ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 167

Bruxelles, gli stage retribuiti della Regione per universitari e neolaureati

Una nuova opportunità per gli studenti degli atenei piemontesi. Il presidente Cirio: «L’Europa è una fonte di lavoro che vogliamo rendere più accessibile ai nostri giovani». Il 2023 porta una bella novità per gli studenti e neolaureati delle Università piemontesi.

La Regione Piemonte, infatti, ha deciso di mettere a disposizione 30 stage retribuiti (“tirocini curricolari ed extra curricolari”) della durata di 4 mesi, presso il proprio Ufficio di Bruxelles.
I primi stage partiranno a marzo e per presentare la propria candidatura c’è tempo fino al 20 gennaio (tutte le info si trovano sul sito della Regione).
La selezione avverrà con una procedura realizzata in collaborazione con le Università del territorio. Possono fare domanda gli studenti di lauree triennali o magistrali (anche a ciclo unico), regolarmente iscritti a un corso di studi o laureati da non più di 12 mesi, presso gli Atenei piemontesi. Per lo stage verrà riconosciuta una indennità di 1.000 euro lordi al mese, oltre a un contributo a forfait extra di 250 euro per il volo.
Lo stage è finalizzato a: rafforzare le competenze linguistiche; consolidare le competenze nel campo della legislazione europea, dei processi decisionali europei e della relativa governance; permettere l’acquisizione di una conoscenza diretta del contesto istituzionale europeo attraverso la partecipazione alle diverse attività promosse e presenziate dalla Regione Piemonte a Bruxelles; potenziare le capacità di lavoro sia autonome sia di gruppo all’interno di un contesto internazionale, e sviluppare abilità di risoluzione dei problemi grazie allo svolgimento dei compiti assegnati; accumulare esperienza nell’organizzazione di eventi, conferenze e incontri internazionali.
«Visto il crescente rilievo delle politiche Ue, ho voluto che i nostri giovani avessero l’occasione di una esperienza di questo tipo. Ma non tutti possono permettersi i costi di vivere all’estero, per questo è importante che lo stage sia retribuito, affinché sia davvero una opportunità accessibile a tutti» – spiega il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio, che dal 2014 al 2019 è stato parlamentare europeo, impegnandosi principalmente nella difesa delle produzioni italiane di qualità, sia come membro della commissione Agricoltura che di quella per la Sicurezza alimentare, oltre che come presidente della Commissione Economica di Euronest per i rapporti con l’Europa Orientale. Un impegno consolidato in quegli anni con ricadute anche sul presente, che lo vede oggi alla guida della Delegazione italiana del Comitato europeo delle Regioni.
Torino, 5 gennaio 2023

«Credo che aver inaugurato 20 anni fa una sede a Bruxelles sia stata una ottima intuizione – continua il presidente Cirio -. Per contare in Europa bisogna lavorare assiduamente per costruire e consolidare le relazioni. Questo è uno dei valori che desideravo poter mettere a disposizione del Piemonte e dei piemontesi, dopo la mia esperienza a Bruxelles, e sono felice di aver avuto l’occasione di farlo in questi anni, a cominciare dalla nuova programmazione 2021-2027. Non solo siamo stati tra le prime regioni in Europa a ricevere il via libera dalla Commissione Ue su Fse (Fondo sociale europeo) e Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo regionale), ma su ognuno di essi abbiamo ottenuto circa 500 milioni di euro in più rispetto al passato. È un risultato importante, che mi rende orgoglioso. Il mio desiderio è fare in modo che le ricadute positive per il nostro territorio siano massime, a cominciare dalle opportunità di lavoro che, grazie a questi stage, renderemo più accessibili ai nostri giovani, ai quali dico di studiare tanto, approfondire le lingue, viaggiare: la Regione sarà al vostro fianco, perché voi siete il nostro futuro».
La Regione Piemonte ha inaugurato la propria presenza a Bruxelles nel 2002, con l’obiettivo di facilitare il dialogo tra il territorio e l’Europa. Le attività principali sono comunicare con l’Ue e i relativi portatori di interessi, informare tempestivamente la Giunta Regionale sulle novità provenienti da Bruxelles e fare da tramite tra i soggetti piemontesi, pubblici o privati, e le istituzioni europee. La sede si trova in Rue du Trône 62, a pochi passi dalle principali istituzioni europee, e oltre agli uffici con quattro funzionari esperti in affari europei, dispone di una sala conferenze e di una sala esposizioni. Nel 2014 è stato inaugurato anche il ristorante e wine bar Io sono Piemonte, che propone le eccellenze dell’enogastronomia piemontese al pubblico internazionale che vive e frequenta regolarmente Bruxelles.
Per info sugli stage e presentare la domanda: https://www.regione.piemonte.it/web/ amministrazione/organizzazione/regione-piemonte-bruxelles/stage-sovvenzionati-ufficio- bruxelles.

Burolo tra società e storia

 

Burolo – tessuto urbano e territorio’ è una pregevole pubblicazione che, seppure risalga a quasi 21 anni fa (venne stampato nel maggio del 2002) tuttavia per la serietà dei contributi costituisce una vera e propria  ‘summa’ dell’anima e della storia del paese che, pur rivolto e confinante verso Ivrea, tuttavia ha – per la sua collocazione geografica – una vicinanza sia con il Biellese che con il Vercellese.

L’allora sindaco Bruno D’Amico (oggi è saldamente al timone dell’amministrazione comunale Franco Cominetto) nella presentazione spiegò come ‘l’idea della pubblicazione di un nuovo libro su Burolo, nacque come naturale corollario allo studio sul catasto burolese del 1769, quando si dovette decidere cosa fare dell’abbondante materiale individuato nel corso della ricerca’.

Il lavoro, che ha come ente promotore il Comune di Burolo, è stato coordinato da Carla Bartolozzi e Francesco Novelli con saggi di Aldo Actis Caporale, Giorgio Cavaglià, Piergiuseppe Cresto, Luciana Gastaldo, Guido Gentile, Cecilia Laurora, Andrea Longhi, Guido Novelli, Franco Quaccia, Micaela Viglino Davico con gli apparati fotografici di Michele Basanese e Giorgio Olivero,

La pubblicazione è suddivisa in tre sezioni: ‘Per una storia di Burolo’ dalla romanità all’età moderna, ‘Il territorio’ con vie di comunicazione, insediamenti, espressioni d’arte e i ‘Temi contemporanei’ legati ai problemi di tutela, il tutto corredato da un’ampia documentazione fotografica sia in bianco e nero che a colori e da una ampia bibliografia.

Si tratta di un volume importante ed esauriente che merita senz’altro un aggiornamento e non disdegna in nessuna biblioteca.

Massimo Iaretti

 

 

Merlo: Industria della neve e Via Lattea. Subito un confronto

 Tra Regione Piemonte, Enti Locali e gestori degli impianti.

“Di fronte al problema, sempre più incombente, di come far fronte alla cosiddetta ‘industria della
neve’ dopo le croniche difficoltà legate ai costi dell’innevamento, alla persistente siccità, alla
mancanza di acqua e alla poca neve, è indubbio che la questione non può più essere elusa o
rinviata. È quantomai necessario, quindi, affrontare di petto il problema con un confronto tra la
Regione Piemonte, i Comuni interessati con le relative Unioni Montane e i gestori degli impianti.
Non è più pensabile, infatti, immaginare di pianificare un’altra stagione turistica invernale se
dovessero persistere le criticità meteorologiche e climatiche a cui abbiamo assistito quest’anno e
che, secondo gli stessi esperti, potrebbero tranquillamente riproporsi per i prossimi anni.
Una situazione, cioè, che richiede adesso una iniziativa politica, di comune intesa con gli operatori
del settore, per evitare che nell’arco di poco tempo si debba registrare il tracollo economico e
produttivo di un settore che per molti anni è stato l’elemento trainante di molti territori montani
dell’intero Piemonte.
E, infine, serve anche una iniziativa che non può non mettere in campo già un nuovo modello di
sviluppo estivo ed invernale che per molto tempo è stato sostanzialmente unidirezionale per molte
stazioni sciistiche piemontesi. Forse è arrivato il momento di diversificare l’offerta. Ma, al riguardo,
è indispensabile un progetto di sviluppo accompagnato da cospicue risorse pubbliche e private.
Ed è per questi motivi che serve, al più presto, un confronto serrato tra Regione Piemonte, enti
locali coinvolti e gestori degli impianti”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Italdesign, Politecnico di Torino e Shindler a Las Vegas

Fanno  il loro esordio al CES – Consumer Electronics Show grazie a CLIMB-E, il progetto che propone una soluzione altamente innovativa nell’ambito della mobilità urbana ed autonoma di livello 5 – in cui il mezzo può guidare da solo in qualsiasi scenario e circostanza e non è richiesto intervento umano – anticipando la propria visione delle attività socio-commerciali del futuro per una fruizione diretta ed immediata, evolvendo il concetto di mobilità di prossimità in mobilità di continuità.

In questa collaborazione Italdesign, il Politecnico con i Dipartimenti di Architettura e Design DAD e Scienze, Progetto e Politiche del Territorio DIST e Schindler rappresentano i tre mondi dell’innovazione e della ricerca nel settore della mobilità, della mobilità verticale e dell’architettura, del design e delle infrastrutture urbane; si uniscono per dar vita a un concetto di integrazione del mezzo di trasporto nell’ambiente abitativo contemporaneo e del futuro immaginando la possibilità di spostarsi partendo direttamente da casa propria, o dal posto di lavoro, senza dover mai cambiare mezzo di trasporto, garantendo, oltre al massimo comfort, anche l’abbattimento delle barriere architettoniche.

CLIMB-E è un mezzo di trasporto modulare composto da una capsula, concepita per un uso di proprietà, in grado di trasportare, nelle varie configurazioni, fino a 4 persone e da abbinare, quando in movimento, con una piattaforma completamente elettrica (skid) condivisa e a guida autonoma.  Il suo valore aggiunto è rappresentato dalla capacità della capsula di salire sulle facciate degli edifici e diventare parte integrante delle varie locazioni abitative, o di lavoro, diventando un’ulteriore stanza e/o ampliamento delle stesse.

Il team di progetto del Politecnico, composto da Michele Bonino, Chiara Di Presa, Francesca Merico, Pier Paolo Peruccio e Cristina Pronello,  si è occupato dell’integrazione con l’architettura e la città: CLIMB-E – nella sua doppia funzione di trasporto e di estensione della casa o dell’ufficio – è il punto d’incontro tra mobilità e architettura: un ibrido tra mezzo di trasporto e luogo domestico, performante e tecnologico ma anche accogliente e ospitale.

Lo studio dell’integrazione della capsula nella facciata degli edifici rappresenta anch’essa una novità architettonica, che rende il volto urbano degli edifici, tradizionalmente immobile, un sistema in movimento. Durante la risalita, CLIMB-E ha una piena autonomia funzionale, garantendo privacy e velocità dello spostamento ma, allo stesso tempo, si interseca con la distribuzione verticale di scale e ascensori, offrendo alla facciata tridimensionalità e qualità spaziale. Un altro elemento di novità architettonica pensato dal team è rappresentato dalla possibilità, attraverso illuminazione interna alla capsula o effetti grafici sull’esterno delle parti vetrate, di arricchire la facciata con messaggi, loghi, colori che la rende di fatto un display sofisticato.

Il progetto prevede il prelievo della capsula direttamente dal proprio appartamento grazie al sistema di montacarichi sviluppato da Schindler ed il successivo trasferimento al piano stradale per l’abbinamento allo skid. L’intero sistema è gestito tramite una App dedicata che permette ai proprietari di prenotare il proprio viaggio sia in ambiente urbano che extraurbano, oppure anche di prenotare un servizio specifico a domicilio, attraverso capsule dedicate ad assistenza medica di base, ad analisi mediche in telemedicina, servizi di catering e di show cooking per eventi privati, servizi veterinari per animali domestici e molto altro.

Automotive, il Piemonte dell’innovazione protagonista a Las Vegas

Piemonte, la sua Regione e le sue politiche di attrazione di investimenti – che vedono in Ceipiemonte la società one-stop-shop a disposizione delle aziende interessate al territorio regionale – sono state protagoniste oggi al CES di Las Vegas all’interno dell’Italian Pavillion organizzata da ITA, Italian Trade Agency.

All’Innovation Talk sono intervenuti il presidente di Ceipiemonte Dario Peirone, l’assessore regionale all’internazionalizzazione Fabrizio Ricca, e il CEO di Italdesign Antonio Casu.

«Il Piemonte, con il suo capoluogo Torino, prima capitale d’Italia, è terra di inventori, designer, ingegneri e capitale dell’automotive alle numerose realtà storiche della tradizione automobilistica che hanno contribuito alla filiera di Fiat prima e di Stellantis poi – ha detto l’assessore all’internazionalizzazione della Regione Piemonte Fabrizio Ricca – Un’eredità che ancora oggi dialoga con l’economia e l’innovazione attraverso l’indotto automotive, aerospazio e tutte le aziende innovative presenti nella regione: il Piemonte è una terra di manifattura e tecnologia avanzata in cui risiedono grandi aziende leader nei loro settori e supply chain qualificate e complete».

Forte di queste competenze, della vocazione all’innovazione, della tradizione manufatturiera e del capitale umano e manageriale ad alta specializzazione, il territorio piemontese è attrattivo in termini di investimenti esteri nel settore tecnologico e non solo. «Sono infatti oltre 1.300 i player internazionali hanno scelto il Piemonte come luogo di localizzazione dei loro investimenti, di cui circa il 10% nei comparti automotive e trasporti che generano più di un terzo del valore aggiunto e più del 20% del fatturato, occupando quasi 17.500 addetti, pari al 28,6% del settore», ha spiegato Dario Peirone presidente di Ceipiemonte.

Fra le 50 startup selezionate per far parte della missione italiana quattro sono piemontesi. 

Ecco una breve descrizione:

Aspechome | www.aspechome.it | Cuneo | IoT & Wearable

Aspechome è una startup innovativa che ha sviluppato un sistema “Energy Smart Home” – una centralina che lavora grazie a un software costantemente aggiornato, in grado di ottimizzare il consumo energetico dei dispositivi collegati a un impianto fotovoltaico, immagazzinando e distribuendo l’energia prodotta.

Domethics | www.domethics.com | Torino | IoT & Wearable

Domethics sviluppa prodotti e tecnologie IoT legate alle smart home e ai servizi di telemedicina. DocDog è un tappeto smart che monitora i parametri vitali dei cani, determinando lo stato di salute dell’animale. È possibile condividere in tempo reale i dati col proprio veterinario. Domethics ha vinto l’Innovation Award al CES 2022.

Evolvo | www.evolvomobility.com | Torino | Green Energy & Mobility

Evolvo offre soluzioni di mobilità smart e sostenibile in contesti urbani per privati, aziende ed enti locali, come il noleggio a lungo termine di e-bike e scooter elettrici, la fornitura di attrezzatura tecnica per l’utilizzo dei mezzi, e stazioni di ricarica smart dotate di dispositivi di sicurezza.

Strategic Bim | www.strategicbim.it | Torino | IoT & Wearable

Strategic Bim sviluppa software per la gestione dei dati degli edifici in ottica sostenibile. UTwin è un’app che mostra un gemello digitale dell’edificio con parametri aggiornati in tempo reale (temperatura, umidità, consumi, etc.) sulla base dei quali possono essere previste automazioni per l’accensione o lo spegnimento di impianti.

Elogio della prostituzione

La prostituzione è, spesso, definita come il mestiere più antico del mondo; non so quanto sia vero perché anche i ministri di culto affondano le loro origini in tempi remoti, come i contadini, i guerrieri, i pastori, i pescatori.

Di sicuro è sopravvissuta a rivoluzioni sociali, leggi severe, punizioni dovute al dittatore di turno e è trasversale a tutte le culture e tutte le latitudini.

I Paesi più evoluti si sono dati una regolamentazione di tale attività, prevalentemente per tre ordini di fattori: fiscale, sanitario e di ordine pubblico; l’Italia, proprio per questo, ancora non si è dotata di una valida regolamentazione che metta d’accordo l’anima cattolica e conservatrice con quella progressista preferendo, come spesso accade, un comportamento pilatesco. Da noi, infatti, la prostituzione non è vietata a condizione di esercitarla singolarmente (la prostituta, i clienti possono anche essere più di uno contemporaneamente) pena la violazione della legge 20 febbraio 1958, n. 75 (la c.d. legge Merlin dal nome della non compianta senatrice socialista che per prima firmò il disegno di legge).

Qualunque persona che scelga di erogare prestazioni sessuali in cambio di denaro non può essere fermata dalle Forze dell’Ordine e non rischia alcun procedimento di tipo penale, salvo per altri reati quali immigrazione clandestina o atti osceni in luogo pubblico. Allo stesso modo anche chi si rivolge alla professionista del sesso non può essere fermato da Polizia o Carabinieri.

Dal punto di vista civilistico, il contratto verbale che si stipula con una prostituta non è valido: ne consegue che, nel caso in cui una delle due parti non dovesse adempiere agli accordi presi, esiste la possibilità di risolvere la questione in Tribunale solamente se vi sia rilevanza penale.

Le prostitute chiedono sempre il pagamento anticipato, ma qualora il rapporto avvenisse senza che vi sia stata dazione di denaro e il cliente, al termine, si rifiutasse di corrispondere quanto pattuito, questi potrebbe essere denunciato per violenza sessuale; alla stessa sorte sarebbe soggetto un cliente che si sfilasse il preservativo all’insaputa della prostituta (ma se sapesse di essere positivo a HIV o epatite, scatterebbe la denuncia per lesioni personali gravissime).

Se, invece, la prostituta, una volta incassato quanto pattuito si rifiutasse di onorare il contratto potrebbe essere accusata di truffa o rapina, a seconda della tecnica utilizzata.

Va da sé che, non essendovi regolamentazione tutte le prostitute sfuggano ai controlli sanitari e di Polizia ed ecco che si assiste, dopo anni relativamente tranquilli, ad un nuovo aumento dei casi di malattie a trasmissione sessuale, si è impotenti di fronte alla tratta delle schiave perché molte di loro non testimonierebbero mai contro i loro aguzzini e, non da meno, vengono evasi miliardi di euro di gettito fiscale.

Ho intervistato, davanti ad un caffè, alcune operatrici del sesso in Torino e Milano riportando i dati di quelle che sembravano più aderenti alla realtà.

Ogni prostituta, lavorando 7 giorni su 7 incontra mediamente 15 clienti al giorno; ad una media di 50-100 euro ciascuno (a seconda della prestazione erogata) fanno da 750 a 1500 euro al giorno, pari a 22500 -45000 al mese per ogni prostituta.

D’accordo c’è il costo di affitto, luce, preservativi, lubrificanti, calze,… ma sono poca cosa rispetto alla somma di cui sopra.

Hanno calcolato che in Italia vi siano tra le 100 mila e le 120 mila prostitute inserendo nel conteggio anche trans, transgender,…; arrotondando molto per difetto, ed escludendo le top escort (che percepiscono anche 3-4 mila euro per un week end) arriviamo ad un importo di 1,5 miliardi di euro l’anno.

Senza ridurre le prestazioni a chi paga regolarmente le tasse o aumentare la tassazione a carico di operai, insegnanti e dipendenti vari, si otterrebbe soprattutto di far versare loro i contributi INPS per la pensione.

Visto l’importo ed una soluzione mai trovata dal 1958 siamo sicuri che lo Stato voglia davvero risolvere il problema?

Una statistica ha portato alla luce l’entità del fenomeno prostituzione in Italia; almeno 9 milioni di maschi si rivolgerebbero, con frequenza molto variabile, al sesso mercenario.

Nel suo libro “La prostituzione in Egitto e nel mondo antico”, l’egittologo Alfredo Luvino descrive questa arte e il valore che aveva allora in quei luoghi. Dalla dottrina veterotestamentaria in poi, si è cominciato ad osteggiare questa professione con le motivazioni che tutti conosciamo e con i risultati, negativi, che sono sotto gli occhi di tutti.

Conosciamo tutti la figura della geisha in Giappone; non tutti sanno, però, che non è una semplice figura dedita al conseguimento maschile del piacere ma che si tratta di una persona colta, in grado di intrattenere il “cliente” non soltanto sessualmente ma anche e soprattutto emotivamente.

Non sottovalutiamo, inoltre, l’aspetto sociale del sesso a pagamento: il sesso è considerato, finalmente, un bisogno al pari del cibo e del sonno; anche in Italia è nata la figura del sex giver, il donatore di sesso, per entrambi i generi, che procura il piacere a chi non possa ottenerlo diversamente (ad esempio disabili gravi); si tratta, di fatto, di una forma di prostituzione anche se determinata da intenti nobili.

Considerando che non fanno del male a nessuno (escluso lo Stato, al quale non pagano le tasse), anzi, semmai svolgono una funzione sociale importante, perché continuare ad osteggiarle o, peggio, ignorarle fingendo che non esistano?

Sergio Motta

Caldo anomalo, in pericolo la produzione di frutta E rischiano di morire le api 

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Il caldo anomalo di questi giorni rischia di mettere a rischio la produzioni agricole del nostro territorio. Con temperature, che nei frutteti di Cavour superano i 15 gradi, e con lo zero termico a 3.000 metri nelle ore centrali, le coltivazioni del Torinese, a iniziare da quelle frutticole, sono ingannate dal clima.

Il pericolo è che le gemme e i fiori sboccino quando sarà ancora molto alta la probabilità di gelate notturne distruggendo, in un colpo solo, la frutta prima ancora che le piante mettano fuori le foglie. Come è accaduto nel 2021, quando, l’8 aprile, la gelata più forte degli ultimi 50 anni ha colto gli alberi da frutta con i frutticini già allegati causando in un paio di notti milioni di danni quasi azzerando sul nascere la produzione di mele, pere, pesche, albicocche, kiwi, ciliegie nel Pinerolese.

«Se questo inverno anomalo non lascia subito posto al normale freddo di gennaio – spiega Sergio Bunino, tecnico frutticoltore coordinatore della Commissione ortofrutta di Coldiretti Torino – c’è il forte pericolo che le piante percepiscano una falsa primavera e che, a febbraio, con un mese di anticipo, diano il via alla stagione vegetativa arrivando alle fioriture troppo presto. Se un albero da frutto fiorisce a marzo invece che aprile in un clima come quello pedemontano è quasi sicuro che verrà esposto a un ritorno di freddo, magari con i frutticini che iniziano a svilupparsi. In questo caso i frutti muoiono e non ricrescono».

Ma a preoccupare è anche l’anticipo di scioglimento della poca neve caduta nelle nevicate di dicembre. «I 40 cm di manto oltre i 1.500 metri erano una garanzia per l’estate. Ora questo scioglimento rapido fin oltre i 2.000 metri fa già sparire la riserva d’acqua preziosa per le irrigazioni estive».

Ma a preoccupare è anche il comportamento delle api che stanno già cessando la letargia invernale e che escono per cercare nettare e polline che, naturalmente, non  trovano ancora. Un danno enorme per le oltre 300 aziende apistiche del Torinese.

«Quando le api percepiscono le temperature miti iniziano a uscire dall’alveare perché, per loro, è iniziata la primavera e immaginano di trovare fioriture nettarifere – spiega Claudia Roggero, apicoltrice, di Giovani Impresa Coldiretti Torino – Inoltre se continua così, la Regina, ricomincerà a produrre uova, al ritmo di duemila al giorno, con le nuove larve che dovranno essere nutrite proprio nel momento in cui saranno terminate le scorte invernali. Così, da una parte aumenta la popolazione dell’alveare e dall’altra le api bottinatrici consumano più energie nel volo senza trovare nulla da mangiare. Questo mentre le scorte sono state intaccate già dalla tarda estate per la cessazione prematura delle fioriture causata dalla siccità. Per non vederle morire abbiamo dovuto alimentarle artificialmente con fruttosio e candito: una spesa, viste le ultime annate disastrose, che speravamo di non dovere affrontare».

Coldiretti Torino invita a non perdere tempo in vista di un anno che potrebbe essere di nuovo caldo e avaro di precipitazioni.

«Dobbiamo varare adesso quelle misure strutturali che ci permettano di affrontare siccità, alte temperature e un clima che alterna bombe d’acqua a lunghi periodi di mancanza di precipitazioni – torna a chiedere il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Piccoli invasi, sburocratizzazione per la trivellazione di pozzi nei campi, utilizzo delle acque depurate, uso plurimo delle acque per le derivazioni idroelettriche: sono tutte azioni che devono partire il più presto possibile se non vogliamo trovarci impreparati ad affrontare nuove emergenze».

Questo inverno che sa di primavera fa seguito a un 2022 che si classifica come l’anno più bollente mai registrato prima con una temperatura di oltre un grado superiore alla media storica in cui sono cadute quasi 1/3 di precipitazioni in meno, secondo le analisi Coldiretti su dati Isac Cnr che evidenziano che nei primi undici mesi la temperatura in Italia e stata superiore di 1,06 gradi la media. Si accentua la tendenza al surriscaldamento in Italia dove la classifica degli anni più roventi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo decennio e comprende nell’ordine dopo il 2022 il 2018, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2020. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con i danni provocati dalla siccità e dal maltempo che, in Italia, hanno già superato i 6 miliardi di euro e che, solo in provincia di Torino, superano i 250 milioni.

Il neuromarketing

Tecniche di mercato e scienze comportamentali ci spiegano i processi decisionali d’acquisto

In ogni acquisto che effettuiamo o nella relazione con un brand che ci appassiona in particolar modo c’è un processo mentale e psicologico inconsapevole che spiega le nostre azioni come consumatori.
Il neuromarketing, una disciplina che applica le conoscenze delle neuroscienze al mercato e alle sue strategie, è in grado di analizzare i percorsi irrazionali che hanno luogo nella mente del fruitore di beni e servizi influenzandone le decisioni di acquisto.

Ale Smits, professore olandese di tecniche di ricerche di mercato ha inventato il termine “neuromarketing” definendolo come “l’insieme delle tecniche di identificazione dei meccanismi cerebrali orientate ad una maggiore comprensione del comportamento del consumatore per l’elaborazione di più efficaci strategie di marketing”. Una partnership scientifica, dunque, tra studi sul sistema nervoso e marketing per comprendere cosa accade al nostro cervello in presenza di precisi stimoli esterni e creare, conseguentemente, strategie di comunicazione appropriate ed efficaci per indirizzare il consumatore all’acquisto.
In realtà i primi esperimenti di “brain imaging”, una tecnica diagnostica per conoscere come reagisce il cervello in presenza di uno stimolo, le immagini pubblicitarie per esempio, furono intrapresi da grandi imprese americane come Coca Cola o Ford già dai primi anni ‘90, ma fu Smids ad approfondire gli studi sugli stati d’animo, le emozioni o le reazioni cognitive che indirizzano gli individui ad una azione di consumo.
Questi studi, infatti, sono in grado di rispondere a quesiti del tipo cosa porta le persone a scegliere una marca piuttosto che un’altra o, ancora meglio, fare previsioni relative al comportamento dei consumatori dopo aver visto pubblicità create in base a precise strategie di mercato. Oltre ad utilizzare informazioni proprie delle neuroscienze, questa disciplina si avvale di importanti teorie della psicologia, dell’economia comportamentale, e della psicologia cognitiva e sociale usufruendo così di una miscela di conoscenze che permettono la comprensione dei meccanismi che avvengono nella testa del consumatore e che lo dirigono, spesso irrazionalmente, verso una spesa.
Il nostro cervello, infatti, esposto a molteplici stimoli come spot pubblicitari, immagini ed altre sollecitazioni di diversa tipologia crea un collegamento tra tali impulsi e un proprio bagaglio di sensazioni ed esperienze che produce, a sua volta, una risposta emotiva. Tale reazione emozionale è oggetto, da parte di esperti di marketing e vendite, di una profonda e accurata analisi che porta a comprendere i bisogni e i desideri che creano processi decisionali di acquisto. Questo strumento scientifico multidisciplinare è in continuo aggiornamento grazie al progresso delle ricerche ma, allo stesso tempo, si avvale anche di tecniche tradizionali, come i focus group e le interviste dirette, che consentono di fare un quadro completo del vissuto e delle necessità delle varie categorie di consumatori.
Certamente, a monte di tutto, si pone un quesito molto importante che è quello della questione etica, ovvero quanto questo strumento sia rispettoso dei valori e delle condizioni che garantiscano il bene delle persone. Alcune associazioni americane hanno ritenuto di organizzare petizioni per frenare o fermare l’utilizzo delle conoscenze che derivano dalle ricerche di neuromarketing perché si crede che, talvolta, possano essere usate impropriamente per promuovere prodotti dannosi per la salute come il cibo spazzatura o il tabacco. In sostanza la troppa efficacia di alcune campagne pubblicitarie potrebbe portare i consumatori a scegliere prodotti senza pensare sufficientemente alle controindicazioni e ai rischi che derivano dal loro uso; è necessario, quindi, un utilizzo coscienzioso di tutto ciò che questa moderna tecnica svela sui bisogni delle persone. In generale, comunque, è estremamente importante che la conoscenza proveniente da progressi scientifici e da nuove scoperte sia riguardosa nei confronti diritti primari delle persone, come la salute, attraverso una condotta morale corretta ed eticamente irreprensibile.

Maria La Barbera

 

Il segreto della fabbrica

Una storia per ragazzi alla scoperta dell’Olivetti di Ivrea

“Il segreto della fabbrica” è un bel libro scritto da Angela Ricci, illustrato da Michela Torbidoni e pubblicato dalle Edizioni di Comunità, la casa editrice fondata nel 1946 da Adriano Olivetti.

In un certo senso mancava un libro pensato e scritto per i più giovani (a partire dagli 8 anni) in grado di incuriosire e stimolare la lettura su una delle più straordinarie storie industriali del nostro paese, quella dell’Olivetti e di Ivrea, la città dov’è nata nel 1908 la prima fabbrica italiana di macchine per scrivere. Tre ragazzini torinesi della prima media, in gita con i coetanei a Ivrea,la città ideale della rivoluzione industriale del Novecento secondo l’Unesco, si trovano a vivere un avventurosa “caccia al tesoro” tra gli edifici e le vie che “parlano” e raccontano la fabbrica-città. Max, Pietro e Livia affrontano un percorso che si snoda tra la “fabbrica di mattoni rossi”, la vecchia ICO ( acronimo di Ingegner Camillo Olivetti) con il suo salone dei Duemila dove gli operai ascoltavano i discorsi del fondatore e di Adriano, il Centro Studi ed Esperienze e la chiesa di San Bernardino con il celebre affresco di Giacomo Spanzotti. Alcuni oggetti ( un wattmetro, uno stranissimo montacarichi, una MP1 rossa fiammante – la prima macchina da scrivere portatile della Olivetti -, un cronometro) e tre lettere di Camillo Olivetti ( risalenti rispettivamente al 1912, al ‘28 e alla metà di ottobre del ’43, a meno di due mesi dalla morte che lo colse a Biella dov’era stato costretto a riparare per sfuggire alle leggi razziali) li conducono a scoprire un segreto importante.

Ben congeniato, ricco di particolari e aneddoti basati su verità storiche, “Il segreto della fabbrica” porta i ragazzini – dotati di smartphone con tanto di innovative applicazioni – sulle tracce di un incredibile e avveniristico “Progetto 100” ideato dal fondatore dell’Olivetti. Qualcosa di molto simile a ciò che effettivamente accadde nel 1964 quando Pier Giorgio Perotto e i suoi collaboratori progettarono e realizzarono la Programma 101, il pri­mo personal computer al mondo. Un computer semplice, “che non avesse biso­gno dell’interprete in camice bianco. Una macchina picco­la, economica e per tutti ”. Una macchina prodotta a Ivrea e usata dalla NASA per la missione Apollo 11, dimostrando nei fatti che proget­tare a misura d’uomo “è ciò che permette all’umanità di giungere a mete prima ritenute inarrivabili”. In questo piccolo ma prezioso libro per ragazzi (direi di tutte le età, per non far torti) viene proposta in modo intelligente un’idea per iniziare a conoscere la storia di una delle più grandi eccellenze industriali del nostro paese, di un luogo simbolico lungo la via Jervis e di un modello di impresa costruito attorno al capitale umano di chi ci ha lavorato e legato al nome di Adriano Olivetti. In fondo si tratta del rac­conto di un successo italiano, della storia di un gruppo di uomini che inseguirono il futuro e, per un certo periodo, l’agguantarono e lo misero al servizio di tutti.

Marco Travaglini

Disabilità, Fondazione Crt: al via 135 progetti per l’inclusione

DALLA TANGOTERAPIA AL CIRCO SOCIALE
Contributi per 1 milione e 460 mila euro alle associazioni non profit vincitrici del bando “Vivomeglio”

 

Torino, 2 gennaio 2023 – Al via 135 progetti per l’inclusione e l’autonomia delle persone con disabilità in Piemonte e Valle d’Aosta, dove la Fondazione CRT ha assegnato alle associazioni non profit 1 milione e 460 mila euro di contributi con il bando “Vivomeglio”.

 

Le iniziative si focalizzano su sei ambiti di intervento: abitare sociale, sostegno alle famiglie, lavorare, imparare dentro e fuori la scuola, curare e curarsi, vivere il territorio. Traiettorie in linea con gli obiettivi 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile e con quelli della prima Agenda italiana della Disabilità, promossa dalla Fondazione CRT con la Consulta per le Persone in Difficoltà e il coinvolgimento del Terzo Settore: questo “patto per l’inclusione” conta su un numero crescente di “ambasciatori”, visto che hanno aderito all’Agenda anche 121 enti sui 165 partecipanti al bando “Vivomeglio”.

 

I progetti targati “Vivomeglio” – presentati nella forma del partenariato strutturato – vanno dalla tangoterapia alla coltivazione di fiori in serra, dai laboratori tattili alla montagnaterapia, dalle attività sportive “for all” al circo sociale, da “avventure artistiche e sociali” alla ristorazione inclusiva. E ancora: pet e make-up therapy, esperienze di volo, centri antiviolenza e attività di preparazione alla vita indipendente orientate al “dopo di noi”, ovvero al sostegno e all’assistenza delle persone con disabilità dopo la morte dei parenti che li accudiscono.

 

Gli enti non profit che hanno vinto il bando ‘Vivomeglio’ rendono concreto ogni giorno il diritto all’inclusione: insieme a loro, alle istituzioni e al mondo produttivo lavoriamo a un rinnovato patto sociale per uno sviluppo fondato sulla cura delle persone più fragili nel segno del bene comune”, afferma il Presidente della Fondazione CRT Giovanni Quaglia.

 

Accanto ai parametri economici e ambientali, un ulteriore indicatore della qualità della vita potrebbe essere l’inclusivity index, ovvero la capacità di inclusione di una società: il bando ‘Vivomeglio’ di Fondazione CRT rafforza questo valore, in linea con l’Agenda 2030 dell’ONU”, dichiara il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci.

 

Salgono così a 28,5 milioni di euro i contributi assegnati dal 2005 ad oggi con il bando “Vivomeglio” della Fondazione CRT, che ha reso possibili 2.651 iniziative per l’inclusione.

 

Tra i 135 sostenuti dalla Fondazione CRT nell’ultimo anno si segnalano:

 

Ristorazione inclusiva” di Panacea Social Farm di Torino offre un percorso di accompagnamento, team building e formazione di ragazzi con disabilità sulla panificazione, il confezionamento e la vendita diretta di prodotti da forno per le scuole dell’area metropolitana di Torino.

 

“InconTrame: percorsi di creazione artistica di comunità” dell’Associazione Tiglio Onlus di Torino si fonda su tre pilastri: esperienze di inclusione artistica per persone con disabilità (Festival Fringe, Lunathica, Street Art Riva), soggiorni d’arte in presidi culturali del territorio (tra cui le OGR Torino) e workshop teatrali.

 

I ragazzi del Bistrot” dell’Associazione torinese Rubens: il progetto prevede un percorso formativo di cucina, caffetteria, servizio al tavolo e pulizia con l’avvio di un piccolo bar-bistrot nel Borgo Rubens gestito da ragazzi/e con disturbi dello spettro autistico, accompagnati e coordinati dagli operatori dell’Associazione.

 

Flower power per l’inclusione sociale” dell’Associazione Missione Autismo di Asti, accompagna adolescenti e giovani con disabilità intellettiva in un processo di autodeterminazione e partecipazione alla vita della comunità attraverso la coltura di fiori in serra, la distribuzione sul territorio e la cura di spazi floreali pubblici.

 

Il progetto “Centro Incontro all’esterno” di Ashas – Associazione Solidarietà Handicappati Savigliano (Cuneo) promuove le relazioni interpersonali dopo il periodo di pandemia con attività laboratoriali all’interno del Centro Incontro.

 

Il progetto “RiciclOfficina” della Fondazione Apri le Braccia di Galliate (Novara) favorisce l’inserimento socio-lavorativo di persone con disabilità attraverso una Ciclo Officina per il recupero di vecchie biciclette abbandonate (raccolta, riparazione e verniciatura) per donarle a chi è in difficoltà e per incentivarne l’uso come mezzo di mobilità sostenibile.