ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 367

Tutto quello che occorre sapere su Stellantis

 

Per fugare la confusione legata al recente sovrapporsi di notizie, ecco il Vademecum, a cura della redazione del Torinese, sui nomi e le cifre del neonato gruppo automobilistico, oggi al debutto a piazza affari.

Cos’è Stellantis

Si tratta del quarto gruppo automobilistico mondiale, nato dalla fusione al 50% del Gruppo FCA e di PSA Groupe. Il colosso italo-franco-statunitense viene costituito in forma di società per azioni di diritto olandese, ovvero “Stellantis NV” con sede ad Amsterdam

Data di nascita

Sabato 16 gennaio 2021

Debutto in borsa

Lunedì 18 gennaio 2021

I brand del gruppo

I marchi FCA

  • Fiat
  • Abarth
  • Alfa Romeo
  • Lancia
  • Maserati
  • Chrysler
  • Dodge
  • Jeep

I marchi PSA

  • Peugeot
  • Citroën
  • Opel / Vauxhall (marchio Opel per il Regno Unito)
  • DS Automobiles
  • Ram Trucks

N.d.r. i marchi Ferrari, Iveco e New Holland non rientrano in Fca ma esclusivamente in Exor, conseguentemente non sono, ad oggi, parte di Stellantis

Posizionamento rispetto ai competitors

  1. Volkswagen Group
  2. Toyota Group
  3. Renault-Nissan Alliance
  4. Stellantis
  5. Hyundai-Kia
  6. General Motors
  7. Honda Motors
  8. Ford
  9. Mercedes Daimler

Principali azionisti

  • Exor (famiglia Agnelli) 14,4%
  • Famiglia Peugeot 7,2%.
  • Stato francese 6,2%
  • Gruppo Dongfeng 5,6%.

Consiglio di Amministrazione

Direttori esecutivi

  • CEO: Carlos Tavares (prec. CEO Groupe PSA)
  • Presidente: John Elkann (A.D. Exor N.V.)

Direttori non esecutivi

  • Vice Presidente: Robert Peugeot
  • Senior indipendent director: Henri de Castries (prec. CEO di AXA)
  • Andrea Agnelli (Presidente Juventus Football Club S.p.A)
  • Wan Ling Martello (prec. Vice Presidente Esecutivo Nestlé)
  • Kevin Scott (prec. CTO Microsoft)
  • Jacques de Saint-Exupéry (prec. Contrôle des opérations financières PSA)*
  • Fiona Clare Cicconi (prec. Chief People Officer di AstraZeneca e Google)**

* delegato a rappresentare i lavoratori PSA

** delegata a rappresentare i lavoratori FCA, sebbene i sindacati italiani abbiano già lamentato di essere stati esclusi da questa nomina

Disabili: “priorità per le vaccinazioni”

Giancarlo D’Errico, Presidente Anffas Torino: “Abbiamo definito le modalità operative in un clima molto costruttivo, prossimo appuntamento tra 15 giorni”

Si è riunito giovedì scorso, per la prima volta, il Tavolo regionale permanente sulle disabilità, costituito a inizio dicembre dalla Regione Piemonte con le principali associazioni regionali che si occupano di disabilità – FISH Piemonte, Federazione Italiana per il Superamento Handicap; FAND Piemonte, Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità; Anffas Piemonte, associazione delle famiglie di persone con disabilità intellettiva e disturbi del neuro sviluppo – e coordinato dall’Assessore alle Pari Opportunità Chiara Caucino. Al tavolo, coerentemente con la DGR costitutiva, alcuni degli assessorati interessati hanno già dato l’adesione con l’indicazione del funzionario referente.

Sono state definite le modalità operative: il Tavolo sulle disabilità si riunirà con cadenza quindicinale (prossimo appuntamento già fissato per il 28 gennaio) su convocazione dell’Assessore Caucino e tratterà argomenti di programmazione e progettazione, indicati in un documento prodotto dalle associazioni, ma anche problemi contingenti a cui dare risposta urgente e congiunta.

Particolarmente urgente l’argomento dei vaccini: FISH, FAND e Anffas hanno espresso la necessità che il criterio di priorità già utilizzato per l’effettuazione dei tamponi alle persone con disabilità sia adottato anche per le vaccinazioni, l’Assessore Caucino ha evidenziato come tale richiesta sia già stata formulata e in attesa di risposta.

In merito alla difficoltà crescente che stanno vivendo le persone con autismo e le loro famiglie, il Tavolo sulle disabilità sostiene la realizzazione del “Progetto regionale per la gestione delle urgenze comportamentali nella disabilità” proposto dal dott. Roberto Keller, responsabile del centro regionale del Piemonte per le persone con disturbi dello spettro autistico in età adulta. Anche in questo caso la risposta dell’assessorato è stata positiva, con l’impegno ad avviare le azioni necessarie (per altro già previste e finanziate) per il potenziamento dell’ambulatorio e per l’eliminazione della lista d’attesa.

“Esprimiamo la nostra soddisfazione – commenta Giancarlo D’Errico, Presidente Anffas Piemonte e Anffas Torino – per il clima costruttivo, i propositi e gli impegni condivisi nell’incontro. Per la prima volta, applichiamo una prassi di co-programmazione e co-progettazione sulla disabilità. Agli argomenti tradizionali, come lavoro, scuola e trasporti, si aggiungono le emergenze dettate dalla pandemia, come la gestione dei centri diurni e residenziali, l’assistenza domiciliare e soprattutto la necessità di inserire tra le categorie da vaccinare con priorità le persone con disabilità. Tutto nell’ottica di costruire percorsi di vita autonomi e indipendente per ciascuna persona con disabilità, per migliorare la loro qualità di vita e nel contempo per spendere in maniera più appropriata ed efficiente le risorse”.

Salvaguardia per le scuole di montagna

Con le deroghe al numero minimo di bambini previsti per classe, i Comuni piemontesi delle aree montane e marginali manterranno i loro plessi scolastici. Lo prevede la proposta di delibera della Giunta sul piano di revisione e dimensionamento scolastico per l’anno 2021/2022, su cui la sesta Commissione presieduta da Paolo Bongioanni ha espresso parere favorevole a maggioranza. Stesso parere è stato dato anche alla proposta di delibera sull’offerta formativa per le scuole superiori.  

L’assessore all’Istruzione Elena Chiorino, nella sua relazione, ha spiegato che prosegue il processo di razionalizzazione della rete scolastica e il mantenimento delle pluriclassi. La delibera sul dimensionamento istituisce inoltre sette nuovi punti di erogazione di scuole dell’infanzia, con nove sezioni complessive, al fine di garantire la continuità delle prestazioni nei casi di cessazione della scuola paritaria. Vengono anche istituite tre sezioni aggiuntive in scuole dell’infanzia già esistenti.

Con la seconda delibera, l’offerta formativa per le scuole superiori viene integrata con l’introduzione di nuovi indirizzi di studio. Uno spazio significativo è dedicato all’istruzione degli adulti, con una specifica integrazione dei percorsi a loro dedicati.

E’ intervenuto per chiarimenti il consigliere Pd Diego Sarno.

Nursing Up: “Arcuri apra un bando per infermieri”

Sanita’ Nursing Up, De Palma: «Arcuri apra subito un bando dove gli infermieri dipendenti possano segnalare la loro disponibilità, e affidi alle ASL il compito di incaricare i professionisti del SSN di sostenere con la loro competenza ed esperienza, già ampiamente dimostrata sul campo, un piano vaccini che stenta a decollare»

La proposta del Presidente del Sindacato Infermieri Italiani: «Serve un nuovo piano strategico che dimostri il buon senso e l’acume del nostro Commissario Straordinario che può agire in sinergia con le Asl. Ci sono migliaia di infermieri della sanità pubblica, non impegnati nelle aree covid, e con prestazioni che non vanno oltre l’orario ordinario. Saranno loro stessi a candidarsi e a dare la loro disponibilità. Saranno poi le Regioni a pagarli, attraverso le asl di competenza. I fondi ci sono, sono arrivati dalla nuova Finanziaria e rientrano nel progetto dei 50 euro lordi ad ora previsti per retribuire le cosiddette prestazioni aggiuntive. E allora cosa stiamo aspettando? Ci sono i fondi e ci sono anche gli infermieri. Li abbiamo in casa! Si può partire immediatamente, noi come sindacato ci occuperemmo di fare una massiccia campagna di sensibilizzazione verso i colleghi. E’ ovvio che, man mano che ci saranno colleghi liberi, quindi da assumere, semplicemente potranno essere assorbiti dalla macchina vaccinale. Gli infermieri italiani dipendenti del ssn, adeguatamente retribuiti, sono la nostra vera arma vincente per uscire dal questo buio tunnel».

 «Perchè ostinarsi a cercare 12mila infermieri (che nemmeno sarebbero sufficienti, lo abbiamo ribadito più volte, ne servirebbero almeno 27mila per portare a compimento il piano vaccini entro la fine dell’anno in corso), tra i disoccupati o tra coloro che lavorano come indipendenti magari a partita iva? Perché complicarsi maledettamente la vita con un bando che si è rivelato fallimentare in partenza?

Il responso estremamente negativo arrivato con meno di 4mila professionisti, in tanti hanno risposto ahimè ai criteri del concorso, non rappresentano forse una prova già sufficiente per decidere di voltare pagina e dare una svolta ad una “missione” decisiva per la tutela della salute degli italiani?

Non indugiamo! Occorre da subito un nuovo bando e deve essere lo stesso Commissario Straordinario Arcuri a metterlo in atto. Non dubitiamo del suo acume e della sua capacità manageriale di rivedere in corsa i propri intenti, anche rifacendo tutto daccapo se necessario».

Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Sindacato Nursing Up, propone concretamente un nuovo bando che prenda questa volta in considerazione gli infermieri dipendenti, totalmente ignorati dal primo.

«Non è affatto vero che incaricando gli infermieri dipendenti del Ssn si toglierà forza lavoro alle già critiche aree covid. In Italia abbiamo almeno 30mila professionisti sul territorio, che oggi non superano le 6 ore al giorno di lavoro ordinario, ai quali si aggiungono almeno altri 120 mila colleghi operanti con turni compatibili, che avrebbero tutto il tempo per dare un enorme aiuto, con la loro esperienza, a questa delicata missione. I fondi ci sono e come! Le risorse arrivano direttamente dalla recente finanziaria che mette a disposizione i già ampiamente citati 50 euro orari per le prestazioni aggiuntive, a questi possono aggiungersi le risorse messe a disposizione delle singole regioni. Ma occorre costruire un progetto che da subito abbia le peculiarità per essere vincente, continua De Palma.

Arcuri può dare vita a un nuovo bando e creare una sorta di banca dati, regione per regione, di infermieri dipendenti qualificati: siamo certi che, adeguatamente retribuiti, saranno loro stessi a dare disponibilità in massa. Saranno poi le regioni stesse, attraverso le asl, a selezionare e a fornire gli incarichi coordinandosi con i candidati, tenendo conto della loro disponibilità. Inoltre se scendono in campo gli infermieri dipendenti del ssn non ci si troverebbe nemmeno di fronte al possibile intoppo del vincolo di esclusività, perchè presterebbero servizio presso le stesse asl dalle quali dipendono. Inoltre le asl che non hanno avuto candidati, potrebbero attingere dall’elenco “pescando” tra candidati di asl attigue o vicine. Serve quindi da subito un bando nuovo che acquisisca da subito la loro disponibilità.

E si cancellino i contratti, senza senso e dispendiosi, con le agenzie interinali che non hanno fin ora portato da nessuna parte. I risultati parlano chiaro! Inoltre le selezioni, da parte delle Regioni, vanno effettuate con il criterio della territorialità. Significa che ogni infermiere “vaccinatore” dovrà essere chiamato a garantire le proprie funzioni direttamente nella Asl, di cui è già dipendente o in una vicina. Ci chiediamo perché nessuno ci abbia pensato! Tutto questo agevolerà la partecipazione, perchè non sarà chiesto agli infermieri di spostarsi, e favorirà la quantità e la qualità del servizio offerto. Non possiamo continuare, in alcun modo, a viaggiare al ritmo di 70mila somministrazioni al giorno. Di questo passo ci vorranno diversi anni per concludere il piano vaccini e non possiamo certo permettercelo! I numeri dei contagi e dei decessi parlano chiaro: la pandemia non tende a placare la sua pervasività e occorre essere pronti a una terza ondata. Solo con l’immunizzazione di massa il covid potrà diventare solo un brutto ricordo da raccontare nei libri di storia».

Nuova disciplina per enoteche regionali e strade del vino

Assessore Protopapa:  “Enoteche e strade del vino e del cibo diventano punto cardine della promozione locale delle eccellenze eno-agroalimentari del Piemonte e del paesaggio rurale”

Il Piemonte si dota di una nuova disciplina del sistema delle Enoteche regionali, Botteghe del vino, Cantine comunali e Strade del vino e del cibo. Lo ha stabilito la Giunta regionale il 15 gennaio su proposta dell’assessore all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa.

La disciplina è stata approvata dalla Giunta in attuazione dell’articolo42 della legge regionale n. 1/2019, il Testo unico sull’agricoltura e ha l’obiettivo di delineare un nuovo modello di promozione dei vini e delle produzioni agroalimentari sul territorio piemontese.

Vengono individuati otto ambiti territoriali di attività delle Enoteche regionali, caratterizzati da vocazione viticole e denominazioni di origine e sono:

1. Langhe e Roero, 2. Monferrato, 3. Torinese e Monferrato, 4. Alto Piemonte, 5. Doglianese e Alta Langa cuneese, 6. Terre Derthona e Gavi, 7. Saluzzese e Pinerolese, 8. Verbano, Cusio, Ossola.

I primi quattro ambiti si riferiscono ai territori ad alta vocazione vitivinicola e comprendono le aree di azione delle 15 Enoteche regionali attualmente riconosciute, mentre i restanti ambiti non presentano ad oggi alcuna enoteca regionale.

La nuova disciplina permetterà all’interno dello stesso ambito territoriale di avere un coordinamento delle attività promozionali, fino ad oggi svolte da una moltitudine di soggetti con il rischio di dispersione delle risorse. – sottolinea l’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo, Marco Protopapa – Le Enoteche regionali e le Strade del vino e del cibo possono infatti diventare i punti cardine della promozione locale delle eccellenze eno-agroalimentari del Piemonte e del paesaggio rurale, con l’obiettivo di migliorare la percezione dell’immagine del Piemonte da parte dei consumatori, dei turisti italiani e stranieri, del mondo dell’informazione. Inoltre l’individuazione di nuovi ambiti nell’Alessandrino, Cuneese, Torinese, nel Vco, vuole essere uno stimolo per migliorare la promozione turistica dei nostri territori”.

La disciplina approvata prevede che le Enoteche regionali siano promotrici non solo dei vini di qualità del territorio di riferimento ma anche dei prodotti agroalimentari di qualità, dei prodotti biologici e tipici locali, e del paesaggio rurale. Enoteche e Strade del vino saranno il punto di riferimento della programmazione promozionale all’interno dell’ambito territoriale coinvolgendo le Botteghe del vino, le Cantine comunali, i Consorzi di tutela vitivinicoli e dei prodotti agroalimentari, i consorzi di tutela dei prodotti tipici, le associazioni di produttori e i Distretti del cibo riconosciuti, gli ecomusei, i soggetti che operano per la valorizzazione delle eccellenze naturalistiche e artistiche-culturali.

Italiani più green ma la pandemia frena i virtuosi

Le regioni del Nord si confermano le più attente alla sostenibilità. Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia le più virtuose

  • L’acqua del rubinetto è economica ed ecologica, ma l’Italia è ancora in paese in cui si consuma maggiormente acqua in bottiglia: 220 litri annui per cittadino
  • Il 50% delle famiglie italiane si aspetta che le aziende commercializzino packaging riciclabili al 100% e/o prodotti con materiali alternativi alla plastica
  • il 30% evita merci con imballaggio in plastica

 

Protezione della famiglia e onestà si affermano come i valori maggiormente sposati dagli italiani dall’avvento del Covid, subito seguiti da semplicità e parsimonia. Questi i dati emersi dall’ultima ricerca di mercato realizzata da W-Mind per SodaStream Italia e finalizzata a comprendere come si sono evolute le priorità degli italiani da quando la pandemia è diventata, purtroppo, parte della nostra quotidianità. La ricerca è stata condotta su un panel di 1000 italiani che bevono acqua frizzante a casa, statisticamente rappresentativi della popolazione italiana.

 

Dall’indagine emerge che la protezione dell’ambiente per gli italiani rimane, nonostante la pandemia, in cima alle loro preoccupazioni. Infatti, Il 36% delle famiglie italiane non acquista più prodotti o servizi con un impatto negativo sull’ambiente o sulla società e il 30% evita merci con imballaggio in plastica, se esiste un’alternativa. Inoltre, più del 50% delle famiglie italiane si aspetta che le aziende commercializzino packaging riciclabili al 100% e/o prodotti con materiali alternativi alla plastica.

 

Non in tutta l’Italia questo fenomeno ha la stessa incidenza e infatti le regioni del Nord si dimostrano maggiormente attente alla sostenibilità con Friuli Venezia Giulia, Trentino a guidare la classifica nazionale in quanto oltre il 57% degli intervistati ha dichiarato di preferire l’acqua di fonte e gli acquisti plastic free (oltre il 70%). Subito dopo troviamo la Valle d’Aosta (50%) e con un significativo distacco seguono poi Piemonte (29%) e Liguria (26%).  Al centro primeggia invece il Lazio (26%), poco lontano dalle altre regioni. Mentre al sud, ad eccezione della Calabria dove la preferenza per l’acqua del rubinetto è al 26% come in Lazio, il consumo di acqua di rubinetto è ancora piuttosto marginale; nonostante ciò alcune regioni come Molise, Basilicata e Sardegna si rivelano molto sensibili agli acquisti plastic free.

 

La sostenibilità prende quindi sempre più piede ma, complici le oggettive difficoltà del momento, alcuni comportamenti virtuosi – soprattutto quelli più legati alla sfera della spesa – sono rimasti indietro. In alcuni casi l’onda verde è stata frenata dai costi.

 

Non tutte le abitudini green sono però più costose di quelle meno virtuose. L’acqua del sindaco è infatti assai più economica rispetto all’acqua in bottiglia, oltre a essere decisamente più “green” e rispettosa dell’ambiente. E su questo fronte gli italiani hanno ampi margini di miglioramento: il panel intervistato solo nel 25% dei casi dichiara di consumare sia acqua frizzante in bottiglia che acqua del rubinetto, il restante 75% predilige l’acqua in bottiglia. L’Italia infatti è ancora il Paese in Europa con il più alto consumo di acqua in bottiglia. Ogni singolo cittadino ne beve più di 220 litri all’anno, per un totale di circa 11 miliardi di bottiglie, di queste ben l’84% è in plastica. Tutto questo si traduce nel consumo di 5,87 milioni di barili di petrolio in un solo anno!

L’impatto ambientale è evidente. Opportunamente il Parlamento è intervenuto inserendo nella recentissima Legge di Bilancio il “bonus rubinetti” per coloro che decidono di sostituire i rubinetti vecchi e di installare sistemi di filtraggio dell’acqua potabile: questo provvedimento dovrebbe far abbandonare ogni indugio anche a coloro che non bevono l’acqua del rubinetto per timore che non sia buona e salubre come quella in bottiglia.

 

Anche chi predilige l’acqua frizzante può fare altrettanto una scelta a basso impatto ambientale ricorrendo ai gasatori domestici. Secondo i dati di SodaStream Italia infatti dal 2008 ad oggi è stato possibile risparmiare oltre 6 miliardi di bottigliette di plastica grazie all’utilizzo del gasatore. Un piccolo e semplice gesto con grandi e concreti risultati.

 

 

Ma perché in Italia si consuma così tanta acqua in plastica monouso?

Dalla ricerca condotta da SodaStream Italia si scopre quali sono le principali cause di questo consumo di acqua in bottiglie di plastica monouso: il 28% degli intervistati non si fida della qualità dell’acqua di rubinetto e il 14% sostiene di non apprezzare il gusto dell’acqua corrente nonostante si tratti di un prodotto sottoposto a controlli stringenti e costanti. A fare particolare impressione è inoltre il dato sui millennials che, pur non avendo riserve verso il gusto dell’acqua, sono convinti per il 33% che l’acqua di rubinetto sia di scarsa qualità prediligendo quella in bottiglia. I dati però raccontano una realtà diversa: l’acqua di rubinetto viene infatti controllata più volte durante l’anno; inoltre l’acqua di rubinetto è estremamente sicura in quanto potabilizzata attraverso un processo di clorazione finalizzato ad eliminare le contaminazioni batteriche a differenza di quella in bottiglia in plastica monouso che, se esposta ad agenti esterni non idonei, può perdere qualità. Infine l’acqua corrente è evidentemente più economica e più rispettosa per l’ambiente perché non implica il consumo di energia e materie prime per la produzione di materiali per imballaggio e l’inquinamento connesso al trasporto e allo stoccaggio.

 

Su Sodastream

SodaStream è leader mondiale nella produzione e distribuzione di sistemi di gasatura domestica di bevande, che permettono ai consumatori di trasformare in modo semplice e istantaneo la normale acqua di rubinetto in bibite gasate e acqua frizzante. I gasatori SodaStream offrono una soluzione altamente differenziata e innovativa per i consumatori di bibite gassate e acqua frizzante, in bottiglia o in lattina. I prodotti SodaStream sono ecologici, economici, promuovono salute e benessere, sono personalizzabili, divertenti e facili da usare. Inoltre, offrono convenienza e vantaggi, eliminando la necessità di trasportare le bottiglie dal supermercato a casa, di sistemarle in casa e di smistarle regolarmente una volta vuote. I prodotti Sodastream sono disponibili in oltre 80.000 punti vendita in 45 paesi in tutto il mondo.

Per maggiori informazioni visita il sito www.sodastream.it

Biologico, 4 milioni di euro per la ricerca

Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 7 gennaio, sono scattati i 45 giorni di tempo per le Università e gli enti pubblici per prendere parte al bando dedicato ai progetti di ricerca per l’agricoltura biologica.

Lo stanziamento complessivo a disposizione è pari a 4,2 milioni di euro e prevede una copertura fino al 90% della spesa ammessa a finanziamento, sino ad un massimo di 300mila euro a progetto. Ben otto le tematiche di ricerca: miglioramento genetico, riduzione degli input esterni, trasformazione dei prodotti, florovivaismo, piante officinali e piante aromatiche, l’agroecologia, meccanizzazione, sviluppo sostenibile del territorio e tutela ambientale, forestale e paesaggistica.

Con questo bando miriamo al miglioramento delle produzioni biologiche, all’innovazione dei processi produttivi, al trasferimento tecnologico, alla fruizione e diffusione dei benefici e vantaggi dell’agricoltura biologicadichiara il Sottosegretario alle Politiche Agricole, Giuseppe L’AbbateI progetti di ricerca devono tendere al consolidamento e allo sviluppo del settore e, attraverso il coinvolgimento obbligatorio sin dal primo momento di almeno una azienda agricola biologica, avere una applicazione concreta dei risultati sulle realtà produttive. In questo modo, potremo fare davvero innovazione e permettere alle nostre imprese conclude L’Abbatedi creare quel valore aggiunto che può essere determinante per la competitività sui mercati nazionale e internazionale”.

Il progetto di ricerca, della durata non superiore ai 36 mesi, dovrà infatti coinvolgere almeno una impresa agricola biologica o relative associazioni, prevedendo un’attività di sperimentazionepresso le aziende coinvolte, realizzare un video rivolto al mondo della formazione e alla realtà rurale in cui sono sinteticamente raccontate la storia e le fasi cruciali della ricerca, un’ampia diffusione dei risultati, accessibili gratuitamente, attraverso conferenze, pubblicazioni, video, banche dati o software open source. L’Italia è tra i Paesi leader in Europa per l’agricoltura biologica con una estensione dedicata di 2 milioni di ettari, pari a oltre il 15% della superficie nazionale, focalizzata soprattutto nelle regioni del Sud Italia (Sicilia, Puglia, Calabria) e in Emilia-Romagna, e quasi 80.000 operatori coinvolti. Tra i principali orientamenti produttivi: prati a pascolo, colture foraggere, cereali, olivo e vite.

Al via la prima edizione del S.A.V.E. 2021 Virtual Tour

Una iniziativa digitale dedicata alla sostenibilità e all’educazione finanziaria curata dal Museo del Risparmio e BEI Institute, lanciata con l’evento digitale #SAVEsCOOL e le star di TikTok e YouTube

• Un percorso virtuale per sensibilizzare i giovani all’uso consapevole delle risorse finanziarie e ambientali, all’economia circolare e all’inclusione sociale
• Il 19 gennaio gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado parteciperanno all’evento #SAVEsCOOL, una diretta streaming in cui potranno interagire e parlare di sostenibilità anche con Marcello Ascani, Eleonora Olivieri e Riccardo Aldighieri, star di YouTube e TikTok

Al via il 19 gennaio la prima edizione digitale del S.A.V.E. 2021 Virtual
Tour, iniziativa sulla sostenibilità ambientale ed economica, dedicata agli studenti di ogni ordine e
grado. Il progetto didattico ideato dal Museo del Risparmio di Torino di Intesa Sanpaolo, in
collaborazione con il BEI Institute, sarà lanciato alle 18:00 con l’evento digitale #SAVEsCOOL una
diretta streaming interattiva e gratuita a cui parteciperanno anche tre star del web, Riccardo
Aldighieri, Marcello Ascani e Eleonora Olivieri.

I tre creators, che contano milioni di followers sui propri social, si trasformeranno in “influencer della
sostenibilità” con l’obiettivo di sensibilizzare i più giovani sui temi dell’economia circolare, della
gestione del denaro e dell’inclusione sociale, utilizzando un linguaggio vicino a quello dei loro
coetanei. Tutti gli studenti e i docenti che vorranno parteciparvi, avranno l’occasione di avere
accesso a materiali, laboratori e gaming app – disegnati appositamente per il progetto – che
consentiranno di approfondire questi argomenti e di interagire e confrontarsi sui temi legati alla
sostenibilità.

Tanti gli spunti e le attività con cui le classi potranno divertirsi, riflettere e imparare: dall’economia
circolare alle basi dell’eco-design, dalla storia della moneta ai metodi per favorire l’inclusione sociale.
I percorsi e i laboratori saranno gratuiti, affronteranno il tema della scarsità delle risorse, siano esse
naturali o economiche, e porteranno a riflettere sull’importanza di impegnarsi nella lotta contro gli
sprechi per il bene comune e individuale.

La sostenibilità e le sue implicazioni sul sistema economico-sociale stanno conquistando ogni giorno
di più l’attenzione di giovani e giovanissimi, desiderosi di vivere in un futuro caratterizzato da una
migliore qualità della vita. È importante che il cambiamento parta dai ragazzi della cosiddetta
“Generazione Z” non solo perché il futuro prossimo è nelle loro mani ma anche perché sono, proprio
loro, i migliori ambasciatori della sostenibilità all’interno della famiglia.

Gli insegnanti di Teach for Italy – che è parte della rete internazionale di “Teach for All” presente in
59 Paesi – partiranno immediatamente con l’attività didattica, erogando i contenuti del progetto a 20
classi sul territorio italiano.

Il progetto sarà a disposizione di tutti gli insegnanti che si iscriveranno attraverso il link
http://www.savetour.it/iscriviti/. Se di interesse, saranno messi a disposizione materiali e
organizzati incontri webinar per aiutare i docenti a pianificare l’attività didattica. Tutto il materiale è
disponibile in italiano e in inglese, per offrire l’opportunità di usufruire dei percorsi anche a studenti
al di fuori dei confini nazionali.

I PERCORSI

In linea con le indicazioni dell’Agenda Europea 2030, che ha posto al centro del dibattito il tema
della sostenibilità sia economica che ambientale, il progetto propone a titolo gratuito laboratori e app
educative destinate ai ragazzi e alle ragazze delle scuole primarie e secondarie. Le attività potranno
essere svolte sia in classe sia in modalità online e i contenuti saranno declinati in modo diverso a
seconda del ciclo scolastico.

Per le scuole primarie, ad esempio, si passerà dalla storia della moneta alle basi dell’economia
circolare con filmati che spiegano in termini semplici in cosa consiste il nuovo modello di produzione
verso cui dovranno orientarsi le future generazioni. Con l’app “Green Hero”, inoltre, gli studenti si
metteranno alla prova l’abilità di riciclare e costruire oggetti “green”. Un laboratorio creativo su riciclo
e valorizzazione del recupero degli scarti completerà il percorso.

Le classi delle scuole secondarie di I grado, invece, approfondiranno i concetti delle crisi
economiche e ambientali, individuando alcune possibili soluzioni per contrastarle. Oltre alla visione
di video sulle bolle speculative, sull’economia circolare sulla salvaguardia della biodiversità, i ragazzi
potranno giocare con l’app “Planet Guardian”, nella quale gli sarà chiesto di calarsi nel ruolo di
guardiano del pianeta e scegliere cosa fare per migliorare l’ambiente che lasceranno alle prossime
generazioni. A conclusione del percorso gli studenti potranno divertirsi con il quiz a squadre “L’albero
della sostenibilità”.

Infine, il percorso delle scuole secondarie di II grado è incentrato sull’inclusione economica e
sociale. Alla visione di video-interviste a personaggi di spicco del mondo dell’imprenditoria e della
finanza, come il premio Nobel Robert J. Shiller, verranno alternati video originali sull’economia
circolare e sulla riduzione delle disuguaglianze che questa può portare. Nell’app “Equality Defender”,
pensata per gli studenti di questo ciclo scolastico, i ragazzi si metteranno alla prova nel prendere
decisioni che possono aiutare a migliorare la società. Il laboratorio “Giramondo, il risparmio a tutto
tondo” concluderà il percorso attraverso una sfida collegata al turismo sostenibile.

Dicono gli organizzatori

Presidente Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro:
“La pandemia da Covid-19 ha contribuito a mettere in discussione un modello economico che
appare sempre meno adeguato a garantire una crescita inclusiva e sostenibile. Per questo Intesa
Sanpaolo – attraverso il Museo del Risparmio – si è impegnata a costruire un progetto che parlando
ai ragazzi, con il loro linguaggio, li aiutasse a sposare la causa della sostenibilità a 360 gradi.
Sostenibilità che, sempre più, deve includere persone e comunità ai margini della società. Siamo
convinti che l’uso consapevole del denaro e la giusta attenzione allo spreco rappresentino due
elementi essenziali per diventare cittadini attivi, capaci di costruire un domani migliore per tutti”.

Vicepresidente BEI, Dario Scannapieco:
“Le risorse economiche e naturali sono limitate ed è pertanto fondamentale gestirle al meglio per il
progresso sociale ed economico di un Paese. Nell’emergenza che stiamo vivendo questo processo
è ancora più importante. La BEI, in quanto Banca per il clima dell’UE, sa bene quanto siano
importanti l’educazione e la sensibilizzazione alla sostenibilità fin dalla tenera età. Lodevole quindi
che l’esperienza di successo del SAVE tour si adatti alle necessità di questi mesi perché il percorso
di crescita intellettuale non deve essere interrotto. E anzi S.A.V.E. 2021 Virtual Tour in forma digitale
permette di allargare ancora di più la platea di bambini e ragazzi che usufruiranno dei contenuti non
tradizionali grazie a strumenti e piattaforme tipici della loro generazione e quindi da loro ben
conosciuti”.

GLI HIGHLIGHTS DEL #SAVEsCOOL:
• Virtual greetings: Giovanna Paladino, direttore e curatore del Museo del Risparmio; Maria
Luisa Ferreira, head of social economic advisor del BEI Institute.
• Presentazione del S.A.V.E. Virtual Tour 2021 attraverso contributi video e gaming.
• Due chiacchiere con: Riccardo Aldighieri, Marcello Ascani, Eleonora Olivieri, che
racconteranno quanto è “cool” essere sostenibili e come fare per diventarlo sempre di più.
• Q&A: gli studenti avranno la possibilità di porre domande e di interagire con i loro beniamini.
• Saluti e ringraziamenti.

I PROMOTORI

MUSEO DEL RISPARMIO
Il Museo del Risparmio è un’iniziativa di edutainment unica nel suo genere. Nasce nel 2012 a Torino
per diffondere l’alfabetizzazione finanziaria attraverso materiali audiovisivi e interattivi, come filmati,
interviste, animazioni teatrali, videogiochi, in grado di soddisfare la curiosità e il bisogno di
approfondimento dei visitatori. La sua offerta educativa si basa sulla contaminazione dell’economia
con la letteratura, il cinema e il teatro per stimolare curiosità e apprendimento presso un pubblico
diversificato di adulti, adolescenti e bambini.

Migliaia i visitatori che ogni anno visitano il Museo scegliendo tra l’ampia offerta di percorsi guidati,
laboratori didattici o eventi di sensibilizzazione sull’educazione finanziaria. Numerose sono anche le
attività extra-museali organizzate in Italia e all’estero: convegni, conferenze, presentazioni di libri,
mostre temporanee. Il Museo è un progetto interamente finanziato da Intesa Sanpaolo.

BEI INSTITUTE
Il BEI Institute è stato costituito all’interno del Gruppo BEI (Banca europea per gli investimenti e
Fondo europeo per gli investimenti) per promuovere e sostenere i partenariati sociali, culturali e
accademici con le parti interessate europee e il pubblico in generale. Si tratta di un pilastro chiave
della comunità del Gruppo BEI e dell’impegno per la cittadinanza. Ciò comprende la riduzione delle
disuguaglianze, il rafforzamento della conoscenza, dell’innovazione e della competitività e la
garanzia della coesione in tutta Europa.

Offriamo consulenze, finanziamo la ricerca e la condivisione della conoscenza e forniamo
sovvenzioni che sostengono gli obiettivi dell’UE in materia di coesione sociale attraverso
partenariati con le organizzazioni non governative locali (ONG), le università e le reti accademiche,
le fondazioni, gli istituti di ricerca, organizzazioni societarie e organismi governativi.

L’Istituto sostiene l’innovazione sociale e gli imprenditori che mirano a generare un impatto sociale
(mirato a obiettivi sociali, etici o ambientali) o cercano di creare e sostenere un valore sociale,
tipicamente legato alla disoccupazione, emarginazione delle comunità svantaggiate e accesso
all’istruzione e ad altri servizi di base.

L’educazione finanziaria è una delle pietre angolari della strategia dell’BEI per ridurre le
disuguaglianze. Crediamo che una promozione efficace dell’educazione finanziaria contribuisca
allo sviluppo sociale ed economico e stiamo attivamente espandendo le nostre attività in questo
settore.

Per partecipare all’evento di lancio è possibile registrarsi a questo link.
Per informazioni sul progetto e iscriversi http://www.savetour.it/iscriviti/ oppure scrivere a
info@museodelrisparmio.it

Intelligenza artificiale dopo l’infarto: Torino prima al mondo

Pubblicato sulla rivista The Lancet uno studio della Cardiologia universitaria della Città della Salute, svolto con i ricercatori di UniTo e PoliTo, per la creazione di un nuovo sistema di classificazione del rischio di eventi futuri nei pazienti dopo un infarto. Una tecnica che determinerà una vera rivoluzione e ridurrà statisticamente la possibilità di una non corretta diagnosi. Questo risultato rafforza la scelta di Torino come sede dell’Istituto Italiano di Intelligenza Artificiale

 

Straordinario risultato di una ricerca coordinata dalla Cardiologia universitaria dell’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino (diretta dal professor Gaetano Maria De Ferrari), assieme al Dipartimento di Informatica dell’Università di Torino ed a quello di Meccanica e Aerospaziale del Politecnico di Torino. Gli autori hanno utilizzato quell’approccio dell’Intelligenza Artificiale chiamato Machine Learning o di apprendimento automatico, secondo il quale i computer imparano progressivamente dai dati che vengono loro forniti migliorando sempre più le loro capacità predittive ed individuando correlazioni. In questo caso, il risultato è stato la creazione di un nuovo sistema di classificazione del rischio di eventi futuri nei pazienti dopo un infarto. La assoluta novità e la grande efficacia di questo nuovo approccio sono valse alla ricerca la pubblicazione, oggi 15 gennaio, sulla rivista di medicina più blasonata al mondo, The Lancet.

 

I pazienti con infarto miocardico acuto – spiega il dottor Fabrizio D’Ascenzo, coordinatore dello studio – sono ad altissimo rischio nei primi due anni sia di una recidiva di infarto sia di sanguinamenti maggiori legati ai farmaci che mantengono il sangue ‘più fluido’, come la cardioaspirina. La decisione sulla terapia migliore deve bilanciare questi due rischi, cosa che il cardiologo fa basandosi sulla propria esperienza e sul suo intuito clinico, aiutato da dei punteggi di rischio. Tuttavia questi punteggi sono poco precisi e pertanto di modesto aiuto anche per un cardiologo esperto. Abbiamo perciò cercato di migliorare la situazione utilizzando dati clinici riguardanti 23.000 pazienti, molti dei quali raccolti in Piemonte, che hanno fornito la massa critica di informazioni per la nostra ricerca”.

 

Collaboriamo da anni con la Cardiologia universitaria delle Molinette, studiando le relazioni esistenti tra i flussi sanguigni e le patologie che interessano le arterie – dicono i professori Umberto Morbiducci e Marco Deriu del Gruppo di Biomeccanica Computazionale del Politecnico – e come Bioingegneri siamo entusiasti di avere esteso la collaborazione a questo nuovo settore, estremamente promettente”.

 

L’analisi dei dati con questa tecnica basata sull’Intelligenza Artificiale si differenzia nettamente dall’approccio usato finora, basato sull’analisi statistica tradizionale. In alcuni settori questa nuova tecnica determinerà una vera rivoluzione.

 

I dati – spiega Marco Aldinucci, docente di Informatica di UniTo – sono stati analizzati con algoritmi di Machine Learning che usano pertanto metodi matematico-computazionali per apprendere informazioni direttamente dai dati, senza il bisogno di conoscere nulla a priori sulle possibili relazioni tra i dati stessi”.

 

La differenza trovata tra l’approccio precedente basato sull’analisi statistica tradizionale e questo, basato sull’Intelligenza Artificiale, è stata davvero importante. Mentre la precisione dei migliori punteggi disponibili per identificare la possibilità di un evento come un nuovo infarto o un sanguinamento si aggira intorno al 70%, la precisione di questo nuovo punteggio di rischio si avvicina al 90%, riducendo statisticamente la possibilità di una non corretta diagnosi da tre ad un solo paziente su dieci analizzati.

 

Siamo entusiasti di questi risultati – afferma il professor Gaetano Maria De Ferrari per tre motivi. Primo, possiamo ora curare meglio i nostri pazienti, aggiungendo alla nostra esperienza clinica delle stime davvero precise del rischio cui vanno incontro, confermando il ruolo centrale della Cardiologia universitaria di Torino nella ricerca volta a creare benefici per i pazienti. Secondo, lo studio è una dimostrazione fortissima delle possibilità dell’Intelligenza Artificiale in medicina e in cardiologia in particolare. Terzo, questo risultato ottenuto in collaborazione tra Università e Politecnico rafforza la scelta di Torino come sede dell’Istituto Italiano di Intelligenza Artificiale. In particolare, noi vorremmo candidarci ad un ruolo di riferimento italiano per l’intelligenza artificiale in medicina e questa pubblicazione può contribuire a legittimare questa aspirazione”.

 

Torino è stata scelta come sede principale dell’Istituto Italiano per l’Intelligenza Artificiale (3I4AI), che si occuperà dell’applicazione dell’intelligenza artificiale in vari settori, con attività di ricerca prevista anche in diverse sedi aggiuntive sul territorio nazionale.

 

Sia l’Università che il Politecnico di Torino avranno un ruolo importante nell’Istituto. “Con soddisfazione e con orgoglio accogliamo la notizia di questo successo straordinario che testimonia, ancora una volta, il valore della nostra ricerca – dichiara il Rettore dell’Università di Torino Stefano GeunaL’attenzione della comunità scientifica mondiale a questo studio conferma l’Università di Torino come un’eccellenza della ricerca nazionale a livello internazionale. I gruppi di ricerca coinvolti, ai quali va il nostro più sentito ringraziamento, hanno dato prova di come si possano ottenere risultati straordinari condividendo obiettivi ambiziosi ed integrando saperi e competenze. La nuova frontiera scientifica che coniuga l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale alla diagnostica in medicina è in grado di migliorare come mai prima d’ora la cura di patologie importanti e, più in generale, la qualità di vita di tante persone colpite da patologie gravemente invalidanti. Per arrivare a questi risultati possiamo contare su una ricerca capace di integrare innovazione tecnologica e conoscenze altamente specialistiche. Gli Atenei torinesi ed il nostro Sistema sanitario condividono ormai una provata esperienza in questa direzione. Questo fa di Torino la sede ideale per ospitare l’Istituto Italiano di Intelligenza Artificiale”.

 

Questo progetto oggettiva ulteriormente la forte partnership tra Università ed Azienda ospedaliera, dove la ricerca e l’assistenza si integrano per assicurare percorsi innovativi sempre più tecnologici, con il fine comune di garantire ai pazienti la migliore cura”, sottolinea il Direttore generale della Città della Salute di Torino Giovanni La Valle.

 

L’Intelligenza Artificiale rappresenta un tema chiave per la ricerca dei prossimi anni, sul quale il nostro Ateneo può vantare competenze riconosciute dalla comunità scientifica internazionale ed ha ottenuto risultati di estrema rilevanza, quali ad esempio il coordinamento del Dottorato nazionale sull’Intelligenza Artificiale su IA e Industria 4.0 e la partecipazione del Politecnico al prestigioso Laboratorio Europeo sull’Intelligenza Artificiale dei dati ELLIS – commenta il Rettore del Politecnico di Torino Guido SaraccoL’eccellente risultato prodotto da questa ricerca condotta insieme a Città della Salute ed Università di Torino dimostra ancora una volta la molteplicità e la trasversalità delle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale, che ormai spazia in tutti i settori di punta della nostra economia, dall’automotive alla manifattura, all’industria del lusso e molti altri ambiti, come appunto quello della salute, dove sta diventando sempre più essenziale. Questa ricerca è poi un esempio di collaborazione multidisciplinare tra Enti, che dimostra ancora una volta che tutti i soggetti del territorio sono già pronti a lavorare insieme per fare dell’Istituto un grande polo di ricerca”.

 

Il Covid cancella 650 imprese Torino la più colpita

La crisi economica causata dalla pandemia da’ i suoi primi amari frutti: il primo semestre del 2021 in Piemonte registrerà la fine di  650 imprese

Si stima che il numero complessivo delle aziende scenderà a 116.154. Il calo più consistente riguarderà la  provincia di Torino dove le imprese saranno 59.940, con una perdita di 382 unità produttive. Questa la previsione dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Piemonte.