ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 153

Consulenti del lavoro insieme per la legalità

Protocollo d’intesa tra l’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino e l’Associazione Giovani Consulenti del Lavoro di Torino: insieme per l’orientamento al lavoro e la legalità

 È con l’orgoglio dell’appartenenza che l’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino e l’Associazione Giovani Consulenti del Lavoro di Torino hanno sottoscritto un Protocollo d’intesa che formalizza la collaborazione tra le due realtà per lo sviluppo di progetti sulla tematica dell’orientamento al lavoro e dei principi di etica e legalità del lavoro.

La presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino, Luisella Fassino, e il presidente dell’Associazione Giovani Consulenti del Lavoro di Torino, Claudio Larocca, hanno espresso tutta la loro soddisfazione per questo importante accordo, che rappresenta un passo storico per la categoria dei consulenti del lavoro torinesi.

“Questo Protocollo, che si inserisce in un momento di crisi delle vocazioni verso le libere professioni da parte dei giovani, permetterà di migliorare lo scambio di idee e consolidare collaborazioni infra- generazionali per sviluppare iniziative mirate all’orientamento al lavoro, e alla legalità, – ha dichiarato la presidente Fassino – Questi temi sono fondamentali per l’attrazione e le crescita dei giovani verso una professione che dispiega il suo importante ruolo sociale verso  le imprese, le persone e le istituzioni”

Il presidente Larocca ha aggiunto: “Per noi, giovani Consulenti del Lavoro, questa sottoscrizione rappresenta un grande onore e un’opportunità unica di crescita e formazione. Siamo certi che insieme all’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino potremo portare avanti progetti innovativi e utili per i cittadini e per il mondo del lavoro”.

Il Protocollo d’intesa prevede la realizzazione di iniziative formative e informative per i giovani e le imprese sui temi dell’orientamento al lavoro e della legalità, nonché la promozione di attività di networking e di scambio di buone pratiche tra professionisti del settore.

L’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Torino e l’Associazione Giovani Consulenti del Lavoro di Torino si impegnano a lavorare insieme con passione e dedizione per promuovere i valori etici e professionali della categoria e per sostenere il progresso e lo sviluppo della nostra società.Grazie

Siglato il contratto: 207 euro mensili in più ai lavoratori Stellantis

/

È stato firmato il contratto collettivo specifico dei lavoratori Iveco,  CnhI,  Ferrari e Stellantis. Prossimo step all’assemblea dei delegati a Roma  lunedì 13 e successivamente nelle assemblee di fabbrica.

La crescita delle retribuzioni base è dell’11% in due anni, pari a oltre 207 euro mensili sulla media.

Il premio di risultato verrà  tassato al 5% e non a tassazione corrente.

Per Stellantis è stato anche introdotto un premio legato alla redditività aggiungendo al premio precedente circa 200 euro l’anno.

Parlami di spreco incontrerà il cast del film “Non morirò di fame”

Giovedì  9 marzo

Parla con me incontrerà  giovedì  9 marzo prossimo, durante la trasmissione condotta da Simona Riccio “Parlami di spreco” parte del celebre cast del film “Non morirò  di fame”, un’opera che ha saputo toccare corde emotive profonde, suscitando  un grande interesse sui social e nelle sale cinematografiche dove è  stato proiettato.

“Non morirò  di fame” è  un film che racconta la storia di Pier, interpretato dall’attore torinese Michele di Mauro, ex chef stellato che vive ai margini della società,  ma ritroverà il suo amore per la cucina attraverso un viaggio nel recupero alimentare, elaborando ricette con ingredienti salvati dallo spreco.

Parla con me ha partecipato all’anteprima e ne ha parlato sui canali social del brand e della founder Simona Riccio, suscitando ampio interesse in quanto nel film non si parla solo di spreco alimentare, ma di rapporti umani e di amicizie  vere, che la trasmissione pone al centro.

“La puntata del 9 marzo – ha dichiarato Simona Riccio –rappresenta un’occasione unica per stimolare una riflessione sui temi della lotta agli sprechi alimentari e dell’agricoltura sostenibile. Insieme possiamo fare la differenza e promuovere un mondo più  giusto.

Il film è  stato realizzato dal regista Umberto Spinazzola, prodotto e distribuito da La Sarraz Pictures, RAI Cinema e Megafun Production.

Del film si è parlato nella puntata precedente con il coinvolgimento di Giuliana Malaguti, responsabile Comunicazione  del Banco Alimentare, Linda Senfett, responsabile della Sosta di Sant’Egidio, che saranno nuovamente ospiti live, e Paola Bortolani, food blogger. A sorpresa nella puntata precedente vi è  stato l’intervento di Michele di Mauro.

La puntata,  ideata e condotta da Simona Riccio, Social Media Marketing Manager, specialista del mercato agroalimentare,  avrà  come testimonial l’onorevole Maria Chiara Gadda, prima firmataria della legge 166/16 Antispreco e Vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera.

Verrà  mandata in onda Live sulla pagina Linkedin e sul canale You Tube di “Parla con me”, sul profilo Linkedin Top Voice e Facebook di Simona Riccio.

MARA MARTELLOTTA

Quando nel 1977 due donne fondarono Fiaip Torino

Luisa Depanis e Antonietta De Stefanis, tra le prime agenti immobiliari della città

Due donne, tra le prime agenti immobiliari di Torino, fondarono nel 1977 il collegio provinciale di Fiaip Torino (Federazione italiana agenti immobiliari professionali). Sono Luisa Depanis e Antonietta De Stefanis Palazzo.

“Nel ’77 creammo Fiaip Torino in contemporanea con la nascita della Federazione nazionale. Subito, il collegio provinciale fu presieduto da Antonietta De Stefanis Palazzo, ma l’anno dopo si trasferì in un’altra città e la presidenza del collegio passò a me. Un anno più tardi, insieme a dei colleghi, creammo anche il collegio regionale del Piemonte”, racconta Luisa Depanis (classe 1952), presidente Fiaip Torino dal ‘78 al ’90una delle prime donne a diventare agente immobiliare a Torino e a sostenere l’esame di abilitazione professionale e di iscrizione al Ruolo.

“Il giorno del mio esame ero l’unica donna presente – ricorda Luisa –Agli inizi degli Ottanta ci saranno state, sì e no, 4 o 5 donne in tutta la città a svolgere il mestiere di agente. Allora era una professione prettamente maschile, come quasi tutte d’altronde, fatte poche eccezioni”.

La Depanis ha cominciato ad occuparsi delle case quando aveva solo 16 anni, prima come dipendente, poi all’età di 25 anni aprendo la sua prima agenzia in via San Quintino. Non è stato facile per lei inserirsi nel mondo del lavoro.

“Era un mestiere da uomini ed era difficile ricevere fiducia ed ottenere un incarico di vendita – spiega Luisa Depanis -. Ero giovane e donna, si doveva sgomitare un po’: bisognava riuscire a far superare l’iniziale diffidenza. Infatti, i primi clienti erano soprattutto persone un po’ fuori dagli schemi, con personalità bizzarre, che mossi anche dalla curiosità, sceglievano di affidarsi a una figura femminile. Per esempio, artisti, imprenditori che avevano viaggiato, ex nobili. C’era chi teneva in casa rettili, chi addirittura aveva un piccolo squalo in un acquario e chi comprava casa con borsoni di cambiali”.

Ma oltre al fattore culturale, era un lavoro che per una donna presentava qualche rischio: “Si va per case per visionare gli alloggi e fare stime – racconta Luisa – si entra, ci si chiude la porta alle spalle e si resta sole con il proprietario. Non sai mai che tipo di persona ti trovi davanti e non sono mancati gli inconvenienti. C’era chi prendeva l’occasione al balzo per fare qualche avances: ricordo un gioielliere che mi invitò a trattenermi aprendo una scatola con un rolex d’oro dentro. Ma ci fu anche chi cercò di serrare la porta, lo sviai con astuzia, inventando di dover scendere e raggiungere un collaboratore. Comportamenti spiacevoli e acquisizioni perse. Il mondo poi è cambiato velocemente”.

In generale, la professione di agente immobiliare ha avuto una sua dignità con il tempo. “Era un lavoro che nasceva sul campo, da chi lo faceva: una stretta di mano al bar e via, a prescindere se si era esperti o meno. Una modalità che lasciava ampio spazio agli errori. Poi è diventata una professione, grazie anche al lavoro delle Federazioni che hanno saputo organizzare bene questo mestiere”.

“L’impegno di associazioni, come la Fiaip – spiega Depanis – hanno portato a un cambiamento radicale dell’agente immobiliare, soprattutto nei confronti del cliente, per la tutela di chi compra e vende casa. Hanno formalizzato la professione, puntando alle competenze, spesso trasversali, amministrative, fiscali, contrattuali. Oggi c’è tutta un’altra professionalità e la figura dell’agente immobiliare è cambiata in meglio”. 

Due milioni di fondi per l’alluvione del 2019 nel Torinese

Approvata la proposta della Regione Piemonte di un ulteriore piano di interventi connessi al superamento dell’emergenza per gli eventi meteorologici del 2019. Il Dipartimento della Protezione Civile ha così autorizzato l’uso delle risorse necessarie per circa 15 milioni di euro.

«Gli importi degli interventi coincidono sostanzialmente con quanto preventivato dagli uffici regionali con la ricognizione dei fabbisogni nei territori colpiti dalle alluvioni – chiarisce l’assessore alla Protezione civile e tutela del suolo Marco Gabusi – E’ un ulteriore tassello che siamo riusciti ad ottenere per ripristinare i danni che molte zone della nostra regione hanno subito».

I fondi, suddivisi per 147 interventi in tutto il Piemonte, contribuiranno in buona parte al ripristino dell’esistente, ma anche per nuovi interventi come la realizzazione di versanti e sponde e opere di contenimento. Questo è il decimo stralcio del piano interventi previsto per le calamità di ottobre novembre 2019 per un importo totale di oltre 134 milioni di euro.

Per i Comuni della Provincia di Torino, gli interventi in totale sono 11 e sono previsti 870 mila euro, mentre alla Città Metropolitana arriverà circa un milione di euro.

«Le risorse sono state individuate per le alluvioni avvenute a fine novembre 2019 nella provincia di Torino – precisano il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e l’assessore Gabusi– Siamo riusciti ad ottenere risorse importanti sia da fondi nazionali che europei, e il merito va a tutti i soggetti coinvolti, in particolare ai professionisti e tecnici pubblici e privati, e agli enti che stanno assiduamente lavorando con noi per un obiettivo comune: la messa in sicurezza dei territori e lo sviluppo della nostra regione».

Superbonus, crediti incagliati: “in Piemonte a rischio 12 mila posti di lavoro”

Nelle MPI artigiane delle costruzioni, settore che subirebbe una contrazione del 14% degli addetti.

 

Giorgio Felici (Presidente di Confartigianato Piemonte): “Sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro”.

 Ecco le proposte dell’Associazione Artigiana al Governo

 

Sui crediti incagliati del superbonus il Piemonte si gioca almeno 12.620 posti di lavoro diretti nelle MPI artigiane delle costruzioni, settore che subirebbe una contrazione del 14% degli addetti. Ma il conteggio totale delle posizioni che rischiano di dover fare i conti nei prossimi giorni con la cassa integrazione e la perdita del lavoro, potrebbe aumentare vertiginosamente tra diretti e imprese collegate.

 

 Situazione pesante che potrebbe riverberarsi anche sui territori: in provincia di Torino, solo nelle MPI edili, si stimano 5.870 i posti a rischio, a Cuneo 2.240, ad Alessandria 1.210, a Novara 1010, ad Asti 750, nel Verbano 520 e a Vercelli e Biella 510.

 

Sono queste le stime dell’Ufficio Studi di Confartigianato contenute nel dossier: Occupati a rischio nelle MPI delle Costruzioni per inesigibilità dei crediti incagliati per i bonus edilizi”.

 “Sui bonus edilizi ci giochiamo occupazione e futuro se non cambierà il decreto del Governo che ha gettato nell’incertezza migliaia di imprese – afferma Giorgio Felici, Presidente di Confartigianato Piemonte – per questo bisogna trovare soluzioni urgenti alla situazione delle aziende con i crediti che, giorno dopo giorno, da incagliati stanno diventando senza valore e quindi inesigibili”.

Confartigianato ricorda anche come nelle piccole e medie imprese nelle costruzioni, settore che ha registrato un aumento della produttività del 5,8%, ritmo doppio del 2,6% del totale economia, sia impiegato l’87,2% degli addetti, Inoltre, quello delle costruzioni è il comparto che nel 2022 ha assorbito l’85,5% delle posizioni lavorative create.

Non è ammissibile penalizzare le imprese che hanno la sola colpa di aver utilizzato la Legge, realizzato gli interventi minuziosamente previsti dalla normativa, applicato i prezzari regionali, sopportato gli enormi oneri burocratici – commenta Enzo Tanino, Presidente Confartigianato imprese edilizia – senza contare l’aver affrontato le 224 modifiche, una ogni 16 giorni”.

I dati dimostrano come l’economia  regionale faticherà non poco a reggere tale improvviso stop – conclude Felici  –  auspichiamo, quindi, che le Forze Sociali e gli Enti Locali affianchino le Associazioni di Categoria nelle azioni di pressione nei confronti del Governo affinché si superi il blocco e siano individuate soluzioni compatibili con la realtà economica delle imprese e con le difficoltà che stanno vivendo le famiglie. Vogliamo porre al centro della nostra azione la salvaguardia delle migliaia di imprese che rischiano la chiusura mettendo a repentaglio innumerevoli posti di lavoro”.

“E gli “incagliati” che non rientrano nelle casse, -conclude Tanino–  cominciano a creare seri problemi di liquidità alle imprese che per far fronte anche alle comuni attività quotidiane, devono rivolgersi alle Banche per avere i necessari finanziamenti.”

LE PROPOSTE DI CONFARTIGIANATO AL GOVERNO SUI CREDITI

 

I numeri generati dal superbonus sono stati presentati da Confartigianato nei vari confronti con il Governo quale contributo alla risoluzione del problema dei crediti incagliati per la quale.

Secondo la Confederazione è necessario aumentare la capacità di assorbimento dei crediti da parte del sistema creditizio, anche attraverso l’individuazione di un acquirente pubblico di ultima istanza particolarmente necessario per i crediti di minore importo. Va anche ampliato l’arco temporale di utilizzo dei crediti in compensazione. In assenza della necessaria capienza fiscale, le imprese che hanno nei cassetti fiscali i crediti perdono infatti una parte del credito loro spettante. Gli Artigiani sollecitano anche il rinvio della data, fissata al 17 febbraio 2023, entro la quale è necessario aver presentato la CILA per poter mantenere la possibilità di cessione/sconto del credito. Per il limitato valore dei lavori di edilizia libera non assistiti da CILA, Confartigianatochiede che sia consentito di autocertificare, da parte del contribuente, la data di avvio di tali lavori. Secondo la Confederazione, l’obiettivo della transizione green degli edifici non potrà essere raggiunto se, insieme con un sistema di agevolazioni sotto forma di detrazioni fiscali, non verrà mantenuta la possibilità della cessione dei crediti e dello sconto in fattura per alcune fattispecie, in particolare i soggetti con redditi bassi e privilegiando gli interventi su immobili con una classe energetica molto bassa e la ricostruzione degli immobili danneggiati da eventi sismici per i quali la detrazione del 110% è ammessa sino al 2025.

Il Comune di Torino promuove le comunità energetiche

Il Consiglio Comunale di Torino ha approvato due documenti per promuovere le Comunità Energetiche.

Il primo documento, una mozioneproposta daTizianaCiampolini(Torino Domani), approvata con 23 voti favorevoli e 1 astenuto, chiede a Sindaco e Giunta Comunale di intraprendere una campagna di sensibilizzazione, informazione ed educazione a partire dalle scuole in cui sono in atto e già programmati interventi di efficientamento energetico, per farconoscere lo strumento delle Comunità Energetiche: il loro funzionamento, l’opportunità di collaborazione e partecipazione civica, di scelta collettiva ambientale sostenibile offerta ai diversi attori pubblici e privati, alle famiglie e a tutti i cittadini che vivono nella comunità locale.

Insieme allamozione, il Consiglio Comunale ha approvato anche un ordinedel giorno(23voti favorevoli e 1 astenuto) propostodalla consiglieraAnnaBorasi(PD) cheimpegna il Sindaco e la Giunta a proporre al Governo e al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica l’inserimento nei decreti attuatividell’attivazione dello scomputo in bolletta, in concomitanza con l’avvio di Comunità di energia rinnovabile o Gruppi di autoconsumo collettivo. L’ordine del giorno chiede che questa modalità sia prevista non soltanto per le utenze domestiche, ma anche per le utenze commerciali, sociali e delle piccoleimprese.

Le comunità energetiche – spiegaTizianaCiampolini(Torino Domani) – sono un cambiamento rivoluzionario nella produzione di energia e nella partecipazione di cittadini e cittadine e bisogna quindi investire molto, a partire dalle scuole, per informare e formare la cittadinanza.

Occorre disciplinare quanto prima la normativa di dettaglio – afferma Anna Borasi (PD) – e prevedere le modalità per lo scorporo in bolletta.

Puntare sugli aspetti educativi, partendo dalle comunità scolastiche, è una strategia vincente per promuovere la sostenibilità, secondo Lorenza Patriarca (PD).

Per Alice Ravinale (Sinistra Ecologista) si fa ancora troppo poco per sostenere il fotovoltaico, anche da punto di vista della burocrazia e della cultura.

Valorizziamo le esperienze già portate avanti dalle scuole – ha suggerito Caterina Greco (PD) – e sollecitiamo la rapida emanazione dei decreti attuativi, per fare chiarezza e favorire la partecipazione della cittadinanza.

Anche ClaudioCerrato(PD) ha proposto maggiore chiarezza nel definire gli scorpori in bolletta e gli incentivi per la cittadinanza.

SimoneTosto(PD), nel ringraziare le due consigliere proponenti, ha sottolineato i benefici delle comunità energetiche dal punto di vista ambientale, economico e sociale.

Il tema è fondamentale, per ElenaApollonio(Misto di Maggioranza), e i due documenti esaminati dalla Sala Rossa accomunano visione e concretezza e potranno avere un impatto concreto in città, educando alla cittadinanza e alla sostenibilità.

Ci sono ancora molte lacune normative – ha affermatoSimoneFissolo(Moderati) – e anche la Città deve lavorare per favorire e velocizzare l’allaccio di impianti fotovoltaici di privati e aziende alla rete.

Il Comune di Torino sarà protagonista nel promuovere le comunità energetiche – ha affermato l’assessora all’Istruzione, CarlottaSalerno– e la Città lavora da tempo per favorire l’efficientamento energetico degli edifici scolastici.

La Regione presenta i fondi europei per la prevenzione delle calamità, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela dell’ambiente

/

Adattamento ai cambiamenti climatici e resilienza dei territori: la Regione Piemonte in prima linea, con il coinvolgimento di tutti i beneficiari piemontesi, per l’attivazione di bandi destinati agli enti pubblici, sulla scorta dei cospicui fondi europei Fesr destinati, per la prima volta, a obiettivi squisitamente ambientali. Si tratta di 475 milioni di euro, destinati, per 435 milioni alla transizione ecologica e resilienza e 40 milioni per la promozione della mobilità ciclistica.

 I criteri che verranno approvati dalla Giunta e che daranno il via ai bandi, sono stati presentati oggi alla platea dei potenziali beneficiari, ovvero enti locali ed enti gestori delle aree protette piemontesi.

“Ad inizio anno il Piano regionale Fesr 21-27 è entrato nella fase attuativa e ha già visto l’approvazione di un primo bando per l’efficienza energetica e l’utilizzo di fonti rinnovabili nelle imprese – ha spiegato l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Oggi invece si celebra il confronto partenariale su un primo insieme di misure destinate a soggetti pubblici che saranno destinatari, nell’ambito dell’Obiettivo Strategico 2 (un’Europa resiliente, più verde e a basse emissioni di carbonio ma in transizione verso un’economia a zero emissioni nette) di una quota parte maggioritaria dei fondi”. “Le misure sottoposte oggi a consultazione  – ha aggiunto Marnati – affrontano la dimensione dell’adattamento climatico e della resilienza di territori delicati e strategici del nostro territorio: interventi di sistemazione idrogeologica nei territori delle aree protette piemontesi e sulla rete sentieristica che le collega e interventi di rinaturalizzazione delle sponde e delle aree perifluviali e perilacuali del reticolo idrografico regionale e degli ambienti acquatici nel loro complesso, sia dove sono attivi contratti di Fiume sia dove gli stessi non sono presenti”. “Le misure strutturali che abbiamo realizzato – conclude l’assessore – hanno avuto un forte impatto di miglioramento di tutti gli indicatori per quanto riguarda gli inquinanti e nella riduzione delle emissioni di anidride carbonica che illustreremo nella presentazione del nuovissimo rapporto statistico energetico. è la dimostrazione che stiamo lavorando bene e siamo in linea con tutti gli obiettivi prefissati”.

In particolare, la consultazione di oggi ha riguardato due misure di prossima approvazione. La prima è rivolta al “Recupero e difesa del territorio nel rispetto degli habitat e degli ecosistemi” ed è destinata a finanziare per 14,78 milioni di euro, interventi di sistemazione idrogeologica di situazioni di dissesto in ambito montano, collinare e ripariale finalizzati anche alla resilienza dei territori. In particolare interventi di consolidamento di versanti caratterizzati da instabilità per frane, opere di manutenzione e di gestione della vegetazione sulle sponde e di difesa anti erosiva in tratti di corsi d’acqua  caratterizzati da attività torrentizia, o ancora di drenaggio e regimazione delle acque soprattutto lungo i percorsi della rete sentieristica di collegamento tra le Aree Protette piemontesi e anche al loro interno e infine, ma non da ultimo, interventi di ripristino e miglioramento della rete viaria all’interno delle Aree Protette regionali e dei siti della Rete Natura 2000.

La misura prevederà contributi in conto capitale per i soggetti gestori delle Aree Protette piemontesi e le Unioni Montane.

L’altra misura, distinta in realtà in due linee – dove già sono attivi i Contratti di Fiume e l’altra nel resto dei territori – riguarda “Interventi per aumentare la resilienza dei territori fluviali al cambiamento climatico”, ed è destinata a finanziare, per l’una e per l’altra linea, interventi di riqualificazione dei territori connessi alle acque interne della regione, per l’adattamento al cambiamento climatico e la prevenzione dei rischi, favorendo le infrastrutture verdi. Il totale delle risorse delle due linee è pari a 22,1 milioni di euro, anche qui in forma di contributi in conto capitale, destinati a Comuni, in forma singola o associataProvince e Città Metropolitana ed enti di gestione delle aree protette piemontesi.

L’intento, per tutte le misure, è quello di avere progetti di qualità, presentati da raggruppamenti e partenariati costituiti tra più enti, in modo da incidere significativamente su territori.

Al termine delle consultazioni partenariali la Giunta procederà all’approvazione delle schede di misura e gli uffici predisporranno i bandi, che saranno aperti a fine aprile-inizio maggio.

La scoperta del capitano

/

IL PUNTASPILLI di Luca Martina 

 

Il capitano Cook nella seconda metà del ‘700 allargò la conoscenza del mondo. 

 Arruolandosi nella Royal Navy il suo obiettivo era non soltanto quello di viaggiare «…al di là di dove chiunque è andato prima, ma fin dove è possibile per un uomo andare». 

Fu il primo ad approdare, con la nave da ricerca Endeavour, in Australia e la pubblicazione dei suoi diari, dove raccontava i propri viaggi e le loro scoperte scientifiche, gli guadagnarono una enorme popolarità.

Durante il terzo dei suoi lunghi viaggi scoprì le Isole Sandwich, ora note come Hawaii.  

Quest’ultima esplorazione finì per costargli cara: dopo essere ripartito il mare in burrasca danneggiò gravemente l’albero di prua e, costretto a tornare all’isola, fu ucciso dagli indigeni inferociti per motivi ancora oggi non completamente chiariti. 

Dagli scritti del buon capitano si legge anche di un’altra, meno letale per lui, scoperta: “L’inflazione rende i ricchi ancora più ricchi e le masse più povere”.  

Eh sì anche un uomo assai poco avvezzo alle speculazioni economiche aveva compreso come l’aumento indiscriminato dei prezzi provochi conseguenze nefaste nella distribuzione della ricchezza. 

Proviamo a riassumere brevemente i meccanismi tramite i quali si realizza questa distorsione. 

I percettori dei redditi più bassi ne spendono una larga parte in beni e servizi “essenziali” per la propria sopravvivenza (e quindi difficili da ridurre in tempi di crisi): si tratta del cibo, delle bollette e del carburante (anche se è pur vero che, almeno in parte, questo potrebbe essere sostituito da un maggiore ricorso ai mezzi pubblici).  

Si tratta proprio dei beni e servizi che hanno subito i maggiori rincari, aumentandone così l’aggravio per tutti, in valore assoluto, ma in termini relativi (in percentuale sul reddito) in particolare per i meno abbienti.  

Un altro elemento che provoca un allargamento delle distanze rispetto a coloro che hanno redditi più elevati è dato dall’utilizzo dei risparmi: quando il loro ammontare è piccolo sono spesso detenuti sui conti correnti, senza alcuna remunerazione, e perciò si deprezzano a causa dell’inflazione (l’utilizzo futuro consentirà di acquistare minori quantità di prodotti e servizi, che nel frattempo saranno stati resi più cari dall’aumento dei loro prezzi).

I maggiori patrimoni hanno, invece, la possibilità di essere investiti in forme più remunerative (seppur rischiose) che (almeno nel lungo termine) proteggono meglio dall’inflazione. 

Le argomentazioni addotte sono nel complesso convincenti anche se non trovano immediata applicazione quando l’animale dell’inflazione esce dalla sua gabbia (spaventando gli investitori). 

Può infatti accadere che, come durante l’anno passato, i timori legati ai rincari dei prezzi possano gravare pesantemente sui mercati finanziari (dove sono investiti grandi e piccoli patrimoni) provocando danni in modo molto “democratico” e risparmiando solo il valore nominale, ma non certo quello reale, delle somme mantenute liquide sui conti. 

E’ pur vero che nel lungo termine gli investimenti più rischiosi (le azioni in particolare) sono quelli che danno i migliori frutti ma occorre non farsi spaventare ed avere tanta pazienza: in caso contrario la redistribuzione della ricchezza premierà solo i più “coraggiosi”. 

E la pazienza è un po’ come il coraggio di don Abbondio: se non lo si ha non ce lo si può certo dare… 

Bisogna a questo punto ricordare che i veri e indiscussi trionfatori in tempi di inflazione sono coloro che devono ripagare i propri debiti ad un tasso fisso. 

E’ questa la situazione di chi ha sottoscritto mutui e finanziamenti ad un tasso di interesse predefinito ma è soprattutto il caso dei più grandi debitori del pianeta: gli Stati sovrani. 

La storia ci insegna che la riduzione dei più grandi debiti (come quelli contratti per finanziare i costi dei conflitti mondiali del secolo scorso) si raggiunge solo grazie ad un tasso di inflazione che sale ben al di sopra del loro costo (gli interessi da pagare) erodendone così il loro valore reale. 

Va anche detto che la tendenza ad una maggiore concentrazione della ricchezza in una minore frazione della popolazione sembra disinteressarsi dell’inflazione ed è più legata alla progressiva perdita di potere contrattuale della forza lavoro, alla “globalizzazione e alla maggiore capacità dei grandi risparmiatori di fare fruttare i propri patrimoni, anche perché le loro oscillazioni non ne mettono a rischio lo standard di vita costringendoli a disinvestire nei momenti meno propizi.

 

Rimane il fatto che l’inflazione, come ricordava Luigi Einaudi, è “la più iniqua delle tasse” ed i suoi effetti si riverberano in modo incontrollato, aumentando il senso di incertezza sul futuro e innescando fenomeni speculativi (i prezzi vengono in qualche caso aumentati anche senza una reale motivazione). 

Ecco perché dobbiamo augurarci, una volta di più, che possano presto venire meno le ragioni che ci hanno condotto a navigare in acque così agitate, prima di essere costretti a tornare, proprio come avvenne al capitano Cook, ad approdi molto scomodi e pericolosi (come ci ha insegnato l’”austerity” degli anni settanta). 

Chieri aderisce al progetto “PISTAAA!-La Blue Way Piemontese”

CHIERI COMUNE DELLA BLUE WAY

Il Comune di Chieri ha aderito a “Pistaaa!-La Blue Way Piemontese”, un progetto dell’associazione “CioCheVale” nato con l’obiettivo di promuovere il turismo sostenibile e responsabile attraverso un itinerario cicloturistico ed escursionistico che valorizza i tratti naturalistici, paesaggistici e culturali dei territori della Collina Torinese, del Chierese, del Pianalto e del Basso Monferrato.

Dichiara il Sindaco Alessandro SICCHIERO: «L’Amministrazione comunale condivide pienamente gli obiettivi e le finalità del progetto “Pistaaa: La Blue Way Piemontese”, ovvero la promozione di un turismo di prossimità e rispettoso dell’ambiente, della mobilità dolce, dell’economia locale, della “lentezza” come un diverso modo di conoscere e gustare le ricchezze naturalistiche, culturali, artistiche ed enogastronomiche dei nostri territori. La valorizzazione degli itinerari ciclopedonali (tra strade bianche, percorsi ciclabili e strade a bassa percorrenza veicolare) è certamente uno strumento di sviluppo del territorio e genera nuove opportunità per le comunità, contribuendo a promuovere attività economiche e turistiche.  Pistaaa racconta, mappa e mette in rete chi produce cambiamenti positivi dal basso e rappresenta dunque utile strumento di sviluppo del territorio, per questo per Chieri è naturale aderire ad un progetto che nasce da una realtà associativa chierese, così da favorire la collaborazione tra istituzioni, scuole, ristoratori, esercizi commerciali e artigiani intorno al cicloturismo e all’outdoor».