ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 580

Gas e dintorni, i bonus per i consumatori

Di Patrizia Polliotto*

 

Il Governo, sin dall’anno 2007 ha istituito uno speciale bonus per le famiglie bisognose e numerose. L’agevolazione si applica al consumo del gas naturale distribuito attraverso la rete nazionale e non mediante i distributori di bombole o di GPL.bonus Gas e il bonus Luce rientrano nel pacchetto di misure definite bonus Energia, introdotto con il Decreto Ministeriale 28 del Dicembre 2007 e la sua applicazione è resa disponibile grazie alla collaborazione delle amministrazioni comunali e delle regioni italiane. Il decreto ministeriale, per come è stato istituito, prevede che ad avere accesso al bonus energia le famiglie devono soddisfare dei requisiti di reddito e di numero e, una volta certificato il diritto ad ottenere la riduzione, questa viene applicata direttamente nella bolletta del gas. Altro requisito specifico per ottenere il bonus è che deve essere fruito per l’utenza attivata nell’abitazione di residenza, altrimenti non è richiedibile. I cittadini che possono fruire delle detrazioni previste dal bonus Gas 2018 devono essere innanzitutto clienti domestici titolari di un’utenza per il gas naturale con regolare contratto di fornitura stipulato presso una delle società distributrici italiane. Dal punto di vista reddituale le famiglie che richiedono il bonus non devono superare gli 8107,50 euro di reddito ISEE. Per le famiglie che hanno tre o più figli a carico il tetto massimo reddituale è fissato invece a 20mila euro.

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* Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

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UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI
COMITATO REGIONALE DEL PIEMONTE
TEL. 011 5611800, Via Roma 366 – Torino
EMAIL: UNC.CONSUMATORITORINO@GMAIL.COM

 

Più veloce il pagamento ai fornitori

In cinque anni imprese più veloci di 11 giorni a pagare i fornitori. Protesti ai minimi . Ancora ritardi in alcuni settori e nelle regioni del Centro-Sud. Piemonte ottava regione più virtuosa nei ritardi gravi, il 5,8% delle aziende ha pagato dopo 60 giorni

 Le statistiche sui protesti e sulle abitudini di pagamento confermano la fase di rafforzamento delle condizioni finanziarie delle imprese italiane, ormai in atto dal 2013 e favorita dalla congiuntura economica positiva. I dati tratti dall’archivio dei protesti e da Payline, il database di Cerved – primario operatore italiano nell’analisi del rischio del credito – sulle esperienze di pagamento di milioni di aziende, indicano infatti che nel 2017 si sono toccati record positivi sia per quanto riguarda il numero di titoli protestati, sia per quanto riguarda le abitudini di pagamento. Sono state infatti protestate 19.466 imprese non individuali, 3.000 meno del 2016 (-13,1%): una cifra nettamente inferiore sia al picco raggiunto nel 2013 (43.000) sia al dato pre-crisi (29.000). Quanto ai pagamenti, nel 2017 le imprese italiane hanno pagato più velocemente i propri fornitori: in media in 72,4 giorni, in calo di 1,2 giorni rispetto al 2016 e di 11,4 rispetto al 2012, anno in cui la crisi aveva raggiunto il suo acme. Nei ritardi gravi il Piemonte si colloca poco sopra la metà (ottava) nella classifica delle regioni, perché il 5,8% delle imprese ha saldato con oltre 60 giorni di ritardo, contro una media nazionale del 6,8% (maggiori dettagli e cifre sul sito). I tempi in Italia si sono ridotti grazie a un calo dei ritardi medi – da 16 a 15,3 giorni, il minimo nella serie storica monitorata – e delle scadenze concordate, da 57,6 a 57,1 giorni. Migliora anche la puntualità, con una quota maggiore di imprese che saldano le fatture nei tempi concordati (dal 47,1% al 47,6%), mentre scendono quelle che accumulano ritardi superiori a due mesi. I miglioramenti sono diffusi alla maggior parte dei settori e delle aree del Paese ma i gap rimangono evidenti: i casi più critici, sia sul fronte dei gravi ritardi che dei protesti, si osservano nelle regioni meridionali.

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Lo studio integrale, corredato di grafici e tabelle e dati regionali, su know.cerved.com, il portale di Cerved che raccoglie studi, osservatori e analisi

https://know.cerved.com/uncategorized/protesti-in-calo-imprese-piu-sane/

Vaccini, copertura 95 per cento

La copertura vaccinale in Piemonte ha raggiunto l’obiettivo del 95 per cento, la soglia di sicurezza raccomandata dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Durante il breve dibattito che si è svolto  nell’Aula del Consiglio regionale, dopo le comunicazioni dell’assessora  all’Istruzione, le opposizioni hanno chiesto un “intervento di buon senso, che permetta ai bambini non ancora vaccinati di concludere serenamente l’anno scolastico”.  La comunicazione dell’assessora all’Istruzione Gianna Pentenero ha fatto particolare riferimento alle scadenze legate alla frequenza scolastica per i bambini da 0 a 6 anni:  “Gli adempimenti vaccinali relativi ai minori di 16 anni che frequentano istituzioni scolastiche o servizi educativi in regioni, come il Piemonte, presso cui sono istituite anagrafi vaccinali  sono fissati dalla circolare del 27 febbraio dei ministeri della Salute e dell’Istruzione. La medesima che nei giorni immediatamente seguenti la Regione Piemonte ha inoltrato a tutte le scuole. Come noto, entro il 10 marzo le Asl inviavano alle scuole gli elenchi degli iscritti indicando l’eventuale dicitura ‘non in regola con gli adempimenti vaccinali’, o ‘non ricade nelle condizioni di esonero, omissione o differimento’. Entro il 20 marzo – ha proseguito l’assessora – i dirigenti scolastici e i responsabili dei servizi educativi per l’infanzia e dei centri di formazione professionale sollecitavano per iscritto i genitori dei minori non in regola a depositare, entro 10 giorni dalla ricezione della comunicazione scritta, la documentazione comprovante l’effettuazione della vaccinazioni o l’esonero, l’omissione o il differimento delle stesse”. “Nella comunicazione che la Regione ha inviato alle scuole – ha aggiunto Pentenero – abbiamo ricordato che in tutti i servizi vaccinali è garantita la possibilità da parte delle famiglie dei soggetti inadempienti di ottenere la vaccinazione anche senza la prenotazione, ovviamente negli orari previsti dai singoli servizi per l’effettuazione dell’attività vaccinale. L’iter di applicazione della legge – ha concluso – è definito chiaramente e, in particolare in una Regione virtuosa come il Piemonte, sta avvenendo in modo graduale, dalla data di approvazione della legge, e nel rispetto delle procedure previste. L’invito al buon senso credo debba essere rivolto anche alle famiglie: ricordo infatti che i passaggi previsti dalla normativa sono concepiti esclusivamente a tutela della salute pubblica”. Francesca Frediani (M5s) è intervenuta dicendo: “C’è comunque ancora una grande confusione. I genitori vanno rassicurati in tutti i modi e si deve evitare che alla fine a pagare siano i bambini che vengono allontanati dalla scuola. La copertura raggiunta è un ottimo risultato e consente di agire con maggiore sensibilità, permettendo ai bimbi inadempienti di concludere l’anno”. La copertura raggiunta è soddisfacente, chiediamo di arrivare con serenità alla fine di questo anno scolastico”. Anche Gianpaolo Andrissi (M5s) ha chiesto di “valutare la possibilità – come fatto da altre regioni – con un delibera regionale di far concludere con tranquillità l’anno scolastico a questi duemila bambini, anche perché il decreto parlava di un anno sperimentale”. Gianluca Vignale (Mns) ha sottolineasto che “c’è un’enorme difficoltà a comprendere le circolari, anche nelle scuole c’è confusione sulla data dell’esplusione dalla scuola. I dirigenti scolastici lo fanno perché obbligati dalla legge, ma non piace nemmeno a loro. Allontanare bambini dal nido o dalla scuola materna è una follia educativa. Chiediamo che la frequenza a scuola sia garantita fino alla fine dell’anno. Per il prossimo anno i genitori si regoleranno anche perché il decreto Lorenzin è sperimentale”. Anche Francesco Graglia (Fi) si è detto d’accordo con una conclusione dell’anno scolastico senza allontanamento dalle scuole dei bambini non vaccinati “una questione di buon senso. Da mesi riceviamo messaggi da famiglie preoccupate. Sarebbe difficile spiegare ai bambini perchè non possono più andare a scuola”. Al termine è intervenuto Paolo Allemano (Pd): “Sono sorpreso dai toni enfatici su un tema che pensavamo già definito. Si tartta della responsabilità in tema di politiche della salute. In certe cose il buon senso non funziona, è compito delle politiche della salute occuparsi anche della prevenzione. Non buttiamo fuori nessuno, è un percorso iniziato un anno fa, è sufficiente fissare un appuntamento per le vaccinazioni”. Nella pausa della seduta d’Aula l’assessore Pentenero e il vicepresidente del consiglio regionale Nino Boeti hanno ricevuto una delegazione di genitori del Coordinamento per la libertà di scelta che, dopo aver manifestato davanti a Palazzo Lascaris, ha esposto le loro ragioni: “Noi genitori siamo pieni di dubbi, troviamo molte contraddizioni, vorremmo solo avere la possibilità di fare chiarezza. Chiediamo che le famiglie possano dialogare direttamente con le Asl, senza mettere di mezzo le istituzioni scolastiche. La legge dice che questo primo anno è transitorio ma parla di procedimento amministrativo e di allontanamento dalla scuola. Siamo pronti a denunciare i dirigenti scolastici che escluderanno i bambini dalle scuole, tutto è frutto di una interpretazione errata della legge”.

 

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Un motore di Intelligenza Artificiale

Le applicazioni andranno a coprire ogni segmento dell’industria grazie a nuovi sistemi di analisi e gestione dei dati basati su Machine Learning e Intelligenza Artificiale

 

 È stato firmato un accordo di ricerca, della durata di cinque anni, per lo sviluppo di un motore di intelligenza artificiale, tra il Politecnico di Torino e Tierra Spa, l’azienda piemontese che lavora allo sviluppo di soluzioni avanzate IoT, per l’Industria 4.0, nell’ambito della gestione remota di sensori industriali intelligenti, nel mercato dei “connected goods”, dei veicoli e strumentazioni nel settore delle costruzioni, dell’automotive, del monitoraggio, dei veicoli su strada e fuoristrada. E proprio in questa direzione è proiettato l’accordo, che si inserisce all’interno di un percorso di trasferimento tecnologico e condivisione dei risultati della ricerca con il territorio. Il campo di ricerca che vedrà impegnati i team del Politecnico di Torino, coordinati dai professori Marco Mellia (Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni) e Fulvio Risso (Dipartimento di Automatica e Informatica) è quello dei Big Data; la ricerca sarà condotta anche in collaborazione con la University of California – Berkeley, Engineering Department, in forza dell’accordo di partnership sottoscritto tra i due Atenei nel mese di febbraio. Enormi quantità di dati acquisiti in ambiti diversi saranno dunque analizzati con tecniche sperimentali ed innovative attraverso algoritmi  che si svilupperanno seguendo tre grandi filoni di ricerca: quello riguardante i modelli statistici, i Data Analytics, che prevedono un processo di raccolta e analisi di grandi volumi di dati per estrarre informazioni nascoste e il Machine Learning, l’apprendimento automatico; il secondo riguarda invece la Feature Extraction e la Image Processing for Computer Vision, che lavora su funzioni di elaborazione di immagini e, in un secondo momento, permette al macchinario di prendere “decisioni” in base all’immagine elaborata; ed infine il terzo filone di ricerca riguarderà il Fog Computing e Opportunistic Networking, utili a distribuire senza soluzione di continuità risorse e servizi di calcolo, immagazzinamento di dati, controllo e funzionalità di rete sull’infrastruttura che connette il Cloud all’Internet of Things (IoT). L’esperienza pluridecennale di Tierra nella telematica offre un’opportunità unica di testare questi sistemi per una grande varietà di dispositivi, con milioni di unità già rilasciate in tutto il mondo. Oltre alla collaborazione sul piano della ricerca, dalla partnership nasce anche una possibilità sul piano dell’impiego lavorativo: è prevista infatti la possibilità di attivare progetti di tesi e tirocini in azienda su argomenti inerenti l’accordo. “La collaborazione con Tierra Spa è estremamente interessante per il nostro Ateneo, tanto che l’azienda ha deciso di portare a Torino il suo nuovo centro di ricerca, grazie al quale sicuramente avremo modo di condurre nuovi progetti comuni”, dichiara Emilio Paolucci, Vice Rettore al Trasferimento Tecnologico del Politecnico di Torino.

I dati sono l’ingrediente fondamentale della trasformazione digitale. Le tecnologie più innovative nei prossimi anni – tra cui IoT, intelligenza artificiale, blockchain, machine learning  – sono tutte metodi di raccolta, analisi e archiviazione delle informazioni. L’obiettivo di Topcon, di cui Tierra è una joint-venture, è sempre quello di creare valore dalle “cose” per trasformare il Futuro”, afferma  Ivan Di Federico, Presidente di Tierra Spa, Executive Vice President e Chief Strategy Officer of Topcon Positioning Systems.

 

“Le opportunità aperte dall’uso dei dati e dalle metodologie oggi disponibili per il loro processamento offrono opportunità di migliorare e ottimizzare continuamente prodotti e servizi. Questo accordo con Tierra Spa è un esempio di collaborazione in questa direzione, in cui l’azienda mette a disposizione i dati e le conoscenze del dominio applicativo, mentre il Politecnico di Torino con il suo centro SmartData@PoliTO offre supporto all’uso corretto di metodologie di machine learning e big data. Un modello di collaborazione efficace, che il centro SmartData@PoliTO sta portando avanti con successo anche con altre realtà industriali”, aggiunge Marco Mellia, referente dell’accordo per il centro SmartData@PoliTO del Politecnico.

“Con questa importante partnership, Tierra Spa, leader internazionale nel mondo della telematica, dimostra il suo impegno e la sua volontà di comprendere e anticipare le tendenze tecnologiche ed offrire soluzioni innovative ai problemi comuni. L’arricchimento umano e la valorizzazione dei talenti sono al centro della nostra mission. Un approccio vincente che ci permette di confrontarci a testa alta in un mercato in continua evoluzione”, sottolinea Paolo Traso, CEO di Tierra Spa.

Università, 12 mila borse di studio in Piemonte

Sono  oltre 12mila gli studenti universitari iscritti agli atenei piemontesi che nell’anno accademico in corso beneficiano della borsa di studio,  il 100 per cento degli aventi diritto. Dal 1997/98 e fino al 2010/11 il Piemonte è stato, insieme al Trentino Alto Adige, l’unica Regione ad aver erogato la borsa a tutti gli idonei, un trend che è cambiato nel 2011/12, toccando la percentuale di copertura più bassa, poi tornata al 100 per cento dal 2015/16. Sono alcuni dei dati forniti alla sesta Commissione e al Comitato per la qualità della normazione, presieduti rispettivamente da Daniele Valle e Marco Grimaldi, dall’Osservatorio regionale per l’Università e il diritto allo studio universitario, che all’interno di Ires Piemonte si occupa di raccogliere ed elaborare analisi sul sistema universitario piemontese, sugli sbocchi professionali dei laureati e sugli interventi per il diritto allo studio. La ricerca riporta anche le cifre dei trasferimenti regionali a Edisu Piemonte e la quota statale integrativa ricevuta dal 2006, che per il 2017 ammontano rispettivamente a 26,4 milioni e 10,2 milioni di euro: il 2014 è stato l’anno che ha registrato la quota più bassa di riparto statale (5 milioni), mentre il 2016 è stato un anno unico nel panorama nazionale, che per il Piemonte si è tradotto in quasi 13 milioni di compartecipazione e la borsa di studio garantita a tutti gli idonei.

Riguardo ai posti letto Edisu, nell’arco di dodici anni c’è stato un incremento dell’8,6 per cento: oggi la disponibilità è di 3.268 posti letto nelle residenze universitarie, a fronte di circa 5mila idonei fuori sede e 37mila iscritti residenti fuori regione. Il Piemonte è la sesta regione per numero di posti letto e ottava per grado di soddisfacimento della domanda: se tutti i progetti  degli enti che hanno partecipato al nuovo bando sulla legge 338/00 fossero ammessi a cofinanziamento, nei prossimi sei/otto anni potrebbero essere disponibili ulteriori 486 posti letto.

Un focus sugli studenti universitari rileva che gli immatricolati 2017/18 sono oltre 22mila e che il Piemonte cresce più di tutte le altre regioni, con un incremento particolarmente accentuato nell’ultimo triennio: sempre più studenti residenti in altre regioni o all’estero scelgono di studiare nei nostri atenei (nel biennio magistrale sono quasi il 50 per cento). Ciò si traduce – come hanno spiegato i ricercatori dell’Osservatorio – in maggiori entrate per gli atenei e ricadute positive sul tessuto socio-economico.   Per quanto riguarda la mobilità in uscita riguarda il 18 per cento degli immatricolati residenti in Piemonte, con percentuali nettamente più elevate per le province del Verbano-Cusio-Ossola, Novara e Alessandria. Il saldo degli immatricolati in entrata e in uscita si è invertito nell’ultimo decennio, registrando una differenza positiva per oltre 2000 studenti nel 2016/17. Infine la ricerca ha evidenziato che a tre anni dalla laurea 80 laureati su 100 dichiarano di essere occupati. Sono intervenuti i consiglieri Francesca Frediani, Davide Bono (M5S) e Raffaele Gallo (Pd).

LM – www.cr.piemonte.it

foto: il Torinese

Brand Italia, plagio e abbinamenti ingiuriosi

Nel mondo siamo famosi come popolo di santi, navigatori, artisti e poeti, ma pure per mafia, spaghetti e mandolino. Soprattutto gli ultimi tre sono gli stereotipi con i quali all’estero si identifica l’Italia. Se quasi tutte le etichette che ci appioppano ci stanno bene, quella di mafia ci fa imbestialire, non siamo tutti mafiosi, anzi, per certi versi, siamo più santi. Perché tanto ci vuole per sopportare una classe di politici e di imprenditori che ha perso il senso dell’Italia e il suo consenso. Da molto tempo ci sono nel mondo operazioni di marketing che abbinano il prodotto da vendere ad un marchio di malaffare, ma sempre italiano. Un business milionario che si estende dai ristoranti ai prodotti, dal caffè “Mafiozzo” della Bulgaria agli snack “Chilli Mafia” della Gran Bretagna, dalle spezie “Palermo Mafia shooting” della Germania fino alla salsa “SauceMaffia” per condire le patatine e quella “SauceMaffioso” per la pasta diffusa a Bruxelles e ancora per arrivare a quello denominato “Cosa Nostra” e addirittura a Phuket (Thailandia), dove c’è addirittura un servizio take away. Ma nei diversi continenti ci sono i locali “Ai Mafiosi”, “Bella Mafia” e “Mafia Pizza”. E su internet è possibile acquistare il libro di ricette “The mafia cookbook”, comprare caramelle sul portale www.candymafia.com o ricevere i consigli di mamamafiosa (www.mamamafiosa.com). Fra i tanti marchi, scorretti, diffusi nel mondo, finalmente, in un caso, la Corte dell’Unione Europea ha accolto la richiesta dell’Italia di invalidare il marchio della catena di ristoranti spagnoli “La Mafia” (“La Mafia se sienta a la mesa”), vale a dire “La Mafia si siede a tavola”.

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La deprecabile vicenda si è protratta per molti anni (dal 2006) e ci porta ad alcune considerazioni amare sull’Unione Europea ( la vicenda Ema, l’Agenzia per il farmaco è fra queste), ma anche sulle contraddizioni dell’Euipo. Vale a dire l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale incaricato di gestire i marchi dell’Unione europea, i disegni e modelli comunitari registrati. Se l’Ufficio Europeo dei brevetti funzionasse in modo “corretto” la vicenda non sarebbe nemmeno dovuta nascere. Quando finalmente tale Ufficio ha proceduto all’annullamento della registrazione, la società spagnola “La Honorable Hermandad, subentrata a Mafia Franchises, ha fatto ricorso all’Alta Corte di Giustizia fino ad arrivare alla giusta sentenza che ha dato ragione all’Italia. “Va fermato – ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo - l’utilizzo commerciale di tutti quei marchi infami che sfruttano gli stereotipi legati alle organizzazioni mafiose, banalizzando fin quasi a normalizzarlo, un fenomeno che ha portato dolore e lutti lungo tutto lo Stivale. Il business è stato oggetto di uno specifico approfondimento anche nell’ambito dell’Osservatorio Agromafie promosso dalla Coldiretti che ha raccolto esempi concreti di oltraggio in diversi continenti”. La morale: marchi prestigiosi (s)venduti alla Francia, alla Spagna e via di seguito, fino ad arrivare all’offesa degli italiani. Basta. Solo al momento!

Tommaso Lo Russo

 

SIGIT, IL FONDO SOVRANO DELL’OMAN INVESTE SU TORINO

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Nella Sala Colonne di Palazzo Civico  si è svolta la conferenza stampa che annuncia ufficialmente il via ai lavori del gruppo Sigit per creare a Mirafiori un polo di innovazione legato al mondo dell’industria plastica; un progetto ambizioso con l’obiettivo di portare  a Torino eccellenza industriale, lavoro e sviluppo. Il progetto Sigit – leader europeo nell’industria di componenti plastici ed in gomma per l’Automotive e per il settore dell’elettrodomestico – parte dalla riqualificazione di un edificio industriale in zona Mirafiori (Corso Orbassano 402/15) che verrà trasformato in uno smart building di ultima generazione. L’Innovation Square Center sorgerà negli spazi dell’ex tipografia Mario Gros e sarà fortemente ispirato dalle logiche di smartworking e dell’impresa 4.0. Il nuovo centro sarà uno spazio aperto alla collaborazione tra le persone, un luogo di confronto per aziende e industrie grazie anche alle opportunità offerte dal digitale, un hub per i giovani che vogliono sviluppare l’innovazione a Torino e un laboratorio per tutti dove sperimentare il futuro per la crescita economica e sociale della città e del nostro Paese. L’incarico del coordinamento dello sviluppo delle fasi di progettazione dei lavori di riqualificazione sarà affidata ad architetti Under 40 tramite un concorso, supportato dall’Unione Industriale di Torino e da ANFIA, programmato dalla Fondazione per l’architettura di Torino e realizzato con il patrocinio del Comune di Torino.

(foto: Bruna Beniamino)

Il Poli si rafforza in Cina

Nasceranno un centro di ricerca sulla transizione energetica e  un curriculum di dottorato congiunto sui modelli architettonici nel mondo globalizzato, insieme alla Shanghai Jiaotong University e alla Tsinghua University

 

Il Politecnico di Torino è ormai riconosciuto sempre più in Cina come un interlocutore credibile e affidabile su varie tematiche, nei campi della ricerca e del trasferimento delle tecnologie, così come un interlocutore internazionale con il quale le università cinesi costruiscono percorsi didattici comuni. Nel corso di una recente missione in Cina, sono infatti stati siglati due accordi con altrettante prestigiose università cinesi: la Shanghai Jiaotong University e la Tsinghua University.

 

Avrà due nodi operativi, a Shanghai e a Torino, il Joint Centre for  Energy Transition Modelling and Simulation, centro di ricerca congiunto tra l’Ateneo torinese e la Shanghai Jiaotong University, la seconda università tecnica della Cina: Il Centro, coordinato dal Prof. Ettore Bompard per la parte italiana, sarà ospitato all’interno dell’Energy Center e si  colloca all’interno di una ambiziosa attività di connessione dell’Energy-lab di Torino con una rete internazionale di laboratori di prestigio. Costituirà un polo internazionale dedicato allo studio della transazione energetica attraverso l’impiego delle più avanzate tecniche di modellazione. Il Centro sarà basato su un laboratorio congiunto capace di effettuare simulazioni a livello globale in tempo reale, che creerà una connessione attraverso un tunneling informatico tra i laboratori dei due atenei per modellare e simulare sistemi energetici, con una particolare attenzione ai sistemi elettrici, nella transizione energetica emergente.

 

Nella prospettiva di transizione verso la quale si sta dirigendo lo scenario energetico futuro sono infatti sempre più necessari gli studi relativi ai sistemi elettrici interconnessi su scala intercontinentale, che permettano di condividere le fonti energetiche rinnovabili, integrando la produzione centralizzata, distribuita e l’accumulo, per riuscire a sfruttare soprattutto le particolari condizioni climatiche di alcune aree del mondo (ad esempio, il sole dei deserti o il vento nelle zone in cui si possono installare pale eoliche) per la produzione, ridistribuendo poi l’energia in tutto il mondo.

La piattaforma di calcolo che sarà disponibile con l’accordo permetterà di allargare virtualmente i confini di ciascun laboratorio, fino a creare un unico grande centro su scala intercontinentale.

 

Il secondo accordo sottoscritto riguarda invece l’istituzione di un curriculum di ricerca congiunto in“Modelli architettonici transnazionali in un mondo globalizzato”, nell’ambito del programma di dottorato in Architettura, Storia e Progetto del Politecnico e dei programmi di dottorato in Architettura, Pianificazione urbana e rurale e Architettura del paesaggio della Tsinghua University di Pechino, la più prestigiosa università cinese. Questo programma di dottorato si inserisce nella volontà di costituire un gruppo di ricerca sino-europeo, incentrato sulla necessità di generare un flusso di know-how da un Paese all’altro. All’interno di questo contesto operativo, il Curriculum di ricerca congiunto di dottorato sarà incentrato sul confronto e lo scambio di modelli, pratiche architettoniche e urbane e tecniche di costruzione nel mondo globalizzato, con un focus particolare su Cina e Occidente. La scelta degli oggetti di ricerca di ciascuna tesi di dottorato nell’ambito del curriculum deve essere funzionale alla comprensione e allo sviluppo dei fenomeni che hanno nella “transnazionalità” il proprio valore aggiunto. Si tratta del primo accordo di Joint PhD internazionale mai firmato dalla Tsinghua University, ed è significativo che il Politecnico di Torino sia il partner coinvolto grazie a dieci anni di collaborazione tra i due atenei.

 

“Si tratta di due accordi estremamente qualificanti per il consolidamento dei nostri rapporti con il mondo accademico cinese”, commenta il Delegato del Rettore per i rapporti con la Cina Michele Bonino, che prosegue: “Inoltre, per il carattere transnazionale di entrambe le iniziative, queste favoriranno un posizionamento del nostro Ateneo nella grande politica cinese della Belt and Road Initiative, la nuova via della seta, che cambierà gli equilibri globali nel prossimo futuro. Le due firme di Shanghai e Pechino sono una prima conferma di efficacia del China Center del nostro Ateneo, attivo dal primo gennaio scorso, che permette di affrontare partner così di peso con migliori coordinamento interno e capacità competitiva”.

 

L’insegna della “Dante Alighieri” ideata dagli alunni

Gigliotti, assessora alla Scuola: “Ottima sinergia tra Comune, scuola e studenti”

La scuola media “Dante Alighieri” di Volpiano ha una nuova insegna, realizzata in base alle indicazioni fornite dagli studenti; l’iniziativa rientra nell’ambito del progetto «Agorà dell’arte» sviluppato insieme al Consiglio comunale dei ragazzi.


«Questa azione – commenta Elisa Gigliotti, assessora alla Scuola del Comune di Volpiano – è la conseguenza della sinergia instaurata tra l’amministrazione comunale, l’istituzione scolastica e gli studenti; stiamo impiegando questo stesso metodo per riqualificare gli spazi esterni, con le idee dell’orto-giardino e degli spazi didattici all’aperto».


Il progetto «Agorà» prevede tre direttrici (della cultura, dell’arte e della scienza) con l’obiettivo di costituire «piazze del sapere, dell’esperimento e della condivisione. «Ciascuna Agorà – sottolinea la presentazione – deve essere intesa come autentico luogo laboratoriale permanente, una sorta di cantiere vivo, reso tale a partire dalla sua ideazione fino al suo utilizzo in tutti i momenti della giornata». La proposta si inserisce anche nel «progetto autonomia» degli alunni con disabilità, attraverso il quale «si incentivano le abilità pratiche e creative» e si offrono «strumenti concreti per l’orientamento dopo il primo ciclo di istruzione».

La “Magia” di Biopmed e Bio-park

Nuova partnership europea con Belgio, Francia e Germania 
Favorire l’ingresso nei mercati extraeuropei: è l’obiettivo di MAGIA, nuova piattaforma europea per l’internazionalizzazione  che coinvolge quattro importanti “cluster” operanti nel settore biomedicale e della salute umana.

 

Protagonista anche l’Italia con il Polo d’Innovazione bioPmed nato nel 2009 su iniziativa della Regione Piemonte e gestito dal Bioindustry Park di Colleretto Giacosa (Torino), accanto al cluster vallone BioWin in Belgio, Lyonbiopole dalla regione francese Rhône-Alpes e in Germania il cluster Life Science Nord di Amburgo.

La partnership è realizzata all’interno del programma COSME dell’Ue e punta a rafforzare la competitività delle imprese biomedicali, attraverso la cooperazione e condivisione di risorse, conoscenze, esperienze e buone pratiche per definire una strategia comune e presentarsi sui mercati extraeuropei come interlocutore unico.

 

«Tra i settori emergenti quello delle tecnologie medicali viene considerato tra i più promettenti, ma anche tra i più difficili da affrontare per le piccole e medie imprese e per le start-up – sottolineano Fiorella Altruda, presidente di Bioindustry Park, e Alberta Pasquero, amministratore delegato -. Tra i numerosi ostacoli allo sviluppo c’è la concorrenza internazionale forte e ben organizzata, le regolamentazioni severe e complesse, la necessità di integrare tecnologie diverse, oltre alle problematiche legate al tempo e alle risorse necessarie. Per affrontare e superare queste difficoltà, nei 24 mesi di durata del progetto i partner lavoreranno per identificare i mercati ritenuti strategici e sviluppare sinergie e iniziative congiunte».