Dall Italia e dal Mondo- Pagina 8

Lettera aperta di Quaglieni a Mauro Laus

Caro Senatore, questa mattina ho vinto la pigrizia domenicale ereditata dalla pandemia di leggere a letto i giornali e sono stato al teatro Alfieri ad ascoltarla

Ero curioso anche perché un comizio alle 9,30 del mattino oggi è cosa ardua.Nessuno finora si è azzardato a confrontarsi con l’Alfieri, luogo deputato nel passato remoto solo per grandi leader nazionali. Lei è riuscito a riempire il teatro, un fatto unico, credo negli ultimi dieci anni, per qualsiasi partito ed ha raggiunto anche altre  molte migliaia di ascoltatori via internet.
La conduttrice dell’intervista che ha reso agile con misura sapiente   il comizio che oggi appare  di per se ‘ improponibile, è stata una coprotagonista discreta  d’eccezione perché Laura Pompeo, donna di cultura e politica di razza, ha dimostrato cosa significhi parteggiare, ma anche stare al disopra con equilibrio, toccando tutti i temi senza censure.
Laura Pompeo ha alle sue spalle e davanti a sé il ruolo dei colloqui intervista da casa tramite internet che ci hanno salvato  dall’isolamento della pandemia attraverso una trasmissione su Fb di grande successo da cui è nato anche un libro che sta riscuotendo vasto interesse.
Io l’ho ascoltata con piacere e quasi mai ho dissentito da lei perché lei si è rivelato un politico che non parla il politichese, è appassionato delle sue idee e delle sue origini di cui è  anzi giustamente orgoglioso ,ma non è mai fazioso.
Quanta differenza con altri suoi colleghi! Ha anche dimostrato cosa ha fatto in Parlamento nei suoi cinque anni al Senato con una sorta di rendicontazione ai suoi elettori che molti paracadutati o non si scordano di fare.
Quando ha parlato di diritti non si è rivelato giacobino come altri suoi colleghi, anche se ha tralasciato di pronunciare la parola dovere. Sarà che ,occupandomi  quest’anno di Mazzini , io la parola doveri la dico spesso,ma credo che il senso di tutto il suo discorso-intervista sia stato all’insegna del dovere civile.
Oggi troppo spesso si rivendicano i diritti, ma  anche i doveri a me paiono  importanti perché senza doveri, come insegnava Mazzini, i diritti si vanificano.
Molte cordialità.
Pier Franco Quaglieni

Onoranze Funebri a Torino, Giubileo: “Un grande evento privato per ricordare le nostre radici”

Informazione promozionale 

La Presidente Serena Scarafia: “Eccellenza e avanguardia al servizio dell’ultimo saluto”.

Giubileo, dal 1998, fa rima con onestà e trasparenza,tradizione, classe ed eleganza nell’arte dell’ultimo saluto. Un’azienda prestigiosa che, in vista dei primi 25 anni che compirà nel 2023, si appresta a rendere omaggio alle proprie radici.

Alla storia di una vita, come recita uno fra i tantissimi slogans promozionali di maggior successo con cui, per prima in Italia, la stimata impresa familiare fondata dalla coppia di coniugi Luciano e Piera Scarafia, ha debuttato nel campo della pubblicità massiva, rivoluzionando dal profondo e anche da vicino la comunicazione del delicato e complesso settore delle onoranze funebri.

Ed ecco che, per celebrare degnamente le proprie radici, “Giubileo ha scelto di ricordare le proprie radici con un grande evento privato riservato a un pubblico selezionato in quel di Lombriasco, nell’hinterland torinese, il ridente Comune tutt’ora scenario di una felice storia familiare e imprenditoriale che prosegue in crescendo dal Dopoguerra ai giorni nostri”, esordisce Serena Scarafia, Presidente del Cda del noto marchio torinese.

Con l’obiettivo di guardare avanti facendo tesoro del passato. Rispettando le tradizioni in un mondo che cambia. Nell’intento condiviso di fare del commiato un momento ancora più prezioso e degno di nota con tutta la qualità, il pionierismo e l’avanguardia che fanno in ogni occasione della nostra filiera di servizi una vasta gamma a disposizione della cerimonia e del rito funebre”, conclude Serena Scarafia.

Oggi, ‘Giubileo’, continua a distinguersi nella conquista di nuove e sempre più ampie porzioni di eccellenza. E’ infatti la sola casa funeraria torinese dotata di Certificazione Europea ISO 15017, e altresì l’unica a disporre di una modernissima e spettacolare ‘Sala del Commiato’ ad alto contenuto e potenziale tecnologico in cui celebrare qualsivoglia tipo di rito dell’addio, consentendone la fruizione e la partecipazione a distanza anche a chi fosse impossibilitato a trovarvisi in presenza.

Un segnale preciso che testimonia il percorso di ricerca e studi sin qui compiuto dal brand torinese ormai diventato sinonimo di funerale di livello in città. Come testimonia anche la nuova campagna che ornerà con la consueta genialità anche i posters stradali delle principali arterie viarie del capoluogo piemontese per promuovere l’utilissimo servizio di Camere Ardenti Private, luogo di pregio, comfort e privacy in cui vegliare il proprio caro prima delle esequie senza limiti di giorni e orari, 7 giorni su 7 dalle 9 alle 18.00 con adiacente e ampio parcheggio privato custodito.

Tutte le informazioni su www.giubileo.com.

Uomini e aziende: Borello Supermercati rafforza la presenza

ECONOMIA E TERRITORIO

Dopo la caduta del Governo Draghi e con la perdurante guerra in Ucraina le preoccupazioni per l’economia crescono anche in Piemonte e nel Nord Italia. Ma ci sono imprese che si sviluppano e fanno ben sperare per il futuro. E’ il caso di Borello Supermercati, una tradizione imprenditoriale consolidata nel torinese. 

Ne avevamo già parlato in un precedente articolo: sono stati aperti di recente  due nuovi punti vendita in franchising ad insegna Pam local a Milano in via Festa del Perdono, 10 e ad insegna Borello a Torino in via Sant’Ottavio presso il Centro Aldo Moro  


 Pam Panorama continua lo sviluppo su tutto il territorio nazionale con l’apertura di due nuovi punti vendita in franchising nelle città di Milano e Torino. Una doppietta importante che conferma la fiducia dei partner nei confronti della storica insegna italiana della grande distribuzione.

Il punto vendita Pam local in franchising di Milano si trova in Via Festa del Perdono, 10 ed è realizzato in collaborazione con Gianluca Sansone e Ramona Marinello, due imprenditori che affidano la loro prima esperienza nel retail alimentare a Pam Panorama. Il nuovo punto vendita milanese è ubicato in uno dei quartieri storici della città, di fronte all’Università degli Studi di Milano. Il negozio, che si sviluppa su una superficie di vendita di circa 150mq. Ma puntiamo l’attenzione su Torino, dove l’imprenditore Fiorenzo Borello sta ampliando la propria rete di supermercati, uno storico punto di riferimento nella città della Mole e nei comuni circostanti. È proprio di queste smettila notizia di nuove aperture.

Fiorenzo Borello

Tornando alla partnership con Pam Panorama, il secondo nuovo punto vendita in franchising è appunto quello di Borello e si trova in via Sant’Ottavio, presso il Centro Aldo Moro, a Torino ed è realizzato con il partner torinese, una realtà di grande rilevanza nel settore del Retail in Piemonte che vanta oggi 45 supermercati. Ubicato nel cuore della città, il nuovo punto vendita è situato a pochi passi dalla Mole Antonelliana e all’interno del complesso Universitario di Torino e si sviluppa su di una superficie di vendita di circa 860 mq, vede impiegati 25 nuovi addetti e sarà aperto 7 giorni su 7 con orario continuato dal lunedì al sabatodalle 8.00 alle 20.30 e la domenica dalle 9.00 alle 19.30.

Sono a disposizione dei clienti il servizio di Macelleria, Pescheria, Gastronomia con Rosticceria, Ortofrutta e Panetteria. Presente anche un’ampia selezione di piatti pronti, sfiziosi e convenienti,per pasti veloci ma gustosi. Molteplici i benefici per il consumatore che potrà risparmiare tempo in cassa grazie a 4 casse tradizionali e 4 veloci con pagamento con carta di credito o bancomat. Sono attivi nel punto vendita ad insegna Borello di Torino, i servizi di Amazon Locher, oltre al moderno sistema di pagamento elettronico Satispay. All’interno del nuovo punto vendita sarà inoltre possibile utilizzare le principali tipologie di buoni pasto oltre alla Scolè Card con sconti riservati agli studenti universitari e uno Sconto Over 65 tutti i giorni. I clienti potrannoinoltre usufruire di un’ampia zona ristoro all’interno del punto vendita e di un parcheggio coperto gratuito dotato di circa 80 posti auto.

9 giugno 1928: Primo trofeo Internazionale per l’Italia!

/

L’italia vince la medaglia di bronzo Olimpica

Italia-Egitto 11-3

Siamo negli anni ’20,esattamente il 9 giugno del 1928,il calcio pionieristico e romantico di quei tempi.La Nazionale Italiana di calcio è nata da poco,il campionato italiano di calcio a girone unico vedrà la luce 2 anni dopo come la Coppa Rimet antesignana della Coppa del Mondo,per nazionali di calcio.Non esistevano le coppe internazionali ma le Olimpiadi si,dagli inizi del ‘900.
Siamo in Olanda ad Amsterdam e l’Italia conquista il suo primo trofeo Internazionale:la medaglia di bronzo grazie al terzo posto ottenuto nel torneo di calcio.Con questa medaglia di bronzo gli azzurri colsero il primo trofeo della loro lunga e vincente storia.
L’Italia sconfisse Francia (4-3) e Spagna (addirittura 7-1 nella ripetizione, dopo l’1-1 del primo match), prima di vedersi fermata in semifinale proprio dall’Uruguay (3-2)che vinse la medaglia d’oro.Doveva giocarsi la medaglia di bronzo, e ad attenderla, il 9 giugno, trovò il sorprendente Egitto. La partita fu molto spettacolare e ricca di reti, in equilibrio nel primo quarto d’ora, quando gli egiziani pareggiarono due volte il vantaggio italiano, prima che gli azzurri dilagassero.
Punteggio finale
Italia-Egitto 11-3
La formazione degli Azzurri
Italia: Combi, Bellini, Caligaris, Genovesi, Bernardini, Pitto, Baloncieri, Banchero, Schiavio, Magnozzi, Levratto. CT: Augusto Rangone

Marcatori
: 6’ Schiavio (Ita), 12’ Riad (Egi), 14’ Baloncieri (Ita), 16’ Riad (Egi), 19’/39’ Banchero (Ita), 42’ Schiavio (Ita), 44’ Banchero (Ita), 52’ Baloncieri (Ita), 58’ Schiavio (Ita), 60’ El Ezam (Egi), 72’/80’/82’ Magnozzi (Ita)

Enzo Grassano

Un festival europeo dedicato alla creatività digitale

Anche per i più curiosi e incalliti frequentatori di concerti alternativi e un po’ di nicchia, non é facile poter ascoltare della musica elettronica nella sua veste più colta e ricercata, varia e orientata verso ogni forma possibile di espressione e commistione: essa, infatti, é collocata in genere tra l’improvvisazione informale e le sue più o meno sofisticate declinazioni ritmiche e commerciali. Ebbene, a Cuneo, dall’ 8 al 13 aprile si é svolto un festival europeo dedicato alla creatività digitale, promosso dalla iniziativa EASTN-DC (European Art-Science-Technology Network for Digital Creativity) e organizzata dal Conservatorio Giorgio Federico Ghedini e, più specificamente, dal dipartimento METS (Musica Elettronica e Tecnica del Suono), coordinato da Gianluca Verlingieri. Il Conservatorio Ghedini, nel 2016, é stato infatti selezionato come unico ente italiano a poter collaborare al progetto, che vede interagire ben 17 enti di produzione artistica e ricerca internazionali: 14 europei e tre americani. Responsabile del progetto per l’Italia é Giuseppe Gavazza. Il METS FEST 2022, Festival Europeo di Creatività Digitale, Music on the (w)edge (giocando significativamente tra “cuneo” e “bordo”, inteso come confine), é stato incentrato sui rapporti tra arte, scienza e tecnologia nell’ambito della creatività digitale a più livelli: l’intelligenza artificiale, i rapporti tra musica elettronica e arti plastiche, le nuove tecniche esecutive degli strumenti musicali, la liuteria virtuale e gli strumenti “aumentati”, distribuendo gli eventi tra le due sedi del Conservatorio e gli spazi della VARCO (Visual Audio Recording Community). Come hanno sottolineato il Presidente Mattia Sismonda e il Direttore Alberto Borello “Si può dire, a buon diritto, che nella settimana del festival Cuneo é stata la “Capitale europea” della creatività artistica e digitale e ha dato voce, con questo importantissimo evento, a tutto il desiderio di riprogrammare cultura dopo la stagnazione portata dall’emergenza sanitaria».
Ricchissimo il programma, di cui segnaliamo l’ installazione della Totem Orchestral di Alessandro Sciaraffa, in collaborazione con la GAM di Torino, il gruppo d’improvvisazione jazz-elettronica ZUMTRIO, da Tempo Reale di Firenze (fondato da Luciano Berio) e il pluripremiato compositore canadese David Berezan, specialista della musica acusmatica (per soli altoparlanti), allievo di Jonty Harrison. installazioni e workshop sono stati incentrati su varie tematiche: dalla spazializzazione del suono su impianti multicanale, che permettono al pubblico di essere immerso in un ambiente completamente tridimensionale, alla elaborazione del suono del flauto contrabbasso, strumento rarissimo; dalla sintesi per modelli fisici da ICA-Acroe di Grenoble al locative audio di Ignacio Pecino di Manchester, utilizzando la geolocalizzazione degli smartphone per arricchire con contenuti multimediali interattivi un itinerario (Sonic Maps Locative Audio). Segnaliamo anche la slovena “The Game” (un tavolo per il gioco delle carte che risponde interattivamente con reazioni sonore di una tavola armonica di pianoforte) e le sculture sonore interattive dell’italiana “Giga-Bites”,  in co-produzione col festival Back to Bach di Torino.
Il festival ha messo in evidenza anche le importanti relazioni del digitale con l’arte plastica contemporanea, settore a cui il METS é intervenuto già in passato su opere di artisti quali Burri, Fontana, Penone e Eliasson, presentando lavori di elettronica realizzati su opere di Pier Giuseppe Imberti e della torinese Alma Zoppegni, alla quale é stata dedicata una performance-concerto intera. Infine, é stato presentato per la prima volta in Italia il doppio CD+DVD Asymmetric Thought, dedicato a 18 autori viventi italiani per chitarra ed elettronica, registrato presso il METS da chi vi scrive, finanziato da EASTN-DC e pubblicato dall’etichetta giapponese DaVinciClassics.
Una occasione importante, questo inatteso Festival a Cuneo, per integrare o inraprendere in modo approfondito e vario la propria conoscenza della musica elettronica.

Meloni, trasformismo e Senato della Repubblica

IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni

I grandi presidenti del Senato, seconda carica dello Stato,ebbero sempre una posizione super partes da Cesare Merzagora a Giovanni Spadolini. Solo gli Scognamiglio di turno che riscoprirono nel 1994 il treno presidenziale per andare in vacanza, si rivelarono in itinere dei voltagabbana

C’è stato un tempo in cui Elisabetta Alberti Casellati si è rivelata super partes e l’averla conosciuta di persona è stato per me un onore e un piacere. Donna intelligente, colta e libera, faceva discorsi di alto livello, come vidi quando la invitai e la presentai insieme al Rettore Geuna nell’Aula Magna della mia Università a parlare di donne e politica. Credo che abbia sbagliato in modo clamoroso ad usare l’aereo di Stato che pure era a sua disposizione,per voli non istituzionali. Questi fatti macchiano in maniera indelebile l’immagine presso l’opinione pubblica, al di là delle demonizzazioni di Travaglio. Io ho scritto in sua difesa in varie occasioni, ma, quando leggo che sarebbe in procinto di lasciare il suo partito per andare alla corte della Meloni, resto interdetto e mi auguro che la Casellati sia stata fatta oggetto dei soliti, vili attacchi del “Fatto”, il killer per antonomasia. Con Casellati siamo coetanei e credo di poterla invitare, con la dovuta deferenza dovuta ad una signora e al presidente del Senato,a mantenere quel rispetto per le istituzioni che aveva dimostrato di possedere.
Non la vedevo bene alla corte di Berlusconi, l’ho vista male coma candidata battuta dai franchi tiratori alla presidenza della Repubblica, ma la vedrei malissimo alla corte di una ex – borgatara della Garbatella (dove venne ritrovato nel 1924 il cadavere di Matteotti)  assolutamente enza stile e senza un minimo di cultura politica. Noi apparteniamo ad altre scuole e non possiamo confonderci con gli eredi del neo-fascismo ribattezzato stranamente conservatore. Dove va Crosetto, in piemontese Croset,  noi non possiamo andare, non foss’altro, perché noi, avvocato Casellati, siamo laureati e non possiamo confonderci con chi ha frequentato senza risultati una università o addirittura non si è mai neppure iscritto come la Meloni.

Al Museo Accorsi Ometto le luci e i colori dei costumi teatrali di Caramba

In scena in una mostra di grande fascino

Il mese di aprile si apre al Museo di Arti Decorative Accorsi-Ometto con una mostra di eccellenza, dal titolo “In scena! Luci e colori nei costumi di Caramba”. Si tratta di un omaggio alla bellezza intesa non soltanto come eleganza delle forme, ma anche preziosità dei tessuti e cura dei particolari, attraverso un’esposizione dedicata al maestro dei costumi teatrali Luigi Sapelli, in arte Caramba.

La mostra mette in risalto l’elevato livello della produzione del costumista piemontese, attraverso una quarantina di suoi costumi, scelti tra gli oltre tremila appartenenti alla collezione Devalle di Torino. La Casa d’Arte Caramba fu fondata a Milano nel 1909. Tra i pezzi più iconici da lei realizzati figurano preziosi esemplari per il dramma dannunziano “Parisina” e per la prima rappresentazione della Turandot di Puccini, avvenuta nel 1926, con la direzione del maestro Arturo Toscanini al teatro alla Scala di Milano. Figurano anche i costumi rinascimentali realizzati con i preziosi velluti di Mariano Fortuny e i costumi per Elisa Cegani e Luisa Ferida, firmati da Gino Carlo Sensani nel film intitolato “La corona di ferro”, realizzato dal regista Alessandro Blasetti nel 1941.
Sono presenti in mostra anche diversi tessuti della manifattura Mariano Fortuny, a sottolineare la collaborazione tra i due artisti, che prese avvio all’indomani della creazione della Casa d’Arte Caramba, in cui si riunivano molteplici professionalità, dalle ricamatrici ai sarti, dai calzolai ai fabbri, in grado di dar vita a costumi di grande valore artistico.
Sono anche presenti i bozzetti della collezione della Sartoria teatrale Pipi di Palermo, che mostrano raffinati dettagli dal punto di vista pittorico rispetto alla consueta produzione di Caramba.
Ricerche e studi intrapresi per la realizzazione dell’esposizione hanno permesso di compiere entusiasmanti scoperte, tra cui quella dello splendido manto piumato esposto in mostra che, fino a oggi, non si sapeva per quale opera fosse stato realizzato. Finalmente è stato assegnato alla “Parisina” di Pietro Mascagni su libretto di Gabriele d’Annunzio. E stesso destino è capitato al manto usato da Elisa Cegani nel film “La corona di ferro”, che ha ricevuto una corretta attribuzione. È stato indossato dalla celebre soprano Maria Callas per il Nabucco, andato in scena al teatro San Carlo di Napoli, il 20 dicembre 1949.
Caramba fu un vero e proprio “Mago del costume”, artista e imprenditore, capace di rivoluzionare il campo dei costumi teatrali. Aboli’ la tradizione del “trovarobato”, figura cui era affidata la scelta de costume di scena, fondando la propria Casa d’Arte omonima e imponendo la sartoria teatrale come un autonomo atelier e vestendo con abiti nuovi dai protagonisti fino all’ultima comparsa.
Caramba, nome d’arte di Luigi Sapelli, nacque a Pinerolo nel 1865 e morì a Milano nel 1936. Costumista e scenografo, iniziò la sua carriera da autodidatta come caricaturista a Torino, disegnando poi gli allestimenti per le compagnie d’opera Dalla Guardia, Vitale, Marchetti. Quando fondò la Casa d’Arte Caramba, iniziò a fornire abiti di scena ai maggiori teatri, La Scala, la Fenice di Venezia, il Regio di Torino, l’Opera di Roma, il Metropolitan di New York, realizzando costumi storici e contemporanei e collaborando anche con il Vate. Fu il vero interprete del costume di scena in chiave moderna e innovativa, rivoluzionandone la concezione. Direttore dell’allestimento scenico alla Scala dal 1923 fino alla morte, realizzò anche costumi di fantasia liberamente ispirati alla storia, curati nei particolari, nella scelta dei colori, nei disegni e nel taglio. Oggi sono conservati nei depositi del Teatro alla Scala o al teatro dell’Opera di Roma. Ispirati alcuni all’antico Egitto, altri al costume esotico, al Settecento e Ottocento, i suoi abiti di scena, pur ricalcando un’epoca, la interpretano in maniera assolutamente innovativa. Fu amico dell’artista e scenografo catalano Mariano Fortuny e fu capace di usare formule nuove per i tessuti e creare effetti di luce per valorizzare la scena. La sua bravura consisteva nella capacità di curare i particolari, da un bottone a un’asola.
La sua vita fu anche ricca di rapporti con importanti personalità del mondo artistico e musicale dell’epoca, quali Toscanini, Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Eleonora Duse, Emma Gramatica, Guido Marchetti, Ruggero Ruggeri, il coreografo Massine, Marco Praga, Sem Benelli e gli artisti Wildt e Bistolfi.

Mara Martellotta

La mostra sarà aperta dal 7 aprile al 4 settembre 2022 presso il Museo Accorsi Ometto in via Po 55.
Orari: martedì, mercoledì, venerdì dalle 10 alle 18
Giovedì dalle 10 alle 21
Sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 19.
Chiusura il lunedì.
Tel 011837688

Chagall ed il suo retroterra culturale ebraico. In mostra al Mudec di Milano

La vita inquieta e tormentata di Marc Chagall viene ripercorsa nella mostra dal titolo “Chagall.

Una storia di due mondi”, ospitata fino al 31 luglio prossimo al Mudec di Milano, attraverso alcune delle sue opere più significative, caratterizzate da una espressività delicata, ma al contempo forte, dal punto di vista cromatico.

Continua a leggere:

Chagall ed il suo retroterra culturale ebraico. In mostra al Mudec di Milano

Libri: a tu per tu con Alessandra Prosperi

Abbiamo intervistato l’autrice del racconto “Inevitabilmente” pubblicato da Booksprint

– Le sue esperienze personali hanno influito sulla decisione di dedicarsi alla scrittura?
Le mie esperienze personali influiscono sempre sulla mia vita,sono una persona molto istintiva e a seconda di quello che la vita mi pone davanti affronto tutto con coraggio e determinazione,certo ho anche momenti di sconforto, ma da questo traggo la forza per andare avanti. Non a caso nella prefazione del mio primo libro ho detto che sono come una fenice….il mio libro non è autobiografico, ma c’è molto di mio, infatti come Alessia ho dovuto lottare per il lavoro, la fabbrica dove lavoravo io ha chiuso x dislocamento ma io e altri colleghi ai tempi facemmo una lotta dura creando un presidio davanti alla fabbrica per non far andare via i macchinari. Cichiamavano gli” irriducibili dell’haemonetics”,ma questa è un’altra storia… cmq in conclusione le mie esperienze di vita mi hanno reso la persona che sono oggi e in questo libro c’è tanto di mio, dall’amore per la mia stupenda città Ascoli Piceno, all’amore per il calcio tra cui l’Ascoli calcio… all’amore in generale che aiuta ad andare avanti anche nei momenti più bui…

– Ha in programma di scrivere nuovi libri in futuro?
Sono già all’opera con altri 2 libri, uno è quasi in conclusione un altro è agli inizi, non è facile trovare il tempo per scrivere, ho comunque una famiglia, una casa, il mio lavoro di network marketing…ma la passione per  il mondo dei libri, mi nasce da dentro da quando ero piccola, considerando che a 6 anni ho letto grazie a mia madre Piccole donne, ho questo ricordo in cui lei mi porta per la prima volta in libreria, rimasi affascinata da questo posto pieno di libri e da allora ho sempre letto. Da qui ho provato a scrivere e pare che il risultato sia piaciuto a tante persone, quando ho capito che il libro era pubblicabile, quando la Booksprint mi ha detto che era un ottimo libro sono rimasta stupita, ma la cosa migliore è ricevere recensione da chi non conosci e sentirsi dire che il libro è stupendo perchè è pieno di messaggi positivi. Ho ricevuto tante dimostrazioni di stima che non credevo, certo ci sono state anche “critiche” ma quelle sono costruttive e le sto usando per questi libri che sto scrivendo.

– Oltre a scrivere le piace leggere? Che libri legge?
Amo i libri, il cartaceo ,sentire tra le dita la consistenza dei libri, il loro profumo. Holetto tutti i generi possibili…anche autori stranieri tea cui Tolstoj etc…da Danielle steel, Stephen King. A 11 anni lessi Dracula di Bram Stoker, senza libri nn riuscirei a vivere sinceramente mi piace perdermi in quel mondo spegnere il cervello, le preoccupazioni e sognare e immaginare le storie che leggo,f orse x questo mi piace anche scrivere, inventarmi storie, personaggi, parlare della mia città. E’stupendo poter scrivere i miei pensieri e le mie idee: il mondo dei libri ti lascia spazio per poterti esprimere come si vuole, è un mondo fantastico dal quale è difficile” uscire”.

Leggi anche:

“Inevitabilmente”: un racconto di Alessandra Prosperi