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Verso l’edizione numero 74 della Mostra di San Giuseppe

Dal Piemonte

Dal 13 al 22 marzo 2020 a Casale Monferrato. D&N Eventi Srl organizzerà l’evento all’insegna della continuità

 

Una primavera di appuntamenti al PalaFiere Riccardo Coppo, dopo la Mostra regionale , dal 3 al 5 aprile arriverà ‘Monferrato Green Farm’

 

Il motore dell’edizione numero 74 della Mostra Regionale di San Giuseppe 2020 ormai da qualche tempo sta girando a pieno regime, anche perché quest’anno (prima novità) le ‘Fiere di primavera’ a Casale Monferrato saranno due. L’edizione numero settantaquattro della Mostra regionale di San Giuseppe a Casale Monferrato si terrà da venerdì 13 a domenica 22 marzo 2020 Ad organizzarla, all’insegna della continuità, sarà nuovamente D&N Eventi di Casale Monferrato, società composta da tre imprenditrici monferrine. . Sede sarà nuovamente il PalaFiere Riccardo Coppo al Quartiere Fieristico della Cittadella. Intanto lo staff di D&N anticipa che “saranno confermati gli ingredienti che hanno contribuito al successo delle ultime edizioni, ovvero l’ingresso gratuito ed il percorso alternato”. Non mancheranno, però, altri graditi ritorni, che sono ormai dei classici, dall’Area Giochi, riservata ai giovanissimi, alla ‘Piazzetta del Gusto’ con l’enogastronomia di diverse regioni italiane abbinata a quella del territorio, ‘Arteinfiera’, ormai alla ventiseiesima edizione, ideata a curata dal critico d’arte (e artista) Piergiorgio Panelli. Tra la ‘riproposte’ ci sarà anche l’Eno-Area che vede, affiancata ai produttori vinicoli, un’area degustazione. Per la ristorazione invece è in arrivo una “novità che alzerà il livello qualitativo dell’offerta”.

Infine sarà allestita nuovamente l’area verde, a cura di Vivai Varallo e dell’Istituto Luparia di San Martino di Rosignano.

E questa sarà una vera e propria anticipazione ‘sul campo’ della prima edizione della seconda delle fiere di primavera.

Dal 3 al 5 aprile 2020, sempre a cura di D&N Eventi di Casale Monferrato verrà proposta nella cornice del PalaFiere Riccardo Coppo, la prima edizione di ‘Monferrato Green Farm – Fiera del verde e dell’agricoltura che proporrà corsi, workshop,attività ludo didattiche, un’area gastronomica dei prodotti Dop e tanto altro per chi ama la natura, il giardinaggio ed il bello.

L’evento ha il patrocinio della Provincia di Alessandria, della Città di Casale Monferrato,Camera di Commercio di Alessandria e la collaborazione di Confartigianato Imprese Alessandria, Confagricoltura Alessandria, , Coldiretti Alessandria, Asproflor, Coniolo Fiori, Istituto tecnico agrario Vincenzo Luparia,Vivai Varallo,Sanber,Costanzo Savio e Doriano.

 

C’era una volta l’Afghanistan

In occasione dei 30 anni dalla scomparsa di padre Federico Peirone, il Centro studi sui Paesi arabo-islamici Federico Peirone intitolato all’illustre arabista e docente universitario, organizza, con il patrocinio dell’Università di Torino, del Consolato Generale Svizzero in Italia, del Consiglio Regionale del Piemonte e del Comune di Torino il convegno-mostra “C’era una volta l’Afghanistan – La via crudele: da Ginevra a Kabul 1939-1940” che si terrà il 18 novembre alle ore 17,30 presso l’Università degli studi di Torino, nel Palazzo del Rettorato, in via Po 17.
L’Afghanistan è al centro quest’anno di importanti ricorrenze: 40 anni fa, nel dicembre del 1979, iniziava l’occupazione sovietica e 30 anni fa, nel febbraio 1989, gli ultimi soldati sovietici abbandonavano l’Afghanistan che era diventato una sorta di Vietnam per l’Urss. Meno nota, ma riscoperta recentemente con convegni e mostre in Svizzera e Germania, è un’altra ricorrenza. Ottanta anni fa, il 6 giugno del 1939, due donne, giornaliste, scrittrici e fotografe, partivano in auto per uno straordinario viaggio da Ginevra verso Kabul. Un viaggio documentato con due libri, decine di fotografie e filmati. L’Afghanistan è nuovamente al centro dell’attenzione mondiale per i colloqui in corso fra americani e talebani nel tentativo di porre fine allo stato di guerra e alla presenza delle truppe straniere (fra cui il contingente italiano). La mostra riguarda il viaggio compiuto nel 1939 da due giovani giornaliste e scrittrici svizzere, Ella Maillart e Annemarie Schwarzenbach, entrambe già protagoniste di inchieste e reportage in diversi Paesi. Partono per un lungo e avventuroso itinerario in auto da Ginevra verso Kabul. Devono realizzare reportage per importanti quotidiani e riviste. Hanno con sé macchine fotografiche e una cinepresa. Ma il loro viaggio è anche una fuga spirituale da un’Europa imbarbarita che, dopo i massacri della Prima guerra mondiale e l’avvento dei totalitarismi, il nazismo sta trascinando nella tragedia della Seconda guerra mondiale. Uno straordinario viaggio di ricerca interiore: scriverà la Maillart “ volevamo andare in luoghi dove la parola divino avesse ancora un significato”. Sono circa 300 le fotografie scattate durante il lungo viaggio verso Kabul da Annemarie Schwarzenbach: immagini professionali che dovevano illustrare gli articoli per quotidiani e riviste. Durante il viaggio, inoltre, Ella Maillart filmò popoli e luoghi con la sua cinepresa, utilizzando una nuova pellicola che l’Agfa le aveva appositamente dato da sperimentare. Le immagini sono la testimonianza di un mondo che in gran parte non c’è più : ci riportano un Afghanistan arcaico, ancora percorso da tribù nomadi, capi tribali o capi villaggio che accolgono le due donne, che viaggiano sole, con cortese e curiosa ospitalità. L’inaugurazione della mostra sarà occasione per parlare di Afghanistan nell’aula magna del Palazzo del Rettorato. Una parte dei migranti che cercano di approdare in Europa arriva dall’Afghanistan, un Paese dissolto da quando nel dicembre del 1979 le truppe sovietiche lo invasero. Da allora non è più uscito dal tunnel della guerra e della violenza. Un Paese in cui, oggi, è quasi impossibile avventurarsi. Ma non era così, evidentemente quando le due giornaliste e scrittrici svizzere vi si recarono, sole, in auto. L’Afghanistan è oggi esempio di Islam radicale: la nascita di al-Qa’eda con Bin Laden e altri gruppi jihadisti che si fondono con essa. L’ingresso destabilizzante dei Talebani. L’attentato alle Torri gemelle. L’intervento USA e della Nato che si protrae da anni ormai, con la partecipazione e la presenza dei militari italiani. Un Paese dove i Talebani stanno riprendendo il controllo della maggior parte del territorio, mentre l’Isis, in fuga dalla Siria, vi cerca un nuovo spazio per rifondare il suo califfato.

(redazione Centro F.Peirone)

Canto per la Terra e XIV Premio “Giorgio Cavallo”

Torino, consegna il 16 novembre Auditorium Santo Volto

Le radici non si scordano mai e la memoria va tutelata perché serve ad andare avanti e solo chi guarda al passato in modo costruttivo può ipotizzare un futuro. E’ con questo spirito che la Famiglia Abruzzese e Molisana in Piemonte con il suo Circolo dedicato allo scrittore Ignazio Silone guarda indietro al terribile terremoto che distrusse la città dell’Aquila e che sta lentamente risorgendo.

Nel decennale del ricordo del terremoto lo fa promuovendo un concerto – a scopo benefico – presso l’auditorio della chiesa del Santo Volto di Torino.

Dieci anni fa in occasione del terremoto, congiuntamente al Coro Edelweiss, fu organizzato un concerto presso l’auditorium della Rai sempre in Torino. Fu un evento emozionante che unì la cittadinanza e due regioni nella solidarietà per il colpo mortale dato ad una delle più belle città d’Italia, ma soprattutto per gli oltre 300 morti che il sisma ha causato.

Da questa tragedia è comunque nato il fiore della solidarietà che ha spinto le persone, le associazioni, gli Enti, le Regioni e gli Stati in una corsa di aiuto per il soccorso, prima, e per la rinascita poi. Dopo 10 anni la ricostruzione sta procedendo bene, le persone hanno una prospettiva, certo ci sono ancora cose che non funzionano ma la strada imboccata è quella giusta. Durante questo periodo però i ricordi di quanto fatto non si sono affievoliti.

Tra Abruzzo e Piemonte si rinsalda un forte legame e da questa unione è nata l’idea di replicare la manifestazione di 10 anni fa “Montagne di macerie”.

Come allora ci sarà il Coro Edelweiss e il coro polifonico della Città di Vasto che eseguiranno un repertorio misto con conclusione ad unica voce.

A completamento della serata ci sarà il conferimento del XIV Premio Cavallo al professor Giorgio D’Urbano, unico allenatore al mondo ad aver partecipato ad Olimpiadi e Campionati mondiali estivi ed invernali coach di alcuni dei più grandi fenomeni sportivi d’Italia, da Deborah Compagnoni ad Alberto Tomba.

L’incasso non sarà devoluto alla ricostruzione, ma   questa volta , tolte le spese organizzative, andrà ad iniziative a difesa dell’ambiente.

L’evento si svolgerà presso l’Auditorium del santo volto in Via Borgaro 1 a Torino il 16 novembre p.v. dalle ore 21 con ingresso dalle 20.30.

Sostengono l’iniziativa REAR, SANTA CLARA GROUP, ASS.   ANTONINO MONACO.

Partecipano, tra glia altri, alla iniziativa oltre la Famiglia Abruzzese e Molisana , il Circolo Culturale Silone e il Coro Edelweiss e il Coro Polifonico di Vasto e Solstizio d’Estate Onlus che ha componenti di origine abruzzese .

 

Tommaso Lo Russo

I travagli di Finpiemonte

Ora tocca a Stefano Ambrosini essere sulla graticola in FinPiemonte. I pentastellati hanno chiesto le sue dimissioni per una comunicazione giudiziaria  per le sue attività professionali su società con sede a Roma. Loro sono fatti così. Quando capita ad uno di loro (vedi Appendino) bisogna aspettare la Cassazione. Quando capita ad altri sono colpevoli per antonomasia e non ci vuole nessun processo. Ma come si dice, anche due volte al giorno un orologio rotto fa l’ora giusta. Cerco di spiegarmi. Il Professore Stefano Ambrosini , nel suo settore è un luminare. Sono più di 25 anni che macina prestigiosi incarichi come Alitalia o banche di fatto fallite.
Ottimo tecnico. Scelto ripetutamente da Sergio Chiamparino  per affrontare molte questioni spinose. Anche liquidatore di un gigante dai piedi di argilla come Eurofidi, saltato malamente. Come presidente di FinPiemonte ha scoperchiato il presunto malaffare di Fabrizio Gatti . Precisamente sarà la Magistratura ad accertarlo. E comunque mettere soldi in Svizzera poi spariti non è stata una gallata. Un fatto che ( a vario titolo ) mancano all’appello 12 milioni di euro.
Ed essendo FinPiemone di fatto pubblica è alla nostra collettività che mancano 12 milioni di euro. Storia che viene da lontano. Massimo Feira venne nominato dalla Giunta Cota e Fabrizio Gatti nominato vicepresidente indicato dall’ allora capogruppo del PD d opposizione Reschigna. Feira  dovette dimettersi per essere invischiato in una liquidazione. I magistrati opponevano che avesse emesso fatture false. Fabrizio Gatti fece il facente funzioni di presidente per poi essere confermato presidente dalla Giunta Chiamparino con Reschigna suo Vice presidente.  Chiamparino ottenne le dimissioni di Fabrizio Gatti e mandò Stefano Ambrosini perché non vedendoci chiaro subodorava un ammanco. Il Professore fece egregiamente il suo dovere. Del resto come si sa (scusatemi se mi ripeto) ottimo tecnico. Qui lo stupore per la conferma da parte della Giunta di Centrodestra.
L’incarico di Presidente è di carattere politico- fiduciario. Perché? Due supposizioni. O non avevano professionisti di livello simile o non hanno trovato la quadra tra leghisti e Forza Italia. Forse tagliati fuori quelli di Forza Italia ancorché Crosetto fosse uno dei capi locali del centro destra. Io, francamente, propendo per la seconda. Ora si ripropone la discontinuità politica tra le due amministrazioni. Vuol dire che le dimissioni di Stefano Ambrosini sono opportune non perché (eventualmente) sia colpevole di chicchessia. Ma perché ci vuole discontinuità e mi rifiuto di credere che nelle file del centro destra non ci siano persone adatte.  Ambrosini come liquidatore di Euro Fidi trimestralmente manda una relazione sulla sua liquidazione al tribunale di Torino. Se ci sono estremi per reati lo deciderà ed indagherà la Procura. Ad oggi ( ci risulta ) che il solo rinviato a giudizio  sia Giotti, amministratore delegato ed ex direttore generale di Euro Fidi. Altri amministratori indagati sono usciti dal procedimento perché hanno concordato e pagato una multa in sede civile. Eurofidi e FinPiemonte erano complementi per lo sviluppo industriale delle piccole e medie industrie. Erano strumenti di carattere operativo per le politiche decise dalla Regione Piemonte.
Entrambi indicati come gioielli di famiglia piemontesi. Se si sono trovati in queste situazioni vuol dire che qualcosa non ha funzionato, evidentemente. Qui però si deve tornare alle origini dei propri compiti. La Magistratura faccia la Magistratura. Gli industriali facciano gli industriali e la politica faccia la politica.
Primo passo,  un nuovo Presidente per FinPiemonte. Possibilmente competente.
Patrizio Tosetto

Cultura della legalità, studenti a Roma

L’incontro con il presidente della Commissione Antimafia, il senatore Nicola Morra, e con il coordinatore del IV Tavolo  “Influenze e controllo criminale sulle attività connesse al gioco nelle sue varie forme”, il senatore Giovanni Endrizzi, sono stati i momenti culminanti del viaggio-studio a Roma (dal 6 all’8 novembre) dei vincitori, accompagnati dai loro insegnanti, della settima edizione del concorso “Cultura della legalità e dell’uso responsabile del denaro”, per le scuole medie superiori nell’anno scolastico 2018-2019.

A guidare la delegazione regionale, il consigliere componente dell’Udp, Giorgio Bertola, delegato all’Osservatorio regionale sui fenomeni di usura estorsione e sovraindebitamento, la struttura dell’Assemblea legislativa che ha indetto il concorso.

Morra ha salutato gli studenti evidenziando che “il gioco d’azzardo legale ed illegale ha un giro d’affari pari a 100 milioni di euro, poco meno della spesa italiana per la sanità. Il gioco innesca importanti forme di dipendenza e i sodalizi mafiosi si infiltrano all’interno delle organizzazioni legali che erogano le scommesse”.

Gli studenti hanno presentato a Endrizzi i video che hanno loro consentito di vincere il concorso ed aggiudicarsi il viaggio-premio. La Commissione ha inoltre acquisito agli atti i video dei ragazzi.

Bertola, introducendo le presentazioni dei ragazzi ha spiegato che “anche in Piemonte la spesa per il gioco e simile a quella del fondo sanitario regionale. Per questo la politica in Piemonte tutta si è presa la responsabilità di contrastare le ludopatie con una legge considerata tra le migliori a livello nazionale. I focus della legge sono la legalità, la salute, la tutela della famiglia e l’aspetto economico finanziario”.

“Spunti ammirevoli, capacità di cogliere sfumature decisive e fondamentali, evidenziata la minaccia sociale del gioco d’azzardo”. Con queste le parole Endrizzi ha elogiato il lavoro degli studenti. Nel dialogo con i ragazzi, il senatore ha spiegato che con il gioco d’azzardo “poni la tua felicità nelle mani di qualcosa di esterno da te”. Per combattere la possibilità di cadere in questa forma di dipendenza, ha continuato Endrizzi, “bisogna offrire spazi e percorsi stimolanti ai nostri giovani di cui l’Italia ha bisogno. Più che con norme proibizioniste bisogna incidere sulla domanda, anche facendo prevenzione nelle scuole. Proponendo ai giovani percorsi di vita di grande impegno, anche fatica, che portino alla soddisfazione e all’orgoglio di incidere nel nostro ambiente aiutando noi stessi e aiutando gli altri”.

Gli studenti, con i loro insegnanti, una trentina in tutto,  provengono da scuole situate in diverse province piemontesi: l’Istituto Pellati di Nizza Monferrato (At), l’Istituto Delpozzo di Cuneo, il Liceo Carlo Alberto di Novara, l’Istituto Einaudi di Alba (Cn), l’Istituto magistrale Da Vinci di Alba.

 

Raduno Alpini, Udine batte Alessandria

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ANA 2021, LE CITTA’ AL BALLOTTAGGIO
Alessandria non è riuscita a raggiungere il prestigioso traguardo dell’organizzazione
dell’Adunata nazionale delle ‘Penne Nere’ per il 2021. Quindi il Piemonte rimarrà
anche per il prossimo anno ‘a bocca asciutta’. E questo nonostante l’appoggio del
Comune e di tutta la Provincia perché sarebbe stato certamente un evento notevole.
Il Consiglio Nazionale dell’Associazione Nazionale Alpini sabato mattina ha
assegnato la sede a Udine che organizzerà così il suo sesto raduno. Il capoluogo
friulano ha superato 16 a 7 Alessandria al ballottaggio dopo che una prima
votazione aveva eliminato Brescia e Matera. A Milano la Sezione di Alessandria era
presente con il presidente Bruno Dalchecco, il vice presidente vicario Corrado
Vittore, il vice presidente Mario Venezia, i consiglieri Marco Gabello, Mauro
Barzizza, Franco Corti e il portavoce Daniele Bertin. “Abbiamo fatto tutto quello
che era possibile, ci riproveremo nei prossimi anni, certamente. Un ringraziamento
al Comune di Alesandria, che era presente a Milano con l’assessore Cherima Fteita
e ci è stato vicino dall’inizio alla fine” dice Bertin.
Massimo Iaretti

Prosegue la raccolta fondi di Cascina Roccafranca

La raccolta fondi DonaXCascina mira alla riqualificazione di alcuni spazi comuni di Cascina Roccafranca, la Casa del Quartiere di Mirafiori Nord e continua fino all’8 dicembre. “Al momento – spiegano i promotori – siamo a 5.188 euro e abbiamo deciso di partire con un primo intervento per il ripristino dei bagni, che sono uno degli spazi per cui abbiamo ricevuto più donazioni. I lavori partiranno in questi giorni e dovrebbero finire entro il mese di novembre. Si tratta della sostituzione di tavolette, copri water e vaschette danneggiate e della pittura dei pavimenti con vernici speciali a base di resine. Sono tutti lavori che faremo con risorse interne, nel senso che spendiamo solo per l’acquisto dei pezzi da sostituire e dei materiali da utilizzare ma il lavoro lo faremo noi”.

 

Come donare
Dal 28 settembre all’8 dicembre:
– in contanti, dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 18 presso gli uffici in via Rubino 45
– tramite bonifico bancario IBAN IT97R 05018 01000 000011190477, causale “donazione liberale”.

Commercialisti, in un libro tutto sui contratti di rete per le pmi

Il libro è l’esito conclusivo della Borsa di Studio intitolata alla memoria del commercialista calabrese Liberato Passarelli, già Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Castrovillari (Cosenza), ucciso nell’esercizio della professione

 

“I vantaggi della cooperazione: “Fare rete” tra le PMI”, a cura di Assunta Cecere, scaricabile gratuitamente online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti (www.fondazionenazionalecommercialisti.it)

 

I contratti di rete rappresentano per le imprese una vera opportunità in risposta alle esigenze di flessibilità e innovazione richieste dal mercato, con una particolare attenzione al processo di internazionalizzazione. A questo tema è dedicato il volume “I vantaggi della cooperazione: “Fare rete” tra le PMI”, pubblicato dal Consiglio e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti. Il testo, a cura di Assunta Cecere, disponibile gratuitamente online sul sito della Fondazione, è l’esito conclusivo della Borsa di Studio intitolata alla memoria del commercialista calabrese Liberato Passarelli, già Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti di Castrovillari (Cosenza), ucciso nell’esercizio della professione.

Il libro, dopo un inquadramento generale sul numero delle PMI in Europa, focalizza l’attenzione sui vantaggi della cooperazione con uno sguardo al processo di internazionalizzazione, richiamando, sin da subito, le iniziative condotte dall’Unione Europea (ad esempio, Small Business Act, The Enterprise Europe Netwok, Erasmus for Young Entrepreneurs) e recepite da alcuni paesi europei, per un confronto con alcune nazioni Extra-Ue. Il tutto avvalorato dai risultati di una serie di ricerche eseguite sul mondo globalizzato. I vantaggi di fare rete, del networking strutturato, vengono ampiamente trattati nella parte centrale del lavoro. Attenzione particolare, non solo sulla distinzione tra il contratto di rete e altre forme di collaborazione come i “distretti industriali”, i “cluster”, o più semplicemente le “integrazioni”, ma anche un approfondimento sulle disposizioni normative civilistiche e fiscali che regolamentano il contratto di rete in Italia, nonché le diverse forme di contratto, ovvero rete-soggetto e rete-contratto. In conclusione, con uno sguardo al futuro, è facile ipotizzare un crescente ricorso a questa forma di collaborazione ancora poco diffusa nel nostro Paese rispetto ad altre regioni europee e non: il processo di internazionalizzazione in atto trova nel contratto di rete un valido strumento. È quanto viene trattato nell’ultima parte del documento. La cooperazione non può essere, in modo riduttivo, ricondotta alla mera attività commerciale di export, ma necessita di essere indagata secondo una valenza strategica di più ampio respiro, con l’auspicio di garantire una crescita costante delle PMI fondata su solide basi.

Il testo è scaricabile gratuitamente online sul sito della Fondazione Nazionale dei Commercialisti (www.fondazionenazionalecommercialisti.it)

Info: www.fondazionenazionalecommercialisti.it

Info per la stampa, Sabino Cirulli, Ufficio Stampa Fondazione Nazionale dei Commercialisti

Tel. 349/2165175

La Protezione civile punta sempre più sulla prevenzione

Alla prima Conferenza nazionale delle Autorità di Protezione civile, svoltasi  nei giorni scorsi  a Roma alla presenza del presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dei rappresentanti di istituzioni, enti, comunità scientifica, volontariato e ordini professionali, l’assessore alla Protezione civile della Regione Piemonte, Marco Gabusi, ha sostenuto che “la capacità del sistema piemontese nelle emergenze è riconosciuta da tutti, ma ora dobbiamo puntare all’eccellenza anche nella prevenzione, Significa innanzitutto avere la possibilità di una gestione locale autonoma e ragionata, dove i primi cittadini hanno un adeguato margine di manovra nella gestione delle emergenze”.

Gabusi ha quindi fatto presente che “occorre a questo punto il supporto dei decisori come la Regione Piemonte per agevolare i processi, eliminare le norme ostacolanti e dare la giusta autonomia alle amministrazioni locali”, che si deve “dare un impulso importante allo sviluppo di un percorso culturale che metta insieme il patrimonio di conoscenza tradizionale dei fiumi con il capitale di saperi dei geologi e con i sistemi di intervento” e che “è inoltre fondamentale lavorare sulla formazione perché si diffonda in Italia la cultura della riduzione dei rischi”.

Un ruolo importante deve essere svolto dalla scuola, dove, ritiene l’assessore, “la Protezione civile deve diventare un argomento come le altre materie. I giovani sono molto sensibili ai cambiamenti climatici che stanno alimentando una sequenza impressionante di danni da maltempo: dobbiamo puntare su di loro affinché la riduzione del rischio diventi patrimonio comune”.

Riallacciandosi a quanto detto dal premier Conte nel suo intervento sulla forza dell’integrazione, Gabusi ha detto di “sposare volentieri la proposta dell’istituzione di una piattaforma nazionale di allertamento della popolazione che potrà essere utilizzata dai sindaci sul territorio per veicolare messaggi ai cittadini. Questa misura dovrà però andare di pari passo con il processo di sburocratizzazione e di autonomia dei territori che stiamo portando avanti per poter permettere ai sindaci di sfruttare meglio i fondi e agire senza il timore delle sanzioni attualmente previste”.

 

www.regione.piemonte.it

Trent’anni dopo l’abbattimento del muro della vergogna

Di Marco Travaglini

Berlino, 9 novembre 1989

 

Il 9 novembre di trent’anni fa il Muro di Berlino, eretto in una sola notte il 13 agosto del 1961, veniva abbattuto. A colpi di piccone si cancellava il simbolo della guerra fredda, di un mondo spaccato a metà, in due blocchi: i regimi comunisti a Est e i paesi democratici a Ovest. Quella barriera di filo spinato, eretta dalla DDR nel periodo caldo della “crisi di Berlino” di 58 anni fa allo scopo di separare la Repubblica Democratica tedesca dalla Repubblica Federale di Germania, nelle settimane successive fu sostituita da un muro alto quasi quattro metri, lungo più di 150 chilometri, controllato da centinaia di torrette di guardia disposte a intervalli regolari.

La sera del 9 novembre 1989 i berlinesi dell’est forzarono il passaggio attraverso il muro che, per ventotto anni, contrappose due modelli di vita diametralmente contrari: una città viva, libera e consumista a ovest, una città tetra e oppressa a est. Le guardie al checkpoint di Bornholmer Strasse furono le prime a cedere alla pressione della masse aprendo la barriera. Non venne sparato un solo colpo e poco dopo la mezzanotte tutti i valichi furono aperti. Il Muro, il Berliner Mauer ufficialmente ribattezzato “antifaschistischer Schutzwall”, la “barriera di protezione antifascista”, cessò di dividere in due la città. Impossibile, ancora oggi, camminare lungo le sue strade e non respirare ad ogni passo la presenza-assenza di quella linea di demarcazione che spaccò in due Berlino e l’Europa, travolgendo il destino di tanti, non solo dei berlinesi. Il 1989 colse tutti di sorpresa. In pochi mesi si dovettero ridisegnare le carte geografiche e i confini mentali.

Si salutò con gioia la riunificazione dell’Europa. Dopo una parentesi lunga decenni rinasceva la democrazia, cadeva quel muro e la cortina di ferro veniva smantellata. Era davvero la fine del vecchio mondo e si accendevano passioni e speranze nuove. Poi, la realtà delle cose si è incaricata di spegnere gran parte di quegli entusiasmi. Crisi economiche e sociali, ingiustizie e vecchi e nuovi sfruttamenti hanno fatto impallidire molte di quelle aspirazioni e di quei sogni di un mondo migliore. Solo quattro anni dopo, con un gesto altrettanto simbolico ma del tutto scellerato, l’artiglieria croata abbatteva nello stesso giorno di novembre il ponte di Mostar. Se per un verso, la caduta del Muro chiuse una pagina nera della storia europea, abbattendo simbolicamente il confine della guerra fredda e avviando il processo di riunificazione della Germania, l’abbattimento del pluricentenario ponte a schiena d’asino, simbolo del legame fra Oriente e Occidente, equivalse all’esatto contrario. Dopo la caduta del Muro ci sono state le guerre della ex Jugoslavia, quelle in Africa, nel Medio e vicino Oriente, il terrorismo islamico con i suoi attentati. Negli anni della divisione tra Est e Ovest la minaccia nucleare era l’incubo ricorrente; oggi, nel mondo, ci sono ancora all’incirca ventimila ordigni atomici. E vengono innalzati nuovi muri e srotolato il filo spinato per dividere, separare, per impedire alle persone – come a Berlino – di muoversi liberamente. Trent’anni dopo è essenziale celebrare l’abbattimento del muro ma al tempo stesso occorre cercare di capire cosa non ha funzionato, perché molte speranze sono state tradite. Comunque,tornando all’anniversario, non si possono cancellare le immagini e l’atmosfera che accompagnava l’ondata di folla sul ponte di Bornholmer Strasse nella Berlino di quei giorni. Attorno al muro che si sgretolava sotto i colpi di piccone ragazzi cantavano l’inno pacifista di John Lennon “All we are saying is give peace a chance” (Tutto quello che stiamo dicendo è date una possibilità alla pace) mentre il grande violoncellista Mstislav Rostropovich che 25 anni fa eseguiva le suites di Bach. Vale la pena ricordare anche un’altra storia che ha molto a che fare con il muro berlinese. Una tra le più belle canzoni di David Bowie è senz’altro Heroes, gli eroi. Chi non ha mai sentito questo ritornello,“We can be Heroes,We can be Heroes,Just for one day We can be Heroes” ? Un testo bellissimo, che racconta una storia d’amore in una Berlino sul finire degli anni ’70. Basta un brano della traduzione per rendersene conto: “Io, io mi ricordo. In piedi sotto al Muro. E i fucili spararono sopra le nostre teste. E ci baciammo, come se niente potesse accadere. E la vergogna era dall’altra parte. Oh,possiamo batterli, ancora e per sempre. Allora potremmo essere Eroi, anche solo per un giorno. Possiamo essere Eroi. Solo per un giorno,possiamo essere Eroi”.

Bowie dichiarò che il testo della canzone gli fu ispirato da una giovane coppia che si incontrava segretamente sotto la torretta di guardia del Muro di Berlino e che lui spiava dalla finestra dello studio di registrazione che si affacciava proprio sul “muro della vergogna”. La musica, scritta a quattro mani da Bowie e Brian Eno, è un crescendo “epico ed eroico” di chitarre, percussioni e sintetizzatori,in sintonia con il testo.In occasione del venticinquesimo anniversario della caduta del muro di Berlino, il 9 novembre 2014, Heroes  venne interpretata da Peter Gabriel davanti alla porta di Brandeburgo. Ora che anche David Bowie ci ha lasciati consegnandoci in eredità la sua musica, in occasioni come quella del trentennale , è bello riascoltare questa canzone. Forse, chiudendo gli occhi, anche noi potremo sentirci, magari solo per un giorno,degli eroi.