ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 582

Ferrero prima azienda italiana nel mondo per reputazione

La piemontese Ferrero è la prima azienda italiana per reputazione nel  mondo, al 18esimo posto nella classifica annuale di Reputation Institute. Si trova in compagnia di Armani, Pirelli, Barilla e Lavazza,  la rosa delle compagnie italiane compresa nella top 50 della classifica. Prima al mondo Rolex, poi  Lego e Google. A livello mondiale l’azienda della Nutella è anche  la prima in quanto a reputazione nel settore del Food. Dal quarto al decimo posto: Canon, The Walt Disney Company, Sony, Adidas, Bosch, BMW Group, Microsoft.

Esercito e Università a Torino, laurea in Scienze Strategiche

Si è concluso qualche giorno fa il periodo di orientamento universitario realizzato in collaborazione fra l’Università degli Studi di Torino ed il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito. Un migliaio gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado interessati al percorso formativo di Scienze Strategiche che si sono recati nelle sedi di Alba, presso il Campus Luigi Einaudi di Torino ed infine a Palazzo Arsenale storica sede della Scuola di Applicazione dell’Esercito. A fornire chiarimenti sulle modalità di iscrizione e sull’offerta didattica si sono avvicendati docenti universitari, ufficiali dell’Esercito, studenti civili e militari dei corsi di laurea in Scienze Strategiche. Per l’occasione è stato attivato un apposito percorso orientativo sulla Piattaforma Orient@mente (www.orientamente.unito.it) ed è disponibile un’area test di logica matematica e cultura generale utile per la preparazione dei candidati al test di ammissione. A suscitare interesse e decretare il successo del corso di laurea in Scienze Strategiche concorrono fattori quali l’internazionalizzazione degli studi, le modalità di apprendimento e-learning e l’inserimento di tirocini presso realtà istituzionali e imprenditoriali. La laurea in Scienze Strategiche costituisce un’opportunità unica nel suo genere, appassiona sempre più giovani per il carattere fortemente innovativo e la spiccata multidisciplinarità di un percorso il cui obiettivo è formare professionisti in grado di affrontare situazioni sempre più complesse in un modo globalizzato.

“Io non ho paura” psicologi e scrittori alla Cavallerizza reale

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ll Festival di psicologia 2018, giunto alla sua quarta edizione, in programma a Torino da venerdì 6 a domenica 8 aprile prossimi alla Cavallerizza Reale, è stato anticipato dalla Lectio magistralis tenuta alle Ogr martedì 13 marzo scorso, da Massimo Recalcati, dal titolo “L’arte e il terrificante”. Lo studioso, uno degli psicoanalisti italiani più noti, direttore scientifico della Scuola di Specializzazione in Psicoterapia IRPA e direttore scintifico del Festival, ha compiuto un excursus sul rapporto tra il terrificante e l’arte, il luogo che ” disturba” il rapporto che l’uomo ha con la realtà e che lo sveglia dal sonno della realtà medesima. La sua lectio ha spaziato dall’analisi dei tagli di Lucio Fontana a quella dei sacchi di Alberto Burri. Nel primo caso l’artista fa della ferita il quadro e, a differenza dell’arte classica, non si sforza di scongiurare la morte. Massimo Recalcati ha anche citato Alberto Burri al cospetto della “ferita che ci scuote”, di fronte alle rovine di Gibellina, dopo il terremoto del Belice, di cui ricorre quest’anno il cinquantenario. In quell’occasione Recalcati ha ricordato le parole pronunciate da Burri, che affermò “Mi misi a piangere ed ebbi l’idea”, quell’idea che lo portò alla creazione del cretto di Gibellina. Il Festival di psicologia si presenta come un appuntamento interdisciplinare, a vocazione internazionale, che richiamerà alla Cavallerizza per tre giornate psicologi, psicoanalisti, scrittori e filosofi italiani e stranieri, che si confronteranno sul tema “Io non ho paura”. “Il nostro tempo – spiega Massimo Recalcati – vive uno stato di angoscia di fronte al carattere anarchico ed imprevedibile della violenza terroristica”. Durante il festival ci si interroghera’ sulle sue origini, sulle ideologie ed i fantasmi che nutrono lo spirito del terrorismo e su come si possa vivere senza rinunciare alla vita in questo clima di insicurezza. Esistono forse modi per pensare individualmente e collettivamente una prevenzione possibile della violenza? Questa quarta edizione, dopo le precedenti sui temi della felicità, della fiducia e delle storie, rappresenta un’ulteriore discesa nell’animo umano, con l’ambizione di portare la psicologia e gli psicologi sempre più vicino alla vita delle persone. “Con questa edizione – ha spiegato il presidente dell’ Ordine degli psicologi del Piemonte, Alessandro Lombardo – ci immergiamo in una tra le più oscure emozioni dell’animo umano, la paura. Sempre con l’obiettivo di trovare una strada che ci permetta di affrontare quelle che la vita può metterci di fronte”. Tra gli appuntamenti del Festival il dialogo introduttivo, in programma venerdì 6 aprile prossimo, con il fondatore della comunità monastica di Bose, Ezio Bianchi, e con l’Imam di Firenze Izzedin Elzir, oggi al secondo mandat come Presidente dell’Unione delle Comunità Islamiche Italiane. Il tema dell’ incontro sarà “Religioni e violenza”. Lo psichiatra e psicoanalista Maurizio Balsamo sabato 7 aprile su confrontera’ con lo scrittore Maurizio Belpoliti sul tema della mente del terrorista. Altri temi che verranno affrontati saranno quelli dell’ eredità della violenza e del terrore, il concetto di confine ed il trauma del perdono. Il festival sarà anche l’occasione per proporre, sabato 7 aprile, un’originale versione dell’ Edipo Re di Sofocle, a cura della Compagnia Archivio Zeta, introdotta dall’esperto del mondo antico Franco Condello.

 

Mara Martellotta

Fondazione Crt, bilancio consuntivo

 

ll Consiglio di Amministrazione ha approvato il progetto di bilancio 2017: avanzo oltre gli 85 milioni di euro e investimenti a valore di mercato superiori a 3,2 miliardi di euro.

 Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione CRT, che si è riunito oggi a Torino sotto la Presidenza del Professor Giovanni Quaglia, ha approvato il progetto di Bilancio 2017. Il documento sarà ora sottoposto all’esame del Consiglio di Indirizzo per le valutazioni di competenza.

 

Ancora ottimi i risultati ottenuti dalla gestione del patrimonio: proventi ordinari in aumento a 107 milioni di euro (44 milioni di euro nel 2016, +146,3%), anche in assenza di dividendi UniCredit e nonostante la svalutazione dell’investimento nel Fondo Atlante. Il totale investimenti a valori di mercato supera i 3,2 miliardi di euro (+10,1% sull’anno precedente).

 

Nonostante il 2017 sia stato caratterizzato anche dal fabbisogno aggiuntivo connesso all’operazione di aumento di capitale Unicredit per oltre 200 milioni di euro, sono stati ampiamente salvaguardati gli equilibri di tesoreria a sostegno dell’attività istituzionale (la posizione finanziaria netta è ancora ampiamente positiva, a 232 milioni di euro).

 

La tassazione IRES applicata ai soggetti non profit come la Fondazione è stata ulteriormente aggravata (il carico fiscale complessivo sopportato dalla Fondazione nel 2017 supera i 22 milioni di euro): tuttavia, l’aumento dei proventi, il contenimento dei costi operativi e le minori rettifiche di bilancio hanno permesso di registrare unavanzo di esercizio superiore a 85 milioni di euro (35 milioni di euro nel 2016,+147,6%).

 

Nel 2017 la Fondazione CRT ha attivato risorse a sostegno del territorio per oltre 64 milioni di euro: interventi focalizzati su arte e beni culturali, ricerca scientifica, educazione e istruzione, volontariato, filantropia, beneficenza e salute pubblica. A queste tradizionali modalità di intervento, la Fondazione ha affiancato poi ulteriori iniziative per il territorio, nella logica dei “mission related investments”. Complessivamente, la Fondazione CRT con l’attività istituzionale ha sostenuto iniziative sul territorio per circa 100 milioni di euro nel 2017.

 

Il fondo di stabilizzazione delle erogazioni, con lungimiranza reso forte già negli scorsi anni, con una disponibilità di 173 milioni di euro è ancora oggi in grado di garantire piena continuità nell’attività istituzionale futura della Fondazione. Il consolidamento degli equilibri gestionali e i positivi risultati conseguiti consentono alla Fondazione CRT di guardare al futuro con ancora maggior fiducia, nella convinzione di poter attivare anche nel 2018 un ammontare rilevante di risorse per il territorio.

 

“La Fondazione CRT è sempre più solida e forte, e il suo bilancio continua a godere di ottima salute grazie a un’attenta gestione patrimoniale che ci permette di incrementare le risorse per la crescita di Torino, del Piemonte e della Valle d’Aosta – commenta il Presidente Giovanni Quaglia –. Possiamo così valorizzare l’arte, la cultura e i giovani talenti, promuovere la ricerca e l’innovazione e, soprattutto, contrastare le tante fragilità del nostro tempo, sostenendo le persone in difficoltà, il sistema di protezione civile e di primo soccorso, la salvaguardia dell’ambiente, anche attraverso significativi investimenti immobiliari di carattere etico. Questi risultati sono ancora una volta il frutto di un impegno tenace e costante profuso negli anni da parte di tutta la struttura della Fondazione, che ho l’onore di presiedere”.

 

“Il raggiungimento di uno stabile equilibrio tra le politiche di prudenza gestionale e la dinamicità della gestione patrimoniale continua a produrre ottimi effetti – dichiara il Segretario Generale Massimo Lapucci –. Nonostante il difficile contesto economico finanziario nazionale, i risultati ottenuti nell’ultimo anno da Fondazione CRT sono in netto miglioramento rispetto all’anno precedente. Mercati volatili, tassi di interesse contenuti e la partecipazione all’aumento di capitale Unicredit hanno caratterizzato la gestione di quest’anno: tuttavia, come emerge anche da un recente studio dell’ACRI, il patrimonio della Fondazione CRT presenta una redditività che la pone ai vertici del sistema delle Fondazioni bancarie italiane, e di questo siamo particolarmente soddisfatti”.

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La Fondazione CRT-Cassa di Risparmio di Torino è un ente privato non profit nato nel 1991. Da oltre 25 anni è uno dei “motori” dello sviluppo e della crescita del Piemonte e della Valle d’Aosta in tre macro-aree: Arte e Cultura, Ricerca e Istruzione, Welfare e Territorio. Interviene con progetti e risorse proprie per la valorizzazione dei beni artistici e delle attività culturali, la promozione della ricerca scientifica e della formazione dei giovani, il sostegno all’innovazione e all’imprenditoria sociale, l’assistenza alle persone in difficoltà, la salvaguardia dell’ambiente, il sistema di protezione civile e di primo intervento. La sua attività si caratterizza per un’attenzione particolare all’internazionalizzazione, con il duplice obiettivo di rendere più forti le organizzazioni non profit locali attraverso l’apertura all’Europa e al mondo e, nello stesso tempo, di attrarre sul territorio nuove risorse progettuali ed economiche. In un quarto di secolo di attività, la Fondazione CRT ha distribuito risorse per 1 miliardo e 500 milioni di euro, e consentito la realizzazione di più di 37.000 interventi (oltre 1.400 nel 2017) per il territorio. Alcuni numeri in dettaglio: 2.500 beni storici, artistici e architettonici restaurati, tutte le Cattedrali del Piemonte e Valle d’Aosta valorizzate e “messe in rete”, oltre 5.000 borse offerte ad altrettanti giovani talenti per studiare e perfezionarsi in Italia e all’estero, 770.000 studenti tra i 6 e i 20 anni coinvolti in attività formative gratuite, 480 ambulanze messe a disposizione delle associazioni di primo soccorso, più di 2.000 interventi a favore delle persone con disabilità. La Fondazione CRT è oggi presente nelle reti europee della filantropia come EFC-European Foundation Centre ed EVPA-European Venture Philanthropy Association, e realizza progetti internazionali in collaborazione con le Nazioni Unite.

L’Arma dei Carabinieri al fianco di Città della Speranza per la ricerca

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Una tavola rotonda per raccontare le sfide che attendono la ricerca scientifica in campo medico, seguita da un concerto a scopo benefico della Fanfara. Con questo doppio appuntamento, in programma a Torino venerdì 16 marzo, l’Arma dei Carabinieri, con la Legione Allievi Carabinieri, rinnova il proprio sostegno a favore di Fondazione Città della Speranza, onlus veneta che da oltre vent’anni finanzia la diagnostica e la ricerca scientifica  e della pediatria in generale. L’iniziativa si terrà nella Scuola Allievi Carabinieri di Torino e si aprirà alle ore 18 con una tavola rotonda intitolata “Le nuove sfide della ricerca per la cura dei tumori dell’adulto e del bambino”, alla quale, dopo i saluti delle autorità, interverranno la dott.ssa Lara Mussolin e i prof. Roberto Chiarle e Alberto Zamò. La dott.ssa Mussolin, ricercatrice dell’Università di Padova all’interno del Laboratorio di Biologia dei Tumori Solidi dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza (centro di riferimento nazionale per l’Associazione Italiana di Ematologia e Oncologia Pediatrica) e responsabile nazionale della Diagnostica Molecolare dei Linfomi Non-Hodgkin (LNH) pediatrici, illustrerà come sia cambiato negli anni il modo di fare diagnosi in Italia nell’oncologia pediatrica. In particolare, si soffermerà sui nuovi metodi per la caratterizzazione e la diagnosi molecolare di leucemie, linfomi e tumori solidi, messi a punto grazie al supporto della Fondazione, nonché sulla “diagnostica avanzata”, in virtù della quale è possibile stratificare i pazienti in diverse classi di rischio. Il prof. Chiarle, ordinario di Anatomia Patologica all’Università di Torino e Associate Professor in Pathology alla Harvard Medical School di Boston, parlerà dello sviluppo di un vaccino capace di immunizzare i pazienti contro una proteina chiamata ALK che è selettivamente espressa da una frazione di tumori del polmone.

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Il prof. Zamò, associato in Anatomia Patologica all’Università di Torino e membro di numerose società scientifiche nazionali e internazionali, si soffermerà sull’applicazione dei dati genetici per lo sviluppo di terapie innovative per molti tipi di tumore. La sfida attuale, infatti, è di completare il panorama genetico, capire come superare i meccanismi di resistenza dei tumori e, soprattutto, come l’individualità di ciascun paziente possa influenzare non solo la suscettibilità a malattie neoplastiche ma anche la risposta individuale a terapie specifiche. La tavola rotonda sarà seguita dal concerto della Fanfara del 3° Reggimento Carabinieri Lombardia, con la partecipazione dei cori Voci Bianche del “Coropò”, della Scuola “Protette di San Giuseppe” e del 137° Corso Formativo della Scuola Allievi Carabinieri di Torino. La serata sarà presentata da Vittoria Castagnotto.
“Il nostro più sentito grazie va al Generale Alfonso Manzo e al Generale Carmine Adinolfi, promotori dell’evento, e a quanti si stanno prodigando per la sua riuscita – afferma la dott.ssa Stefania Fochesato, consigliera di Città della Speranza –. È dal 2016 che l’Arma dei Carabinieri è al nostro fianco con iniziative importanti. Portare all’attenzione dei cittadini una problematica particolarmente delicata, qual è la tutela della salute dei bambini colpiti da gravi malattie, purtroppo ancora non sempre curabili, è fondamentale per dare un apporto consapevole alla ricerca, affinché individui cure più efficaci e risolutive”.

Per partecipare agli appuntamenti del 16 marzo, telefonare allo 011-6888418 o scrivere all’indirizzo email sctoscte@carabinieri.it.

Diritti e dignità al femminile: le 10 azioni

Sono state presentate da Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte, le “10 azioni concrete per i diritti e la dignità delle donne”.

«Anche quest’anno il mese di marzo è l’occasione per fare un bilancio delle politiche portate avanti come assessora alle pari opportunità, provando sempre a valutare per ogni azione regionale l’impatto sulle cittadine. Penso che la politica continui a non valorizzare a sufficienza il talento femminile nelle istituzioni e a non porre fra le sue priorità un maggior coinvolgimento delle donne nella vita produttiva. Noi stiamo cercando di dare un contributo in questa direzione, costruendo azioni insieme alle stesse donne, privilegiando il loro protagonismo, che può diventare portatore di cambiamento, come nelle iniziative di cooperazione internazionale.Mi auguro che l’otto marzo possa essere un’occasione di riflessione comune. In particolare quest’anno voglio dedicare questa ricorrenza a mia mamma, da pochissimo scomparsa, che mi ha trasmesso la voglia di lavorare a un futuro migliore per le donne, che si traduca in un miglioramento per tutti» – ha dichiarato Monica Cerutti.

Durante la conferenza stampa sono stati presentati anche i numeri dei Centri antiviolenza e delle Case rifugio in Piemonte che trovate qui di seguito:

Le donne seguite nel 2017 dalla rete regionale dei 14 Centri antiviolenza sono state 2.336, mentre le donne accolte nelle Case rifugio sono state 86. È stato registrato un incremento rispetto al 2016 (1.921) anche perché la rete ė stata migliorata e potenziata.

Le donne che sono state seguite dai 7 Centri antiviolenza presenti sul territorio di Torino e provincia sono state 1.641 di cui 443 donne sole, 1.122 con figli e 41 in gravidanza. I sette Centri antiviolenza sono: Comune di Torino, Telefono Rosa, UDI, Arci Valle Susa, Svolta Donna, Donne e Futuro e Punto a capo.

La fascia anagrafica più numerosa è quella tra i 40-49 anni con 488 donne. Gli altri dati: 52 donne con meno di 20 anni; 222 tra i 20 e i 29 anni; 373 tra i 30 e i 39 anni; 263 tra i 50 e i 59 anni; 164 oltre i 59 anni; di 79 il dato non è stato rilevato.

Per quanto riguarda il titolo di studio i dati raccolti mettono in evidenza che la maggioranza delle donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza torinesi hanno un titolo di studio di scuola secondaria di secondo grado, sono ben 619. Gli altri dati: 9 non hanno alcun titolo di studio; 63 scuola primaria; 489 secondaria di primo grado; 258 laurea o diploma di infermiera; di 187 non è stato rilevato.

Il dato occupazionale: 760 risultano occupate; 562 non occupate; 236 altro.

Le donne seguite dai Centri antiviolenza delle altre province piemontesi sono 695, di cui 171 sole e 512 con figli (di 12 il dato non è stato rilevato). I sette Centri antiviolenza delle altre province sono: Medea (AL), Orecchio di Venere (AT), Consorzio CISSABO (BI), Consorzio del Cuneese (CN), Futuro Donna Ceva (CN), Comune di Novara, Consorzio CISS Ossola (VCO).

La fascia anagrafica più numerosa è quella tra i 40-49 anni con 180 donne. Gli altri dati: 26 donne con meno di 20 anni; 97 tra i 20 e i 29 anni; 169 tra i 30 e i 39 anni; 77 tra i 50 e i 59 anni; 39 oltre i 59 anni.

Per quanto riguarda il titolo di studio i dati raccolti mettono in evidenza che la maggioranza delle donne che si sono rivolte ai Centri antiviolenza delle altre province del Piemonte hanno un titolo di studio di scuola secondaria di primo grado, sono ben 242. Gli altri dati: 15 non hanno alcun titolo di studio; 29 scuola primaria; 138 secondaria di secondo grado; 38 laurea o diploma di infermiera; di 228  non è stato rilevato.

Il dato occupazionale: 325 risultano occupate; 291 non occupate; 79 altro.

Le donne accolte nelle Case rifugio presenti sul territorio piemontese sono 86, di cui 44 sole e 42 con figli.

La fascia anagrafica più numerosa è quella tra i 30-39 anni con 20 donne. Gli altri dati: 10 donne con meno di 20 anni; 18 tra i 20 e i 29 anni; 10 tra i 40 e i 49 anni; 10 tra i 50 e i 59 anni; 4 oltre i 59 anni; di 2 il dato non è stato rilevato.

Per quanto riguarda il titolo di studio i dati raccolti mettono in evidenza che la maggioranza delle donne che si sono rivolte alle Case rifugio piemontesi hanno un titolo di studio di scuola secondaria di primo grado, sono ben 35. Gli altri dati: 4 non hanno alcun titolo di studio; 11 scuola primaria; 22 secondaria di secondo grado; 4 laurea; di 10 non è stato rilevato.

Il dato occupazionale: 25 risultano occupate; 60 non occupate; 1 altro.

A questi dati ne va aggiunto ancora uno che è quello relativo alle donne accolte in altre strutture di ospitalità che sono 75.

Nuova vita per la FIAT di Rivalta

Dopo mesi di confronto con i tecnici e i dirigenti di FCA Partecipazione, società del gruppo che si occupa della gestione immobiliare degli stabilimenti ex FIAT, nei giorni scorsi è stato depositato in Comune il progetto di riutilizzo di una grandissima parte dello stabilimento FIAT di Rivalta. Si tratta di un intervento che interesserà ben 340mila metri quadri di superficie, di cui 40mila di nuova costruzione, su cui si svilupperanno le principali attività di ricambi e logistica avanzata dell’intero gruppo FCA. In questi mesi sono iniziati i primi lavori di demolizione e pulizia dell’area interessata, mentre l’intera operazione avrà uno sviluppo completo nell’arco dei prossimi tre anni. «Bentornata FIAT a Rivalta!» così commenta il Sindaco di Rivalta di Torino Nicola de Ruggiero, che aggiunge: «Dal primo giorno del nostro insediamento in Comune abbiamo lavorato per dare nuova vita al “nostro” principale polo industriale, che ha accolto e dato lavoro a migliaia e migliaia di lavoratori per oltre trent’anni. Un’attività che ha impegnato i nostri uffici per mesi in un confronto con i professionisti di FCA, che ringrazio». Il progetto presentato da FCA occuperà tutti gli spazi a disposizione dell’area di Tetti Francesi. Ancora il sindaco di Rivalta: «L’Amministrazione comunale è disponibile a discutere di un ulteriore ampliamento delle potenzialità del sito di Rivalta, qualora FCA volesse portare da noi anche altre attività». «La Città di Rivalta si candida infatti a diventare il centro del sempre più variegato mondo del settore della logistica di FCA -conclude de Ruggiero- Siamo certi che questa iniziativa darà un grande contributo alla lotta alla disoccupazione che rappresenta la vera angoscia di moltissimi rivaltesi».

Settimana del Cervello

 12 – 17 marzo al Circolo dei Lettori di Torino: dall’Homo sapiens all’Homo technologicus

 

Navigare tra tessuti, organi e cellule grazie alle nuove frontiere della nanoscopia. Facilitare la diagnosi, il monitoraggio e il trattamento di malattie neurologiche e psichiatriche grazie a materiali e dispositivi nanometrici sempre più sofisticati. Raccogliere dati sullo stato fisico e cognitivo con dispositivi piccoli e indossabili, che permettono diagnosi e terapie puntuali. Migliorare l’attenzione, la memoria e altre funzioni cognitive mediante la stimolazione transcranica magnetica o elettrica. Ma anche sostituire l’uomo in lavori ripetitivi e logoranti grazie ai robot o parti del corpo mancanti o non funzionanti con apparati prostetici ‘guidati’ da interfacce cervello-macchina.

Sono solo alcune delle infinite applicazioni nate dall’integrazione tra Tecnologie e Neuroscienze, un connubio che sta aumentando capacità e abilità umane, rivoluzionando così il campo del lavoro, della ricerca e della medicina. Una tendenza che migliora le nostre conoscenze sul cervello e consente di acquisire nuove capacità e competenze. Un percorso non privo di pericoli per il nostro equilibrio psicofisico, a partire dalle possibili distorsioni nel percepire il mondo che ci circonda, e talvolta con riflessi spiacevoli nei rapporti umani.

Questi temi di grande richiamo tecnologico e attualità socio-culturale sono i protagonisti della Settimana del Cervello 2018 a Torino: un viaggio in 5 tappe dal 12 al 17 marzo alle 18:00 al Circolo dei Lettori(Via Bogino 9 – in Sala Gioco e Sala Grande) con esperti e ricercatori di diverse discipline, e la possibilità per il pubblico di testare alcuni dispositivi medici come sensori, smartphone e occhiali – che raccolgono dati sullo stato fisico –  o  visualizzatori “oculus” per la realtà virtuale.

 

Si parte lunedì 12 marzo con “Vedere le cellule: nuove frontiere della nanoscopia” (Alberto Diaspro, IIT e Università di Genova) per proseguire (13 marzo) con Nanotecnologie per le neuroscienze” (Enzo Terreno, Dip. di Biotecnologie Molecolari e Scienze per la Salute e Marina Boido, Dip. di Neuroscienze e NICO, Università di Torino) e (14 marzo) Piccoli e indossabili: dispositivi medici e neuroscienze”(Andrea Calvo, Dip. di Neuroscienze, Università di Torino). Si riprende venerdì 16 marzo con Prestazioni del cervello e stimolazione transcranica” (Raffaella Ricci, Dip. di Psicologia, Università di Torino) e si conclude sabato 17 con Il robot: utile, empatico, amico” (Alessandro Vercelli, Dip. di Neuroscienze, NIT e NICO Università di Torino,  Istituto Nazionale di Neuroscienze).


La Settimana del Cervello a Torino è promossa da CentroScienza Onlus, con il sostegno della Compagnia di San Paolo – nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte – in collaborazione con Regione Piemonte, Centro Interdipartimentale di Neuroscienze – NIT dell’Università di Torino, Istituto Nazionale di Neuroscienze INN, Neuroscience Institute Cavalieri Ottolenghi – NICO e Circolo dei Lettori.
La rassegna si svolge nell’ambito di un progetto internazionale promosso dalla DANA Alliance for Brain Initiatives e in Europa dalla FENS (Federation of European Neuroscience Societies).

 

Ingresso libero fino a esaurimento posti. 
Tutti gli appuntamenti su: www.centroscienza.it/settimana_cervello  

Tel 011 8394913 – info@centroscienza.it

Il Lions contro il diabete, “pericolo esplosivo”

Sabato 10 marzo il Lions ha organizzato un convegno sul problema diabete. Il dott. Paolo Limone (socio del L.C. Torino La  Mole) e il dott. Salvatore Piazza (socio del L.C. Torino Solferino), hanno risposto alle domande del pubblico  presso il  Teatro 7 di corso Regio Parco. L’evento è stato ripreso e trasmesso in diretta dall’emittente locale Rete 7. Insieme ai medici Lions erano presenti  rappresentanti dell’A.N.I.E.D. (Associazione Nazionale Infermieri Endocrinologia Diabetologia) e dell’A.G.D. (Associazione Giovani Diabetici Piemonte e Valle d’Aosta)  per riferire importanti testimonianze, come quella  di Giorgia, ragazza di 15 anni affetta da  diabete. Anche in questa occasione sono stati  predisposti spazi per gli  screening gratuiti della glicemia. Nei tre giorni precedenti grazie all’aiuto dell’A.N.I.E.D.  e della Circoscrizione 6 della Città di Torino sono stati allestiti  alcuni punti per effettuare  gratuitamente screening della glicemia. Quattro giorni totalmente dedicati ad una delle cinque campagne  internazionali che i Lions seguono nell’A.S. 2017/2018, quella per la quale ci si prefigge di rendere cosciente la gente di un vero e proprio “pericolo esplosivo”, poiché il diabete è ormai considerato una epidemia globale.

Ostellino, giornalista principe e liberale implacabile

di Pier Franco Quaglieni

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La morte di Piero Ostellino, giornalista principe, priva il mondo della cultura, in particolare di quella liberale, di uno dei suoi protagonisti più importanti. E’ l’ultimo grande liberale insieme a pochissimi altri come Giuliano Urbani ,con cui Ostellino, insieme a Valerio Zanone, fondo’ il Centro Einaudi, destinato, quest’ultimo, via via ad allontanarsi sempre di più dagli obiettivi dei padri fondatori. Erano gli ultimi anni 60 e il liberalismo subalpino era prigioniero di visioni conservatrici molto limitate e viveva in contemporanea la crisi legata all’esplosione del ‘68 .Il giovane Ostellino, ben più di Zanone, era il maitre a’ penser a cui noi giovanissimi guardavamo .Una sorta di Gobetti ,ma molto più colto e maturo di quello vero già allora molto venerato più che studiato. Era un grande giornalista, ma era anche un uomo di studi severi. La sua cultura era ampia ed approfondita. Come altri giornalisti colti – penso a Bettiza e a Ronchey- aveva girato il mondo, era stato corrispondente del “Corriere “da Mosca e Pechino in anni cruciali. Aveva come direttore riportato all’onor del mondo il “Corriere della sera”, aprendolo anche a firme scomode come Dino Cofrancesco. Fu il vero superamento del degrado del giornale raggiunto con la direzione di Piero Ottone .

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Nel 2010 fu insignito del Premio Pannunzio e fu l’occasione per rinverdire un’amicizia nata tanti prima. Scrisse per un’antologia di scritti in mio onore pubblicati nel 2013 una splendida ed affettuosa prefazione. Venne a Torino al Consiglio Regionale a fare, su mio invito, nel 2012,una straordinaria lectio magistralis sulla cultura liberale . Il testo venne stampato e rappresenta una densa summa del suo pensiero politico. Pochi politici erano presenti, ma tanti docenti e giovani capirono il livello altissimo dell’oratore. Gli piacque che io avessi fatto aprire l’incontro con lui con l’Inno Nazionale, cogliendo anche il taglio risorgimentale del suo essere liberale.  Di fronte ai neo falsi liberali che hanno studiato liberalismo al Cepu, Ostellino fu implacabile .  E’ stato uno dei tanti torinesi importanti, come Soldati e Dionisotti, costretti ad emigrare oltre la Mole per veder riconosciute le proprie qualità .Una volta mi definì un eroe per essere restato a Torino. Provai un orgoglioso imbarazzo per quelle parole. Torino , città angusta e provinciale, non era fatta per Ostellino che trovo ‘ negli ultimi anni come interlocutore torinese soprattutto ,se non esclusivamente, il Centro Pannunzio. Era anche disgustato di questo paese e viveva sempre più spesso in Francia. Era un giornalista e un politologo di fama internazionale ,non poteva scodinzolare nei salotti e nei tinelli snob di Torino ne’ in quelli dell’Avvocato, ne’ in quelli molto peggiori dei nuovi notabili rozzi, arroganti, arricchiti che comandano in questa città . Ostellino amava la storia, prediligeva i temi alti e sempre meno persone si rivelavano in grado di capirlo, malgrado la chiarezza della sua prosa .Con la sua scomparsa sento che è mancato un fratello maggiore. Non riesco a scrivere di più perché la commozione prevale.

 

quaglieni@gmail.com