la scelta dell’Ipercoop di Beinasco come sede del primo Coop Drive arriva da lontano. Uno dei centri commerciali più performanti della rete, un ipermercato  posto in un centro commerciale con oltre 4 milioni di visitatori annui e un presidio soci di oltre 65.000 soci. Un punto vendita da sempre strategico per la sua posizione, che raccoglie i quartieri più popolosi di Torino Sud e molti insediamenti industriali e di servizi, e che si trova alla confluenza di strade ad alto traffico, in particolare la Tangenziale Sud. «Siamo il 3° punto vendita di Nova Coop in termini di fatturato in Piemonte e il secondo a Torino, con oltre 1,5 milioni di scontrini all’anno – sottolinea Roberto Patrucco, direttore Ipercoop Beinasco – Al nuovo Drive abbiamo dedicato un team di lavoro composta da sette persone e abbiamo importanti aspettative su questo servizio, che siamo certi sarà molto utile per venire incontro alle esigenze dei nostri clienti. Delegare a qualcun altro la propria spesa richiede fiducia e noi faremo in modo di meritarla sempre: “Fare la spesa come fosse la nostra” è il motto del team di Coop Drive». 

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«Ci sono molti nuovi stili di vita a cui rispondere e il servizio drive nasce in questa ottica  spiega Antonio Bongiovanni, dirigente Prodotto e New Business Nova Coop  – In Italia questo servizio è ancora agli albori, ma in Francia dove è stato lanciato più di 15 anni fa e dove oggi i drive sono più di 2400, ha un peso del 4% sul fatturato della grande distribuzione. Ad incidere di più sono i prodotti pesanti, che il ritiro in automobile rende molto meno faticoso acquistare».

 

Crai e Lions: «Con la spesa pensa ai bambini bisognosi»

supermercato 2L’appuntamento è per il 4 febbraio. Per tutto il giorno volontari Lions saranno presenti presso i punti vendita della catena Crai che hanno aderito all’iniziativa per raccogliere alimenti e prodotti per la prima infanzia donati dai clienti.

 

Riconoscibili dai loro giubbotti gialli, i volontari della più grande Associazione di servizio del mondo consegneranno ai clienti in ingresso un sacchetto con marchio Lions e un volantino con le indicazioni dei prodotti da acquistare per essere donati.
LIONSIl materiale raccolto sarà poi fornito alle varie sedi della Caritas, all’Associazione U.L.AO.P. Onlus e ad altri enti caritatevoli certificati e dichiarati in anticipo, in modo da garantire la tracciabilità del flusso di ridistribuzione alle famiglie bisognose.

 

«L’iniziativa – spiega Gabriella Gastaldi, Governatore del Distretto 108 Ia1, che comprende gran parte del Piemonte e la Valle d’Aosta – s’inserisce nell’ambito del service “Alleviare la fame”, che non solo figura tra i principali campi di azione dei Lions di tutto il mondo, ma rappresenta una delle quattro macro-aree di intervento delle celebrazioni del Centenario della nostra Associazione, che ricorre proprio quest’anno».

 

«In un momento come questo, in cui la crisi economica non dà tregua, la disoccupazione imperversa e lions zanpovertà e fame stanno mettendo in ginocchio tantissime famiglie, è di estrema importanza per noi Lions metterci a disposizione della comunità e aiutare le persone in difficoltà ad alleviare le loro sofferenze. Per questo motivo – precisa Gastaldi – nella giornata del 4 febbraio abbiamo organizzato in tutti i Comuni italiani iniziative di raccolta di alimenti e prodotti per l’infanzia da destinare a famiglie in stato di bisogno con bambini piccoli».
«”We serve”, “Noi serviamo”, è il nostro motto. Da 100 anni siamo al servizio della nostra comunità. In questo primo nostro secolo di vita abbiamo contribuito con dedizione allo sviluppo e al benessere di milioni di persone in tutto il mondo. E oggi più che mai c’è bisogno del nostro impegno», conclude il Governatore. 

 

 

Quaglia nuovo presidente della Fondazione Crt

crtE’ Giovanni Quaglia è il nuovo presidente della Fondazione Crt, nominato oggi dal  Consiglio di Indirizzo che lo ha votato all’unanimità. Succede ad Antonio Maria Marocco. Cuneese, classe 1947, è laureato in Lettere e docente di Economia e Direzione delle Imprese presso l’Università degli Studi di Torino, con esperienza al vertice di società, enti, istituzioni, associazioni culturali e organizzazioni non profit. È stato consigliere di amministrazione di Unicredit fino al 2015. La Fondazione  ha attuato oltre 37.000 interventi per il welfare, la salvaguardia del territorio, l’arte, la cultura, la ricerca, l’istruzione e l’innovazione.
   

Professione volontario: da Infine Onlus formazione e servizi

A Torino Infine Onlus forma 30 volontari da inserire nel progetto Prendi l’Alzheimer per mano

Infine Onlus opera a Torino dal 2014 con progetti di assistenza alle famiglie che devono prendersi cura di malati di demenza con un approccio che considera il sostegno ai caregiver della stessa importanza delle terapie per i malati. Con la stessa visione globale Infine Onlus affronta la relazione con i volontari che sono i protagonisti delle attività di assistenza. Il volontario Infine Onlus viene accolto in una comunità creata per fornirgli tutti gli strumenti utili per affrontare la missione di cura che gli viene affidata.

infine merenda

Fa parte della filosofia di Infine Onlus creare per tutte le iniziative che propone gruppi di lavoro in cui la consapevolezza della missione deve essere accompagnata da attività di approfondimento, ricerca e condivisione spiega Marina Sozzi Presidente di Infine Onlus – Ed è con questo spirito che con i nostri volontari lavoriamo anche per dare occasioni di perfezionamento e sviluppo al loro impegno sociale che non è improvvisato: non sono angeli, sono professionisti”.

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I trenta volontari che Infine ricerca per ampliare i suoi servizi devono essere maggiorenni, con una disponibilità di tempo costante e puntuale di due ore la settimana, da dedicare al sostegno delle famiglie indicate dalle ASL come bisognose di assistenza con attività di aiuto a casa che permettano ai caregiver di prendersi una pausa personale allontanandosi dal malato.Il team di Infine Onlus formato da coordinatori, psicologi, formatori, dopo un colloquio attitudinale avvia un corso di 36 ore per preparare i candidati con nozioni mediche sulla la demenza e l’Alzheimer, sulla comprensione e la gestione della malattia da un punto di vista psicologico, sulle tecniche di stimolazione cognitiva, ma anche con attività volte a preparare il volontario a gestire gli stress a cui è sottoposto, dalla gestione delle emozioni alle nozioni di primo soccorso.Prima di conseguire l’attestato di partecipazione i volontari possono ancora praticare le tecniche acquisite nell’Alzheimer Caffè di Via Luserna 8 a Torino e nei gruppi attivi nella sede di Infine Onlus.Terminato il tirocinio è la coordinatrice delle famiglie che accompagna il volontario dalla famiglia per costruire insieme le modalità di intervento. Per Infine Onlus è importante che i volontari e le famiglie si trovino a loro agio insieme e quindi l’impegno è volto a cercare il “giusto volontario con la giusta famiglia”. Il volontario, dopo l’inserimento, instaura un rapporto diretto con la famiglia che gli permette di concordare orari, giorni, occasioni per vedersi ed essere di aiuto, ma può per qualsiasi evenienza confrontarsi con la coordinatrice, lo psicologo o la responsabile dei volontari in sede.

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Una volta al mese i volontari si ritrovano con il coordinatore e lo psicologo che supervisiona il progetto per confrontarsi e condividere le varie esperienze ed esigenze.

Ai volontari viene offerta la tessera associativa di Infine Onlus con i seguenti benefit:

 

ingresso gratuito a tutte le iniziative di Infine Onlus e accesso alla biblioteca

sconto del 10% presso la libreria “Fontana” di Via S. Francesco d’assisi, 18

 

Ogni venerdì pomeriggio presso la sede di infine Onlus c’è la “merenda del volontario”: uno spazio di incontro dove è possibile conoscere lo staff di Infine Onlus, la sede e porre tutte le domande sulle modalità di volontariato. Chi vuole diventare volontario Infine Onlus può compilare il form sul sito www.infine.it

Turismo Halal friendly? Sotto la Mole diventerà realtà

islam modaQuali accorgimenti per un hotel o un ristorante “su misura” per il turista di religione islamica? Il tema del turismo ‘halal friendly’ è stato materia di dibattito per gli operatori del settore, nell’incontro promosso da Comune, Università e Turismo Torino in vista del terzo Forum della Finanza Islamica in programma il 6 e 7 marzo nella nostra città.  Sono necessari cibi che Bianconerispettino i divieti, una copia del Corano nel comodino, frigobar senza alcolici e Tv senza canali per adulti. Oltre a  prodotti per il corpo certificati halal, indicazione delle sale di preghiera  vicine e della Mecca per il momento della preghiera. “Sotto la Mole non abbiamo ancora alberghi o ristoranti ‘halal friendly’ – dice Paolo Pietro Biancone, esperto di finanza islamica dell’Università, (nella foto a sinistra, che i nostri lettori conoscono poiché tiene una rubrica sui temi economici  qui sul “Torinese” – ndr) -. Si tratta di un turismo di alta gamma ed è quindi  importante capire che rappresenta un’opportunità per gli operatori. Inoltre l’accoglienza halal non penalizza il cliente tradizionale”.

EXODOS – una mostra fotografica per parlare di profughi

exod5Dal 24 gennaio al 24 febbraio, presso la Sala Mostre del Palazzo della Regione Piemonte, in piazza Castello 165 a Torino, dalle 10 alle 18, con ingresso libero, la mostra “EXODOS – rotte migratorie, storie di persone, arrivi, inclusione” sarà il contenitore per approfondire il tema dei migranti, dall’accoglienza ai servizi di inclusione sociale e lavorativa. La mostra, realizzata dall’Associazione Allievi del Master in Giornalismo “Giorgio Bocca”, si avvale delle immagini di 12 fotografi e video maker e documenta il exod siccardiviaggio dei profughi dai campi di raccolta fino alla situazione in Piemonte. Immagini impattanti ma anche un ricco programma di incontri, di testimonianze, di riflessioni e di workshop.Le immagini sono di Marco Alpozzi, Mauro Donato, Max Ferrero, Mirko Isaia, Giulio Lapone, Matteo Montaldo, Giorgio Perottino, Andreja Restek, Paolo Siccardi e Stefano Stranges, mentre i video sono di Stefano Bertolino e Cosimo Caridi. L’obiettivo del progetto è quello di fornire un punto di vista sulla crisi dei migranti, un punto di vista sfaccettato e multiforme, tanti sono gli autori impegnati in questo reportage collettivo; raccontare il «volto umano» della crisi dei migranti exodpartendo dalle persone, dagli sguardi, dalle storie; valorizzare quanto costruito in questi anni dai nostri territori sul tema dell’accoglienza e dell’integrazione. Le foto e i video sono stati realizzati tra il 2014 e il 2016 in alcuni dei momenti e dei luoghi più drammatici dell’emergenza profughi, come le isole di Lesbo e Kos, la frontiera di Idomeni, la giungla di Calais, ma anche i Balzi Rossi vicino a Ventimiglia o il mare al largo di Lampedusa. Per l’allestimento, si è scelto un percorso tematico, per guidare il pubblico nei vari momenti che scandiscono la quotidianità di chi dalla propria terra intraprende il cammino verso un mondo  migliore. exod35Nell’itinerario espositivo si è così scelto di individuare e concentrare l’attenzione sulle fasi salienti di questi viaggi: il «Mare», trampolino e naufragio verso il miraggio di un nuovo mondo; la «Strada», attraverso i campi, i fiumi, le lande desolate delle terre di nessuno; l’arrivo davanti alle «Barriere», fatte di reti, muri, confini; i exod56«Campi», luoghi di attesa, di riposo, di speranza, di paura; «Incontri» tra le società, i turisti e i migranti. La mostra è stata realizzata dall’associazione Allievi del Master in Giornalismo Giorgio Bocca e dalla Regione Piemonte e affronta il tema osservandolo da tre diversi punti di vista: quello dell’esperienza e della narrazione internazionale, quello dell’esperienza del sistema di accoglienza e quelle degli strumenti di inclusione della Regione Piemonte.