ECONOMIA E SOCIETA'- Pagina 114

La Regione Piemonte raddoppia i fondi destinati all’internazionalizzazione delle pmi

PIÙ 2 MILIONI E 423MILA EURO PER L’INTERNAZIONALIZZAZIONE:


L’assessore Fabrizio Ricca: “Le imprese piemontesi hanno da insegnare al mondo. È nostro dovere facilitare l’incontro”



Da 3 milioni a 5 milioni e 423mila euro. La Regione Piemonte raddoppia i fondi destinati al sostegno all’internazionalizzazione delle pmi piemontesi visto il grande successo degli eventi b2b organizzati sul territorio e all’estero.

Sono sempre di più le imprese che decidono di aderire alle occasioni di crescita estera organizzate dalla Regione: ultimo caso è il successo del VTM Michigan (Vehicle and Transportation Innovation Meetings), spin off dell’evento piemontese organizzato insieme a Camera di Commercio e gestito da Ceipiemonte nella capitale dell’automotive statunitense. In questa occasione sono state 18 le imprese italiane partecipanti che hanno avuto l’occasione di svolgere oltre 100 b2b con le più grandi aziende americane del settore.

L’aumento di fondi, pari a 2 milioni e 423mila euro, servirà a sostenere ulteriormente la rete regionale di supporto alle imprese locali che vogliono affacciarsi a nuovi mercati per mostrare cosa hanno da offrire o per attirare investitori e industrie straniere che vogliono puntare sul nostro territorio aprendo nuove sedi.

“Con questo ulteriore stanziamento di risorse andiamo a potenziare una strategia che sta dando risultati concreti – afferma l’assessore regionale all’Internazionalizzazione Fabrizio Ricca -. La rete di supporto estero che stiamo costruendo per le pmi piemontesi sta permettendo a tante imprese di affacciarsi a nuovi mercati partendo da un porto sicuro capace di assisterle durante la navigazione. L’affermazione di un mercato completamente globalizzato è oggi un dato di fatto ma una sfida simile non deve spaventarci necessariamente perché il nostro territorio, basti pensare ai comparti dell’automotive e a quello dell’aeorospazio, ha le carte in regola per mostrare al mondo che è il luogo giusto in cui investire e quello migliore da cui comprare”.

L’Uncem: digitalizzare le Valli di Lanzo

Superano i 3,4 milioni di euro le risorse che i 25 Comuni delle Valli di Lanzo, Ceronda e Casternone, delle due Unioni montane, hanno incamerato nei mesi scorsi grazie ai voucher del PNRR. Un sistema che ha permesso a tutti gli Enti locali italiani di introitare risorse che dovranno essere spese e asseverate, come prevede il Dipartimento per la Trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri che ha gestito le operazioni. Il lavoro che i Comuni dovranno fare per ottimizzare spesa e risultati, a beneficio della PA e dei cittadini, è stato presentato ieri sera a Lanzo in un incontro con il Presidente Uncem Roberto Colombero e i vertici del CSI Piemonte, Consorzio che sta operando per agevolare gli Enti locali.

Le risorse ai Comuni serviranno per nuove app, per trasferire i dati in cloud, per i sistemi IO e PagoPA, per rendere i siti degli Enti più facili e accessibili, per migliorare le app. Dai 240 mila euro per Lanzo ai 70 per Vallo, i Comuni delle Valli di Lanzo hanno cifre importanti, che sommate portano il totale disponibile a 3,4 milioni. “È una cifra molto significativa – commenta Roberto Colombero – che permette di cambiare il rapporto degli Enti con imprese e cittadini, ma soprattutto di ottimizzare il lavoro nelle due Unioni montane del territorio favorendo relazioni e scambio di dati sulle piattaforme. Che saranno in cloud, dunque connesse tra loro. I Comuni hanno un voucher che avrà un residuo di spesa, e su questo dobbiamo insistere affinché non si utilizzi in modo frammentato. Si calcola che il 40% delle risorse possa rimanere in disponibilità dell’Ente. Se ciascuno lo spende per conto suo, serve a poco. Se invece, fatta la somma, si uniscono 1,5 milioni di euro con le due Unioni montane in sinergia a fare da registi, il supporto del Team digitale nazionale e del CSI, si possono invece fare operazioni importanti. Penso a blockchain per le filiere alimentari e forestali, a intelligenza artificiale, a strumenti digitali per il turismo, ad altri interventi per rendere smart il territorio. Dobbiamo puntare sul futuro. Leggere le sfide dei prossimi anni e capire oggi come cambieranno le esigenze delle comunità e del turismo. Ci aiutano tanti esperti, anche nelle Valli di Lanzo. Se ogni Comune pensa di far da solo, in particolare in questo campo, si va poco lontano. Facendo insieme si va lontano. Ringrazio i Sindaci che a Lanzo hanno ben compreso la sfida”.

Windtre Business e Visit Piemonte: avviato il progetto  data analytics

Al via la fornitura di soluzioni per l’analisi puntuale e approfondita dei flussi di visitatori nella regione, a supporto delle decisioni strategiche nel settore turistico

WINDTRE, attraverso il brand WINDTRE BUSINESS, e Visit Piemonte, in cui opera l’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte, hanno avviato un progetto di monitoraggio della fruizione turistica.

WINDTRE BUSINESS, in particolare, mette a disposizione dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte Mobility Analytics, la sua soluzione di big data che permette di analizzare i flussi di mobilità di turisti e visitatori e dei punti di interesse all’interno di zone specifiche. Al momento il servizio è stato messo a punto per alcuni Comuni del territorio regionale, così da permettere di approfondire e sfruttare al meglio tutte le potenzialità dello strumento, con la finalità di poterlo estendere sull’intera regione Piemonte.

Mobility Analytics fa uso di dati di rete mobile e di geolocalizzazione degli utenti gestiti in forma anonima ed aggregata, nonché di sofisticati algoritmi statistici, al fine di offrire alle aziende e alle pubbliche amministrazioni i più efficaci strumenti di supporto alle decisioni strategiche.

La soluzione è erogata attraverso un flusso di informazioni che rende disponibili indicatori su una web-dashboard interattiva, realizzata appositamente per offrire un’interfaccia semplice e intuitiva e facilitare così l’utilizzo di una soluzione molto evoluta a chi si occupa di pianificazione, gestione e analisi della movimentazione turistica.

Nell’ambito dello sviluppo del cruscotto di analisi e monitoraggio dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte, lo strumento di Mobility Analytics va ad arricchire gli indicatori disponibili ed aumenta la rapidità con cui si rendono disponibili le informazioni agli stakeholder del territorio.

“Grazie al ruolo di operatore leader nel mercato mobile italiano, WINDTRE ha la possibilità di accedere, in tempi ridotti e nel completo rispetto della privacy, ad un’enorme quantità di dati aggregati molto puntuali. Si tratta di un asset prezioso per le pubbliche amministrazioni e per le imprese, perché, attraverso le nostre soluzioni di Data Analysis, consente di orientare i processi decisionali attraverso informazioni reali e approfondite, di realizzare piani di business più efficaci e di gestire al meglio gli eventi straordinari con grande affluenza di pubblico. Una soluzione che conferma il supporto di WINDTRE BUSINESS nello sviluppo dei territori e nella digitalizzazione delle PA e delle aziende italiane” Commenta Luca Cardone, Responsabile Marketing Top & Large di WINDTRE.

Il progetto è volto a valutare un ulteriore strumento a supporto della strategia data driven di sviluppo e promozione turistica della Regione Piemonte, che attualmente stiamo utilizzando per monitorare alcune destinazioni piemontesi come casi studioanalizzando non solo il movimento turistico, ma anche la fruizione della destinazione specifica per definire meglio gli attrattori principali e individuare indirettamente le principali motivazioni. Gli indicatori ottenuti attraverso la big data analysis di telefonia mobile completano le informazioni quantitative delle statistiche ufficiali, delle recensioni on-line e della spesa sul territorio che offre già il modello dell’Osservatorio Turistico della Regione Piemonte”, commentano Beppe CarlevarisPresidente del CdA di Visit Piemonte e Alessandro Zanon, Direttore di Visit Piemonte.

Tutela dei Consumatori, c’è la Direttiva Omnibus

Di Patrizia Polliotto, Avvocato, Fondatore e Presidente del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori

La Direttiva Omnibus – o più correttamente la Direttiva Ue 2019/2161 – è stata recepita ufficialmente lo scorso 23 febbraio 2023 ed è entrata in vigore dal 2 aprile 2023. L’Italia, in questo modo, ha recepito ufficialmente la normativa europea attraverso la quale sono state rafforzate le tutele dei consumatori, che effettuano gli acquisti nei negozi fisici e negli eCommerce.

Attraverso la direttiva Omnibus sono state introdotte alcune importanti modifiche al Codice del Consumo, andando a modificare direttamente alcune clausole vessatorie, delle politiche commerciali scorrette ed è stata introdotta una maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori finali. Sicuramente, almeno per gli operatori dell’eCommerce, una delle novità di maggiore impatto è l’ampliamento delle cosiddette pratiche commerciali scorrette. In altre parole quelle che vengono considerate come sleali.

Sicuramente una delle novità più importanti introdotte direttamente dalla Direttiva Omnibus è stato l’ampliamento di quelle che sono considerate come pratiche commerciali scorrette. Attraverso la Direttiva 2005/29/CE sono stati vietati alcuni comportamenti ritenuti sleali, che il legislatore ha caratterizzato in due differenti modi, definendoli come: pratiche commerciali ingannevoli; pratiche commerciali aggressive.

Soffermandosi sulle pratiche commerciali ingannevoli è necessario sottolineare che queste, a loro volta, si dividono in azioni ed omissioni ingannevoli, che risultano essere disciplinate rispettivamente dagli articoli 6 e 7 della disciplina. La Direttiva 2005/29/CE ha provveduto ad elencare – nel proprio allegato I – tutte le pratiche commerciali che, in qualsiasi caso, devono essere considerate come sleali. Ossia quelle che non è necessario effettuare una valutazione caso per caso sul loro carattere di slealtà.

La Direttiva Omnibus ha introdotto una nuova tipologia di azione ingannevole, che riguarda una particolare attività di marketing, che consiste nella promozione di un bene, all’interno di un qualsiasi Paese membro dell’Unione europea, come identico a quello che è stato commercializzato negli altri Paesi membri. Anche se ci sono delle significative differenze tra i due diversi beni, come composizione e come caratteristiche. Questa pratica commerciale scorretta, anche conosciuta come dual quality viene considerata come ingannevole a tutti gli effetti, salvo che non sia stata giustificata da fattori legittimi ed obiettivi. All’interno dell’ordinamento italiano è stata introdotta attraverso la modifica dell’articolo 21 del Codice del Consumo.

Tra le pratiche commerciali scorrette introdotte dalla Direttiva Omnibus è stata introdotta una nuova fattispecie di omissione ingannevole. Tra le aggiunte effettuate direttamente all’articolo 22 del Codice del Consumo, quella più importante riguarda i risultati di risposta forniti ad una ricerca online del consumatore effettuati sotto forma di parola chiave, frase o altri dati. Nelle risposte fornite deve essere indicato chiaramente ogni eventuale annuncio pubblicitario a pagamento. Deve essere anche indicato l’eventuale pagamento specifico per riuscire ad ottenere una classificazione migliore dei prodotti all’interno dei suddetti risultati.

Questa particolare tipologia di pratica commerciale scorretta coinvolge direttamente la fornitura agli operatori eCommerce, da parte dei vari motori di ricerca, del servizio di posizionamento dei risultati a pagamento. Questa operazione, in linea di principio, corre il rischio di creare una certa confusione tra i consumatori, che non riescono a comprendere quali siano i risultati più rilevanti rispetto alla ricerca che hanno effettuato. La confusione, che viene generata tra i consumatori, talvolta può essere tale da diventare oggetto di discussione anche per quanto riguarda la tutela dei marchi.

Tra le pratiche commerciali scorrette rientrano anche le recensioni online. Ad essere più precisi si tratta di un caso di omissione ingannevole. Nel momento in cui un professionista permette agli utenti di accedere alle recensioni dei consumatori sui prodotti, deve tenere conto che, adesso, viene considerata rilevante l’informazione che rende noto in quale modo il professionista riesce a garantire se le recensioni pubblicate provengono direttamente o meno da dei consumatori, che hanno acquistato od utilizzato realmente il prodotto recensito.

L’eventuale omissione di queste informazioni costituisce a tutti gli effetti una fattispecie di omissione ingannevole. Viene considerata una pratica commerciale scorretta l’attività del professionista che indichi che le recensioni sono state effettivamente lasciate da dei consumatori che hanno acquistato od utilizzato il prodotto, senza che abbia adottato delle misure ragionevoli e proporzionate per verificare la loro autenticità.

Per queste e altre esigenze è possibile contattare dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle 18 lo sportello del Comitato Regionale del Piemonte dell’Unione Nazionale Consumatori, con sede a Torino in Via Roma 366 ed a Pinerolo, in Viale Cavalieri d’Italia n. 14, al numero 0115611800 oppure scrivendo una mail a uncpiemonte@gmail.com, o visitando il sito www.uncpiemonte.it compilando l’apposito format.

L’importanza della sicurezza in montagna, campo a Locana

I tecnici della Delegazione Canavesana del Soccorso speleologico piemontese hanno partecipato al Campo di Sezione organizzato dal CNGEI Sezione di Gassino Torinese – Associazione Scout Laica a Locana (TO). Un’occasione per raccontare a 200 ragazzi dai 12 ai 19 anni l’importanza della sicurezza in montagna e della prevenzione degli incidenti. Insieme a chi, come don Luigi Ciotti, racconta la cultura della legalità e della libertà dalle dipendenze, cerchiamo di fare la nostra piccola parte per diffondere la cultura della montagna.

Il Lingotto di Torino: simbolo della città e storia della Fiat

L’AUTOMOTIVE A TORINO / 2


Quando si parla di Lingotto, la prima associazione che viene in mente è senza dubbio con la Fiat che, in pieno periodo bellico nel 1916, ebbe l’esigenza di racchiudere in un unico comprensorio tutte le produzioni automobilistiche primarie e accessorie.

Così la casa automobilistica elaborò un piano di espansione che prevedeva la costruzione di un nuovo grande complesso industriale sui resti dell’antico podere appartenente ai nobili Robilant, prendendo il nome di Fiat Lingotto. Giovanni Agnelli individuò, nell’architetto Giacomo Matté Trucco, la persona adatta ad eseguire la progettazione di questo imponente complesso di 150000 metri quadri sito nell’area compresa tra la ferrovia e le vie Narzole, Nizza e Passobuole: un gigante di cemento armato – il primo in Italia – che divenne il simbolo dell’aspirazione alla modernità dell’azienda torinese. Il fabbricato principale è a cinque piani ed è costituito da due corpi longitudinali della lunghezza di 508 metri e della larghezza di 24,50 metri, uniti tra loro da 5 corpi trasversali che formano quattro cortili interni, il tutto sormontato da un tetto molto particolare: una pista in cemento armato destinata al collaudo dei veicoli con pavimentazione in asfalto costituiti da due rettilinei di 443 metri ciascuno e da due curve sopraelevate. Il circuito è stato ultimato nel 1921 e ha destato fin da subito stupore e meraviglia, considerato un vero e proprio “monumento della civiltà in movimento” (M. Pozzetto, 1975). Sempre nello stesso anno iniziarono a entrare in funzione le fonderie, le fucine, il reparto preparazione telai e quello forni automatici e la Fiat avviò il trasloco dei macchinari dalle officine di Corso Dante concludendo a fine anno con la sistemazione dei reparti della carrozzeria, del montaggio finale e delle officine meccaniche; nel 1923 il nuovo stabilimento è stato inaugurato alla presenza del Re Vittorio Emanuele III.

Lingotto si presentò come una struttura innovativa capace di rompere con la tradizione non solo nelle linee estetiche, ma soprattutto nell’organizzazione del lavoro, dando una spinta decisiva verso la produzione in grande serie; si trattò inoltre della prima fabbrica europea a essere concepita e costruita sulla base dei metodi di produzione statunitensi, tanto da essere presentata da Valerio Castronovo nel 1978 come “un nuovo grande stabilimento ad uso americano”. I mutamenti apportati dal nuovo complesso della Fiat interessarono anche il territorio cittadino, che vide modificati i rapporti tra fabbrica e città; non furono reclutate solamente le maestranze tra gli abitanti del territorio circostante, ma Fiat Lingotto rivestì un ruolo decisivo nell’incremento dell’immigrazione e nel popolamento di tutta la zona che va da Barriera di Nizza al Lingotto sia di operai provenienti da altri quartieri della città, dai comuni limitrofi, che dalle altre regioni d’Italia. Nel corso degli anni ‘30 lo stabilimento Lingotto produsse decine di modelli di automobili, come la Torpedo, la Balilla, la Topolino, la Fiat 1100 R e la sportiva X 1/9 con la rivoluzionaria posizione centrale del motore.

L’attività produttiva fu parzialmente interrotta nel 1939, in pieno inizio della Seconda Guerra Mondiale, essendo la stessa fabbrica un obiettivo delle incursioni militari su Torino e parte della produzione fu già spostata nel più grande stabilimento torinese chiamato Fiat Mirafiori. In seguito a diversi e devastanti bombardamenti, molte parti delle facciate dell’edificio furono parzialmente danneggiate, ma prontamente ricostruite nel periodo 1945-1947; la produzione di automobili però fu totalmente trasferita nel moderno comprensorio Mirafiori, mentre il Lingotto fu destinato, negli anni del boom economico, alla produzione di lavatrici e frigoriferi fino al 1982, quando dopo aver intrapreso una politica di graduale diminuzione della manodopera, la Fiat decide di chiudere lo stabilimento.

Dagli anni ‘80 ci fu la ristrutturazione – da parte dell’architetto Renzo Piano – e il recupero dello stabilimento appena dismesso. L’edificio centrale della ex fabbrica fu riqualificato e inaugurato già nel 1987 come 8-Gallery e adibito a uso commerciale, con negozi, bar e ristoranti concentrati in un’unica area, mentre ad inizio anni ‘90 fu riqualificata la palazzina distaccata delle ex presse, sul lato sud del comprensorio, diventano un centro fieristico-espositivo, denominato Lingotto Fiere, che ad oggi ospita diverse esposizioni di una certa rilevanza come il Salone internazionale del Libro, Salone del Gusto, Artissima – Fiera Internazionale d’Arte Contemporanea – e molte altre. Suggestiva è La Bolla, un progetto di Renzo Piano del 1994: una sala riunioni semi-sferica e trasparente, attrezzata e panoramica da 25 posti, realizzata in acciaio e vetro-cristallo con vista sulle Alpi e sulla pista parabolica di collaudo.

Nel 2021 Lingotto Torino diventa il simbolo della rinascita green della città: il suo tetto iconico è stato trasformato nel giardino pensile più grande d’Europa. L’area, progettata dall’architetto Benedetto Camerana e nata sulla pista di collaudo situata in cima all’ex complesso industriale, ospita più di 40.000 piante appartenenti a 300 specie e varietà diverse. Insieme al nuovo giardino sospeso, denominato Pista 500, è stata inaugurata anche Casa 500, il nuovo spazio espositivo dedicato alla più amata icona della Fiat, parte del complesso museale della Pinacoteca Agnelli – inaugurata nel 2002 nel cui interno vi è una mostra d’arte permanente tratta dalla collezione privata della celebre famiglia – visitabile gratuitamente per i possessori della Torino Piemonte Card.

Giulia De Sanctis

 

Gemellaggi e ambiente: trekking del Cai di Volpiano con gli amici di Castries


Si è svolto dal primo al 5 agosto in Valle d’Aosta per rafforzare il gemellaggio

Dal primo al 5 agosto il Cai di Volpiano ha organizzato un trekking in Valle d’Aosta insieme agli appassionati di montagna del paese gemellato di Castries. Il gruppo, composto da 14 italiani e 5 francesi, ha toccato il rifugio Magià a duemila metri d’altitudine, al fondo del vallone di Saint-Barthélemy, il santuario di Cuney, (2.650 metri), il rifugio Mont Fallère (2.385 metri), vero museo a cielo aperto con le sculture in legno di Siro Vierin collocate lungo il cammino, e Punta Leysser (2.771 metri), dalla quale è possibile ammirare il versante sud della Valle d’Aosta, a partire dal Monte Bianco.

«Il Cai di Volpiano – sottolineano gli organizzatori – partecipa attivamente alla vita del gemellaggio tra Volpiano e Castries, sin dalla sua nascita nel 2010. Abbiamo iniziato subito a collaborare con il gruppo dei randonneurs castrioti organizzando ogni anno un trekking aperto a tutti, da svolgersi alternativamente in Francia e in Italia. Questa collaborazione ha permesso al gruppo di visitare i Pirenei, le Cevenne e i dintorni di Castries in Francia, mentre in Italia il gruppo ha spaziato dal Gran Paradiso, alle Dolomiti e fino all’Elba e alle isole del Sud Italia».

Commenta il sindaco di Volpiano Giovanni Panichelli: «Continuiamo ad essere molto contenti e soddisfatti del gemellaggio con gli amici di Castries. In diversi ambiti si sono creati dei veri e propri rapporti di amicizia, come questi legati al trekking. A novembre è previsto il prossimo scambio con la visita ufficiale a Volpiano e stiamo lavorando per accoglierli al meglio».

L’economista Carlo Cottarelli ospite di Forte di Bard Incontri

Venerdì 11 agosto 2023, alle ore 21.00, l’economista Carlo Cottarelli sarà ospite della rassegna Forte di Bard Incontri per presentare il libro Chimere. Sogni e fallimenti dell’economia (Editore Feltrinelli). Cos’hanno in comune il sogno libertario delle criptovalute, quello tecnocratico dell’indipendenza delle banche centrali, la finanziarizzazione del sistema economico, l’abolizione della fatica attraverso la tecnologia, la globalizzazione e un mondo senza barriere, l’illusione della crescita infinita e l’idea che, tagliando le tasse ai ricchi, tutti staranno meglio? Sono sette grandi sogni immaginati e concretizzati da riformisti visionari, uomini e donne con la volontà di cambiare il mondo.

Carlo Cottarelli chiama quelle visioni “chimere” e le racconta spiegando qual è la consistenza dei sette sogni e qual è la posta in gioco del loro successo o fallimento. Sono questioni che riguardano noi e le generazioni future, perché dovremo affrontare il problema di una crescita compatibile con i vincoli ambientali, la necessità della stabilità monetaria, le conseguenze di un’eventuale deglobalizzazione.

In collaborazione con Libreria Mondadori, Ivrea.

Ingresso gratuito con prenotazione obbligatoria.

prenotazioni@fortedibard.it

T. + 39 0125 833811

Nuovo ospedale Torino Nord, ecco come sarà. Al via la progettazione

Avrà 511 posti letto: valore stimato 345 milioni di euro

La delibera è stata approvata  dall’Asl Città di Torino.
Il valore stimato per la struttura, che avrà 511 posti letto e sarà un ospedale strategico a servizio di Torino e del Piemonte, è di 345 milioni di euro coperti attraverso fondi Inail, di cui 185 milioni già deliberati e la quota restante attraverso la rimodulazione degli stanziamenti previsti per il Piemonte (in particolare 170 milioni resi disponibili grazie alla scelta della Regione di usare l’ex art. 20 per gli interventi sui due ospedali del Vco e per la realizzazione di 4 case di comunità). La cifra tiene già conto dei rincari dovuti a materie prime ed energia e degli interventi di mitigazione ambientale, oltre al valore di realizzazione di cento posti letto in più rispetto ai meno di 400 previsti nel progetto iniziale prima dello studio complessivo sul dimensionamento del fabbisogno sanitario della città di Torino.
“Il piano per l’edilizia sanitaria di Torino e del Piemonte continua a prendere forma in modo concreto e nel rispetto dei tempi stabiliti – sottolineano il presidente della Regione Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Genesio Icardi -. Dotiamo finalmente il nostro territorio di ospedali nuovi, moderni e all’avanguardia a servizio dei cittadini e delle donne e degli uomini che ci lavorano ogni giorno e rappresentano l’eccellenza della nostra sanità”.
“Il nuovo ospedale della zona nord è un tassello fondamentale per dotare la Città di una rete sanitaria pubblica che sia all’altezza delle esigenze delle cittadine e dei cittadini e superare le criticità strutturali degli attuali presidi del Maria Vittoria e dell’Amedeo di Savoia – spiega il sindaco di Torino Stefano Lo Russo – Continueremo a lavorare con la Regione per realizzare una rete sanitaria moderna e capace di integrare al meglio l’alta complessità medica di qualità con la medicina territoriale e i servizi socio-sanitari diffusi che sono una priorità assoluta per Torino”.
“Il nuovo ospedale di Torino Nord sarà uno dei più preziosi per la città, ma anche per la regione se pensiamo che il pronto soccorso del Maria Vittoria, che insieme all’Amedeo di Savoia confluirà nella nuova struttura, ha il numero di passaggi più alto di tutto il Piemonte – spiega Carlo Picco direttore generale dell’Asl Città di Torino -. La gara si chiuderà a fine settembre e sarà aggiudicata entro ottobre in modo da trasmettere il progetto all’Inail entro il mese di giugno. Un ringraziamento particolare all’ing. Lombardi e a tutto l’ufficio tecnico dell’Asl e agli esperti del Politecnico di Torino, che grazie all’accordo quadro stipulato insieme alla Regione ci hanno permesso di predisporre i documenti funzionali agli atti di gara nel pieno rispetto del cronoprogramma”.

L’ipotesi di progetto è stata elaborata in collaborazione con il team del Politecnico di Torino coordinato dal professor Giorgio Garzino. Il nuovo ospedale, che verrà realizzato nell’attuale area sterrata nei pressi del vicino Parco della Pellerina, avrà un impianto di tipo orizzontale con tre corpi trasversali separati da ampi spazi verdi con vetrate e gallerie di collegamento.

Si tratta di un edificio all’avanguardia tanto per quanto attiene i temi propri dell’edilizia sanitaria quanto per quel che riguarda le relazioni fra città costruita” precisa il professor Giorgio GarzinoLa proposta che va a gara pone la massima attenzione ai temi ambientali: il nuovo edificio dovrà avere bassi consumi energetici anche grazie a vari sistemi di autoproduzione, dai pannelli fotovoltaici alla geotermia. Saranno previsti luoghi di socializzazione a disposizione dei pazienti e dei propri cari e del personale sanitario, ma anche della cittadinanza. Particolare attenzione è posta alla informatizzazione e alla automazione del sistema sanitario, sia in termini terapeutici che di gestione. Sono state approfondite le tematiche legate alla compatibilità idraulica dell’area, definiti gli accessi pedonali e viabili, oltre alla dotazione di parcheggi pubblici.

Pragelato, un marchio De.C.O per difendere, rilanciare e valorizzare i suoi prodotti

Così cresce e si rafforza l’identità culturale e produttiva di un territorio.
“Difendere e valorizzare i prodotti locali attraverso un ‘marchio’. È questa la decisione illustrata
oggi a Pragelato in una pubblica iniziativa che ha visto la presenza di molti produttori locali e di
tanti turisti accorsi. La scelta è finalizzata a salvaguardare e rilanciare le produzioni locali – dalle
patate alle fragole, dai formaggi al miele, dalle erbe romantiche alle verdure, dalla trasformazione
dei vari prodotti ai piatti tipici del territorio ai gofri – attraverso un ‘marchio’. Prodotti che sono il
frutto del lavoro nelle varie borgate pragelatesi e che rappresentano una specificità unica di questi
territori.
In sintesi, si tratta di un marchio De.C.O., finalizzato, appunto, al recupero della tradizione e della
stessa identità pragelatese attraverso il riconoscimento dei suoi prodotti e dei suoi piatti tipici.
Del resto, è ormai abbastanza evidente che l’identità di un territorio e di un comparto montano si
basano su alcuni caposaldi di fondo. E, per quanto riguarda Pragelato e i suoi dintorni, accanto
ad uno spiccato turismo estivo e invernale, alla storica vocazione sportiva legata allo sci di fondo
e alla antica tradizione paesaggistica e naturalistica, c’è indubbiamente la sua specificità eno
gastronomica. Un settore che però, d’ora in poi, sarà molto più sensibile alla difesa, alla
valorizzazione e al rilancio delle sue produzioni locali. Perchè solo attraverso questo metodo sarà
possibile legare l’identità di una comunità, la ricchezza del suo territorio e la commercializzazione
dei suoi prodotti nello stesso progetto. Un ‘marchio’, questo, che rappresenta un ulteriore tassello
dell’identità storica e culturale di Pragelato e del suo territorio”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato Consigliere Nazionale Anci
Paola Borra, Assessore Turismo Pragelato