ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 516

Il Mercato di Santa Rita

Uno dei più grandi di Torino – occupa circa cinque isolati! -, è situato nell’omonimo quartiere, nel tratto di corso Sebastopoli compreso tra corso Agnelli e corso Orbassano, ed il suo insediamento risale al secondo dopoguerra
Il mercato è ampio e spazioso, si sviluppa su una banchina centrale alberata, ove le bancarelle sono distribuite equamente e garantiscono prezzi davvero competitivi, tanto che a fine giornata è addirittura possibile acquistare per pochi centesimi la merce invenduta, cosa che attira molti clienti, anche ristoratori e negozianti.
Tra i numerosi esercizi commerciali che si affacciano sui controviali del mercato, merita una nota il locale “L Great Italian Food”, piccolo ma pulitissimo fast food: da provare gli arancini, gustosi e fritti in modo esemplare, e l’hamburger di Fassona piemontese; tutto preparato sul momento, condito dalla gentilezza dei titolari. Questo mercato deve il nome alla vicina Chiesa di Santa Rita da Cascia, sita nell’omonima piazza, importante esempio di architettura composita riferibile al neo-gotico francese. Il santuario venne fondato da monsignor Giovanni Baloire, che nel 1916 si rese conto della necessità di edificare una parrocchia in quella zona, caratterizzata dalla presenza di case operaie. Con l’appoggio di monsignor Pinardi, parroco di San Secondo (dove Baloire era viceparroco), e della Compagnia dei devoti di Santa Rita, il progetto fu approvato dal vescovo nel 1925; il Comune di Torino concesse il terreno, e monsignor Baloire affidò l’opera all’architetto Giulio Valotti, salesiano, che già aveva collaborato alla realizzazione di opere importanti, ad esempio la chiesa di Gesù Adolescente in Torino, l’ampliamento della Basilica di Maria Ausiliatrice e dell’Oratorio Valdocco di Torino.  La facciata principale è rivestita in pietra di Credaro e pietra di Zandobbio (entrambe originarie della zona di Bergamo) lavorate a bugnato – lavorazione muraria inventata in epoca romana, caratterizzata da blocchi di pietra sovrapposti a file sfalsate – e presenta un portale d’ingresso in marmo bianco, coronato da quattro pinnacoli. Il pittore Giovanni Crida realizzò il quadro (posto nell’abside nel 1940) raffigurante Santa Rita che stringe la corona di spine; invece, la corona di rose che le cinge la testa ricorda l’episodio miracoloso in cui la Santa fece sbocciare una rosa sotto la neve. 
.
Proseguendo la passeggiata nel mercato verso corso Agnelli, vediamo sullo sfondo, proprio accanto allo Stadio Olimpico – ove era stata accesa la fiamma alle Olimpiadi del 2006 – , una grande area verde, ovvero il Parco dei Cavalieri di Vittorio Veneto. Interessante la sua storia: compresa tra i corsi Lepanto, Ferraris, Sebastopoli e IV Novembre, fu realizzata nei primi anni del ‘900 ed è la più nota delle piazze d’armi torinesi.  Dopo la dismissione della precedente Piazza d’Armi ottocentesca (tra gli attuali Corsi Castelfidardo, Ferraris, Einaudi, Montevecchio) alle FF.SS. e poi al Comune, venne scelta quest’area come ultima “Piazza d’Armi”. Grazie a una convenzione stipulata nel 1904, l’amministrazione militare (ergo, la Direzione del Genio militare di Torino) acquisiva una superficie di circa 30 ettari compresa tra gli odierni corso Unione Sovietica e Orbassano, in cui trasferire appunto la Piazza d’Armi e le principali caserme torinesi; in cambio, al Comune vennero cedute alcune aree demaniali di proprietà militare o gravate da vincoli militari nel centro storico. Utilizzata come area di addestramento ed esercitazione, nonchè come ospedale da campo durante la prima guerra mondiale, la Piazza d’Armi rimase in funzione sino al 1950-1951, a quando risalgono le prime trattative tra il Comune e l’autorità militare per la dismissione anche di quest’area, che si conclusero soltanto nel 1971. In base a tali accordi, parte dell’area sarebbe rimasta a disposizione dell’Esercito (che vi stabilì il Complesso Sportivo Saverio Porcelli: attualmente aperto da lunedì al venerdì, dalle 8,00 alle 21,00, comprende un maneggio coperto, trentotto box per cavalli, una pista di atletica, sei campi da tennis, un campo da calcio, il percorso di guerra), parte avrebbe accolto un eliporto e parte, infine, sarebbe stata destinata a verde pubblico. Quest’ultima, dal 1974, ospita il Parco Cavalieri di Vittorio Veneto.

Rugiada Gambaudo

(foto: il Torinese)

Breve storia delle Venusiane

Torino e le sue donne

Le storie spesso iniziano là dove la Storia finisce

Con la locuzione “sesso debole” si indica il genere femminile. Una differenza di genere quella insita nell’espressione “sesso debole” che presuppone la condizione subalterna della donna bisognosa della protezione del cosiddetto “sesso forte”, uno stereotipo che ne ha sancito l’esclusione sociale e culturale per secoli. Ma le donne hanno saputo via via conquistare importanti diritti, e farsi spazio in una società da sempre prepotentemente maschilista. A questa “categoria” appartengono  figure di rilievo come Giovanna D’arco, Elisabetta I d’Inghilterra, Emmeline Pankhurst, colei  che ha combattuto la battaglia più dura in occidente per i diritti delle donne, Amelia Earhart, pioniera del volo e Valentina Tereskova, prima donna a viaggiare nello spazio. Anche Marie Curie, vincitrice del premio Nobel nel 1911 oltre che prima donna a insegnare alla Sorbona a Parigi, cade sotto tale definizione, così come Rita Levi Montalcini o Margherita Hack. Rientrano nell’elenco anche Coco Chanel, l’orfana rivoluzionaria che ha stravolto il concetto di stile ed eleganza e Rosa Parks, figura-simbolo del movimento per i diritti civili, o ancora Patty Smith, indimenticabile cantante rock. Il repertorio è decisamente lungo e fitto di nomi di quel “sesso debole” che “non si è addomesticato”, per dirla alla Alda Merini. Donne che non si sono mai arrese, proprio come hanno fatto alcune iconiche figure cinematografiche quali Sarah Connor o Ellen Ripley o, se pensiamo alle più piccole, Mulan. Coloro i quali sono soliti utilizzare tale perifrasi per intendere il “gentil sesso” sono invitati a cercare nel dizionario l’etimologia della parola “donna”: “domna”, forma sincopata dal latino “domina” = signora, padrona. Non c’è altro da aggiungere.  (ac)

.

La serie di articoli che vi proporremo a partire da oggi, ogni venerdì

1. Breve storia delle Venusiane

2. Gina Lombroso

3. Rita Levi Montalcini

4. Luisa Levi

5. Mirella Casale

6. Susanna Agnelli

7. Ada Gobetti

8. Carol Rama

9. Natalia Ginzburg

10. Amalia Guglielminetti

.

1. Breve storia delle “Venusiane”

Quando si parla di “Terrestri”, in realtà si fa riferimento a due popolazioni provenienti da pianeti tra loro diversi, lontani e opposti, i “Marziani” e le “Venusiane”. Perché è proprio così, le donne vengono da Venere e gli uomini da Marte, parlano lingue differenti, saltuariamente si sforzano di comprendersi e certe volte viene da pensare che sarebbe stato meglio se uno dei due popoli avesse un tempo sbagliato rotta. Tuttavia, nonostante le lamentele e i borbottii, restiamo ad Aristotele, che per primo spiega che “l’uomo è per natura un animale politico”, è portato a una vita comunitaria, e, anche se la natura lo rendesse autonomo in ogni suo bisogno, egli tenderebbe comunque a stare insieme agli altri. Per convivere bene in una società, (ahimè composta da “Marziani” e “Venusiane”), è prerogativa essenziale che tale “societas” (termine latino che indica un contratto consensuale tra soci) sia tutelata e governata dalla legge, e preveda che tutti i cittadini abbiano “pari dignità sociale e siano eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (Art.3 della Costituzione Italiana). Se tutto ciò pare ovvio a molti, c’è però sempre qualcuno che deve approfittarsene e scombussolare la scontata armonia del buon senso, procedendo a “distinzioni” improvvide, ed ecco che “diverso” diviene “inferiore”, di conseguenza privo di diritti privati, civili, politici, addirittura “pericoloso” o “non integrabile”, e, alla fine, del tutto soggiogabile. La prima grande differenza che la natura stessa mette in risalto è proprio la dualità maschio-femmina, ed è così che per secoli le donne vennero discriminate e costrette a vivere in condizioni subordinate, sottoposte alla volontà del padre prima e del marito poi. Per fortuna la Storia ci insegna che c’è sempre qualche voce fuori dal coro intenta a portare con sé la fiamma della rivolta in nome della giustizia e della parità. 

.

Se nell’antico Egitto le donne possono ricoprire ruoli elevati all’interno della comunità, persino quello di faraone, come Hatshepsut, Nefertiti, o Nefertari, o la regina Cleopatra,  tutt’altra cosa accade nella Grecia Classica, in cui la donna vive pressoché segregata in casa, costretta nel limitato gineceo, con la possibilità di uscire solo in occasione di eventi religiosi, priva di  diritti politici, (non poteva votare né essere eletta come membro dell’assemblea), non è neppure oggetto di legislazione giuridica, (in caso di adulterio era considerata esclusivamente “oggetto” del reato). Non tutte, però, accettano tale costrizione, e così Medea, dopo essere stata abbandonata da Giasone, all’apice del suo monologo sulla sventurata condizione femminile lancia la sua invettiva contro il mondo maschile: “ma io preferirei starmene tre volte dietro uno scudo piuttosto che partorire una volta sola”. La straniera colpisce nel segno a tal punto che Floe Kennedy, in tempi decisamente più recenti, afferma a sua volta: “Se gli uomini potessero rimanere incinti, l’aborto diventerebbe un sacramento”. E se Medea sbigottisce con la sua furia, che dire di Antigone? Silenziosa e determinata, con una manciata di terra si oppone al volere di Creonte, lei sola a dispetto di tutti gli altri uomini. In seguito al frastuono greco, i Romani fingono di considerare la donna quasi pari all’uomo, concedendole di accompagnare il marito alle feste e assicurando ai genitori pari obblighi nei confronti dei figli. In realtà le donne romane sono prive dello “ius suffragi” e dello “ius honorum”, limitazioni dovute al fatto che la donna aveva “ignorantia iuris” (“non conoscenza della legge”), “infrmitas sexus” (“impedimento dovuto al sesso”) e “levitas animi” (“leggerezza d’animo”). “Infirmitas sexus” e “levitas animi”: il sesso “debole” nel linguaggio dei giuristi romani. (Non dimentichiamo che l’”infirmitas sexus” , ossia il principio giuridico dell’impedimento dovuto al sesso, è stato cancellato dal Parlamento italiano solo nel 1919). Anche nel campo del diritto privato è negata alla donna la “patria potestas”, prerogativa esclusiva del “pater familias”, ossia il “padre di famiglia”, non sottoposto a nessuno, che aveva la “patria potestas”, ossia la potestà di proteggere, educare, istruire il figlio e curarne gli interessi. Ma anche questa volta alcune “signore” non si trovano d’accordo e si elevano dalla massa silenziosa: Agrippina minore, Livia Drusilla o ancora Cornelia, figlia di Scipione Africano, che con la nota battuta: “ecco questi sono i miei gioielli”, in riferimento ai suoi figli, zittisce la tipica superficialità dell’eccessiva ricchezza di una matrona che era andata a trovarla facendo mostra di preziosi monili d’oro. 

.
Proseguendo nel nostro percorso, il cristianesimo medievale, scordandosi che Gesù predicava parimenti ai maschi e alle femmine, impone alla donna un ruolo di sottomissione all’uomo, confinandola nel ruolo di madre che doveva crescere spiritualmente i figli.  Diversa ancora la condizione femminile in epoca moderna. In Francia, durante la Rivoluzione Francese, alcuni filosofi, tra cui lo stesso Voltaire, avevano preso posizione a favore dell’uguaglianza dei sessi. In quegli anni turbolenti le donne hanno combattuto a fianco degli uomini, anzi, “davanti”, infatti il 5 ottobre 1789 sono state proprio le donne dei mercati di Parigi, spinte dalla carestia, a mobilitarsi per prime e a marciare su Versailles, dove risiedeva il re, seguite poi dalla Guardia Nazionale. Eppure, ancora una volta, alle donne è vietato votare né possono essere elette, totalmente escluse dalla vita politica, non è loro consentito partecipare alle assemblee. Nell’Ottocento si diffondono le prime istanze femministe e di suffragio a livello europeo e negli Stati Uniti. In Italia, nel periodo del Risorgimento, sono molte le donne che ricoprono ruoli importanti come Anita Garibaldi, Rosalia Montmasson e Giuditta Bellero Sidoli. Quando scoppia la Grande Guerra, gli uomini sono chiamati al fronte, e nei centri abitati rimangono le donne, le quali si trasformano da “angeli del focolare” a membri attivi dell’economia della società. Esse si trovano a svolgere il lavoro dei mariti in aggiunta ai compiti di madri e donne di casa, sempre mantenendo un ruolo di subordinazione, ricordato loro dai membri anziani della famiglia rimasti a casa. Come se non avessero dimostrato abbastanza il proprio valore, le donne dovranno combattere ancora molte battaglie prima di raggiungere il primo vero traguardo importante, cioè il conseguimento del diritto di voto per il quale si batterono strenuamente le suffragette. 

.

Nel 1928 le donne inglesi ottennero il suffragio universale, dopo la Nuova Zelanda, (1893), l’Australia, (1902), la Norvegia, (1913), la Russia, (1917) e ancora dopo l’Austria, la Germania e la Polonia, (1918). Non corriamo il rischio di pensare che parlare di suffragio universale sia materia antica e antiquata, in alcuni paesi è, al contrario, ancora una novità, si pensi al Quatar, che ha esteso il diritto di voto alle donne solo nel 2003 o all’Arabia Saudita, che lo ha fatto il 12 dicembre del 2015. Certo, paesi “particolari”, ma ci sia da insegnamento per il nostro altezzoso eurocentrismo pensare che il Brasile, nel 1932 concesse il diritto di voto alle donne, ben prima della Francia, (1944) e dell’Italia, (1945). Il nostro “bel Paese” ha preceduto solo di quattro anni la Cina e l’India, (1949), e non fa strano pensare che la perfetta Svizzera sia arrivata a tale risultato solo nel 1971, appena cinque anni prima della Nigeria (1976)?  Eccoci arrivati alla fine del viaggio, le “Venusiane” hanno ottenuto il diritto di voto e sono diventate anche loro “uomini politici”. Ma si sono davvero emancipate? Hanno ottenuto davvero la tanta agognata parità? Forse un po’ si, eppure, ogni tanto, guardando distrattamente la TV, non sembra di vedere le stesse pubblicità degli anni ’50? Con bellissime fanciulle dalla vita di vespa, il sorriso obbligato e gli occhi tristi? Perché ancora oggi alle “Venusiane” viene richiesto di essere di bella presenza e di andare in visibilio quando ci sono i saldi nei negozi di prodotti di pulizia per la casa? Forse è necessario combattere ancora un po’, quantomeno correggere il tiro e non smettere di pensare a quanto ha detto Rita Levi Montalcini: “L’affermazione di Ruskin che le donne sono migliori degli uomini è un fatuo complimento che deve provocare in loro un amaro sorriso, giacché non si dà altra situazione nella società nella quale si accetti che il migliore debba essere soggetto al peggiore”. 

Alessia Cagnotto

Pneumatici estivi. A chi spetta l'obbligo di cambiarli

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori
 
Il periodo di tolleranza previsto dalla normativa scade il 15 maggio, data in cui dovranno essere cambiati gli pneumatici invernali con quelli estivi.
Per questo motivo è il momento giusto per chiarire ogni dubbio e rispondere ad ogni quesito che ogni anno gli automobilisti hanno. Cerchiamo di eliminare quindi le perplessità e di dare i migliori consigli per non incorrere in multe e anche per risparmiare. La prima cosa da sapere è che le gomme devono essere obbligatoriamente cambiate prima dell’arrivo dell’estate, per questo la data ultima è il 15 maggio 2019.È vero anche che ci sono degli automobilisti che possono essere esenti da tale obbligo. Si tratta di due categorie, la prima è quella dei proprietari di vetture che hanno montato un set di pneumatici all seasonla seconda è quella di chi ha gomme con un indice di velocità uguale o superiore a quello indicato sulla carta di circolazione. In quest’ultimo caso infatti gli pneumatici possono essere usati tutto l’anno. Se non si rispetta l’obbligo previsto dalla normativa vigente, il rischio di incorrere in sanzioni amministrative è molto alto. Essere scoperti al volante della propria auto con le gomme inappropriate fa scattare multe che partono da un minimo di 422 euro e che possono arrivare a toccare il tetto massimo di 1.682 euro, con anche il ritiro del libretto di circolazione. Vi raccomandiamo quindi di seguire alla lettera ciò che la legge prescrive in ambito di cambio gomme. E’ altresì bene capire l’importanza del cambio gomme, che sta nel comprendere la differenza tra un tipo di pneumatico e l’altro. La prima cosa per cui si differenziano sono i tasselli, che nelle gomme estive sono più pieni rispetto a quelle invernali, che invece hanno degli intagli sottili per far presa sulla neve. Oltretutto gli pneumatici estivi hanno tre scanalature longitudinali che assicurano migliore aderenza sul bagnato e diminuiscono quindi il rischio di aquaplaning. Anche la miscela di cui si compongono le gomme è diversa, quelli estivi hanno meno gomma naturale che invece sugli pneumatici termici rende il battistrada più elastico.
Montare gli pneumatici estivi è molto importante anche dal punto di vista delle prestazioni e del risparmio. Non surriscaldandosi garantiscono performance migliori e anche un consumo di carburante minore.

Quell'antico legame tra Londra e il Piemonte

I libri di storia fanno spesso spesso riferimento a una “relazione speciale” storicamente esistita tra Regno Unito e Piemonte, di amicizia particolare che si è cementata col tempo intorno a un nemico comune: la Francia. In realtà, il piccolo Piemonte, per secoli schiacciato tra giganti aveva bisogno di una protezione, e dal canto suo all’Inghilterra faceva comodo tenere un piede sul continente. Inoltre, il Regno Unito, da sempre attentissimo ai commerci, aveva bisogno di uno sbocco sul Mediterraneo. The Invisible Bridge between the United Kingdom and Piedmont intende indagare questo legame privilegiato che da secoli unisce Regno Unito e Piemonte attraverso il racconto di otto storie individuali riguardanti personaggi più o meno noti che hanno contribuito a costruire il “ponte invisibile” tra Italia e Isole Britanniche. Queste storie coprono un ampio arco temporale che si estende dal XI al XX secolo. Nella ricerca trova inoltre spazio un soggetto unico, “nato” in Inghilterra ma presto trasferito in Piemonte: si tratta del Vercelli Book o Codex Vercellensis, prodotto oltremanica intorno al 975 e successivamente portato a Vercelli, dove si trova ancora. Il volume è impreziosito dai ritratti eseguiti per l’occasione da Viviana Pani Weiss e dal contributo di Giorgio Rossi Accastello, massimo esperto italiano di Davide Rizzio, musicista originario di Pancalieri (Torino) ucciso presso la corte scozzese nel 1566.
 

L’autore

Dopo la laurea specialistica in Lingue, Letterature e Civiltà dell’Europa e delle Americhe, Raimondi nel 2015 ha ottenuto il dottorato di ricerca presso il Dipartimento di Italiano dello University College Cork (Irlanda) con una ricerca sul multilinguismo di un gruppo di narratori piemontesi. Nel 2016 la ricerca è stata pubblicata dalla Cambridge Scholars Publishing con il titolo The ManyVoices of Contemporary Piedmontese Writers . Tra le altre pubblicazioni, Vigny traduttore di Shakespeare: ‘Le More de Venise’ , Il Rovescio, Roma, 2011; “Dialetto e identità nei racconti di Beppe Fenoglio”, L’Analisi Linguistica e Letteraria 21 (2013). L’autore attualmente collabora con la rivista Savej ed ha da poco pubblicato, sempre per Cambridge Scholars Publishing, The Invisible Bridge between the United Kingdom and Piedmont sui rapporti tra Regno Unito e Piemonte.

Messe cantate, storia e libere intelligenze

/

di Pier Franco Quaglieni
.
Sarà l’ex senatore comunista ed ex- presidente nazionale dell’ANPI avv. Carlo Smuraglia a ricordare il 25 aprile a Torino. Ogni anno,salvo rarissime eccezioni, le commemorazioni si connotano sempre politicamente a senso unico. C’è da domandarsi se sia un bene o non sia un male proprio ai fini di un ricordo storico non di parte della Resistenza, capace di coinvolgere anche i giovani che sono i grandi assenti,se non vengono cammellati dalle scuole. Il senatore Smuraglia ha 95 anni e uno splendido curriculum . Sicuramente farà un magnifico discorso, ma il punto è un altro. Vogliamo che il 25 aprile sia un qualcosa di condiviso o vogliamo tingerlo di rosso com’era la “rossa primavera” della canzone partigiana ?  Se vogliamo che sia festa di tutti gli italiani e non di una parte soltanto, l’ANPI deve cambiare registro e guardare al presente e al futuro, più che al passato. E va fatto un discorso non reducistico che può interessare solo una sempre più ridotta parte di italiani. Per altri versi, persino la Compagnia di San Paolo – che non dovrebbe avere funzioni rievocative e celebrative – attraverso il suo braccio secolare del Polo del ‘900, pubblicizza in prima persona su Facebook tantissime manifestazioni per il 25 aprile che appaiono davvero esagerate in quanto la storia del ‘900 e’ ben più complessa ed articolata del discorso, sia pure molto importante, fondato sull’antinomia fascismo ed antifascismo . Appare evidente che il discorso non è assolutamente storico , ma profondamente ed irreparabilmente ideologico, del tutto incompatibile con i fini istituzionali di una fondazione bancaria . Nella cittadina ligure di Alassio invece hanno fatto ancora di peggio,hanno escluso la FIVL dalla manifestazione del 25 aprile,impossessandosi della manifestazione,malgrado essa sia organizzata dal Comune e sia anche prevista le celebrazione di una Messa. Un paio d’anni fa a Savona si sono comportati allo stesso modo, imponendo d’ufficio l’oratore. Tra il resto, e’ un comportamento assai poco democratico, se pensiamo che il CLN era composto da più partiti e che ci furono partigiani di diverso e persino opposto orientamento politico o di nessun indirizzo politico come lo furono i soldati che combatterono sotto il Tricolore durante la Guerra di Liberazione. Lo stesso Smuraglia fu allora un soldato che si inquadrò nelle truppe regolari che combatterono a fianco degli alleati come Carlo Azeglio Ciampi.
.
Salvini ha detto, sbagliando grossolanamente, che la Resistenza fu una vicenda tra fascisti e comunisti. Ma certi manicheismi monopolizzatori non fanno che confondere le idee,facendo involontariamente il gioco di Salvini. A Mentone c’è un monumento alla” Resistenza tranquilla”. Sarebbe il caso che si guardasse Oltr’Alpe per trovare il senso complessivo di una storia che non coincide con quella dei comunisti. Aver sostenuto il contrario per decenni ha nocciuto moltissimo alla Resistenza ed ha allontanato da essa, a torto o a ragione, chi non è di orientamento di sinistra. Infatti la Resistenza etichettata a sinistra ha allontanato da essa i sinceri democratici che non si ritrovano sotto certe insegne ideologiche. Ci sono infatti e ci sono stati democratici autentici,non meno contrari per questo al regime fascista, che non ci stanno militare sotto le bandiere rosse dell’ANPI. Le aspre polemiche proprio di Smuraglia contro Renzi stanno a dimostrare come l’ANPI non abbia saputo affrancarsi dalle sue origini settarie. A farne le spese sono i valori della Resistenza che ne risultano offuscati e che non interessano più a tanti italiani. Poi ovviamente andrebbe anche analizzato il risorgere di focolai neofascisti che per fortuna dell’Italia, sono del tutto marginali ed insignificanti, al di là delle dichiarazioni di chi si serve dei nostalgici per rinverdire discorsi datati, non più proponibili. La democrazia si difende non con i cortei e le fiaccolate,ma attraverso il voto democratico, unica arma civile in mano ai cittadini. Questo e’ il vero nocciolo del problema e la scarsa partecipazione dei cittadini alla politica e persino al voto e’ la vera minaccia alle libere istituzioni. Ma su questi temi incredibilmente cala l’attenzione.
 
.
Il vero tarlo che corrode la democrazia e’ invece quello che Piero Calamandrei chiamava l’indifferentismo per la politica, generato nei cittadini da una classe politica inadeguata e spesso disonesta. Quando capiranno che il passatismo ideologico va riposto in solaio e va invece aperto un discorso storico sulla Resistenza da cui emergano luci ed ombre,come riconobbe già molti anni fa il presidente Napolitano, sarà sempre troppo tardi. Le messe cantate ogni 25 aprile possono servire alle anime pie, ma non alle intelligenze libere che si nutrono di riflessioni storiche e al contrario non sopportano le solite,logore litanie,ormai ingiustificabili. Un esempio lo abbiamo molto vicino a noi e viene dal Comitato Resistenza – Costituzione della Regione Piemonte in cui si confrontano proficuamente uomini e donne di idee diverse che vedono nell’approdo storico la ragione del loro incontro. L’istituto storico per la Resistenza di Torino diretto da Luciano Boccalatte e’un altro esempio di come affrontare questi temi con il distacco necessario,coinvolgendo i giovani studiosi. L’ANPI avrebbe quindi dei modelli a cui guardare per cambiare,senza continuare ad avvitarsi nelle vulgate e nei rituali ormai superati che i giovani oggi irridono non senza qualche ragione. In ultima analisi, una riflessione storica vera deve estendersi ai totalitarismi e agli autoritarismi novecenteschi, comprendendo anche il comunismo. I mostri totalitari, diceva un intellettuale libero come Mario Soldati, sicuramente antifascista fin dalla giovinezza gobettiana, sono due e non uno soltanto.  Se Smuraglia avesse il coraggio di dirlo stasera apertis verbis non sarebbe più un vegliardo, ma un giovane capace di andare oltre gli ideologismi del secolo scorso di cui tanti sono ancora oggi,più o meno inconsciamente prigionieri .  E questo significa andare oltre le formule del passato senza tradirlo.Significa anche rispondere nel modo più opportuno e convincente alle banalità di Salvini che riduce tutto il 25 aprile ad un derby e dimostra di non aver nessuna cultura,sia pure minima,di carattere storico, un requisito ,quasi un prerequisito, che non può mancare ad un uomo di governo.

Trasporto disabili: i lavoratori non perderanno il posto

La parola fine sembra essere stata messa sulla vicenda dei  dipendenti Tundo, che non perderanno il posto di lavoro allo scadere del servizio in corso ma saranno impiegati presso le altre aziende vincitrici del bando. Nella sede dei Servizi educativi del Comune di Torino si è svolto un incontro tra amministrazione municipale, sindacati e rappresentanti delle tre ditte aggiudicatarie del bando per il trasporto disabili: Tundo (per la parte trasportistica), Ghi.Me (per la gestione amministrativa) e Aet (per l’assistenza). La decisione è quella di prorogare l’attuale gestione fino a fine anno scolastico per permettere alla nuova struttura organizzativa di essere pronta per settembre. Alla ditta Tundo, dei 59 dipendenti per i quali era stata avviata la procedura di licenziamento collettivo, resteranno i 21 autisti, mentre i 36 accompagnatori saranno riassorbiti dalla coop. Aet e i due impiegati saranno assunti dalla ditta Ghi.Me, applicando la clausola sociale prevista dal bando. L’accordo è stato sottoscritto insieme ai sindacati e a breve sarà convocato l’Osservatorio per il trasporto dei disabili,  per il monitoraggio del servizio, composto da rappresentanti del Comune e dal Comitato genitori di bambini disabili, per presentare la nuova tipologia di servizio.

Il 25 aprile con il Polo del '900

/

Il Polo del ‘900 e gli enti che ne fanno parte organizzano un fitto calendario di appuntamenti fino al 2 maggio, fra festa e memoria. Voci, volti, storie, fatti, testimonianze, luoghi diventano lo strumento per ricordare assieme alla cittadinanza la lotta alla Liberazione, condividerne i valori, tutelarli, per diffonderli fra le nuove generazioni, contro i pericoli che corrono le democrazie oggi

Il programma è ricco di attività e ha come baricentro il Polo del ’900 e i luoghi della Resistenza, riscoperti attraverso percorsi in città a piedi e sui tram storici

Non mancano presentazioni di libri, reading, incontri, proiezioni: momenti di riflessione collettiva, alla scoperta di personaggi che hanno segnato (e sognato) la libertà, con le loro storie come quella del giovane torinese Carlo Mainardi, liberato dalla caserma di via Asti con l’incarico di annunciare la fine della guerra, ricordato attraverso un percorso a piedi che dalla caserma condurrà al Polo del ‘900 (25 aprile ore 10.30 e 15 – tradotto in sei lingue); o ancora le vicende di Franco BalbisPaolo Braccini e Eusebio Giambone ricordati attraverso una visita guidata al Museo della Resistenza (25 aprile ore 15), aperto dalle 10 alle 22 in occasione della Festa di Liberazione. Anche il centenario dalla nascita di Primo Levi viene celebrato il 25 aprile al Polo del ‘900 che ospita alcune iniziative all’interno del progetto di Valter Malosti (TPE) dal titolo “Il sistema periodico. Letture, spettacoli incontri approfondimenti”: con un primo appuntamento, alle 16.30, con la partecipazione di Fabio Levi e Domenico Scarpa del Centro Internazionale di Studi Primo Levi.Molte le attività dedicate ai più piccoli come i laboratori di lettura per bambini in collaborazione con le Biblioteche civiche torinesi (25 aprile ore 11) e le attività ludico-didattiche presso l’Ospedale infantile Regina Margherita (24 aprile ore 15), grazie alla collaborazione con Fondazione Forma Onlus.

Sergio Soave, presidente della Fondazione Polo del ‘900 commenta: “La lotta e la liberazione dal nazifascismo costituiscono un presupposto essenziale per la nascita dei valori fondanti il nostro vivere quotidiano. Diritti, pace, integrazione, informazione, educazione, lavoro, democrazia, cultura sono il frutto di un percorso di grandi conquiste che ci hanno portato fino ad oggi. Sta dunque a istituzioni come il Polo del’900 e gli enti che ne fanno parte, tenere viva l’attenzione sull’importanza di quanto conquistato nella seconda metà del XX Secolo, e su quanto sia facile perderlo, giorno dopo giorno, a piccoli e a volte impercettibili passi indietro”

Il Polo del ‘900 e gli Enti partner contribuiscono alle iniziative per le celebrazioni del 25 Aprile 2019 realizzate dalla Città di Torino in accordo con il Comitato di coordinamento fra le associazioni della Resistenza del Piemonte, la Regione Piemonte e la Città Metropolitana di Torino, il Consiglio regionale del Piemonte – Comitato Resistenza e Costituzione.

Le attività per celebrare il 25 aprile hanno avuto inizio martedì 9 aprile e si concluderanno il 2 maggio. Di seguito il programma con i prossimi appuntamenti:

  • Martedì 23 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala Didattica. A cura di Fiap, in collaborazione con Assoarma Torino, Associazione nazionale combattenti e reduci, Anei, Associazione nazionale combattenti delle Forze armate regolari Guerra di Liberazione, Istoreto e Centro studi Giorgio Catti. Convegno Dalle battaglie della Linea Gotica alla Liberazione del Piemonte.  a partire dal libro “Le grandi battaglie della Linea Gotica” di Franco e Tomaso Cravarezza, si approfondiranno eventi, ruoli e relazioni tra i protagonisti militari alleati, italiani e della Resistenza nel periodo agosto 1944-aprile 1945. Intervengono con gli autori e l’editore, Antonio Caputo Luciano Boccalatte. Saluti istituzionali del presidente del Consiglio regionale.
  • Mercoledì 24 aprile, dalle 15 alle 17 | Bibliomouse dell’Ospedale infantile Regina Margherita. A cura di Polo del ‘900, in collaborazione con Fondazione Forma Onlus. Un salto nella storia. Uno spazio ludico-didattico per avvicinare i bambini ad alcuni momenti del movimento di Resistenza e dalla Liberazione dell’Italia partendo da libri e testimonianze custoditi negli archivi del Polo e coinvolgendoli attivamente attraverso un’attività esperienziale di libera espressione della loro fantasia.
  • Giovedì 25 aprile | corso Valdocco 4/a. Apertura straordinaria del Museo Diffuso della Resistenza della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Dalle 10 alle 22, il Museo sarà aperto con orario prolungato. Tra le 15 e le 17sarà possibile accedere all’allestimento permanente Torino 1938-1948. Dalle leggi razziali alla Costituzione soltanto previa prenotazione per una delle due visite guidate proposte.
  • Giovedì 25 aprile, ore 10.30 | via Asti 22, Caserma Alessandro La Marmora. A cura di Rete italiana di cultura popolare, con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Percorso a piedi Torino cambia pelle, partenza dalla Caserma Alessandro La Marmora sino al Polo del ‘900. Prenotazione obbligatoria all’indirizzo didattica@polodel900.it
  • Giovedì 25 aprile, ore 11 | via del Carmine 14, Area Kids. A cura di Polo del ‘900, in collaborazione con Biblioteche civiche Torinesi e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Letture per bambini Un mondo di raccontastorie al Polo del ‘900. Storie per la Liberazione. Laboratorio di lettura per bambini (6-11 anni). Info e prenotazioni: didattica@polodel900.it.
  • Giovedì 25 aprile, ore 11.30 | partenza da via Baltea 3. A cura di: Atelier Héritage, in collaborazione con Istoreto. Itinerario urbano A spasso con il Moro. Un tour di Barriera tra Resistenza e Liberazione. Un tour, scritto dai ragazzi di Atelier Héritage insieme a Istoreto, nei luoghi e nelle storie che videro il quartiere di Barriera di Milano protagonista dei giorni della Liberazione.
  • Giovedì 25 aprile, ore 11.30 | corso Valdocco 4/a, Cortile di Palazzo San Celso. A cura di Museo diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti, in collaborazione con CoroMoro e MorusOnlus e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Concerto del CoroMoro. Saranno eseguite canzoni tradizionali in dialetto piemontese e non, con un’attenzione particolare al tema della Resistenza.
  • Giovedì 25 aprile, ore 15 | corso Valdocco 4/a, Sala Conferenze. A cura di Ancr. Proiezione del film: Achtung! Banditi! di Carlo Lizzani (1951).
  • Giovedì 25 aprile, ore 15  e 16 | corso Valdocco 4/a. A cura di Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà, in collaborazione con Istoreto e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Visita guidata La Liberazione tra documenti e narrazione. Le vicende di Franco Balbis, Paolo Braccini ed Eusebio Giambone saranno il filo rosso di un percorso che accompagnerà i partecipanti alla riscoperta di alcuni momenti della Liberazione di Torino.  Biglietto di ingresso ridotto 3 euro – gratuito per minori di 16 anni. Prenotazione obbligatoria, peri info e prenotazioni: didattica@museodiffusotorino.it; tel. +39 011.01120780 negli orari di apertura del Museo diffuso (da martedì a domenica dalle 10 alle 18, giovedì dalle 14 alle 22, lunedì chiuso).
  • Giovedì 25 aprile, ore 16.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. Andare in montagnaDialogo tra Valter MalostiFabio LeviDomenico Scarpa.
  • Giovedì 25 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. Argon, ferro e oro. Reading con letture di Bruno Gambarotta e Elia Schilton. Una produzione TPE–Teatro Piemonte Europa – in collaborazione con Centro internazionale di studi Primo Levi e Giulio Einaudi Editore.
  • Venerdì 26 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. A cura di Associazione Valsusa Filmfest, in collaborazione con Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Proiezione dell’opera vincitrice del concorso Fare Memoria del XXIII Valsusa Filmfest.
  • Venerdì 26 aprile, ore 17.30 | via del Carmine 14, Sala Didattica. A cura di Anppia. Presentazione dei libri Gli uomini di Mussolini (2a edizione) e Il Generale Mario Roatta dello storico Davide Conti. Con l’autore interviene Bruno Segre.
  • Sabato 27 aprile, ore 15.30 | Piazza Risorgimento, angolo fra Via Rosta e Via Nazzaro. A cura di Museo di Arte Urbana, in collaborazione con Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Borgo Campidoglio nel dopoguerra. Due visite guidate successive, una al rifugio antiaereo di Piazza Risorgimento e una al Museo di Arte Urbana, condurranno i cittadini in un percorso di approfondimento su due luoghi significativi per la storia del Borgo. Prenotazione obbligatoria al 800 329 329, Torino abbonamento musei. Biglietto per la visita al rifugio 4 euro, visita al Mau gratuita.
  • Sabato 27 aprile, ore 16.30 e 17.30 | Piazza Risorgimento, angolo fra Via Rosta e Via Nazzaro. A cura di Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà. Aperture straordinarie del Rifugio antiaereo. Visita del rifugio antiaereo di Piazza Risorgimento, per cui si scenderà 12 metri sottoterra in un rifugio utilizzato dalla cittadinanza durante il periodo dei bombardamenti. Alla narrazione delle vicende legate al sito, si aggiungono le letture di alcune testimonianze che aiuteranno i partecipanti a cogliere la valenza simbolica del luogo visitato. Biglietto per la visita al rifugio 4€. Prenotazione obbligatoria, per info e prenotazioni: didattica@museodiffusotorino.it; tel. +39 011.01120780 negli orari di apertura del Museo diffuso (da martedì a domenica dalle 10 alle 18, giovedì dalle 14 alle 22lunedì chiuso).
  • Sabato 27 aprile, ore 20.30 | via del Carmine 14, Sala ‘900. A cura di Aned, Associazione I RETROSCENA e 296 Model Venaria. Auschwitz dall’alto. Un’installazione multimediale per raccontare e spiegare alle nuove generazioni uno dei momenti più tristi della storia, partendo dal libro “Il Triangolo di Gliwice” del partigiano e deportato Pio Bigo.
  • Domenica 28 aprile, ore 10 e 11.15 | Piazza Statuto angolo corso San Martino (capolinea della linea 10). A cura di Museo Diffuso della Resistenza, della Deportazione, della Guerra, dei Diritti e della Libertà e Istoreto, in collaborazione con l’Associazione Torinese Tram Storici e con il sostegno del Comitato Resistenza e Costituzione del Consiglio regionale del Piemonte. Luoghi e voci della Resistenza nelle vie di Torino. In un suggestivo percorso lungo le vie e piazze di Torino a bordo di un tram storico degli anni trenta proveremo a rivivere le intense atmosfere del tempo di guerra accompagnati dalla proiezione di testimonianze di alcuni partigiani che contribuirono alla lotta di liberazione nazionale. Prenotazione obbligatoria, peri info e prenotazioni: didattica@museodiffusotorino.it; tel. +39 011.01120780 negli orari di apertura del Museo diffuso (da martedì a domenica dalle 10 alle 18giovedì dalle 14 alle 22, lunedì chiuso).
  • Giovedì 2 maggio, ore 18 | corso Valdocco 4/a, Sala Conferenze. A cura di Istituto di studi storici Gaetano Salvemini – in collaborazione con Goethe-Institut Turin. Stärker als die Nacht (Più forti della notte). La storia della resistenza al nazismo, della presa del potere di Hitler nel 1933 fino al suo crollo nel 1945, raccontata attraverso la lotta di una coppia di operai comunisti di Amburgo e di alcuni loro vicini di casa.

Marco Travaglini

Esercito, concluso il Basic module

Si è concluso presso il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione il Basic Module (Army) del corso“5+5 Defence College”. Il Centro Studi Post Conflict Operations (CSPCO), organizzatore dell’evento, ha reso possibile l’impegno preso dallo Stato Maggiore della Difesa, nel corso del 17th  Academic Committee Meeting di Parigi (26 – 28 marzo 2018), per lo svolgimento in Italia del corso. Il modulo, dal titolo “Orientation on Stabilization and Reconstruction (S&R)” (Orientamento sulla Stabilizzazione e Ricostruzione) ed erogato interamente in lingua inglese da esperti militari e civili, ha avuto come obiettivo quello di discutere problematiche comuni in merito alla sicurezza e alla difesa del Mediterraneo Occidentale e di accrescere nei frequentatori la conoscenza e la consapevolezza della particolare complessità che caratterizza le operazioni di stabilizzazione e ricostruzione (S&R) attraverso una serie di lezioni e tavole rotonde. 14 giovani ufficiali provenienti da Algeria, Francia, Italia, Malta, Marocco, Mauritania, Spagna e Tunisia, hanno avuto l’opportunità di interagire tra loro e con lo staff del CSPCO al fine di rafforzare quel network di relazioni indispensabile per creare una coscienza comune sulle varie problematiche che interessano l’area. L’attività formativa rivolta a Ufficiali, nazionali e stranieri, con l’intento di cooperare nel campo della sicurezza attraverso i moduli del “5+5 Defence College” continua ad essere di rilevanza strategica per rafforzare i legami tra i Paesi della sponda Nord e quelli della sponda Sud del Mediterraneo occidentale e testimonia la capacità dell’Esercito Italiano di essere attore sempre più presente e concreto nella scena internazionale.

Ritorna l’Or-TO urbano di Nizza Millefonti

E’ in corso dal 15 aprile la terza edizione di Or-TO, l’orto urbano del quartiere Nizza Millefonti, con un nuovo allestimento, nuovi racconti e nuovi protagonisti. Scopriremo, attraverso un ricco programma di attività nella bella stagione, la salute del nostro territorio, l’equilibrio degli ecosistemi urbani, il ruolo degli insetti impollinatori, le sementi tradizionali. I cassoni in legno che hanno ospitato le coltivazioni delle prime edizioni e le piante di vite di Vigne-TO, saranno nuovamente allestiti nella piazza davanti a Eataly Lingotto. La cura e manutenzione degli orti sarà garantita da OrtiAlti, con il supporto degli abitanti del quartiere e i bambini e ragazzi della scuola dell’ospedale Regina Margherita di Torino, che già nelle precedenti edizioni avevano avuto un ruolo chiave nel progetto. Ci sarà inoltre, grande novità, la collaborazione di Or.Me, la rete degli orti metropolitani di Torino, e dell’Orto Botanico dell’Università di Torino. 

(foto archivio : il Torinese)

Pranzo di Pasquetta per i senzatetto

Il Centro Culturale Polivalente Hare Krishna in collaborazione con il Gruppo Abele ha organizzato, come ogni anno, un evento dedicato a coloro che si trovano in momentanee condizioni di difficoltà. In corso Trapani, 91/b, il giorno di Pasquetta, lunedì 22 aprile, le persone indigenti avranno l’opportunità di partecipare a una festa con intrattenimenti e un pranzo vegetariano gratuito. Alle 12,30 spettacolo, alle 13…si mangia! Tutti sono invitati a prendervi parte come volontari INFO: 347 0194872.

http://www.harekrishnatorino.it/centro-culturale-polivalente/