ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 225

Un Kit digitale da Confartigianato Piemonte Orientale per il Calamandrei di Crescentino

Un Kit digitale da Confartigianato Piemonte Orientale per il Calamandrei di Crescentino. Confartigianato Imprese Piemonte Orientale ha consegnato al corso CAT-Costruzioni Ambiente Territorio dell’Istituto Calamandrei di Crescentino (che fa parte dell’Istituto di istruzione superiore Galileo Ferraris di Vercelli) un ‘Kit digitale per le scuole’ nell’ambito del Progetto ‘I Sacri Monti: patrimonio comune di valori, laboratorio per la conservazione sostenibile ed una migliore fruibilità turistica dei beni culturali- Main10ance’.

L’azione ha come obiettivo di avvicinare i giovani, attraverso l’utilizzo delle tecnologie digitali, all’eredità culturale dei sistemi costrutti del territorio e a far crescere in loro l’interesse e la curiosità. Il kit è composto da hardware, software e schede digitali didattiche, realizzate da docenti e cultori della materia, coordinati dal Politecnico di Torino, anch’esso partner del progetto, sostenuto anche dal Fondo Sociale Europeo. ‘A Confartigianato Imprese Piemonte Orientale va il ringraziamento per questa opportunità e partecipazione ad un progetto che vede al centro i Sacri Monti, patrimonio dell’Umanita Unesco’ dichiara il dirigente scolastico Cinzia Ferrara che ha preso parte del momento della consegna del kit digitale.

Tassa sui rifiuti in mare. Ci pensa la Tari rafforzata

A cura di lineaitaliapiemonte.it

Forse non saranno in molti ad accorgersene ma nella Tari finirà, inaspettatamente, la cosiddetta tassa dei “rifiuti in mare”, ovvero il contributo che servirà a sostenere la legge che premia i pescatori che raccolgono e smaltiscono i rifiuti che finiscono nelle loro reti. Considerato che finora i rifiuti venivano ributtati in mare per non incorrere nel reato di traffico illecito di immondizia, la legge è meritoria. Un po’ meno lo è che non si sia pensato a sostenerla economicamente. Ma per quello, come sempre, ci sono le tasche dei cittadini…

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https://www.lineaitaliapiemonte.it/2022/05/29/leggi-notizia/argomenti/economia-allo-specchio/articolo/tassa-sui-rifiuti-in-mare-ci-pensa-la-tari-rafforzata-di-carlo-manacorda.html

Lavoro, il problema dei giovani inattivi. Il caso Torino-Piemonte

Imprenditoria giovanile e mercato del lavoro

 

In Piemonte la percentuale di neet (giovani tra 19 e 29 anni) è pari al 19,2%

Sono 12.265 imprese artigiane in Piemonte con a capo un under 30 (6825 a Torino)

 

Le imprese italiane faticano a trovare il 52% della necessaria manodopera qualificata. Nel frattempo, nel 2020, 1,1 milione di giovani under 35 non studia e non cerca occupazione, mentre 40mila giovani tra i 25 e i 34 anni sono espatriati per trovare lavoro.

paradossi del mercato del lavoro italiano sono analizzati da Confartigianato Imprese in un rapporto dal titolo ‘2022. Tocca a noi!’

Secondo la rilevazione di Confartigianato Imprese, la distanza dei ragazzi italiani dal mondo del lavoro colloca il nostro Paese al primo posto nell’UE per la maggiore percentuale di Neet, pari al 23,1% sul totale dei giovani tra 15 e 29 anni. La media europea si attesta, invece, al 13,1%. Addirittura, nel 2020, abbiamo toccato il numero più alto nell’ultimo decennio di under 35 inattivi che non studiano e non sono disponibili a lavorare: ben 1.114.000.

Il dato piemontese segnala che nel 2019 la percentuale di Neet (giovani tra 19 e 29 anni) è pari al 16,5% per aumentare nel 2020 e arrivare al 20% e scendere nel 2021 al 19,2% (la variazione tra il 2019 e il 2021 è pari al 2,7%).

A livello regionale, la percentuale più alta di Neet si riscontra in Sicilia con il 36,3% sul totale dei giovani tra 15 e 29 anni. Seguono la Campania (34,1%), la Calabria (33,5%), la Puglia (30,6%) e il Molise (27,7%).

Non brilliamo nemmeno per l‘integrazione tra scuola e lavoro: siamo infatti al 22° posto in Europa per la quota di occupati under 30 impegnati in percorsi formativi, con appena il 5,2% dei giovani di questa fascia di età, mentre in Europa si arriva ad una media del 15,2% e in Germania addirittura si sale al 24,4%.

Contemporaneamente cresce il fenomeno della fuga all’estero dei nostri giovani; tra il 2016 e il 2020, tra i giovani italiani under 40 laureati, gli espatri superano i ritorni in Italia di 65 mila unità.

Il rapporto di Confartigianato Imprese mette anche in evidenza la voglia di fare impresa dei giovani italiani che ci fa guadagnare il record positivo di Paese europeo con il maggior numero di imprenditori e lavoratori autonomi under 35: ben 694mila e sono 123.321 le imprese artigiane con a capo un under 35.

A livello regionale, il Piemonte, con 12.265 imprese artigiane con a capo un under 30, si colloca al secondo posto (dopo la Lombardia 23.123). Tali aziende sono così suddivise: Torino 6.825; Cuneo 1973; Novara 852; Alessandria 849; Asti 581; Vercelli 448; Biella 392; Verbano 345.

In Piemonte il totale delle imprese giovanili gestite da under 35 è pari a 38.584.

Il tasso di occupazione, nel 2021, sul totale dei giovani tra i 15 e 34 anni in Italia è pari al 41%, il dato piemontese, con 48,4% è superiore alla media nazionale.

A livello provinciale il tasso di occupazione nel 2021 dei giovani tra i 15 e i 34 anni è così suddiviso: Torino 46,1% (-0,6% rispetto al 2019); Cuneo 56,5% (+0,6% rispetto al 2019); Asti 49,5% (-0,7% rispetto al 2019), Alessandria 52,4% (+4,3% rispetto al 2019); Novara 47% (-0,4% rispetto al 2019); Vercelli 45,5% (-1,7% rispetto al 2019); Verbano 47,4% (-2,95 rispetto al 2019); Biella 44,2% (-6,5% rispetto al 2019).

Ma i giovani imprenditori, che per reagire alla crisi puntano anche sulla qualità del personale, devono fare i conti con le complessità nel reperire manodopera specializzata e qualificata, soprattutto tra i loro coetanei. Nel 2021, infatti, le aziende hanno difficoltà a trovare 295mila under 30 con competenze digitali e 341mila under 30 con competenze green.

“Vogliamo un’Italia a misura di giovani e di piccola impresa – sostiene Diego Pastore, Presidente del Gruppo Regionale Giovani Imprenditori di Confartigianato Imprese Piemonte – con riforme che liberino energie e talenti, accrescano le competenze, migliorino l’efficienza dei servizi pubblici, eliminino ostacoli e oneri fiscali e burocratici. Solo investendo sulle nuove generazioni e sulla loro formazione possiamo garantire futuro al made in Italy”.

“Il nostro rapporto – aggiunge Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – mette in luce l’urgenza di cambiare passo nelle politiche giovanili. Il futuro è già oggi, quindi, servono interventi immediati per ridurre il divario tra scuola, sistema della formazione e mondo del lavoro, oltre ad investimenti per favorire il passaggio generazionale nelle imprese e sostegni per i giovani che si mettono in proprio, soprattutto sul fronte dell’innovazione, della ricerca e dell’internazionalizzazione”.

Superbonus, allarme degli artigiani: “Bloccato il mercato e penalizzate oltre 50mila imprese”

Enzo Tanino (Presidente Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte): “E’ di nuovo caos. Bloccato il mercato e penalizzate le oltre 50mila imprese artigiane delle costruzioni e dell’impiantistica del Piemonte”

In Piemonte sono solo 1.223 le aziende con attestazione SOA per lavori edili civili

Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni 1.000 famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia)

“L’emendamento al D.L. “Crisi Ucraina”, approvato nei giorni scorsi dal Senato, introduce l’obbligo del possesso di un’attestazione SOA per i lavori legati agli ecobonus di importo superiore a 516 mila euro a partire dal primo gennaio 2023. Tale prescrizione riporta nell’incertezza cittadini e imprese, che ora si trovano in una giungla normativa dalla quale è difficile districarsi”. Lo sottolinea Enzo Tanino, Presidente Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte, che aggiunge: “come era prevedibile, il solo annuncio dell’approvazione della norma ha nuovamente bloccato il mercato, generando un conflitto con le ultime disposizioni che cercavano di riattivare la cessione del credito e facilitarne l’accesso sino al 31 dicembre 2022 per le unità abitative unifamiliari. L’atteggiamento instabile del Governo ha già prodotto un effetto frenata, dando il via ad una corsa alla ricerca di imprese in possesso di una qualunque delle attestazioni SOA.”

Peraltro – continua Tanino – neanche nel pubblico le SOA hanno dimostrato particolare efficacia, non avendo alcuna utilità nel contrasto alle frodi. Infatti, non avendo nulla a che fare con una vera qualificazione delle imprese, l’unico effetto dell’estensione di un sistema pensato per i lavori pubblici al settore privato sarà l’esclusione delle attività serie e regolari che non posseggono tali attestazioni”.

“Forse – conclude Tanino – l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è quella di introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più elevato (lavori di riqualificazione su immobili e condomini con importi superiori a 506mila), favorendo un piccolo numero di imprese con attestazione SOA (sono solo 1.223 quelle iscritte in Piemonte per le categorie interessate). Questo, a discapito delle oltre 50.000 imprese artigiane piemontesi operanti nel comparto delle costruzioni e dell’impiantistica, le quali costituiscono la vera ossatura del settore e la prima risposta alle istanze dei cittadiniSuperbonus – Allarme Confartigianato Imprese Piemonte

Enzo Tanino (Presidente Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte): “E’ di nuovo caos. Bloccato il mercato e penalizzate le oltre 50mila imprese artigiane delle costruzioni e dell’impiantistica del Piemonte”

In Piemonte sono solo 1.223 le aziende con attestazione SOA per lavori edili civili

Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni 1.000 famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia)

“L’emendamento al D.L. “Crisi Ucraina”, approvato nei giorni scorsi dal Senato, introduce l’obbligo del possesso di un’attestazione SOA per i lavori legati agli ecobonus di importo superiore a 516 mila euro a partire dal primo gennaio 2023. Tale prescrizione riporta nell’incertezza cittadini e imprese, che ora si trovano in una giungla normativa dalla quale è difficile districarsi”. Lo sottolinea Enzo Tanino, Presidente Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte, che aggiunge: “come era prevedibile, il solo annuncio dell’approvazione della norma ha nuovamente bloccato il mercato, generando un conflitto con le ultime disposizioni che cercavano di riattivare la cessione del credito e facilitarne l’accesso sino al 31 dicembre 2022 per le unità abitative unifamiliari. L’atteggiamento instabile del Governo ha già prodotto un effetto frenata, dando il via ad una corsa alla ricerca di imprese in possesso di una qualunque delle attestazioni SOA.”

Peraltro – continua Tanino – neanche nel pubblico le SOA hanno dimostrato particolare efficacia, non avendo alcuna utilità nel contrasto alle frodi. Infatti, non avendo nulla a che fare con una vera qualificazione delle imprese, l’unico effetto dell’estensione di un sistema pensato per i lavori pubblici al settore privato sarà l’esclusione delle attività serie e regolari che non posseggono tali attestazioni”.

“Forse – conclude Tanino – l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è quella di introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più elevato (lavori di riqualificazione su immobili e condomini con importi superiori a 506mila), favorendo un piccolo numero di imprese con attestazione SOA (sono solo 1.223 quelle iscritte in Piemonte per le categorie interessate). Questo, a discapito delle oltre 50.000 imprese artigiane piemontesi operanti nel comparto delle costruzioni e dell’impiantistica, le quali costituiscono la vera ossatura del settore e la prima risposta alSuperbonus – Allarme Confartigianato Imprese Piemonte

Enzo Tanino (Presidente Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte): “E’ di nuovo caos. Bloccato il mercato e penalizzate le oltre 50mila imprese artigiane delle costruzioni e dell’impiantistica del Piemonte”

In Piemonte sono solo 1.223 le aziende con attestazione SOA per lavori edili civili

Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni 1.000 famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia)

“L’emendamento al D.L. “Crisi Ucraina”, approvato nei giorni scorsi dal Senato, introduce l’obbligo del possesso di un’attestazione SOA per i lavori legati agli ecobonus di importo superiore a 516 mila euro a partire dal primo gennaio 2023. Tale prescrizione riporta nell’incertezza cittadini e imprese, che ora si trovano in una giungla normativa dalla quale è difficile districarsi”. Lo sottolinea Enzo Tanino, Presidente Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte, che aggiunge: “come era prevedibile, il solo annuncio dell’approvazione della norma ha nuovamente bloccato il mercato, generando un conflitto con le ultime disposizioni che cercavano di riattivare la cessione del credito e facilitarne l’accesso sino al 31 dicembre 2022 per le unità abitative unifamiliari. L’atteggiamento instabile del Governo ha già prodotto un effetto frenata, dando il via ad una corsa alla ricerca di imprese in possesso di una qualunque delle attestazioni SOA.”

Peraltro – continua Tanino – neanche nel pubblico le SOA hanno dimostrato particolare efficacia, non avendo alcuna utilità nel contrasto alle frodi. Infatti, non avendo nulla a che fare con una vera qualificazione delle imprese, l’unico effetto dell’estensione di un sistema pensato per i lavori pubblici al settore privato sarà l’esclusione delle attività serie e regolari che non posseggono tali attestazioni”.

“Forse – conclude Tanino – l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è quella di introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più elevato (lavori di riqualificazione su immobili e condomini con importi superiori a 506mila), favorendo un piccolo numero di imprese con attestazione SOA (sono solo 1.223 quelle iscritte in Piemonte per le categorie interessate). Questo, a discapito delle oltre 50.000 imprese artigiane piemontesi operanti nel comparto delle costruzioni e dell’impiantistica, le quali costituiscono la vera ossatura del settore e la prima risposta alle istanze dei cittadini. Il risultato ottenuto è l’ennesimo rallentamento dei lavori e l’appesantimento delle procedure burocratiche, oltre all’apertura di un ulteriore business per le societàSuperbonus – Allarme Confartigianato Imprese Piemonte

Enzo Tanino (Presidente Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte): “E’ di nuovo caos. Bloccato il mercato e penalizzate le oltre 50mila imprese artigiane delle costruzioni e dell’impiantistica del Piemonte”

In Piemonte sono solo 1.223 le aziende con attestazione SOA per lavori edili civili

Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni 1.000 famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia)

“L’emendamento al D.L. “Crisi Ucraina”, approvato nei giorni scorsi dal Senato, introduce l’obbligo del possesso di un’attestazione SOA per i lavori legati agli ecobonus di importo superiore a 516 mila euro a partire dal primo gennaio 2023. Tale prescrizione riporta nell’incertezza cittadini e imprese, che ora si trovano in una giungla normativa dalla quale è difficile districarsi”. Lo sottolinea Enzo Tanino, Presidente Edilizia di Confartigianato Imprese Piemonte, che aggiunge: “come era prevedibile, il solo annuncio dell’approvazione della norma ha nuovamente bloccato il mercato, generando un conflitto con le ultime disposizioni che cercavano di riattivare la cessione del credito e facilitarne l’accesso sino al 31 dicembre 2022 per le unità abitative unifamiliari. L’atteggiamento instabile del Governo ha già prodotto un effetto frenata, dando il via ad una corsa alla ricerca di imprese in possesso di una qualunque delle attestazioni SOA.”

Peraltro – continua Tanino – neanche nel pubblico le SOA hanno dimostrato particolare efficacia, non avendo alcuna utilità nel contrasto alle frodi. Infatti, non avendo nulla a che fare con una vera qualificazione delle imprese, l’unico effetto dell’estensione di un sistema pensato per i lavori pubblici al settore privato sarà l’esclusione delle attività serie e regolari che non posseggono tali attestazioni”.

“Forse – conclude Tanino – l’intenzione non dichiarata di chi ha promosso la norma è quella di introdurre una barriera di accesso alle opere di valore più elevato (lavori di riqualificazione su immobili e condomini con importi superiori a 506mila), favorendo un piccolo numero di imprese con attestazione SOA (sono solo 1.223 quelle iscritte in Piemonte per le categorie interessate). Questo, a discapito delle oltre 50.000 imprese artigiane piemontesi operanti nel comparto delle costruzioni e dell’impiantistica, le quali costituiscono la vera ossatura del settore e la prima risposta alle istanze dei cittadini. Il risultato ottenuto è l’ennesimo rallentamento dei lavori e l’appesantimento delle procedure burocratiche, oltre all’apertura di un ulteriore business per le società che rilasciano attestazioni SOA”.

Confartigianato Imprese Piemonte ribadisce che “questa non è la strada giusta, né per contrastare il fenomeno delle frodi, né per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green. Servirebbe, piuttosto, una legge da tempo attesa dal settore, che riconosca il profilo professionale ed individui i requisiti delle imprese edili, senza imitare gli istituti tipici degli appalti pubblici nel settore privato”.

Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni 1.000 famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia).

che rilasciano attestazioni SOA”.

Confartigianato Imprese Piemonte ribadisce che “questa non è la strada giusta, né per contrastare il fenomeno delle frodi, né per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green. Servirebbe, piuttosto, una legge da tempo attesa dal settore, che riconosca il profilo professionale ed individui i requisiti delle imprese edili, senza imitare gli istituti tipici degli appalti pubblici nel settore privato”.

Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni 1.000 famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia).

le istanze dei cittadini. Il risultato ottenuto è l’ennesimo rallentamento dei lavori e l’appesantimento delle procedure burocratiche, oltre all’apertura di un ulteriore business per le società che rilasciano attestazioni SOA”.

Confartigianato Imprese Piemonte ribadisce che “questa non è la strada giusta, né per contrastare il fenomeno delle frodi, né per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green. Servirebbe, piuttosto, una legge da tempo attesa dal settore, che riconosca il profilo professionale ed individui i requisiti delle imprese edili, senza imitare gli istituti tipici degli appalti pubblici nel settore privato”.

Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni 1.000 famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia).

. Il risultato ottenuto è l’ennesimo rallentamento dei lavori e l’appesantimento delle procedure burocratiche, oltre all’apertura di un ulteriore business per le società che rilasciano attestazioni SOA”.

Confartigianato Imprese Piemonte ribadisce che “questa non è la strada giusta, né per contrastare il fenomeno delle frodi, né per raggiungere gli obiettivi di riqualificazione del patrimonio edilizio in un’ottica green. Servirebbe, piuttosto, una legge da tempo attesa dal settore, che riconosca il profilo professionale ed individui i requisiti delle imprese edili, senza imitare gli istituti tipici degli appalti pubblici nel settore privato”.

Al 30 aprile 2022, in Piemonte, l’indice di utilizzo del superbonus è di 5,4 asseverazioni ogni 1.000 famiglie (la media nazionale è 5,94); 10.847 le asseverazioni; 1 miliardo e 877 milioni di euro di investimenti (6,8% del totale Italia).

Da ‘Fondazione Torino Wireless’ a ‘Fondazione Piemonte innova’

Con l’approvazione da parte della Sala Rossa delle modifiche statutarie cambia la denominazione di Torino wireless, Fondazione che annovera tra i soci fondatori la Città di Torino.


E’ aggiornato l’oggetto dell’attività, ormai datato e non del tutto coerente con l’attuale focus di azione della Fondazione, per evidenziare le competenze nel digitale e nelle tecnologie ICT. Il nuovo Statuto sottolinea il riconoscimento nazionale e non solo regionale della Fondazione con l’obiettivo di offrire maggiori opportunità di adesione ai partner istituzionali nell’ottica del miglioramento competitivo.

La Fondazione opera dal 2002 nelle tecnologie dell’informazione e delle comunicazioni (ICT); potrà stipulare convenzioni, accordi e contratti di collaborazione con tutti i soggetti pubblici e privati, nazionali e internazionali, che operino nei processi di sviluppo dell’innovazione e dell’ICT e del digitale.

Con l’aggiornamento dello Statuto è prolungata la durata dell’ente al 31 dicembre 2050.

A Parlaconme la “New communication” in Agricoltura

Mercoledì 01 giugno 2022 – ore 18.00 – 19.00

Emanuela Spernazzati – HR Manager, Executive & Carer Coach
Maurizio Fiengo – Orientatore del Lavoro “creativo”
Alessio Criscuolo – Regista, autore, grafico e speaker di Parla Con Me

Nella puntata della trasmissione web-radio #Parlaconme del 1 giugno, dalle 18 alle 19, sulla Radioweb Radiovidanetwork, Simona Riccio, Founder della trasmissione e Social Media Marketing Manager del Caat, affronterà un tema decisamente centrale nel settore dell’agricoltura, rappresentato dalla “New communication” per attirare i giovani nel nostro settore.

E lo fa invitando due ospiti che di new communication su Linkedin ne parlano tutte le settimane nel loro format InFactor!

InFactor rappresenta il noto format di interviste ideato da Maurizio Fiengo e Emanuela Spernazzati, nato sulla piattaforma business di LinkedIn. Quando si definisce Linkedin come “piattaforma business” non bisogna però intenderla come una piattaforma in “giacca e cravatta”, ma un luogo dove i professionisti si interfacciano, si confrontano e commentano contenuti informativi di valore.
InFactor rappresenta un approfondimento del mondo del lavoro, in tutte le sue forme: dagli HR Manager ai giovanissimi alle prime armi, passando per cuochi, gommiste, Makeup Artist e assistenti virtuali, solo per citarne alcuni.
Il minimo comune denominatore è LinkedIn, dove trasmettere contenuti di valore con un tono informale.

Perché Simona ha voluto fortemente Maurizio ed Emanuela? E perché ha voluto anche il suo collaboratore di soli 19 anni – Alessio Criscuolo – in trasmissione?

Perché crede fortemente che sia necessario fare chiarezza sul fatto che, in agricoltura, non sia corretto sostenere che i giovani non hanno voglia di lavorare, tema che spesso viene affrontato anche per altri settori, ma che sia necessario un cambiamento anche culturale. La nostra agricoltura, e se ne è parlato moltissime volte, è molto più tecnologica e digitale di quanto non lo si voglia fare credere, è certo necessario che le aziende lo diventino, che si trasformino, che investano in innovazione, digitalizzazione e in tecnologia, al fine di attrarre i giovani che hanno certo voglia e desiderio di lavorare, ma in maniera differente rispetto all’ “old style”. E’ chiaro che i giovani sanno di poter lavorare in maniera differente rispetto al passato, è possibile avere un’agricoltura molto più smart e di precisione, con un risultato ottimale. E’ necessario comunicare in maniera differente, bisogna essere attrattivi con i giovani, il modo di cercare lavoro è differente…ma quanto davanti ad uno scenario dove, di fronte ai nostri occhi, vi è l’urlo del cambiamento, si è pronti a cogliere l’opportunità?

Invece di dire che i giovani non vogliono lavorare, Simona Riccio sostiene che probabilmente è più facile dire: “Si è fatto sempre così” anziché cambiare…ed è lì che consiste l’errore. E’ necessario comunicare in maniera innovativa, è necessario adattarsi a dei giovani che non è vero che non vogliano consumare frutta e verdura, ma semplicemente vogliono conoscere la filiera agroalimentare e trovare informazioni sul web…esattamente come non è!
Ancora una volta Simona Riccio sensibilizza e con esempi concreti cerca di rendere consapevoli le realtà, anche minori, che o si cambia…o è selezione naturale. Parola d’ordine? Due: New Communication, Cambiamento.

La trasmissione viene trasmessa in diretta web-radio da Radio Vida Network sul sito www.vidanetwork.it e tramite app Radio Vida Network. Dal giorno dopo sul sito www.parlaconmeofficial.it

Chiara Soldati Cavaliere del Lavoro

Chiara Soldati e il prof Quaglieni del “Pannunzio”

La dott. Chiara Soldati ceo dell’Azienda agricola La Scolca di Gavi e presidente del Centro Pannunzio e’ stata nominata dal presidente della Repubblica Cavaliere del Lavoro.

Al Festival Internazionale dell’Economia partecipa il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo

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Dal 31 maggio a 4 giugno ingresso gratuito al Museo (via San Francesco d’Assisi 8/a – Torino)

 

Attività per scuole e famiglie con nuovi e originali laboratori e percorsi di visita

 

 

Torino, 27 maggio 2022 – In occasione del Festival Internazionale dell’Economia il Museo del Risparmio di Intesa Sanpaolo, museo unico nel suo genere dedicato all’educazione finanziaria a Torino, sarà aperto con ingresso gratuito dal 31 maggio al 4 giugno e offrirà originali iniziative rivolte a giovani e adulti che hanno come sempre l’obiettivo di affrontare il tema della gestione del denaro in maniera semplice e divertente, ma anche con un approccio digitale e multimediale. Nel pomeriggio di venerdì 3 giugno saranno inoltre disponibili per tutto il pubblico visite guidate gratuite su prenotazione dalle 16 alle 18 (inizio ultima visita, durata 1 ora circa.)

 

Il Museo del Risparmio ha inoltre programmato alcune iniziative rivolte specificamente alle scuole primarie e secondarie di I e II grado. Si incomincia lunedì 30 maggio con il nuovo laboratorio “INFO-mania. Scegli l’informazione economica giusta” ideato per sensibilizzare le studentesse e gli studenti delle scuole secondarie di II grado sull’importanza di esaminare correttamente e comprendere le informazioni, con particolare attenzione a quelle di carattere economico-finanziario. Nella società dell’informazione, in un’epoca caratterizzata dall’infodemia, le persone sono continuamente raggiunte da notizie che arrivano dalle fonti più disparate. Saperle interpretare e utilizzare correttamente è diventata una delle competenze fondamentali di un buon cittadino. L’obiettivo del laboratorio è proprio quello di insegnare a valutare criticamente le informazioni e far comprendere i rischi che derivano dal prendere decisioni sulla base di notizie inesatte. (Orari laboratorio 9.30 oppure 11.30, durata 90 minuti).

 

Martedì 31 maggio è in programma il percorso “Storie di salvadanai”, riservato alle scuole primarie, che si pone l’obiettivo di spiegare il risparmio attraverso la presentazione della straordinaria collezione di salvadanai ospitata al Museo. La prima parte della visita speciale si svolge nella Sala Sperimentare del Museo, dove i bambini avranno modo di scoprire la storia e le origini del salvadanaio. Al termine, il gruppo si sposterà nella Sala Risparmiare per ammirare i 450 salvadanai esposti e scoprire le storie interessanti che si celano dietro alcuni pezzi. Molti dei salvadanai sono particolarmente indicati per approfondire i temi incontrati lungo il percorso museale e utili a stimolare uno scambio di riflessioni sul significato e l’importanza del risparmio. (Orario visita dalle 10 alle 16, durata 45 minuti).

 

Infine, per tutta la giornata di venerdì 3 giugno, sono in programma visite guidate gratuite al Museo realizzate ad hoc per le scolaresche dal titolo “Risparmio, moneta, strumenti finanziari…scopri i Percorsi del MdR!

Il docente può scegliere quale percorso approfondire fra quelli disponibili al seguente link:  https://www.museodelrisparmio.it/percorsi-didattici/. Sono disponibili turni ogni 30 minuti a partire dalle 9.00 e fino alle 18.00.

Per tutte le iniziative l’ingresso è gratuito e la prenotazione obbligatoria inviando una mail a:  prenotazionimdr@civita.art

 

Mercoledì 1° giugno si svolgerà anche la premiazione dell’Eco- Quiz, uno speciale quiz sulla cittadinanza economica per le scuole secondarie di I grado promosso dal Museo del Risparmio e dall’I.C. Toscanini di Parma nell’ambito della X^ edizione del Concorso EconoMia 2022 realizzato in occasione del Festival Internazionale dell’Economia. Alle tre manche dell’Eco-quiz hanno partecipato più di 2000 studenti da tutta Italia; ai vincitori, la classe seconda D della scuola secondaria statale di primo grado G. Merliano – Tansillo di Nola (NA), verrà dedicato uno speciale evento di premiazione.

 

Per maggiori informazioni: https://www.museodelrisparmio.it/.

 

 

Ombre cinesi 

IL PUNTASPILLI di Luca Martina

 

Negli ultimi mesi un’ombra si sta allungando minacciosa sulla Cina che ci appare oggi come un’autentica tigre in gabbia. Il rallentamento dell’economia era previsto ma l’ultimo dato, una discesa dell’11% delle vendite al dettaglio, ha rappresentato un campanello d’allarme da non sottovalutare. 

 

Proveremo allora per un attimo ad ignorare l’avvertimento di Ennio Flaiano, per il quale “capire la Cina è non soltanto impossibile ma inutile”, e cercheremo di comprendere cosa stia avvenendo nel Celeste Impero, unificato dalla dinastia Qin (dalla quale deriva il nome del Paese) due secoli prima di Cristo.

 

Va ricordato innanzitutto come Xi Jinping, durante i suoi dieci anni di presidenza, abbia riportato indietro con decisione le lancette della storia: la spinta riformistica (con vaste aperture all’iniziativa privata), iniziata quarant’anni fa da Deng Xiao Ping con la creazione del “Socialismo con caratteristiche cinesi”, ha subito una brusca frenata e lo Stato, controllore, imprenditore e pianificatore, è tornato, con una pericolosa inversione di marcia, pienamente protagonista.

Dopo avere dato il maggiore contributo alla crescita dell’economia mondiale per quasi vent’anni (seppure con minore impeto nell’ultimo decennio), quest’anno il gigante asiatico potrebbe non riuscire a centrare l’obiettivo ufficiale (recentemente riconfermato) di un progresso del PIL del 5,5% e crescere meno degli Stati Uniti.

 

Una grande responsabilità è da attribuire alla politica della “tolleranza zero” nei confronti della pandemia di Covid19 (con le chiusure di molte città, porti e centri produttivi). Dietro una la scelta così draconiana e per certi versi incomprensibile ci sono gli inconfessabili timori di una nuova ondata aiutata dall’adozione di un vaccino nazionale, il CoronaVac della cinese Sinovac, poco efficace di fronte alle variazioni del virus e dalla scarsissima copertura della popolazione raggiunta con la terza dose.

L’obiettivo di Xi è quello di presentarsi quale unico candidato possibile al ventesimo congresso del Partito Comunista Cinese (il PCC) del prossimo novembre, con le carte in regola per ottenere la terza riconferma (sino al 2027) ma di fronte alle difficoltà economiche stanno emergendo sempre più chiaramente due fazioni contrapposte.

 

Da un lato c’è la linea della “prosperità comune” e del capitalismo di Stato, il “nuovo concetto di sviluppo” secondo le parole di Xi, che mira a ridurre le diseguaglianze esistenti all’interno del Paese reprimendo i monopoli delle aziende private ed i redditi “irragionevolmente” elevati e redistribuendo la ricchezza dalle ricche regioni costiere a quelle, molto più povere, dell’interno. La Cina dovrebbe così affrancarsi dagli investimenti stranieri e dagli enormi gruppi di proprietà degli odiati “magnati assetati di profitti” (che controllano buona parte dei settori più innovativi), riducendo la sua dipendenza dalle esportazioni e privilegiando i consumi interni, ed emergere più forte che mai in settori strategici come la tecnologia, le telecomunicazioni e l’aerospaziale.

 

Gli strumenti adottati dall’attuale governo hanno rappresentato, specie negli ultimi due anni, una vera e propria terapia d’urto che ha avuto effetti drammatici sul settore tecnologico e dell’educazione, sottoposti a regolamentazioni severissime ed ora in forte contrazione (anche dal punto di vista borsistico, con il crollo delle loro quotazioni).

Persino peggiore è stata la sorte del settore immobiliare, pari al 20% del PIL, dove l’intento di prevenire maggiori problemi futuri, causati da una eccessiva salita speculativa dei prezzi delle case, ha provocato il fallimento “controllato”, per evitare il panico degli investitori cinesi, di alcuni dei più importanti operatori ed il crollo delle vendite di case (ad aprile -47% rispetto ad un anno prima). Anche la gestione della crisi russo-ucraina, dopo un iniziale totale allineamento con l’ “amico Putin”, ha suscitato malumori all’interno del partito che il presidente non ha potuto ignorare completamente e che hanno condotto ad una maggiore prudenza nei confronti dell’alleato.

Dall’altro versante ha preso forza lo schieramento, critico nei confronti di Xi e coerente con le aperture e le riforme dei precedenti leader, che annovera tra gli altri il primo ministro Li Keqiang e Han Zheng, uno dei setti membri del Comitato esecutivo del Politburo (il vertice composto dai più influenti esponenti del governo). L’opposizione, condotta all’interno del Comitato centrale, difende gli interessi delle regioni costiere, responsabili di gran parte della crescita degli ultimi decenni, e sostiene l’importanza dei rapporti internazionali, il ruolo ricoperto dalle esportazioni e dagli investimenti esteri ed un minore interventismo dello Stato in ambito economico.

Non c’è dubbio sul fatto che ambedue gli schieramenti puntino a riportare la Cina ad un ritmo elevato di crescita ma le strategie, come abbiamo visto, sono radicalmente diverse.

 

Il ruolo (e la rielezione) del “Nuovo timoniere” (così viene soprannominato richiamando il “Grande Timoniere” Mao Tse-Tung) non è certamente in discussione. L’esperienza maoista, che con un approccio patriarcale ed accentratore condusse alle nefaste conseguenze della “Rivoluzione culturale”, ha dimostrato l’importanza di una gestione collegiale del potere e proprio per questo il presidente si trova ora in una posizione di debolezza all’interno del PCC. Al prossimo convegno il presidente potrebbe non ottenere mano libera nella nomina degli altri componenti del Politburo e uscirne perciò depotenziato.

 

Questa situazione dovrebbe portare nel prossimo futuro Xi a mostrarsi più conciliante, ammorbidendo l’intransigenza dimostrata sinora sia sul fronte del Covid che su quello delle aziende private (e della lotta alla corruzione, che gli ha procurato molti nemici).

 

Novembre non è ancora alle porte ma il tempo per riportare la locomotiva asiatica sul giusto binario è limitato e Xi Jinping ne è sicuramente cosciente.

Il percorso è molto stretto e ritardi o errori di manovra determinerebbero gravi conseguenze, non solo per la Cina, in un momento storico già molto incerto e difficile da decifrare.

 

I prossimi mesi dovrebbero aiutare a rischiarare l’orizzonte e ricordarci che, a pensarci bene, “tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce” (Lev Tolstoj).

Festival del Giornalismo Alimentare, una proposta per il tavolo del cibo e dell’alimentazione

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Un tavolo operativo sul cibo e l’alimentazione per Torino: è questa la proposta emersa nel corso del dibattito che apre la VII edizione del Festival del Giornalismo Alimentare, in programma martedì 31 maggio e mercoledì 1° giugno al Centro Congressi Lingotto di Torino. Un incontro per ragionare sulle potenzialità e le criticità di Torino come capitale del gusto e del cibo, insieme alle principali associazioni di categoria e ai rappresentati del mondo politico e imprenditoriale, svoltosi presso Palazzo Birago di Borgaro.

La proposta è stata recepita dall’assessora all’Ambiente della città di Torino Chiara Foglietta, intervenuta in rappresentanza dell’amministrazione comunale:

Abbiamo già creato un gruppo di coordinamento fra gli assessori perché il tema cibo è competenza di diversi assessorati. Penso che sia opportuno estendere il gruppo di lavoro a tutti i soggetti che si occupano di politiche del cibo.”

Hanno preso parte al tavolo di confronto, coordinato dal direttore del Festival Massimiliano Borgia, Guido Bolatto Segretario Generale della Camera di commercio di Torino, Corrado Alberto Presidente API Torino, Giulio Trombetta Presidente Exclusive Brands Torino, Maria Luisa Coppa Presidente ASCOM Torino, Andrea Perino Confesercenti Torino, Elena Schina CNA Torino, Roberto Grassi di Campagna Amica Coldiretti Torino, Gianluca Cornelio Meglio Direttore CAAT Torino, Egidio Dansero Vice rettore Università di Torino e Chiara Foglietta assessora Ambiente e Politiche del Cibo Città di Torino.

Guido Bolatto: “Torino da tempo è punto di riferimento internazionale dell’enogastronomia: abbiamo iniziato a occuparci di valorizzazione delle eccellenze food dal 2001/2002, in vista delle Olimpiadi 2006. Lo sforzo che dobbiamo fare adesso è capitalizzare questa posizione per promuovere al meglio le imprese non solo della città ma anche della zona metropolitana. Occorre legare Torino, come polo di eventi culturali, con il territorio che la circonda. I turisti spesso non sono a conoscenza delle proposte fuori città, nelle colline del chierese o a Ivrea per esempio. Altro grande obiettivo è intercettare i grossi flussi turistici del Piemonte (due fra tutti, quello degli sciatori e dei tifosi della Juventus) facendoli atterrare anche sul territorio cittadino, integrando l’offerta turistica. Bisogna farsi conoscere in loco e non puntare solamente sull’export.”

Corrado Alberto:

A livello di competenza e presenza delle industrie a Torino manca davvero poco per diventare capitale di una food valley. Sono presenti grandi marchi agroalimentari conosciuti e amati in tutto il mondo, dal caffè al settore dolciario passando per quello degli alcolici e del vino fino ai pastifici. Tuttavia dobbiamo capire che città del cibo non significa solo produzione di alimenti ma anche di macchinari per le industrie alimentari. In questo senso a Torino per tanti anni l’automotive ha fagocitato la crescita di tutti gli altri settori, tanto che fino a qualche anno fa era difficile trovare componenti per le industrie alimentari.

Giulio Trombetta

Ci deve essere un cambio di mentalità in occasione dei grandi eventi: dobbiamo vedere queste occasioni come opportunità a 360°, non come punizioni, deve cambiare l’atteggiamento della città. Dobbiamo internazionalizzare l’approccio delle strutture ricettive, che passa anche dalla conoscenza e dalla padronanza della lingua inglese. Se vogliamo essere capitale del cibo dobbiamo mettere i turisti nella condizione di essere accolti al meglio. La mentalità industriale deve rendersi conto che per attrarre personale deve essere a sua volta attrattiva. Per avere un forte tessuto industriale anche alimentare dobbiamo fare in modo che i giovani considerino di grande valore venire a vivere e lavorare a Torino.”

Maria Luisa Coppa

Torino adesso è di nuovo in un momento magico grazie ai grandi eventi che abbiamo ospitato, ma occorre che la politica si impegni in prima persona per promuovere i territori d’eccellenza della provincia e della regione, decidendo dove indirizzare le risorse. Dobbiamo aiutare le piccole imprese, dando visibilità ai piccoli produttori che hanno poca attenzione da parte dei media, come per esempio quello della pasticceria con il quale possiamo competere a livello mondiale. Così come dobbiamo promuovere fra i giovani il lavoro legato al cibo, primo fra tutti il lavoro nella ristorazione.”

Andrea Perino

Non ha più senso pensare al cibo come facevano i nostri genitori. Ora un artigiano alimentare deve inventarsi modi diversi di attrarre i clienti, in particolare penso al pubblico dei giovani. Io faccio il panettiere e penso che per esempio il pane possa diventare veicolo di valori importanti per il pubblico giovanile. La strada è far conoscere le filiere che stanno dietro il cibo, dando visibiltà anche alle aziende agricole.”

Elena Schina

Il settore dell’artigianato agroalimentare è in difficoltà non solo per l’aumento del costo delle materie prime e dell’energia, ma anche perché queste realtà spesso si trovano sono in mezzo alla filiera, fra fornitore e consumatore. Una soluzione è proprio quella di valorizzare le filiere in tutti i loro segmenti. Per questo occorre lavorare sull’erogazione dei finanziamenti, troppo spesso rivolti alle filiere industriali di grandi dimensioni e non indirizzati alle filiere delle piccole e medie imprese.”

Roberto Grassi

Torino è stata una delle prime città a investire sui mercati dell’ortofrutta e questo ha aiutato molto a far emergere l’importanza del racconto di cosa c’è dietro un prodotto. Tuttavia il numero di imprese agricole che può vendere direttamente a Torino è limitato, per questo è fondamentale lavorare sulle filiere. Occorrerebbe creare un tavolo operativo di confronto permanente sulle politiche del cibo a Torino, non sui grandi progetti ma sull’operatività concreta del cibo sostenibile a Torino, cosa serve per portare cibo di qualità in città e farlo scegliere ai cittadini.”

Gianluca Cornelio Meglio

Oggi i centri agroalimentari se vogliono rendersi diversi dal consumo di massa e diversificare, devono raccontare il valore del lavoro che sta dietro al singolo prodotto. Per questo abbiamo deciso di lavorare soprattutto sul localismo, per distinguere l’offerta. Se vogliamo essere capitale del cibo dobbiamo preoccuparci del valore sociale, iniziare dal contrasto allo spreco alimentare come CAAT abbiamo messo in piedi progetti di raccolta che possono essere d’esempio per la città.”

Egidio Dansero

Torino è partita ormai diversi anni fa con politiche del cibo innovative che sono poi rimaste in mezzo al guado. E’ venuto il tempo di riprenderle e svilupparle. Torino aveva un dibattito sulle food policy molto prima di altre città italiane. Ora dobbiamomettere a sistema tutte le iniziative in questo campo, partendo dal rapporto fra città e mondo rurale. Per esempio il turismo enogastronomico, che va in cerca della ruralità, potrebbe essere uno stimolo per mettere in dialogo Torino e il suo territorio.”