ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 453

Il CAAT continua a garantire l’approvvigionamento dei generi alimentari

Anche  dopo il restringimento del Decreto del presidente del Consiglio

Mentre il governo ha annunciato, nella serata di mercoledì 11 marzo, una stretta nel contrasto al Coronavirus, adottando anche la misura della chiusura di tutti i negozi tranne quelli di prima necessità, quali farmacie ed alimentari, il CAAT (Centro Agroalimentare di Torino) assicura la prosecuzione della suaregolare attività di svolgimento e garanzia nell’approvvigionamento dei generi alimentari.

Il CAAT – afferma il suo presidente, l’ingegner Marco Lazzarino – come gli altri mercati all’ingrosso rimane aperto e si trova in prima linea nel garantire, anche in questo momento di emergenza dettata dal Coronavirus, l’approvvigionamento e la distribuzione di ortofrutta, pesce e generi alimentari in genere”.

Svolgiamo infatti – precisa il presidente Lazzarino – un ruolo di primario servizio pubblico e, a maggior ragione in questo momentoparticolarmente delicato per la vita del nostro Paese, le nostre energie sono tutte indirizzate ad assicurare la prosecuzione della nostra attività, che risulta di importanza fondamentale per tutti i cittadini. Abbiamo a disposizione una filiera ed un sistema logistico di consegne alimentari ormai collaudato, che sono tali da consentirci di rifornire ampiamente i mercati rionali ed anche la GDO”.

Il CAAT – spiega il suo Presidente Marco Lazzarino – aderisceinoltre alla rete nazionale di Italmercati, che è capillarmente radicatasul territorio italiano, oltre a vantare un’ottima organizzazione nello smistamento dei prodotti alimentari. Quindi, alla luce di tutto ciò,riteniamo che debbano essere presenti tutte le condizioni affinché non si renda necessario l’accaparramento di generi alimentari da parte dei cittadini. II CAAT, come ogni altro mercato all’ingrosso, si adoperera, quindi, in modo capillare insieme a grossisti e produttoriagricoli perché questi possano operare in maniera ancora più efficiente, nell’impegno di garantire gli approvvigionamenti delle merci nelle città “.

Produzione disinfettante, serve aiuto per acquistare ingredienti

I laboratori dell’Arpa hanno dato la disponibilità a preparare una soluzione disinfettante secondo le indicazioni disposte dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Lo ha annunciato l’Assessore all’Ambiente, Matteo Marnati

Nei giorni scorsi proprio ad Arpa era stato chiesto un contributo per l’emergenza Coronavirus. «Il direttore Angelo Robotto – ha spiegato Marnati – ha messo a disposizione della Regione alcuni esperti di laboratorio che hanno il compito di seguire la produzione del Gel. Lo ringrazio per aver risposto tempestivamente all’appello.

Sapevamo delle grandi professionalità di Arpa e sapevamo anche che non si sarebbero tirati indietro di fronte a un’emergenza come questa”. Il Gel è costituito da una base di etanolo, acqua ossigenata, glicerina e acqua. “Subito sarà messo a disposizione gratuitamente e prioritariamente delle Forze dell’Ordine e del personale sanitario. L’iban intestato a Regione Piemonte UniCredit Group – IT 29 H 02008 01152 000100689275 BIC UNCRITM1AF2 per le donazioni aiuterà ad acquistare gli ingredienti poiché serviranno grandi quantità per superare l’ emergenza. L’obbiettivo è arrivare a produrne 40 litri al giorno”.

“Sono state valutate le scorte di reagenti disponibili e, al momento, il quantitativo che si è in grado di preparare è pari a 17 litri. Può sembrare una goccia nel mare delle necessità, ma è importante cominciare a collaborare e dare un aiuto concreto – sottolinea il Direttore Generale di Arpa Piemonte Angelo Robotto – Sono già stati attivati i fornitori per acquisire l’occorrente per un’ulteriore fornitura”.

Che prevalga l’Italia migliore

Dalla Cina arrivano aiuti concreti per la lotta al coronavirus. Medici, mascherine e soldi

L’ Europa ci sbatte la porta in faccia: Austriaci Svoleni e Croati non ci vogliono. Anche gli Svizzeri non sono da meno. Ma almeno non sono europei.

Chissà cosa ne pensa Matteo Salvini che i suoi amici Sloveni Croati ed Austriaci gli hanno per l’ ennesima volta voltato le spalle. Ma non è momento di polemiche. Dopo si vedrà. Si sa, comunque, che la sfortuna è una ruota che gira e vedremo cosa succederà. Prima il governo era troppo lassista ora deve essere più draconiano. Intanto il Piemonte aiuta la Lombardia. E ci mancherebbe altro. Ha messo dei posti a disposizione nei nostri ospedali. Questa è l’ Italia migliore. Come i giovani volontari per recapitare la spesa ad anziani o immunodepressi. Come i medici e gli ospedalieri in prima linea. Come il governatore Cirio e l’ assessore Tronzano che (da casa) non mollano e non  arretrano di un millimetro. Come le persone che rimangono in casa. Come le persone che non prendono d’ assalto i supermercati. Come chi si lava mille volte le mani e se fanno spesa o code prendendo il metro di distanza. Ma ci sono anche le rivolte delle carceri. Chi stupidamente pretende ancora gli stadi pieni e le movide affollate. C’ è una parte intelligente ed una parte stupida tra la gente. Gente che viene chiamata popolo. Popolo che con i suoi comportamenti farà la differenza. Difficile essere ottimisti. Io, per indole, lo sono ed anche questa volta vedo il bicchiere mezzo pieno. Almeno in Piemonte e a Torino. La nostra struttura sanitaria non è collassata. E vincono i comportamenti responsabili. Importantissimo, fondamentale ma non sufficiente. Ieri sera l’Italia è stata “chiusa” fino a nuovo ordine.  La Merkel sostiene che il 70% della popolazione sarà
contagiata e l’Organizzazione Mondiale Sanità dichiara pandemia. Il Governo stanzia  miliardi per ‘ emergenza economica e il sostegno al lavoro come cassa integrazione. Confindustria sia piemontese che nazionale chiede di non far fermare la produzione. Sarà dura collimare tutte le esigenze. Nel mentre dobbiamo tenere duro. Ed ora una sola certezza: domani saremo radicalmente diversi da oggi. Magari capiremo fino in fondo che la solidarietà non è solo un valore. Solidarietà come forma di regolamentazione dei rapporti tra gli individui. Dai … Dai… un po’ di ottimismo non guasta mai. Ottimismo, sia ben chiaro, non incoscienza.

Patrizio Tosetto

Atc, proroga dei termini di morosità incolpevole

Dalla Regione Piemonte / “Per far fronte alla grave emergenza epidemiologica che investe il nostro Paese, e in particolare il Piemonte, la Giunta ha approvato, con una delibera di ieri, la mia proposta di proroga dei termini per la corresponsione della quota minima per il riconoscimento della morosità incolpevole, destinata agli assegnatari di case popolari.

Credo che sia un provvedimento necessario per dare respiro anche a quelle persone che vivono maggiormente, e in particolari condizioni abitative, la difficoltà di questo momento”. Queste le parole dell’assessore al Welfare, Chiara Caucino (nella foto).

La misura straordinaria sarà quindi applicata fino al 30 giugno 2020 e riguarderà gli assegnatari degli alloggi di edilizia sociale e il versamento della quota minima stabilita per il riconoscimento della condizione di morosità incolpevole. È consentito, così, agli enti gestori di comunicare alla struttura regionale competente l’ammontare della morosità incolpevole maturata dai rispettivi assegnatari entro il 31 luglio 2020, in deroga eccezionale al termine previsto. Il provvedimento non comporta alcun onere per il Bilancio regionale.

L’interferone cubano sta funzionando in Cina contro il Covid 19

/

 

… Continua a leggere su ELECTOMAG:

L’interferone cubano sta funzionando in Cina contro il Covid 19

Autotorino chiude per la prima volta dopo mezzo secolo

Per la prima volta dopo 55 anni di storia Autotorino annuncia la chiusura straordinaria di tutte le sue filiali. È questo il suo contributo per contrastare l’emergenza sanitaria in corso

‘Dopo 55 anni di storia, il Gruppo Autotorino prende per la prima volta la decisione di chiudere tutte le sue concessionarie. Senza attendere ulteriori provvedimenti del Governo, nel rispetto delle 1700 persone che lavorano con noi, dei nostri Clienti e della salute degli Italiani. Penso sia il modo più efficace e coraggioso per combattere la situazione sanitaria in corso. Confido che azioni forti di limitazione della mobilità delle persone potranno dare un aiuto decisivo per un ritorno alla normalità, certo che questo sacrificio potrà contribuire a contrastare gli effetti del virus e far uscire il Paese dall’emergenza quanto prima.

Noi, come sempre, ci metteremo forza, determinazione e coraggio, perché il 3 aprile potremo ricominciare a percorrere un nuovo pezzo di strada’.

Così il Presidente Plinio Vanini ha annunciato questa sera la chiusura straordinaria della rete delle 51 filiali del Gruppo Autotorino, il principale dealer automobilistico italiano, che si articola nelle regioni di Piemonte, Lombardia, Emilia-Romagna, nonché in Veneto e Friuli con le insegne Autostar.

Da mercoledì 11 marzo saranno disponibili sui siti www.autotorino.it e www.autostargroup.com tutti i riferimenti utili per dare informazioni a chi abbia scadenze imminenti o servizi aperti presso le filiali.

#iorestoacasa, la campagna della Regione

Consiglio e Giunta regionale lanciano una campagna di comunicazione per invitare i cittadini a rispettare le indicazioni dei decreti governativi sul Coronavirus: tre card, una generale, una rivolta a un pubblico più giovane e una per anziani e persone con fragilità

È stato inoltre pubblicato un video con i consigli sanitari utili da seguire con attenzione.

“Rivolgo a tutti i piemontesi l’appello a restare a casa per limitare la diffusione del Covid-19 e a seguire in modo scrupoloso le misure urgenti per il contenimento del virus che sono presenti nel decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in vigore fino al 3 aprile. Con questa campagna social vogliamo sensibilizzare i cittadini a compiere quei gesti di buonsenso che possono fare la differenza. Se agiamo tutti insieme con responsabilità possiamo fermarlo”, è l’invito del presidente del Consiglio regionale Stefano Allasia.

Smart working: antidoto oggi, opportunità domani

L’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino: «Oggi, come dicono i medici, stare a casa è la miglior soluzione per fermare questo virus. Ma, in futuro, potenziare il telelavoro – laddove sia possibile .-  potrà portare benefici per imprese e lavoratori, evitare lo spopolamento delle nostre montagne e delle nostre valli e anche sostenere le famiglie e la natalità»

Trasformare una grave emergenza in un’occasione per sperimentare davvero qualche cosa di innovativo, che potrebbe, se applicato sistematicamente, cambiare in meglio il mondo del lavoro. D’altronde gli esperti sono tutti d’accordo: per limitare l’emergenza coronavirus occorre uscire di casa il meno possibile. Allo stesso tempo, però, le aziende non possono e non devono fermarsi.

Ed ecco che allora il telelavoro (o smart working)  diventa una soluzione che non solo può tornare utile oggi, ma che può davvero migliorare il mondo del lavoro anche quando questa maledetta epidemia finirà. Migliorando la qualità del lavoro per le aziende, la felicità dei lavoratori e, perché no, sostenendo anche la natalità. Ne è convinta l’assessore regionale al Lavoro, Elena Chiorino, che ha già attivato i propri uffici per fare il punto della situazione sulle misure che la Regione già offre per il telelavoro e proporne di nuove.

E intanto lancia un appello a tutte le imprese che, già oggi, sono in grado di far lavorare i propri dipendenti da casa: «Il telelavoro consentirebbe di limitare innanzitutto gli spostamenti di persone e contenere al meglio il coronavirus – spiega Chiorino – e pertanto chi può , già oggi, farlo, dovrebbe prenderlo seriamente in considerazione, fino alla fine di questa emergenza. Anche a tutela delle imprese stesse che vedrebbero ridurre drasticamente il rischio che un proprio dipendente contragga la malattia».

Ma l’esponente della giunta Cirio va oltre e pensa al futuro: «Oggi le tecnologie offrono, nella stragrande maggioranza dei casi, di poter svolgere da casa le medesime mansioni che, normalmente, vengono svolte negli uffici, nelle scuole e anche nelle università. Alcuni Atenei hanno immediatamente reagito all’emergenza facendo registrare ai docenti le lezioni da casa o in streaming. Così come so che parecchi uffici stanno lavorando a distanza. Certo, si tratta di una “rivoluzione culturale” non da poco, difficile da metabolizzare per tutti e che necessita di essere ancora ben normata in tutti i suoi aspetti, ma oggi, con le dotazioni tecnologiche che quasi tutte le famiglie hanno, come un pc e una normale connessione ADSL, è possibile davvero fare quasi tutto». «Chiaramente – precisa Chiorino – esistono lavori che non si possono svolgere a distanza, come quelli che vengono realizzati nelle fabbriche, ma in tanti altri casi gli impedimenti possono essere superati».

Chiorino evidenzia alcuni dei vantaggi che un maggiore utilizzo del telelavoro porterebbe al sistema: «Credo che molte aziende risparmierebbero sui costi degli uffici – spiega – ma soprattutto potrebbero disporre di una flessibilità oraria maggiore, considerando che il lavoratore opererebbe da casa. Non solo, per i lavoratori i vantaggi sarebbero parecchi: anche, banalmente, la possibilità di fare la spesa in pausa pranzo e di potersi gestire il lavoro, come detto, in maniera più flessibile»·.

Il telelavoro consentirebbe anche di valorizzare di più le famiglie, favorendo anche la natalità. Una mamma o un papà, ad esempio, avrebbero la possibilità di gestire il proprio figlio senza dover fare affidamento a parenti o a baby sitter, magari approfittando delle pause per andare a prendere il figlio a scuola. Troppe volte mi sento dire da donne che vorrebbero un figlio che il lavoro rende impossibile la realizzazione del loro sogno. Con lo smart working, questo problema verrebbe superato. Per non parlare di chi vive in Comuni isolati o di montagna che, grazie al telelavoro, potrebbero scongiurare il rischio spopolamento».

Idee, proposte, che ovviamente potrebbero essere modulate a seconda delle esigenze delle singole imprese: «Non è affatto detto – conclude Chiorino .- che non si possano individuare soluzioni intermedie, come alcuni giorni di lavoro “casalingo” e altri in ufficio. Ma penso che in futuro, grazie alla crescita esponenziale delle tecnologie, tutto sarà ancora più semplice. In questi giorni, insieme al mio staff, stiamo lavorando a distanza e i risultati che sto constatando sono ottimi».

«Oggi come oggi, nell’emergenza che stiamo vivendo – conclude l’assessore regionale al Lavoro – posso solo suggerire alle imprese di utilizzare il più possibile il telelavoro anche se, e mi rendo perfettamente conto, molti non sono ancora pronti. Ma per il futuro proporrò di estendere la possibilità di avvalersi di questa pratica a tutti coloro che possono farlo, studiando, insieme ai colleghi della Giunta, anche misure per permettere – a chi ha ancora a che fare con barriere digitali – di poter utilizzare lo smart working in tutte le sue potenzialità».

Pazienza e disciplina. E dopo la notte arriva l’alba

Il primario dell’Amedeo di Savoia cerca di giustificare il messaggio dell’ infermiera che un po’ di panico ha scatenato

Avrebbe fatto il tutto per riportare il figlio di una sua amica ad un comportamento assennato. Qualcosa che doveva rimanere a tre si è subito propagata. Sa un po’ di difesa d ufficio ma è capibile e non condannabile. Due persone come il primario e l’infermiera sono quotidianamente in prima linea nella lotta al corona virus. Ciò che non è capibile e non accettabile sono le polemiche politiche e giornalistiche tendenti ad individuare negli altri i colpevoli. Oggi si volta ulteriormente pagina. Tutta l’Italia è zona rossa, tutti gli italiani si devono uniformare alle nuove disposizioni per evitare contagi. Del resto si sapeva che l’unica cosa è limitare i contagi limitando i normali incontri. Si conosce poco se non niente del virus. E si sta affacciando l’ipotesi che sia autoctono. In altre parole o che non arrivi dalla Cina o che arrivato si è velocemente trasformato. Se è vero (francamente ci credo) , tra le altre cose l’infermiera ha avuto ragione. Forse intempestiva ma ha avuto ragione. Tant’è che  due giorni dopo il premier Conte in conferenza stampa serale ha annunciato che tutta l’Italia è zona rossa. Basta vedere la cartina dei contagi che riguarda tutte le regioni. Smorzano i toni le opposizioni. Atto dovuto. E in Europa, nei singoli paesi europei la situazione non sembra migliore. Persino i teutonici tedesco  annaspano. E noi singoli che possiamo fare? Attenerci alle disposizioni. Non il più possibile attenerci, ma attenerci e basta. Un po’ di disciplina non guasta.
Come diceva il Grande Eduardo De Filippo: ha  da passa’  a nuttata. Pazienza e disciplina e l’alba arriva.

Patrizio Tosetto

Ieri e oggi al tempo del Coronavirus

IL COMMENTO  di Ibis / Un’opinione, come un sasso nello stagno Se confrontiamo il mondo della nostra infanzia con quello di oggi , abbiamo l’impressione che fosse un tempo idilliaco. Limitandoci alle ultime notizie, oggi assistiamo all’epidemia di Covid 19, alla drammatica vicenda dei migranti ammassati alla frontiera greco-turca, e a molti altri che fuggono da carestie e guerre, agli attentati che continuano in varie parti del mondo islamico.

 

E poi , ancora, vediamo l’affermazione di un modello di globalizzazione troppo spesso basato sull’abbattimento del costo del lavoro , dei diritti dei lavoratori e su una minore tutela dell’ambiente. Per rimanere nel campo dell’economia, la completa deregulation del settore finanziario permette speculazioni a livello mondiale e crea ricorrenti bolle speculative il cui risultato è quello di concentrare grande ricchezza nelle mani di poche élites transnazionali.Passando al piano morale, i nostri anni di infanzia ci sembrano anni in cui una più diffusa cultura , e anche fede, cattolica spingevano all’impegno altruistico: restando a Torino, sono gli anni in cui Ernesto Olivero e i suoi giovani davano vita al Sermig e don Ciotti al Gruppo Abele con molti generosi esempi di volontariato. Negli oratori si promuovevano opere e valori cristiani. E se penso a mia madre, ricordo una fede viva e non beghina, intrisa di empatia verso tutti , di spiritualità e di impegno civile . Sono gli anni in cui ci sembra che fosse più chiaro che cosa fosse bene e che cosa fosse male: non voglio dire che tutti si conformassero alle nome morali in voga, ma che almeno l’ipocrisia , come scrisse François de La Rochefoucauld, era ancora “ l’ omaggio che il vizio rende alla virtù”.

.
Oggi invece mi pare che molti “considerino il vizio una virtù , come se il vizio ben fatto fosse esso stesso virtù, mentre una virtù mal fatta fosse l’essenza del vizio.”E sembra prevalere su molti argomenti (penso ad esempio a quelli che riguardano gli esseri umani, come certe teorie gender) quanto scrisse il Manzoni sulla credenza degli untori citando il Muratori: c’erano ancora persone di buon senso che non vi credevano, ma a un certo punto il senso comune prese il sopravvento sul buon senso. Osserviamo una sera normale di un qualsiasi week end, nella nostra Torino: vediamo frotte di giovani e giovanissimi ubriachi o “ fumati” che barcollano o schiamazzano e che talvolta perdono del tutto il senso del pudore. Si tratta anche di ragazze e ragazzi di poco più di 14 anni. Ma le famiglie dove sono? Ci domandiamo noi che non abbiano più figli adolescenti ( che pure lanciarono quello stile di vita) . Quegli stessi nostri figli trentenni che ora si mostrano critici nei confronti di questi ragazzi.
.
Ma è proprio tutto così? Non è forse che il ricordo sfuma nel mito, come sempre, di un tempo passato che fu migliore? Non ci sono mai anni facili: c’era allora un’ Europa divisa in due, dove una metà soffriva dietro la “cortina di ferro”, ma al di qua eminenti personalità mettevano le basi per la costruzione di quella che si chiamava Comunità Economica Europea, che poi diventò Unione Europea. E già il cambio di nome mostra una fragilità di ideali, indicando la Comunità un qualcosa di più , tratto dalla cultura cristiana che all’epoca fu alla base dell’idea di Europa unita. Piombò sulla scena culturale il “sessantotto” che , denunciando anche cose cattive, ne spazzò via di buone e alla fine provocò , oltre agli anni di piombo, un individualismo sfrenato e il riflusso nel privato. Ed oggi vediamo anche il rinascere di nazionalismi ( sovranismi) che pensavamo morti del tutto e che tante tragedie e lutti hanno provocato nella “ civilissima “ Europa.
.
Non so se è un mito, so che quello che ho descritto è in parte l’oggi di una società che si è vieppiù secolarizzata e materializzata. Ma se è vero che “ solo il deserto può fiorire in una notte”, perché basta una rara pioggia scrosciante, forse siamo alla vigilia di un nuovo umanesimo? Un umanesimo che vediamo così necessario di fronte alle grandi sofferenze: siano i migranti intrappolati alla frontiera greca in fuga dalla guerra siriana , sospinti dalla Turchia che ricatta l’Europa, sia il Covid 19, diffuso non dalle migrazioni ma da una grande potenza economica come la Cina , sui quali capitali contiamo più o meno tutti per la prosperità mondiale.
.
Credo che le nostre alienazioni odierne , i nostri tormenti della mente siano peggiori di tante possibili privazioni materiali e che per la loro cura occorrano spiritualità e saggezza, guardarsi dentro e sopra e che le religioni debbano tornare ad essere una vitamina per lo spirito più che un programma per lo sviluppo sociale ( che è assolutamente necessario ma viene dopo e segue il nostro miglioramento interiore). E non parlo solo della Chiesa Cattolica. C’è un detto attribuito al profeta Maometto che dice : la saggezza è come una cammella spersa nel deserto, ognuno ha il diritto di prenderla ovunque la trova.  Mi rendo conto che sono pensieri forse superficiali ma mi piacerebbe che su questi argomenti si riflettesse di più nella società di oggi , tutti assieme.