ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 330

Tripletta di aperture per Pam supermercati

Inaugurato un punto  vendita anche a Rivara Torinese

Festeggiamenti per Pam Franchising che alza il sipario su tre nuovi punti vendita a Rivara Torinese, Ostia e Pavia. Un percorso di crescita costante per Pam Franchising supportato dalla fiducia che storici affiliati ripongono nella storica insegna e da nuove leve dell’imprenditoria che scelgono Pam per i loro progetti nel campo della gdo.

Il nuovo punto vendita ad insegna Borello di Rivara Torinese, comune di circa 3.000 abitanti a nord del capoluogo piemontese, si trova in via Busano, 21 ed è realizzato con Borello, storica azienda partner di Pam Franchising. Il negozio, che si sviluppa su una superficie di vendita di circa 694 mq, vede impiegati 15 nuovi addetti e sarà aperto 7 giorni su 7 dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 e la domenica dalle 9.00 alle 13.00.

Il nuovo punto vendita di Ostia ad insegna Pam City si trova in via Capo Passero, 2 e si sviluppa su una superficie di vendita di 250 mq. Sarà aperto 7 giorni su 7 dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.30 e la domenica dalle 8.30 alle 13.00. Il negozio, che conta 9 dipendenti, è realizzato in partnership con l’imprenditore Paris Paolacci legato con Pam Franchising da circa dieci anni e gestore di un altro punto vendita sempre ad Ostia in via dei Promontori. Il nuovo Pam City si trova in una zona ben servita dai mezzi pubblici e a due passi dalla stazione ferroviaria che collega agevolmente Ostia con la Capitale.

Il nuovo punto vendita Pam di Pavia si trova in via Varese, 5 in pieno centro storico della cittadina lombarda, vicino a piazza del Lino e alla Cupola Arnaboldi ed a pochi passi dalla rinomata Università degli Studi di Pavia. Si tratta del primo punto vendita ad Insegna Pam aperto nella storica capitale del regno Longobardo. Si sviluppa su una superficie di vendita di 250 mq ed è aperto 7 giorni su 7 dal lunedì al sabato dalle 8.00 alle 20.00 e la domenica dalle 9.00 alle 13.00. Il nuovo punto vendita, che vede impiegati 8 dipendenti, è realizzato in collaborazione con Andrea Luigi Ferrarini ed i due giovani imprenditori, Paolo Montagna e Marco Rovida, i quali a seguito di un percorso professionale all’interno della GDO, hanno intrapreso una carriera imprenditoriale scegliendo di affiancarsi a un gruppo storico italiano della grande distribuzione come Pam.

L’offerta dei nuovi negozi è centrata su una convenienza continua e sulla qualità e provenienza dei prodotti con un occhio di riguardo al comparto dei freschissimi, ma con attenzione anche a proposte attuali e veloci: un ricco assortimento di gastronomia pronta tra primi, secondi e contorni sarà preparato giornalmente e disponibile anche con servizio di prenotazione. Frutta e verdura della massima qualità e freschezza, il meglio dei prodotti del territorio.
Inoltre sono attivi nei nuovi negozi il servizio di spesa a domicilio e attivi inoltre nei nuovi negozi i più moderni sistemi di pagamento elettronici come Apple Pay e Satispay.

 

 

 

Tutto sul packaging a “Parlaconme”

Il tema del packaging innovativo sarà al centro della trasmissione PARLACONME di oggi condotta su Radiovidanetwork dall’Agrifood e Organic Specialist Simona Riccio

Sarà incentrata sul tema del packaging innovativo la puntata di giovedì 27 maggio della trasmissione PARLACONME in onda ogni giovedì dalle 18 alle 19 sulla radio web Radiovidanetwork, condotta da Simona Riccio, Agrifood e Organic Specialist.

Dopo la puntata dedicata alle certificazioni e di ESG, Environmental, Social e Governance, al quella di oggi prenderanno parte Beppe Ghelfi della Ghelfi Ondulati Spa, azienda familiare della Valtellina, e Giorgio De Ponti, professore docente di Integrated Design al Politecnico di Milano.
L’azienda Ghelfi Ondulati è nata una settantina di anni fa in Valtellina, per iniziativa dei nonni di Beppe Ghelfi, che erano dapprima produttori di grappa e poi decisero di realizzare il loro sogno, creare scatole in cartone, facendo nascere lo Scatolificio Ghelfi, che oggi rappresenta una realtà consolidata nel settore degli imballaggi di cartone in Italia e in Europa.
Le loro stampe sono digitali, ad alta velocità, e ciò rappresenta una tecnologia dirompente nel settore del packaging che, oltre ad essere green, consente la personalizzazione desiderata e risulta capace di soddisfare qualsiasi tipo di esigenza.
Il packaging costituisce, infatti, un mezzo di comunicazione di grande efficacia sempre più posto sotto la lente di ingrandimento dei consumatori, pronti non soltanto a ricevere informazioni, ma anche sensibili a uno strumento come questo, utile e necessario per allungare la scelta life e per salvaguardare lo spreco alimentare.
Su questi temi durante la puntata si terrà un proficuo confronto anche con il professor Giorgio De Ponti, esperto di Innovazione e Ergonomia, Product Strategy Manager del gruppo Epta , dal 2012 Professore a Contratto di Integrated Design presso la Facoltà di Design del Politecnico di Milano e, da quest’anno, anche insegnante di Ergonomia allo IED a Roma, e membro di ADI ( Associazione per il Disegno Industriale).
La trasmissione viene trasmessa in diretta web radio da Radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it e si può anche ascoltare collegandosi alla app ufficiale RADIO VIDA NETWORK, scaricabile gratuitamente per IOS e ANDROID, nei maggiori aggregatori radio, su speaker Alexa e Google Home.

Replica il giorno successivo venerdì alle ore 9 e il sabato mattina della settimana successiva alle ore 11.30

Mara Martellotta

Scoperta torinese sulle relazioni tra malaria e Covid

Un team di ricerca tutto italiano evidenzia come le varianti genetiche in grado di proteggere dalla malaria potrebbero fornire protezione anche per l’infezione da SARS-CoV-2

Lo studio pubblicato su Frontiers in Medicine fornisce nuovi elementi sulla relazione genetica tra ospite e Covid-19

Torino, 26 maggio 2021 – Il team di Computational and Chemistry Biology dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) e l’ospedale Molinette della Città della Salute di Torino con l’Istituto Giannina Gaslini di Genova ed il Policlinico di Palermo ha recentemente pubblicato uno studio sulla rivista internazionale Frontiers In Medicine che mette in luce una relazione genetica tra Covid-19 e malaria. Il lavoro ipotizza una correlazione inversa di alcune varianti in geni associati all’insorgenza della malaria con la diffusione del Covid-19, suggerendo che tali varianti a livello genetico possano conferire una protezione dall’infezione del coronavirus. In sintesi è stato evidenziato come nelle zone che in passato sono state colpite dalla malaria, l’incidenza del Covid-19 è stata molto inferiore.

Malaria e COVID-19 sono malattie diverse, entrambe dovute a infezioni: la prima causata da un plasmodio, la seconda da un virus, SARS-CoV-2, ormai molto conosciuto, sebbene si sia affacciato sulla scena mondiale solo da poco più di un anno. La convivenza, invece, tra plasmodio e l’uomo dura da molto più tempo, almeno da 50.000 anni, nei territori del mondo dov’è presente la zanzara che trasmette all’uomo il plasmodio. In Italia la malaria è ormai scomparsa, ma fino agli anni ’50 del secolo scorso era endemica in molte zone costiere del sud Italia e delle Isole, come pure in zone paludose, come quelle alla foce del Po.

La teoria del team di ricerca è che i geni che sono in grado di proteggere la popolazione dall’infezione malarica possano fornire una forma di protezione anche per l’infezione da SARS-CoV-2. La ricerca ha inoltre cercato di spiegare l’effetto biologico che queste variazioni genetiche possono esercitare sull’infezione da SARS-CoV-2 e sulla progressione della malattia, suggerendo possibilità terapeutiche potenzialmente utili. Lo studio ha quindi aperto nuove conoscenze teoriche sulla relazione tra genetica dell’ospite e COVID-19.

L’idea di approfondire il legame tra COVID e malaria – spiega uno degli autori dello studio, Antonio Amoroso, genetista dell’ospedale Molinette e dell’Università di Torino – è venuta osservando la frequenza di COVID-19 nelle regioni italiane, con ampie oscillazioni tra regioni del nord (in Lombardia ad esempio l’8,1% della popolazione ha contratto la malattia) e quelle meridionali, dove il COVID-19 ha avuto una frequenza quasi dimezzata (il 4,4% dei siciliani si è ammalato, il 3,4% dei sardi o il 3.3% dei calabresi). Poiché erano disponibili i dati di mortalità nelle province italiane all’inizio del ‘900, è stato possibile confrontare la mortalità per malaria di allora con la frequenza attuale di COVID-19. Si è ottenuta una connessione molto chiara: nei territori dov’erano più frequenti i morti di malaria all’inizio del secolo scorso, meno frequentemente si sono registrati oggi i malati di COVID, e viceversa. All’inizio del secolo scorso ogni centomila soggetti, ne morivano per malaria 73 in Sardegna, 24 in Sicilia e 32 in Calabria, mentre non ce n’erano in Lombardia o in Piemonte. Le Province del delta del Po erano anch’esse flagellate dalla malaria, con mortalità all’inizio del secolo scorso analoghe alle regioni del Sud. Ma anche la diffusione del COVID più di 100 anni dopo ha risparmiato maggiormente le province di Ferrara (dove i casi di COVID-19 rappresentano il 6,5% della popolazione) e di Rovigo (con il 5,9% della popolazione è risultata COVID positiva).”

Sappiamo molto bene come la convivenza con la malaria abbia selezionato alcune caratteristiche genetiche che consentivano di resistere meglio all’infezione malarica e che avvantaggiavano di conseguenza gli individui che le possedevano. – chiarisce Manlio Tolomeo – coautore dello studio e medico al Policlinico di Palermo – L’ipotesi che abbiamo avanzato è stata dunque che alcune delle caratteristiche genetiche che erano state selezionate per essere vantaggiose per l’infezione malarica potessero anche aiutare nel combattere meglio il coronavirus”.

Per dimostrare questa ipotesi – illustra Andrea Cavalli, responsabile del team Computational and Chemistry Biology dell’Istituto Italiano di Tecnologia e coordinatore del team di ricerca – ci siamo avvalsi dei dati già disponibili dalla comunità scientifica, sia in relazione alle varianti genetiche di protezione alla malaria (ne abbiamo selezionate una cinquantina), sia relative alle caratteristiche del genoma di un migliaio di individui sani appartenenti ad una cinquantina di diverse popolazioni,  per le quali erano anche disponibili le frequenze del COVID-19”.

Partendo da questi dati e dall’esperienza nello studio delle malattie genetiche, siamo quindi andati alla ricerca delle varianti più frequenti nelle popolazioni meno colpite dal COVID-19 e che fossero in grado di avere un impatto sul comportamento dei geni – precisano Marta Rusmini e Paolo Uva, coautori del lavoro e ricercatori presso l’Unità di Bioinformatica Clinica dell’Istituto G. Gaslini – e quindi potenzialmente vantaggiose contro il coronavirus. Questo studio contribuisce ad approfondire la relazione tra genetica e suscettibilità al COVID-19” e fornisce un solido approccio metodologico che potrà essere applicato per studi futuri direttamente sul DNA di pazienti COVID.”

Per approfondimenti: How Genetics Might Explain the Unusual Link Between Malaria and COVID-19

Ufficio Stampa Italia Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)

Giuliano Greco – giuliano.greco@iit.it+39 366 910 7863

Ufficio Stampa Città della Salute di Torino

Pierpaolo Berra – pberra@cittadellasalute.to.it+39 335 122 2559

Ufficio Stampa Istituto Giannina Gaslini

Maura Macciò – mauramaccio@gaslini.org+39 335 741 1393

La digitalizzazione delle PMI passa da UNA e Google

Il 27 maggio un evento virtuale per guidare le aziende italiane e del Nord Ovest verso un percorso di trasformazione digitale

 

Prosegue il percorso di UNA+, l’innovativo progetto di digital transformation organizzato da UNA – Aziende della Comunicazione Unite in partnership con Google e supportato da Confindustria Intellect. Nel primo incontro del 27 maggio, uno spazio dedicato alle imprese del Nord Ovest, con la partecipazione di Piccolindustria Piemonte e di Camera di Commercio di Torino.

 

Obiettivo dell’iniziativa dal suo incipit è stato quello di accrescere le competenze in materia di comunicazione digitale delle piccole e medie agenzie presenti sul territorio oltre ad accreditare sul mercato le agenzie che vi partecipano e avviare un legame con le PMI italiane per creare conoscenza, opportunità di business e guidare queste ultime attraverso la trasformazione digitale, ormai conditio sine qua non nell’attuale contesto economico.

 

Il prossimo 27 maggio si terrà il primo evento che metterà a diretto contatto le agenzie con le PMI, con l’obiettivo di creare un momento di informazione e formazione, generare nuove opportunità di business, presentare le migliori realtà professionali del territorio.

 

Un’occasione importante stando anche agli ultimi dati della ricerca Prometeia, realizzata da UNA e presentata lo scorso settembre, secondo i quali il campione di imprese intervistate riconosce alle agenzie digitali un ruolo cruciale: tra le prime tre leve la capacità di rafforzamento del brandl’innovazione e l’incremento della competitività. Altro fattore estremamente differenziante in un’economia globale come quella attuale e rilevante per il Made in Italy è la facoltà di sostenere la presenza internazionale delle imprese favorendo una maggiore esportazione, a conferma che gli strumenti analizzati sono rilevanti per vendere sui mercati esteri.

 

Durante la giornata saranno previsti due momenti: un keynote iniziale dalle ore 9,30 alle 10,30 che vedrà sul Main Stage Michele Cornetto, Responsabile del progetto UNA+; Emanuele Nenna, Presidente UNA e Paola Marazzini, Director Strategic Partnerships di Google per i saluti istituzionali e l’aggiornamento sui risultati dell’iniziativa che finora ha permesso di coinvolgere 620 partecipanti, erogare 15 webinar formativi e consegnare più di 200 certificazioni Google Digital Training – oltre a presentare i next step.

 

Saverio Addante, Presidente di Confindustria Intellect farà il punto della digitalizzazione in Italia oltre ad illustrare il ruolo delle PMI per la transizione al digitale del Paese. Il panel si chiuderà con il racconto di due realtà italiane che hanno sviluppato la propria attività grazie agli strumenti e alle competenze digitali.

 

A partire dalle ore 11.30 inizieranno gli Stage Territoriali, “stanze” divise per area geografica a cui gli utenti potranno accedere e interagire a seconda dei temi trattati.

 

La stanza dedicata al Nord Ovest ospiterà specifiche tematiche illustrate attraverso i professionisti delle agenzie certificate, che presenteranno casi di successo a queste inerenti per approfondire il valore del digitale come leva essenziale per la crescita del business. Si spazierà dalla presenza sul web, SEO e local business a content strategy e utilizzo dei social per il businesse-commerce e nuove modalità di vendita online per finire con la pubblicità online: digital marketing e digital advertising.

 

All’interno della stanza, Maurizio Bazzano, Responsabile Commissione Territoriale Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta di UNA ci saranno i saluti istituzionali di Gabriella Bocca Presidente Piccolindustria di Confindustria Piemonte ed i successivi interventi di Vittorio Illengo Direttore del Digital Innovation Hub Piemonte e di Paola Tolin Innovation Advisor di CCIAA di Torino, commenteranno le case histories presentate dalle agenzie e interagiranno con loro attraverso la sezione “relatori”. Cliccando in “agenda” invece, sarà consentito tener traccia degli interventi e del programma della giornata. Infine, attraverso la sezione “relatori” sarà possibile conoscere più nel dettaglio i protagonisti delle agenzie certificate UNA+ oltre a organizzare incontri one-to-one dedicati.

 

La partecipazione all’evento è libera per le PMI italiane ed è riservata alle agenzie che si sono accreditate a UNA+ (registrazioni su unaplus.net).

Vita da spiaggia: aperta la stagione balneare in Piemonte

Sono 79 le spiagge che hanno il “via libera” da Arpa per la qualità delle acque relativa alla balneazione e di queste 45 hanno ottenuto la classificazione di “eccellente”. Nel complesso, il 97% delle spiagge ha centrato l’obiettivo imposto dalla normativa europea. L’assessore all’Ambiente Marnati: “Sono convinto che molti turisti si riverseranno in Piemonte in una stagione all’insegna della ripresa”

Si apre per chiudersi il prossimo 30 settembre, la stagione balneare in Piemonte. E quest’anno alla rete delle “acque di balneazione” che hanno avuto il via libera da Arpa dopo i prelievi e le analisi, si aggiunge la new entry di località Vevera di Arona, inserita al termine dei lavori di adeguamento alla rete fognaria in prossimità della costa, e dove lunedì scorso è stato fatto il primo campionamento con esito favorevole.

I punti sono distribuiti su sette laghi – Maggiore, Orta, Mergozzo, Viverone, Avigliana, Sirio e Candia – e due torrenti – Cannobino e San Bernardino. Quasi la totalità delle spiagge, per l’esattezza, il 97%, hanno centrato l’obiettivo imposto dalla normativa europea; 45 sono quelle che hanno ottenuto il massimo punteggio, con la certificazione di stato di qualità, relativa alla balneazione, di “Eccellente”, la maggior parte delle quali, ben 24, si trovano sul Lago Maggiore. Dieci quelle sul Lago d’Orta, 3 sul Lago di Mergozzo, 4 sul Lago di Viverone, 3 sul Lago Sirio e 1 sul lago di Avigliana. Le restanti spiagge presentano uno stato da buono a sufficiente.

“I nostri laghi – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – sono meravigliosi e puliti. Sono convinto che molti turisti si riverseranno in Piemonte in una stagione all’insegna della ripresa”.

Anche nel corso della stagione balneare 2021 verrà inoltre fatto un monitoraggio dei cianobatteri con lo scopo di prevenire eventuali rischi per la salute dei bagnanti sui laghi Maggiore, Sirio, Candia, Viverone e Avigliana Grande.

 

Mercato immobiliare: i separati sono i nuovi studenti

Il periodo che stiamo vivendo, che sempre di più a causa del tempo sembra per tutti noi essere la normalità, ha portato tutti quanti a raggiungere dei compromessi, a cambiare le nostre abitudini e molto spesso a modificare drasticamente le nostre vite.

L’essere costretti in casa con lockdown generali, quarantene e coprifuoco ha visto in aumento i litigi famigliari, che in molti casi hanno portato a separazioni più o meno pacifiche, unite a situazioni economiche di difficoltà spesso in aumento, situazione che possiamo già constatare senza ancora dati Istat ufficiali.
Uno spiraglio di luce per i proprietari di immobili a reddito, oramai spesso sul lastrico dopo quasi un anno che la richiesta degli affitti è calata drasticamente, un po’ per lo smartworking, che ha allontanato i pendolari dalle loro aziende, ma soprattutto per la chiusura delle università: da marzo dell’anno scorso i cosiddetti “studenti fuori sede” non esistono quasi, oggi studiare distanti dall’ateneo di appartenenza è la normalità, di conseguenza la necessità di un affitto risulta quasi nulla.
Purtroppo o per fortuna quindi possiamo dire che i separati in questo buio periodo sono una risorsa per chi non percepisce un centesimo di guadagno, ma che allo stesso tempo non ha visto la benché minima forma di ristoro, se non tante spese, prorogate, ma assolutamente non ridotte: un membro di una famiglia che lascia il tetto coniugale, è in cerca di una dimora dove proseguire e riiniziare una vita, dove poter vedere i figli in alcuni casi, con la necessità quindi di spazi specifici, con costi possibilmente molto bassi per far fronte ad una quantità di spese che in molti casi è superiore alle entrate dettate dal periodo.
La regione Piemonte ha introdotto un’importante elemento per dare speranza a questi attraverso l’introduzione di una nuova graduatoria che consente ai padri separati di avere accesso più facilmente all’assegnazione delle case popolari, fornendo sicuramente un grosso contributo per chi si trova in difficoltà.
Insomma in un contesto fuori dalla normalità che stiamo vivendo possiamo davvero sostenere che i nuovi studenti sono le coppie in via di separazione che portano sì vantaggio economico verso alcuni, ma sicuramente sensibilizzano anche i poteri forti, perché la vita deve proseguire per tutti, anche quando sembra molto difficile.
Pietro Ruspa

Unione italiana vini e Scuola Enologica di Alba al servizio delle cantine

 La prima novità riguarda il settore analisi delle bevande (mosti, vini, liquori). Con la firma della convenzione il Laboratorio Chimico “Azienda Speciale” diventa di fatto un “hub” locale Uiv a servizio delle varie cantine della zona, che potranno conferire più comodamente i propri campioni, senza doverli spedire alla sede centrale di Verona. Sarà un servizio che presterà attenzione alla sostenibilità, visto che sarà il laboratorio stesso ad andare nelle aziende per ritirare i prodotti da analizzare.

E non solo. L’accordo con Uiv si inserisce infatti nel piano didattico della Scuola Enologica, che ospita nel laboratorio gli stage e tirocini di moltissimi studenti sia delle scuole superiori che dell’università. Anche durante l’emergenza Covid-19 tutti i ragazzi che frequentano il corso di specializzazione (il sesto anno), hanno svolto attività di alternanza scuola-lavoro diventando protagonisti nel laboratorio e affiancando i tecnici specializzati come analisti.

Con la firma di questa convenzione le possibilità dei giovani aumenteranno ulteriormente, sia a supporto dei lavori sperimentali (tesi e tesine), sia per trasferte presso la sede centrale di Verona, dove gli studenti potranno svolgere tirocini in uno dei centri di analisi più moderni d’Italia.

Ma Scuola Enologica e Uiv collaboreranno anche alla formazione e all’aggiornamento degli operatori del mondo del vino, organizzando convegni e momenti di incontro per fare luce su normative vigenti (in continua evoluzione), sostenibilità e innovazione.

«Possiamo proprio dire che la “storia incontra il futuro” – ha commentato l’accordo di partnership il presidente di Unione Italiana Vini, Ernesto Abbona – due antiche e nobili istituzioni del vino italiano, con una tradizione ultracentenaria, la scuola enologica di Alba e l’Unione Italiana Vini decidono di intraprendere un percorso comune per sviluppare formazione, cultura, ricerca e servizi in una prospettiva che supera i confini albesi e della regione Piemonte. L’innovazione è il motore principale della storia del vino così come competenza e specializzazione sono le caratteristiche primarie delle nostre imprese e dei nostri collaboratori. Da qui nasce l’attenzione costante che come UIV abbiamo sempre avuto per la ricerca ma anche per la formazione dove nascono i talenti che disegneranno il futuro del vino italiano. Sono queste le considerazioni che hanno motivato unione italiana vini ha siglare l’accordo di partnership con un istituto formativo di eccellenza quale quello di Alba, insieme al quale vorremmo rafforzare il circolo virtuoso scuola-lavoro, in entrambe le direzioni: portare esperienze imprenditoriali per arricchire il percorso formativo della scuola di Alba e, dall’altra, offrire nuove opportunità di crescita professionale per ragazzi e ragazze che escono dalle aule per affrontare l’affascinante avventura del lavoro nel nostro settore. Con un occhio attento anche allo sviluppo di servizi innovativi in grado di supportare la crescita dell’eccellenza delle imprese italiane».

«Siamo molto felici – dichiara il responsabile dell’Azienda Speciale Laboratorio Chimico, Vincenzo Nicolello – e non vediamo l’ora di poter valorizzare appieno questa convenzione, che siamo certi avrà grandi ricadute sul nostro territorio. La Scuola Enologica è storicamente un punto di riferimento per le aziende vinicole, dirette in massima parte da nostri ex allievi. È nostra intenzione ritornare a cementare il grande legame – anche goliardico – tra studenti e scuola. Ma soprattutto vogliamo che il nostro laboratorio diventi una bella e accogliente aula scolastica, dove non ci saranno libri, ma strumentazioni sofisticate. Un trampolino di lancio per i futuri protagonisti del mondo del vino».

Iren Luce Gas e Servizi è la prima multiutility green

Energia proveniente al 100%  dagli impianti idroelettrici del Gruppo

 

Iren Luce Gas e Servizi è la prima multiutility in Italia che sceglie di vendere sul mercato libero solo energia verde proveniente al 100% dagli impianti idroelettrici del Gruppo.

 

L’iniziativa si inserisce nella strategia del Gruppo Iren che pone la sostenibilità al centro del proprio percorso di sviluppo con oltre 2,25 miliardi di investimenti sostenibili previsti al 2025 e con il costante e crescente impegno di Iren Luce Gas e Servizi a favore del cambiamento dei comportamenti verso il rispetto dell’ambiente.

 

La fornitura di energia green vale sia per i nuovi clienti retail, che acquisteranno solo energia verde prodotta dal Gruppo, sia per tutti i clienti esistenti, oltre 600mila, per i quali, a partire dal 1° maggio 2021, è stata avviata la conversione della fornitura in energia verde senza costi aggiuntivi. Questa operazione consentirà di risparmiare in un anno 530.000 tonnellate di CO2, dato che è stato stimato in base ai consumi effettivi dei clienti Iren Luce Gas e Servizi nel 2020.

 

La continua attenzione verso la sostenibilità è testimoniata dai risultati del ‘multicircle index’ elaborato da The European House – Ambrosetti (fonte “Il valore della multicircle economy per lo sviluppo sostenibile del Paese” realizzato da The European House – Ambrosetti) secondo il quale Iren è la 1a multiutility italiana in termini di sviluppo e integrazione dei principi dell’economia circolare nei diversi ambiti di attività in cui è presente.

 

Iren, infatti, realizza questo approccio in maniera completa e perfettamente integrata in tutta la filiera: dalla produzione di energia elettrica del Gruppo esclusivamente proveniente da fonti rinnovabili 100% green fino all’offerta commerciale di energia per la casa, ma anche di prodotti di domotica per il controllo e la riduzione dei consumi energetici e di una gamma di soluzioni per una mobilità smart leggera e green a zero emissioni.

 

Per promuovere l’iniziativa, Iren Luce Gas e Servizi ha dato il via a una nuova campagna adv multicanale che racconterà la conversione green della customer base e la nuova offerta dedicata ai nuovi clienti.

 

 

 

Denatalità e futuro, conferenza del “Pannunzio” su Zoom

Mercoledì 26 maggio alle ore 21, per le conferenze on line del Centro “Pannunzio” si svolgerà sulla piattaforma Zoom un dibattito sul tema: “Denatalità e futuro”.

Intervengono  la Presidente del Centro “Pannunzio” Chiara Soldati, il giornalista Edoardo Massimo Fiammotto, lo storico Pier Franco Quaglieni.

Coordina la giornalista Mara Antonaccio, redattore capo di “Pannunzio Magazine”. Per collegarsi:   https://us02web.zoom.us/j/5545579464

(nella foto una iniziativa del Centro Pannunzio)

Tra sport, economia e politica i primati perduti di Torino

Bella notizia.  Il Torino non retrocede in serie B. Non che io sia un tifoso di calcio. Anzi le torme di tifosi mi fanno un po’  impressione. Ma è sempre bello quando un “qualcosa” di Torino ce la fa. Viceversa sulla Juve stendiamo un velo pietoso.  Contestatissimo il Presidente Agnelli .Chi lo conosce sostiene che ha una notevole considerazione di se stesso. Adesso  comunque  decisamente e’ sulla graticola per i milionari debiti della società. Ma la Juve ha sette vite e vince con l’Atalanta,  vincendo insieme la Coppa italia. Dopotutto con tutti quei soldi spesi, qualcosa da portare a casa ci vuole.
Ed anche per questo siamo contenti. In fondo, come del resto il Toro, è  pur sempre  una squadra di Torino.  Magari ancora per poco. Gli Agnelli hanno portato via tutto. Imparando la lezione di famiglia: socializzare le perdite e privatizzare gli utili. Mica sono fessi. Torino e Fiat, Fiat e Agnelli. Destini comuni da oltre 120 anni. Nel  bene e nel male. Dove il conflitto la faceva da padrone, con le conseguenze generalmente positve.

Il Toro degli operai che lavoravano alla ” Feroce ” (cioe’ alla fiat) e piccina e media borghesia per la Juve. Chi sovverti’  gli equilibri sociali fu l’immigrazione,  soprattutto dal Sud. Il Toro è passato alla leggenda ed al mito dopo la tragedia di Superga. La Juve sempre degli Agnelli. Dal lunedì al sabato sapevi di cosa si parlava nei bar a Torino.
Dai caffè,  stile fane’, del centro alle bettole delle periferie. Direi quasi un tutt’uno tra sport ed antagonismo di classe. Addirittura c’era Bettino Craxi che era un tifoso sfegatato del Toro. Fino a far diventare Borsano, patron dei granata, parlamentare.
Craxi milanesissimo , diventava ed era un torinese di adozione. E quando ha voluto fare il congresso del cambiamento ed incoronazione della sua leadership ( 1979 ) ha voluto Torino come sede. E noi rimpiangiamo quella Torino perché contava e tutti ci ascoltavano. Torino ed il Piemonte con il più alto tasso di partigiani. Dove Benito Mussolini non amava venirci perché non si sentiva amato. Torino del Teatro Alfieri e Carignano,  dove tutte le compagnie teatrali amavano recitare. O la piccola bomboniera dello Stabile ed il Teatro Regio tempio della lirica. O l’arte povera di Mario Merz e la casa Einaudi che editava i migliori scrittori del novecento d’Italia.  Dal siciliano Elio Vittorini al langarolo Bepoe Fenoglio,  passando per Cesare Pavese ed Italo Calvino. Noi che guardavamo dall alto in basso i Milanesi.
Il nostro Barocco ve lo scordate, siete solo capaci di fare i Bauscia e vi rode che l’Unita d Italia l’abbiamo fatta noi. Sicuramente siamo dei posapiano.  Ma non è l’unico nostro difetto.  Il principale è che, per l’appunto,  ci siamo fidati degli Agnelli e siamo stati traditi avendo fiducia. Poche giustificazioni abbiamo. Diciamocelo fino in fondo: colpa nostra che non siamo stati capaci di reagire. Eppure da 40 anni tutto era scritto. C’era un punto dove si è continuato nel primeggiare: il calcio.
Per quest’anno vince lo scudetto l’Inter. Accidenti dopo 9 anni. Porcaccia la miseria.
Come mai abbiamo perso anche questo primato? Alle mie domande ho ricevuto una unanime risposta:  questione di classe dirigente che sbaglia  le scelte. Purtroppo non solo nel calcio. Mi sa che questo è il punto dolente  40 anni di scelte sbagliate o, più precisamente di non scelte che si sono tradotte in un amorfo essere trainati da altri.
Forse,  per l’appunto il calcio ne era una eccezione. Si credeva che i soldi potessero tutto,  ma non è cosi.  Un esempio per tutti è,  in questo caso, il Torino. Fino a trent’anni fa famosissimo anche per , se non soprattutto per il suo vivaio. Vincevano quasi sempre i tornei primavera o lo storico torneo di Viareggio. Quando vinse lo scudetto 7 titolari arrivavano dal vivaio.  Ora , se ho capito bene,  è retrocesso in serie B primavera. Opposta situazione nell’Atalanta che si è quadagnata,  per la prima volta nella sua storia il secondo posto in campionato. Proprio cosi: capacità fa rima con intelligenza.  E noi torinesi abbiamo perso una intelligenza collettiva. Si veda, ora, alle elezioni amministrative.  Saranno magari più  di 10 candidati sindaci. Frammentazione ed inutile dispersione di forze. E questa non è proprio un’altra storia. E’ proprio la stessa storia.
Incapaci di fare sistema diventando massa d’urto per i nostri interessi. Proprio  la stessa storia.  Purtroppo.

Patrizio Tosetto