E’ probabilmente scivolato l’ uomo di 89 anni che è morto annegato dopo essere caduto in un canale a Ora, in Alto Adige. Sarebbe caduto mentre passeggiava, finendo nell’acqua gelida. Sul posto sono giunti i soccorritori della Croce bianca e i carabinieri, ma hanno solo potuto constatare il decesso.
Lo smartphone del futuro prossimo non solo avrà dispositivi pieghevoli, ma telefoni con una scocca senza soluzione di continuità, senza connettori, pulsanti e fori degli altoparlanti. L’azienda cinese Vivo ha illustrato un concept phone innovativo presto disponibile in Europa: Apex 2019 presenta un corpo in vetro “super unibody”, senza cornici e senza foro per la fotocamera frontale, integrata sotto lo schermo come pure il lettore di impronte digitali, che consente lo sblocco toccando qualsiasi punto. Non sono presenti tasti fisici, sostituiti dalla tecnologia “Touch Sense” con sensori di pressione. Niente presa Usb: la ricarica e il trasferimento dei file avvengono grazie alla la “MagPort”, ovvero un connettore magnetico. Non esistono neppure i degli speaker, rimpiazzati da un display – altoparlante con vibrazione dello schermo.
FOCUS INTERNAZIONALE di Filippo Re
Bombe jihadiste contro i cristiani, contro il dialogo, gli accordi di pace e le riforme. Dall’Egitto dei copti alle cattoliche Filippine non c’è pace per i cristiani uccisi e terrorizzati dagli estremisti islamici da un continente all’altro. Ancora sangue che scorre dentro e fuori le cattedrali. Il bersaglio è ancora una volta la comunità cristiana con le sue chiese. Nelle lontane Filippine, uno dei pochissimi Stati asiatici a maggioranza cristiana, i jihadisti hanno voluto colpire gli accordi di pace firmati tra il governo e i separatisti musulmani dopo decenni di guerriglia e ancora una volta, per dimostrare il loro disprezzo contro le fede cristiana, si sono scagliati contro le chiese, bersagli facili da attaccare perchè poco protetti e affollati di fedeli.
L’obiettivo dichiarato dei terroristi è di creare uno Stato islamico nel Mindanao occidentale e fondare in seguito un Sultanato panislamico in tutto il sud est asiatico governato dalla sharia e in stretto contatto con i gruppi jihadisti mediorientali. Bombe e kamikaze hanno dilaniato una ventina di fedeli dentro la cattedrale di Nostra Signora del Monte Carmelo, sull’isola di Jolo, nella provincia di Sulu, nelle Filippine meridionali, che in passato aveva già subito due attacchi, e un altro ordigno è esploso nel parcheggio vicino causando una nuova strage. Complessivamente una ventina di morti e quasi 100 feriti. Jolo City è stata per anni presa di mira dai terroristi che hanno attaccato villaggi e città, prendendo in ostaggio i civili per poi decapitarli. Diversi gruppi islamisti operano da tempo sull’isola diventata la roccaforte di Abu Sayyaf, l’ex gruppo qaedista che conta migliaia di combattenti jihadisti.
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L’attentato contro la chiesa di Jolo è solo l’ultimo di una lunga scia di sangue che ha colpito le Filippine con decine di migliaia di vittime. Abu Sayaff è il movimento più spietato tra le varie milizie islamiste del sud con decine di rapimenti sia di filippini che di stranieri, tra cui sacerdoti e operai. Alcuni anni fa le sirene del califfo iracheno hanno raggiunto l’estremo oriente contagiando anche Abu Sayaff che si è trasformato nel braccio armato dell’Isis nell’arcipelago. I sospetti sull’attentato si sono concentrati inizialmente su un lungo elenco di sigle e di formazioni islamiste in grado di lanciare assalti che, oltre ad Abu Sayyaf, comprendono il gruppo Maute, Ansar Kalifah, separatisti e ribelli. L’attacco è avvenuto a poche ore dal referendum sulla regione autonoma, a maggioranza musulmana, di Bangsamoro (la Nazione dei Moro), nell’isola di Mindanao, in cui hanno prevalso i “sì” all’autonomia negoziata con il governo centrale. In sostanza, nascerà la regione autonoma di Bangsamoro nel Mindanao musulmano al posto della vecchia regione autonoma considerata troppo dipendente dal governo e accusata di corruzione. Un esito positivo che fa ben sperare per il futuro e che dovrebbe porre fine a 50 anni di scontri armati e guerriglia tra l’esercito di Manila e i gruppi islamici separatisti. Una guerra civile che ha causato oltre 150.000 vittime mettendo in ginocchio il sud delle Filippine. Putroppo però il risultato della consultazione è stato bocciato proprio nella provincia di Sulu, nel Mindanao musulmano, dove si trova Jolo. Qui le tensioni restano perchè ha vinto il “no” alla nuova Regione sostenuto fortemente da Abu Sayyaf e da altri movimenti ribelli in lotta contro il Fronte islamico Moro che ha invece firmato l’accordo sull’autonomia con il governo e dovrà gestire la politica della nuova Regione che si occuperà di questioni fiscali e amministative lasciando al governo la sicurezza nazionale e la politica estera. La nuova entità politica ha però suscitato il malumore delle altre etnie musulmane, favorevoli piuttosto a una soluzione federale, mentre la comunità cattolica di Mindanao ha espresso sostegno al progetto autonomista definendolo “un’occasione concreta per raggiungere una pace durevole a Mindanao”.
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L’isola di Mindanao è un bastione del gruppo islamista Abu Sayyaf che fa parte della lista nera degli Stati Uniti come organizzazione terrorista accusata di gravi e sanguinosi attentati tra cui l’assalto a un traghetto nel porto di Manila che nel 2004 provocò 116 vittime. Sulla matrice anti-cristiana dell’attentato non sembrano esserci dubbi. Le vittime sono state uccise per la loro religione. Ormai da parecchi anni nella regione musulmana di Mindanao i cristiani subiscono terribili attacchi da parte degli estremisti islamici di Abu Sayyaf affiliati all’Isis. Oltre l’80% della popolazione delle Filippine è di fede cattolica e solo il 5% è di religione islamica, concentrata soprattutto nel sud delle Filippine. Dura condanna della violenza e vicinanza alla popolazione del sud è stata espressa dai vescovi cattolici delle Filippine che hanno definito il grave fatto di sangue un vero atto di terrorismo. La maggior parte delle vittime è composta da persone che ogni domenica si recavano alla messa delle otto di mattina e sul fatto che si tratti di un attentato anticristiano non ci sono dubbi. Nei suoi rapporti sulla libertà religiosa nel mondo l’associazione “Aiuto alla Chiesa che Soffre” ha più volte denunciato che nella regione a maggioranza islamica di Mindanao i cristiani subiscono da anni sanguinosi attacchi da parte degli estremisti islamici di Abu Sayaf affiliati ad Isis. “Siamo però sicuri, scrive l’Acs, che nessun attacco. né violenza anticristiana potrà mai sradicare la fede dal cuore dei cattolici”.
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Dal settimanale “La Voce e il Tempo”
WopArt – work on paper fair, la fiera che ogni settembre si svolge a Lugano (Svizzera), dedicata esclusivamente alle opere d’arte su carta, è lieta di annunciare l’avvio di una collaborazione con BolognaFiere
Nata nel 2016 con 37 gallerie, WopArt è cresciuta esponenzialmente, raccogliendo nel 2017 oltre 70 adesioni e nella terza edizione del 2018 94 gallerie provenienti da 14 Paesi del mondo. Oggi WopArt Fair è di fatto la prima fiera internazionale al mondo, per rilevanza e numero di operatori presenti, tra quelle dedicate esclusivamente ai Work on Paper.
L’edizione di WopArt Lugano 2019 – in programma dal 19 al 22 settembre – si avvarrà di una collaborazione con il gruppo BolognaFiere Spa.
BolognaFiere è tra i principali organizzatori fieristici internazionali (il primo in Italia per fatturato realizzato all’estero) con oltre 80 manifestazioni in Italia e nel mondo. La società ha sviluppato, accanto all’attività in Italia, il business internazionale sui mercati esteri più dinamici con propri eventi leader come COSMOPROF, che ha dato vita a un network espositivo presente oggi a Bologna, Las Vegas, Hong Kong e Mumbai, e la FIERA DEL LIBRO PER RAGAZZI, presente ora anche a New York (New York Right Fair) e a Shanghai con la China Shanghai International Children’s Book Fair (CCBF).
Gruppo BolognaFiere è attivo con numerose Società che realizzano una vasta offerta espositiva e che forniscono servizi specialistici e di promozione, indispensabili alle aziende per affrontare con successo ogni manifestazione fieristica.
“L’attenzione di BolognaFiere verso WopArt – dice Antonio Bruzzone, Direttore Generale di BolognaFiere – rientra nell’impegno che il nostro gruppo riserva da molto tempo all’arte e alla sua diffusione, anche commerciale. Siamo specialisti nell’internazionalizzazione delle nostre fiere e vorremmo dare un contributo all’espansione di questa manifestazione dedicata alle opere d’arte su carta. Nell’edizione del 2019 attiveremo il nostro know-how tecnico-organizzativo per rendere WopArt adeguata a nuove sfide ma non solo: metteremo a disposizione di WopArt il network di relazioni internazionali che abbiamo costruito negli anni, per farne presto un format da esportare in molti altri Paesi”.
Il prof. Paolo Manazza, pittore italiano, esperto d’arte e ideatore del format WopArt, sottolinea “l’importanza di questa collaborazione con il Gruppo BolognaFiere nel segno di una crescita e di un rafforzamento di carattere industriale del progetto fieristico di WopArt nato solo tre anni fa a Lugano”.
“Complessivamente – dichiara Manazza – stiamo rinforzando sul piano industriale, finanziario e culturale un format fieristico sull’arte che ha dimostrato nei primi anni di vita una decisa propensione a crescere e diffondersi, in futuro, da Lugano verso altre città del mondo”.
DALLA TOSCANA
La procura di Firenze ha aperto una indagine sulla morte di una 54enne, deceduta il 22 gennaio in una casa di cura di Firenze, dove si trovava per un periodo di degenza post operatoria dopo un intervento chirurgico all’intestino, effettuato all’ospedale di Careggi. I primi accertamenti dell’autopsia non escluderebbero responsabilità da parte del personale medico sanitario che ha seguito la donna nel corso dell’operazione chirurgica e di quello che l’ha curata successivamente. Il fascicolo della procura sarebbe ancora a carico di ignoti.
La procura di Firenze ha aperto una indagine sulla morte di una 54enne, deceduta il 22 gennaio in una casa di cura di Firenze, dove si trovava per un periodo di degenza post operatoria dopo un intervento chirurgico all’intestino, effettuato all’ospedale di Careggi. I primi accertamenti dell’autopsia non escluderebbero responsabilità da parte del personale medico sanitario che ha seguito la donna nel corso dell’operazione chirurgica e di quello che l’ha curata successivamente. Il fascicolo della procura sarebbe ancora a carico di ignoti.
Appello mondiale per il Venezuela
Libertà, Riconoscimento internazionale del Presidente ad Interim Juan Guaidò, Rispetto dei Diritti Umani e Aiuto Umanitario
Torino – Si terrà sabato 2 febbraio alle ore 16 in Piazza Castello, una manifestazione in favore del popolo venezuelano. In questi giorni il Venezuela vive momenti drammatici. Per questo motivo i venezuelani, dentro e fuori il loro paese, scelgono di manifestare pacificamente nelle piazze d’Italia. Scenderemo in piazza continuando a lottare per quei valori spesso dati per scontati e che, ormai da troppo tempo, sono assenti in Venezuela: libertà, democrazia, rispetto dei diritti umani, riconciliazione nazionale, fine delle violenze e aiuto umanitario. In un contesto ostile e difficile, Juan Guaidò, ha preso in mano la situazione, assumendo l’incarico di Presidente ad interim sulla base di due fatti: in primo luogo perché è stato eletto Presidente del Parlamento Venezuelano, unico potere autonomo direttamente scelto dai cittadini nel 2015; in secondo luogo, a causa dell’impossibilità dell’ex Presidente Nicolas Maduro di continuare con un secondo mandato, poiché è stato rieletto con elezioni anticipate ed illegittime, non riconosciute dalla comunità internazionale. Mancano dunque i requisiti minimi per elezioni libere e attendibili (come richiesto dall’UE, l’OHCHR, l’OSA e il gruppo di Lima). I Venezuelani e italo-venezuelani del Piemonte si sono organizzati a Torino, così come in molte altre città italiane, per dar sostegno alla richiesta di riconoscimento, da parte dell’Europa, del presidente Juan Guaidò e per riportare il Venezuela ad una vita democratica e pacifica. Oggi è stata tracciata una rotta per il ripristino della democrazia, restituendo la divisione dei poteri esecutivo, giudiziario e elettorale, che ormai non esisteva più. Questa strada corre verso tre tappe: la fine dell’usurpazione, un governo di transizione e, infine, libere elezioni.Ci auguriamo, con il sostegno dell’Italia e della Comunità Europea, di poter avanzare rapidamente su questa rotta, nel nostro camino verso la libertà.
Associazioni promotrici:
Venezuela in Piemonte
piemonte.venezuela@gmail.com
Associazione di Pensionati Venezuelani Residenti in Italia
apevereit@gmail.com
Familia Futura
familiafutura@gmail.com
Un ragazzo di 25 anni, nigeriano, si è suicidato lunedì a Tortona gettandosi sotto un treno: non gli era stato concesso il permesso di soggiorno per motivi umanitari. La notizia è stata comunicata da monsignor Martino, il responsabile della Migrantes di Genova, attraverso la chat dei parrocchiani. Il messaggio è circolato sui social e pubblicato oggi da alcuni quotidiani. I funerali si svolgeranno domani mattina nella chiesa dell’Annunziata a Genova.
L’attenzione registrata in queste ore verso l’UNESCO ci dà l’occasione di offrire un contributo alla conoscenza del variegato mondo di attori che lo compongono e lavorano, a vario titolo, per perseguirne principi ed obiettivi.
Peculiarità dell’Agenzia delle Nazioni Unite UNESCO è che i suoi organismi istituzionali in tutti i Paesi sono affiancati e supportati dalla società civile organizzata in associazioni, i Club per l’UNESCO, che in Italia sono stati riuniti in una Federazione, la FICLU – Federazione Italiana delle Associazioni, Club e Centri per l’UNESCO, costituita il 4 ottobre del 1979 nella sede della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO a Roma dai primi dieci Club allora
attivi sul territorio italiano. La Federazione Italiana, legittimata dalla Commissione Nazionale in coerenza con il nuovo “Quadro Regolamentare” approvato nel novembre 2017 dalla Conferenza Generale, massimo organo decisionale dell’UNESCO, svolge da 40 anni la sua attività di coordinamento dei Club e Centri italiani che attualmente sono oltre 136 (con l’auspicio che presto altri in itinere si aggiungano), come è stato evidenziato dal presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Franco Bernabè nella sua intervista al Corriere della Sera del 23 gennaio. Siffatto sodalizio di volontariato culturale e sociale di enorme importanza forse non è abbastanza conosciuto, perché agisce, in accordo allo spirito dei fondatori del primo Club per l’UNESCO, in Giappone, nel 1947, senza ricerca di clamori, piuttosto mirando a perseguire la diffusione di ideali, traducendoli in azioni concrete sul territorio, favorendo il dialogo per la comprensione internazionale nei campi di interesse prioritario dell’UNESCO (Educazione, Scienza, Cultura, e successivamente Comunicazione), con l’unica gratificazione di essere partecipi nel dare attuazione concreta alla delega ricevuta dall’UNESCO, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, di diffondere e promuovere la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Le variegate realtà italiane espresse dai Club si confrontano in seno alla Federazione e fanno rete elaborando progetti e modalità operative condivise per raggiungere gli obiettivi strategici di partenariato, definendo un piano d’azione comune validato dalla Commissione Nazionale per l’UNESCO. Significativi e ratificati sono i rapporti della Federazione con le Istituzioni ai vari livelli, dal locale al nazionale, all’internazionale: la FICLU è Ente di Formazione riconosciuto dal MIUR, ha sottoscritto protocolli d’intesa, tra l’altro, con ICOMOS Italia, ICCROM, Consiglio d’Europa – Ufficio di Venezia, l’Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale. E’ impegnata nell’azione di diffusione dell’Agenda 2030 realizzando seminari di formazione sugli Obiettivi di maggior interesse UNESCO: Educazione di Qualità, Pari Opportunità, conservazione degli oceani e protezione dell’ecosistema terrestre. Ha anche proposto alle Amministrazioni locali un Patto per lo Sviluppo Urbano
Sostenibile, già sottoscritto da numerosi Sindaci. La Federazione Italiana aderisce alla Federazione Mondiale, WFUCA, nel cui Consiglio Direttivo è rappresentata, ed alla Federazione Europea, EFUCA, della quale la presidente della Federazione Italiana è anche vicepresidente. La rete dei Club, Centri ed Associazioni per l’UNESCO è una importante ONG, partner dell’UNESCO con status associativo, una rete internazionale di organizzazioni di volontari, un sistema consolidato di coinvolgimento e collaborazione tra società civile e Istituzioni che condividono nel mondo l’impegno di perseguire gli ideali di pace ed uguaglianza propri delle Nazioni Unite e dell’UNESCO. La Federazione Italiana delle Associazioni, Club e Centri per l’UNESCO si prepara a celebrare in questo 2019 i suoi proficui 40 anni! Vuol mantenere il suo impegno senza tentennamenti, fortificata dallo spirito caratterizzante l’azione dell’UNESCO dal 1945, fondato sul basilare contributo della società civile, indispensabile anche per il successo delle candidature all’inserimento nelle Liste del Patrimonio Mondiale: siamo pertanto a disposizione di chiunque volesse approfondire i dati della nostra realtà.
Prof.ssa Maria Paola Azzario
Presidente Federazione Italiana delle Associazioni, Club e Centri per l’UNESCO
L’uomo, un suo cliente, è stato ricattato fino a commettere il suicidio. La prostituta, una donna romena di 42 anni, residente a San Giorgio del Sannio è stata arrestata dai Carabinieri con l’ accusa di induzione al suicidio, estorsione e tentativo di estorsione. Ai domiciliari anche un uomo di 63 anni, di Benevento, per favoreggiamento della prostituzione. Era l’ottobre 2017 quando la vittima fu trovata impiccata in un capannone, dopo i continui ricatti della romena, che minacciava di raccontare alla moglie i rapporti avuti con lui.